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Autore: Ale_cia    30/06/2020    0 recensioni
"Avevo tanta paura, ma ora mi rendo conto che l'amore non è mai sbagliato e non muore mai.
C'è un mondo perfetto che risplende nei tuoi occhi e se solo gli altri potessero percepire la felicità che provo insieme a te, saprebbero che l'amore trova sempre la strada."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora, Fosco
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Love will find a way
"In a perfect world
one we've never known
We would never need to face the world alone
They can have their world we'll create our own
I may not be brave or strong or smart
But somewhere in my secret heart

I know love will find a way
Anywhere I go I'm home
If you are there beside me
Like dark turning into day
Somehow we'll come through
Now that I've found you
Love will find a way"

*******

La sera era scesa silenziosa sulla Brughiera. Il canto degli uccelli era appena cessato. Si udiva solamente il suono del vento che accarezzava morbido le fronde degli alberi e lo scorrere quieto delle acque del fiume sul quale piroettavano mute le fate del crepuscolo. L'aria era tiepida e gentile, l'oscurità era addolcita dallo scintillio delle ali degli spiriti notturni. Tutto era in pace e in armonia. 
Sotto la grande quercia secolare, le cui profonde radici costeggiavano la sponda del fiume, due figure riposavano vicine e abbracciate.
La fanciulla dai lunghi capelli d'oro dormiva placidamente, il suo petto si muoveva dolce come le onde che si alzano e si increspano. La serenità che indossava sul viso era accentuata dalle labbra socchiuse e arricciate in un inconsapevole sorriso. La sua candida mano era intrecciata alle lunghe dita dell'uomo che giaceva vicino a lei, vegliando sulla sua regina. Fosco era disteso al suo fianco, gli occhi neri fissi sull'esile e delicata figura che aveva accanto e che si era lasciata rapire dal sonno tra le sue braccia.
Non riusciva a dormire, non voleva. Perché mai avrebbe dovuto? Ora più che mai aveva un buon motivo per restare sveglio finché il suo corpo umano avesse resistito. Non voleva perdersi neanche uno di quegli istanti in cui era stretto a lei, alla sua Aurora.
Sua. Aveva ancora paura di crederci.

