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Autore: miss_MZ93    29/06/2020    0 recensioni
“Dov’è il mio cappello da sole viola?!”
“Nella cappelliera bianca e blu, sul ripiano del tuo armadio.”
“Quante dosi di crema alla nocciola ci sono nel mio caffè freddo???”
“Sei.”
***
Storia basata sulla vita di Chloé Bourgeois!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey Bourgeois, Chloè, Gabriel Agreste, Roger Raincomprix, Sabrina
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Tre giorni. Erano ormai tre giorni che l’allarme era stato diramato e la popolazione parigina era costretta in casa, senza possibilità di uscire. La città era stata isolata, le scuole e gli uffici erano stati chiusi e in strada non sembrava volare nemmeno una mosca. Il rumore del traffico della capitale era diventato un leggero sottofondo nella vita dei cittadini che avevano iniziato a godere di piccoli momenti di pace e tranquillità.
Non tutti però sembravano voler assecondare quest’aria di calma forzata.
“Dov’è il mio cappello da sole viola?!”
“Nella cappelliera bianca e blu, sul ripiano del tuo armadio.”
Il viso dolce e sempre sorridente di Sabrina spiccava sullo schermo del telefono. La ragazza, appena riemersa dalla doccia non aveva avuto nemmeno il tempo di asciugarsi i capelli che le ricadevano scompigliati sulle spalle coperte appena da una maglietta leggera a righe.
Chloé afferrò il capello e si diresse verso la vetrata del salotto. Le temperature quel giorno erano più alte di quanto una normale giornata di febbraio avrebbe dovuto avere. La ragazza afferrò il bicchiere ricolmo della bevanda che lei amava bere nelle giornate più calde. Si affacciò alla vetrata di casa, indossando gli occhiali da sole per proteggersi dalla luce che entrava prepotente. Avvicinò la bevanda alle sue labbra e solo in quel momento notò qualcosa che le fece storcere il volto in un’espressione dubbiosa. Si voltò verso l’interno della stanza, in cerca del maggiordomo che aveva osato lasciare un’oscenità simile alla sua presenza.
“Quante dosi di crema alla nocciola ci sono nel mio caffè freddo???”
“Sei.”
La voce di Sabrina risuonò nella stanza mentre Chloé ancora stava cercando di capire cosa fosse successo.
“Ce ne sono solo tre!”
Chloé si avviò verso il maggiordomo a passo spedito con la bibita stretta in una mano ed il cellulare fermo nell’altra.
“Cosa significa Jean Paul?!”
L’uomo, con fermezza e serietà, capì subito a cosa si riferisse la giovane. Dopo tutti quegli anni al servizio di Chloé, ormai riusciva a comprendere i suoi pensieri come solo Sabrina sapeva fare.
“Signorina, sua madre si è raccomandata di non esagerare con le creme. È preoccupata per la sua salute.”
“Ridicolo, assolutamente ridicolo!”
Chloè rimase a guardare il maggiordomo negli occhi, cercando di vincere quella guerra fredda. Lasciò il bicchiere nelle sue mani, riprendendo a camminare verso il centro della sala.
“Devono essere sei!”
“Come desidera, signorina Chloè.”
La figura elegante si congedò velocemente per soddisfare i capricci della ragazzina più viziata di Parigi. Chiunque avrebbe potuto pensare che quel suo comportamento lo avesse infastidito ma quell’uomo ormai reputava Chloè quasi una figlia e mai si sarebbe sognato di non esaudire ogni sua richiesta. Lui conosceva ogni suo segreto, ogni sua sfaccettatura e sapeva perfettamente che il suo carattere ed i suoi difetti erano solo frutto della profonda mancanza di affetto che l’aveva circondata sin da piccola.
 
