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Autore: CatherineC94    26/06/2020    0 recensioni
L’uomo è un lupo per l’uomo ( Plauto)
Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
 
 
Lupus est homo homini-
 L’uomo è un lupo per l’uomo
 
 
 
I.
 
Sirius guardò Peter accigliato, nella fattispecie guardava i suoi capelli che quella mattina avevano assunto una posizione alquanto strana; erano dalla parte destra lisci e fini come sempre, mentre dal lato opposto erano diritti verso l’insù.
Sbuffò pesantemente, poggiando il viso sulla mano destra e facendo leva sul braccio girandosi; James seduto al suo lato destro era mezzo addormentato, lo riconosceva dalla tipica espressione stranita che metteva in mostra quando non riusciva a capire come era finito in un determinato posto o situazione. Remus invece era tutto concentrato, seduto nel banco prima del loro prendeva appunti guardando interessato l’argenteo ed altrettanto soporifero professor Rüf; cosa ci trovasse d’interessante, per Sirius era un vero e proprio mistero.
Due tavoli più in avanti, la Evans con la chioma rossa invece stava sonnecchiando peggio di James, e Sirius truffaldino diede una gomitata all’amico, che di soprassalto ci mise almeno dieci secondi per collegare sinapsi e neuroni vari, finché non sorrise allegro; da giorni ormai l’amico era in preda ad un folle stato di allegria perenne e Sirius come gli altri d’altronde, doveva sorbirsi le sue litanie continue. Infatti la Evans, e Sirius ancora non si spiegava il come o il perché, aveva deciso di cedere e di uscire con James; Remus aveva dedotto che forse durante le vacanze estive avesse sbattuto violentemente la testa, Peter invece si era limitato a dire: «Felpato dopo sei anni di inviti, ora che siamo al settimo ha dovuto cedere per forza o Ramoso si sarebbe gettato dalla torre».

Sirius aveva iniziato a ridere a crepapelle guardando il suo migliore amico che borbottava frasi del tipo: “Traditori”, “Ve la faccio pagare” “Anche Codaliscia”; eppure non aveva fatto un bel niente perché era sotto sotto sorpreso anche lui.
«Cosa hai fatto ai capelli di Codaliscia, Ramoso?» bisbigliò Sirius a James ormai sveglio del tutto; l’amico alzò le spalle innocente mormorando:« Eravamo in ritardo, stanotte abbiamo esagerato». Sirius annuì furbo rammentando la nottata precedente nella foresta proibita; Remus si era davvero divertito ed avevano fatto un’altra scoperta interessante. Si erano spinti fino alla tana di un ragno gigante che per poco non li aveva divorati; da quello che avevano potuto capire, non solo il ragno sapeva parlare ma chiedeva di Hagrid.
«Hagrid ci deve un po’ di spiegazioni» convenne Sirius mentre scarabocchiava un foglio di pergamena.
James trattenne a stento le risate bisbigliando:« Animaletti innocui vero? Comunque non possiamo dirgli niente, sennò ci tradiremmo».
Sirius sbuffò ancora, la logica di James quando era sveglio ed attivo dal punto di vista celebrale era inattaccabile; così, sfinito dall’aura soporifera che emanava il professore lanciò una pallina di carta a Remus. L’amico si voltò guardandoli torvi ed interrogativo; Sirius sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e sghignazzando disse: «Mi annoio, Lunastorta».
Remus fintamente scocciato si voltò di scatto, ricominciando a scrivere; sicuramente gli avrebbero chiesto gli appunti e lui avrebbe dato vita ad una delle ramanzine più forbite della storia.
Due ore dopo, i quattro amici camminavano pesantemente fra i corridoi del castello; quel pomeriggio era quasi finito, mancavano solo le ultime due ore di Cura delle Creature Magiche con il professor Kettleburn.
«Remus non ho capito il perché di quella convenzione del 1895» si lamentò Peter piagnucolante; Remus lo guardò comprensivo.
«Amico, quel che è successo in quell'aula rimane lì in quell'aula. Vuoi ucciderci tutti parlando di quelle cose noiose?» esclamò Sirius con fare fintamente imperioso; Peter arrossì e James disse a sua volta: «Però sono sicuro che il nostro Prefetto sappia qualcosa..».
Remus fece una smorfia sdegnata rispondendo: « James tu sei un Caposcuola, ecco dovresti tu parlarmene, stare attento, prendere appunti. Cose così ecco..»; Sirius iniziò a ridere più forte, facendo voltare i passanti mentre gli altri lo guardavano sospettosi.
«Lunastorta, dai ammettilo» chiese Sirius fra una risata e l’altra; Remus lo guardò per un attimo interrogativo e mesto, subito dopo ammise:« Amici, in effetti non ci ho capito molto nemmeno io».
Scoppiarono tutti e quattro a ridere di gusto mentre si avvicinavano all’aula; Sirius ancora pieno di quella gioia, che per la prima volta aveva assaporato in quella scuola ormai non ne voleva più fare a meno. Si disse che forse l’universo gli avesse dato una seconda possibilità mandandogli  i suoi amici; e ne fu entusiasta.

