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Autore: PRISHILLA    30/06/2020    1 recensioni
L'età li separa, e Trunks che è un uomo adulto lo sa bene che è un amore impossibile, un sentimento che non dovrebbe avere ragione di esistere, e i sensi di colpa lo attanagliano al punto da fargli prendere una decisione drastica.
Ma è davvero una colpa amare qualcuno? E' immaturo o folle amare quella amica che senza fatica si è fatta strada nella sua vita e nel suo cuore, creandovi una tana dalla quale farla uscire, scacciarla, era impossibile?
Questa fic è dedicata a tutte le persone che amano qualcuno con enormi differenze di età, o ancora a quelli che non accettano le differenze d'età, sperando che vivendo il contesto dall'interno possiate intenerirvi un pò comprendendo che in amore (quando è sincero) ci sono forze contro cui neanche un potente saiyan può combattere.
(i personaggi ovviamente non sono i miei ma sono grata esistano!!!)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pan, Trunks | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! ^.^

Una “breve” introduzione...

Ho voluto accantonare per una volta tanto la mia coppia preferita (Draco e Ginny) per dedicarmi a una coppia che di recente è stata rievocata dalla mia memoria. Parlando con una di voi mi sono ricordata del tempo in cui ero fan spassionata delle Bulma/Vegeta (che per me resteranno per sempre la coppia perfetta in assoluto sotto tutti i punti di vista!!! ^,^) e Pan e Trunks mi sono apparsi in mente e non ho potuto più scacciarli... era come se mi supplicassero di scrivere qualcosa su di loro (che della serie sono la mia seconda coppia preferita anche se non ufficiale... ma io ci spero!) XD e così l'ho fatto.

Nasce come one shot ma poi come al solito mi sono messa a sproloquiare ed è venuta un po' più lunghetta... e così l'ho divisa in capitoli... non sono molti forse tre credo, ma comunque intera era troppo lunga... (questo capitolo è già lungo di suo ma non mi andava di spezzettarlo!!!)

Ebbene... so che molti non apprezzano le Pan Trunks perché lui è quattordici anni più grande di lei (bla, bla, bla...) però io credo che non bisogna soffermarsi sul fattore età, anche perché la razza saiyan invecchia diversamente rispetto a quella umana, quindi anche il fattore “differenza di età” sarà diverso no? E comunque l'amore non ha età, o quantomeno quattordici anni non sono questo gran che, magari lo si nota quando si è molto giovani, ma poi con il tempo le cose migliorano...

(Io sono stata con un ragazzo 10 anni più grande... e lo lasciai io perché era immaturo... quindi! XDXDXD)

Questa è una mia piccola visione dei tormenti di Trunks perché anche lui come molti si fa le pippe mentali per quel problemino, ma quando si ama qualcuno, se il sentimento è sincero, non è mai una colpa e non è mai sbagliato.

Vi lascio alla storia, scusate se mi sono dilungata ma volevo rendervi questo concetto.

Come sempre, spero vi piaccia e mi auguro che mi facciate sapere la vostra opinione in merito... Commentate!!!

Un bacione buona lettura! ^.^

 

Lontana dai miei occhi ma mai dal mio cuore.

Capitolo 1


 

Un'altra giornata era iniziata un po' come tutte le altre, con l'unica differenza che sua madre aveva deciso di chiudere la Capsule Corporation per un breve periodo per prendersi delle meritate ferie.

A lui la cosa era andata piuttosto a genio non essendo mai stato amante del suo lavoro, di quegli obblighi che portava avanti diligentemente solo per la sua famiglia, sentendosi però come in una prigione dorata, fuori luogo, in trappola.

Non ne poteva più di quegli abiti formali, di quella compostezza che doveva assumere quando era a lavoro, perché lui era il presidente, e doveva mantenere un certo tipo di decoro.

Rimpiangeva spesso il viaggio nello spazio che l'aveva visto lontano da quell'ambiente costrittivo, circondato da persone che, piuttosto in fretta, erano entrate a far parte della sua vita in un modo drastico e inesorabile. Quella seconda famiglia che gli mancava da morire. Quelle avventure che soddisfacevano la sua anima saiyan, la sua voglia di sfide, di battaglia.

Adesso che era in ferie però poteva dedicarsi anima e corpo agli allenamenti, finalmente poteva tenere contento suo padre che odiava l'idea che il figlio non si dedicasse unicamente al potenziamento di se stesso per qualunque evenienza futura.

Discutevano spesso su questo suo padre e sua madre, quando lui le ricordava che se fosse arrivato un nuovo nemico la nuova generazione non sarebbe stata in grado di affrontarlo, ma come diceva lei “non si vive di soli allenamenti!”, ad un certo punto bisognava anche portare la pagnotta in tavola.

Lui allora taceva mandandola però a quel paese, ma non replicava, perché lei aveva tutte le ragioni...

Eppure...

Era oramai una settimana che si dedicava a lui, a quel saiyan egocentrico e narcisista di suo padre, vedendolo felice, anche senza dirlo apertamente.

Trascorrere del tempo insieme in realtà gli faceva piuttosto piacere, soprattutto dal momento in cui era cambiato così tanto.

Ricordava quando tornato dal viaggio nello spazio, dopo che quella storia di Baby fu finita, lui gli girasse intorno più del dovuto, si fermasse a fissarlo come se solo vederlo lì davanti a sé lo rasserenasse.

Aveva poi appreso dalla madre di essergli mancato a modo suo, che era stato preoccupato per lui, e che quando finalmente ebbe ripreso coscienza della realtà, era stato felice di rivederlo sano e salvo, più forte che mai.

Erano nella stanza gravitazionale, quella sfera gigante che Vegeta usava per allenarsi, facendola anche esplodere di tanto in tanto tra le urla di Bulma che non capiva come diamine facesse considerando l'attenzione che lei metteva nel costruirla.

Era malconcio e indolenzito, non ci andava leggero su di lui solo perché era suo figlio, anzi per questa ragione credeva davvero ci andasse più pesante.

-Forza muoviti Trunks... non fare il pappamolle... rialzati!- gli intimò in un ringhio sommesso che risuonò come un eco nelle sue orecchie fischianti per la quantità di botte già prese.

Ma fece come gli aveva detto... si rialzò.

Con un urlo fu su di lui ancora una volta, qualche pugno, un paio di calci, e fu ancora scaraventato per aria, urtando rovinosamente la schiena alla parete della capsula finendo di faccia per terra.

Udì i passi di suo padre avvicinarsi a lui, appoggiò una mano per terra per rialzarsi, non doveva arrendersi, non doveva mostrarsi debole.

Udì la sua risata sadica.

Era spacciato...

-Ehi voi due!-

Si fermarono entrambi, voltando lo sguardo sul monitor interno, la videro. Sua madre con uno sguardo accigliato e le mani sui fianchi li stava sgridando per qualcosa.

-Che vuoi Bulma!? Non ti ho già detto e ripetuto di non disturbare gli allenamen...-

-Taci Vegeta!- lo azzittì lei con poca grazia mentre Trunks vedeva l'espressione di suo padre mutare ancora, indurirsi ai limiti del possibile, finché i suoi occhi furono appena due fessure.

Trunks però sorrise. Suo padre non aveva neanche replicato, aveva rinunciato a mettersi contro di lei da anni.

Ancora si domandava come avesse fatto a domarlo... ma in fondo, non voleva davvero saperlo...

-Uscite da lì, abbiamo ospiti... forza!- disse finendo la frase con un sorriso e un occhiolino facendo schioccare le dita, interrompendo la comunicazione.

Suo padre lo guardò mentre lui tentava di rialzarsi portandosi una mano allo stomaco dove gli aveva assestato un calcio qualche istante prima e che ancora gli doleva.

-Tu ne sai niente?- gli domandò freddamente.

-No.- ammise tossicchiando e avviandosi con il padre verso l'uscita della capsula.

Quando il portello s'aprì i suoi occhi furono investiti dalla luce forte e abbagliante del sole di mezzogiorno. Dovette socchiuderli per abituarli pian piano a quella luce.

-Trunks!- una voce famigliare, fin troppo conosciuta.

Sorrise. -Goten!- lo salutò felice di vederlo.

Da quando il pericolo sulla Terra era scampato non si erano visti un gran che. Vuoi per il lavoro, vuoi perché Goten aveva sempre troppo da fare con le ragazze.

Fece per avvicinarsi a lui ma un altro saluto attirò la sua attenzione. -Gohan?- domandò più a sé che lui. Che ci faceva lì? Glielo domandò mentre salutava anche Videl al suo fianco.

-Li ho invitati io!- annunciò sua madre affiancando suo padre prendendolo a braccetto mentre lui incrociava le braccia al petto scocciato della situazione, e perché no, anche da quelle effusioni pubbliche a cui non si sarebbe mai abituato abbastanza. Ma come sempre non la scostò da sé, lasciandola fare con quell'aria da finta vittima.. -Non ci vedevamo da troppo, e volevo fare una piccola reunion.- disse felice della sua meravigliosa idea.

Anche Trunks ne fu piuttosto felice in realtà, gli erano mancati un po' tutti.

In quel momento però realizzò...

Gohan gli stava parlando, ma non riusciva a sentire una parola di quello che gli diceva. Con lo sguardo si rese con di stare cercandola.

In realtà si sentì un po' stupido, ma non poteva farne a meno. Da quando erano partiti per lo spazio per quella ricerca delle sfera, era diventata importante per lui, era successo gradualmente, ma inevitabilmente.

Ricordò di quando non riusciva a sopportarla, con quel caratteraccio, e con tutti i guai che combinava, tutti i pasticci in cui aveva messo sia lui che Goku, ma non aveva potuto evitare di affezionarsi a lei...

E la vide.

O almeno credette di vederla... era lei?

Era di spalle che parlava con Bra. La sorella notò che lui l'aveva puntata e la vide fare un cenno con la testa all'amica che si voltò e gli sorrise.

-Pan...- sussurrò a fior di labbra. Adesso sì che tutto il resto passò in secondo piano. Gohan si rese contro di non essere ascoltato, e Goten fu superato senza neanche che l'amico si fermasse un istante.

