Crossover
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Autore: Ferrett    29/06/2020    1 recensioni
UNANIMUS raccoglie i personaggi provenienti dai più svariati universi della nostra epoca. Film, libri, cartoni animati... tutti i protagonisti dell'immaginazione umana finiscono per essere riuniti in questo mondo digitale, formando una comunità immensa, disomogenea e dalle differenze e abitudini più svariate.
Tra di essi, Ivan, un misterioso protagonista dal passato difficile, si ritrova a finire in una posizione decisamente particolare. In un mondo diviso tra i Buoni - coloro che la comunità considera i personaggi positivi delle storie - e i Cattivi - gli antagonisti che vengono emarginati per il loro passato e le loro gesta - il nostro protagonista dovrà impegnarsi per trovare il suo posto nella comunità. Ma le cose non saranno facili per lui, soprattutto quando, in maniera del tutto inaspettata, una certa Regina delle Nevi sembrerà interessarsi sempre di più a Ivan e a ciò che lo circonda.
#Crossover tra personaggi Disney
#Crossover tra personaggi di videogiochi
#Crossover tra personaggi di libri, manga e fumetti
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CUORE DI GHIACCIO



Confessione
 
Pochi giorni dopo, Ivan, vestito finalmente con la sua solita armatura di sempre, sedeva da solo nella stanza sul retro del Club Inchiostro e Tempera, con il tavolo e le sedie disposti nella loro solita formazione. Fissandosi le mani, il giovane sospirò quando la porta si aprì e Loki entrò dentro. Per un lungo momento, il dio norreno non fece altro che studiarlo con lo sguardo, mentre il ragazzo sollevava la testa per guardarlo a sua volta.
 
"Buongiorno, Ivan," lo salutò Loki, offrendogli un sorrisetto e sedendosi sulla sedia difronte a lui. "Come va la vita?"
 
"Piuttosto bene," rispose quello, scrollando le spalle. "Tu?"
 
"Non posso lamentarmi," rispose Loki, prima che un ghigno malizioso si diffondesse sul suo volto. "Però, sai, sono passato qui dal locale lo scorso fine settimana, e non ho potuto fare a meno di notare un nuovo volto tra gli attori del palco."
 
Ivan sospirò rassegnatamente. "…l'hai visto, eh?" chiese con imbarazzo.
 
"È stato difficile da non notare," rispose l’altro. "Hai dato un bello spettacolo."
 
“È stato ok," ribatté il giovane con una scrollata di spalle.
 
"L'umiltà non ti si addice, Ivan," commentò Loki con uno sbuffo. "E poi, ancora, non ho potuto fare a meno di notare anche che eri lì con una certa Regina delle Nevi."
 
A questo punto, tutte le tracce di un sorriso svanirono dai lineamenti di Ivan.
 
"Sì, lei era lì,", rispose, il suo tono neutrale.
 
"Eravate ad un appuntamento?" domandò Loki.
 
"Non lo so. Non so cosa fosse quella serata," rispose Ivan, il suo tono si irritato mentre fissava Loki. "Perché t’importa, comunque?"
 
"Sto solo cercando di fare conversazione, Ivan," rispose quello, esitante.
 
"Sì, beh, che ne dici di salvare questa loquacità per l’incontro, eh?" disse lui di rimando, prima di distogliere lo sguardo da Loki. In quel modo, il giovane non ebbe modo di notare l'espressione turbata che balenava sulle caratteristiche del cattivo.
 
Per fortuna, i due furono salvati dal dover rimanere in un silenzio spiacevole dal suono della voce forte e chiassosa di Ade che proveniva dal corridoio. Un attimo dopo, le porte si spalancarono mentre Ade e Turbo entrarono dentro, a loro volta seguiti, con stupore di Ivan, da un branco di altri Cattivi.
 
"Ed eccoci qui!" dichiarò Ade, indicando la stanza. "Caffè e snack sono sul tavolo, quindi mangiate qualcosa e prendete posto."
 
Mentre Ade finiva di parlare, si avvicinò al tavolo e prese un biscotto, prima di portarsi accanto ad Ivan che si stava alzando in piedi con un'espressione scioccata in faccia.
 
"Uh, Ade?" chiese lui, i suoi occhi che guizzavano tra il dio e gli altri cattivi, i quali erano in procinto di esaminare il tavolo degli spuntini, prendere posto sulle sedie o girovagare per la stanza. "Cosa sta succedendo?"
 