*******
Lei era sua.
Nel suo cuore lo era sempre stata. Sin da quando la accudiva da bambina e credeva di tenere a lei come ad una sorella, a quando giorno dopo giorno, anno dopo anno, l'aveva vista fiorire come una rosa nel pieno della primavera, a quando si era sentito morire dentro e aveva temuto di perderla per sempre a causa del sortilegio della sua Signora.
Ma il vero amore esiste, quell'amore che l'aveva riportata indietro. L'amore di una madre che avrebbe dato qualsiasi cosa per quella dolce creatura, e forse un pò anche il suo, che desiderava soltanto saperla viva e felice. Credeva gli sarebbe bastato per tutta la vita, poter vivere quel sentimento in silenzio e restarle semplicemente accanto, come fosse la sua ombra e vederla crescere ancora, diventare la donna bellissima che era, la regina che adorava quella terra magica, così lontana da lei, ma così vicina al suo fragile cuore mortale.
Che sciocco! Era stato un altro semplice umano a far vacillare le sue convinzioni. Il principe dallo sguardo fiero e dai modi gentili dell'Ulstead.
Pur non avendo spezzato il maleficio, Filippo era sicuramente, già da allora, attratto da Aurora. E come biasimarlo.
Dal giorno in cui la principessa fu incoronata Signora di quelle lande, il giovane era tornato spesso a farle visita nella Brughiera. L'aveva corteggiata a lungo e lei ne era felice, ricambiava quelle cortesie e quelle attenzioni. Filippo era nobile d'animo e di stirpe, affascinante e sicuro di se. E Aurora sarebbe stata la sposa perfetta. Perciò, quando si presentò l'occasione giusta, il principe si era inginocchiato di fronte a lei, chiedendole di diventare finalmente sua moglie.
Fosco era lì, nella sua vera forma di corvo, nascosto tra i rami della stessa quercia, a vegliare su di lei, col cuore in frantumi, perché stava assistendo a ciò che avrebbe rappresentato l'addio alla sua amata regina.
Stava per librarsi in volo per non assistere a quel sì che gli avrebbe lacerato l'anima per sempre, quando vide Aurora allontanarsi insipegabilmente, vacillare. La sentì parlare con voce tremante.
"Filippo... mi dispiace. Io non volevo ferire i tuoi sentimenti. Credevo di essere pronta a questo, ma non posso farlo. Hai tutte le ragioni per odiarmi, e forse mi odio anch'io per aver mentito a me stessa per tutto questo tempo. Filippo - esitò - il mio cuore non appartiene a te."
Il principe rimase immobile, gli occhi fissi nel vuoto. "Lui chi è?" disse soltanto.
In quel momento anche il suo cuore di corvo perse un battito. Aurora lo aveva respinto perché amava qualcun altro. Un'altra creatura aveva fatto innamorare la fanciulla. 
Se non fosse stato così cieco e insicuro di se, non avrebbe avuto neanche bisogno di attendere la risposta della sua amata che non tardò ad arrivare.
"Lui è mio fratello, è il mio migliore amico, la mia ombra.. qualcuno che non potrò mai avere accanto per tutta la vita come te. - disse tra le lacrime - Ma se avere te significa perdere lui e tutto ciò che siamo noi, insieme, anche se non potrò mai amarlo come vorrei, non posso rinunciare a tutto questo. Non è nella sua natura stare al mio fianco e non potrò mai chiederglielo. Ma io sarò sempre sua in qualunque forma possa assumere questo amore. Perdonami, Filippo."
Il principe finalmente reagì e si avvicinò ad Aurora con occhi furenti.
"Mi stai dicendo che vuoi rinunciare al nostro futuro.. per uno... di loro? Tu... hai dimenticato chi sei? Vuoi rinnegare il tuo destino per un... corvo!!"
Fosco si desto finalmente dal torpore che gli aveva impedito di muoversi fino ad allora. Tremò. Il cuore gli esplodeva nel suo piccolo corpo di uccello. Non riusciva a sostenere quello che stava provando.
Aurora lo amava. La sua dolce regina, colei che desiderava più di qualunque cosa al mondo, ricambiava i suoi sentimenti e il suo tormento.
Avrebbe voluto volare giù da quel ramo, prendere forma umana e gridarle che non era sbagliato, che avrebbe sfidato anche la sua natura per vivere insieme a lei, ma lui era un semplice corvo. Neanche questo potere gli era concesso, di decidere da solo quale sembianze avere. Non avrebbe mai lasciato la sua amata da sola a fronteggiare l'ira di Filippo. Attese solo il momento per avvicinarsi a lei, per volare sulla sua spalla e sperare che lei leggesse nei suoi occhi neri lo stesso amore che lui provava.
