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Autore: Manocoll    30/06/2020    0 recensioni
Jury Devlin, provetto subacqueo, è entusiasta dell'offerta di lavoro ricevuta. E' stato infatti contattato da Henrick Notron, famoso biologo marino, per un delicato incarico nel Mediterraneo. L'unico scoglio che deve superare è covincere la moglie Ann, abile fotograva che da tempo desidera un bambino, a seguirlo nell'impresa. Quando finalmente ci riesce, pensa di avere risolto ogni problema, ma i guai sono in agguato. Prima di partire per il mar Egeo, dove dovrano immergersi, Jury riceve una telefonata minatoria, e lcuni incidenti che accadono loro una volta giunti a destinazione li convincono che devono esserci in gioco grossi interessi. Cosa c'è di così prezioso in quei fondali e chi è tanto malvagio da non esitare a uccudere purché il segreto resti inviolato?
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12


 
 
Ma il destino decretò altrimenti, perché al loro ingresso nella taverna un ragazzò alzò lo sguardo e s’illuminò in viso quando vide Xander. Era Alan, che non lo vedeva dal giorno della sua misteriosa scomparsa.

Una volta effettuate le presentazioni, Xander e Julian si sedettero con lui.

Furono soprattutto i due ragazzi a parlare e Julian ascoltò con interesse mentre Xander eludeva abilmente le domande troppo imbarazzanti. Notò tuttavia che rispondeva esaurientemente alle ansione domande si Alan sul conto di Riley Nilved.


«Volevo telefonare alla villa per avere sue notizie, ma temevo di disturbare», disse Alan.

«Perché non vieni con noi adesso?» gli propose Xander d’impulso.

Così il ragazzo li seguì alla villa e il caso volle che incontrasse subito Tommy. Mentre risalivano, lo videro seduto sul muricciolo della terrazza. Stava parlando con Riley, che li salutò cordialmente e si alzò subito in piedi. Dopo aver scambiato qualche parola, Xander e Julian entrarono nella villa, volendo parlare un momento in privato prima che Julian telefonasse al suo ufficio. Nel frattepo Tommy e Alan cercarono d’ignorarsi mentre Riley parlava con entrambi.

Riley sbirciò dall’uno all’altro, dapprima perplesso, poi preoccupato. Essendo abituato a parlare senza peli sulla lingua, caricò come un toro in un negozio di cristalleria.

«E va bene, ditemi tutto. Che cos’è successo fra voi due?»

Entrambi furono colti di sorpresa dalla domanda. Alan piu estroverso di Tommy, fu il primo a reagire.

«Che cosa dovrebbe essere successo? Non capisco quello che vuoi dire.»

Ma abbassò lo sguardo qualdo Riley lo guardò negli occhi. Poco dopo lui si rivolse a Tommy.

«Tu hai capito quello che voglio dire, vero?»

Tommy non rispose, ma nello spazio di un breve istante capì quello che da tempo cercava d’ignorare. A un tratto ne fu anche fin troppo consapevole… amava ancora Alan e l’avrebbe sempre amato. Ma era destinato a soffrire, perché lui lo disprezzava profondamente.

Così rimase in silenzio e Riley li osservò entrambi. Quando Tommy rizzò la testa e si arrischiò a guardare Alan. Riley emise un lungo sospiro e si alzò in piedi.

«Coraggio, alzatevi!» ingiunse imperiosamente ai due giovani. Sorpresi da quell’ordine, entrambi ubbidirono automaticamente e Riley rivolse a loro un sorriso incoraggiante. «Forse dovrei sbattervi le teste una contro l’altra, ma mi limiterò a darvi una spintarella.»

Posò la mano sulla schiena di ciascuno dei due giovani e li spinse uno verso l’altro. Alan vacillò leggernente, ma Tommy lo sorresse… e lo tenne fra le braccia mentre Riley si affrettava a togliersi di mezzzo.

 
Poco prima dell’ora di pranzo, quando Julien e Xander  entrarono nella villa, Henrick apprese con piacere che Julian era entusista dell’isola e suggerì al suo ospite di chiedere ai suoi collaboratori il permesso di fermarsi ancora qualche giorno.

«Telefoni pure dallo studio», lo esoertò. «La sarà più tranquillo.»