"Ehi, ragazzo!" lo salutò il dio con una risata, infilandosi un biscotto in bocca prima di avvolgere un braccio attorno alle spalle giovane. "Diciamo che sono iniziate a girare voci sui nostri piccoli incontri, e un paio di miei amici si sono incuriositi. Per te va bene, no? Voglio dire, più siamo e meglio è."
 
"Uh, sì, immagino di sì," replicò il ragazzo, ridacchiando mentre si guardava intorno stupito. "Grazie, Ade."
 
"Ehi, non ringraziarmi," disse quello con un sorriso. "Sei stato tu a catturare l'attenzione della gente. Soprattutto dopo quel piccolo spettacolo che hai messo su alla serata col palco aperto."
 
Alla menzione dell'evento, il sorriso di Ivan scivolò via dal suo viso.
 
"Dimmi, com'è andato il tuo appuntamento con la piccola donzella delle Nevi?" domandò a quel punto Ade, ignorando il cambio di espressione del giovane.
 
"Non voglio parlarne," replicò lui, scivolando via dal braccio di Ade.
 
"Ooh, è finita male, eh?" realizzò Ade, comprensivo, prima di scrollare le spalle. "Eh, le donne. Non abbatterti. Chi ne ha bisogno, in fondo?"
 
"Tu non sei sposato, scusa?" chiese di rimando lui, confuso, mentre si calava sulla sedia.
 
"Senti, ragazzo, sto cercando di compatirti qui," elaborò Ade, sedendosi accanto al giovane con un sospiro frustrato. "Non fartela pesare. Dimenticati di Miss Capelli di Ghiaccio. Ci sono molti pesci nel mare, e prima che tu lo sappia, una nuova persona aprirà la porta ed entrerà nella tua vita. "
 
In quel momento, la porta si aprì ed Elsa entrò nella stanza, catturando l'attenzione di Ivan e Ade mentre la donna si guardava intorno nervosamente.
 
"…oppure, beh, quella stessa persona," commentò Ade con una scrollata di spalle.
 
I suoi occhi si sgranarono per lo shock. Ivan guardò Elsa mentre lei si guardava attorno prima che il suo sguardo cadesse su di lui, facendola arrossire. Era vestita con una camicetta bianca e una gonna blu, con delle scarpette azzurre ai piedi. Mentre guardava Ivan, la donna iniziò a giocare con i suoi capelli, che erano ancora legati nella stessa coda di cavallo sciolta che aveva avuto l'ultima volta che l'aveva vista. Dopo un momento passato a fissarla, un istinto si agitò nella parte posteriore del cervello del giovane, e Ivan si alzò in piedi, facendo cadere la sedia dietro di sé e catturando l'attenzione di tutti gli altri nella stanza. Guardandosi intorno, Ade si chinò piano e raddrizzò la sedia prima di guardar svolgersi la scena insieme a tutti gli altri.
 
"…Elsa?" riuscì a soffocare Ivan.
 
"Ciao, Ivan," rispose lei mentre gli sorrideva, imbarazzata. "Spero di non avervi interrotto."
 
"N-No," esclamò lui, prima di tossire e coprirsi la bocca mentre arrossiva per l'imbarazzo. "Voglio dire, no, non abbiamo ancora iniziato."
 
"Oh, bene," disse Elsa, distogliendo lo sguardo e continuando a giocare nervosamente con la fine della sua coda di cavallo. "In realtà, uhm, speravo di unirmi a voi. S-Sempre se non ti dispiace, certo."
 
Fu a questo punto che Ivan notò che tutti gli sguardi dei cattivi erano su di lui, intenti a far guizzare gli occhi avanti e indietro tra di lui ed Elsa durante l'intera conversazione, come se stessero guardando una partita invisibile di tennis. Facendo un respiro calmante, il giovane rivolse nuovamente la sua attenzione verso la donna che stava aspettando con ansia una sua risposta.
 
"Per me sarebbe solo un piacere," disse, con un ghigno che gli tirava un lato delle labbra mentre vedeva Elsa sorridere alla sua risposta.
 
"Aspetta un attimo," disse a quel punto Regina, sussultando leggermente mentre gli sguardi di tutti si posavano su di lei. "Questo non è un incontro per Cattivi?"
 
"Bah, abbiamo avuto questa discussione anche l’ultima volta quando si è presentata sua sorella," rispose Turbo, sospirando mentre si sedeva. "Penso andrà bene lo stesso."
 
"Inoltre, la Regina delle Nevi non era il cattivo della storia, in origine?" aggiunse Loki, sfoggiando un sorrisetto.
 
"Ok, ok," esalò Regina, alzando le mani in segno di resa mentre si sedeva e guardava Ivan. "Se per il moccioso va bene, allora va bene anche per me."
 
