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Autore: NIHAL_JOHNSON    29/06/2020    7 recensioni
Hermione si avvicinò a Ron e con la luce della candela notò che i gemelli Weasley dormivano in due letti dall’altra parte della stanza.
“Cosa ci fanno loro nella stanza di Ron?”
“L’hanno lasciata a degli ospiti che vengono alla partita.” Sbadigliò Harry, “cosa stai facendo?”
“Sta a vedere.” Sussurrò lei maligna.
Si avvicinò al letto di uno dei due, osservando bene il suo volto addormentato profondamente. Era senz’altro Fred. Dormiva sereno, aveva fatto crescere i capelli ed erano fiamme di fuoco sparse sul cuscino. Hermione avvertì l’impulso di sfiorarli e toglierli un ciuffo ribelle dalla fronte.
“Ma che diavolo ti prende Hermione?” Si chiese scuotendo la testa. Si avvicinò lentamente fino a che fu ad un soffio dal suo volto.
“FRED WEASLEY! MAMMA HA SCOPERTO I NOSTRI ESPERIMENTI!” Gridò a pieni polmoni imitando la voce più profonda di George.
Fred scattò a sedere sbarrando gli occhi, “No, no, no! George nascondi le prove!” Gridò spaventato e ancora mezzo addormentato.
Come nasce l'amore tra Fred ed Hermione, tra battibecchi, frecciatine, sguardi... ma sembra non esserci davvero speranza, finché tre anime buone non interverranno in loro aiuto, con una piccola... spinta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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EPILOGO
 

 
3 MESI DOPO LA BATTAGLIA DI HOGWARTS

 
 
 
 
 
 
“Fred? Fred dove sei? Ti devi sposare tra dieci minuti!”
George in smoking, cercava il gemello in ogni antro della Tana, infilò la testa dentro l’ennesima stanza, ma nulla.
Salì ancora le scale, diretto all’ultimo piano. Entrò di getto nella loro stanza e lo trovò accucciato accanto al letto, che si allungava sotto di esso, per cercare di afferrare qualcosa.
“Che stai facendo?” Chiese divertito incrociando le braccia al petto e alzando un sopracciglio.
Fred per tutta risposta cercò di allungarsi ancora di più sotto il letto, con un verso di sforzo.
“Ho perso il mio papillon, è qua sotto.” Disse mordendosi il labbro per lo sforzo.
“Ti rendi conto di essere un mago o sei troppo emozionato per ricordartene?” Rise George tirando fuori la bacchetta dalla tasca interna della giacca.
Accio.” Disse e il papillon scattò da sotto il letto, volando dritto nella sua mano, George lo agitò divertito.
Fred sospirò e si mise in ginocchio per guardarlo, “forse un po’ emozionato lo sono…”
George ridacchiò intenerito, e fece cenno al gemello di avvicinarsi. “Su vieni, ti aiuto io.”
Si posizionarono davanti al grande specchio, lui dietro Fred, e gli allacciò il papillon nero con dolcezza, godendosi quel momento. Poi quando ebbe finito Fred si voltò e aprì le braccia come per dire: “cosa ne pensi?”
George sorrise emozionato e fiero di lui, non serviva che glielo dicesse, il suo sguardo parlava per lui.
Fred indossava un completo bianco e nero, gli calzava perfettamente, era davvero elegante, fiero, felice, e ora era pronto.
“Alla fine ci siamo eh,” disse Fred agitato, sistemandosi il colletto e la giacca, e guardando George negli occhi.
“Sei bello quanto me Freddie.” Rispose quest’ultimo scherzoso, ma in realtà dentro di lui era serissimo, non lo aveva mai detto prima in vita sua. Era così fiero di lui, ma non c’era bisogno di dirlo.
E Fred capì, come sempre.
Poi si rese conto dell’ora e sbarrò gli occhi, “Merlino devo sposarmi… tipo adesso.”
George gli toccò immediatamente il braccio e si Smaterializzarono al limitare della radura dove sorgeva la navata, senza farsi vedere da nessuno. La stessa radura dove Fred aveva organizzato il primo appuntamento per Hermione: la cena, il ballo sotto le lucciole.
Sospirò e si aggiustò per l’ultima volta il colletto, incamminandosi lungo la navata, George al suo fianco.
 
 
 
Hermione era in fondo alla navata, dietro agli alberi, che camminava avanti e indietro, agitata come non mai. Fred era in ritardo ovviamente. Ginny tornò da lei trafelata.
“Non sono ancora arrivati.”
“Perché non sono sorpresa che sia in ritardo anche OGGI?”
“Ehi sei tu che te lo sposi, io sono stata costretta a conviverci.”
Hermione alzò gli occhi spaventata, “e se fosse scappato? Se avesse cambiato idea? Devo…”
Ginny rise radiosa e la bloccò, “Hermione tranquilla, Fred non sta nella pelle di sposarti. Lo desidera da anni… fidati di me, arriverà.”
Harry e Ron arrivarono in quel momento, “Fred e George sono arrivati.” Disse Harry allegro, cingendo Ginny per la vita e ammirando la sua bellezza.
Hermione sorrise e sbirciò dietro all’albero.
Fred e George camminavano lungo la navata sull’erba. Fred zoppicava ancora, la ferita alla gamba gli aveva lasciato dei segni indelebili.
Ai lati c’erano le file di panche bianche. In fondo, sotto ad una tettoia di edera e fiori, c’era l’altare, con Kingsley fiero sotto di esso che li aspettava; fungeva da consigliere per il Ministero.
Fred salutò tutti con un gesto della mano, ridendo, e la ragazza vide Molly già commuoversi per l’emozione.
Guardò tra gli invitati già seduti. C’era Neville, seduto accanto a Draco che parlottavano tra loro amabilmente, guardando Fred che passava. Era scaturita una meravigliosa amicizia tra di loro dopo la battaglia.
Poi c’erano praticamente tutti i loro compagni di scuola del loro anno, Dean, Seamus, Lavanda, Calì, Zabini, Luna, e molti dell’anno dei gemelli. C’erano tutti i professori, l’intera famiglia Weasley allargata ovviamente.
Lee era già in piedi, accanto all’altare, come secondo testimone, che batté il cinque a Fred appena arrivò.
Hermione avrebbe voluto che ci fossero anche Piton, Silente, Sirius, Lupin, Tonks, Moody. I caduti. Ma in qualche modo c’erano, lo sapeva.
Hermione si rabbuiò e si nascose di nuovo dietro all’albero, sospirò e chiuse gli occhi.
“Hermione tutto bene?” Domandò Ron preoccupato, sfiorandole un braccio. Hermione trattenne le lacrime, “avrei voluto camminare all’altare con mio padre.”
Cadde il silenzio. Hermione non era ancora riuscita dopo tre mesi a rintracciare i suoi genitori. Avevano lasciato la casa, l’aveva trovata venduta, e avevano lasciato anche il paese.
Si asciugò una guancia, mentre Harry guardava Ron e si avvicinava all’amica dolcemente, “se per te va bene, potremmo accompagnarti io e Ron.”
“Il trio insieme ancora una volta.” Affermò Ron convinto, con un grande sorriso.
Hermione si dovette trattenere dal non commuoversi, e li abbracciò stretti, sollevata dall’avere due migliori amici così straordinari.
“Grazie,” sussurrò e tornò a sorridere radiosa. I due si misero ai suoi lati e la presero a braccetto, e uscirono dalla coltre di alberi, camminando stretti l’uno all’altro.
Ginny poco dietro di loro, li seguiva commossa.
Non appena misero piede fuori dal limitare degli alberi, partì la musica dal giradischi magico di Hermione.
Take care di Beach House.
 