«Chissà cosa si inventerà questo vecchio pazzo oggi..» mormorò James osservando il vecchio professore che stranamente a parte la sua stravagante veste da mago fuxia, non aveva nessuna bestia pericolosa fra le mani; Sirius tossì mascherando un’altra ondata di risate, facendo a sua volta ridere Lily Evans ed Emmaline Vance sedute di lato.
«Bene, oggi faremo una lezione diversa. Visto e considerato ciò che sta succedendo fuori di qui» iniziò a dire Kettleburn facendo gelare tutti sul posto,« Parleremo delle creature che si possono incontrare di questi periodi in giro..».
Sirius si atterrì nella propria sedia; il professore si stava riferendo alla guerra che fuori dal castello imperversava senza sosta. Da mesi ormai, arrivavano notizie di omicidi, torture, sparizioni e Sirius avvertiva un nodo al principio dello stomaco; non aveva scordato l’ultima chiacchierata poco amichevole con i suoi genitori prima di scappare e nemmeno con Regulus il mese prima. In un certo senso si sentiva colpevole perché non era ancora riuscito a farlo ragionare, eppure aveva davvero fatto di tutto; sentiva in cuor suo, che quegli occhi grigi così simili ai suoi non l’avrebbero più osservato come un tempo.
Perso com’era nei suoi pensieri non si era reso conto che il professore aveva iniziato  a sproloquiare senza sosta; si muoveva come un pavone fra i banchi facendo gesti e acuendo la voce in certi casi.
«Un’altra creatura che fa parte delle fila oscure è senza dubbio il Lupo Mannaro» aggiunse raggiungendo la cattedra e sedendosi; Sirius e gli altri gettarono un’occhiata a Remus che  era impallidito all’improvviso.
Sirius agitato si arrovellava il cervello  su come far terminare la lezione in quel momento; non solo il professore aveva parlato per almeno mezz’ora, aveva anche creato dei disegnini alla lavagna che avevano trascinato verso il baratro l’amico. Però, verso la fine della lezione il professore aveva fatto una dichiarazione che risollevò Remus, parlando del fatto che non tutti i Lupi Mannari fossero assetati di sangue, bensì c’erano testimonianze che affermavano il contrario; all’improvviso però una mano  si levò per aria.
«Si, mi dica. Lei è?» chiese Kettleburn.
Sirius affilò lo sguardo sul proprietario della mano; era un Corvonero che non ricordava dove o come ma era sicurissimo di averlo già visto o conosciuto.
«Bertram Aubrey*, signore» rispose il tipo con fare pomposo.
Bertram Aubrey. Aubrey? Si chiese Sirius dubbioso,  mentre James schiumava di rabbia alla sua destra; e poi l’ispirazione. Era il tizio che usciva con la Evans durante il loro quinto anno, James l’aveva costretto a seguirli ad Hogsmeade; pessima idea, lei li aveva scoperti e si erano trovati con delle pustole orribili in viso.
«Ramoso, tanto ormai la Evans è tua. Aubrey, roba vecchia direi..» disse Sirius sicuro, mentre James osservava il Corvonero con gli occhi ridotti a fessure.
«Mi chiedo signore come possa affermare una cosa del genere» chiese Aubrey querulo, guardando Kettleburn che a sua volta era rimasto interdetto; tutta la classe li osservava in silenzio referenziale.
«In merito a..?» balbettò il professore.
«Ai Lupi Mannari. Io, come gli altri sono abbastanza intelligente per rigettare la sua presente asserzione» affermò lo studente.
«Ma che ha mangiato? Un libro di Antiche Rune?» esclamò Sirius con voce forse troppo alta, facendo ridere i compagni; il Corvonero non diede segno di averlo sentito e continuò pomposo: «Un lupo Mannaro deve seguire il suo istinto non negare la sua natura. Sarebbe senza alcun dubbio pericoloso entrare in contatto con uno».
Sirius gettò un’occhiata a Remus che aveva assunto un’espressione dolorante mista ad un colorito verdaceo; James stringeva i pugni rabbioso e Peter muoveva gli occhietti acquosi febbrilmente.
«Cosa significa signor Aubrey? Un Lupo Mannaro è pericoloso solo durante le notti di luna piena, potrebbe anche frequentare le nostre lezioni normalmente e nessuno sarebbe illeso!» affermò leggermente stizzito il professore.
Remus ormai aveva assunto un colorito violaceo.
«Sarebbe un pericolo professore, le posso elencare cinque motivi» rispose il tizio « Potrebbe infettare gli altri, potrebbe essere violento, potrebbe essere aggressivo..» continuò Aubrey.
«Potresti cercare un po’ di cervello in giro» affermò James interrompendolo; « Già, il mio amico ha ragione, visto che a quanto pare ne sei maledettamente privo» aggiunse Sirius stizzito. Peter annuì, e Remus di fretta e furia iniziò a mettere le sue corse in borsa; « Aubrey sei squallido» sussurrò la Evans a sorpresa mentre la campanella suonava.
«Remus!» urlò James, ma era troppo tardi, l’amico si era volatizzato; Sirius trattenne a stento un impeto folle di rabbia guardando il Corvonero che si apprestava ad uscire dall’aula.
«Ramoso questo idiota la deve pagare. Lo so che facciamo i bravi per farti conquistare la Evans però..» ringhiò Sirius; Peter li guardò preoccupati.
«Hai ragione amico, stasera dovremmo fare un salto al villaggio» disse James.
«C’è il coprifuoco ragazzi!» squittì impaurito Codaliscia, mentre Sirius alzava gli occhi al cielo; proprio non capiva. Chi maltrattava uno dei  suoi amici non aveva scampo, doveva vedersela con il sottoscritto.
« Felpato, che ne dici di fare un salto da Alberfoth? Li si trova di tutto. Tu Petey devi distrarre Lunastorta, non deve sapere nulla sennò ci farà una ramanzina tremenda» biascicò James.
Sirius lo guardò fiero sussurrando:« Certo fratello, lo sai che sono sempre con te».
«E poi sto dannato Aubrey, a parte il fatto che ha un cervello come un Doxy era pure un ex di Lily.. ma guarda un po’, e poi mi dicono che sono io che li provoco..» mugugnò James.
Sirius lo guardò esasperato ridendo; la sua risata simile ad un latrato riempì il cortile illuminato dalla luce del tramonto.
 