"Credevo che desiderassi fuggire da qui insieme a me e vivere una vita vera. Ma alla fine, sei proprio come loro."
Filippo parlò con voce tuonante, ferma. Non c'era più rabbia, solo rassegnazione. Salì sul suo cavallo e corse via.
Aurora crollò a terra, in lacrime. Soffriva per averlo ferito, per ciò che provava, per il suo amore senza speranza.
E fu allora che lei arrivò, la sua Fata Madrina. Torreggiava su di lei, imponente, l'apprensione negli occhi.
"Perché piangi, bestiolina? Cosa ti tormenta?" le disse avvicinandosi per abbracciarla.
Singhiozzava mentre cercava di scandire le sue parole. "Filippo ha chiesto la mia mano, ma io non posso sposarlo. Non è lui che io amo. Non è lui... non è lui. Io vorrei... Fata Madrina, io amo...." quelle ultime parole le morirono in gola, non riusciva più a controllare la sua angoscia e affondò il viso nell'incavo della spalla della fata.
Malefica la strinse più forte, premusosa, con la consapevolezza che solo una madre può avere. Poi alzò gli occhi al cielo, come se avesse sempre saputo che Fosco fosse lassù, ad osservarle. Con un movimento impercettibile delle dita scagliò la sua magia verso il fedele amico pennuto ed egli si tramutò nel bel giovane dai capelli scuri che oramai era nel cuore della sua bambina.
Fosco trasalì e guardò la sua Signora, con timore, ma anche con gratitudine. Forse non gli avrebbe concesso quelle fattezze, in quel momento, se fosse stata adirata.
Lei lo invitò con lo sguardo a scendere dall'albero e a farsi avanti.
Quei pochi passi che lo separavano dalla principessa sembravano infiniti, o forse erano proprio le sue gambe a vacillare e a rallentare il confronto con lei. Aveva paura di aver sognato tutto, di non aver davvero compreso, ma più si avvicinava a quella figura tremante e più il desiderio di accoglierla tra le sue braccia annullava ogni incertezza. Silenziosamente si inginocchiò vicino alle due donne, la sua mano, timida, si adagiò sul capo dorato della fanciulla in una carezza più lieve di un soffio.
 Allora Malefica si scostò dolcemente dalla sua bambina per poi allontanarsi in un battito di ali. Sapeva di lasciarla in mani sicure. Sapeva che Fosco, come lei, l'avrebbe protetta a costo della vita, incondizionatamente. 
Aurora aveva sollevato la testa e si era ritrovata davanti gli occhi neri del ragazzo che la guardavano con dolcezza e inquietudine. Le sue gote inumidite dal troppo pianto si colorarono di rosso, ed egli pensò che fosse ancora più adorabile.
Lei non disse nulla, si sentiva colpevole, scoperta, e allo stesso tempo in salvo da tutto, dalle sue paure e dai suoi rimorsi.
Fosco provò un moto di tenerezza e di felicità. Abbandonò ogni esitazione e le rivorse un sorriso pieno d'amore.
"Non piangere - le disse - mi uccidi, se piangi. Sono qui con te... per sempre." E le carezzò la guancia arrossata e lei si abbandonò a quella carezza coprendo con la sua la mano del giovane e strofinando delicatamente il viso su di essa, cullandosi, cercando quel rifugio a cui tanto anelava. Le sue labbra di rosa si aprirono in un sorriso e finalmente realizzò anch'ella che il suo cuore non era solo.
"Non ti chiederei mai di rinunciare a ciò che sei. Alla tua natura, alla tua libertà, alle tue ali, per me." parlò Aurora in un sussurro.
"Le mie ali mi hanno reso libero e padrone di volare tra le nuvole, ma per quanto ti amo, ti giuro, il mio cuore non potrà mai volare tanto in alto come quando tu mi sei accanto. Il mio posto è al tuo fianco, se tu mi vorrai."
Aurora gli gettò le braccia al collo. Non aveva mai smesso di piangere, ma erano lacrime di gioia quelle che ora le solcavano il viso, accompagnate da una risata argentina che risuonava in quell'angolo di bosco come il canto di una fata.
Fosco la strinse sul suo petto, lasciando che quel corpo delicato aderisse completamente al suo, in un abbraccio perfetto al quale non avrebbe mai più rinunciato e che lo rendeva finalmente completo.