Stand beside it, we can't hide the way it makes us glow
It's no good unless it grows, feel this burning, love of mine
Deep inside the ever-spinning, tell me does it feel?

 

Tutti si voltarono a guardarli, sorpresi da quella visione, ma immensamente felici e toccati da quella visione. Il trio camminava insieme, Hermione accompagnata dai suoi due migliori amici all’altare.
 
 
It's no good unless it's real, hillsides burning
Wild-eyed turning 'til we're running from it

 
Fred si voltò insieme a George in piedi, poco distante, che faceva da testimone. La visione che ebbe davanti agli occhi fu una delle cose più belle che avesse mai visto.
 
 
I'd take care of you if you ask me to
In a year or two, oh oh oh

….
 
 
Hermione camminava leggera, elegante. Indossava un lungo abito bianco che si allargava appena sotto i fianchi. Dalla vita in su era puro pizzo bianco che la fasciava perfettamente, il davanti era accollato, aveva le maniche lunghe, anche quelle interamente di pizzo.
Il retro del vestito era scollato a V per quasi tutta la schiena. Il velo era lungo fino a terra, di tulle. I capelli erano semi raccolti, tempestati di piccole gocce bianche.
Il viso era appena truccato, e il suo sorriso. Quello fece perdere battiti a Fred più di ogni altra cosa. In quel momento davvero risplendeva, ancora di più che al Ballo del Ceppo.
Si scambiava occhiate divertite ed emozionate con Harry e Ron, che avevano gli occhi lucidi e sembravano fatti per essere lì con lei, in quel momento.
Guardava tutti, da un lato all’altro, salutava, senza smettere mai di sorridere.
Fred sorrise a quella visione meravigliosa, era quello il suo futuro, e non poteva essere più grato di così. I loro sguardi si incrociarono, quando lei ormai era vicina.
 
I tre arrivarono davanti a lui e Harry e Ron, presero entrambi la mano di Hermione e l’accompagnarono verso quella di Fred, posandola nella sua. Poi si sorrisero ancora e si spostarono di lato, prendendo posto appena dietro Hermione, dal lato opposto di George e Lee, come testimoni.
A quel punto gli occhi di Fred si incollarono a quelli di Hermione, e non si staccarono più.
“Gentili signore e signori,” iniziò Kingsley con aria solenne, la voce profonda, “siamo qui riuniti oggi, in questa meravigliosa giornata estiva, per celebrare l’unione tra questi due giovani maghi.” Fece una breve pausa e li indicò con un gesto elegante della mano, “Frederick Weasley, ed Hermione Jean Granger…”
Molly scoppiò a piangere seduta in prima fila e Fred soffocò una risata.
“Avete le fedi?”
George da dietro Fred fece un passo avanti e porse al gemello quella di Hermione, Ginny fece lo stesso con quella di Fred.
La ragazza tornò a guardare Fred e lui le porse la mano ammiccante, con un gesto teatrale. Hermione ridacchiò e gli infilò la fede al dito, guardandolo negli occhi.
“Fred Weasley, non ho mai conosciuto un ragazzo più vanitoso, impertinente, e scapestrato di te… mi hai fatto saltare i nervi come nessun altro.” Molti invitati risero, “ma quando avevo bisogno di te, tu c’eri. Come quando in Biblioteca ero stressata e infuriata per la storia di Fierobecco, e tu hai lasciato quella bella ragazza devo dire,” altre risate, “per inseguirmi e consolarmi, e darmi ottimi consigli devo ammettere.”
Fred sorrise furbo.
“E quella era solo la prima volta. Ci sei sempre stato per me. Alla Coppa del Mondo di Quidditch quando siamo scappati assieme, al Ballo del Ceppo quando sei tornato indietro per consolarmi, e siamo rimasti ore a ballare insieme… Quando mi hai regalato quel meraviglioso giradischi, tu c’eri per me su quel tetto. E quando hai passato i G.U.F.O per me, anche lì c’eri. Sempre. E hai combattuto con me, al mio fianco, fino alla fine.” Chiuse gli occhi per un momento, la voce si incrinò, il ricordo di quelle ore di terrore in cui lo aveva creduto morto, era ancora troppo vivido nella sua mente, la paura che aveva provato, l’abbandono, la voglia di morire.
“Ma tu sei qui ora, e non potrei mai, in tutta la vita, farti una dichiarazione d’amore più bella di quelle che hai fatto a me,” gli occhi le divennero lucidi al ricordo, “ma cercherò di farti capire ogni giorno, quanto ti amo, e quanto riesci a rendere la mia vita più bella, e molto, molto meno noiosa e normale. Grazie.” Sussurrò infine e gli sfiorò la mano con la sua.
Molly singhiozzò ancora, e anche qualcun altro nella folla. Tutti avevano gli occhi lucidi puntati su di loro.
Fred chiuse gli occhi un attimo e respirò profondamente, cercando di mantenere un tono normale, ma era emozionato tanto quanto lei, e fu molto difficile.
Le prese l’altra mano con delicatezza e le infilò il suo anello al dito, “Hermione Granger… quando ti ho conosciuta avevi undici anni, e io tredici. Non sapevo un bel nulla dell’amore, e non ne ho saputo nulla fino a cinque anni dopo. Il mio ultimo anno.
Ti vedevo tutti i giorni nei corridoi, in Sala Comune, a cena… eri la cosa più bella dell’universo, ma io ero così cieco che non riuscivo a vederti per davvero. Beh, ammetto che tu ci mettevi di impegno a irritarmi eh,” aggiunse annuendo convinto, e tutti risero con lui, “eri la secchiona più rompi-bolidi e perfettina della storia… il mio opposto. Ma ogni volta che rispondevi ad una frecciatina, ogni volta che sorridevi, o mi guardavi, il mio cuore si riempiva un po’ di più, di amore. Era amore, ma non l’ho capito per anni, e anni e anni.” Risero ancora tutti dopo che ebbe marcato quelle parole, “è stato tutto chiaro poi, ma solo dopo che qualcuno ci ha aiutati.” Spostò lo sguardo sulla McGranitt, e lei sorrise fiera, perché sapeva che quello sguardo era anche per Piton e Silente.
Fred poi guardò anche Draco, solo per un attimo e lui ammiccò. Hermione non aveva mai saputo che era stato lui a far aprire gli occhi del tutto a Fred, dopo la partita. Era anche grazie a lui. E Fred sapeva, lo ringraziò con gli occhi.
“A tante persone devo dire grazie per essere qui in questo momento.” Si voltò verso Hary e la voce gli si incrinò, Harry serrò le labbra per non emettere un suono, tremando di emozione, “grazie per quello che hai fatto per me. Lo so che sei stanco di sentirtelo dire, ma sento di doverlo fare adesso, di nuovo. Grazie per avermi permesso grazie al tuo coraggio di essere qui oggi, e sposare la donna che amo, e veder crescere mio figlio.”
Chiuse gli occhi, la voce rotta, dovette interrompersi un momento, poi riprese sorridendo tra le lacrime. “Sarà solo grazie a te se conoscerà suo padre, se crescerà insieme a tutti e due. E quando lo vedrò salire per la prima volta su una scopa, o compiere la prima magia, o ricevere la lettera di Hogwarts, sarà grazie a te Harry…” si bloccò ancora ed Hermione si asciugò una lacrima guardando il suo migliore amico, che fissava Fred commosso.
“E ringraziamo Merlino per la tua inesauribile fonte di fibra morale e botta di culo che non ti abbandonerà mai, perché sono grato che tu sia qui oggi, nel giorno più felice della mia vita. E lo devo a tante persone, ma soprattutto a te.” Fece una pausa e tornò a guardare Hermione, “ora torniamo a te signorina…” ammiccò allegro, “mi sono innamorato di te molto tempo fa, ma ho aperto gli occhi grazie a te, perché mi hai mostrato, quanto potevi comprendermi fino in fondo, e quanto fossi disposta a fare per me,” disse alludendo allo Scambio, agli allenamenti di Quidditch, alla partita e quanto si fosse avvicinata a George. “Hai fatto tutto quello per me, e lì ho capito, che non avrei mai voluto infastidire qualcuno per il resto della mia vita, che non fossi tu Hermione. Voglio passare la mia esistenza ad amarti con tutto me stesso, e infastidirti oltre ogni dire, prenderti in giro, irritarti e vedere quella meravigliosa espressione scocciata che ti viene fuori quando senti qualcosa che non ti piace.”
Rise commosso, come l’intera folla, ed Hermione lo guardò dal basso sentendosi davvero la ragazza più fortunata del mondo.
“Se mi farai l’onore di diventare tuo marito, ti prometto che ti farò irritare, divertire, scocciare, ridere, per il resto delle nostre vite. Insieme.” Concluse e prese la mano di Hermione nella sua, stringendola forte. “Hai ragione sono un genio nel fare i discorsi.”
 
