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Autore: TennantClub    29/06/2020    11 recensioni
[David Tennant]“Vorrei che tutti i miei personaggi esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare"
Probabilmente nessuno ha avvertito David Tennant di non esprimere desideri che non si è disposti a veder realizzati.
Il Dottore ha appena perduto le sue companion, accettare un desiderio assurdo fa solo parte dei mille modi per non restare soli, poco importa che si trattino di altre creature con il suo aspetto.
Gli altri? Ognuno di loro sta svolgendo una vita normale quando accettano la missione.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Doctor - 10
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cover-Incontri-Ten-TENNANTi

 

Capitolo VIII: Tell me who I am!

 

Il Dottore è da un po' che sta girando per l'Arcade alla ricerca di qualcuno che gli possa dire che aspetto ha Barty in quel momento e, se possibile anche il proprio. Dovrebbe chiederlo a chi non è al momento impegnato, il che è complicato. La maggior parte delle persone sta giocando d'azzardo, altri stanno bevendo al bar o flirtando fra loro, infine ci sono quelli che si sono riuniti in gruppi attorno ai tavoli per conversare fra di loro.

Non può certo chiedere a queste categorie di individui, ma ecco sbucare una donna bionda, riccia che si avvia nel locale da sola. Per poco non se la fa sfuggire, mentre la nitida immagine dell'archeologa che aveva conosciuto per un breve periodo con Donna, quella che alla fine aveva rinchiuso in una Biblioteca planetaria gli si para davanti. A volte si sente ancora in colpa per quella decisione seppur non ami gli archeologi sembrava quasi che River, se ricorda bene il suo nome, lo conoscesse. Non ha tempo per pensarci oltre perché la ragazza lo sta giá superando, quindi se vuole fermarla lo deve fare ora. 


Le si para davanti con il suo miglior sorriso sornione, ma a quanto pare ha fatto qualcosa di sbagliato perchè la ragazza, che ora può constatare abbia solo i capelli simili a quelli dell’Archeologa - neanche poi tanto considerando che sono più scuri di un paio di tonalità - ma sia decisamente di aspetto diverso, fa un passo indietro guardandolo come se le avesse fatto chissà quale torto o, per meglio dire guardando un punto preciso sul suo petto con espressione inorridita.

Il Dottore non può fare a meno di guardarsi a sua volta senza, ovviamente notare nulla di sbagliato.

- Mi scusi, Signorina! - mormora, rivolgendo di nuovo l’attenzione su di lei. - Qual è il problema?-

Sta davvero cercando di essere il più educato possibile.

- Ė sedano, quello?- domanda lei, ancora inorridita, indicandogli lo stesso punto sul petto.

Sedano? Aspetta… Non posso chiederle in questo modo che aspetto abbia!”  si ritrova a pensare, anche se un sospetto si sta manifestando nella sua mente.

-Ehm, sì?- Chiede, speranzoso di aver dato la risposta corretta. La ragazza sembra ancora più scioccata.

- Mi spiace.. io devo proprio andare!- mormora e prima che il Dottore possa dire qualcosa la ragazza è già fuggita.

A parte la velocità della conversazione appena fatta e la fuga della ragazza bionda può essere sicuro di avere del sedano sul petto, probabilmente in un taschino e per quanto si sforzi a pensare a qualcuno che si sia mai vestito in quel modo può solo ricordarsi di una persona, in effetti non ha mai incontrato qualcuno di simile a lui… beh, a se stesso. Perchè è quella la verità, l’unico che gli ricorda è se stesso molte rigenerazioni fa. Qual era? La Quinta Rigenerazione se non sbaglia. Com’era essere lui? E’ passato così tanto tempo che non se lo ricorda per bene. Per quanto vorrebbe fingersi nuovamente lui non è del tutto sicuro di riuscirci.

La cosa migliore è continuare ad essere se stesso e cercare un’altra persona a cui chiedere di Barty. Per questo volge la propria attenzione alla porta dalla quale sta entrando un anziano.

Ė strano come una persona di almeno settant’anni sia in quel luogo. Beh, a parte il fatto che lui ne ha Novecento di anni ed è decisamente nell’Arcade… forse non è poi così strano.

Quando finalmente lo può vedere per bene si blocca un attimo in contemplazione. Possibile che anche lui gli ricordi qualcuno? Cos’è una radunata di suoi Companions? Se si guardasse per bene attorno potrebbe trovare qualcuno simile a Donna o a Martha? Hanno sosia anche in questo universo?