*******
 
 
Ora tutto aveva trovato un senso. Il suo legame con quel mondo, il destino che lo aveva portato ad incrociare la strada di Malefica e a dedicare la vita al suo servizio.
C'era un disegno molto più grande dietro. Trovare la vera felicità nell'amore di una creatura umana. Perché ora ogni piccola cosa sembrava accendersi di nuova luce. Il semplice passeggiare con lei sui prati della Brughiera, vederla sorridere e meravigliarsi ogni volta per i piccoli amici fatati che incontravano sul loro cammino, baciarla fugacemente prima di salutarla ogni sera.
Il suo nuovo corpo non gli sembrava più così goffo e inadeguato, non sentiva la mancanza del volo, del vento che gli attraversava le piume. Aveva imparato ad amare il rumore dei suoi piedi che calpestavano pesantemente la terra, la sensazione dell'erba sotto le sue mani quando sedeva sul prato insieme a lei. A volte, in quei rarissimi momenti in cui la sua padrona gli rendeva le sue antiche sembianze perché aveva bisogno che le sue ali la accompagnassero a perlustrare il cielo, riusciva quasi ad ignorare il gracchiare acido dei suoi simili, che mal giudicavano il suo desiderio di rinunciare alla natura di corvo. Non gli importava più oramai. Per quanto potesse sembrare sbagliato, innaturale, mille altre volte avrebbe fatto quella scelta, pur di avere lei.
Nessuno avrebbe potuto mai comprendere quale immenso tesoro avessere trovato l'uno nell'altro. Quando erano insieme, il mondo scompariva. Esistevano solo loro, in quel piccolo regno perfetto che creavano quando erano l'una tra le braccia dell'altro. Fosco adorava tenerla così, vicina al suo cuore. Proteggerla era sempre stato lo scopo della sua vita, amarla aveva dato un nome ad ogni cosa.
La osservava mentre era persa nei suoi sogni, sperando di essere in uno di essi. Ma cosa importava in fondo? La realtà, aveva scoperto, poteva essere mille volte più meravigliosa. Aveva passato anni semplicemente a sognare quello che stava vivendo, ora voleva solo assaporare appieno quella sensazione di felicità e completezza. Si stupiva solamente di quanto ogni giorno la scoprisse più bella, con quelle guance così lisce e rosee e quelle labbra che erano il più delizioso dei frutti che gli avesse concesso la terra. Amava baciarla ininterrottamente, adagiandola sulla corteccia ruvida degli alberi, tenendole il volto tra le mani, come a voler proteggere quei baci da tutto ciò che li circondava, come se quei momenti in cui giocava con le sue labbra dovessero restare chiusi in uno scrigno, al sicuro dal tempo e dal mondo. 
Istintivamente mosse il braccio che le circondava le spalle e la mano che non era impegnata a custodire quella di lei. Cominciò a carezzarle lentamente i capelli morbidi e setosi. Non riuscì a resistere alla tentazione di disegnare piccoli cerchi con il pollice sulla pelle delicata del suo viso. Nonostante il suo tocco gentile e discreto, Aurora si mosse leggermente a quel lieve contatto e Fosco trasalì, ritraendo la mano. La principessa aprì gli occhi lasciando che le palpebre tremassero appena. Il giovane si specchiò nello sguardo trasparente della sua amata. Non avrebbe voluto svegliarla, ma in quegli occhi blu leggeva la stessa serenità di pochi istanti prima. Forse davvero lo stava sognando ed era semplicemente felice di trovare gli occhi scuri di lui al risveglio.
Fosco non ebbe il tempo di parlarle, perché lei si sollevo subito per unire la bocca alla sua. Gli circondò il collo con le braccia esili, cercando rifugio in quel corpo tanto amato. Il cuore di Fosco si fermò per un attimo, per poi cominciare a battere come in una corsa, come il primo momento in cui aveva assaggiato quelle labbra, come ogni volta esse si posavano sulle sue. Il profumo di lei gli confondeva i sensi, quel calore che si insinuava nel suo petto, il sapore della sua lingua, gli fecero dimenticare tutto.
Quel bacio così intenso pian piano terminò, solo perché potessero entrambi riprendere fiato. Fosco gliene regalò un altro, tenero e casto, prima di sorriderle e parlare.
"Mi dispiace averti svegliato!" le disse con espressione imbronciata.
Aurora sollevò lo sguardo in alto con fare birichino.
"A me non dispiace affatto", disse con occhi ridenti. Lui ricambio il suo sorriso e sfiorò dolcemente il profilo del naso e poi ancora le labbra, rosse dai baci, e le parlò ancora.
"E' colpa di queste mie manacce ruvide!" 
La principessa provò l'istinto di dargli un pugno! Quando avrebbe smesso di sentirsi sempre inappropriato davanti a lei? Invece lo prese di nuovo per mano e cominciò a torturagli i polpastrelli delle dita portandoseli alla bocca. Poi gli accarezzò la cicatrice vicina all'occhio destro. Fosco chiuse gli occhi, perdendosi sotto quel tocco. Quando gli riaprì, Aurora aveva lo sguardo adorante e appassionato. 
"Quante volte dovrò ancora dirti che io amo tutto di te? Ogni elemento del tuo essere. Anche le tue cicatrici…"
E così dicendo, i suoi occhi scesero a posarsi sul petto muscoloso di lui, che si intravedeva dalla profonda apertura della camicia nera. La mano intraprese lo stesso percorso dello sguardo, toccando delicatamente anche i segni profondi che portava lì, sulla pelle. E dopo gli occhi e la mano, infine anche la bocca si posò su di essi, baciando ogni increspatura del corpo, vicino al cuore, il cui ritmo incalzante non cessava di rallentare. 
