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Autore: Asmodeus    29/06/2020    3 recensioni
Una raccolta di momenti dolci e demenziali su due giraffe innamorate troppo carine, ovvero Martino e Niccolò.
Pillole di vita quotidiana, baci, momenti stupidi e altre piccolezze simili, per provare a strapparvi un sorriso e per celebrare questa splendida coppia.
| Raccolta di brevi one-shot e flashfic partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
- I capitoli #12 e #13 partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
- Il capitolo #17 partecipa al contest "Countdown" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Martino Rametta, Niccolò Fares
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I mille risvegli di Niccolò

DOMENICA
11:47
28 giugno 2020


Niccolò conosce mille modi e luoghi diversi in cui svegliarsi alla mattina, alcuni migliori altri peggiori.
Aprire gli occhi con la testa appoggiata su un cuscino nel proprio letto è sempre bello, ma banale.
Si è svegliato varie volte con la testa piena di sabbia dopo nottate passate in spiaggia a guardare la luna sul mare. Oppure disteso sul pavimento nei luoghi più disparati: la casa di Giovanni a Bracciano ha uno dei pavimenti migliori perché sa tanto di casa, ma ha conosciuto anche pavimenti peggiori, molto peggiori.
Si è svegliato varie volte con la testa giù dal materasso; o disteso a stella marina occupando tutto il letto; varie volte stava abbracciando la testiera del letto al posto del cuscino.
Anche i suoni del risveglio sono sempre stati i più disparati: la sveglia, il traffico, la sirena di un’ambulanza, il bollire della moka col caffè che sale, sua madre che gli grida che deve andare a scuola.
Svegliarsi su un ramo di un albero grazie al canto degli uccellini e la voce di Martino che lo interroga preoccupato e il sudore che gli imperla la fronte per il caldo, il tutto mischiato insieme, è qualcosa che non gli è mai capitato prima.
«Cosa ci fai lassù?»
Niccolò non sa bene cosa rispondere.
Il ramo è uno dei più bassi dei vari alberi nella villa di Edoardo, e ieri sera lì dove è lui adesso Luchino e Silvia stavano limonando senza ritegno: aveva anche agguantato Martino per i fianchi dopo averli visti, trascinandolo verso la sua bocca per sfidarli in una gara a distanza a chi limona meglio.
Ovviamente né Luchino né Silvia né tantomeno Martino avevano capito la cosa, ma Niccolò sa che la gara l’hanno vinta loro due e tanto basta.
«Nì? Ma che fai, dormi?»
Finalmente apre gli occhi e si gira verso la voce del suo ragazzo.
Deve essere quasi mezzogiorno, dal caldo che fa; si sentono le voci degli altri in lontananza, Giovanni deve aver messo su una playlist bella carica per svegliare gli ultimi addormentati dalla sbornia post-festa di fine anno; Luchino sta urlando qualcosa, ma per fortuna gli uccellini coprono quasi tutto a parte la voce di Martino.
È così bello, anche se ha la faccia un po’ preoccupata: la camicia che ha indosso è stropicciata e intrisa ancora del sudore della notte passata, ma gli sta da dio.
Lo sta fissando con quegli occhi da cerbiatto che sono la fine del mondo, e le lentiggini leggere sulle guance sono coperte da un filo di barba rossiccia che si sposa benissimo coi suoi capelli castano ramati.
«Vieni qui anche tu» lo invita a salire, dando una pacca al legno in mezzo alle sue gambe.
Martino alza un sopracciglio interrogativo, ma si issa con facilità sul basso ramo e gli si posiziona a cavalcioni poco più avanti.
«Più vicino?» lo supplica.
Fa caldo, stanno sudando entrambi anche così lontani.
Ma vuole sentire la sua pelle sotto le dita, e affondare le mani nei suoi capelli meravigliosi.
Martino alza gli occhi al cielo ma si avvicina; Niccolò lo agguanta appena si trova a portata, e se lo issa in braccio.
Affonda il viso nell’incavo della sua spalla, e annusa quel profumo così famigliare che è l’odore del suo Martino e che batte qualunque altra essenza del mondo.
Stanno così per un po’, e Martino lo lascia esplorare il suo corpo con l’olfatto e il tatto, le sue mani che lo toccano ovunque per agganciarsi alla realtà che troppo spesso gli scivola tra le dita.
Poi si allontana e torna a guardarlo in quel viso splendente e sorridente.
«Mi sono svegliato e non eri più di fianco a me. Si può sapere perché sei venuto a dormire quassù?» lo interroga il più piccolo.
Non è deluso, solo curioso: il suo Nicco è imprevedibile, ma Martino si sforza ogni giorno di conoscerlo meglio, per amarlo sempre di più.
Niccolò strofina i loro nasi l’uno con l’altro, poi lo fissa dritto negli occhi.
«Faceva caldo, Luchino russava e questo ramo sembrava abbastanza fresco e abbastanza lontano dal rumore. E poi non volevo disturbarti».