Quando Julian lasciò la stanza, Xander si affrettò a seguirlo, sapendo che lui avrebbe voluto parlargli ancora prima di telefonare. Lo trovò davanti alla finestra dello studio, intento ad ammirare  l’azzurra distesa del Mediterraneo. Indugiò un momento a osservarlo, pensando  che sapeva  pochissime cose sul suo conto… a parte il fatto che ai tempi aveva lavorato per Frank per la causa della libertà in Unione Sovietica.

Julian si girò soltanto quando Xander ebbe chiuso la porta con un lieve rumore.

«Bene, hai preso una decisione?» gli chiese gravemente, ma Xander colse il lampo scherzoso del suo sguardo.

«Se decidessi di rimanere, tu cosa faresti?» chiese di rimando.

«Quello che ti ho già proposto, e farei in modo di poter restare qui ancora qualche giorno. Direi al signor Notron che purtroppo mi hanno ordinato di andare a Cipro e che quindi non posso portarti in Inghilterra come mi era stato chiesto.

Perplesso Xander corrugò la fronte.

«Ovviamente telefonerò a Frank e gli spiegherò tutto», continuò Julien. Quanto al resto, dipende soltanto da te.» Gli rivolse un sorriso incoraggiante, ma Xander rimase serio. «Hai qualche altro problema, Xander?»

«Non capisco perché tu voglia chiedere il permesso di rimanere qui ancora qualche giorno, visto che intendi dire a Notron che ti mandano a Cipro.»

«Davvero non lo capisci?» domandò lui lentamente, e Xander credette di scorgere la delusione nelle profondittà dei suoi occhi castani. «Speravo proprio che l’avresti capito. Bene, la spiegazione è semplicissima: voglio restare con te. Non sopporto l’idea di lasciarti.»

Così Julian lo contraccambiava!  Xander aveva tenuto di essere il solo a soffrire per l’imminente separazione. Per un momento non osò credere di avere capito bene. Era veramente successo anche a lui… e in così poco tempo?
«Ache cosa stai pensando, Xander?

«Che mi sembra di conoscerti da sempre, anche se ci siamo incontrati pochi giorni fa», rispose lui con franchezza.

Lo guardava con una strana intensità e Julian provò un senso d’imbarazzo.
«Devo fare questa telefonata», ripeté vivacemente. «Se vuoi dirmi le tue intenzioni.»

Xander cercò di concentrarsi sulle necessità contingenti.

«Credo che dalle menzogne non possa nascere niente di buono», rispose finalmente, guardandolo negli occhi. «E non ho certamente il diritto di coinvolgerti in un inganno.»

«Vuoi dire che non dovrei ungannare il signor Notron con la storia di Cipro? Be’, per me va benissimo, ma… per te?»

Xander accennò un tremulo sorriso.

«Come hai detto, il resto dipende da me. Telefona pure, fa’ quello che ti sembr meglio. Quanto a me…. credo che riusciro a cavarmela come sempre.»

«Se dovessi seguire il mio istinto, ti porterei a bordo del mio aereo e volerei nel profondo del cielo. Credi che questo corrisponda alla tua idea di “cavartela”?»
Xander, annuì, ridendo, e in quel momento entrambi capirono che fra loro si era stabilita una corrente di comprensione totale e profonda. Julian sentì che Xander lo avrebbe seguito sempre e ovunque.

«Ci vediamo fra qualche minuto», disse, aprendogli la porta dello studio.

«Quando dirò al signor Notron che partiamo insieme.»


Mentre Xander parlava con Henrick, Riley Nilved rientrò nella villa.

«Avrai parecchi ospiti a pranzo», annunciò, sapendo che Henrick non chiedeva di meglio. Xander e Julian hanno portato Alan.»

«Sì. Xander me l’ha appena detto», sorrise Henrick. «Sono ben felice di averlo, naturalmente. Dov’è a proposito?»

«Ancora sulla terrazza con Tommy», rispose Riley strizzandogli l’occhio.

«Stanno… be’, si potrebbe dire che si stanno ritrovando.»


«Tommy e Alan?» domandò Henrick con stupore. «Be’, chi l’avrebbe mai detto! Oh, ecco Julian… È riuscito a parlare con i suoi collaboratori, signor Giarc?»

