Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: CatherineC94    30/06/2020    0 recensioni
L’uomo è un lupo per l’uomo ( Plauto)
Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia partecipante al contest "Cliffhanger, che passione!" indetto da Shellcott sul Forum di EFP.
 
 
Lupus est homo homini-
 L’uomo è un lupo per l’uomo


II
 
Poggiati tutti e tre sul bancone della Testa di Porco ammiravano scombussolati il numero infinito di liquori che Alberfoth aveva messo in bella mostra; Sirius sorrise malizioso guardando una bottiglia  giù in basso dall’aria potente ed efficace. James d’altro canto osservava in tralice la causa del cambiamento di rotta della serata; Sirius poteva ben capirlo, erano stati davvero sfortunati.
Fleamont Potter beveva stizzito un calice fumante di Whisky Incendiario e sembrava voler cercare le parole adatte per offenderli in qualche modo; la lunga veste da mago che portava lo faceva somigliare tremendamente a Silente, suo vecchio amico. Sirius credette che quella sarebbe stata una serata nella quale avrebbero dovuto sorbirsi una ramanzina da imprimere nella memoria; «Potter vecchio» grugnì Alberforth dalla parte destra del bancone « Non devo portare niente a questi due qua?» chiese indicandoli.
Fleamont gli rivolse uno sguardo accigliato e disse: « Succo di zucca Alb».
Alberforth rise di gusto, seguito a ruota da due streghe dall’aria macabra; Sirius lo guardò mortificato.
«Papà!» inveì James offeso.
«Cosa James? Mi aspettavo un po’ di maturità da voi e invece vi trovo qui in piena notte per chissà quale motivo scemo e balordo. C’è una guerra qua fuori, il tempo delle bravate è finito miei cari» ribatté duro  Fleamont facendoli vergognare un po’.
Sirius lo guardò ancora  e senza trattenersi rispose: « Fleamont abbiamo dei motivi validi e poi perché anche tu sei qua?»; James annuì con vigore.
Il Signor Potter grugnì qualcosa di indefinito quasi a disagio, come risposta. Scacco matto!
«Non mi dire che la mamma non sa niente vero?» lo interrogò James  mentre Sirius assunse un’aria divertita e forse un po’ saccente.
«Può essere che..beh a degli amici servivano delle pozioni, sapete la resistenza contro il lato oscuro..un momento!» si interruppe all’improvviso guardandoli torvo «Cioè mi state facendo voi l’interrogatorio? Ragazzi mi state prendendo in giro?» concluse fintamente indispettito.
James e Sirius scoppiarono a ridere allegri e satolli come non mai; Fleamont non si smentiva mai e poi mai. Sirius lo guardò mentre  borbottava contro il figlio e felice come mai lo era stato si disse che un vero padre doveva senza alcun dubbio essere così; un leggero calore nel petto lo avvolse, era questo ciò una persona avverte quando si sente amata?
Fleamont lo guardò sorridente dicendogli:«Quindi anche tu figliolo mio ti sei fatto coinvolgere da questo folle?»; James mise il broncio.
Sirius sentì un crampo frutto dell’emozione e un lieve rossore al viso; per poco non si commosse. Era bellissimo essere considerato come un figlio e in quanto tale si schiarì la voce per non tradire le emozioni biascicando: «Lo sai dove va lui io lo seguo. E poi, come ti sei conciato? Sembri Silente con questa camicia da notte». Gli altri due risero, e un po’ a malincuore il Signor Potter decise alla fine di offrire ai suoi due ragazzi delle Burrobirre facendogli promettere che non avrebbero detto nulla alla moglie; «Facciamo così papà, noi non abbiamo visto te e tu non hai visto noi» disse James malandrino, mentre Sirius sghignazzava complice..era la serata dei vedo e non vedo quella!
Fleamont sbuffò rassegnato dicendo:« Mi volete però raccontare come mai siete qui?».
«Si Jamie racconta il perché io aiuto un attimo Alberforth con le casse» disse vago Sirius seguendo il barista nel retro del bar; ancora non aveva scordato le parole di Aubrey e per tutti gli ippogrifi cavalcanti gliel’avrebbero fatta pagare!
Pochi minuti dopo si diressero fuori dal bar; la luna in cielo era come uno spicchio incandescente, immutata e feroce; si diressero silenziosi verso l’imbocco del passaggio segreto scortati da Fleamont che con fare guardingo squadrava ogni angolo della strada.