L’uomo che ha davanti, infatti, ha capelli bianchi e barba dello stesso colore, i suoi occhi sono azzurri illuminati di una luce vivace, ha persino un cappello rosso in testa, peccato che abbia un naso troppo grande e delle labbra troppo sottili, ma per il resto, persino per i punti in cui si notano le rughe assomiglia stranamente a Wilfred Mott, il nonno di Donna, il che gli fa solo presumere che possa essere un signore altrettanto gentile. Magari gli potrebbe persino piacere parlarci.

Gli si avvicina, questa volta in modo più attento non vuole davvero che anche lui si spaventi. Spera che in questo modo non metta in crisi anche questo simpatico signore. 

 

-Salve! - sorride affabile, cercando di essere il più gentile possibile.

Il signore si blocca a guardarlo.

Lo giudica un buon segno, quindi continua.

- Mi scusi se sto per importunarla, ma vorrei un’informazione veloce.-

Il signore lo guarda perplesso, ma almeno si ferma.

- Salve a lei, certo mi dica pure.-
Probabilmente si aspetta che gli chieda dove si trovi una certa sala o qualcosa di simile.


- Lo vede quel ragazzo a quella Slot Machine?- Chiede, indicandogli Barty che è ancora seduto alla sua postazione, il signore annuisce. - Me lo potrebbe descrivere?-

-Ė  la sua domanda?-

Il signore lo guarda perplesso, ma poi si stringe nelle spalle, non proprio del tutto sicuro se sia un bene parlare o meno, ma valutando che non si metterà certo nei guai per una cosa così semplice.

 

- Uhm… è moro? Capelli corti, sembra un bel giovane, piuttosto pallido... è alto almeno così sembrerebbe e… uhm… indossa degli strani abiti neri, uh, ora che si è girato un attimo direi che ha gli occhi scuri… ma, se posso chiedere, perchè me lo chiede? Le deve dei soldi, per caso?- domanda, leggermente preoccupato.

Ė così che iniziano a parlare di Barty e del loro rapporto.

 



Il gettone è stato inserito.
La leva è stata abbassata.
A Barty non resta che attendere
Vede la prima colonna fermarsi sull’anguria, la seconda sembra volerla imitare ma poi all’ultimo cade sul limone, la terza nemmeno prova a dargli false speranze e termina sull’arancia.
Una combinazione non vincente.

A Barty però quella sensazione di adrenalina per l’attesa è piaciuta.
 

Certo, mi sarebbe piaciuto di più vincere, però… io lo voglio rifare. Subito.

 

Si accorge che il Dottore sta discutendo che un anziano Babbano e che sembra parlargli piuttosto concitato, chissà di cosa.

La mente del mio Secondo Signore Oscuro è impenetrabile, però potrei leggere quella del Babbano e capire cosa sta dicendo… No, Barty, il mio Signore non vorrebbe, meglio tornare al gioco.

Si guarda attorno e vede che la maggiorparte della gente che sta giocando alle slot machine accanto alla sua postazione ha dei bicchieri di carta ricolmi di gettoni.


Certo, sarebbe facile per lui chiamare a sé un bicchiere intero fra quelli esposti, ma si farebbe notare troppo.
Decisamente è molto più sicuro chiamare a sé pochi gettoni alla volta da più bicchieri; difficilmente qualcuno li conterebbe uno ad uno.
Estrae dalla tasca la bacchetta quel poco che basta, pronuncia sottovoce l’incantesimo necessario e l’attimo dopo si ritrova con una dozzina di gettoni che non sollevano alcun sospetto.

Infila il primo gettone, abbassa la leva, attende trepidante, ma non gli esce alcuna combinazione vincente… e così con gli altri dieci tentativi, con la rabbia che gli sale progressivamente.
Ha già deciso che anche dopo quell’ultima umiliazione subita, incurante delle raccomandazioni del Dottore di non attirare attenzioni su di sé, farà esplodere quella irrispettosa diavoleria ingannatrice sotto gli occhi di tutti i presenti.
Forse la slot machine sembra percepire quella incombente minaccia, perché fa sfoggio di tre arance.
Una vincita.
Non di quelle che cambiano la vita, ma sufficiente a cambiare l’umore del Mangiamorte, che felice osserva quel piccolo gruzzoletto di gettoni uscire.

Oh. La cosa si fa divertente.” sogghigna, inserendo subito uno dei gettoni vinti.

