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Autore: The_Kimo    26/06/2020    19 recensioni
Conosciamo tutti Batman...ma se fosse vissuto 300 anni fa, all'epoca della repubblica dei pirati di Nassau?
Immaginatevi gli iconici cattivi come capitani di ciurme pirata e il signor Wayne come cacciatore di pirati...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Marzo 1716: mar dei caraibi.
"Diamoci una mossa ragazzi!" Le parole del quartiermastro Cyrus Gold riecheggiavano per la piccola goletta che avevano appena catturato: ormai era calato il buio e l'equipaggio del capitano Jervis Tetch, dello sloop Mad Hatter, era intento a constatare la miseria del bottino di quella giornata.
"Quanto abbiamo recuperato?" Domandò Gold ad una coppia di marinai che risalivano dalla stiva. 
"Praticamente nulla!" Rispose uno di essi. "Sette casse di gallette, mezzo barile di zucchero, altre provviste varie e nella cabina abbiam trovato giusto due caldelabri ed un plico di documenti postali!" 
Gold scosse la testa: una miseria! E per giunta la loro avversaria aveva pure combattuto strenuamente, forse convinta di poter sopraffare la piccola nave pirata, ma troppo sicura di sè. Da almeno tre mesi i bottini che portava a casa Tetch erano scarsissimi, e questa ne era la prova: c'era da scommettere che l'equipaggio avrebbe indetto una nuova elezione di lì a poco, ma non era il momento per pensarci. 
Gold raggiunse il coronamento, dove trovò il capitano intento ad adornare il proprio cappello con delle piume di struzzo trovate sottocoperta. 
"Un bottino dei più scarsi di sempre Jervis!" Gli disse sedendosi accanto a lui. "Speriamo solo che il plico dei documenti nasconda qualche informazione di valore, sennò lo sai che sei fregato, vero?"
Questi non sembrava darci peso: fischiettando beatamente si mise in testa quel ridicolo copricapo verde e si pavoneggiò per un istante sul cadavere del comandante spagnolo, defunto ai loro piedi. 
"Senti amico, non so cosa ti stia passando per la testa..." Riprese Gold alzandosi in piedi: sovrastava il suo capitano di quasi mezzo metro, ed era certo che la sua mole sarebbe bastata ad intimorirlo a sufficienza da farsi ascoltare. "...ma i ragazzi non saranno soddisfatti di quanto abbiamo razziato! Tre sono morti ed altri quattro feriti, ma tu non sembri darci peso! Non vorrei che..."
"Vele in vista!"
L'urlo interruppe il monologo del quartiermastro, che si voltò verso la Mad Hatter, ben assicurata alla fiancata della goletta spagnola. "Da che parte?" Gridò all'uomo che, in cima all'unico albero dello sloop aveva urlato l'allarme.
"Meno di un miglio a nord!" Rispose quello. "Erano illuminate dalla luce delle lanterne di bordo, ma le hanno appena spente!"
"Perchè le avranno spente? Vorranno forse prenderci di sorpresa col buio?" Si domandò Gold tornando a fissare il suo capitano, che ora sembrava più serio. 
"Non credo abbia importanza!" Disse finalmente Tetch saltando a bordo della Mad Hatter. "Tu e sedici uomini restate a bordo della preda e spiegate le vele!" Ordinò: i suoi ordini e la sua autorità potevano essere sempre contestati...ma non in azione, e se una nave era in arrivo, fino alla sua identificazione era come se fossero in battaglia. "Io e gli altri ci muoveremo a circa cento yarde da voi! Rotta a sud-est, per Nassau!" Spiegò mentre gli uomini iniziavano a dividersi tra le due imbarcazioni. 
"Tenete la lanterna ben accesa! E se uno di noi verrà attaccato, l'altro gli darà pieno supporto!" Urlò quando le picche ebbero spinto le due navi a distanziarsi tra loro. 
"Spiegate le rande!" Disse Gold portandosi a poppa per afferrare la barra del timone. "Voi due, andate a riva e spiegate la gabbiola! Tutti gli altri, ricarichino i cannoni!"
Non avevano ancora terminato di eseguire gli ordini del quartiermastro, che il buio della notte fu squarciato da sei lampi di luce, seguiti da altrettante esplosioni, che mostrarono per un'istante la sagoma di uno scafo basso sull'acqua e...nero! Più nero della notte stessa!
Questo scafo era a meno di venti yarde dalla Mad Hatter, e la sua bordata investì in pieno lo sloop pirata, aprendo quattro orrendi buchi nel parapetto di sinistra e spezzando alla base l'albero, che cadde in mare trascinandosi appresso la vedetta ed i tre marinai che tentavano di spiegare il velaccio.