Martino gli sorride alzando gli occhi al cielo e gli lascia un bacio veloce sulle labbra.
«Tutto qui? Sicuro sicuro?» chiede un’ultima volta.
«In realtà, no» confessa.
Le sue labbra si stirano in un sorriso concentrato, mentre alza la mano sinistra di Martino con la sua e lo obbliga ad aprire il palmo.
Poi appoggia la sua mano destra contro quella del più piccolo, palmo contro palmo, e fissa le loro mani fin troppo simili e così adatte a stare l’una in quella dell’altro.
Martino fissa prima le mani e poi lui con uno sguardo interrogativo.
«Mentre riguardavamo Tarzan insieme l'altra sera, mi chiesto come dev’essere vivere in una giungla. E ora che ci faccio caso, abbiamo gli uccellini, abbiamo gli alberi… e ho anche il mio selvaggio qui con me!»
Niccolò conclude il tutto con un sorriso a trentadue denti divertito, spiazzando Martino.
«Cioè, tu stai dando a me del selvaggio?» esclama fintamente offeso il più piccolo.
«Esattamente» ride di rimando Niccolò, gli occhi che scintillano di felicità.
«Beh, cara la mia Jane» lo attacca allora il più piccolo «visto che sono un selvaggio, mi perdonerai se non conosco le buone maniere e ti tiro giù da questo ramo, vero?»
Martino non aspetta la risposta dell’altro, ma si avventa sui fianchi e le ascelle di Niccolò con le dita pronte a colpire con un letale solletico, cogliendo il suo ragazzo di sorpresa.
Si azzuffano per un po’ in quella lotta di risate e di dita, come se fossero ancora due bambini che si divertono con niente, almeno finché Martino non si protende troppo in avanti per colpire il fianco scoperto di Niccolò.
Si sbilanciano entrambi, e se non fosse per i riflessi di Niccolò finirebbero entrambi a terra in un capitombolo.
Martino si ritrova a testa in giù e con metà corpo steso sulle gambe di Niccolò, senza sapere nemmeno come ciò sia successo: sta guardando il mondo tutto sottosopra, ma scoppia a ridere per il pericolo scampato, seguito a ruota dal suo ragazzo.
«Ok, mi sa che mi sono sbagliato» annuncia tutto serio Niccolò, «sei troppo imbranato per essere Tarzan».
«E tu troppo screanzato per essere Jane» gli fa il verso il rossiccio, cercando di rimettersi in equilibrio uscendo da quella complicata situazione.
Niccolò lo aiuta a tirarsi su e sono di nuovo l’uno nelle braccia dell’altro che ridono, le guance rosse per il caldo e il solletico, i capelli di Martino sparati ovunque e la fronte di Niccolò che scintilla di sudore.
«Aò, avete finito di fa’ le scimmie lassù voi due?» urla Giovanni dal patio; sta sventolando la mano per richiamarli in mezzo a loro, mentre gli altri loro amici li stanno guardando ridendo.
«C’ho fame e stamo aspettando solo voi, dateve ‘na mossa!» conclude il suo migliore amico, e Martino imbarazzato gli fa un cenno di assenso; poi guarda Niccolò, ancora più rosso in volto ma davvero felice.
«Andiamo, Tarzanico?» domanda ridendo, per poi aggiungere a bassa voce «e comunque, per la prossima serata Disney, il film lo scelgo io. Sennò finisce che vuoi provare ad essere anche una sirena e finiamo per affogare!»
«Come vuole lei, miss Jane Rametta» annuisce Niccolò prima di stampargli un bacio sulle labbra; poi, lo aiuta a scendere dal ramo e scende a sua volta.
Niccolò conosce mille modi e luoghi diversi in cui svegliarsi alla mattina, alcuni migliori altri peggiori.
Ma di una cosa è certo: nulla batte la fortuna di potersi svegliare sempre con un Martino Rametta al proprio fianco.
Anche se lui è un pessimo Tarzan, tu sei una pessima Jane, e per la giungla forse è meglio aspettare ancora un po’.

 

[1295 w.]

 

🦒💙🦒

[Prompt 24. "Cosa ci fai lassù?"]

Ed eccoci qui con questa quarta clip a tema giungla e Disney!

Sì lo so, vi state chiedendo cos'è questa cretinata che avete appena letto, vero? Beh non lo so nemmeno io! Quando ho letto il prompt di Soul, ho subito pensato a Niccolò che dorme su un albero, ed è bastato sentire ieri "Figlio di un uomo" dalla playlist della Disney che metto su a volte per farmi la doccia che puff! ecco partorita questa cosa qui! (No lo ammetto, ha fatto la sua parte anche la sbornia presa ieri al pride, ma non si può giustificare tutto con l'alcool no?) Diciamo che almeno Niccolò ce lo vedrei anche come un novello Tarzan, con la sua passione per il Bioparco e le giraffe... ma meglio non dargli troppe strane idee!

Grazie a chiunque abbia voluto leggere questo mio ennesimo delirio, per gli insulti lasciate pure una recensione rossa, e alla prossima clip! (che spero sia meno demenziale di questa roba qui, ma who knows?!)



   
 
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