«Allora ci siamo ragazzi, mi raccomando mandatemi un gufo appena arrivate al castello. Promettetemi che qualsiasi cosa avvenga, anche se per motivi nobili, non farete nulla di sconsiderato» mormorò l’uomo guardandoli intensamente. Annuirono e James lo abbracciò, mentre Sirius guardava altrove; lui non era abituato a certe dimostrazioni d’affetto, così fece per intraprendere la strada del ritorno.
«E tu figliolo non mi vieni ad abbracciare?» chiese Fleamont a burciapelo; Sirius avvertì una sorta di scarica elettrica e reprimendo le lacrime e la voglia di correre, procedette a passo lento verso l’uomo abbracciandolo.
«Mi raccomando, quella polvere che ti ha dato Alb è potente basta un soffio e partono tutti i gabinetti del secondo piano» gli sussurrò l’uomo complice; Sirius ridacchiò deciso a mantenere quell’amore nel petto, come talismano.
«Felpato vecchio mio, hai fatto qualche buon affare sul retro?» chiese James mentre percorrevano il corridoio del passaggio segreto; Sirius annuì e rise appagato.
Arrivati ad Hogwarts tutti erano senza alcun dubbio andati a dormire a parte i professori che facevano le ronde per i corridoi; guardarono la mappa ed indossarono il mantello; furtivi fecero ritorno al dormitorio dove Remus, nascosto dietro le tendine del letto a baldacchino aveva deciso di non uscire dal guscio.
«Lupastro esci da lì! » esclamò Sirius gioviale facendo sobbalzare Peter che sonnecchiava placido nel suo pigiama a righe; Remus non rispose. Velocemente James aprì le tende con fare canzonatorio, trovando l’amico in un vortice di tristezza e depressione; «Mando un gufo e sono subito da voi» affermò James.
«Da voi?» chiese Remus atono.
«Si da noi!» latrò Sirius tirando da una saccoccia il famoso liquore forte e potente adocchiato da Alberforth; Peter lo guardò con gli occhi sgranati: « C-come ?».
«Incantesimo estensivo irriconoscibile. Vedi, prefetto Lunastorta che qualche volta li faccio i compiti?» convenne fiero Sirius appellando quattro calici di vetro; James ridendo si precipitò fra di loro entusiasta. Remus sorrise mesto trattenendo le lacrime; dopotutto il mondo non è diviso in bianco o nero c’erano delle sfumature.
Due ore e molti bicchieri della staffa dopo, i quattro amici barcollanti ma ancora attivi si aggiravano per la stanza messa ormai a soqquadro; Peter pallido in volto chissà per qualche recondito motivo cercava le sue pantofole mentre Sirius cantava stornelli stonati dedicandoli a James e Remus che applaudivano entusiasti.
«Grazie a tutti, dopo Odo l’Eroe Coraggioso vi canterò di Euridice, strega di facili costumi ma con una storia abbastanza coinvolgente !» affermò Sirius tracannando un altro sorso di liquore; « Non voglio sentirle queste cose, ormai sono impegnato!» grugnì James alticcio. Remus invece li guardò curioso, i due che facevano discorsi senza senso, Peter che correva di qua e di là e di punto in bianco affermò: « Mi sento fortunato ad avere degli amici, una persona come me non li meriterebbe».
Peter sbandando si fermò, James strizzò gli occhi e Sirius per quanto possibile quasi abbaiò guardandolo feroce.
«Non mi guardate così, un mostro è pur sempre un mostro. E poi sapete la scuola finirà, e poi farò la fine dei miei simili e via dicendo» aggiunse Remus laconico bevendo un sorso dal suo bicchierino.
Sirius lo guardò ancora una volta e si chiese se questi pensieri ce li avesse dentro da un bel po’; in effetti erano tipici di Remus. Esaminò James che arrabbiato gli disse: «Come se tu potessi mai liberarti di noi dannato stupido»; Peter annuì e ricominciò a correre di qua e di là ormai verdognolo in volto.
Sirius si schiarì la voce, si alzò malfermo afferrando la sua scopa da corsa e alzando il bicchiere esclamò: «A Lunastorta, stupido mago che non capisce cosa significhi amicizia e lealtà!»; Remus lo gurdò stranito mentre anche James imitandolo disse:« Come se potesse mai liberarsi di noi! Finita la scuola ti staremo attaccati come le zecche nel pelo del nostro Felpato!».
Sirius lo guardò oltraggiato dicendo:« Ehy io non ho le zecche! E tu Codaliscia non dici niente?»; Peter ribatté malfermo: «Vomito. Vado in bagno. E sono con voi» detto questo scomparve mentre se la ridevano.
Remus stava per piangere e Sirius ne era sicuro, fece per avvicinarsi e James che era quasi una ragazzina in queste situazioni lo abbracciò; così lui con un leggero pop  si trasformò e latrando si gettò su entrambi facendoli ridere.
 