La mente non rispondeva più. Esisteva solo lei, il suo odore, le sue labbra morbide premute contro il petto. Fosco le sollevò il viso e la divorò in un bacio pieno di desiderio. Con un movimento rapido la intrappolò sotto di sé, i loro corpi l'uno contro l'altro, i capelli di lei sparsi sull'erba come a formare un giaciglio intorno al suo viso, mentre lui continuava a baciarle febbrilmente le labbra, il mento, il collo sottile, per poi tornare a impossessarsi dei sospiri della sua bocca.
Aurora non smetteva di accarezzargli la schiena, risalendo con le mani dalla vita fino alle spalle. Affondò le mani nei suoi capelli neri ancorandolo a se per non interrompere i quei baci languidi che la portavano in paradiso. Se solo Fosco avesse potuto leggerle dentro, se avesse percepito l'emozione che le stava facendo esplodere il cuore, non avrebbe avuto più alcun timore di perderla. Apparteneva a lui. Totalmente.
La fanciulla si lasciò andare ad un gesto audace, manifestandogli tutta la voglia che aveva di lui, incrociando le gambe attorno ai suoi fianchi, traendolo ancor più a se.
Fosco si fermò improvvisamente, realizzando la direzione che avevano preso quei baci. La guardò negli occhi, era in preda al piacere e al bisogno di lui. Egli realizzò che lei si stava donando a qualcuno per la prima volta, completamente, ed ebbe paura.
Abbandonò quella foga con cui l'aveva baciata e strofinò delicatamente il naso appuntito con quello della sua dolce regina, sorridendo per rassicurarla. "Perdonami." disse soltanto.
Gli occhi di Aurora erano lucidi e imploranti. "Lo voglio quanto te, amore. Sono già tua. Non c'è nulla di sbagliato."
Fosco bruciava, di desiderio e al contempo di paura. "Mia dolce Aurora, è qualcosa di talmente nuovo anche per me. E se dovessi sbagliare, o peggio, farti del male?" 
Lei lo strinse più forte a se in un abbraccio tenero e appassionato, che sapeva di sicurezza, di conforto, ma anche di supplica.
"Impareremo insieme. Come abbiamo imparato ad amarci giorno dopo giorno - lo baciò, sensualmente, ma con dolcezza - sapremo rendere questo amore tangibile."
"Amore mio..." Fosco affondò il viso là dove i capelli di lei accarezzavano il suo collo, respirando quel dolce profumo che era diventato ossigeno. La trascino sopra di sé rotolando con la schiena sull'erba. Gli occhi negli occhi, le bocche vicine e ansimanti. Le mani di lui risalirono avide lungo le gambe lisce della sua amata, trascinando via il tessuto dell'abito che indossava, portandolo fino alle braccia di lei che si sollevarono per permettergli di liberarla da quell'ostacolo di stoffa. La ammirò con occhi ardenti, il viso arrossato che ora teneva basso per non incrociare il suo sguardo, i seni bianchi che sfioravano il suo petto. Voleva sentirla aderire completamente al suo corpo. Si liberò anch'egli della camicia sottile, le sollevò il mento costringendola dolcemente a guardarlo negli occhi. 
"Sei splendida." Aurora arrossì ancora di più e tornò a circondargli il collo con le braccia. Gli bacio le labbra sfiorandole appena, sorrideva teneramente.
Fosco ebbe un brivido quando sentì la sua pelle nuda entrare in contatto con quelle morbide forme. Insinuò entrambe le mani tra di loro e le strinse attorno alle sue rotondità. Aurora gemette, era già in estasi.
Poi tutto fu quasi spontaneo e naturale: i baci umidi e caldi di Fosco che la cullavano percorrendo i sentieri più intimi sul suo corpo; il movimento lento di lei che scivolava su di lui, accogliendolo; tutte le volte che le ripeteva quanto la amasse, tra i sospiri, quel "Ti amo" che gridò lei, più forte degli altri, mentre insieme si perdevano l'uno dentro l'altra. 
Quando i respiri tornarono regolari, l'abbraccio non accennava a sciogliersi, ed entrambi rimasero ad ascoltare il battito del proprio cuore che rallentava piano piano, guancia contro guancia. Le labbra di lui le solleticavano la spalla. I lunghi e morbidi capelli biondi nascondevano i loro volti uniti al resto della foresta.
E trascinandola dolcemente sul suo fianco per accoccolarsi di nuovo a lei prima di cedere finalmente al sonno, Fosco le rivolse due parole che somigliavano a una preghiera.
"Sposami, Aurora."

*******

  
"I was so afraid, Now I realize
Love is never wrong and so it never dies
There's a perfect world shining in your eyes
And if only they could feel it too
The happiness I feel with you
They'd know love will find a way"
("Love will find a way", Jack Feldman& Tom Snow, The Lion King II: Simba's Pride)
Angolo dell'Autrice
Ciao a tutti!
Premetto che è la prima storia che scrivo, in generale, e ho scelto il topic Maleficent perché da sempre ho amato la ship Aurora-Fosco, sin dal primo film. Ho negli occhi l'immagine di lui che bacia la mano della nostra principessa con fare da galantuomo, e nonostante le vicende di Maleficent II, ho sempre sperato che Fosco desiderasse vivere come un essere umano e che Aurora scegliesse il suo amico di sempre invece che il principe Filippo. Così mi sono messa all'opera per creare un piccolo lieto fine per loro, che va a collocarsi nel momento in cui Aurora è già matura e consapevole del suo destino.
Il risultato è questa one shot. Spero vi sia piaciuta quanto a me è piaciuto scriverla e dedicarmi a questi due personaggi che tanto amo e che sono nel cuore di tutti.
Grazie a tutti coloro che la leggeranno. Spero di continuare a creare.
Un saluto.
Alecia

 

   
 
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