 
You say swimming in the lake we'll come across a snake
It is real and then it's fake, feel its heartbeat
Feel what you heat, far so fast it feels too late

 
 
Hermione rise ancora, Kinglsey allargò le braccia. “Cosa rispondete?”
“Lo voglio.” Sussurrò la ragazza, avvicinandosi a lui. La folla sussultò di gioia.
“Lo voglio.” Disse poi Fred guardandola dall’alto, la folla esultò di nuovo, contenendosi a malapena.
“Allora, per i poteri conferitomi dal Ministero inglese, io vi dichiaro… marito e moglie.” Annunciò Kingsley ad alta voce con gioia. “Puoi baciare la sposa!”
Fred fece schioccare la lingua tra i denti, afferrò Hermione per la vita e la fece avvicinare a lui, facendola scontrare contro il suo petto. “Vieni qui signora Weasley.”
 
 
I'll take care of you if you'd ask me to
In a year or two, oh oh oh

 
 
Hermione rise e si aggrappò a lui, che la baciò con passione e amore, spostandosi in avanti e facendola piegare all’indietro. Tutti gli invitati si alzarono in piedi applaudendo ed esultando di felicità.
Fu un momento davvero meraviglioso, ed emozionante.
Quando si staccarono Hermione si voltò, dando le spalle alla folla e lanciò il bouquet, molti si alzarono in piedi per prenderlo, ma volò dritto dritto sulle gambe di Draco in seconda fila, che lo fissò per un attimo e sbarrò gli occhi sorpreso.
Hermione non appena lo vide scoppiò a ridere e Fred lo indicò al settimo cielo.
Draco si alzò in piedi stringendo il bouquet, e stese in aria il braccio per mostrarlo a tutti, che esultarono per lui, battendo le mani divertiti.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
Più tardi, subito dopo la grande cena nel pratone davanti alla Tana, sotto alle stelle, dove erano stati allestiti una dozzina di tavoli bianchi sotto un tetto di lucine, pieni di gente che rideva, mangiava, parlava, Hermione e Fred aprirono le danze per l’inizio della festa.
Con un lento, volteggiavano nel prato, a lato dei tavoli.
Nell’aria estiva risuonava “A Groovy Kind of Love”, di Phil Collins.
Fred fece un gesto con la mano aperta, e di nuovo, come al loro primo appuntamento, iniziarono a levarsi in aria e volteggiare intorno a loro centinaia di lucciole, avvolgendo i due giovani sposi e la pista da ballo.
Hermione e Fred iniziarono a girare in tondo, lentamente, le mani a mezz’aria congiunte, e le altre una in vita e l’altra sulla spalla di lui.
Scoppiarono a ridere non appena i loro sguardi si incontrarono. Hermione si guardò attorno, posando lo sguardo sulle lucciole attorno a loro, tornò a guardare Fred ammaliata, che fece una smorfia furba.
“E così… siamo sposati.” Affermò Fred fintamente serio.
“Eh si.”
“Chi lo avrebbe mai detto, io, sposato a vent’anni.”
“Già, tutti pensavano saresti stato l’ultimo a scuola…”
“In realtà tu pensavi che io sarei rimasto solo a vita, scapolo e infelice…”
“Perché non sembrava lo volessi a quel tempo…” si giustificò lei imbarazzata per quelle parole.
“Perché non avevo ancora vissuto dentro di te.” Disse lui dolcemente, poi sfiorò il ventre di Hermione.
“Non posso crederci che tra cinque mesi saremo in tre. E’ successo tutto così in fretta.”
“Hai paura? Perché io si… insomma… quando ho deciso che sarebbe stato tutta la mia vita, era perché credevo di aver perso te per sempre.” Sussurrò lei amara, “ma ora ho paura.”
“Non devi averne, ci sono io con te. Ce la faremo, insieme. Anche io ho paura, ma appena ti guardo, e vedo che cosa saremo… tutto passa.”
Hermione sorrise e abbassò lo sguardo, “è che tu hai già una carriera, io vorrei finire gli studi, non so nemmeno che voglio fare. Quando avrei dovuto pensarci ero occupata a salvare il mondo,” ridacchiò.
“Si si ci hai salvati tutti lo sappiamo.” Scherzò lui, poi tornò serio, “Hermione tu potrai fare quello che vuoi. Si certo sarà dieci volte più complicato, ma ci sarò io con te. Lo sai.”
Le sfiorò dolcemente una guancia e il suo sguardo caldo e sicuro convinse Hermione, le diede la sicurezza che a volte non aveva.
Si sorrisero e continuarono a danzare piano, in silenzio. Poi Draco arrivò dietro di loro, il bouquet ancora sotto braccio.
“Posso rubare la tua sposa per un momento?”
Fred si fermò, sorrise, e mise la mano di Hermione su quelle del biondo, allontanandosi e lasciandoli soli, tornando al banchetto.
Hermione si strinse a Draco guardandolo e iniziarono a ballare in cerchio, Hermione rise piano e si appoggiò con il braccio e il mento sulla sua spalla.
“E’ stato bellissimo oggi. Sei la sposa più bella dell’Universo Hermione,” sussurrò Draco.
“E tu un giorno sarai uno sposo bellissimo e molto fortunato,” rispose lei piano, indicando il bouquet che lui teneva in mano contro la sua schiena.
“Oh certo,” rise lui, ed Hermione si scostò appena per poterlo guardare negli occhi.
“Non ti ho mai detto nulla su quello che mi hai rivelato quella notte, prima di andartene dopo Silente…” disse decisa, ma Draco la interruppe.
“Non devi dire niente Hermione. Ho sempre sperato di essere io quello che ti sposava oggi, quello che fantasticava sul nostro amore, ma è andata così. Tu non sei mai stata innamorata di me, e va bene.
Io… ho capito che cercavo disperatamente qualcuno che mi amasse, ma tu hai fatto molto di più. Mi hai perdonato, mi hai accettato tra di voi. Ti devo tutto, e questo a me è bastato.
E’ per me ha significato più di ogni altra cosa. Sarei stato il ragazzo più fortunato del mondo a sposarti, ma…” spostò lo sguardo e fissò per un attimo Fred, che intratteneva gli ospiti al tavolo facendo ridere tutti con George, “sono stato un vero stronzo, per troppo troppo tempo. Non ti saresti mai potuta innamorare di me, anche se non ci fosse stato Fred.”
Hermione seguì il suo sguardo, “chi può dirlo,” sorrise dolcemente, “sei stato un grande amico Draco, fedele e coraggioso, e continuerai ad esserlo, vicino a me.”
Draco alzò lo sguardo su di lei senza capire.
“Credevi che ti avremmo lasciato tornare a Malfoy Manor? So che non ci vuoi tornare, c’è ancora tua madre lì. Il tuo posto è qui con noi.”
“Stai dicendo che… posso rimanere a vivere alla Tana?”
“Certo che si. Io e Fred rimarremo lì per un po’, poi ci sposteremo non lontano da qui. E George andrà a vivere con Angelina nell’appartamento sopra al negozio. Così la loro stanza sarà tua.”
Draco sentì il cuore accelerare a quella notizia, “davvero”?
“Potrai rimanere quanto vorrai, Molly e Arthur sono d’accordo, andranno comunque via per una vacanza, dopo la guerra hanno detto che ne avevano bisogno...” deglutì e cercò di non pensarci, scacciando via i brutti ricordi.
Draco l’abbracciò stretta, e si sentì comunque un ragazzo fortunato, perché aveva loro accanto in ogni caso, e non lo avrebbero mai abbandonato.
“Grazie Hermione. Fred è così fortunato…”
La ragazza sorrise dolcemente e gli posò un leggero bacio sull’angolo della bocca, un gesto che significava tutto per entrambi, che faceva capire quanto si volessero bene.
“Anche tu un giorno troverai una ragazza che ti farà sentire così.” Sussurrò e la musica si fermò, come loro.
Le lucciole intorno a loro si erano allontanate, spargendosi nel cielo nero, e Draco l’aveva riaccompagnata al tavolo da Fred, mentre tutti si alzavano e iniziavano a danzare a coppie o gruppi.
Fred aveva baciato Hermione dolcemente, chinandosi su di lei e aveva sorrise a Draco, strizzandogli l’occhio, “grazie” mimò con le labbra e Draco rispose con un breve cenno.
Perché Fred sapeva quanto Draco l’avesse amata, e quanto avesse messo da parte per lei, per la sua felicità, perché era arrivato tardi. Ma era felice che lui si sentisse a casa, e che fosse praticamente parte della famiglia.
Gli doveva molto. E la sua profonda amicizia, la sua casa, la sua gratitudine, erano un primo passo. Ovviamente dopo avergli salvato la vita…
 