Chloè si sedette sul divano lussuoso di quella casa moderna e dotata di ogni confort.
“Jean Louis è davvero inaffidabile. Da quando mia madre può decidere cosa sia meglio per me?!”
“Forse era solo preoccupata per te.”
“Sciocchezze! Mia madre si trova a Milano, non ha tempo per preoccuparsi per me.”
“Però…”
Chloè fissò lo schermo del telefono con determinazione. Nel suo sguardo si potevano riconoscere fin troppi sentimenti contrastanti: rabbia per quell’intrusione inaspettata nella sua vita, desiderio di avere l’appoggio della sua unica e migliore amica e speranza che la madre davvero si stesse interessando a lei, forse per la prima volta.
Il ricordo del messaggio che Audrey le aveva mandato quella mattina riemerse con forza. Non la sentiva da giorni, da quando le aveva ricordato di non perdersi la diretta televisiva della Fashion Week di Milano. Audrey era partita per l’Italia la settimana prima, per assistere alle sfilate più importanti come rappresentante della sua rivista, la Queen Style. Quando sarebbe dovuta rientrare però, i confini italiani erano stati chiusi per colpa di quel maledetto virus che ormai vagava libero per tutto il Paese.
Audrey aveva avvertito il marito della sua permanenza non desiderata in quella città che, a suo dire, presentava un tasso troppo elevato di smog e fragranza popolari.
Quella mattina, appena sveglia, Chloè aveva ricevuto un messaggio sintetico della madre dove mostrava tutto il suo interesse nei confronti della figlia.
“Spero tu non sia infetta, Chlotilde!”
Una semplice frase che chiunque avrebbe ritenuto quasi insensibile ma che, agli occhi di Chloè era sembrato un gesto quasi materno.
La ragazza sbatté più volte le palpebre per tornare al presente e prestare attenzione a Sabrina.
L’amica conosceva il passato delicato di Chloè e, sebbene lei per prima sapesse quanto avesse bisogno di quell’affetto che le era sempre mancato, era sicura che in quel momento non avrebbe potuto aiutarla in alcun modo se non quello di appoggiare ogni suo sfogo.
“Hai ragione, Chloè. Non dovrebbe intromettersi.”
Il volto della giovane si oscurò per un istante e questo bastò a far sorridere la sua amica.
“È sempre mia madre, Sabrina. È normale che si preoccupi per me, è un suo dovere!”
Chloè si voltò verso le vetrate, cercando di nascondere quel rossore che le stava imporporando le guance. Non lo avrebbe mai ammesso ma sapere che la madre si stava preoccupando per lei anche se si trovava in Italia, le stava rallegrano la giornata. Aveva speso gran parte della sua vita con la speranza di vederla tornare da lei per essere la madre che sapeva di meritare ma fino a poco tempo prima i rientri in patria di Audrey duravano solo qualche giorno, il tempo necessario per seguire i principali eventi legati alla moda che la capitale programmava ogni anno. Ad ogni suo ritorno, la figlia doveva scontrarsi con la dura realtà che non sarebbe mai rimasta con lei e con il pensiero che forse non tenesse nemmeno a lei. Da qualche tempo però, anche questo era cambiato e quel messaggio ne era la prova più evidente. Audrey non si sarebbe mai preoccupata così tanto per la figlia qualche mese prima.
“Pensi che riuscirà a tornare a Parigi con questa epidemia?”
Nemmeno lei sapeva cosa rispondere a quella domanda.
Un rumore di sottofondo distolse l’attenzione di Sabrina e Chloè si trovò a dover ringraziare mentalmente chiunque stesse distraendo la sua amica da quella conversazione troppo intima, anche per loro. Il padre di Sabrina fece capolino dietro la figura dell’amica e lei si assentò qualche istante, conscia di aver lasciato in attesa l’unica persona della quale avrebbe potuto temere la reazione.
Un borbottio incessante invase la stanza e sul viso di Chloè apparve quella sua solita espressione irritata. Non era infastidita dal fatto che Roger Raincomprix avesse osato interrompere la sua discussione con la figlia ma dal non capire cosa si stessero dicendo di così importante. Chloè era sempre stata molto curiosa delle persone a cui teneva di più e, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, Sabrina era la ragazza a cui si sentiva maggiormente legata.
“Chloè?”
La voce del poliziotto invase la stanza, ponendo fine a quel chiacchiericcio di cui avrebbe chiesto spiegazioni dettagliate a Sabrina, più tardi, quando fossero rimaste da sole.
“Sì?”
“Posso rubarti Sabrina per qualche minuto?”
Chloè aveva sempre invidiato le attenzioni che Roger riservava alla figlia, quelle attenzioni che lei ricercava disperatamente in sua madre. Non avrebbe mai potuto negare un favore al padre della sua più cara amica ma non era ancora pronta a mostrare quel suo lato dolce, nemmeno alle persone a lei più vicine. Voltò la faccia, ignorando lo sguardo di quell’uomo, cercando di nascondere i suoi sentimenti.
“Tanto non avevo più bisogno di lei!”
Chiuse la conversazione, prestando ben poca attenzione ai ringraziamenti del poliziotto e dell’amica. Lasciò il telefono sul divano avvicinandosi alla vetrata del suo appartamento. Il silenzio tornò a regnare in quella stanza e la malinconia riprese a crescere in Chloè. Avrebbe dovuto essere abituata alla solitudine ma non riusciva a sopportare che quel sentimento avesse colpito proprio lei, Chloè Bourgeois.
Immersa in quel silenzio, l’unico pensiero che la sfiorò riguardava Adrien. Lui era forse l’unico in tutta Parigi a poterla comprendere. Il loro passato era così simile da averli portati a frequentarsi inevitabilmente. I genitori si conoscevano da tempo, come avrebbe potuto essere altrimenti quando la madre di Chloè altri non era che la persona che aveva scoperto per prima il grande talento di Gabriel?
Da sempre i ragazzi avevano trascorso molto tempo assieme, ritrovando tra loro quella complicità e quell’affetto che sentivano mancare dalle loro famiglie. Questo aveva creato un legame profondo, qualcosa che non avrebbero mai potuto condividere con nessun altro.
“Adrikins…”
Chloè si chiese se anche lui si sentiva ancor più solo adesso che non potevano più nemmeno vedersi. Un ricordo sfiorò la mente della ragazza che si aprì in un dolcissimo sorriso.
 
