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Autore: Serperossa20    27/06/2020    2 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata a finire se quel giorno Jessica non avesse fatto quella scelta? Se ne avesse compiuta un'altra? Se avesse scelto di stare con lui e sacrificarsi e ingoiare tutto l'odio, il rancore e l'ostilità per rendere Kevin un uomo migliore? Vi siete mai coricati pensando, prima di addormentarvi, cosa sarebbe successo, come sarebbe finita SE? Beh, io sì e non sapete quanto, tanto che non ho potuto più stare ferma. Dovevo cambiare le cose in qualche modo quindi se volete, potete farmi compagnia mentre scopriamo insieme come sarebbe andata a finire SE. Buon lettura :)
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Allora, dimmi dove ti fa male così la finiamo in fretta
Ormai era da dieci minuti che erano tornati a casa, e Killgrave continuava a descrivere dolori anche non inerenti al colpo in faccia. Se continuava così, molto probabilmente Jessica glieli avrebbe procurati davvero altri dolori. 
- Te lo giuro Jessi, mi fa molto male la spalla - si lamentò come fa di solito un bambino quando si sbuccia un ginocchio, ma senza lacrime. 
Per un attimo si chiese se si fosse mai fatto male, oltre alle botte che già più volte gli aveva procurato lei stessa. 
- Si vede che sei caduto male quando ti ho colpito - disse avvicinandosi al suo volto per guardare meglio il danno. 
- Mi brucia anche la mano
- Stessa cosa - mormorò tastando piano la guancia viola. Si era contenuta bene, oltre la guancia gonfia e l'occhio nero non sembrava ci fosse altro. 
- Mi fa male anche lo stomaco
- Quello perché non abbiamo mangiato nulla da stamattina. Apri la bocca, voglio capire da dove arriva tutto questo sangue - disse piegandogli un poco la testa per vedere meglio - Che strano, ero convinta ti averti fatto anche un bel taglio sullo zigomo invece... - mormorò ma si stupì quando scorse una ferita sul palato sinistro che si stava rimarginando da sola ad una velocità impressionante. 
Si allontanò tanto bastava per guardarlo stupita. 
- Oh giusto non lo sai - constatò con sarcasmo - Beh, miei meravigliosi genitori tra tutte le biopsie, gli interventi e le sostanze che mi iniettavano nel cervello, hanno provocato una sorta di evoluzione del mio sistema immunitario, comunemente chiamato 'fattore rigenerante'. Nome carino non trovi? - disse sorridendo, anche se era ben lontano dall'esserlo - In breve, dei tagli anche molto profondi mi si rimarginano in pochissimo tempo e se parliamo di fratture delle ossa, parliamo di ore o qualche giorno, dipende quanto è grave - spiegò rispondendo alla sua muta domanda. 
Jessica non seppe che dire a quella rivelazione così scelse di non dire niente. Sapeva che ogni commento sul suo passato sarebbe stato superfluo perciò decise semplicemente di alzarsi e dirigersi in cucina per prendere un panno bagnato. 
Poi, con delicatezza gli si accostò prendendogli il volto per farlo stare fermo mentre gli ripuliva la faccia dal sangue già mezzo incrostato. Dovette spingere un po di più quando arrivò alla barba perché si era tutto seccato in quel punto e questo gli provocò un ansito di dolore. 
- Dovresti raderti la barba - affermò dopo l'ennesima protesta. 
- Si certo, poi mi faccio i capelli rossi e vado in giro con degli insulsi occhiali da sole anni novant-AHIO
- Bastava solo dire no - disse finendo di pulirgli il volto, con giusto un filo di forza in più sul finale - Alzati, devi sciacquarti la bocca e abbiamo finito - disse alzandosi e dirigendosi in cucina. 
Kevin, anche se imbronciato per lo scherzetto di poco prima, fece come gli venne ordinato mentre Jessica cercava qualcosa nel frigo. 
- Sai - incominciò il moro mentre si asciugava piano con un fazzoletto - non è proprio così che mi immag- ma venne bruscamente interrotto da un colpo gelido sulla parte di faccia lesa. Vide nero per un attimo ma il contatto non gli fece male, anzi, il senso di calore che aveva come se avesse mezza faccia incendiata era pressappoco sparita e, involontariamente, sospirò appagato. 
Ma spalancò immediatamente gli occhi, o meglio dire l'occhio destro, quando si accorse cosa gli stesse coprendo metà faccia
- Una bistecca?! 