Si mosse piano ma non riuscì a fermare le gambe dall'avanzare verso di lei spontaneamente.

-Trunks!- urlò Pan correndogli invece incontro, come era solita fare, come aveva sempre fatto...

Sentì nello stomaco un moto di felicità esplodergli come una bomba, fuochi d'artificio, lava allo stato più puro infuocarlo e riempirgli il corpo nel momento in cui lei gli fu addosso gettandogli le braccia al collo ridendo forte nel suo orecchio mentre lui la cingeva stringendola stretta facendola volteggiare per sentirla ridere di più.

Pan.

Non la vedeva da quanto? Due anni?

L'ultima volta era stato quel capodanno in cui sua madre aveva organizzato un'altra reunion.

E poi...

Poi aveva deciso di smettere.

-Da quanto tempo!- piagnucolò lei tra la contentezza e il dispiacere senza staccarsi da lui che intanto si era fermato.

-Tanto.- le disse tenendola forte per non lasciarla cadere, godendo di quel momento, maledicendosi per quella debolezza, ma lasciandosi andare totalmente a quelle emozioni che non provava da tempo, inspirando il suo profumo con il viso premuto nell'incavo del suo collo immerso nei suoi capelli corvini che avevano il medesimo odore di allora.

-Trunks...- sussurrò lei, e il suo nome pronunciato con la sua voce gli parve più bello, aveva il sapore antico della loro amicizia, del loro affetto.

-Si?- le chiese attendendo di sapere cosa volesse.

-Sei sudato!- si lamentò prendendo a ridere ancora sulla sua spalla.

Lui trasalì ricordando solo in quel momento di essere reduce di un allenamento con suo padre che lo aveva lasciato indolenzito, se non proprio spezzato, ma questo non gli aveva impedito di sollevarla da terra afferrandola al volo quando con un balzo l'aveva raggiunto.

-Scusa.- riluttante la posò con i piedi per terra di malavoglia, ma sapeva che doveva farlo, non voleva destare sospetti inutili e pericolosi.

-Mi sei mancato così tanto...- gli disse lei guardandolo con uno sguardo da cane bastonato.

Le sorrise. Ricordava bene quello sguardo, quello con cui riusciva sempre a fargli fare tutto ciò che voleva, con cui lo comandava a bacchetta, a lui, che era più forte di lei, e che poteva rigirare la situazione a suo piacimento solo volendolo.

Ma no. Non lo aveva mai fatto, aveva sempre ceduto alla sua piccolina. Ma forse il punto era quello, era che non voleva affatto farlo.

-Anche tu.- ammise in un sussurro.

La guardò meglio sollevando un sopracciglio. Era cambiata. Era cresciuta.

Il suo meraviglioso sorriso era ancora quello di un tempo, vispo, furbo e allegro. Ma il suo sguardo era diverso, più profondo. I capelli in un caschetto perfetto erano tirati dietro da un fermaglio incorniciandole il viso in modo delizioso. Poi strabuzzò gli occhi. -Pan ma...- la guardò per bene. -Sei più... alta.- le disse vedendola arrossire lievemente di piacere.

-Beh si.- gli rispose soddisfatta.

-Credeva di non crescere mai... e invece.- Gohan si era avvicinato a loro.

-Doveva succedere prima o poi.- le disse sorridendole dolcemente portandosi al suo fianco misurandola contro la sua spalla notando che la sua testa arrivava proprio lì.

-Si ma...- vide Pan voltarsi verso Bra. -Continuo a sembrare una poppante in confronto alle ragazze della mia età. Guarda Bra.- disse infatti puntandola e poi tornando a focalizzarsi su se stessa aggiunse: -Lei è più piccola di me di un anno e sembra più grande.- lo sguardo intristito e quel broncio che lo faceva sempre ridere.

-Ma dai.- le disse chinandosi leggermente per cercare il suo sguardo. Non dovette neanche chinarsi molto ormai. -Sei cresciuta e come...- le disse guardando in quelle iridi scure che tanto gli erano mancate. -Adesso mi arrivi ad una spalla. E' notevole.- le disse raddrizzandosi e portandosi ancora al suo fianco per farglielo notare. -E poi su questo discorso ci siamo già stati. Tu sei una saiyan e i saiyan crescono e maturano più lentamente dei terresti.- concluse facendole un occhiolino.

-Si ma Bra...-

-Bra non è neanche metà del saiyan che sie tu.- le fece notare.

-Ehi!- lo ammonì la ragazza dai capelli turchini avvicinandosi a lui che rise di lei.

-E' così.- insistette sapendo bene che entrambe si erano arrese da tempo a quella che era la realtà. Bra aveva metà sangue saiyan ma più geni di mamma che di papà. -Tu piccola sei un vero saiyan, e cresci come tale. Inoltre ricorda che tua nonna e tua mamma sono piuttosto piccoline, forse semplicemente non crescerai mai più di così.- notò convinto portando un dito al labbro riflettendo sulla cosa.

-Che?!- esclamò lei sconvolta. -No non voglio! Non voglio restare così bassa!- protestò portando i pugni stretti davanti al petto con uno sguardo misto tra l'impaurito e l'arrabbiato.

Rise.

Quanto lo faceva ridere con tutte quelle espressioni buffe, quel visino che si imbronciava per un nonnulla, quel caratteraccio facilmente infiammabile. -Che c'è di male... le ragazze piccoline sono carine. E poi così resterai sempre la mia piccolina.- l'ultima frase sapeva benissimo, poteva anche risparmiarsela. Ma gli era uscita così spontanea da non riuscire a trattenerla o a riflettere per tempo.

Sorrise per superare quell'imbarazzo crescente, dando l'idea che quello che aveva appena detto valesse piuttosto poco.

-Si come no.- disse infatti lei senza darci troppo peso. Poi la vide voltarsi ancora a guardarlo, scrutandolo per bene. -Anche tu sei cambiato sai?- proruppe guardandolo con una sorta di malizia. Si disse che non poteva essere e che ci aveva visto male.

Ma poi... -Parli dei capelli...- l'anticipò. -Si dovrei tagliarli.- ridacchiò portando una mano alla nuca dove i capelli erano raccolti in una coda.

-Direi di si.- rise di quei capelli che gli arrivavano sulle spalle -Ma non ti stanno male.- aggiunse sorridendogli. Trunks arrossì lievemente per il complimento inaspettato. -E inoltre vedo che ti stai allenando.- gli tastó il braccio per testare la sua muscolatura.

Senza farlo davvero a posta indurì il braccio per rendere i muscoli più possenti. Un gesto di vanità maschile che in generale non gli apparteneva, ma come tante altre cose gli veniva spontaneo con lei.

-Ebbene si.- le disse.

Ed era uno stupido.

Quando lei era nei paraggi lui diventava uno stupido.

Cosa stava facendo? Ci mancava solo che facesse la ruota come un pavone perché lei lo notasse!

Come se non sapesse che non aveva bisogno di certe cose per farsi notare da lei! Come se non avesse deciso di allontanarla proprio perché sapeva che Pan aveva una cotta per lui!

Già. Una cotta.

E lui, cosa aveva per lei?

Sbuffò mentre rifletteva sulla questione spinosa che ancora in quel momento, dopo tutto quel tempo, gli dava dolore.

-Credevo stessi morendo fino ad un attimo fa.- la voce pungente di suo padre. -Vedo che sei resuscitato in fretta.- lo canzonò.

Trunks rise per distogliere l'attenzione dalla cosa. -Sono un saiyan anch'io no? Ho buone capacità di ripresa.- gli disse ridendo assieme agli altri. -Ma vedo che anche tu ti stai allenando Pan, sento la tua aura più forte.- ed era vero, non potevano negarlo.

-E già.- disse lei soddisfatta del fatto che se ne fosse accorto. -Mi sono allenata prima con Goten, ma con lui ad un certo punto non c'era più giusto.- affermò diventando seria chiudendo gli occhi come arresa alla realtà.

-Ehi mocciosa!- l'aggredì suo zio che non apprezzava quei commenti degradanti sulla sua persona.

-E' la verità.- gli disse guardandolo sbieco. -Sono più forte di te.- affermò mentre Goten prendeva ad urlarle contro e iniziavano a bisticciare come ragazzini.

-Non ci credo.- disse invece lui che effettivamente era sul serio incredulo della cosa. Notò che anche suo padre aveva preso a dare ascolto al discorso. Finalmente si parlava di qualcosa che poteva interessare anche lui...

-E invece è così!- concluse lei zittendo lo zio.

-Solo finché non mi trasformo in super saiyan!- la rimbeccò Goten. -E per te sono “zio” Goten signorina!- le ricordò come fosse stata l'ennesima volta e non certamente l'ultima.

-Sarebbe scorretto da parte tua farlo...- gli fece una linguaccia voltandosi verso di lui.

Trunks guardò il suo amico di sempre non potendo far altro che spallucce. In effetti aveva ragione lei, sarebbe stato uno scontro impari. Non sarebbe stato giusto.

Ma d'altra parte...

Possibile che Pan avesse superato Goten?

-Poi ho preso ad allenarmi con mio padre... ma lui ha sempre da fare.- continuò lei intristendosi. -In fine sono rimasta ad allenarmi da sola. Ma non c'è gusto, non riesco a migliorare, anzi sento di stare rammollendomi.- era palesemente stizzita. Ci teneva alla sua forza, a spingersi oltre i suoi limiti, ai combattimenti. Così come l'aveva istruita suo nonno Goku fin da bambina.

E l'immagine della piccola Pan di quattro anni che partecipava al torneo di arti marziali gli balenò la mente facendogli tenerezza. Sembrava una vita fa.

-Ho bisogno di qualcuno che mi alleni.- disse lei guardandolo. Trunks temette che si riferisse a lui e deglutì. -Di qualcuno che sia più forte di me, che non abbia pietà, che mi stimoli e che mi atterri con brutalità!- Trunks retrocesse per tutto quel fervore. Ma era seria? Non pareva la sua descrizione, lui non ne sarebbe stato capace. Doveva saperlo!

Era davvero quello che voleva?