 



 

Il Dottore sta ancora parlando con il semi-sosia di Wilfred, come lo chiama mentalmente lui. La conversazione si è fatta particolarmente interessante è quindi tutto preso a parlare in modo concitato con il signore e stanno parlando di Barty o, per meglio dire dei loro sentimenti. Non è del tutto sicuro di come siano finiti per parlarne, ma per fortuna il signore non sembra essere particolarmente schifato al pensiero di due uomini che si baciano o che sono innamorati.

Il Dottore si è leggermente distratto nel guardare Barty da lontano. Vorrebbe avvicinarglisi e abbracciarlo, magari complimentarsi con lui per la sua vincita, d’altro canto, però non vuole che si monti la testa. E’ pur sempre un Mangiamorte capace di uccidere per un nonnulla, già si è sbilanciato dandogli la sua chiave, non può certo fargli capire che è a tutti i modi il suo preferito, quindi torna a concentrarsi semplicemente sulle parole del signore.

 

- ...ma quindi vi siete baciati?- Gli sta chiedendo, seppur davvero non comprenda come mai una persona debba chiedere come sia fatto il proprio ragazzo.

Il Dottore non può evitarsi di riportare gli occhi a quelli del signore. Non ne sa nemmeno il nome, eppure stanno chiacchierando come se fossero amici da sempre.

 

- Esatto! Barty è così... lui vorrebbe che fossi il suo... insomma...- si blocca, non vuole parlare di “Signori Oscuri”, lo spaventerebbe inutilmente, si porta solo una mano fra i capelli.

Sono ancora rosso! Sono ancora rosso... ed è tutto merito di Barty.”  Pensa per un attimo, l’eccitazione non si è certo spenta.

-...fidanzato? Perchè non siete fidanzati?- domanda sempre più perplesso il signore fissandolo come se la conclusione fosse ovvia.

Come se fosse sbagliato che non lo siano.

 

- Ma no, figurati, non credo che vorrebbe che mi fidanzassi con lui! ...Anche se quando l'ho baciato è svenuto... Ma no, doveva essere troppo sconvolto..- risponde il Dottore, anche se il dubbio gli viene in quel momento.

Non è che ha ragione? Ma no! Come potrebbe mai volersi mettere con me? Siamo troppo simili perché anche solo mi pensi in quel modo!” Gli lancia uno sguardo “Certo che è bello, però… Non mi dispiacerebbe se… ma che diamine penso? E’ uno dei miei companions, non li posso ferire! Ho bisogno di bere!

 

- Sono sicuro che voi giovani vi chiarirete, insomma se è svenuto per un bacio...- Tenta di fargli notare l’uomo, mettendolo solo più in crisi. 


Decisamente, finisco di chiacchierare un altro po’ con lui e poi raggiungo Peter al bar!”  pensa il Dottore, incredibilmente rosso in volto.
 

 


 

Peter avrebbe tutte le intenzioni di andare al bar.
Si ricorda però che con tutti quei cambi di abito, il suo portafoglio lo ha lasciato nella TARDIS.

- Merda!- impreca, capendo che finalmente può di nuovo parlare.

Ne approfitta per andare proprio da chi quel breve mutismo glielo ha causato.
Sembra impegnato in una partita a poker con gente poco raccomandabile, ma non sarà certo questo a fermare il bel cacciatore di vampiri.

 

Sono quattro loschi figuri: uno è moro, vestito di pelle.

Peter capisce bene quanto siano fastidiosi i pantaloni di pelle che indossa il tipo, ha persino uno strano giaccone lungo sempre di pelle, la mano che non tiene le carte è poggiata sul tavolo, le dita ricoperte di anelli di varie dimensioni, il suo volto è in parte coperto da una barba anch’essa nera ed incolta. Il secondo indossa, invece, una semplice camicia rossa e dei jeans neri, la sua barba marrone è la più lunga dei quattro in contrasto con gli occhi azzurri. Ha un tatuaggio di una mazza da baseball circondata da filo spinato sul braccio scoperto. Il terzo sembra essere il più alto, con i suoi capelli tagliati quasi a zero, indossa un completo maschile bianco e nero con tanto di cravatta bordeaux e sogghigna deliberatamente. Infine l’ultimo, un tizio moro con l’aspetto di un ragazzino, sembra il più gentile del gruppo, indossa anche lui un completo maschile, solo che il suo è blu, è rasato quasi perfettamente ed osserva gli altri come se sapesse leggerli come dei libri aperti.

 

Gli si avvicina mentre stanno ridistribuendo le carte.

- In quanto causa di tutte le mie sciagure da quando ti ho incontrato, il minimo che potresti fare è offrirmi da bere, visto che al momento sono al verde. - esordisce con tono deciso Peter, non capendo perchè tutti quegli uomini al tavolo lo stiano guardando in quel modo… colmo di interesse.