*

Se pochi minuti prima Tetch era solo preoccupato di poter perdere il comando della sua ciurma, ora era letteralmente terrorizzato al pensiero di perdere anche la vita: sulla sua piccola nave restavano solo diciotto uomini, ed ora un veliero più grande e potente aveva arrestato la loro fuga...ed ora li stava affiancando. 
Era buio e quella nave teneva le lanterne spente...non riusciva a vedere nulla, tranne che una sagoma gialla sulla gabbia...una sagoma a forma di...pipistrello!
In quell'istante una quarantina di sagome avvolte in mantelli neri balzarono sul ponte della Mad Hatter, e sfoderate le lame, iniziarono il massacro! Perchè di massacro si trattò: nessuno dei suoi uomini ebbe il tempo o il coraggio di reagire: furono sopraffatti uno dopo l'altro. Jervis sfoderò spada e pistola: sapeva che difficilmente avrebbe avuto via di scampo, ma almeno avrebbe venduto cara la pelle! Sparò un colpo alla schiena di uno dei figuri neri, e questo cacciò un urlo di dolore cadendo supino sul ponte. Altri tre erano in procinto di saltargli addosso, ma una voce incredibilmente roca e profonda li bloccò: "Fermi! Lui è mio!"
Un pesante tonfo proveniente dalle sue spalle spinse Tetch a voltarsi: davanti a lui, illuminato dalla luce della lanterna di poppa della Mad Hatter, spiccava un uomo possente, avvolto in un mantello nero col cappuccio, sul quale spiccavano due punte accuminate, simili alle orecchie di un pipistrello. Non era armato: ma sembrava volerlo affrontare a mani nude.
"Non so chi tu sia..." prese tempo Tetch gettando via la pistola e mettendosi in posizione di difesa con la spada "...ma se vuoi morire fatti pure avanti!"
"Patetico!" Disse l'uomo compiendo un balzo nella sua direzione: Tetch tentò un affondo, ma il suo avversario era pronto: con l'avanbraccio destro deviò la lama, mentre la mano sinistra gli arrivò chiusa a pugno dritta in faccia, fracassandogli due denti e facendogli perdere i sensi per un paio di secondi. Quando si rimise in piedi, il pirata iniziò a menare una serie di fendenti sempre più veloci, che però sembravano non impensierire il suo avversario, che si limitava a schivarli senza degnarlo nemmeno di un sorriso. 
Tetch tentò una finta: il tizio incappucciato sembrò cascarci, così il bucaniere roteò su sè stesso, per beccare il nemico di sorpresa. Mai si sarebbe aspettato che costui avrebbe reagito a una finta con una finta: coi pugni uniti, l'uomo in nero lo colpì dritto al petto, facendolo cadere sul ponte dove una scheggia dei detriti causati dalla battaglia gli trapassò la spina dorsale. 
Mentre era in agonia, Tetch vide all'orizzonte le luci della goletta che sparivano all'orizzonte: Gold lo aveva abbandonato!
"Chi...chi sei tu?" Riuscì a dire con un filo di voce.
Il suo rivale si chinò su di lui, appoggiò la bocca al suo orecchio e, senza cambiare tono di voce disse: "Sono il cavaliere oscuro!"
   
 
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