Quella mattina Adrien avrebbe dovuto sfilare per il marchio Agreste per la prima volta e Chloè non aveva proprio potuto perdersi il suo migliore amico alle prese con tutti quei giornalisti. Sapeva quanto si sentisse sotto pressione ma era convinta che lui sarebbe riuscito a sembrare a suo agio ed impeccabile sulla passerella perché, come lei, era nato sotto i riflettori.
Finita la sfilata, Chloè lo raggiunse in camerino, dove trovò una ragazzina impacciata a fargli i complimenti per l’esibizione. Non avrebbe mai immaginato di potersi sentire così gelosa di qualcuno che nemmeno conosceva e fu proprio quello, il momento in cui iniziò a pensare di essersi innamorata di Adrien.
 
In fondo, era inevitabile, no? Adrien rappresentava tutto ciò che lei avrebbe desiderato al suo fianco, non di meno era l’unico a soddisfare tutte le aspettative che si era creata. Era incredibilmente bello, famoso prima ancora di nascere, intelligente, cordiale e di buona famiglia, senza contare che sapeva molto bene cosa significasse sentirsi soli, isolati e non compresi, circondati da persone che non potevano nemmeno immaginare il loro stato d’animo. Quello che provava per lui, però, era vero amore?
Da quando sua madre era tornata a vivere a Parigi con il marito, i dubbi avevano iniziato ad assalirla. Audrey ed André erano diventati l’esempio di un amore profondo ed incondizionato che a Chloè era mancato per buona parte della sua vita.
I suoi genitori avevano dato vita a tutta una serie di abitudini a cui lei non era assolutamente preparata. La colazione assieme, le cenette romantiche che proseguiva fino a tarda notte, quegli sguardi pieni di amore anche mentre litigavano, quel loro sostenersi in ogni situazione. Quello era il vero amore di cui tanto aveva sentito parlare? Non si trattava solo di un matrimonio con una persona del tuo stesso rango sociale, che potesse capire il tuo passato e conoscesse ogni cosa di te? Forse no, forse il vero amore aveva bisogno di qualcosa di più, qualcosa che sentiva mancare nel suo rapporto con Adrien.
Chloè aveva sempre pensato di essere innamorata del modello biondo da quando la gelosia entrò a far parte della sua vita ma nel momento in cui lui aveva iniziato a frequentare il François Dupont, aveva capito che quel sentimento non era rivolto solo al suo comportamento con le ragazze ma soprattutto al fatto che lui potesse avere degli amici che non fossero lei. Non avrebbe mai accettato l’idea che Adrien si potesse allontanare dalla sua vita così come aveva visto fare ai suoi genitori, non dopo aver riposto tutti quei sentimenti nel loro rapporto.
Chloè riafferrò il telefono che stava vibrando da alcuni minuti. I messaggi di Sabrina erano un miscuglio di scuse e rimproveri al padre per averla costretta a lasciarla mentre stavano parlando ma, in fondo alla lista, ne trovò anche uno di Adrien in cui le chiedeva semplicemente se stesse bene e quando avrebbe potuto telefonarle per sentire la sua più cara e vecchia amica.
Un sorriso si dipinse sul suo volto mentre capiva che, in fondo, forse non era così sola come spesso le capitava di pensare. Sabrina sarebbe sempre rimasta al suo fianco e, anche se quel sentimento per Adrien non le sembrava più così romantico, sapeva che nemmeno lui l’avrebbe mai abbandonata.
 
L’amore arriva per tutti, prima o poi e lei era convinta che il suo destino le avrebbe fatto conoscere la persona giusta. Sperava solo di non dover aspettare troppo, non era mai stata una persona paziente e mai lo sarebbe stata.

***

Buongiorno a tutti! Questo è il primo tentativo di scrivere di Chloé Bourgeois, la ragazzina viziata dalla vita non molto felice. Ammetto di non apprezzare molto questo personaggio ma mi sentivo ispirata nel raccontare la sua esperienza e le sue riflessioni durante il periodo di reclusione dato dal Covid.
Spero che vi sia piaciuta questa oneshot :)
Alla prossima storia,
miss_MZ93
  
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