Forse è perchè ho interrotto il gioco.” trova una spiegazione.

- Ho idea che, se non faccio qualcosa, sarai il mio tormento tutta sera! - borbotta Kevin.

Non solo alza gli occhi, ma si alza anche dal tavolo.

 

- Non fate niente finché non torno. - comanda, ottenendo quattro statue perfette.

- Ti dirò…. quando non lo eserciti su di me, ha un che di sexy vederti usare il tuo potere! - gli sorride audace Peter, passandosi lentamente la lingua sui denti.

Kevin ammicca con un sorrisetto.

 

- Allora sto per darti un altro spettacolino sexy, baby! - lo informa arrivando al bancone.

Ė piuttosto affollato, ma non è certo un problema per l’affascinante incantatore.

- Tornate più tardi a fare i vostri ordini. - allontana gli avventori, avvicinandosi ai barman che guardano la scena confusi. - Vedete questa persona qui con me? Bene, qualsiasi cosa vi ordini da bere, voi glielo darete gratis! - impone, scambiandosi uno sguardo complice con Peter, che lo ringrazia con gli occhi, prima di tornare al suo tavolo.

 


 


-Ora sì che si ragiona!- commenta Peter, finendo il suo primo Bloody Mary della serata.
Se ne sta seduto in un modo che si può definire tutt’altro che composto, sbilanciato da un lato, con la gamba a penzoloni da un lato dello sgabello.
Per il Midori ci sarà tempo, l’importante è aver già adocchiato l’esposizione degli alcolici e aver già appurato che quel bar ne sia provvisto.

 

-Bevi anche in compagnia?- lo interpella una voce cavernosa.

Voltandosi Peter nota un uomo sulla cinquantina, dai capelli brizzolati, il fisico possente e abbronzato. Il classico lupo di mare.
E si sa, i lupi di mare sono dei grandissimi bevitori, motivo per cui Peter lo invita a sedersi con lui.

-Posso offrirti qualcosa?- gli chiede l’uomo.
-Ti ringrazio, ma ci pensano già questi giovanotti ad accontentare ogni mia richiesta!- fa spallucce Peter approfittando per ordinare ai barman il secondo drink.
-Oh beh, la cosa non mi stupisce.- ammicca verso lui l’uomo, lasciando Peter un po’ basito.


Solo quando l’uomo regge fiero la sua caraffa di birra scura media guarda Peter, innalzando la propria birra.

-Alla fiducia! Anzi no, alla sua mancanza! L’hai mai provata come sensazione?- lo interroga.

- Oh beh, una volta stavo per deludere un mio amico, era convinto che non l’avrei aiutato, tirandomi indietro per codardia, ma alla fine ho cambiato idea e abbiamo combattuto, ottenendo la vittoria.- riassume in breve la sua ultima significativa esperienza in Nevada.
- Come potresti deludere qualcuno con quel tuo bel faccino?- mormora l’uomo, confondendo Peter ancora di più, specialmente quando accosta gli sgabelli. - Io sono Jim, a proposito, tu chi sei?-
- Sono Peter…-
- Piacere di conoscerti, Petra.- replica l’uomo, certo che chi ha di fronte abbia commesso un piccolo errore nel pronunciare il suo nome.

 

Petra?! Questo vecchio coglione nemmeno ha bevuto ancora e crede che io sia una donna?” pensa sconvolto l’illusionista.

- Pensa che io invece l’idea al mio migliore amico non gliel’ho fatta cambiare… - Jim comincia sia a bere, sia a raccontare la propria storia. -Pensa che se le cose vanno male al suo locale sia colpa mia, che io abbia fatto la spia con quel detective da strapazzo… come se quel ragazzino potesse in qualche modo intimidirmi!-

Peter ascolta attentamente.

Sta parlando del mio omonimo, quello che stiamo cercando!”

 

- Capisco, brutta cosa perdere la fiducia, ma vedrai che il tuo amico capirà… piuttosto… il detective che dicevi, verrà qui anche stasera?- chiede con finto fare disinteressato.
 

- Quello viene qui ogni maledetta sera, a volte anche di giorno! - borbotta Jim - Cos’è, vuoi far colpo su di lui?- sogghigna, avvolgendogli un braccio attorno alla vita per stringerlo più a sé. - L’hai già fatto su di me, bambola! - fa scendere una mano verso il suo sedere, dandogli una pacca di apprezzamento.

- Levami subito le tue manacce di dosso, porco schifoso, depravato! - sbraita Peter, allontanandosi di qualche passo.