La mattina seguente, Sirius si mise in testa che quel giorno era perfetto per mettere in atto la loro vendetta, infatti il prefetto Aubrey avrebbe fatto una ronda al terzo piano mentre James e la Evans si sarebbero occupati della supervisione. Mentre attraversavano i corridoi per andare a lezione Sirius strattonò James dandogli il segnale e mentre l'altro annuiva fecero scorrere piccole dosi di polvere che avrebbero fatto saltare in aria per la paura il giovane Corvonero; Sirius era sicuro che tutto sarebbe andato per il meglio ma evidentemente non aveva mai fatto conto con la fortuna.
Infatti quella sera, mentre James era impegnato a fare la ronda e il cascamorto con la Evans, Aubrey aveva deciso di non uscire dal bagno e di non percorrere il corridoio prestabilito; Sirius che non brillava per pazienza e dopo aver saltellato di qua e di là per buoni dieci minuti decise di irrompere nel suddetto bagno mandando all’aria il piano congegnato.
Aubrey si trovava davanti allo specchio che si allisciava i capelli untuosi canticchiando; appena però si accorse di Sirius sobbalzò per poi ricomporsi.
«Aubrey che fai aggiusti il parrucchino?» lo provocò Sirius sfoderando la bacchetta.
«Cerchi problemi Black?» chiese l’altro stizzito.
Sirius ringhiò di risposta mentre Aubrey gli lanciava una fattura ben congegnata; abbastanza lesto si spostò facendo così esplodere un lavabo dall’aria antica.
«Dannato» mormorò Sirius rispondendo con un'altra fattura e mancandolo per un soffio; « Cosa c’è Black? Sei venuto qui per le mie parole dell’altra volta? Lo so che proteggete Lupin!» urlò il Corvonero dall’altra parte della stanza.
Sirius non rispose e scagliò uno schiantesimo abbastanza potente che però ancora una volta fu scansato: «Vieni fuori Aubrey! Che fai ti nascondi?» lo incalzò con voce folle.
«Domani lo sapranno tutti che genere di mostro è! »ribatté l’altro, ma all’improvviso due voci l’interruppero facendo irruzione nel bagno semi-distrutto.
«Felpato cosa succede?» chiese James con voce affannata; probabilmente aveva corso e questo rincuorò Sirius. James era suo fratello e sarebbe sempre corso per aiutarlo; James sarebbe sempre stato dalla sua parte; era seguito a ruota dalla Evans che sbalordita osservava la scena.
«Black, Aubrey cosa state facendo?» chiese stizzita; Sirius la guardò perentorio mentre il Corvonero aveva ripreso a lanciare fatture di qua e di là; «Fermati stupido o ti caccerò più punti di quanti la tua casa possegga!» urlava la Evans mentre Sirius e James la proteggevano.
«Potter cosa sta succedendo?» bisbigliò rabbiosa; James la guardò serio e rispose: «Hai sentito ciò che ha detto?». Sirius sbuffò strattonando James e dicendo:« Andiamo Ramoso, diamogli ciò che si merita!»; detto questo i due si misero all’opera duellando con Aubrey che in difficolta imprecava in malo modo. Finché ad un certo punto un rumore improvviso li fece sobbalzare; un rumore che fece tremare i piani del castello. Erano una serie di esplosioni che intermittenti percuotevano i corridoi senza sosta.
«Merda, Codaliscia» imprecò sottovoce Sirius guardando James che parando una fattura scosse la testa meravigliato; come sempre Sirius passava all’azione senza riflettere e dimenticava le cose! Quella sera Codaliscia avrebbe dovuto dare il via alle esplosioni ma non l’aveva avvisato del cambio di programma così..
«Perché dovete combattermi? Sapete bene che Lupin è un mostro e posso darvi le prov-» iniziò a dire Aubrey, ma non seppero mai quali fossero le prove, poiché la sua testa si trasformò in qualcosa di strano, quasi mostruoso.
«Fratello che cosa hai fatto?» chiese James perplesso; Sirius alzò le mani interrogativo. Si voltarono e videro la Evans tenere la bacchetta ancora tesa,era furente;intanto la testa di Aubrey, che probabilmente Lily Evans avrebbe voluto trasfigurare si era raddoppiata in modo sinistro e deforme.
«Così capisci cosa significa veramente la parola mostro» convenne decisa facendo mulinare i capelli rossi; James la guardava a bocca aperta mormorando: «Questa me la sposo Felpato». Sirius sbuffando si mise una mano sul volto in parte divertito e in parte preoccupato; dovevano scappare e dovevano farlo in fretta sennò sarebbero stati problemi grossi per tutti.
Con un movimento fluido James tirò fuori il suo mantello, invitandoli entrambi a nascondersi sotto; Evans fu meravigliata mentre Sirius sussurrava: «Lo fai per impressionarla vero?». James ridacchiò per tutto il tempo finché non raggiunsero il corridoio degli arazzi, diretti alle scale; però là di fronte Silente aspettava qualcuno con un sorriso sornione.
«Fermi» disse James in panico; Sirius e Lily Evans lo guardarono interrogativi.
«C’è Silente, lui ci scopre. Lily e Sirius andate per il passaggio dietro lo specchio, ci passo io di fronte. Sento anche la gatta di Gazza che arriva» organizzò serio più che mai. Sirius rise e rispose: «Ramoso io rimango con te»; James scosse la testa.
«Non se ne parla Potter, così mette te in punizione. Non ti ho chiesto niente» esclamò Lily rabbiosa.
Sirius sorrise guardando ancora una volta James che gli fece un gesto rapido; si l’avrebbero fatto per lei ma soprattutto Sirius avrebbe aiutato in tutti i modi suo fratello.
Così annuì con un espressione complice, mentre con un gesto secco fecero scorrere la ragazza nel passaggio chiudendo lo specchio; James ripose il suo mantello nella tasca e baldanzosi si avvicinarono al preside.
«Mi chiedevo quanto ci avreste messo Signor Potter e Signor Black» disse quest’ultimo gioviale come se stesse parlando del tempo; « Abbiamo i nostri tempi professore» rispose Sirius seguito a ruota da James che gaio disse:« Buona sera professor Silente!».
Il Preside li guardò quasi perforandoli con lo sguardò, facendo chiamare una figura accucciata nell’angolo buio della stanza; era Peter che senza alcun dubbio era stato colto in fragranza di reato.
« Chi inizia a vuotare il sacco?» chiese il preside sereno; Sirius sospirò ed iniziò a raccontare.
 