No un attimo, pensò, non posso.

Non poteva farlo, non poteva prendere ad allenarla, vedendola tutti i giorni, trascorrendo con lei tutto quel tempo di cui si era privato faticosamente pur di non rovinare tutto.

Non ci sarebbe riuscito. Non poteva.

-Pan io...-

-Vegeta.- disse lei guardando il più anziano dei saiyan lì presenti, e lui trasalì preso dallo stupore più totale. -Ti prego... allenami!-

Era impazzita?!

La guardava come se stesse guardando un alieno, per poi ricordare che in effetti lo era, in una minima parte ma...

Ma che le era saltato in mente?

Guardò suo padre che guardava la piccola di casa Son con un espressione dubbia e seria, mentre lei aveva incrociato le dita davanti al mento in una supplica disperata.

-Non esiste.- le rispose lui freddo.

-Ma...- Pan pareva atterrita. Credeva davvero che avrebbe acconsentito? -E dai Vegeta... allenami.- insistette inseguendolo mentre lui si allontanava da lei, prima lentamente, poi con maggiore foga, e in fine con disperazione -Diventa il mio sensei!-

In un primo momento Trunks rise anche della scena, suo padre non aveva idea di con chi avesse a che fare, se Pan si metteva una cosa in testa...

Dovette anche constatare che era davvero ammattita.

Udì Goten al suo fianco ridere. -Credevi parlasse di te?- gli domandò schernendolo dandogli una gomitata bonaria.

-Si.- gli rispose sincero lanciandogli un'occhiata poco gentile, prendendo poi a ridere forte assieme. Lui e Goten continuavano a capirsi al volo nonostante non si frequentassero più come un tempo.

-Ho detto no ragazzina e smettila... togliti di dosso!-

La voce di suo padre li distrasse facendo voltare tutti. Strabuzzò gli occhi vedendo quella scena.

-Pan falla finita!- urlò Gohan che era arrossito di vergogna per il comportamento di sua figlia, che lo ignorò completamente continuando nel suo intento di convincere Vegeta a diventare il suo maestro.

-Ti prego Vegeta sii buono!- lo supplicò con le parole più sbagliate che potesse usare con lui.

-Buono?!- domandò infatti suo padre arrossendo tra l'imbarazzo e la rabbia. -Io sono il principe dei saiyan! Io non sono buono!- ringhiò contro di lei che non si smosse minimamente da quella posizione assurda. -E levati!- urlò ancora.

Pan ancorata ad una sua gamba non lo lasciava andare mentre strisciava pur di non lasciarlo.

Era da lei. Non avrebbe demorso tanto facilmente, suo padre non aveva idea in che guaio si era cacciato.

-Dovremmo separarli?- gli domandò Goten con tono neutro.

Si guardarono. -No.- si risposero in coro ridendo ancora.

Un po' di sano divertimento non poteva fare male.

Pan si rialzò e puntò il suo obbiettivo con due occhi infuocati. Aveva le mani sui fianchi e lo sguardo alto e fiero. Era impavida, lo era sempre stata, anche se fin troppo spericolata. -Vegeta.- iniziò con un tono assolutamente fermo. -Tu sei il più forte di noi qui sulla Terra da quando mio nonno non c'è e lui...- adesso la vide vacillare un istante, parve mancarle il fiato per una frazione di secondi, la voce un pochino strozzata mentre si faceva prendere da quelle emozioni che il solo pronunciare il suo nome le procuravano. Lui lo sapeva meglio di chiunque altro. -Non sappiamo quando tornerà, ed io ho bisogno di allenarmi con qualcuno di davvero competente, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a superare i miei limiti... a superare me stessa!- aveva levato un pugno mentre parlava con enfasi. Era sincera e decisa e sapeva che anche suo padre lo aveva visto.

Sapeva che quello era l'atteggiamento che piaceva a lui, quello che avrebbe sempre voluto vedere in lui e quello che non avrebbe mai visto in Bra.

Avrebbe accettato?

La guardò con sguardo fiero e risoluto mentre le diceva ancora un altro no, secco, che Pan non accettò di buon grado.

-Ma perché no!?- gli disse infatti facendo sorridere lui e innervosire l'altro.

-Pan adesso falla finita!- questa volta era stata Videl a parlare.

-Ma mamma...- protestò lei. -Voi non capite!- annunciò urlando, e pareva anche piuttosto seria. Lui e Goten si fecero più vicini. -Siamo noi la nuova generazione, siamo noi che un giorno proteggeremo la Terra da invasori e mostri!- le disse guardandola accigliata mentre Videl sobbalzava per lo stupore, e per la realtà che Pan le stava mettendo davanti agli occhi. -Godetevi la vostra pace...- disse ancora furente. -Ma per quando finirà, io vorrò essere al massimo delle mie capacità per proteggervi! Vorrò essere pronta!-

Trunks la guardava ammirato. Non riusciva a non farlo. Non aveva mai avuto paura di nulla, era stata sempre lei il timone dell'antico trio, quella che li spingeva a fare le cose più assurde.

-Ma tanto tu non combatterai.- le disse ad ogni modo, senza rifletterci su neanche un secondo. Era un'illusa se credeva davvero che con lui in giro lei avrebbe dovuto combattere.

La vide voltarsi nella sua direzione accigliata come non l'aveva mai vista prima.- Credi davvero di potermelo impedire Trunks.- una voce fredda, gelida come la neve. Fiera come non mai sosteneva il suo sguardo e la sua tesi, sicura che quando il momento fosse giunto lei ci sarebbe stata.

-Certo che si.- le rispose con lo stesso tono. Lo faceva per lei, e anche per se stesso, perché non avrebbe mai potuto sopportare l'idea di perderla.

-Lo vedremo.- gli rispose stringendo i pugni. -Non credere che io sia ancora la ragazzina che ti sei lasciato dietro due anni fa...- Trunks trasalì a quelle parole, gli parvero così maledettamente un rimprovero che riuscirono ad ammutolirlo. -Non ho bisogno di essere difesa, ne tanto meno è quello che voglio.- Pan era preoccupata per il futuro. Come poteva non esserlo? Aveva ragione. -Io mi sento ancora una rammollita! Il nonno non c'è più e quanto volete che campi ancora Vegeta?!-

Calò il silenzio tra i presenti mentre guardavano il principe dei saiyan che metabolizzava quella frase sobbalzando nel riflettere che quella ragazzina lo vedeva come un vecchio decrepito al limite della sua vita. -Ma come osi mocciosa impertinente!- ringhiò a denti stretti arrossendo imbarazzato per quegli sguardi divertiti che tutti loro gli avevano puntato addosso, udendo le loro risatine sommesse.

-Vegeta ti prego.- lo supplicò ancora guardandolo tristemente, ignorando le sue lamentele.

Trunks notò gli occhi lucidi e tutto il sentimento che aveva messo in quella richiesta che per lei doveva significare davvero tanto.

-Sono venuta qui per questo oggi.- insistette mentre suo padre prendeva a ridacchiare divertito.

-Si come no.- la canzonò mentre lei lo guardava con uno sguardo interrogativo.

Lui invece aveva capito benissimo a cosa il padre si stesse riferendo, concetto rinforzato dalla gomitata e dalla risatina che Goten gli aveva rifilato.

Lo guardò e tentò di sorridere della cosa, ma gli riuscì piuttosto male, anche se l'amico non si era probabilmente accorto di nulla.

Tutti erano a conoscenza della cotta che Pan aveva per lui da sempre. Tutti. Anche suo padre.

Nessuno però pareva rendersi conto di quello che provava lui. Forse perché nessuno avrebbe mai pensato che un uomo come lui potesse mettere gli occhi addosso ad una ragazzina come lei...

Con tutte le donne svenevoli che gli morivano dietro, come potevano immaginare che Trunks potesse ricambiare il sentimento così delicato e forse immaturo della piccola Pan.

Già... chi?

Intanto lei non aveva demorso e continuava a bisticciare con suo padre che faceva il prezioso, chi sa poi per quale ragione. Di solito non negava mai l'occasione di poter affrontare un combattimento, e Pan era vogliosa di combattere.

Per un istante, solo per un brevissimo istante un'idea gli balenò la mente.

Ma era impossibile.

Però...

Che le stesse rifiutando quella possibilità per tenerla lontana da lui?

Se fosse stato quello il caso allora il padre avrebbe dovuto sapere che era stato lui a negarsi a Pan in quei due anni appena trascorsi, e avrebbe anche dovuto saperne il motivo. Ma come detto, era impossibile.

-Ma dai Vegeta... e che ti costa?- gli chiese sua moglie intervenendo per la prima volta nel discorso in difesa della nipote del suo più caro amico al mondo.

-Tze.- rispose semplicemente stizzito lui, e poi lo guardò.

Trunks ricambiò il suo sguardo serio, immobile, dubbioso. Quello sguardo era abbastanza eloquente da fargli capire che forse quello che gli era venuto in mente un attimo prima non era proprio un'idiozia.

Ma questo avrebbe voluto anche dire che... che lui sapeva!

Ma no... non era possibile!

Arrossì lievemente distogliendo lo sguardo e voltandosi per negargli la vista del suo viso stravolto.

Cosa avrebbe pensato di lui se lo avesse saputo? Cosa pensava di lui se già lo sapeva?

Strinse i pugni lungo i fianchi. Maledizione! Imprecò mentalmente vergognandosi immensamente di se stesso.

Non imparava mai...

-Ti allenerò.- affermò Vegeta mentre lui strabuzzava gli occhi incredulo voltandosi per guardare suo padre che guardava ancora lui. Lo vide ghignare mentre si voltava verso di lei che aveva già preso ad esultare. -A condizione che tu batta tutti i presenti... meno che me.- le disse sorridendo sadico convinto che una cosa del genere fosse impossibile.

In realtà, anche se lui stimava Pan, era certo che non sarebbe riuscito a battere tutti i presenti. Era salvo in qualche modo, anche se gli dispiaceva per lei.

-Accetto!- annunciò imperterrita annullando il sorriso divertito che suo padre aveva sul viso.