La festa continuò allegra, la musica alta andò avanti fino all’alba, così come le danze, il mangiare, il divertimento.
Brindarono a tutti gli amici e compagni caduti. In guerra o prima. Fu una serata indimenticabile, c’erano davvero tutti.
Poco prima dell’alba, Molly e Arthur partirono, per la loro vacanza, salutarono tutti con affetto, promettendo che sarebbero tornati presto.
Gli ospiti iniziarono ad andare via, poco a poco, e i tavoli e la pista, illuminata da delle lampadine calde rotonde, si svuotò anch’essa.
Ron andò a dormire, seguito da Draco, Harry e Ginny, che entrarono nella Tana.
Quando furono rimasti soli, e ormai il sole quasi stava sorgendo all’orizzonte colorato di rosa, Fred prese Hermione in braccio, sollevandola da terra senza preavviso.
Lei cacciò un urletto divertito e si aggrappò al suo collo. Fred barcollò fino alla porta della Tana, erano entrambi un po’ brilli. L’aprì con un leggero calcio ed entrarono ridendo come matti per quella tradizione babbana che Fred aveva assolutamente voluto provare.
“Beh è stato divertente,” commentò una volta dentro, guardandosi intorno, poi si avviò verso le scale, senza lasciare Hermione. Arrivarono fino alla stanza dei gemelli ed entrarono chiudendo la porta dietro di loro. Hermione però sbatté la testa contro lo stipite in quella posizione mentre entravano, e scoppiarono di nuovo a ridere.
“Scusami Hermione”, fece Fred, ma non riuscì a trattenere la risata.
“Ouch.”
Fred la fece stendere sul letto e si sdraiò sopra di lei, puntellandosi con i gomiti per non pesarle. Erano ancora vestiti da cerimonia.
“Spero non ti dispiaccia stare nella mia stanza per un po’…”
“Affatto, lo sai quanto amo questo posto.”
“Un giorno avremo un posto tutto nostro.”
“Magari sulla spiaggia…”
“Così James potrà vedere il mare tutti i giorni.”
“Chissà in che casa sarà Smistato…”
“Chissà se sarà divertente come me, o noioso come la madre.”
Hermione gli fece una smorfia. “Sperò che verrà fuori secchione e rispettoso delle regole, ti farebbe impazzire,” immaginò divertita, provocandolo.
“Giuro che se non gli piacciono gli scherzi lo diseredo. Non ci voglio nemmeno pensare…”
“Sarebbe divertente…”
“E smettila. Tanto c’è tempo…”
“Si, abbiamo tempo per tutto questo.” Affermò Hermione sorridendo sotto di lui, ed era davvero grata che le cose fossero andate così. Perché entrambi per molto tempo avevano vissuto nella paura e nella certezza che di tempo non ce ne fosse affatto.
“Mi dispiace così tanto,” fece Fred con la voce rotta, guardando Hermione in viso, appoggiato sul suo vestito bianco da sposa, “ho rischiato di lasciarti da sola, senza di me. Sono sicuro che avresti trovato qualcuno che ti avrebbe amata come meriti… che ti avrebbe aiutato con James, ma ti chiedo scusa per…” non riuscì a finire. Era felice di aver salvato Draco, ma quel gesto era costato caro, anche se per fortuna, solo per poche ore.
Hermione gli mise le mani sulle guance e lo attirò a sé baciandolo con delicatezza, “sono felice che tu sia qui. Ti amo da impazzire Fred, non sarebbe mai stata la stessa cosa senza di te, non pensarlo nemmeno per un secondo.”
Si sorrisero e Fred sfiorò il naso di Hermione con il suo, “ora ti decidi a spogliarmi Fred Weasley, o ti serve una mano?” Lo provocò lei ridacchiando e mordendogli il naso.
Fred scoppiò a ridere attirandola a sé, “non aspettavo altro, signora Weasley…”
 
 

 
§
 
 
 
 
 
SETTE MESI DOPO LA BATTAGLIA DI HOGWARTS
 
 
 
 
 
 
Fred, senza vita, a terra. Bianco come un lenzuolo. La casacca verde imbevuta di rosso.
Tutti si voltavano a guardarla e si scagliavano contro di lei, Harry, Ron, Molly, Ginny, la strattonavano e la costringevano a guardarlo.
“E’ colpa tua, è tutta colpa tua.” Continuavano a ripetere come una cantilena, poi la schiacciavano contro di lui, forzandola ad appoggiare la testa contro il suo petto grondante di sangue, che si spargeva su tutta la sua faccia, a terra, sui suoi vestiti. Fred immobile sotto di lei.
E lei gridava, gridava, senza poter fare nulla.
 