Sabato mattina in tutta Hogwarts si vociferava che  Bertam Aubrey avesse perso qualche rotella dopo che il preside l’aveva convocato durante la notte; lo si vedeva girare in lungo e in largo mormorando frasi sconnesse ed era intimorito da  qualsiasi cosa incontrasse. Il corridoio era stato riparato e Sirius e James era stati messi in punizione; li videro camminare sorridenti verso l’ufficio di Gazza che felice come se fosse già Pasqua li attendeva dall’alba.
«Almeno la Evans adesso ti considera un vero e proprio eroe Ramoso» convenne Sirius trattenendo uno sbadiglio, James al suo fianco rispose allegro: «Si stamattina mi guardava strana proprio».
«Forse avevi i capelli peggio del solito, sembra il nido dei folletti della Cornovaglia» rispose Sirius evitando lo scappellotto che James gli voleva tirare ridendo; «Saresti dovuto andare via anche tu, ora gazza ci massacrerà» mormorò l’altro.
Sirius rispose con naturalezza: «Non ti abbandonerò mai fratello, questo dovresti saperlo. Darei la vita anche per te»; James lo guardò stranito e rispose: «Che hai mangiato stamattina cane? Sarò io che salverò la vita a tutti quanti!».
«Bene bene bene, chi abbiamo qui» disse una voce sgradevole dietro di loro; Argus Gazza li osservava con gli occhi che dardeggiavano di una sorta di orgoglio represso. Sirius gli lanciò uno sguardo torvo.
«Ai tempi miei, le punizioni erano vere punizioni. Le grida di quando li appendevano per i pollici, i mocciosi rompiscatole rimarranno sempre nei miei ricordi; ma purtroppo ora non è più così!» blaterava il custode trascinandoli nello studio ed aprendo un gigante ed impolverato libro.
James lanciò uno sguardo interrogativo a Sirius che scosse la testa.
Gazza afferrò la piuma ed il calamaio ed iniziò a scrivere e leggere ad alta voce laconico:« James Potter e Sirius Black. Sorpresi a usare una fattura illegale contro Betram Aubrey. Testa di Aubrey raddoppiata. Doppia punizione*».
«Non l’ho mai visto così scatenato» affermò James aggiustando gli occhiali; Sirius annuì  interessato e rispose:« Dici che ci appende per i pollici?». James trattenne a stento una risata, mentre Sirius gli mostrò un pugno di polvere rimasta nella sua tasca pronta per essere usata.
 
Fine


*Harry Potter e Il Principe Mezzosangue, Capitolo 24- Sectumsempra, pp 484-485.
 
 
 
Ed eccoci alla fine; ringrazio tutti quelli che hanno letto, aggiunto fra le seguite e le preferite  la storia; grazi grazie grazie!  Ditemi che ne pensate se vi va! Un abbraccio.
P.S. Ho voluto inserire la figura del Professor Silente perché oggi come da libro (30/06/1997) ha perso la vita; nella bozza originale della storia non appariva.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: CatherineC94