 

- Che succede qui?- interviene prontamente il proprietario del locale. - Signorina, quest’uomo la importuna?- si rivolge con un sorriso galante all’illusionista, per poi guardare storto il suo amico - Jim, faresti meglio ad andartene per non complicare la situazione - riesce ad allontanarlo con le buone, mentre Peter riflette su ciò che è appena successo.

Signorina?! Pure questo mi vede donna? Che cazzo ha combinato quello stronzo maledetto fotti-cervello?” pensa furente Peter, facendo comunque buon viso a cattivo gioco.

 

- Ora va molto meglio, grazie per il suo intervento. - cerca di sorridergli.


- Dovere. - replica Ripley. - Certo è che con quel vestito così attillato e succinto, è normale che una bella donna come lei attiri su di sé certe attenzioni!-
 

Perché? Come cazzo mi ha vestito quel bastardo sadico? Ora mi sente!” va in direzione di Kevin, sempre più propenso a fargliela pagare controllo mentale o no.
 


Nel frattempo Kevin si sa godendo l’ennesima vincita al tavolo del poker, un po’ sconcertato dal fatto che tutte le persone di colore lì dentro lo osservino sorridendogli con… complicità?
 

Uno dei ragazzi Afro Americani presenti  lo avvicina pure, dandogli una pacca sulla spalla.
 

- Fratello, sei una forza, li stai prendendo tutti a calci in quei loro culi bianchi! - si complimenta.

Killgrave lo fissa così sconvolto che sul momento non gli esce nemmeno mezzo comando.

E come se non bastasse vede arrivare Peter verso di lui, come una furia.

 

-Molla subito questo tavolo dove stai facendo fessi tutti questi coglioni e dammi delle spiegazioni, psicopatico del cazzo! - esordisce l’illusionista, furente.
 

- Da quando in qua sei tu a darmi gli ordini? E poi si può sapere che ti prende?- lo guarda frastornato Kevin.


- Hey, che grinta questa pupa! - ridacchia uno degli avventori al tavolo con un fischio di approvazione.
 

- Forse non avrà una boccuccia di rose, ma guarda che culo!- fa il suo apprezzamento il secondo.
 

- Peccato che alla sventola qui piaccia il cioccolatino… probabilmente è solo per i soldi… - dice la sua il terzo.

- Capisci di che parlo, adesso? Si può sapere che cazzo mi hai fatto?- continua ad aggredirlo Peter, per poi arrestarsi. - Un momento.. cioccolatino?-

 

- E tu sventola? Direi che un problema lo abbiamo entrambi, lo capisci da solo che non sono stato io?-

Peter si morde il labbro e si limita ad annuire.

 

- Intanto cerchiamo di far un po’ più chiarezza - decide Kevin, rivolgendosi ai giocatori del tavolo- Ditemi chi sono!- impone loro.

- Sei il gran figlio di puttana che ci ha ripulito stasera!- lo accusa quello più vicino lui.

- Già, non ho ancora capito come hai fatto, ma di sicuro hai barato! - gli dà man forte quello seduto dalla parte opposta.

Nel frattempo che i giocatori di poker parlano Peter prende il momento giusto per sedersi sulle gambe di Kevin, d’altronde in quel momento è una donna per tutti quelli che li guardano può quindi permettersi il lusso di comportarsi in quel modo in pubblico. Questo semplice gesto crea tante reazioni diverse, Kevin lo stringe involontariamente più a sé, lasciando che una mano vada ad accarezzargli una coscia in piccoli circoletti immaginari, gli altri quattro li guardano decisamente male e leggermente invidiosi e Peter sorride divertito.

 

- No, okay, non è questo che intendevo. - borbotta il persuasore fra sé e sé, stranamente felice e leggermente imbarazzato per il fondoschiena perfetto che Peter ha appoggiato su di lui - Ditemi che aspetto ho.-  riformula la sua richiesta, lo sguardo che si va a puntare su Peter che gli si è seduto in grembo e sembra godere incredibilmente di quella svolta inattesa.
 

"Maledizione!
 

- Sei un ragazzo di colore, Afro Americano, di trent’anni, forse meno. - dice il primo che gli ha rivolto la parola
- Alto, fisico atletico, moro, occhi scuri, capelli ricci tutti sparati in aria, pizzetto… - aggiunge il secondo.