L’occhiataccia che Ivan lanciò a Regina fu interrotta quando notò che Elsa gli si stava avvicinando.
 
"Questo posto è occupato?" chiese lei, indicando il posto proprio accanto a lui.
 
Quello ammiccò. "Uh, no, non lo è," mormorò nervosamente.
 
"Ottimo," rispose allora lei, sorridendo, mentre si sedeva accanto a lui con le guance rosee.
 
Abbassandosi sul suo posto, Ivan si guardò attorno per osservare i cattivi presenti, individuando rapidamente Regina, Ursula, Jafar, Capitan Uncino e Facilier tra le nuove facce che Ade aveva portato. Una volta che tutti si furono sistemati ai loro posti, il giovane si schiarì la gola per attirare la loro attenzione.
 
"Ebbene, sembra che abbiamo molte facce nuove oggi," iniziò a dire, osservando i Cattivi riuniti. "Quindi, permettetemi di darvi il benvenuto al vostro primo incontro per Cattivi Anonimi."
 
Ivan si fermò per un momento per far affondare le sue parole, prima di alzarsi in piedi.
 
"Solitamente, la prima cosa che facciamo in queste circostanze è iniziare con l'affermazione del Cattivo," spiegò subito dopo. "Perché non vi alzate tutti e vi tenete per mano con quelli accanto a voi?"
 
"Sul serio?" lo interrogò Ursula con uno sbuffo di disprezzo.
 
"Suvvia, mia cara", disse Loki, facendole un sorriso affascinante mentre si alzava in piedi e le offriva la mano. "Prometto di non mordere."
 
Ursula alzò gli occhi al cielo, ma si mise comunque in piedi e prese la mano offerta da Loki, spingendo gli altri cattivi a fare lo stesso. Ivan sorrise a quella vista, prima di sentire una mano fredda scivolare nella sua. Guardando in basso, trovò Elsa che lo guardava, con un piccolo sorriso nervoso sul suo viso. E, per un momento, il ragazzo non poté fare altro che fissarla con un’espressione sorpresa.
 
"Ehi, Ivan?" borbottò Ade dall'altro fianco del giovane. "Facciamo quest'affermazione o no?"
 
Ammiccando con le palpebre, sorpreso, Ivan rivolse la sua attenzione agli altri cattivi che lo guardavano tutti in attesa.
 
"Giusto, suppongo che dovrei iniziare io," disse rapidamente, mentre il suo viso era arrossato per l'imbarazzo. Abbassando la testa, il ragazzo iniziò a pronunciare il loro solito motto, spingendo Ade, Turbo e Loki ad unirsi dopo di lui. Una volta terminato, tutti ripresero i loro posti.
 
"Va bene, è stato... curioso, suppongo," disse Facilier, mentre guardava Ivan in attesa. "E adesso?"
 
"Ora arriviamo alla parte in cui condividiamo i nostri sentimenti," rispose Ade con un ampio sorriso.
 
"Pardon?" lo interrogò Jafar con uno sguardo disgustato.
 
"Ciò che Ade sta cercando dire è che questa è la parte in cui parliamo di noi," spiegò subito Ivan. "Ci raccontiamo le nostre storie. Di come essere dei cattivi ha influenzato la nostra vita. Questo genere di cose."
 
"E se questa è la vostra prima volta qui, allora dovete parlare per primi," disse Ade, puntando un dito accusatorio verso ai suoi amici. "Sono le regole."
 
Mentre gli altri gemevano alla realizzazione, Uncino li sorprese tutti alzandosi in piedi, con un ampio ghigno dentato in faccia.
 
"Beh, suppongo che inizierò io, dunque," dichiarò allora il pirata mentre s’inchinava drammaticamente. "Sono il Capitano James Hook, detto Uncino, e sono un Cattivo."
 
Dopo essersi presentato, Uncino iniziò a raccontare la sua storia. Disse di provenire da una nobile famiglia inglese e di aver frequentato l'Eton Balliol College prima di entrare nella Marina Militare. Facendosi strada tra i ranghi, prestò dapprima servizio nei Caraibi durante il regno della Regina Anna, partecipando ad una battaglia dove finì per incrociare le lame con il leggendario pirata Barbanera.
 
"C'era qualcosa nel vecchio Edward Teach che attirò la mia attenzione,” spiegò Uncino con un sorriso quasi malinconico. "Aveva un carisma attorno a lui che era... magico, quasi."
 
"È per questo che sei diventato un pirata?" chiese Turbo, incuriosito.
 