 
 Quella sera, dopo aver cenato si erano diretti  alla statua della Strega Orba silenziosi e con la Mappa ben aperta; Remus non si era presentato a cena e Peter aveva deciso di tenerlo impegnato in qualche aula vuota per studiare.
«Dissendium» bisbigliò James entrando nel passaggio, Sirius lo seguì e lo richiuse piano; si addentrarono furtivi mentre tutto taceva.
«Sai James stavo pensando alla polvere esplosiva oppure a quella che fa venire le pustole, così il suo bel faccino non lo può sbandierare in giro..» iniziò Sirius.
James annuì convinto mentre mormorava: « Lumos».
Si addentrarono  convinti finché un vociare misto a rumori li fece fermare; Sirius si gelò sul posto. Sarebbe stato un bel  problema se qualcuno li avesse scoperti, guai belli grossi.
Ma poi vide la faccia di James trasformarsi da tesa ad incredula e poi divertita; infatti poco dopo apparirono Frank e Alice, rossi in viso.
«Paciock sono felice che tu abbia fatto buon uso dei nostri consigli!» gracchiò Sirius mentre James dava il cinque al loro compagno di dormitorio; Frank imbarazzato ed anche un po’ fiero gli strizzò l’occhio.
«Facciamo che non ci siamo incrociati a vicenda, giusto ragazzi?» chiese ironico.
«Stai tranquillo ragazzone, e non farci diventare zii così presto, Remus ha appena finito tutte le cioccorane!» sghignazzò James mentre i due si allontanavano.
«E bravo Franky! Lo sapevo io che quella faccenda della passione del ballo da camera era una scusa per rimorchiare» convenne Sirius mentre James rideva a crepapelle; il mese prima avevano incrociato Frank che raccontava di questa sua passione ad Alice Prewett e lei era parsa molto interessata.
Arrivati ad Hogsmeade, il vento sferzò i loro mantelli; si avvolsero entrambi nel mantello dell’invisibilità di James e si diressero verso la Testa di Porco.
«Dici che Alb ci darà qualcosa di forte? Stasera vorrei bere per dimenticare» fece Sirius ricordando con tristezza l’espressione dolorante di Remus; il mondo era ingiusto, e ne avevano le prove.
Non seppe mai cosa James pensasse al riguardo del drink alcolico, perché l’amico  maldestro come al solito non trattenne l’equilibrio inciampando in qualcosa di strano; «Ramoso ma che cavolo..?» balbettò Sirius mentre il mantello cadeva a terra scoprendoli.
James si toccò la testa ormai dolorante, guardò i piedi per capire cos’aveva urtato il loro cammino. La sua  gola si seccò all’improvviso.
Una lunga veste di mago da sera, intinta nelle tonalità più belle  e allo stesso tempo bizzarre stava ai suoi piedi; il suo proprietario li guardava indispettito.
«Merda..» gracchiò disperato James.
«Per gli slip di Merlino..» balbettò Sirius alzando gli occhi sconfortato.
Il proprietario della veste li guardò torvo, come se non ci fosse nulla di divertente.
«Ramoso mi sa che la nostra bevuta è andata al diavolo..» aggiunse Sirius, mentre James grugniva come gesto d’assenso.
 
Fine I parte
 
 
 
*Harry Potter e Il Principe Mezzosangue
 
 
 
 
   
 
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