 

Ma questo è il vicino tossico di Jessica… perché ho questo aspetto?” riflette Killgrave, prima di indagare anche su Peter. -Ditemi che aspetto ha la persona che mi si è seduta in grembo.- ordina, leggermente possessivo verso Peter. Senza accorgersi che quest’ultimo gli si sta muovendo sulle gambe, il culo ben indirizzato a… “Che diamine! Perchè sono eccitato?”, ferma Peter stringendogli una coscia.

 

Stavolta è il terzo degli avventori a parlare.
 

- Una mora caliente,  fascino latino americano, forse Spagnola, forse Messicana, alta, curve mozzafiato, non credo abbia più di venticinque anni. -


- Oh, grandioso, sono Ginger!- capisce Peter, ancora in posizione, godendosi il momento. Nessuno gli ha ordinato di alzarsi e lui si sta davvero godendo la scena, soprattutto per una certa durezza che punta esattamente nel mezzo del suo sedere.

 

- Chi è Ginger?- si incuriosisce Kevin, mentre passa con una mano sulla pancia di Peter, un po’ sorpreso della loro situazione, ma ben felice di tenerlo lì.
 

- La mia assistente nei numeri di magia, una delle mie più care amiche, la mia amante occasionale. - replica Peter, estraendo da una delle attillatissime tasche il suo cellulare, per mostrargli le sue foto.

Mentre le guarda, a Kevin ritorna prepotente nelle mente l’idea del sesso a tre, ora portato a quattro, arricchendolo di quell’elemento.

 

Si aspettava di immaginarsi avvinghiato a Jessica mentre entrambi guardano Peter e quella Ginger darsi una gran da fare, oppure lui, Jessica e Ginger a darci sotto, con Peter che li guarda dandosi piacere da solo… invece la sua mente insiste a proiettargli immagini di Jessica e Ginger che si baciano, togliendosi i vestiti a vicenda, mentre lui e Peter stanno facendo sesso selvaggio.

 

“Che io sia dannato, perché lo trovo lo scenario più eccitante?” si chiede, avendo troppa paura di darsi una risposta, prima di parlare. Tutto quello non gli sta certo facendo bene.

- Su, alzati. Andiamo a cercare Barty!- Gli ordina, non possono stare in quella posizione neanche per un minuto in più sarebbe troppo per lui.

Per fortuna Peter esegue come sempre il comando.

 

Pochi minuti dopo Peter lo strattona, avendo individuato dove si trova Barty.

- Tu, fottuto mago da strapazzo, perverso!- bercia l’illusionista, marciando contro di lui, trascinandosi Kevin appresso.

 

-Se non siete due angurie, non mi siete di alcuna utilità!-  replica come inebetito Barty, senza staccare gli occhi dai rulli della slot machine che girano imperturbabili. -Ancora quegli stramaledetti limoni!- impreca il Mangiamorte, che ha di nuovo perso.
 

- Ti faccio diventare io un'anguria se non ci dici che cazzo ci hai fatto!- insiste Peter, mettendo una mano sulla leva, subito dopo che il Mago Oscuro ha inserito un’altra monetina.

 

- Abbassala e ti assicuro che sarà l’ultima cosa che farai!- ringhia Barty, con uno sguardo assassino e un tono che non ammettono repliche.
 

-Peter non l’abbasserà,- impartisce quel comando indiretto Kevin sia perchè non vuole dare spettacolo e sia perchè, anche se non lo ammetterà ad anima viva, ha ancora bisogno dell’ illusionista -Ma tu potresti dirci perché abbiamo questo aspetto?- si rivolge al Mangiamorte, in modo molto più pacato.
 

E forse grazie alla loro intesa perfetta, il giovane mago si decide a parlare.
 

-Volevo assumere un determinato aspetto lanciando l’incantesimo di camuffamento, però non potevo direzionarlo solo a me, ho dovuto creare una regola.-

 

-Una regola?- si acciglia Peter.
 

-Sì, ho imposto al mio incantesimo di far assumere a ogni soggetto interessato l’aspetto di una persona che ha giocato un ruolo importante nelle loro vite. Io lo devo solo a Tom Riddle, l’identità umana del mio Primo Signore Oscuro prima di divenire tale, se oggi sono il Mangiamorte temuto e rispettato da tutti.- sogghigna fiero. -Quindi non so che aspetto vi ho fatto assumere, ma ho impostato la stessa regola anche per voi… il mio Secondo Signore Oscuro non mi ha ancora voluto rivelare chi l’ho fatto diventare.- sbuffa.

 

-Allora ha senso se  mi vedono come Ginger, nonostante i nostri continui battibecchi, lei ha sempre creduto in me, fin dai primi spettacoli di magia.- sorride Peter.