-Avanti allora forza iniziamo!- disse lui deciso oramai punto nell'orgoglio. Cosa aveva sperato, di vederla impaurita? Trunks ridacchiò. Illuso, pensò tra sé.

Forse non avrebbe vinto, di sicuro sarebbe stato così, ma di certo lei non avrebbe demorso fino a che non ci avesse almeno provato.

La vide voltarsi verso di lui e sollevando un pugno in segno di forza gli sorrise allegra. Non gli restò altro da fare che ricambiare il gesto per poi scuotere il capo e ridere di lei che intanto rideva di se stessa.

La vide corrergli incontro. -Non hai speranze Pan.- le disse bonariamente.

-Lo so.- confessò lei lasciandolo di stucca. Questo era qualcosa che la Pan che conosceva lui non avrebbe mai ammesso, ma era cresciuta, probabilmente era un po' cambiata. -Ma non potevo tirarmi indietro dopo tutto quello che ho fatto per cercare di convincerlo.- gli spiegò e lui capì perfettamente. -Che figura avrei fatto con tuo padre?- gli domandò seria. -Così ne uscirò a testa a alta.- concluse sollevando il mento fiera. Era una vera guerriera.

-Sono d'accordo con te piccola.- le disse appoggiandole una mano sulla testa scompigliandole i capelli mentre lei gli sorrideva dicendogli di smetterla ricordandogli che non era più una bambina.

Si sentiva osservato, ma più probabilmente veniva guardato per riflesso, tutti guardavano Pan che guardava lui.

Si era domandato se in quegli anni qualcosa in lei fosse cambiato. Ma dal suo sguardo vedeva perfettamente che non era affatto così, e come lui anche gli altri lo vedevano.

A volte gli era sembrato che lo guardasse come sua madre guardava suo padre.

Si domandò se lei lo avesse capito che tutti la guardavano e tacitamente la canzonavano per quella cotta che tutti credevano impossibile da essere corrisposta.

Quanto si sbagliavano...

Vegeta intanto con l'aiuto degli altri aveva organizzato un ring improvvisato su cui combattere poco lontano dalla casa.

L'unica regola del gioco era, chi toccava con i piedi fuori dal ring era ufficialmente battuto. Quando Pan avesse toccato con i pedi per terra fuori dal ring sarebbe finito tutto.

Era un modo ironico che suo padre aveva trovato per dirle che doveva “tornare con i piedi per terra”.

Sorrise.

Pan intanto si era andata a piazzare al centro del ring, fiera e combattiva, pronta mentre saltellava sul posto e faceva stretching per riscaldare i muscoli.

Era decisamente cambiata, constatò guardandola ancora con una tenerezza infinita. I pantaloncini verde scuro e le calze che le coprivano le gambe fino a metà coscia, il toppino nero e il giacchetto di pelle rosso.

E no...

In quel momento non gli faceva più solo tenerezza mentre la vedeva muoversi decisa facendo scattare i muscoli, quella pelle soda e visibilmente elastica, decisamente allenata, tonica, forte.

Dovette ingoiare a vuoto quando si rese conto di star guardando la sua piccola Pan con più ardore del consueto, ma quella che era la sua piccola un tempo adesso era diventata una piccola donna.

-Finiscila Trunks o la consumerai.- gli disse suo padre che al suo fianco non lo guardava, ma aveva capito esattamente cosa stesse succedendo dentro di lui.

Adesso ne era quasi certo, suo padre doveva sapere o sospettare. O era stato il flusso del suo sangue che scorreva veloce nelle vene ad averlo insospettito?

Si sentiva come un libro aperto vicino a lui, poteva notare ogni variazione nella sua aura e nel suo corpo, poteva anche sentire il suo cuore che batteva, e non c'era nessuno che lo conoscesse meglio di lui, forse neanche sua madre, perché lei non poteva entrare così a fondo dentro di lui, nei suoi pensieri, nella sua anima.

Si sentì comunque in qualche modo profanato. Era una sensazione che non gli piaceva, specialmente con tutto lo sforzo che aveva messo nel cercare di nascondere la cosa a tutti, a volte anche a se stesso.

Riportò la sua attenzione su Pan lasciando cadere la cosa senza dir nulla.

-Sotto a chi tocca!- disse poi lei all'improvviso infervorata con uno sguardo di sfida che aveva un non so che di... suo padre?

Si portò una mano alla fronte. Ci mancava solo che adesso lei iniziasse a ricordargli quell'arrogante di suo padre Vegeta. Ma era così. Quel ghigno malefico e quella sicurezza in se stessa, anche se non era sempre fondata su fondamenta solide.

La prima fu...

-Videl?- urlarono tutti in coro vedendola salire sul ring.

-Ma no mamma dai.- piagnucolò Pan vedendola davanti a sé.

-Finiamole con questa pagliacciata Pan!- le urlò contro sua madre che non aveva nessuna voglia di vederla combattere come un maschio. Almeno così diceva lei, ma poi da che pulpito considerando che lei stessa era una sorta di “super eroe” sulla Terra con il marito. Ma forse Videl aveva paura che la figlia diventando più forte si ritrovasse davvero coinvolta in combattimenti pericolosi che potevano portarla a morire.

-Mamma, finiscila tu.- le disse incrociando le braccia al petto stizzita. -Vattene dal ring e lascia che combatta in pace.- l'aveva innervosita, ed ecco che cacciava fuori quel broncio che tanto gli piaceva e quel caratteraccio che l'aveva conquistato.

Videl non si mosse e Pan allora persa la pazienza la sollevò di peso appoggiandola fuori dal ring mentre sua madre scalpitava e urlava, ma le regole erano regole. Era fuori dai giochi!

Trunks e Goten risero di lei che li guardava truce correndo da suo marito che corse in sua difesa prendendo allora il posto di sua moglie sul ring.

-Credo che i giochi siano finiti per tutti.- annunciò Goten con poco entusiasmo. -Mio fratello è estremamente noioso.-

-Ha preso da tua madre.- gli disse Vegeta facendo ridere i due ragazzi come fossero dei ragazzini. Ma aveva dannatamente ragione, per fortuna Chichi non lo aveva uditi.

In cuori suo Trunks sperò che Gohan non la eliminasse, anche se era una cosa impossibile.

-Papà.- piagnucolò ancora Pan con più enfasi. Questa volta non aveva il solito broncio, aveva uno sguardo impaurito. Non aveva paura di lui, ne era certo, aveva paura di quello che rappresentava, di quell'occasione che adesso pareva andasse in fumo davanti ai suoi occhi impotenti.

-Pan dai falla finita.- le disse lui serio ma pacato.

-No!- urlò lei contro suo padre indispettendolo.

-Pan ho detto basta!-

-Dovresti averlo capito ormai.- gli disse lei tornando a parlare piano assumendo ancora una volta quella posa alla Vegeta che lo fece rabbrividire. Ma in quello sguardo poté vedere lui, Goku. -Non puoi dirmi quello che devo fare... non potevi dirmelo anni fa... figuriamoci adesso.- gli fece notare con naturalezza. E forse in realtà con una nota di stanchezza. Lo vedeva benissimo che era stanca di lottare contro di loro, stanca di dover affermare continuamente che non era una bambina, che non aveva bisogno di protezione, che era perfettamente in grado di badare a se stessa. E tutto questo nessuno lo sapeva meglio di lui che aveva vissuto con lei per un anno, uno splendido ma brevissimo anno. -Papà.- lo richiamò interrompendo la predica che Gohan le stava propinando. -Lasciami fare.- lo implorò con uno sguardo supplice che non le vedeva fare spesso. -Lasciami provare, e se sbaglierò qualcosa sarò felice, perché sarà stata una mia scelta.- gli disse.

-Ma Pan, piccola mia...-

Lei gli sorrise. -Ti prego papà, io sono grande oramai, non sono più la tua piccola.- e la cosa colpì in qualche modo anche lui. Non era più neanche la “sua” piccola? -Ti voglio bene papà, ma ho bisogno di fare questa cosa.- insistette facendo leva sui sentimenti. -Il nonno sarebbe stato d'accordo, e lo sai...- gli disse in fine mettendo Gohan KO.

-E brava Pan.- si lasciò sfuggire sorridendo furbo.

-Che vuoi dire?- gli chiese Goten mentre anche Vegeta allungava un orecchio per ascoltare.

-Semplice.- spiegò. -Non sarebbe mai riuscita a battere Gohan con la forza, allora... l'ha fatto con il sentimentalismo.- sorrise ancora quando vide lo sguardo degli altri due, che solo allora avevano capito il trucco della piccola di casa Son, illuminarsi.

-Hai ragione...- confermò Goten vedendo il fratello vacillare.

-Spero tu sappia quello che stai facendo.- le disse suo padre guardandola dolcemente arretrando per poi spiccare un balzo e atterrare fuori dal ring tra le urla di sua moglie. -Vegeta è un osso duro Pan.- le ricordò.

-Lo so.- gli rispose grata. -E' il migliore... per questo che voglio che sia lui il mio sensei.- gli disse orgogliosa di quell'idea.

Con la coda dell'occhio vide suo padre accennare ad un sorriso timido prendendo ad arrossire lievemente sulle gote. Era certo che gli avesse fatto piacere quella lusinga spassionata.

Non sapeva che Pan avesse tutta quella considerazione di suo padre però. Una cosa maturata con il tempo sicuramente.

Il prossimo concorrente fu...

-Che cosa?- esclamò la mora a bocca aperta.

-No, no e no... non voglio!- urlava Bra mentre suo padre la spingeva sul ring insistentemente.

-Combatti maledizione sei un saiyan!-

Un altro tentativo fallito di suo padre di far combattere sua sorella. Lui e Goten presero a ridere così forte che lei si voltò verso di loro urlandogli insulti di ogni genere, ma non potevano farci nulla, era davvero troppo divertente.

-Siete due imbecilli!- concluse poi voltandosi verso Pan dando loro le spalle.

Le due si sorrisero. -Allora che vuoi fare Bra?- le domandò bonariamente Pan.

