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Autore: Soul Mancini    01/07/2020    4 recensioni
[Martum]
Roddy e Jim non sono soliti farsi regali per i rispettivi compleanni e le cose non sono cambiate nemmeno quando sono divenuti una coppia.
Ma le cose sono destinate a cambiare quando, il giorno del compleanno del tastierista, Jim si presenta con un sospetto pacco regalo. È chiaro che tutto ciò non porterà a nulla di buono...
DAL PRIMO CAPITOLO:
«“Che palle” mi lamentai, rigirandomi l’oggetto tra le mani. Provai a rimuovere lo scotch con le unghie, ma ben presto capii che così non avrei risolto niente; gettai la testa all’indietro e sbuffai. “Ci vuole un paio di forbici.”
“Vai a prenderle.”
“Vacci tu, non ho voglia di alzarmi. Del resto sono il festeggiato e devo essere servito e riverito!”
Jim mi scrutò per un istante, poi si stiracchiò appena. “E va bene…”
“Il pacco l’hai fatto tu, cazzi tuoi” pigolai, allungandomi per mollargli una pacca sulla coscia mentre si alzava.»
[Minilong di due minicapitoli scritta in occasione dei compleanni di Roddy (1 luglio) e Jim (21 luglio). Tantissimi auguri a questi due adorabili idioti che mi fanno sciogliere ogni volta ♥]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Martin, Roddy Bottum
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Proposte più o meno indecenti
 
 
 