"Suppongo sia ovvio," rispose quello con un sorrisetto. "Anche se non è stato così semplice. Non è che gli ho parlato e sono subito diventato un pirata. È stata una scelta graduale."
 
"Allora, cosa ti ha cambiato?" chiese Elsa.
 
"Mentre stavamo combattendo, Barbanera menzionò una cosa che aveva trovato durante i suoi viaggi," raccontò il pirata. "Lo ha definito come il più grande tesoro del mondo."
 
"E a cosa si riferiva?" domandò Ivan.
 
Il Capitano sorrise. "La vita eterna," rispose, solenne. "Disse che aveva trovato il Fiddler's Green."
 
"Fiddler's Green?" ripeté Jafar, inarcando un sopracciglio.
 
"È essenzialmente l'aldilà per i marinai," spiegò Uncino. "Barbanera affermò di aver trovato un modo per arrivarci senza dover morire. E se sei già nella terra dei morti da vivo, allora… una volta giunto lì non puoi più morire."
 
"Aspetta, aspetta, aspetta, penso di sapere dove stai andando a parare," disse Ade con un sorriso. "Questo aldilà a cui ti riferisci… è l'Isola che non c'è, vero?"
 
Quello annuì solennemente. "Molto astuto da parte tua, Ade," confermò mentre puntava un dito verso il dio greco.
 
"L'isola che non c'è?" ripeté Elsa, confusa.
 
"Vero, dimenticavo che voi siete nuova," osservò il Capitano mentre sorrideva verso Elsa. "Non conoscete ancora tutti i dettagli. Ebbene, per rispondere alla vostra domanda, l’Isola che non c’è è un'isola magica, ma allo stesso tempo, è come un altro mondo. Un mondo in cui il tempo si ferma, dove nessuno invecchia mai. Una terra di magia e fate."
 
Uncino fece una pausa prima di ridacchiare.
 
"Un po' come qui, in realtà," ammise con una scrollata di spalle, guadagnandosi una risata ironica dagli altri cattivi.
 
"Alfheim," rifletté Elsa con gli occhi spalancati. "Stai parlando di Alfheim. O almeno, è così che la mia gente la chiamerebbe."
 
"Suppongo di sì," concordò Uncino, annuendo.
 
"Allora, tutto qui?" fece Regina, divertita. "Barbanera dice di aver trovato l’aldilà e tu hai subito fatto: ‘Oh wow, dove devo iscrivermi?’"
 
"Certo che no," rispose il pirata con sospiro, facendo ruotare gli occhi. "Quando l'ho sentito per la prima volta non c’ho creduto affatto. Ho pensato che il grande Barbanera fosse semplicemente impazzito."
 
"E cosa ti ha fatto cambiare idea?" chiese Ivan.
 
"Ero lì quando Barbanera ci lasciò le penne," rispose quello. "Sono stato uno dei pochi uomini fortunati che hanno avuto l’onore di prendere d'assalto la fregata della Regina Anna. E quello che trovai lì… fu la miccia che fece scattare tutto."
 
Elsa ammiccò. "Cosa hai trovato?" domandò.
 
"Fate," rispose Uncino, con un tono nostalgico nella sua voce. "Bottiglie piene di fate. Fu allora che mi resi conto che Barbanera stava dicendo la verità. Aveva davvero trovato il Fiddler's Green."
 
"Cosa hai fatto, quindi?" chiese Facilier.
 
"Beh, non fui l'unico a vedere le fate in quell’occasione, e per questo le voci iniziarono a diffondersi tra l'equipaggio,” spiegò il Capitano. "E siccome divenne subito chiaro che io ero l’unico che si era fatto un'idea di ciò che Barbanera aveva fatto per raggiungere quella terra leggendaria, sempre più pirati iniziarono a venire da me in cerca di una guida. Fu allora che decisi di lasciare la Marina. Pensavo che forse avrei potuto ottenere qualcosa di più dalla vita se avessi assecondato quell’idea."
 
"Allora... ammutinamento?" Ade si azzardò a sorridere.
 
"Esattamente," rispose Uncino con un sorriso tutto suo. "I miei uomini ed io rubammo una delle navi della Marina, insieme alle fate e agli effetti di Barbanera, la ribattezzammo col nome di Jolly Roger e salpammo verso il Fiddler's Green."
 
"E quest’isola… era tutto ciò che speravi che fosse?" domandò a quel punto Regina.
 