«Sì, grazie», eispose Julian, ma non sembrava per nulla soddisfatto.

«Finalmente mi hanno risposto, ma… be’, pare che ci sia un imprevisto.»

Rivolse a Xander un’occhiata contrita. «Mi hanno ordinato di tornare a Rodi al piu presto.»


«A Rodi!» esclamò Henrick. «Oh, santo cielo! E Xander, allora?»

«Mi rincresce immensamente, ma non posso accompagnarlo in Scozia», rispose Julian con aria desolata.

«Mi dispiace abbandonarti così, Xander.»

Lui cercò di celare il proprio disappunto per il contrattempo.

«Ti dispiace di non portarmi via, vorrai dire!» replicò, costringendosi a sirridere. «Ma non preoccuparti, sono venuto qui con i miei mezzi e posso benissimo tornare a casa da solo!»

In quel momento giunsero Jury e Ann. Erano andati al porto per togliere la loro attrezzatura dal battello di Notron e sentirono le ultime parole di Xander.

«Che cos’è questa storia? Perché vuoi tornare in Scozia da solo?» domandò Jury.

Julian spiegò brevemente che aveva ricevuto dei nuovi ordini.

«Allora perché non torni con noi, Xander? Suggerì Ann. «Partiremo domani o dopo.»

Tutti approvarono la proposta, Henrick, in particolare, fu felice del fatto che Xander potesse tornare a casa con i Delvin, e perfino Julian si sentì più tranquillo.

Appena fu possibile, si appartò con Xander per parlare in privato e gli disse che sarebbe partito con il traghetto del pomeriggio di lì a due giorni.
«Così restano quarant’otto ore di tempo. Adesso so come si sentono i condannati alla vigilia dell’esecuzione.»

La voce di Henrick li interruppe.

«E l’ora dell’aperitivo!», annunciò sorridendo benevolmente. «Vi consiglio un buon vino bianco.»

«Vado a dirlo a Xena», si offrì subito Riley.

Trovò la ragazza in cucina e la guardò disporre le olive intorno a un suotuoso piatto di frutti di mare.

«Non vedo l’ora che tu cucini per me!» disse dopo un momento.

«Mi vuoi solamente come cuoca?» lo sfidò lei scherzosamente.

Eluse il rapido movimento di Riley e ricevette il suo bacio sulla punta del naso.
Scoppiarono entrambi a ridere e lui si ripromise di baciarla in un momento più opportuno.


Mentre gli altri sorseggiavano l’aperitivo, Julian andò nello studio per telefonare a Frank, ma apprese da Margot che era uscito a fotografare alcuni falchi pellegrini.

«Deve riferirgli qualcosa? chiese Margot, poi aggiunse con un’intuizione inprovvisa: «Riporti Xander a casa, vero?»

Lui spiegò l’imprevisto meglio che poteva.

«Ma andrà tutto bene», concluse. «Xander partirà con i Delvin.»

«Oh, bene!» approvò Margot. «E come stanno i Delvin? Tommy è con loro, vero?»

«Oh stanno benissimo, per quanto mi risulta. Quanto a Tommy, pare che abbia perso la testa per un ragazzo che ha conosciutio a Xanthos, una vera bellezza! È meraviglioso essere giovani, verò?» rise Julian come se non avesse più l’età di simili follie.

 
Henrick Notron guardò i commensali con un misto di gioia e di tristezza. Poteva considerarsi fortunato di avere la compagnia di quei giovani.

Certo, si disse, ora doveva tornare alla sua terra natale… ma prima doveva fare qualcosa: scrivere una relazioine sulla sua ultima scoperta, sulla conferma della sua teoria. Terminto quel lavoro, sarebbe tornato in Scozia, il paese dove intendeva finire i suoi giorni. Ma avrebbe conservato quella villa a Xanthos e vi avrebbe passato le vacanze. Inoltre doveva pensarea Xena e tutto lasciava supporre che non fosse l’unico a interessarsi della ragazza. Anche Riley Nilved sembrava ansioso di provvedere al suo futuro.