 
Me ne stavo sdraiato supino sulle lenzuola fresche, le braccia intrecciate dietro la testa; dalla portafinestra socchiusa non entrava altro che afa pomeridiana e umidità, mentre il mio vecchio ventilatore arrancava per sbuffarmi addosso aria troppo calda.
Mi rigirai appena e socchiusi le palpebre. Dovevo trovare il coraggio per alzarmi e buttarmi sotto la doccia, quella sera sarei uscito con i miei amici per festeggiare il mio compleanno e mi dovevo ancora preparare.
“Ehilà” esordì Jim, entrando nella stanza con un sorriso appena accennato; prese posto sul materasso accanto a me e mi scompigliò i capelli con la mano sinistra. Nella destra stringeva un oggetto sospetto che aveva tutta l’aria di essere un pacco regalo: carta azzurra con i palloncini, nastrino giallo, fiocco pomposo in cima.
Gli afferrai la mano che aveva abbandonato tra i miei capelli e me la portai alle labbra, baciandola appena. “Che ore sono?”
“Le sei.”
“Di già?” mugugnai contrariato. L’ora dell’appuntamento con gli altri si avvicinava troppo in fretta.
Jim si sporse verso di me e mi baciò, facendomi piovere addosso le sue ciocche ricce e ribelli.
Ricambiai il gesto per alcuni istanti, mordicchiandogli appena un labbro, ma dopo qualche istante lo spinsi via con un gemito infastidito. “Hai una tenda al posto dei capelli, ma come cazzo fai a vivere d’estate?”
“E tu allora?” bofonchiò lui, tirandomi una ciocca bionda sfuggita alla coda disordinata in cui avevo raccolto i capelli.
“Io li tengo legati da maggio a ottobre.” Mi misi seduto e avvertii qualche gocciolina di sudore scorrermi lungo la schiena. “Piuttosto… quello cos’è?” domandai poi, aggrottando le sopracciglia con fare sospettoso e indicando il pacchetto che Jim aveva abbandonato sul materasso.
“Ah, questo… è un regalo, non si capisce?” Jim assunse un’espressione innocente, ma il sorrisetto che gli increspò le labbra non prometteva niente di buono.
“Non mi fido di te, Martin” affermai, sempre più diffidente.
Io e Jim, da quando ci conoscevamo, non avevamo mai avuto l’usanza di scambiarci dei regali per le ricorrenze, nemmeno quando eravamo diventati una coppia; c’era qualcosa che non quadrava.
“E dai, Roddy, per una volta che il tuo fidanzato decide di fare un gesto carino” cinguettò lui, gettandomi il pacco tra le braccia con foga. “Aprilo!”
“Carino…” ripetei, soppesando la confezione come se contenesse una bomba e potesse esplodere da un momento all’altro. “Staremo a vedere.”
Cominciai a scartare piano, slegando prima il nastro e poi rimuovendo la carta con i palloncini; al termine di quell’operazione, mi ritrovai tra le mani un’anonima scatola di cartone ben chiusa con diversi giri di nastro adesivo.
“Che palle” mi lamentai, rigirandomi l’oggetto tra le mani. Provai a rimuovere lo scotch con le unghie, ma ben presto capii che così non avrei risolto niente; gettai la testa all’indietro e sbuffai. “Ci vuole un paio di forbici.”
“Vai a prenderle.”
“Vacci tu, non ho voglia di alzarmi. Del resto sono il festeggiato e devo essere servito e riverito!”
Jim mi scrutò per un istante, poi si stiracchiò appena. “E va bene…”
“Il pacco l’hai fatto tu, cazzi tuoi” pigolai, allungandomi per mollargli una pacca sulla coscia mentre si alzava.
Quando il mio ragazzo tornò dalla cucina con un paio di forbici, potei finalmente ricominciare a scartare: ero piuttosto sospettoso, sì, ma quella situazione mi stava divertendo parecchio, anche perché non riuscivo proprio a immaginare cosa un tipo strambo e bizzarro come Jim potesse avermi regalato.
Una volta aperto lo scatolone, mi ritrovai davanti alla prima pagina di un famoso quotidiano. Aggrottai le sopracciglia e la tirai via, per scoprire un’altra pagina di giornale che mi impediva di vedere ciò che c’era sotto.
“Lo sapevo io che non c’era da fidarsi” bofonchiai, fulminando Jim con un’occhiata.
Lui, in tutta risposta, si strinse nelle spalle e mi fece un cenno per invitarmi a continuare.
“Scommetto che questo fottuto scatolone è vuoto!” Affondai le mani tra le pagine di giornale e le lanciai via una dietro l’altra con impazienza; il getto d’aria del ventilatore, che continuava a soffiarci addosso, contribuì a spargerle per bene per tutta la camera.
“Di che ti lamenti? Ho trovato un modo per utilizzare questi vecchi giornali” ribatté Jim in tono rilassato – brutto bastardo.
“Perché buttarli nella spazzatura era troppo difficile, vero? Mi stai facendo perdere tempo, io mi devo anche fare la doccia…” Ma fui costretto a interrompermi quando le mie dita, ancora immerse tra i resti dei giornali, sfiorarono qualcosa di duro; afferrai l’oggetto, lo portai fuori e costatai che si trattava di una scatola bianca, stavolta più piccola, anch’essa sigillata con strati e strati di nastro adesivo.
Sollevai gli occhi al cielo. “Hai rotto il cazzo, lo sai?”
“Posso aggiustare anche quello con lo scotch.”
“Io con lo scotch ti faccio la ceretta sul petto” lo minacciai, cercando a tentoni le forbici che erano finite chissà dove tra lenzuola e fogli.
Quando le trovai, tagliai il nastro e aprii la scatola; non appena sollevai le alette, ne saltò fuori un batuffolo di bambagia.
“E questa da dove cazzo salta fuori? Hai smontato un cuscino del divano?” chiesi dubbioso, mentre facevo piovere l’ovatta soffice dentro lo scatolone.
Una volta rimosso lo strato protettivo, sul fondo trovai un’altra scatolina, l’ennesima, ancora più piccola.
Evitai di commentare mentre la prendevo in mano e la osservavo con circospezione. Stavolta però era diverso: un cofanetto rettangolare rivestito di velluto nero, con un piccolo logo dorato che forgiava il coperchio; pareva proprio una di quelle scatolette delle gioiellerie.
Deglutii a fatica: possibile che Jim mi avesse davvero comprato qualcosa di così prezioso? Lo conoscevo fin troppo bene e sapevo che non era tipo da formalità e gioielli costosi, non avrebbe mai compiuto un gesto del genere – il romantico tra i due ero io. Ma, mentre facevo scorrere i polpastrelli sulla superficie vellutata, non potei impedire al mio cervello di fantasticare e avvertii una punta d’ansia all’altezza del petto.
Posai gli occhi su Jim e lo trovai raggiante, mi scrutava con quello sguardo luminoso che dedicava solo ed esclusivamente a me.
“Vuoi chiedermi di sposarti?” scherzai, cercando di alleggerire un po’ l’atmosfera.
“C’è da dire che staresti d’incanto col vestito bianco e pieno di pizzi” commentò lui sghignazzando.
“E chi ti dice che io sarei la sposa?”
“Non obiettare e aprilo!”
Okay, era giunto il momento.
Afferrai i bordi del coperchio e li sollevai con estrema lentezza, senza trovare il coraggio per guardare. Ma infine presi un profondo respiro – faceva tanto, troppo caldo –, gettai un’occhiata dentro il cofanetto e…
“Jim Martin, sei una grandissima testa di cazzo!” sbottai, lanciandogli addosso la scatolina e il suo contenuto.
Il mio ragazzo era paonazzo per lo sforzo di trattenere le risate. “Perché, non ti piace?”
“Spiegami cosa me ne dovrei fare della nostra tessera del Wal-Mart!” ringhiai ancora, recuperando la carta fedeltà con su stampato il logo della celebre catena di supermercati e sventolandola in aria con fare sprezzante. “Io te la ficco in culo, questa! Mi hai illuso!”
Allora Jim scoppiò a ridere, lasciandosi cadere all’indietro sul materasso. “Dai, Roddy, non essere così ingrato: la prossima settimana partono le offerte e usando quella potrai prendere i gelati a soli tre dollari!”
“Ti ficco su per il culo anche i gelati!”
“Sicuro che quella non sia una tua fantasia?”
“Può essere, ma andrò a concretizzarla con un altro!” Presi un batuffolo di ovatta dallo scatolone e gli lanciai addosso anche quello, poi mi alzai dal letto e lo guardai dall’alto in basso, incrociando le braccia al petto.
Jim, il nastrino giallo del regalo incastrato tra i capelli, mi sorrise con innocenza. “Però è stato divertente.”
“Anche per te sarà molto divertente ripulire tutto mentre io vado a prepararmi” replicai.
Circumnavigai il letto, diretto verso il bagno, ma non appena gli fui accanto Jim mi afferrò per il braccio e mi strattonò con forza; caddi su di lui, tra pagine di giornale e carta regalo, col ventilatore che ci scompigliava i capelli e non riusciva a rinfrescare i nostri corpi bollenti.
“Mi vendicherò, stanne certo. Aspetta che arrivi il 21 e vrdrai cosa ti combino” soffiai in tono minaccioso a pochi centimetri dal suo viso.
“Ho ancora tre settimane prima di subire la tua crudele ripicca. Beh, almeno faccio in tempo a comprare i gelati in offerta” commentò, posandomi distrattamente una mano sul fianco – un gesto tipico di Jim.
“A proposito di gelati, con quella proposta che ho fatto prima potremmo farci qualcosa…” chiosai malizioso, facendo scorrere la lingua sulle mie labbra.
Lui vi posò sopra le sue e improvvisamente l’aria nella stanza si fece ancora più rovente.
Ma proprio mentre Jim ci stava prendendo gusto, mi staccai bruscamente da lui e mi rimisi in piedi, stiracchiandomi e facendo scrocchiare le articolazioni. “Bene, basta, siamo già in ritardo, vado a farmi la doccia!”
Mi diressi verso la porta, ma mentre stavo per uscire, mi voltai nuovamente verso Jim. “Ah, e mi raccomando: quando esco dal bagno la camera dovrà brillare per quanto sarà pulita. Su, al lavoro!”
Jim si rigirò nel letto con un gemito di protesta. “Che fidanzato stronzo che ho!”
“Anche io ho un ragazzo fottutamente stronzo, ma lo amo così com’è” conclusi, lanciandogli un bacio prima di sparire in corridoio.
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
 