"Beh, era la terra che la vecchiaia non poteva toccare," rispose il Capitano con un cenno del capo, prima che la sua espressione diventasse infastidita. "Ma era anche piena di sirene assassine, coccodrilli giganti e mocciosi guidati da quella pulce di Pan."
 
Uncino sospirò mentre un piccolo sorriso gli attraversava il viso.
 
"E il resto, come dicono, è storia," terminò il pirata, alzando il suo uncino e scuotendolo per dare enfasi, guadagnandosi un giro di risate da parte del resto dei cattivi.
 
"Grazie per aver condiviso con noi la tua storia, Capitano," disse Ivan, annuendo.
 
"C’è una cosa che non capisco, però," disse Elsa all’improvviso, riportando l'attenzione di Uncino su di lei. "Come hai perso la tua mano? Se non ti dispiace che lo chieda, ovvio…"
 
"Nessun problema, Vostra Maestà," rispose quello con un gentile cenno del capo. "Dopotutto, la maggior parte dei presenti conosce già la storia. Non è un segreto. Vedete, un ragazzo di nome Peter Pan mi ha mozzato la mano e l’ha data in pasto ad un coccodrillo."
 
Elsa trasalì all’udire ciò. "È... È orribile!" esclamò, un'espressione scioccata sul suo viso.
 
“Beh… in sua difesa, io stavo cercando di catturare tutte le fate dell’Isola,” ammise Uncino con un'alzata di spalle. "Ero convinto dell’idea di Barbanera, ovvero che fossero le fate a renderci immortali, mentre in realtà era la stessa Isola a farlo. Quando mi sono reso conto dell’errore, però, ero troppo accecato dal desiderio di vendetta per riuscire a fermarmi."
 
"Eh, ti capisco! Dopotutto, a mio parere, quel Pan Pan è davvero irritante," osservò Ade con un sorriso.
 
Da lì, il resto del gruppo andò avanti a raccontare le proprie storie. Regina raccontò di essere cresciuta in un piccolo villaggio dove aveva appreso la magia da una strega locale, e che questa cosa l'aveva aiutata a catturare le attenzioni di un Re. Jafar spiegò di come si era fatto strada dall’essere uno straccione nei vicoli di Agrabah fino a diventare il visir del sultano. Ursula raccontò di come crebbe venendo sempre giudicata dalla gente di Atlantica per il suo aspetto, fino a quando la sua rabbia la mise in conflitto con suo fratello, il re Tritone, portandola all’espulsione dal regno sottomarino. Il Dottor Facilier, infine, parlò di come era stato abbandonato dai suoi genitori e di come la sua codardia e il suo desiderio di fare successo lo avessero portato ad ingannare un principe arrogante ed ingenuo, cosa che alla fine gli costò molto cara.
 
Mentre Facilier riprendeva il suo posto, Ivan si schiarì la voce e sorrise all’intero gruppo.
 
"Grazie per averlo condiviso, Facilier," disse, annuendo verso tutti i Cattivi. "Davvero, devo veramente ringraziare tutti voi per essere venuti e per aver condiviso le vostre storie. Devo ammettere che, quando ho creato questo gruppo, non avrei mai pensato di finire ad avere così tanti di voi qui."
 
"Credimi, ragazzo," disse Regina con un sorrisetto. "Sono sorpresa quanto te."
 
"Tuttavia, è stato piuttosto interessante,” commentò Ade a quel punto. "Non credo di aver mai sentito la metà di queste storie."
 
"Davvero?" chiese Elsa, sorpresa. "Non siete tutti amici?"
 
"Sì, ma ciò non significa che parliamo di questo tipo di cose," rispose Ursula con uno sbuffo sprezzante.
 
"A proposito," disse Loki, sfoggiando un sorriso mentre indicava Elsa. "Non tocca forse a voi adesso, Maestà?"
 
"Oh, giusto," rispose lei, mentre la sua espressione diventava ansiosa. "Io... suppongo di poterlo fare."
 
Silenziosamente, Elsa si alzò in piedi e si guardò attorno mentre si sfregava nervosamente le mani, finché il suo sguardo non si posò su Ivan. Il giovane vide l’espressione supplichevole della donna, facendolo esitare per un momento, prima che un piccolo sorriso incoraggiante si diffondesse sul suo viso.
 
"Va tutto bene," la esortò lui, sincero. "Non avere paura. Nessuno ti giudicherà male, fidati."
 
Pensando a ciò che le aveva detto, Elsa annuì e gli fece un piccolo sorriso. Poi fece un respiro calmante e riportò la sua attenzione verso i cattivi raccolti attorno a lei.
 