 
Hermione si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, urlando di paura, madida di sudore. Il cuore che le galoppava nel petto. Tremava da capo a piedi.
Una piccola luce sul comodino si accese, e due braccia la strinsero a sé, facendo attenzione a non fare troppa pressione sulla pancia di Hermione, che ormai si era ingrandita parecchio.
“Hermione, Hermione sono io va tutto bene.”
Hermione scoppiò in lacrime e si aggrappò al petto di Fred, toccandolo per essere certa che fosse veramente lì con lei.
“Sei morto Fred, tu eri morto… non respiravi più, l’ho visto di nuovo…” gridava tra le lacrime, tenendosi a lui, guardò la grande cicatrice che gli attraversava il petto, non sarebbe più andata via, come quella sulla gamba, che lo avrebbe fatto zoppicare forse a vita.   
Segni indelebili del fatto che lo aveva quasi perso per sempre.
“No, no no, Hermione, tranquilla, sono qui, sono Fred, il tuo Fred. Sono vivo…non mi perderai mai,” ripeteva Fred per tranquillizzarla, e la stringeva forte a sé, “shhh, va tutto bene, va tutto bene.”
Poco a poco Hermione tra le sue braccia, seduta sul letto, si calmò, e tornò a respirare normalmente. Chiuse gli occhi e scacciò dalla mente la visione di Fred senza vita a terra, pallido, gli occhi chiusi.
No, lui era lì con lei. Lo guardò negli occhi, solo così si convinse che fosse sano e salvo.
“Sei qui Fred…”
“Si sono qui con te.”
“Non lasciarmi mai più ti prego,” singhiozzò lei abbracciandolo, e Fred la strinse ancora, e ancora, perché era l’unica cosa che poteva fare per farle capire che lui era lì, e non se ne sarebbe mai più andato.
Hermione sussultò quando sentì il bambino calciare, in modo anche abbastanza vivace. Guardò Fred negli occhi.
Lui le sfiorò il pancione ormai prominente e sorrise, avvertendo i calci, sarebbe stato un ragazzino pieno di vita, sembrava avere più di due gambe. “Hai visto? Stiamo tutti bene, andrà tutto bene Hermione. Io son qui con te.”
La fece sdraiare e appoggiare sul suo petto, accarezzandole piano la spalla e il braccio.
Grazie a quelle parole Hermione riuscì a tranquillizzarsi, e si riaddormentò serena con lui. Ma la paura non andò mai via veramente che, come gli incubi, ci mise molto, molto, tempo a sparire del tutto.
 

 
§
 
 
 
 
 
 
NOVE MESI DOPO LA BATTAGLIA DI HOGWARTS

 
 
 
 
 
 
 
Fred era seduto al tavolo della cucina della Tana, a capotavola. Era sera, appena dopo cena.
Draco viveva lì con loro, come Ron, Harry e Ginny per il momento. Nell’attesa di trovare un lavoro o continuare gli studi, e avere un posto tutto loro.
George era andato a cena a trovarli quella sera, ed era seduto vicino al gemello. Avevano fatto molta fatica a separarsi, e ogni volta che poteva, oltre il negozio, cercava di stare con il gemello.
Anche lui era perseguitato dagli incubi, da dopo la battaglia, dopo quello che era successo a Fred. Anche a lui, come Hermione, lo avrebbero perseguitato per sempre.
C’era anche Neville, che dopo aver legato molto con Draco, andava a trovarli quasi tutte le settimane, stava studiando per superare gli esami per poter insegnare Erbologia ad Hogwarts.
Harry e Ron stavano iniziando la carriera da Auror, mentre Ginny finiva l’ultimo anno, Hermione li avrebbe seguiti dopo essere uscita dalla maternità. Voleva intraprendere anche lei quella carriera.
Erano tutti assieme seduti intorno al tavolo, e giocavano a Cluedo, si erano appassionati a quel gioco dopo che Hermione glielo aveva fatto scoprire.
La pancia di Hermione ormai era enorme, indossava un lungo abito giallo a maniche corte, e rideva spensierata da quella bella serata.
“Io dico… che è stato Jack Mustard, nella Spa, con il candelabro.” Annunciò George, fissando le sue carte.
Draco sospirò, e segnò qualcosa sul suo foglietto come tutti, “maddai perché dovrei essere stato io?”
“Ti ho visto come guardi le carte degli altri… non mi convinci biondino.” Fece George con una smorfia.
Draco sorrise furbo e si mise la sigaretta tra i denti, agitando il piede sotto al tavolo, indeciso su cosa dire.
“Certo Hermione che sei enorme ormai,” commentò divertito Ron, che ormai faceva coppia fissa con Lavanda.
“In senso buono…” aggiunse il rosso cogliendo l’occhiataccia dell’amica, che minuta e bassina com’era la sua pancia sembrava ancora più enorme.
“Dovrebbe nascere a giorni…” Disse Fred entusiasta, non vedeva l’ora, mancava così poco.
“Abbiamo scommesso due galeoni che avrà i capelli rossi, ma i suoi occhi. La mia altezza, incrociamo le dita, e… il suo naso.”
“Speriamo,” commentò Ginny e si beccò una cartaccia in faccia da Fred e fece la sua mossa.
Hermione rise, ma improvvisamente sentì una fitta tremenda al basso ventre, come se le budella le si accartocciassero, tanto che le si mozzò il respiro. Si prese la pancia con una mano e si piegò dolorante.
“Fred…”
“E’ inutile che fai quella faccia Hermione, per una volta sto vincendo lealmente,” la sbeffeggiò il marito divertito.
“No Fred, credo che…”
“Okay d’accordo lealmente è un po’ esagerato… ma ho guardato le carte di George solo una volta…”
“FRED!” Gridò Hermione per attirare la sua attenzione, e tutti si zittirono.
“Il bambino…”
“Cosa?”
“Sta arrivando… ahhh!” Gridò di dolore, un’altra contrazione, erano arrivate vicinissime, era davvero il momento. Fred scattò in piedi, “o Merlino sta arrivando… cosa dobbiamo fare?”
A Draco quasi cadde la sigaretta di bocca dalla sorpresa, la spense immediatamente nel posacenere.
“Andare in ospedale potrebbe essere il primo passo…” commentò divertito Harry, mentre tutti si alzavano in piedi e Neville sorreggeva Hermione da dietro, aiutandola ad alzarsi.
Fred fece una smorfia agitato, “ma certo l’ospedale,” e corse di sopra per prendere tutte le cose di Hermione.
Hermione si lasciò sfuggire un altro grido di dolore soffocato. Faceva tremendamente male, ma era troppo felice, Draco arrivò in suo soccorso, aiutandola a stare in piedi.
“Non possiamo Smaterializzarci… come ci arriviamo al San Mungo?”
“La Ford di papà, è in garage, vado a prenderla.” Esclamò Ron correndo fuori.
“Hermione, andiamo,” fece Draco e l’aiutò a camminare fuori dalla porta insieme a George.
Harry sistemò un attimo il tavolo con la magia, aiutato da Neville e corsero fuori dietro di loro.
Ron li aspettava in macchina, il motore acceso, sulla stradina di sterrato. Camminarono fino a lì e fecero salire Hermione dietro, George guardò suo fratello.
“Ron spostati…”
“Ho diciotto anni, posso guidare. Faccio io.” Fece stizzito, George alzò le mani in aria e prese posto sul sedile del passeggero, “va bene fratellino vediamo come te la cavi.”
“L’ho già usata…”
“Si e hai quasi ucciso Harry e siete quasi stati schiacciati da un treno…”
“Siamo sempre QUASI stati uccisi da qualcosa… ma non è mai successo.”
“Stavo solo dicendo che…”
Hermione urlò di dolore da dietro, colpita da un’altra fitta. “Dov’è Fred?” Gridò poi afferrando Draco per i capelli e strattonandolo con forza.
“Ahia Granger! I miei…”
“DOVE DIAVOLO E’?”
“Non lo so, non lo so… eccolo!” Fece Draco dolorante, Hermione ancora attaccata alle sue ciocche bionde.
Fred si lanciò in macchina con loro insieme ad Harry, prendendo posto accanto ad Hermione; Draco fu schiacciato contro il finestrino.
Neville si avvicinò al finestrino da fuori, “io avverto i vostri genitori e Ginny. Ci vediamo là.”
“Grazie Neville.”
“Parti!” Fece Fred in ansia a Ron, che ingranò la marcia e la Ford partì per lo sterrato sgommando, alzandosi dal suolo pochi metri dopo. Ondeggiò in cielo per un po’, poi si stabilizzò, diretta al San Mungo.