- Il tossico in effetti è quello che mi ha permesso di avvicinarmi a Jessica, prima mi ha fatto avere innumerevoli sue foto e poi lei stessa si è fatta carico del suo compito…- riflette Kevin, con un sorrisone.

 

- Tu chiedi alla gente di mandarti foto? Che razza di depravato psicolabile sei?- lo guarda con sdegno Peter.
 

-Stanotte, prima di dormire, mi manderai una tua foto.- ammicca verso di lui Kevin.
 

-Ci puoi contare che te la manderò!- ubbidisce Peter, forse con troppo entusiasmo.
 

-Quanto vorrei una foto del mio Secondo Signore Oscuro!- sospira Barty.



 

Il Dottore è riuscito a scollarsi dalla sua conversazione con il sosia di Wilfred per potersi dirigere a bere qualsiasi cosa ci possa essere al bancone degli alcolici. L’unico suo interesse in questo momento è prendere qualcosa di forte per poter dimenticare la sua discussione sui sentimenti suoi e di Barty.

Non è facile, di questo è abbastanza sicuro, solo non ci vuole pensare, come non vuole pensare che una volta che li avrà riportati a casa dopo la loro missione tornerà ad essere solo e questa volta molto di più di quanto non lo sia mai stato perchè solo i suoi attuali companions stanno riempiendo la sua TARDIS di voci e felicità, non vuole davvero che se ne vadano. Non vuole che Barty se ne vada. Quindi eccolo riempire un nuovo bicchiere e berselo tutto d’un fiato. Non deve pensare a Barty. Ha preso direttamente una bottiglia, ma di cosa? Non se lo ricorda, tanto non gli sta facendo molto. Il suo dannato corpo alieno non gli permette di ubriacarsi per bene. 

Sorride da solo guardando il bicchiere.

“Sto bevendo come Peter. Sarebbe bello se fosse qua, almeno potremmo annegare ogni cosa insieme.” Tracanna un nuovo bicchiere di quella sostanza ambrata che è contenuta nella sua bottiglia, qualsiasi sostanza sia.
Se Wilfred avesse ragione? Se Barty provasse lo stesso? Forse è così. Sarebbe bello se Barty…

Si blocca, alzando lo sguardo dal suo bicchiere, guardando nella direzione delle slot machine

Quei tre sembrano in procinto di combinare qualcosa, soprattutto il suo adorato Mangiamorte, ed è meglio fermarli sul tempo.
Avvista sul bancone qualcosa che può fare al caso suo e, non visto, lo prende, prima di avviarsi.

 

Quando li raggiunge sembra che quei tre stessero aspettando solo lui.

-Dottore, so che il nostro uomo sta venendo qui, me lo ha detto un amico di chi possiede questa baracca!- lo informa Peter.
-Ottimo. Allora non ci resta che attendere.- annuisce il Signore del Tempo.
-Io so che fare nel frattempo!- replica Barty, inserendo un’altra monetina nella slot.
-Io credo che la nostra attesa sia finita…- informa tutti Kevin, che ha visto qualcosa, o meglio qualcuno, di interessante all’entrata.

Una versione un po’ più giovane di loro, anche di Barty e del Decimo Dottore, con il viso sbarbato che lo rende ancora più sbarazzino e una frangetta spettinata e un’aria assai determinata fa il suo ingresso, camminando talmente veloce da far sollevare dietro sé lo spolverino nero che indossa, come se fosse un mantello.

 

In effetti lui un po’ si sente un supereroe, venuto a combattere i cattivi

 

- Perfetto, voi seguitemi, ma fate parlare me,- assume il controllo della situazione il Dottore e anche chi di controllo se ne intende parecchio non ha nulla da obiettare.

 

Peter si limita a fare spallucce, ma è proprio Barty quello che non gli dà alcun tipo di responso, troppo impegnato a giocare.

- Barty, andiamo!- ripete il Dottore, avvicinandosi a lui fulmineo.
- No!- si impunta il Mago Oscuro.

Il Dottore per un attimo resta sconvolto alla risposta del Mago, vorrebbe poter avere davanti a sé il sosia di Wilfred solo per potergli dire ‘Ecco, vedi? Non gli piaccio.’

 

Allontana quindi il pensiero, tornando al presente.

-Peter, Kevin, aiutatemi a prenderlo!- alza gli occhi il Dottore.

 

Barty si volta rabbioso verso i due Babbani, mettendo rapido la mano nella tasca.
 

- State indietro, oppure… - li guarda minaccioso il Mangiamorte.

- Oppure cosa, ci trasformi in minestroni?- lo deride Peter.