- Non ti lamentare, non ho trovato sacche per il ghiaccio quindi accontentati. E non ti azzardare a toglierlo da lì - lo avvertì appena lo vide iniziare il suddetto gesto, disgustato - Lo so che per il tuo animo da fighettino viziato è un affronto ma se vuoi che il gonfiore passi in fretta, devi resistere. O vuoi passare i prossimi giorni con la faccia ridotta ad una palla da bowling? - lo fece ragionare. 
Questo sbuffò, facendo una buffa smorfia alla sola idea, perciò si convinse di ascoltarla. 
- Tutto sommato stai fin troppo bene. Ti metterò solo una pomata la sera e la mattina così che passi in fretta - affermò legandogli la bistecca congelata sul volto così che il moro non debba tenerla con una mano per tutto il tempo. 
- Grazie per il tuo prezioso aiuto mia dolce infermiera
- Alza il culo e aiutami a preparare qualcosa da mangiare - lo ignorò intenta ad aprire e chiudere vari cassetti. 
- Ma sono quasi le tre del pomeriggio - si lamentò. 
- D'accordo. Allora io vado di là a scolarmi un po di vino, tu fai quello che ti pare - ed uscì con Killgrave alle calcagna. 
- Jessica! Non ti puoi nutrire solo di alcolici! 
- Questo è tutto da vedere - affermò provando ad aprire le ante della vetrinetta ma il moro le si parò davanti determinato, guardandola dall'alto al basso. 
Un vano tentativo di incutere timore, fallendo miseramente, per di più con una bistecca in faccia sai che timore. 
- Levati
- Perché ti ostini a bere così tanto? 
- Lo sai il perché - affermò indurendo lo sguardo. 
- Oh certo, per colpa mia. E adesso che abitiamo insieme, pensi che la cosa migliorerà? Come minimo prima o poi finirai in coma etilico! 
- Non sono cazzi tuoi di cosa metto nello stomaco! E poi tranquillo anche se volessi non riuscirei ad arrivare fino a quel punto
- Esatto! Se fossi normale saresti già morta per tutto l'acool che butti giù! - provò a spiegarle. 
- Già che fortuna avere questi poteri vero? - disse sarcastica dandogli uno spintone abbastanza forte da buttarlo a terra poco lontano. Che cosa ironica, i suoi poteri sono stati la causa di tutto il male che ha provato e sono la causa che le impedisce di dimenticare. 
- Jessica perché non capisci!? - le chiese frustrato alzandosi subito per toglierle l'acool dalle mani. 
- Ah io!? Sono io quella che non capisce!? Stammi a sentire viscido verme - disse avvicinandosi minacciosa, le bottiglie ormai in frantumi per terra - Non puoi pretendere che dopo soli quattro fottuti giorni, io smetta di odiarti, di provare tutto questo rancore per te e smettere di bere! Il bere è l'unica cosa che mi illude almeno per un po che tutto quello che ho passato, che quello che TU mi hai fatto passare, sia stato solo un dannatissimo incubo. Annego nell'alcool perché quando non lo faccio ti ho costantemente nella mia testa, i ricordi non mi lasciano neanche.per.un.dannatissimo.secondo! - gli urlò praticamente a mezzo centimetro dalla faccia. 
Killgrave non si smosse di una virgola, serio e altezzoso come non lo era mai stato, la bistecca caduta chissà dove, ormai inutilizzabile. 
- Allora perché hai scelto me Jessica? 
La detective lo guardò fisso, furiosa e con la vista offuscata. Stava provando tante di quelle emozioni negative in quel momento che le venne una voglia folle di buttare giù tanti di quei muri da non sentirsi più le mani. 
Il mal di testa che aveva da quella mattina poi, con la discussione si era solo accentuata ulteriormente mandandole a fuoco le tempie e si sentiva terribilmente stanca ed esausta. Forse quella discussione avrebbe dovuta rimandarla ad un altro giorno, magari più calma e riposata ma non riuscì proprio a fermarsi. 
- Io non ho scelto te ok!? - sputò fuori alla fine, camminando frenetica per la stanza - Io non sono qui perché voglio stare con te. Sono qui per Trish, per Malcolm, per Hope e per tutte le persone che hai fatto soffrire per causa mia! Sono qui perché speravo che.... - si stoppó massaggiandosi le tempie, il mal di testa le impediva di ragionare bene. 