-Combatterò... per tenere contento quello stolto di mio padre.- mise le mai sui fianchi in una posa naturalmente sensuale. Quegli atteggiamenti erano l'eredità inconfondibile di Bulma. -Ma vacci piano... mi sono appena fatta le unghie.- le ricordò guardando la manicure perfetta.

Rimasero tutti a bocca aperti a questo giro. Avrebbe combattuto... davvero!?

-Bra ma sai almeno da dove si comincia a combattere?- le urlò lui prendendo a ridere ancora con l'amico.

-Occhio alle unghie!- le disse poi Goten vedendola voltarsi verso di loro nervosa e rossa fino ai capelli.

-Fatela finita!- urlò, non riuscendo di certo a metterli a tacere. -Papà.- piagnucolò e Vegeta si portò alle loro spalle che raggelarono a quella presenza maligna che da dietro li intimava di smettere di importunare quello che era da sempre il cucciolo di casa Brief.

-Allora avanti inizia.- le disse Pan dolcemente sorridendole.

Bra non se lo fece ripetere partendo all'attacco colpendo Pan al viso con un pugno, ma lei non si mosse lasciandola fare. Allora l'altra iniziò a tirarle calci, pugni e in fine schiaffi mentre loro trattenevano a stento le risa consapevoli della minaccia che incombeva sulle loro teste.

Pan non aveva fatto una piega, si lasciava colpire dall'amica senza proferire verso, senza smuoversi di un millimetro.

Bra la colpì ancora per poi afferrarsi la mano saldamente con l'altra imprecando in modo molto esplicito. -Ma di che diamine se fatta tu!- le urlò in fine dopo essersi fatta male al polso a furia di colpirla. Pan rise chiedendole scusa per qualcosa che non aveva fatto e Bra si congedò scendendo elegantemente dal ring rimproverando suo padre di essere il colpevole del suo polso slogato.

Vegeta le chiese scusa a modo suo arrossendo per poi portare una mano alla fronte disperato all'idea di avere una figlia tanto debole domandandosi dove fosse nascosto tutto il sangue saiyan che le aveva inevitabilmente dato geneticamente.

-Avanti! Sono stufa, voglio combattere!- urlò allora lei guardando Vegeta in cagnesco. Trunks rabbrividì pensando allo sguardo che lei si era permessa di rifilare a suo padre.

Tornò a respirare solo quando lo vide sorridere del prossimo avversario.

Krillin.

Pan sorrise pensando di aver trovato finalmente qualcuno con cui scaldare i muscoli. Infatti poco dopo l'uomo fu atterrato e gettato fuori da ring.

-C-18.- disse Pan un po' sorpresa vedendola salire il ring.

-Credevi che non avrei vendicato mio marito? Guarda come me lo hai ridotto.- le disse scherzando. -Stanotte sarò costretta a prendermi particolare cura di lui.- aggiunse in un tono sensuale che non sfuggì a nessuno.

Un'allusione così esplicita da farla arrossire, ma Pan sorrise comprendendo esattamente quello che voleva fare la donna a quell'uomo che inspiegabilmente amava da impazzire. -Finalmente un avversario degno.-

Le due si guardarono, i sorrisi dai loro volti scomparvero, e in men che non si dica si gettarono l'una contro l'altra.

Questa volta il duello durò un pochino di più. Pan era forte ma il cyborg non era da meno.

Trunks si ritrovò a pensare se davvero Pan fosse in grado di batterla. In fondo quella donna era stata pericolosa in passato.

Quando la vide volare fuori dal ring gli venne un colpo.

Pan aveva vinto?

Era sotto shock mentre lei prendeva a guardarlo con un sorriso felicissimo soddisfatta di se stessa facendogli il segno della vittoria con due dita sollevate in aria.

Lui ricambiò quel sorriso che sapeva essere riservato solo a lui. Perché a scapito di ogni altra cosa, anche di quella cotta che era tanto chiacchierata e giudicata, sapeva che per Pan lui era importante a prescindere da tutto il resto.

E lei lo era per lui.

-Vai Goten.- gli disse Vegeta.

-Io?- domandò l'altro. -Ma non sono vestito adeguatamente.- si lamentò beccandosi uno sguardo omicida da Vegeta che lo convinse in un attimo a partecipare a quella sfida.

-Non ridere troppo Trunks.- disse poi rivolto a lui.

Che voleva dire?

-Allora zietto... sei pronto alla sconfitta?- gli domandò lei spavalda.

-Non ridere troppo neanche tu ragazzina ricordati che io sono un super saiyan e tu no.-

Lo sguardo di lei s'incupì. -Certo, se vuoi combattere in modo sleale fai pure... trasformati. Non ho nessun problema.- non riusciva proprio a tenere a freno la lingua. Ma aveva ragione, dovevano combattere senza l'uso di forze superiori, dovevano essere “alla pari”.

-No tranquilla basteranno le miei forze per metterti al tappeto.-

Pan rise. -Ma dai Goten quei tempi sono andati.- gli ricordò allegramente e Trunks vide Goten arrossire di rabbia. -Se avessi pensato ad allenarti anziché perdere ii tuoi giorni appresso alle femmine...- Pan canzonava Goten senza nessuna pietà, e ancora una volta quello era un ragionamento da Vegeta.

Trunks dedusse che il sangue saiyan in Pan doveva davvero essere fortemente presente.

-Parli così per invidia mia cara considerando che tu non hai un appuntamento da anni.- rise di lei che s'imbronciò al punto da ringhiargli letteralmente contro.

-E' per mia scelta! Preferisco restare sola che uscire con quella massa di rammolliti!- gli urlò con ferocia.

A Trunks mancò un battito.

Non riuscì a controllarlo guardando poi suo padre di sottecchi per vedere se se ne fosse accorto. Non lo guardava, ma sogghignava.

Era per lui? O era per come Pan fronteggiava suo zio a testa alta?

Intanto rifletteva sulle parole di Goten che involontariamente aveva risposto ad un quesito che non poteva domandare a nessuno, men che meno a lei. Adesso però sapeva, era certo che nella vita di Pan nessuno avesse preso il suo posto.

E la gioia e il dolore combatterono ancora nel suo stomaco tra la felicità e i sensi di colpa.

-Fatti sotto!- le urlò contro arrabbiato Goten. Trunks sapeva che quella rabbia lo avrebbe deconcentrato al punto da fargli perdere dei colpi e lei ne avrebbe approfittato.

Partì infatti con il primo pungo che andò a vuoto perché Pan ebbe il tempo di scansarlo, e non solo... in men che non si dica gli fu alle spalle e allungando una gamba all'indietro lo colpì appena sbilanciandolo mentre Goten incespicava e lei lo guardava divertita con un ghigno sadico sul viso e le braccia incrociate al petto.

-E' questo tutto quello che sai fare Goten?- lo istigò lei.

Goten si voltò scuro in viso, aveva perso le staffe, e la faccia. -Maledetta mocciosa!- le urlò contro. -E' “zio” Goten per te!- urlò scagliandosi su di lei che si mise in posizione, pronta per riceverlo, soddisfatta nell'anticipare gli eventi nella sua mente.

Ne era certo, quel gusto per il combattimento Pan lo aveva ereditato da Goku. In lei rivedeva quell'uomo incapace di rifiutare una sfida, voglioso di superare se stesso, di accrescere la sua aura al punto da sottoporsi ad allenamenti estremi.

E così Pan.

Voleva allenarsi con Vegeta perché con lui sarebbero stati allenamenti estremi che gli altri non le avrebbero imposto, anzi permesso.

Neanche lui.

Ma Vegeta...

Li vide levarsi in volo e combattere ad una velocità invisibile ad occhio umano. Infatti solo in pochi riuscirono a seguirli, anche Krillin stesso faticava a seguire il combattimento lassù in cielo.

Pan era davvero migliorata, era forte, doveva ammetterlo.

Non la ricordava così veloce, ne ricordava la sua aura così potente. Riusciva a rispondere e ricevere gli attacchi di Goten con notevole facilità.

Era riuscito a colpirla un numero così limitato di volte da essere insignificanti.

Lo aveva lasciato di stucco.

Lo lasciò sbalordito però dopo che l'ebbe udita urlare un “facciamola finita!” con una grinta tale da sembrare un rombo di un tuono e scaraventare suo zio per aria facendolo atterrare bruscamente al suolo al di fuori del ring creando una voragine di dimensioni assurde.

-Non ci credo.- proruppe lui guardando quella scena come fosse qualcosa di impossibile.

Si voltò per guardare suo padre, che adesso aveva un'espressione strana, un misto tra l'apprensione e il dubbio. Che stesse decidendo di allenarla comunque?

Tornò a guardare Pan che lentamente scendeva appoggiando ancora i piedi per terra sul ring con il fiato corto e i pugno stretti ai fianchi. La sua aura così luminosa e potente da fargli mancare il fiato.

-Ti è andata solo bene!- urlò Goten tornando tra loro.

-Chi è il pivello adesso?- lo canzonò Bra prendendosi quella rivincita tanto desiderata.

-Sta zitta!- le rispose con arroganza, e riattaccarono briga insultandosi e prendendosi in giro a vicenda bisticciando come gatto e cane. Infondo erano molto simili, pensò sorridendo di loro.

Quando riportò l'attenzione su Pan lei lo guardava.

Questa volta però il suo sguardo era diverso, era serio e deciso, forse piuttosto freddo.

-Vai.- disse solamente suo padre, ma capì che diceva a lui.

Si voltò verso di lui che non lo guardava. -Eh? Ma...- tentò di protestare, ma Vegeta fu irremovibile. -Non ha senso, si sa che sono più forte di lei!- gli urlò contro arrabbiato.

Era un tranello quello di suo padre, un modo per dare una lezione a Pan, e forse anche un modo per far notare a tutti che nella nuova generazione era la sua prole la più forte.

Per qualche ragione Gohan era sempre rientrato nella generazione precedente...

Ma non avrebbe funzionato, perché se anche Pan avesse perso oggi, si sarebbe ripresentata un domani.

-Falla finita Brief e sali su questo dannatissimo ring!- fu lei ad urlagli contro, in quella voce nessuna pietà, solo tanta voglia di farla finita lei stessa per mano sua.