Solo allora Barty nota che non sta reggendo in mano la sua fidata bacchetta, ma un gambo di sedano.

 

- Immagino che tu stia cercando questa, vero, mio caro? - fa un sorriso furbetto il Dottore che ha fatto lo scambio senza che l’altro se ne accorgesse. - Sai, l’aspetto che mi hai fatto assumere mi ha dato l’idea e fortunatamente al bar avevano ciò che mi serviva per fare quello scambio al momento più opportuno.- spiega tutto tronfio per il suo piccolo piano perfettamente riuscito. - La riavrai, ma solo quando torneremo alla TARDIS.- lo tranquillizza subito, riponendo la bacchetta nella tasca interna della giacca, dove prima teneva il provvidenziale secondo gambo di sedano.
 

Kevin e Peter possono agire indisturbati, sollevandolo per trascinarlo via, mentre il Mago protesta vivacemente, tenendosi abbracciato alla slot machine.


- No, non voglio, non è ancora uscita la combinazione giusta!-

Uno spettacolo abbastanza indecoroso, ma all’interno di quella Arcade probabilmente si è visto di peggio.
Quella scena ha attirato su di loro proprio le attenzioni del giovane detective, che smette di dare il tormento a Ripley per dirigersi verso quel pittoresco quartetto.

- Che succede qui? Chi siete voi? Perché state creando tutto questo casino?- domanda guardandoli sospettoso, mentre Kevin e Peter hanno la meglio su Barty, portandolo in direzione del Dottore.

Ed è proprio quest’ultimo a prendere la parola.

 

- D. I. Peter Carlisle, vero? - domanda retorico, senza nemmeno attendere una risposta.

Il detective scruta quel bizzarro biondo con un gambo di sedano nel taschino della giacca con aria ancora più diffidente.

- Ho delle informazioni preziose circa l’omicidio su cui sta indagando,- lo informa, prima di indicargli il giovane ragazzo dall’espressione cupa, la donna provocante e l’aitante uomo di colore - E loro sono testimoni chiave.- aggiunge, catturando il pieno interesse del suo interlocutore. - Ma qui c’è troppa gente, che ne direbbe di discuterne davanti a una torta?- getta l’amo il furbo Dottore e il ragazzo abbocca, un po’ ingenuotto.

Percorrono tutti e cinque la passeggiata lungomare, ma Peter Carlisle si insospettisce, quando vede il biondo e gli altri tre fermarsi in prossimità di una cabina telefonica.

 

- Ma.. la pasticceria è dall’altra parte!- puntualizza confuso.

Incurante delle sue parole, il Signore del Tempo apre le porte e con modi poco gentili Barty spinge all’interno il nuovo arrivato, seguito dagli altri due, con Kevin che richiude le porte alle loro spalle.

Il giovane detective non sa da cosa sentirsi più sconvolto: se per il fatto che una volta dentro quella cabina risulti essere infinitamente più grande di quanto si aspettasse o se per il fatto che le persone che lo accompagnavano abbiano assunto un aspetto davvero sconcertante.

- Ma che diavolo…? - borbotta, accigliandosi.

 

- Perdonami, Peter Carlisle, prima ho mentito: non so nulla dell’omicidio, loro non sono testimoni, ma la torta ce l’ho davvero! - gli sorride complice qualcuno che ora sembra essere la sua copia precisa.

E non è l’unico.

Dentro quell'assurda cabina telefonica più grande del previsto ci sono ben quattro persone che, bene o male sono come sue gocce d’acqua, dei quali lui non sa assolutamente nulla, né il vero motivo per cui si trovi lì.

E a quanto pare c’è una torta.

 

Il Detective Investigatore Peter Carlisle è un giovane uomo tutto d’un pezzo, con degli ideali e un gran senso delle priorità.

- Davvero c’è la torta?- domanda con uno sguardo colmo di aspettativa.

TBC

C’è voluto un capitolo immenso ma… eccovi anche Peter C! ;)
prime impressioni?
E sugli altri quattro che ci dite?

ah, nel caso vi chiedeste quale fosse il loro aspetto nell’incantesimo:
 

Ten era Five (Doctor Who classic)  ten-five

Barty era Tom Riddle (Harry Potter e la Camera dei Segreti)
barty-tom  

Kevin era Malcolm (Jessica Jones) killy-malcolm

Peter era Ginger (Fright Night) peter-ginger

Speriamo di avervi regalato qualche risata, alla prossima, speriamo di non metterci più così tanto, ma non promettiamo nulla ^^’
   
 
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