 
 
§
 
 
 
Hermione fu messa su una barella, la mano stretta in quella di Fred, che correva accanto a lei per il corridoio dell’ospedale. Seguita da tutti gli altri agitati.
Quando arrivarono davanti ad una porta, l’infermiera li bloccò.
“Solo due possono entrare.”
“Ma noi…”
“Dobbiamo esserci tutti.”
“Mi dispiace sono le regole.”
“Ma io sono Harry Potter!”
“Già lei lo sa chi è lui?”
“Come ho detto, sono le regole.”
I giovani maghi sbuffarono e si sedettero sulle sedie in corridoio. Fred entrò con Hermione, che gli stringeva la mano con una forza incredibile per la sua piccola stazza.
“Ahi ahi ahi ahi.” Fece Fred piegandosi sotto alla sua stretta, “Hermione tesoro mi fai male…”
“QUESTO FA MALE!” Gridò lei sotto l’ennesima contrazione.
“AHHH! Okay scusa scusa scusa…”
Hermione gridò con quanto fiato aveva in gola.
Fred si allontanò per un momento, parlando con l’infermeria, guardò Hermione in panico, “torno subito Hermione!” E uscì dalla stanza correndo.
“Fred? Fred!” Lo chiamò spaventata; un attimo dopo rientrò.
“Fred cosa…”
“Sono George splendore, sono colpito dalla tua bravura di riconoscere tuo marito…”
“Scusa sono un po’ presa da altro in questo momento per distinguervi,” fece lei sarcastica, tenendosi la pancia con una mano. “Vi vestite pure simili e che cavolo!”
George ridacchiò, ma Hermione si sporse in avanti e lo afferrò per la collottola, facendolo chinare accanto a lei, “dove è andato?”
“Si è dimenticato i vostri documenti, si è Smaterializzato tornerà a momenti.” Fece George terrorizzato.
Hermione annuì.
“Di che cosa hai bisogno?”
“Mi tieni la mano?”
“Ma certo Granger…” fece George, ma un secondo dopo si liberò in un grido di dolore, sotto la sua potente stretta, “Granger piano! Così me la stacchi…”
“AHHH!” Gridò Hermione, senza ascoltarlo.
L’Infermiera si avvicinò, “le contrazioni sono più vicine, meno di tre minuti l’una dall’altra… sei molto dilatata, tra poco dovrai cominciare a spingere.”
“No! No! Fred…”
George le mise una mano sul viso con un sorriso dolce, “Granger ci sono io ora, ma Fred tornerà in un baleno, tranquilla.”
Si posizionò bene accanto al suo viso e le tenne la mano.
“Adesso devi spingere Hermione, al mio tre… uno due tre!”
Hermione spinse con forza, più volte, strizzando gli occhi, per poi lasciarsi ricadere sul cuscino stravolta.
Fred poco dopo arrivò spalancando la porta. “Eccomi eccomi sono qui!” Si bloccò sbarrando gli occhi a quella vista, sulla soglia.
“Fred molla quei documenti e porta le tue chiappe immediatamente qui!” Sbraitò Hermione facendolo sobbalzare.
Fred lasciò i documenti su un tavolo in ansia e si avvicinò a lei, dal lato opposto di George, prendendole l’altra mano.
L’infermiera si bloccò e si spostò, per parlare con un medico che supervisionava.
“Qualcosa non va?” Domandò Hermione iniziando a preoccuparsi.
“No niente di grave. Uno dei due non permette all’altro di uscire… sono incastrati.”
“L’altro?” Gridarono i tre in coro, allibiti.
“Sono due gemelli. Non lo sapevate?”
Hermione guardò Fred, e mentre a lui si disegnava un enorme sorriso in volto, lei si stava mettendo a piangere.
“Due gemelli? Abbiamo le facce di due che lo sapevano?”
George sorrise sognante, “questo si che è interessante. Complimenti gemellino, hai fatto doppia subito.”
“George giuro che quando sarò in grado di correre…preparati.” Soffocò un gemito Hermione, strizzando gli occhi.
Fred e George soffocarono una risata e si batterono il cinque di nascosto dietro alla ragazza piegata in avanti.
“Proviamo una manovra, quando te lo dico io, spingi.” Fece l’infermiera, con un sorriso di incoraggiamento.
“Ora!”
Hermione spinse con forza, e decisione, stringendo le mani ai due gemelli. Ancora e ancora. Poi finalmente un gemito.
Hermione aprì gli occhi e i due voltarono la testa verso l’infermiera, attenti.
“E’ un maschio.”
Lo portarono via un momento per lavarlo e fargli i controlli, poi Hermione sentì un’altra potente fitta.
“Arriva l’altro. Spingi ora!”
Pochi secondi dopo venne al mondo l’altro gemello, quello di cui non avevano idea, ma di cui erano immensamente felici e divertiti. Hermione si lasciò cadere stravolta sul cuscino, madida di sudore, i capelli appiccicati al collo, mentre Fred e George le accarezzavano la testa dolcemente.
Poco più tardi, entrarono nella stanza tutti i loro amici, per dare il benvenuto al nuovo arrivato, che scoprirono essere due.
Molly si mise a piangere alla notizia. Dietro di lei entrarono Arthur, Ron, Harry, Ginny, Draco e Neville. Sorrisero tutti a quella vista.
Hermione sdraiata nel letto teneva in braccio James, che dormiva beato, lo passò a Molly, che era diventata nonna per la seconda volta, dopo Bill.
Lo guardò con amore e gli diede un piccolo bacio sulla fronte. Arthur dietro di lei, le mani sulle spalle, parlottava allegro con la moglie.
Fred teneva l’altro in braccio, anche lui dormiva, camminava avanti e indietro, lo fece vedere a tutti, sorridendo.
Poi guardò George, “lo vuoi tenere?”
George tentennò un attimo, poi lo prese goffamente dalle sue braccia e sorrise, sentendolo subito vicino, il suo nipotino. Quasi si commosse, e Fred prese la mano di Hermione, sedendosi sul bordo del letto.
Si scambiarono uno sguardo ed Hermione annuì convinta. Fred si voltò verso il gemello, “Ehi Georgie, vuoi dargli tu un nome?”
“Io? No, voi non…”
“Non saremmo d’accordo comunque, così su due piedi poi…” fece Fred divertito.
“Siete sicuri?”
“Si.”
George guardò quel piccolo batuffolo tra le sue braccia, e sorrise dolcemente, le lacrime agli occhi, “Oliver…” sussurrò. Gli era sempre piaciuto come nome.
“James e Oliver, mi piace,” fece Fred fiero.
Hermione sorrise, e riprese in braccio James, mentre George poco dopo ridava Oliver a Fred.
Tutti rimasero lì a guardarli estasiati, commossi, da quella visione meravigliosa. Hermione e Fred, seduti uno accanto all’altro, cullavano i loro figli, guardandoli con amore e ridendo tra loro.
“Adesso sarà venti volte più difficile…” Commentò Fred divertito, dando un bacio sulla fronte ad Hermione, che si morse un labbro, non sapendo bene se essere spaventata o divertita, ma era così felice in quel momento nel vedere l’espressione toccata di Fred, che si dimenticò di ogni paura.
C’era lui con lei.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
CINQUE ANNI DOPO LA BATTAGLIA DI HOGWARTS
 
 
 
 
 