Si portò sul ring strascinandosi quasi e salendovi di malavoglia. -E un'assurdità Pan.- Le disse convinto.

-Non credertela così tanto Trunks. Potrei stupirti.- gli rispose sorridendo beffarda. Ma Trunks sapeva che era un bluff.

-Dai Pan smettila, lo sappiamo entrambi che non mi batterai mai.- e la sua non era spavalderia, era solo la verità chiara e semplice.

-Finiscila tu piuttosto, non mi sottovalutare e combatti con me.-

A Trunks mancò il fiato per un'istante, sperando ancora una volta che suo padre non se ne fosse accorto. Combattere con lei era la cosa più intima che avessero fatto in anni. Quello che sarebbe stato un vero e proprio corpo a corpo, il pensiero di toccarla, di colpirla.

Non poteva farlo. -Dai piccola arrenditi e andiamo a fare altro vuoi?- tentò, ma sapeva che non avrebbe funzionato.

-Attaccami.- gli disse lei invece. E la sua voce gli era sembrata la cosa più suadente che avesse mai udito. -Forza Trunks... vieni... avanti!- e ancora poteva sentire quella nota di sensualità che aveva paura stesse solo immaginando.

-Va bene...- disse infine accettando quella situazione che tanto non poteva cambiare o eludere più a lungo.

Infondo aveva già indosso la sua bella tuta creata da sua madre per gli allenamenti e le battaglie. Tanto valeva far finta che fosse solo un'altra sessione degli allenamenti di suo padre.

E forse lo era davvero...

La vide sorridere mentre partiva all'attacco contro di lui avanzando a pugno chiuso. Si limitò a spostarsi veloce e quel pugno andò a vuoto quando ricomparve dietro di lei.

Non l'aveva però colta di sorpresa, Pan lo conosceva bene, sapeva come combatteva, l'aveva visto all'opera in diverse occasioni, si erano allenati insieme nello spazio, e anche sulla Terra. Gli scagliò contro un calcio all'indietro e poi un altro rotante che lui evitò con maestria.

Dovette ammettere con se stesso che era veloce, ed era migliorata più di quello che aveva notato nello scontro con Goten. Il calcio che s'infranse sul suo avambraccio nel momento in cui lo aveva parato fu così forte da dolergli. Ma più probabilmente era debilitato dall'allenamento precedente con suo padre.

Ovviamente si stava risparmiando con lei. Ci stava andando piano e lei lo sapeva. Poteva vedere nei suoi occhi la rabbia, la consapevolezza della sua inferiorità rispetto alla sua forza. Ma questo non le impedì di continuare ad attaccarlo.

Combatterono così per un po'. Lei attaccava e lui si difendeva da lei, incapace in realtà di colpire la sua Pan.

Con un balzo nelle direzioni opposte si separarono.

-Non ti stai impegnando.- gli disse lei con sguardo cupo. Era arrabbiata.

-E invece si.- le rispose divertito vedendola ritta in piedi con le mani sui fianchi. Quei fianchi che adesso gli sembravano più tondi, le sue pose più sinuose, qualche curva aveva preso il posto del suo vecchio corpo di bambina saiyan, e adesso iniziava a sembrargli una piccola donna. Quello che lei aveva sempre voluto essere infondo...

-E invece no.- disse la voce tuonante di stizza di suo padre alle sue spalle.

Sobbalzò udendo quelle parole, non gli rispose, né si voltò. Preferì di gran lunga continuare a concentrare tutta la sua attenzione sulla battaglia, su di lei.

-Tuo padre ha ragione, non mi risparmiare. Combattimi.- gli disse seria e decisa.

Combatterla diceva.

Un risolino di scherno gli sfuggì dalle labbra, e la vide accigliarsi.

No, non rideva di lei, rideva di se stesso.

Non poteva neanche avere immaginazione, nessuno poteva averne, di quanto lui l'avesse combattuta, di quanti anni avesse passato a combatterla. A combattere contro se stesso e i suoi maledetti impulsi, quegli istinti malsani che aveva per lei.

No, non rideva di lei. Rideva di se stesso. Dello stupido che era.

La vide sciogliere qualcosa dal polso, era un pezzo di stoffa, un foulard...

Strabuzzò gli occhi.

No... era la sua bandana blu.

Lei afferrò il fermaglio che aveva sulla testa e lo gettò via, e attorcigliando la bandana si legò i capelli in una sorta di mezza coda o uno chignon, non avrebbe saputo definirlo meglio di così. Sapeva solo che era bellissima con quelle ciocche che spettinate le ricadevano sul viso e la frangetta, lasciata finalmente libera dal fermaglio, imperlata di sudore come la sua pelle ormai lucida.

Ricordava esattamente il momento in cui glielo aveva regalato.

Era stato quell'ultimo capodanno, a quella che fu poi la loro ultima reunion.

Avevano trascorso tutta la serata assieme, diventati ormai culo e camicia per così dire. Forse il loro rapporto era più forte persino di quello che aveva con Goten.

Si erano sempre capiti al volo, le risate erano immancabili e quell'aura di allegria in cui erano avvolti faceva invidia a molti.

Erano stati bene, davvero bene. Trunks credette che quella fosse stata la serata più bella della sua vita, non facendo niente di speciale, semplicemente stando seduto sul tappeto del salotto giocando ai videogiochi facendo coppia virtuale con Pan contro Bra e Goten.

Inutile dire che vinsero. Non poteva essere diversamente, il loro affiatamento era palpabile in tutto ció che facevano.

Bra e Goten trascorsero tutta la serata litigando, mentre loro ad un certo punto si erano assolutamente estraniati da tutto quello che li circondava.

Potevano essere in una sala piena di gente senza neanche rendersi conto della loro presenza, troppo presi da quel rapporto unico che avevano creato durante l'assenza da tutti.

Per lungo tempo erano stati solo loro, e solamente Goku poteva intrufolarsi in quel duo ricreando il trio che erano stati. Ma lui non era più presente tra loro.

Pan ne soffriva.

-Mi manca sai...- gli disse d'un tratto mentre ricordavano le loro avventure.

-Lo so.- le rispose prendendole la mano. -Manca anche a me.- sorrise ricordandolo.

Erano ancora per terra nel salotto, le schiene contro la seduta del divano, nascosti alla vista degli altri seduti di là, in sala da pranzo, proprio alle loro spalle.

Lei strinse forte la sua mano e la passò attorno alle sue spalle costringendolo in un abbraccio appoggiandosi sopra il suo braccio con la testa senza lasciare di tormentargli le dita con le proprie.

Trunks ebbe un sussulto, il fiato corto mentre abbracciava la sua Pan. Non che non fossero atteggiamenti consueti per loro, ma c'era stato qualcosa in quel momento che non riuscì bene a definire. Qualcosa che forse poteva identificare in quel bacio leggero che gli posò nell'incavo del braccio. Le sue labbra che parevano bollenti contro la sua pelle.

Non lo aveva mai fatto, non si era mai spinta fino a baciarlo.

Il cuore che prese a martellargli in petto, e quella leggera sensazione di ebrezza che gli diede alla testa nonostante i saiyan fossero degli astemi decisi.

La strinse in un abbraccio completo chiudendola tra le sue braccia in una morsa delicata mentre lei si lasciava cullare da lui, e chiacchierarono ancora di Goku mentre le loro labbra affrontavano quel discorso e le loro menti uno del tutto differente.

Pan sollevò lo sguardo d'un tratto, l'aveva fatta ridere. Il suo sorriso si spense nei suoi occhi quando si resero conto di quanto fossero vicine le loro labbra.

E lei era lì che non si muoveva, non si scostava, pareva piuttosto attenderlo, aspettando che fosse lui a colmare quello spazio tra di loro... che non ridevano più.

Deglutì.

Lei non poteva minimamente immaginare quanto desiderasse farlo, quanto desiderasse annullare le distanze tra di loro, prendere le sue labbra, farla sua in ogni modo possibile.

Ma...

Non sarebbe stato corretto. Nei suoi confronti, e in quelli di quella gente che di là in sala si fidava di lui, teneva a lui, a lei, a loro.

Avrebbe deluso tutti.

Lei aveva solo sedici anni, o come preferiva dire lei “sedici e mezzo”, e lui? Al confronto era un pervertito di trent'anni suonati perso di lei.

Le sorrise amaramente capendo che la cosa si era protratta per troppo tempo. Doveva fermarsi, adesso che erano ancora in tempo.

Sollevò la testa e posò le sue labbra sulla sua fronte sentendola sospirare.

Furono chiamati dagli altri, era mezzanotte e stavano tutti fuori a guardare i fuochi d'artificio che annunciavano l'inizio di un nuovo anno.

Corsero fuori raggiungendo gli altri ancora l'uno affianco all'altra.

E mentre salutava il nuovo anno, dicendo addio al vecchio, lui diceva addio a lei, che ignara di tutto ciò rideva divertita da quello spettacolo meraviglioso che si prospettava dinnanzi ai suoi occhi, in quel cielo pieno di stelle che lei amava tanto, che le ricordava quel tempo in cui si erano appartenuti, in un modo unico e speciale.

Ricordò benissimo le lacrime pungergli gli occhi. Non pianse, non in quel momento, non davanti a tutti.

Le tenne la mano, per quella che sarebbe stata l'ultima volta, consapevole del peso di quella scelta che presto o tardi sarebbe stata inevitabile. Aveva solo tergiversato, lo sapeva, ma separarsi da lei era un dolore così grande da risultare intollerabile anche per lui, che nella vita aveva combattuto diverse battaglie, subendo diversi colpi, ma quel dolore, era diverso.

Fu taciturno per il resto della serata, ed era certo che lei se ne fosse resa conto da come lo guardava. Era semplicemente così si capivano senza il bisogno di parole inutili.

Finita la serata era giunto il momento di separarsi.

-Allora, io vado.- disse lei timidamente sull'uscio della porta.

Gli altri li scansavano uscendo allegramente mentre tra loro due era calato un silenzio imbarazzante, assolutamente innaturale.