"Sono la regina Elsa di Arendelle," disse, lenta e pacata. "E suppongo che, sotto diversi aspetti… sono un Cattivo anch'io."
 
Da lì, Elsa raccontò la storia della sua infanzia e gli eventi che portarono alla sua incoronazione e alla ricaduta di tutto ciò che accadde in seguito. Quando ebbe finito, Elsa si guardò attorno per osservare gli altri, e fu sorpresa di scoprire che aveva la loro massima attenzione.
 
"Aspetta, aspetta," disse Turbo, con un'espressione confusa in faccia. "Ho sentito questa storia due volte e mi sento come se ne avessimo saltato una parte."
 
"Perché?" chiese Elsa, corrugando la fronte.
 
"Perché non ci hai detto come, esattamente, hai ottenuto i tuoi poteri," spiegò Turbo.
 
"Oh, capisco," rispose lei con un sorriso imbarazzato. "La verità è che non lo so. Per quanto ne so, ho sempre avuto i miei poteri. Penso di esserci semplicemente nata."
 
"Quindi, hai sempre avuto questi poteri?" domandò Jafar. "E i tuoi genitori ti hanno costretta a reprimerli?"
 
"I miei poteri erano pericolosi,” rispose Elsa, chiaramente sorpresa dalla domanda. "Dovevo proteggere le persone, e specialmente mia sorella, da essi."
 
"I tuoi poteri erano pericolosi solo perché non sapevi come controllarli," replicò Regina. "E forzandoti a non usarli, i tuoi genitori ti hanno solamente indotta a congelare il tuo paese in una nuova era glaciale."
 
"Se le persone avessero saputo del mio potere, avrebbero avuto paura di me," sostenne ancora la bionda, visibilmente scossa dalla reazione che gli altri stavano avendo.
 
"Intendi le stesse persone che ti hanno abbracciata quando hai finalmente capito come tenere sotto controllo i tuoi poteri?" osservò sarcasticamente Loki con un sorrisetto.
 
"I-Io... Non capisco cosa state cercando di dire," disse Elsa, la sua espressione persa. "I miei genitori mi volevano bene."
 
"Oh, tesoro, no,” sospirò Ursula, scuotendo tristemente la testa ed offrendole uno sguardo consapevole. "I tuoi genitori amavano solo una parte di te. Il resto, la parte dei tuoi poteri, li spaventava e basta. Fidati di me, lo so. Ci sono passata anch’io."
 
Quell'affermazione sembrò colpire Elsa come un colpo fisico, e la donna si lasciò cadere sui talloni prima di affondare lentamente sulla sedia.
 
"Va bene, penso che per oggi sia abbastanza," disse immediatamente Ivan, guardando ad Elsa con chiara preoccupazione mentre alzava una mano per fermare gli altri.
 
"Ivan ha ragione," concordò Ade mentre si alzava in piedi a sua volta, un'espressione di dispiacere sulla sua faccia. "Penso che dovremmo finirla qui, altrimenti la nuova ragazza rischierà di rompersi."
 
Detto questo, anche gli altri cattivi si alzarono in piedi ed iniziarono a uscire dalla stanza, alcuni di loro che guardavano Elsa con preoccupazione mentre lei restava seduta con un'espressione persa sul viso. In particolare, Loki indugiò un attimo sulla porta, lanciando un'occhiata tra Ivan ed Elsa, prima di andarsene. Ed una volta che i cattivi se ne furono andati, il giovane si voltò a guardare Elsa con un'espressione preoccupata.
 
"Stai bene?" le chiese, esitante.
 
"Io…" iniziò a rispondere Elsa, prima di fermarsi a sbattere le palpebre un paio di volte. "Credo di sì. Mi è appena stato dato molto su cui riflettere."
 
"Mi dispiace," sospirò lui, grattandosi la nuca. "Non pensavo che avrebbero detto quelle cose."
 
"Non hanno fatto nulla di male, Ivan," lo rassicurò Elsa con un piccolo sorriso. "Erano onesti nelle loro opinioni. Non posso criticarli per quello."
 
Il ragazzo annuì, sospirando. "Tuttavia, sono sicuro che non era quello che ti aspettavi quando sei venuta qui oggi," commentò allora con una piccola risatina, cercando di rallegrala.
 
"No," concordò lei, mentre la sua espressione si innervosiva nel frattempo che metteva da parte le altre preoccupazioni e cominciava a mordersi il labbro inferiore. "Sono venuta qui per una ragione completamente diversa, in tutta onestà."
 
"Ah sì?" fece quello con un sopracciglio inarcato. “E quale sarebbe?”
 