 
“Ah! JAMES!” Gridò Hermione spaventata, dalla cucina della loro casa sulla spiaggia. Era distante dalla Tana solo pochi chilometri, l’avevano trovata vicino ad un piccolo villaggio di maghi su una scogliera.
Loro erano qualche miglia fuori, sorgeva sulla sabbia, a pochi metri dal mare.
Era molto simile a Villa Conchiglia, era fatta di pietra, con il tetto rosso, due piani. Loro quattro ci stavano benissimo, ma andavano spesso alla Tana per stare tutti assieme.
Era perfetta. Piena di finestre, di luce.
Hermione balzò spaventata dal figlio che era spuntato a testa in giù dall’oblò che dava sul mare, prendendola di sorpresa.
“Quante volte ti devo dire che non devi…” ma un piccolo botto scoppiò in piena cucina, facendo trasalire nuovamente Hermione, e tutti i biscotti che stava cucinando saltarono in aria.
“OLIVER!”
Un ragazzino dalla chioma rossa uscì correndo come un matto da casa, Hermione lanciò sul bancone la teglia e lo seguì rabbiosa.
Si ritrovò davanti Fred che rideva come un matto, battendo il cinque ad Oliver, e allungandosi poi per recuperare James che se ne stava aggrappato sui rampicanti che avvolgevano la casetta.
“Grande Oliver, l’hai spaventata a dovere la mamma?”
“Si papà, ha fatto tanto rumore....”
“Ricordatevi, se vi chiede qualcosa, io non c’entro nulla…” Ma una voce tossicchiò dietro di lui irritata e lui imprecò a bassa voce, voltandosi e sfoggiando l’espressione più innocente e ammiccante che poteva.
“Hermione, amore… stavo proprio sgridando i ragazzi per…”
“Raccontala a qualcun altro…ti ho sentito benissimo. Non dovrebbero fare queste cose…”
“Tesoro stanno solo sperimentando la magia…”
“No, James sta facendo pratica di arrampicata,” sbuffò contrariata aiutando il figlio a scendere.
“Sono incastrato.” Fece lui mogio, a testa in giù.
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma non poté non sorridere. Erano identici, in ogni cosa a Fred e George, sia di carattere che aspetto.
Avevano i capelli più rossi scuri, un mix dei loro colori, le chiome arruffate e leggermente boccolosi, solo quello avevano preso da lei. I visi erano Fred e George, gli occhi grandi e furbi, avevano però un particolare meraviglioso.
Erano color nocciola all’esterno, ma intorno alla pupilla erano azzurri, come quelli del papà di Hermione. Ma l’espressione furba, malandrina, era la loro. Come il taglio della bocca, del viso.
Fred si arrampicò essendo il più alto e lo scastrò divertito, facendolo volteggiare con una magia a mezz’aria, e riprendendolo al volo in braccio.
“Ma sei incredibile James… così piccolo e ti arrampichi già così bene?”
“Io non sono riuscito a creare il fuoco d’artificio papà, ha fatto solo rumore!” Fece Oliver da terra, offeso e abbattuto.
Fred rise e se lo mise sull’altra forte spalla. “Non ti preoccupare Oliver, un giorno ci riuscirai,” e strizzò l’occhio ad Hermione, che sospirò divertita suo malgrado.
“Forza, andiamo, o arriveremo tardi per il compleanno di Roxanne alla Tana.”
“Si, andiamo da zio George, zio Draco, zio Harry e zio Ron!” Gridarono i due all’unisono, correndo dentro casa per prepararsi, facendo scoppiare a ridere i due genitori per la loro sincronia.
Si erano davvero come Fred e George.
“Fa già tre anni Roxanne?” Domandò Fred sconvolto, prendendo Hermione per la vita e seguendo i figli dentro.
“Si è incredibile, e la figlia di Draco tra poco ne farà quattro.”
“Scorpius quanto ha?”
“L’età di Albus. Due.”
“Wow.”
“Sono bellissimi vero?” Domandò Fred quando furono dentro, fissando i due gemelli che si rincorrevano per il salotto e la cucina, facendo a gara poi chi si vestiva per primo.
“Si, è vero.” Mormorò Hermione baciandolo dolcemente sul collo, e guardandoli con immenso amore.
 
 
 
 
§
 
 
 
 
 
QUATTORDICI ANNI DOPO LA BATTAGLIA DI HOGWARTS
 
 