Non seppe mai se gli altri si fossero accorti del momento solenne o meno, ma non gli importava molto soprattutto allora, quando avendola difronte non riusciva a sorreggere il suo sguardo.

-Ciao...- sussurrò lei appena non udendo nessuna risposta facendo per voltarsi quando lui l'afferrò per un polso impedendole di lasciarlo così.

-Tieni.- le disse porgendole la sua preziosa bandana, quella del viaggio nello spazio. -Un piccolo regalino per l'anno nuovo.- le fece un occhiolino tentando di replicare quel sorrisetto furbo che era solito farle non sapendo se in effetti gli riuscì o meno.

Forse no.

Pan gli saltò tra le braccia in un impeto, come se ci fosse stato qualcosa in lei che l'avesse spinta ad annullare le distanze tra loro per l'ultima volta.

Ricambiò l'abbraccio con forza prima di lasciarla andare.

Gli sorrise, le lacrime agli occhi mentre stringeva quel leggero tessuto tra le dita come fosse l'oggetto più prezioso del mondo. -Lo custodirò con cura.- gli disse prima di correre via da lui.

Quella fu la notte più lunga, e più dura, della sua vita.

Pianse tutte le lacrime che aveva, per quell'amore che sapeva non essere corretto, ma impossibile da cancellare.

L'amava. Era così. E adesso doveva dimenticarla e lasciare che andasse avanti e si facesse una vita lontana da lui. Era quello il miglior regalo che potesse farle.

-Buon anno nuovo piccola mia.- disse augurandole tutta la felicità che la sua assenza avrebbe potuto portarle.

Da quel momento in poi semplicemente si negò a lei con scuse banali ma necessarie: “devo lavorare” “ho sonno” “sono stanco” “ho da fare” “devo uscire con Goten”.

Era certo di non essere creduto, ma non importava.

Infine, lei non lo cercò più, e lui costrinse se stesso a non cedere facendo si che il loro rapporto perfetto pian piano divenisse solo un ricordo bellissimo.

E la cosa gli era riuscita piuttosto bene, fin quando quella mattina sua madre aveva deciso di richiamare tutti all'appello.

Non aveva idea del dolore che gli aveva procurato.

-Attaccami Trunks!- insistette lei mettendosi in posa pronta a scattare.

Tornò alla realtà. Adesso gli era difronte. -No Pan finiamola qui questa pagliacciata.- le disse incrociando le braccia al petto.

-Pagliacciata?!- domandò lei con esasperazione nella voce. -Trunks! Tu allora non capisci...- vedeva nei suoi occhi la delusione. Pan si fidava di lui, era sempre stato così, come diceva lei, lui era l'unico che la capisse, che l'ascoltasse e che la sostenesse in tutto... o quasi.

Ma in quel momento seppe di averla fatta sentire tradita, e ancor di più se ne rese conto quando la vide partire all'attacco lanciando un urlo di dolore e di rabbia che riecheggiò nella sua mente quando lo colpì sotto il mento con un pugno scaraventandolo per aria.

L'impatto fu devastante, non l'aveva mai colpito con così tanta forza e disperazione.

In un battito di ciglia se la ritrovò davanti mentre ancora lo attaccava con pugni e calci, riuscendo anche a colpirlo.

Le implorava di smetterla mentre ancora in aria continuava quella che pareva essere una sorta di vendetta. Si vendicava contro chi stava distruggendo i suoi sogni, contro quell'amico che stava distruggendo la loro amicizia, contro il compagno che la stava tradendo.

La rabbia assalì anche lui mentre nel petto sentiva come una fiamma divampare e farsi più grande, incontenibile, stimolata da quegli impatti che contro il suo corpo non bruciavano la pelle ma l'anima.

-Adesso basta!- urlò intensificando la sua aura e afferrandola in men che non si dica da dietro portando entrambe le mani di lei dietro la schiena nel tentativo di fermare quell'assurdità. -Non voglio combattere contro di te Pan!- le urlò contro disperato.

Non così almeno.

-E' solo un combattimento Trunks, non è la prima volta che combattiamo!- lo rimbeccò lei. Ed era vero. Ma non a quel modo...

-Non così però.- le disse stringendo maggiormente la presa sui suoi polsi sentendola irrigidirsi e agitarsi nel tentativo di liberarsi.

-Che vuoi dire?- gli domandò tra i denti stretti a soffocare quel dolore che sicuramente stava provando.

Piano la riportò con i piedi per terra. Adesso erano di nuovo sul ring.

-Non mi hai mai attaccato in questo modo Pan...- le disse in un orecchio mentre lei smetteva in fine di muoversi. -Lo so che ce l'hai con me.- insistette per rendere più chiaro il concetto. -Ti stai solo vendicando.- un sussurro doloroso uscito dalle sue labbra che non poteva più essere trattenuto.

Pan respirava a fatica, vedeva chiaramente il suo petto sollevarsi in movimenti irregolari, sapeva benissimo di aver toccato un punto dolente, e in verità non era un argomento che avrebbe voluto tirar fuori mai, ma le circostanze avevano mandato all'aria tutti i suoi piani e la rabbia la sua lucidità.

Quel corpo stretto al suo, il suo profumo misto al sudore. Quell'odore che ricordava benissimo, rimasto immutato nel tempo, che non poteva dimenticare e che di tanto in tanto ritornava a solleticargli il naso, anche sapendo benissimo che fosse solo frutto della sua fantasia, della nostalgia. Adesso era reale.

-Lasciami!- gli urlò lei, e la voce era uscita più stridula del consueto. -Lasciami Trunks... Lasciami!- urlò disperata mentre sentiva la sua aura accrescere.

La piccola di casa Son adesso era circondata da un aura energetica bluastra che continuava a crescere di potenza mentre le sue urla squarciavano il cielo azzurro e sereno.

Sentiva quel corpo fremere sotto le sue dita, finché quella forza non esplose e non poté più trattenerla oltre.

Si era liberata.

La guardò un attimo come inebetito per quella dimostrazione di forza. Ma poi le sorrise.

Lei con uno scatto si era piazzata dinnanzi a lui a qualche metro di distanza. Bella come il sole, affannata, stanca per quello sforzo immane, estremamente sudata lo guardava con il suo solito sguardo di sfida, con quella grinta che tanto aveva amato, con quella forza di volontà che in più occasioni era stata la loro ancora nello spazio.

-Adesso fai sul serio però.- gli intimò severa.

Partì all'attacco contro di lui ancora una volta colpendolo un paio di volte prima che si decidesse a reagire.

Lo scontro proseguì in aria dove nessun dei due si risparmiava, o quasi.

La loro doveva sembrare una sorta di danza agli occhi degli spettatori che guardavano ammutoliti il combattimento.

Si conoscevano bene, benissimo, potevano anticipare le mosse l'uno dell'altra e per un po' nessuno dei due riuscì a colpire l'altro, anche se la voglia di colpirla in realtà per Trunks era nulla.

-Colpiscimi!- gli urlava a squarciagola istigandolo, provocandolo, cercando di dire cose che lo avrebbero fatto arrabbiare.

E in fine ci riuscì quando gli disse che era un codardo e che non combatteva contro di lei perché: -Perchè credi che io sia debole!- urlò con gli occhi oramai lucidi di rabbia. Gli disse che non gli importava nulla dei suoi desideri, della voglia che aveva di imparare da suo padre l'arte del combattimento dei saiyan. -Sei un'egoista! Non ti importa niente di me in realtà Trunks, ed è per questo che neanche mi combatti, mi neghi anche questa possibilità. Perché semplicemente non ti importa di me!- gli urlò con tutto il fiato che avesse in corpo, con quella disperazione che aveva percepito prima ma che adesso con le sue parole aveva confermato.

Come poteva dirlo? Come poteva credere che a lui non importasse nulla di lei!?

La vide arrivare all'attacco e preso da un istinto incontrollabile in un istante le fu alle spalle e con una gomitata sulla schiena la scaraventò sul ring vedendo il suo corpo infrangersi al suolo creando una voragine di dimensioni notevoli.

Immediatamente strabuzzò gli occhi mentre guardava inorridito la scena.

-Pan!- urlò fiondandosi al suolo correndo al suo fianco afferrando il suo corpo e voltandola in modo da guardarla in viso. -Piccola tutto bene? Ti ho fatto male?- le domandò frettoloso con un'ansia crescente in petto.

-Finalmente.- disse lei invece sorridendo mentre un rivolo di sangue le scendeva lungo il sopracciglio finendole nell'occhio.

-Oh Pan mi dispiace, non so cosa mi sia preso.- e invece no. Sapeva esattamente cosa gli fosse preso.

Aveva toccato le sue corde e lo aveva suonato come un violino. Non era vero quello che gli aveva detto, se si era comportato come aveva fatto era stato per lei dannazione!

Ancora l'aura di Pan s'intensificò e con un balzo fu di nuovo ritta in piedi. -Ancora! Non ho finito con te!- gli disse sorridendo sorniona mentre barcollante tentava di mantenere la posizione di difesa.

-No.- rispose lui ansioso di farla finita con quell'idiozia! -Non ho nessuna intenzione di combattere ancora, basta!-

-Basta lo dico io e ancora non mi sono arresa!- gli urlò decisa.

-Falla finita Trunks e combatti!- gli intimò suo padre che da poca distanza guardava la scena tra il serio e il divertito.

-No papà basta non voglio più combattere!- esplose di rabbia contro quell'uomo che lo aveva messo in quella situazione impossibile da gestire.

Trunks era stufo e deciso a lasciare quel combattimento a metà arrendendosi scendendo dal ring, sventolando la bandierina bianca che avrebbe portato Pan a vincere e ad allenarsi con suo padre. Avvicinandosi a lui inevitabilmente.

La cosa non lo allettava affatto, ma non poteva più combattere maledizione!

Nel momento in cui si avvicinò al bordo del ring allungando il primo piede per scendere un calciò lo colpì alla testa facendolo volare via come fosse stato un moscerino colpito da una mano umana. Il suo volo non si arrestò contro una superficie ma contro un altro colpo sferrato da Pan che a differenza sua non aveva nessun ritegno nel colpirlo.