Nel corso del pomeriggio, Tommy riaccompagnò Alan all’ostello, ma prima di arrivare alla strada costiera, i due giovani svoltarono nel bosco. Tommy attirò Alan a sé e lo strinse con una passione quasi disperata, riluttante a lasciarlo.
Quando arrivarono al cancello dell’ostello, Alan si scostò un poco da lui è guardò le loro mani intrecciate. Sul mignolo Tommy portava l’anello che Jury e Ann gli avevano regalato il giorno del suo diciottesimo compleanno.

Con un gesto impulsivo, Alex si sfilò il cerchietto d’oro e lo trasferì sul dito di Alan, scoprendo che vi si adattava perfettamente.

«Alan, vuoi portarlo? Finché non te ne avrò regalato un altro, naturalmente.»

«Tommy» esclamo lui con gli occhi luccicanti di commozione.

«Ci vediano stasera», disse lui gentimente. «Ti aspetterò alla taverna dalle dieci in poi.»

Ogni dubbio era svanito… non soltanto Tommy sentiva che lui e Alan erano fatti l’uno per l’altro, ma lo sapeva.

Quando arrivò al villino, Jury e Ann erano già occupati a preparare i bagagli.
«È tutto sistemato», lo informò Jury. «Ho prenotato cinque posti su traghetto di dopodomani.»

«Cinque?»

Sì, Julian ci accompagnerà fino a Ephira, dove c’è il campo d’aviazione più vicino. È là che ha lasciato il suo aereo.»

«Oh, capisco. A dire il vero non so bene che cosa gli abbia impedito di portare Xander a casa. Non ero presente, quando lo ha spiegato.»

«No, eri occupato con Alan», sogghignò Jury. «Devo dire che ammiro la tua scelta più della sua» aggiunse scherzoramente, quindi spiegò a Tommy che Julian aveva improvvisamente cambiato programma.

Cenarono in fretta, poi Ann dichiarò che voleva ripulire le stanze al primo piano, Jury disse che doveva scrivere il suo rapporto Henrick.

«Siete d’accordo se esco un momento?» chiese Tommy?

«Certamente», gli assicuro il fratello distogliendo un attimo lo sguardo dai suoi appunti. «Salutami Alan!»

Lavorò per qualche tempo e a un tratto si accorse che la casa era stranamente silenziosa. Salì a vedere che cosa stava facendo Ann e la vide uscire dal bagno, quindi sedersi sull’orlo con il viso pallido e tirato.

«Santo cielo. Che cosa c’è?» le chiese con ansia, sedendosi accanto a lei e cingendole le spalle. «Dobbiamo chiamare un medico?»

Ann lo guardò con un sorriso divertito.

«Oh, non dire schiocchezze! Spereavo di sfuggire alle nausee tipiche della gravidanza, ma evidentemente non faccio eccezione. Per tua regola, t’informo che questa è già la terza volta in tre giorni.» Prese la mano di suo marito e la strinse affettuosamente fra le proprie. «Preferisci un maschietto o una femminuccia? Oppure fa lo stesso?»

 
Il giorno seguente Xander si alzò presto, uscì sul terrazzo e ammirò gli spendidi colori dell’alba. Soffuso di un intenso rosa a oriente, il cielo si stemperava in un pallido celeste e una brezza increspava leggermente l’acqua di mare. Una lieve caligine velava ancora le vette più alte di Xanthos, ma di lì a poco il giorno l’avrebbe dispersa.

A un tratto Xander si girò e vide  Henrick al proprio fianco. L’anziano scienziato parve percepire la sua riluttanza a lasciare quell’isola meravigliosa.

«Devi tornare presto, ti aspetto. Voglio festeggiare con gli amici il mio ottantesimo compleanno. Posso contare sulla tua presenza?»

«Oh, sì certamente! Che splendida idea! Non sapevo che…» cominciò Xander, poi s’interruppe  imbarazzato.

«Fossi così vecchio, volevi dire?» ridacchiò Henrick. «Che bel complimento! Mi fai sentire più giovane. Mio caro.»

Si girarono entrambi verso la terrazza, da cui veniva un rumore di passi. Amche Julian Giarc si era alzato presto.

«Buongiorno», li salutò allegramente. «Che magnifica giornata! O forse qui il tempo è sempre così bello?»