 
“Ma dove saranno finiti?” Domandò Harry spazientito, guardando l’orario.
Le undici meno un quarto.
“Eccoli!” Fece Ginny indicando un gruppo di persone che si avvicinavano. Fred, George, Hermione, Angelina arrivarono trafelati, seguiti dai tre rispettivi figli, che correvano trainando i carrelli.
“Finalmente.”
“Scusate, non trovavamo il gufo.” Si giustificò Fred, che non era mai, mai in orario, come George.
James e Oliver si staccarono dal gruppo e andarono subito a infastidire il controllore. Loro erano al quarto anno.
Si erano alzati tantissimo in quegli anni, erano alti quasi come il padre. I capelli rossi scuri boccolosi arrivavano quasi alla fine del collo e ricadevano in tante ciocche ribelli sulla fronte. Gli occhi brillanti luccicavano come quelli di Fred e George, e più crescevano più gli somigliavano, il sorriso, le smorfie, il modo di parlare, di camminare, e di comportarsi… quello era il problema maggiore. Erano identici tra loro come lo erano Fred e George.
Roxanne li guardò sbuffando, e si avvicinò ai figli di Ron e Lavanda e Ginny e Harry, sotto lo sguardo divertito di George, la cui figlia invece aveva preso quasi tutto dalla madre.
Hermione prese fiato per la corsa, abbracciando Harry e Ron con affetto. Mentre Fred stringeva Ginny.
“Come state?”
“Albus era un po’ nervoso, ma ora va tutto bene.” Sussurrò Harry all’amica.
In quel momento arrivò Draco con Astoria. Seguiti dai figli Scorpius, il quale andava anche lui per la prima volta ad Hogwarts come Albus e il figlio di Ron. I capelli erano bianchi come il padre, come il suo viso affilato, anche Daisy, sua sorella, gli assomigliava molto ed era al terzo anno.
Scorpius salutò con gioia Albus e iniziarono a parlare.
“Oh andiamo vogliamo vedere come funziona il treno…” Sentirono le voci di James e Oliver che si finivano le frasi a vicenda poco distanti.
“Le promettiamo che non le daremo fastidio.”
“Lo avete detto anche l’anno scorso, e avete fatto scoppiare uno di quegli affari nella mia carrozza, ho dovuto fermare il treno.”
“E’ stato un incidente!”
“Lo giuriamo!”
“Era la Polvere Buio Pesto Peruviana…”
“Mi è scivolata dalla tasca…”
“…Ci deve credere, non accadrà questa volta.”
Ma il controllore fu irremovibile, e i due tornarono mogi, salutando il resto della famiglia.
“Ehi Daisy,” fecero i due in coro rivolti alla ragazza bionda, che li fissò alzando un sopracciglio.
“Come va dolcezza?” Domandò Oliver alzando il mento spavaldo, e James cercò di appoggiarsi al muro di mattoni per assumere una posa sensuale, ma scivolò e per poco non cadde.
Oliver inciampò su di lui e puntò i piedi per non ruzzolare a terra, tenendosi al fratello. I due si rialzarono e sorrisero imbarazzati.
Daisy si sistemò i lunghi capelli biondi sghignazzando, quel sorriso di scherno era uguale a quello di Draco; e si voltò dall’altra parte.
Tutti gli adulti poco distanti vedendo la scena scoppiarono a ridere. Draco sospirò, “non ci imparenteremo mai se va avanti così…” scherzò divertito.
“Questo si che non l’hanno preso dal padre,” commentò acido Fred, scuotendo la testa per la poca bravura dei suoi figli con le ragazze.
La goffaggine infatti era, cento per cento, di Hermione, e quel tratto distintivo, più quelli dei gemelli, avevano fatto uscir fuori due comici nati. I quali tornarono affranti indietro, rifiutati entrambi.
“E’ colpa tua, mi sei caduto addosso!”
“Perché tu scivoli su ogni cosa, anche sulla pietra. Come si fa a scivolare su questo pavimento? Solo tu…”
“Piantala.”
“Piantala tu.”
“Smettetela voi due.” Li fermò Hermione, poi si rivolse ad uno dei due.
“James, hai tutti i libri?”
“Io non sono James, lui è James.”
“Già. Lui è Oliver. Come fai a non riconoscerci donna?”
“Sei o non sei nostra madre?”
Hermione guardò Fred, chiedendogli aiuto con lo sguardo, il quale si scambiò uno sguardo commosso con George ricordando quando era successo a loro, di prendere in giro Molly con la stessa tattica, molti, molti anni prima.
Hermione sospirò.
“Mamma secondo me non riconosci neanche papà da zio George.”
“Solo per l’orecchio forse…”
“La mamma in questo era molto brava invece,” la difese Fred strizzandole l’occhio.
“Beh un paio di volte è successo però,” si intromise George tirando una piccola gomitata ad Hermione e strizzandole l’occhio.
“Una volta George, una. Non me la lascerai mai passare vero?”
“Oh no,” Schioccò le labbra lui divertito.
“Non vi ha accettati in carrozza?” Domandò Fred divertito ai figli, indicando con il mento il conducente che si guardava intorno con aria sospetta.
“Ce l’ha ancora con noi per l’anno scorso…a Oliver è caduta la Polvere per sbaglio e…”
“Perché avevate uno dei prodotti di vostro padre per andare ad Hogwarts?” Domandò seria Hermione incrociando le braccia.
I due si scambiarono uno sguardo colpevole, non sapendo cosa dire. Il padre e George andarono in loro soccorso.
“Temo sia colpa nostra…”
“Eh si, sono venuti al negozio un giorno e potrei avergli dato un paio di prodotti da portare a scuola…”
“CHE COSA?”
“Tesoro, è da anni che Hogwarts non vede dei prodotti di scherzi degni di nota… volevamo solo dare una piccola spinta.”
“A fare che? Cacciarsi nei guai?” Domandò ironica Hermione ai due.
“Tanto la Preside McGranitt ci adora, una volta ci ha addirittura coperti. Che donna…” Dissero i due giovani maghi in coro.
Fred e George si guardarono furbi, “è un amore di famiglia da anni…”
“Tutto quello che avete è confiscato in ogni caso, date qua.” Fece Hermione severa allungando una mano.
I due a malumore tirarono fuori dalle tasche di tutto, Orecchie Oblunghe, la Polvere Buio Pesto, Merendine Marinare.
Hermione sospirò e si voltò verso Draco per parlare. I due si allontanarono ma Fred e George li fermarono.
“Vi abbiamo messo nelle borse alcuni dei nuovi prodotti del negozio, se riusciste a fare uno scherzo al professor Paciock…”
“… vi saremmo molto grati.”
“mi raccomando, massimo svenire per un giorno, qualche effetto collaterale, nulla di mortale…”
“Ci siamo intesi?”
I due annuirono e li abbracciarono, poi raggiunsero un gruppo di amici.
Fred e George tornarono indietro e si riunirono al gruppo di adulti.
“Tu dove speri di finire?” Domandò Albus a Scorpius, che erano appoggiati alla parete accanto ai genitori.
“Mhh, forse Grifondoro.” Ripose lui convinto e tutti guardarono Draco che si appoggiò anche lui con la schiena poco distante al muro e si mise una mano sul petto.
“Questa ha fatto male…” disse con una smorfia, e tutti risero.
Uno scoppio poco lontano li fece tutti voltare e videro James e Oliver in mezzo ad un gruppo di amici che li circondavano, e pendevano dalle loro labbra, che si passavano in aria un piccolo fuoco d’artificio blu, prendendolo al volo.
James lo lanciò un’ultima volta in alto, da dietro la schiena, e Oliver lo prese al volo con la mano, facendolo sparire.
Il treno fischiò e si levò il fumo bianco.
Si voltarono verso i genitori e la famiglia, per recuperare i carrelli, mentre tutti iniziavano a salire sul treno.
James e Oliver, affiancati dai genitori parlavano tra loro entusiasti dell’incantesimo riuscito.
“Hai visto papà?” Chiese Oliver con gli occhi che brillavano, mentre Fred li aiutava a caricare i bagagli sul treno.
“Ce l’abbiamo fatta!” Esclamò James aiutando poi Oliver a salire sul treno con lui, una volta sistemati i bauli.
“Ho visto ragazzi. Siete stati forti.” Disse Fred felice e lui ed Hermione li seguirono da fuori, camminando sulla banchina, mentre i figli camminavano per il corridoio e trovavano uno scompartimento vuoto. Si affacciarono dal finestrino, le braccia conserte che sporgevano, con lo stesso sorriso compiaciuto dipinto in volto.
“Sapete…io non ci sono riuscito fino ai quindici anni…” iniziò a spiegare Fred ai figli, “mi ha insegnato la mamma a creare la prima scintilla fatta come si deve…”
“Davvero”? Domandò Oliver sconvolto, guardando sua mamma dall’alto, che rise al ricordo. “Tuo padre e tuo zio stavano cercando di crearne una con i loro esperimenti, ma stavano solo facendo un gran casino,” iniziò a raccontare Hermione, “ma io gli ho dato una mano, creandone una e gliel’ho lanciata dritta in faccia! Li ho bruciacchiati per bene…”
“Noooo!” Fece James colpito. “E cosa è successo poi?” Domandò mentre il treno fischiava di nuovo e iniziava lentamente a muoversi.
Fred ed Hermione si scambiarono uno sguardo carico di significato. L’abbracciò stretta e alzarono entrambi la mano libera per salutare i figli che si sbracciavano dal finestrino.
“Poi è successo tutto quanto,” mormorò Fred senza staccare gli occhi da Hermione, che sorrise dolcemente e ricambiò lo sguardo, risero ricordando ogni cosa insieme, guardando il treno allontanarsi sulla banchina e sparire dietro alla curva, stretti l'un l'altra, inseparabili.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine. 









NOTA DELL'AUTRICE: Ed eccomi qui, con l'ultimo capitolo e l'ultima nota di questa storia. Questo epilogo è stato meraviglioso da scrivere, leggero, intenso, emozionante. Tutto è andato bene alla fine. Sono felice di questo, perchè all'inizio non doveva essere così, avevo altri piani.
Però sono davvero contenta che sia andata così alla fine, perchè è il finale perfetto per me, dopo una storia del genere. Ora penso che non poteva andare in altro modo. Io vorrei ringraziarvi un'ultima volta per aver seguito dall'inizio alla fine la mia storia.
Sono felice di avervi fatto ridere, emozionare, piangere, arrabbiare, spaventare.... perchè per me come per voi è stato un mix di tante emozioni diverse, di ogni tipo, che mi hanno tenuto compagnia in questi mesi strani fino ad oggi.
Mi sento un po' orfana di storia adesso, un po' vuota, ma è anche giusto che sia così, doveva finire questa magia prima o poi, e io sono soddisfatta di quello che è venuto fuori, da amante di Harry Potter, ma soprattutto da "spero" futura scrittrice. Per me molte delle cose che mi avete scritto nei commenti significano molto anche per questo.
Beh, io non ho nient'altro da aggiungere. Fatemi sapere numerosi cosa ne pensate di questo finale nei commenti. 
Un grande abbraccio e bacio per l'ultima volta.




La vostra Marghe. 
   
 
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