- Cosa Jessi? Speravi che cambiandomi, i sensi di colpa sarebbero spariti? Pensavi che loro mi perdonassero, che loro TI perdonassero Jessica? Beh, ti dirò una cosa che ti scioccherà: il passato non si può cambiare e neanche dimenticare, per quanto ci si provi - rivelò con un sorriso amaro, riuscendo a fermare la sua corsa - Sai, in tutto ciò che hai detto ho notato una cosa - constatò avvicinandosi - per tutto il tempo hai parlato solo degli altri, quindi di quanto tu sia altruista, dell'enorme sacrificio che hai fatto - elencò ad ogni passo - e di quanto ti pesa stare qui. Ma non hai mai parlato di te stessa, di cosa tu voglia realmente - le si parò alle spalle, come un serpente pronto ad attaccare. 
- Di che stai parlando? - mormorò senza muoversi. Sentiva l'uomo dietro di sé, tutta la sua alta presenza e si impose di non muoversi, come a nascondersi da un T-Rex. 
- Adesso ti dico come la vedo io. Tu non sei qui perché sei un'inguaribile altruista. Sei qui per l'esatto contrario - e si abbassò all'altezza del suo orecchio - Sei tremendamente egoista mia cara - affermò in un sussurro. 
Si aspettava che qui Jessica si girasse di scatto per colpirlo così che smettesse di parlare ma rimase immobile, dandogli così un tacito consenso a continuare. 
- Sai perché? Perché tu sei venuta qui non per me, non per la tua amata sorella o per chissà chi altro, sei qui solo per te stessa. Qui nessuno può controllarti, nessuno può dirti cosa fare e non fare, nessuno deve darti regole. Sei qui perché in fondo in fondo - disse ponendosi davanti a lei - tutto quell'odio che provi, quel rancore, non è per me - e le fece alzare lo sguardo per guardarla dritta negli occhi - ma è per te stessa. Tu ti odi perché tutte le cose orribili che si presuppone io ti abbia fatto, non sai con certezza se sono stato io ad importele o se sei stata tu a volerle. Hai paura di scoprire chi è la vera Jess ma dall'altra parte non puoi fare a meno di chiedertelo. Oh Jessi, non lo vedi? Tu hai bisogno di me quanto io ho bisogno di te. Te l'ho detto anche quella volta alla centrale, te lo ricordi? - le chiese dolcemente prendendole il viso tra le mani - Noi siamo inevitabili - sussurrò ad un centimetro dal suo viso. 
La mora gli afferrò di scatto i polsi ma non per allontanarlo, più che altro aveva bisogno di un appoggio, un ancora a cui aggrapparsi perché era devastata, persa. Ogni singola parola la fece precipitare sempre più a fondo in un baratro oscuro di desolazione e consapevolezza, le si aprirono porte che non aveva mai osato aprire e ora erano tutte spalancate nella sua mente. Il suo sguardo, come lo osservava diceva tutto. I suoi occhi smeraldini ora erano offuscati, si era persa in un labirinto di dubbi e verità celate; le sembrava che tutto fosse ricoperto di nebbia e si sentiva la testa leggera e pesante allo stesso tempo. 
Killgrave era riuscito a demolirla, ad approffittare di un suo momento di fragilità e volgerlo subito a suo favore. Vero, non può più controllarla ma può ancora manipolarla. Questo però era un eco lontano nella sua testa, appena udibile tanto che non ci fece neanche caso, anzi chiuse gli occhi, si beò del tepore di quel contatto mentre poggiava la fronte contro quella dell'uomo. Entrambi sospirarono all'unisono. Entrambi sapevano che era così sbagliato che si chiesero perché non potesse essere giusto. 
Soprattutto Jessica, si chiese perché non potesse aprirsi. Da cosa si nascondeva? Da chi si proteggeva? Non se lo ricordava più. Aveva sempre più domande e sempre meno risposte, e non seppe se per il mal di testa ora più esteso, come se avesse mille aghi che le perforavano il cranio, o fosse la vicinanza di Kevin. Stava sempre più sprofondando senza riuscire più a risalire. 
- Birch Street...- e iniziò improvvisamente a rallentare la sua discesa. 
- Higgins Drive...- e vide uno spiraglio di luce in mezzo a tutta quella oscurità. 
- Cobalt Lane...- e ritornò a mettere a fuoco ciò che la circondava. 
Riuscì finalmente a distinguere la voce di Killgrave in mezzo a tutta quella nebbia, lui che la stava tirando fuori dalla sua stessa trappola, lo trovò così ironico e perverso che non seppe né cosa fare né cosa provare. Era un così subbuglio di emozioni contrastanti in quel momento che poteva compilare un'intera enciclopedia in merito e non sarebbe bastato. 