Questa volta il suo volo fu verso l'altro. Ma ripresosi si arrestò all'istante ritrovandosi gli occhi scuri di lei che lo fissavano accigliati.

-Ho detto no!- e ancora lei lo colpì al viso con un pugno. Lui non reagí vedendola chiudere i pugni stretti tra di loro e con un unico colpo colpirlgli la schiena facendolo piombare di peso sul pavimento del ring.

-Combatti Trunks!- ancora suo padre.

Trunks era finito sul ring a carponi. Aveva il fiato corto e la gola arida e secca che gli doleva quando tentava di parlare. Si guardò le mani che strette a pugno divenivano sempre più bianche mentre interrompeva il flusso regolare della circolazione.

Come poteva farlo. Non poteva. Non voleva!

Levò lo sguardo su suo padre con astio, rancore e forse odio per quello che gli stava facendo fare. -No non voglio più colpirla! Non voglio colpirla!- urlò in preda a quella che pareva una crisi di nervi, davanti a tutti gli sguardi indiscreti di amici e famigliari che non potevano capire.

Odiò suo padre perché lo stava costringendo a mettersi a nudo davanti a tutti. Lo stava forzando in quella battaglia che da segreta e interiore, ma in qualche modo gestibile, stava diventando reale e concreta, visibile ad occhio nudo.

E tutti lo videro. Tutti videro gli occhi di Trunks prima accigliarsi e poi divenire più lucidi mente qualcosa dentro di lui si spezzava.

Dannazione! Imprecò mentalmente dandosi dell'idiota abbassando il capo per evitare di essere guardato da loro.

Era solo uno stramaledettissimo combattimento! Non era il primo come aveva detto anche Pan, e non sarebbe stato l'ultimo!

E allora perché faceva così male? Perché non riusciva neanche ad immaginare di colpirla in nessun modo?!

Rilasciò quel respiro che aveva trattenuto in gola fino a quel momento riprendendo fiato, per poi trattenerne un altro un attimo dopo.

Non doveva piangere.

Qualunque cosa avesse fatto, non doveva piangere.

-Rialzati Trunks!- ancora lui, a non capire il suo stato d'animo, la sua angoscia, il suo dolore.

Con uno sforzo immane si rimise in piedi e si voltò trovando la piccola Pan dietro di sé che lo fissava con uno sguardo indecifrabile.

Si stava mostrando debole. Pan si sbagliava prima, era lui quello debole, non lei. Forse suo padre aveva ragione quando diceva che il DNA di sua madre aveva fatto danni a quello del saiyan.

Pan si mosse lentamente. Si levò il giacchetto di pelle rosso e lo gettò di lato rimanendo con il top nero.

Si mise ancora nella sua solita posizione pronta per ricominciare quello che non poteva davvero essere definito un combattimento.

Perché voleva continuare a tutti i costi? Lo odiava forse?

Non volle neanche pensarci, anche se la cosa era plausibile dopo come si era comportato con lei.


-Non posso Pan.- un sussurro, una supplica che gli morì sulle labbra quando lei incurante del suo stato partì all'attacco colpendolo ancora.

In realtà si lasciò colpire.

L'unico modo di farla finita in quel momento era lasciarla vincere e lasciarsi cadere fuori dal ring. E così fece ma...

Nell'istante prima che toccasse terra lei lo afferrò e lo lanciò in aria pronta a ripartire all'attacco.

-Non lasciarmi vincere!- gli intimò e in quello sguardo non lesse odio.

Sorrise appena di lei che adesso era tornata la bambina imbronciata che era sempre stata.

-Non è quello che vuoi?- le domandò sarcastico.

-Si... no...- la vide mordersi un labbro indecisa sulla risposta da dargli. -Voglio vincere per merito... non perché hai provato pena per me.- gli spiegò. -Ti prego Trunks.- adesso era lei che supplicava.

Il suo desiderio di allenarsi con suo padre era davvero grande. Ma infondo lo sapeva che per Pan il combattimento era tutto. Lei non era come loro, era quella che aveva meno sangue saiyan ma era quella che ne aveva tutto lo spirito.

Cosa doveva fare? Sapeva benissimo che se avesse combattuto avrebbe perso.

-Non vincerai mai Pan.- le ricordò. E la vide annuire consapevole senza però tirarsi indietro.

Ridacchiò portandosi le mani a tirarsi dietro i capelli che gli ricadevano scomposti sul viso.

-Ti prego Trunks.- lo implorò con quella vocina che lui conosceva bene, quella che usava quando voleva qualcosa da lui, sapendo che non avrebbe mai resistito e l'avrebbe accontentata sempre.

Lo guardava con quegli occhioni che gli parvero più tondi, le sopracciglia vicine tra loro e le mani unite davanti al visino che in quel momento era tornato immensamente dolce.

Sentì le gambe molli tremare mentre si scioglieva come un gelato al sole davanti a quella scena che, per tutti i supremi dell'universo, gli era mancata da morire.

Aveva abbassato le difese, tutte, lasciando che la sua aura tornasse ad un intensità normale, il tempo di vedere una scintilla malefica brillare negli occhi di lei che con un impeto pazzesco gli fu addosso colpendolo con un pugno sotto il mento, un calcio nello stomaco che lo piegò in due e una gomitata dietro al schiena che lo scaraventò sul ring dove adesso il suo corpo aveva rimpiazzato quello di lei nella medesima voragine.

La vide atterrargli vicina con le mani sui fianchi.

-Non vale... usare questi mezzuncoli non è leale!- le fece presente sollevandosi tenendosi lo stomaco indolenzito.

-Ma come dici tu... senza non avrei speranze di vincere.- gli fece un occhiolino mentre si godeva la scena. -E poi in amore e in guerra tutto vale...-

Sorrise. Era dannatamente scaltra la sua piccola, lo era sempre stata, e adesso che aveva anche il corpo giusto poteva usarlo a suo piacimento, almeno contro di lui. Si domandò solamente se lei ne fosse consapevole mentre ancheggiando si avvicinava a lui che deglutì con forza per mandare giù qualche invisibile ma ingombrante boccone.

-Questo è barare.-

-Non importano i mezzi... è il fine che conta.- gli disse soddisfatta mentre udiva quella che pareva una risatina di scherno di suo padre che doveva aver appoggiato in pieno quella frase.

-Vigliacca.- le disse guardandola dritta negli occhi sostenendo il suo sguardo d'ebano con non poca fatica.

-Codardo.- gli disse facendosi avanti di un altro passo.

-Poppante.- sapeva di innervosirla. Lo aveva fatto apposta, se si fosse avvicinata di un altro passo non avrebbe più potuto rispondere delle sue azioni.

-Io non sono una poppante! Non sono più una bambina!- urlò inferocita riuscendo a farlo ridere. Adesso era tornata lei, era di nuovo la sua piccola Pan, quella con cui riusciva a parlare di tutto e di niente, quella che lo aveva inseguito nello spazio per dimostrare a tutti di essere un'adulta quando in realtà non lo era.

Adesso però...

-E vero... non lo sei più.- anni erano trascorsi e quella ragazzina aveva lasciato il posto a quella giovane donna dispettosa che aveva difronte, che lo guardava accigliata, adesso un po' più confusa mentre le mani ai fianchi cadevano mollemente. Gli mancò un battito quando si ritrovò a fissare le sue labbra per un tempo fin troppo lungo e il suo corpo ebbe un fremito che sperò nessuno avesse captato. -Sei una piccola mocciosa impertinente! Ecco cosa sei!- le urlò sorridendole a trentadue denti spiccando il volo per non essere acchiappato da lei che si era fiondata su di lui intimandogli di strozzato a mani nude.

Adesso era ancora lì che lo inseguiva cercando di bloccarlo, fermarlo, vendicarsi per quegli insulti che per lei erano in assoluto i più pesanti di tutti.

Ma quello non poteva definirsi combattimento, quello era un gioco, era un bellissimo gioco che facevano sempre, in cui si divertivano a punzecchiarsi e a stuzzicarsi finché uno dei due non avesse ceduto.

Di solito finivano sempre con il “fare la pace” con un abbraccio.

Quei tempi lontani ormai andati che gli mancavano fino a togliergli il fiato.

-E dai Trunks lasciati acchiappare.- piagnucolò lei facendolo ridere.

-Ma come? Non volevi vincere per meritocrazia?- la canzonò vedendola imbronciata e poi intristita.

-E dai fermati.- piagnucolò ancora e gli fece tenerezza fino al punto di fermarsi per davvero ma senza volerlo, quasi fosse stato un istinto seguire le indicazioni che la sua voce gli imponeva.

Gli sorrise, e quel sorriso così sincero gli scaldò l'anima da tempo fredda.

Possibile che lei fosse davvero in grado di fare la differenza in lui così tanto. Possibile che lei fosse il suo inverno e la sua primavera?

Non poteva essere, non poteva lasciare che fosse così, la differenza d'età tra loro era troppo grande, nessuno avrebbe capito, a volte non lo capiva neanche lui...

Pan approfittò dell'ennesimo attimo di esitazione per colpirlo ancora e scaraventarlo verso il suolo, ma questa volta fu lui a fermarsi in tempo prima di toccare terra, domandandosi subito dopo perché non si fosse semplicemente lasciato cadere mettendo fine a tutto quello scompiglio.

Ma oramai era fatta, si era sollevato in volo mentre lei lo guardava con delusione.

Le sorrise furbo, voleva combattere? Perfetto, non poteva far altro che accontentarla come aveva sempre fatto, assecondando quei mezzi sleali che aveva per torturarlo! -E' così che combatti adesso?- le domandò con una nota di rimprovero. -Va bene l'hai voluta tu! Ti insegnerò una lezione che no dimenticherai tanto facilmente!- si fiondò su di lei che poteva sentire carica di un misto di adrenalina, paura, divertimento e eccitazione. La sua aura brillava come non l'aveva mai vista prima mentre lo attendeva sorridente ansiosa di colmare quel vuoto che li separava. -Non è così che ci si comporta in una battaglia seria!- urlò poco prima di raggiungerla.

Aveva vinto lei... ancora.

  
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