AUGURI RODDYYYYYY *________*
Arrivo quasi allo scadere del tempo – ma del resto negli USA sono indietro di parecchie ore XD – perché la stesura di questo capitolo è stata disastrosa: ho perso quasi tutto il testo quando ormai ero quasi alla fine e l’ho dovuto riscrivere, quindi se il risultato finale fa schifo sapete perché -.-
E mentre Kim festeggia il compleanno del nostro adorato tastierista con la Pattum, io come potevo evitare di dar voce alla mia adorata Martum? Anche perché era da un po’ che non scrivevo su di loro e mi mancavano tanto!!!
Lo so che è veramente una stronzatina, ma l’ispirazione mi ha condotto qui ^^ ispirazione che, come per le flashine di compleanno per i NBT, assume l’aspetto di mia madre, a cui ho chiesto una parola-prompt che facesse scattare la scintilla. Lei mi ha suggerito “fedeltà” e così, al posto di intenderla col suo significato più alto, il mio cervello è subito corso alla carta fedeltà dei supermercati/negozi XD
Non so se questo sistema esista anche in America e soprattutto con la catena Wal-Mart, ma amen :P
Come scritto anche nella presentazione, questa sarà una minilong di due capitoli: dal momento che Jim e Roddy compiono gli anni a poca distanza – Jim il 21 luglio, Roddy oggi – ho pensato di “collegare” le loro storie di compleanno per dar vita a qualcosa di estremamente demenziale!
E come si vendicherà adesso Roddy? Eheheheh, non vedo l’ora di scoprirlo – non lo so ancora nemmeno io, dato che pure per Jim chiederò un prompt a mia madre XD
Ah, una mini noticina: il titolo della minilong è un verso del brano The Gentle Art Of Making Enemies, dei Faith No More ovviamente ^^
Grazie a chiunque sia giunto fin qui e ancora tanti auguri a Roddy!!! :3
Ci si rivede il 21! ♥
 
 
   
 
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