- È ora che tu ti vada a riposare - le sussurrò dolcemente anche se la voce le arrivò come ovattata alle orecchie. 
Ma comunque, si mosse non appena non sentì più quel caldo tepore alle guance e come un automa salì le scale chiudendosi la porta della propria camera a chiave, prima di coricarsi e addormentarsi profondamente non appena toccò il cuscino.

Appena sentì lo scatto della serratura, Killgrave sospirò pesantemente, rilasciando tutta la tensione. 
Era stato un azzardo e lo sapeva, come sapeva anche che approfittare di un suo momento di debolezza sarebbe risultato molto pericoloso, magari non nell'immediato ma molto probabilmente sì al suo risveglio. 
Doveva iniziare a trovare un modo per salvarsi nel caso la detective avesse reagito in modo violento appena si fosse svegliata, come anche doveva trovare un modo per pulire il disastro per terra. L'odore di vino fermentato stava intasando tutta la stanza perciò come prima cosa spalancò la finestra e poi, munendosi di scopa e paletta che trovò in cucina, cominciò a raccogliere i cocci stando bene attento a non tagliarsi. 
Voleva comunque rispettare il piano di Jessica, cioè usare il meno possibile i poteri, e poi magari se avesse visto che si era rimboccato le maniche da solo, sarebbe stata più indulgente al risveglio. 
Ma allo stesso tempo non riuscì a non pensare a quello che aveva fatto. L'aveva toccata, glielo aveva permesso. Non riusciva a crederci. Gli prudevano le mani al solo ricordo e, il solo pensiero che molto probabilmente in quel momento Jessica gli avrebbe permesso di farle qualsiasi cosa lo mandava in estasi come non mai. In quel momento poteva veramente farle qualsiasi cosa, aveva anche pensato per un attimo di baciarla, di sentire di nuovo il suo sapore sulle labbra e dio solo sapeva quanto lo avrebbe voluto. Era ben conscio del fatto che in quel momento l'avrebbe potuta benissimo spezzare e ricomporla e farla sua anche senza i suoi poteri, ma sapeva che era troppo presto e allo stesso tempo non voleva replicare gli stessi errori del passato. Voleva approcciarsi in modo differente, riuscire ad ottenere la sua fiducia era il primo passo e avrebbe usato ogni briciolo del suo autocontrollo per ottenerla. Era un tipo paziente in fondo, e con Jessica più che mai. Inoltre era estremamente felice di sapere che possedeva ancora qualche ascendente su di lei e doveva sfruttarlo al meglio.
Ma mentre era impegnato a pulire e a rimuginare, sentì all'improvviso un pizzico sul collo. Un pizzico tremendamente familiare, difatti quando si tastò la parte colpita, vi trovò un piccolo dardo, un dardo narcotizzante per l'esattezza, uguale a quello che gli avevano dato Jessica e i suoi amici quando avevano tentato di rapirlo. 
Non di nuovo, pensò prima di iniziare a vedere tutto offuscato. Mollò la presa dalla scopa facendola cadere a terra, ma il rumore gli arrivò ovattato. La testa gli si annebbiò e cominciò a perdere stabilità alle gambe che ben presto si piegarono facendolo cadere in avanti, su ancora qualche pezzo di vetro vacante. 
Vide tutto nero e prima di sprofondare definitivamente nel mondo dei sogni riuscì a pensare solo ad una cosa, o meglio ad una persona
Jessica... 




 

DAN DAN DAAAAAN
I'M BACK RAGAAAAAA
Chi sarà mai stato a fare questo al nostro Killy? Per me ci potete arrivare, in fondo non si era ancora fatto vedere. Sinceramente non avrei voluto ma per andare avanti ho dovuto inserire anche questa cosa. Giuro che non durerà molto, aspettate solo che Jessica si svegli, poi vedrete
🤣🤣 
Comunque venti punti a chiunque ha capito l'allusione a Good Omens (sorry ma vi giuro non era premeditato) 🤣
Comunque, piccola curiosità: nel fumetto Killgrave, oltre il poter manipolare la volontà altrui, possiede veramente questo 'fattore rigenerante' che gli permette quindi di rigenerarsi anche se viene fatto a brandelli. Che poi penso che anche se non viene detto esplicitamente nella serie tv, per me ce l'ha anche lì, se no non si spiega come diavolo fa ad uscirne illeso, senza lividi o cicatrici ogni volta che si incontrano. Ok il sangue, ma oltre quello nulla, nada, nothing! E Jess mica ci va piano. 
Ok basta, vi lascio in pace🤣🤣 Bye bye😘

   
 
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