«Sì, per chi sa apprezzarlo, rispose Henrick, notando che Xander era arrossito legermente alla presenza di Julian «Vogliaee scusarmi, amici miei», s’affretto ad aggiungere con tatto, quindi entrò  nella villa sorridendoo fra sé.

Julian andò vicino a Xander e si scoprì stranamente a corto di parole. Alla fine riuscì a dire soltanto:

«Gran bella giornata vero?»

Xander cercò di reprimere un sorriso divertito, ma le sue labbra s’incresparono lievemente e Julian non poté resistere alla tentazione di catturarli con un bacio. Li trovò deliziosamente arrendevoli e sotto il lieve tessuto della camicia sentì il battito tumultuoso del cuore di Xander.

«Ti amo, ti amo tanto… », Xander, amore mio!» mormorò fra un bacio e l’altro, poi lo condusse attraverso la terrazza, fino a un sedile a dondolo. «Dobbiamo parlare». Disse, guardandolo teneramente negli occhi.

 
Henrick Notron ricevette la visita di Riley Nilved, appena tornato da una visita al monastero.

«Tutto a posto», mormorò trionfante. «Esattamente come volevamo.»

Come risultato Riley, probabilmente accompagnato da Xena, sarebbe tornato a Romingua per informare il capo che le antiche relique del piccolo stato africano ora si trovavano nella cassaforte del monastero di Xanthos.

Dopo aver lasciato Henrick, Riley andò a cercare Xena e le disse che si sarebbe fermato ancora per qualche giorno. Ma per gli altri quattro quel giorno era l’ultimo e le ore parvero volare. Julian portò Xander a fare una gita in barca con un cestino da picnic ben riempito da Xena, Tommy andò all’ostello e invitò Alan per la cena d’addio. Quanto a Jury e Ann, erano occupati per conto loro e non avevano certamente il problema d’ingannare il tempo durante le ultime oredi Xanthos.

Il mattino seguente, quando arrivò il traghetto, i parenti avevano già salutato Henrick Notron alla villa. Jury e Ann furono i primi a salire a bordo, mentre Tommy indugiava sulla banchina. Xander li seguì con Julian Giarc, che sarebbe sbarcato a Ephira, dove aveva lasciato il suo aereo.

Riley e Xena li salutarono dalla banchina e Tommy rimase accanto a loro, guardando la strada con ansia. Finalmente Alan arrivò di corsa e cercò coraggiosamente di sorridere quandi lui gli andò  incontro per l’ultimo addio.

«A presto!» Gli promise . «Hai il mio indirizzo… mi scriverai?»

«Certanene! E tu scrivimi presto, Tommy…»

Comincerò durante il viaggio e imbucherò la lettera ancora prima di arrivare in Scozia.»

«Salì a bordo, altrimenti rimarrai a terra!» girdò Jury.

«Come vorrei restare!» bisbigliò Tommy, dando ad Alan l’ultimo bacio.

Con gli occhi pieni di lacrime, Alan agitò il fazzoletto in segno di saluto. A un tratto sentì una voce gentile al suo fianco.

«Una separazione momentanea è il più dolce dei dolori.» Citò Riley Nilved, quindi aggiunse: «Che cosa ne diresti di venire alla taverna con me e Xena? Prenderemo il caffè insieme.»

Confortato dai suoi modi allegri, Alan sorrise fra le lacrime e accettò con entusiasmo. Quando il traghetto fu svanito in distanza, si avviò con Rilery e Xena verso la taverna.

Di lì a dieci giorni, pensò, sarebbe partito anche lui, ma la sua casa era molto lontana dalla città di Tommy. Il loro futuro si prospettava tutt’altro che luminoso.

A bordi del traghetto, una coppia seria e taciturna destava l’attenzione degli stessi passeggeri. Il ragazzo biondo e l’uomo bruno, entrambi sperduti nel loro universo privato, attiravano varie occhiate curiose, ma Xander e Julian sembravano ignari di tutto mentre fissavano il lontano profilo dell’isola Ephira.

«Ci restano ancora dieci minuti, Xander,» disse Julia sbirciandio l’orologio.

«Poi dovrò lasciarti.»