"Ti devo delle scuse, Ivan," disse Elsa a quel punto, alzandosi in piedi.
 
Il giovane ammiccò. "Scuse? Per cosa?" chiese lui, confuso.
 
"Per come ci siamo salutati l'altra sera," spiegò Elsa, distogliendo lo sguardo da Ivan mentre si avvolgeva le braccia attorno a sé. "Non... Non sono stata onesta con te."
 
"…che vuoi dire?" domandò Ivan, con una sensazione di ansia che gli cresceva nel petto.
 
"Quando noi..." iniziò a dire lei, prima che la sua voce svanisse e un'espressione di frustrazione si formasse sui suoi lineamenti. "Q-Quello che voglio dire è..."
 
Arrossendo furiosamente, Elsa gemette, incapace di trattenere l’imbarazzo, e si seppellì il viso tra le mani.
 
"Ehi, Elsa," disse Ivan, preoccupato, facendo un passo verso la regina. "Va tutto bene."
 
"No, invece," ribatté lei con una risata amara, abbassando lentamente le mani. "Sono una donna adulta e una regina, per di più. Dovrei essere in grado di parlare dei miei sentimenti difronte alle persone senza finire per trasformarmi in una scolaretta terrorizzata."
 
"Beh, ricordati solo che non sei difronte ad altre persone," disse allora lui, indicando la stanza vuota. "Ci sono solo io qui."
 
"Ma è proprio questo il problema," esalò Elsa, prima di sospirare. "E, allo stesso tempo, non lo è."
 
Il giovane era completamente perso. "Cosa intendi dire?"
 
"Nel poco tempo che ho trascorso assieme a te, mi sono sentita... n-non so, me stessa," spiegò alla fine Elsa, posandosi una mano sulla guancia e guardando in basso. "Non come la Regina delle Nevi, o la sovrana di Arendelle. Solo… me stessa. Elsa. E questa è una cosa che mi accade solo con mia sorella."
 
Ivan rimase spiazzato da quella dichiarazione. "…wow," esalò, sbattendo le palpebre. "I-Io… non so cosa dire…"
 
"Allora lasciami parlare prima che perda il coraggio," disse lei, abbozzando un sorriso amichevole. "Perché anche se ho agito diversamente, quella sera, prima di salutarti, avrei voluto dirti una cosa molto importante."
 
"Cosa..." cominciò a dire il ragazzo, una strana sensazione di terrore che gli stava iniziando a stringergli il cuore.
 
"Volevo dirti che tu mi piaci," dichiarò Elsa, interrompendolo di colpo. "Romanticamente."
 
Passarono due secondi di silenzio.
 
Ivan rimase immobile, sconvolto, i suoi occhi che si sgranavano all’infinito mentre Elsa abbassava le mani e le stringeva a coppa dietro la schiena.
 
"T-T-T-Tu…" sbottò il giovane, il suo viso rosso come un peperone. "S-Stai dice-"
 
"Tu mi piaci," lo interruppe nuovamente Elsa, le sue guance rosse ma il suo sguardo attaccato a quello di Ivan, un'espressione seria sul suo viso. "Come uomo, e come persona."
 
Ivan sembrò avere diversi problemi ad elaborare ciò che Elsa gli aveva appena detto, riuscendo solo ad ammiccare stupidamente le palpebre e restare a bocca aperta.
 
"D-Davvero? Io… ti piaccio?"  esalò alla fine lui, senza voce, la sua mente ancora agitata nel tentativo di elaborare tutto.
 
"Sì," rispose lei, girando timidamente lo sguardo verso i suoi piedi. "Penso che tu sia divertente, gentile, e più coraggioso di quanto io possa mai sperare di essere."
 
Alzando lo sguardo, il viso di Elsa divenne quasi completamente rosso mentre gli sorrideva.
 
"S-Senza contare, ovviamente, che sei anche attraente," continuò.
 
Questa affermazione sembrò stupirlo come non mai, inducendolo a fissarla a bocca aperta per alcuni istanti.
 
"Ma ti capisco se non riesci a ricambiare i miei sentimenti," continuò Elsa, la sua espressione che si faceva triste mentre abbassava di nuovo lo sguardo. "Dopotutto, visto come mi sono comportata, sono certa-"
 
"S-Sono quasi assolutamente sicuro che mi piaci anche tu," la interruppe bruscamente Ivan, di colpo.
 
Ora fu il turno di Elsa di fissarlo a bocca aperta, sorpresa.
 
"…r-romanticamente," aggiunse quello, abbassando lo sguardo, il suo viso paonazzo.
 