«Sì, lo so… ma abbiamo già stabilito ogni cosa, no?»

«Certamente!» confermò Julian. «Quando avrò finito questo lavoro, tornerò in Scozia e ti raggiungerò ovunque tu sia!»

«E io ti aspetterò», gli promise Xander con fermezza. Poco dopo il traghetto attraccò a Ephira e Julian dovette sbarcare. A poppa, nel frattermpo, Jury stava circondando Ann di premure. Stavano seduti insieme e lui le propose nuovante di trasferirsi nel salone.»

Ann rise con aria divertita.

«Credo veramente che starei meglio al coperto? Vuoi scherzare!»

«Pensavo soltanto che…»

«Allora smetti di pensare! Desidero soltanto respirare della fresca area marina. E per amor del cielo, non guardarmi come se temessi di vedermi vomitare da un momento all’altro!»

Ma nonostante le sue proteste, Ann si sentiva al settimo cielo… perché quelle premure avevano, dissipato tutti i suoi dubbi sulla reazione di Jury al bambino in arrivo.

 
Dopo aver salutato Julian, Xander andò a prua con Tommy e guardò l’acqua spartirsi in due i candidi baffi di spuma che si stemperavano nell’azzurro del mare.

Tommy gli aveva confessato il suo “fidanzamento ufficioso” con Alan e Xander si era felicitato per l’evento.

«Spero che non ti rincresca se gli ho parlato di te», stava dicendo Tommy. «Ho dovuto parlargliene perché mi sembrava un po’ geloso.»

«Sì, capisco», mormorò Xander, pensando al suo colloquio con Alan. «Non preoccuparti, Tommy, non mi rincresce affatto. È un caro ragazzo e sono felice per voi.»

«E noi lo siamo per voi.»  Sorpreso da quelle parole. Xander gli rivolse un’occhiata interrogativa. «Per te e Julian voglio dire»,  spiegò Tommy sorridendo. «Si vede lontano un chilometro che fra voi due c’è del tenero.» 
  

«Oh santo cielo! Davvero?» Xander diede in una risatina contrita. «Avrei dovuto immaginare che non potevo ingannarti… anche se all’inizio ho ingannato me stesso.

«Temo che questo valga anche per me! Ma a parte gli scherzi, mi sembra che Julian Guarc sia la persona di cui hai bisogno.»

«Bisogno!» protestò Xander indignato. «Come sarebbe a dire?»

«Che mi sembra un tipo con la testa a posto. Idealista come te, ma con i piedi per terra. Fidato, sicuro… insomma ha tutte le qualità che mi mancano», spiegò Tommy con aria mortificata. Siete fatti l’uno per l’altro.»

«Grazie tante!» esclamò Xander ironicamente, ma aveva soltanto finto d’indignarsi e non tardò a confessare il suo amore per Julian.

«So che è ancora presto e che molte persona direbbero “ma vi conoscete appena!”. Posso dire soltanto che provo qualcosa di nuovo, qualcosa che non avevo mai provato. In poche parole, sono sicuro di non abagliarmi.»

Tommy annuì gravemente.

«D’accordo, Xander, ti credo. E vuoi sapere una cosa? Mi sembra straordinario il fatto che siamo ancora insieme e ci capiamo perfettamente. «Tache un momento, poi continuò in tono risoluto: «Non potremo dimenticare il passato, quindi possiamo risparmiarci la fatica di tentare. Con te ho passato dei momenti meravigliosi, dei momenti che non dimenticherò mai. Mai», ripeté con enfasi, facendosi improvvisamente serio.

Xander dovette riconoscere che, per quanto le loro strade si fossero divise, un vincolo fatto di amicizia e comprensione li avrebbe uniti per sempre.

«Nemmeno io, Tommy», ammise  con gli occhi lucidi di commozione. «Certe cose non si scordano mai, lo abbiamo fatto insieme ed è stata sia per me che per te la prima volta.»

In realtà non si riferiva tanto alle “cose”quando a una persona. Come dice il grande scrittore Rudyar Kipling, “a volte basta un fugace incontro per strada, perché una persona rimanga impressa nella memoria di un uomo”. Per Tommy si trattava di un ragazzo che una volta aveva salvato dal mare: Alan.

   
 
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