"…oh," esalò Elsa, sconvolta, incapace di dire altro dopo quella dichiarazione inaspettata. Allungò una mano ed iniziò a giocare con la sua coda di cavallo. "…ok. Q-Questo è... bene."
 
Passò un altro momento di silenzio mentre i due si fissavano. Poi, all'improvviso, Ivan emise uno sbuffo che si trasformò rapidamente in una risata, che a sua volta spinse Elsa ad emettere una risatina che cercò di sopprimere con la mano, mentre tutta la tensione precedente lasciava i loro corpi allo stesso tempo.
 
"…è strano, vero?" chiese allora Ivan una volta riuscito a riprendere fiato. "Quello che proviamo adesso. Dopo esserci liberati così, intendo."
 
"Sì, è… è strano," concordò a sua volta Elsa, cercando di riguadagnare la sua compostezza. "Ho passato così tanto tempo a preoccuparmi di questa cosa, che far uscire tutto e liberarmene è… piacevole."
 
Lui annuì. Poi si fece di colpo esitante. "Quindi… cosa facciamo ora?" chiese a quel punto, grattandosi la nuca.
 
La donna sorrise. "Beh, suppongo che dovremmo provare a passare più tempo insieme," rispose, scrollando le spalle e prendendo coraggio. "Ti andrebbe di pranzare con me, più tardi?"
 
"A-Assolutamente," rispose lui con un largo sorriso, prima di guardarsi intorno e fare una smorfia. "Però devo prima sistemare questa stanza."
 
"Ti aiuto io," si offrì subito lei, avvicinandosi al tavolo degli snack. "In questo modo finiremo in tempo record.”
 
“O-Ok…” fece lui, incapace di dire altro.
 
E così, accennando con la testa in segno di approvazione, Ivan si mosse per raccogliere le sedie pieghevoli mentre Elsa iniziava a liberare il tavolo dagli snack. E mentre il giovane accatastava le sedie in una pila nell'angolo, lanciò inconsciamente un'occhiata sorpresa alle sue spalle verso Elsa; la quale, allo stesso tempo, stava facendo la stessa cosa con lui mentre lo osservava di soppiatto, ancora incredula per ciò che era appena successo.
 
I loro sguardi si incontrarono.
 
E tutti e due sorrisero.
 
 






 


INFO SULLA STORIA
 
UNANIMUS è essenzialmente un mondo digitale dove finiscono tutti i personaggi dei film, delle serie tv, dei cartoni, dei libri, e dei videogiochi del mondo reale. È diviso in quattro parti, tutte in continua espansione e senza limite di crescita. Queste quattro parti sono separate tra di loro, ma comunque collegate per permettere scambi e viaggi da una parte all’altra.
 
Magic Kingdom – luogo immenso e in continua espansione dove vivono i personaggi delle opere Disney, inclusi anche quelli delle opere acquistate dalla Disney come Marvel e Star Wars. È diviso in tre distretti: il Distretto Ovest, quello Centrale, e quello Est.
 
Merry Kingdom – il luogo dove vivono i personaggi delle opere Warner Bros e dei film di tutte le altre case di produzione. La maggior parte dei protagonisti dei film non Disney vivono lì. È diviso in due distretti: il Distretto Nord, e quello Sud.
 
Gaming Kingdom – il luogo dove vivono i personaggi dei videogiochi. È un’immensa citta in continua crescita che ospita tutti i protagonisti dei videogiochi, di qualsiasi generazione e console. Non è divisa in distretti, ma la città è più isolata rispetto agli altri tre regni di UNANIMUS. Difficilmente gli abitanti degli altri regni riescono ad entrare in questo posto.
 
Internet – il mondo digitale più grande di UNANIMUS. È il luogo dove vivono essenzialmente i personaggi di Anime, fumetti, e libri; ma spesso anche personaggi di film e cartoni vi si trasferiscono. Funge da collegamento tra i due regni principali (Magic Kingdom e Merry Kingdom) con quello dei videogiochi (Gaming Kingdom).
 
 
Personaggi apparsi in questo capitolo:
 

Ivan Strike (????) 
  
        
ELSA (Frozen)
  
 
LOKI (Marvel Universe)
 
 
ADE (Hercules)
     
 
TURBO (Ralph Spaccatutto)
 
 
CAPITAN UNCINO (Peter Pan)
 
 
JAFAR (Aladdin)
 
 
DOTTOR FACILIER (La Principessa e il Ranocchio)
 
 
URSULA (La Sirenetta)

 
REGINA (Biancaneve e i Sette Nani)

 
   
 
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