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Autore: evil 65    02/07/2020    3 recensioni
Lui la disprezza. La odia. Eppure...non può smettere di pensare a lei.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Airachnid, Soundwave
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Eccovi un’altra one shot ambientata nel mio personale universo di Transformers, con una ship ancora più inusuale della precedente, almeno qui su EFP.
Questa storia è una reinterpretazione di una one shot inglese, Getting Results di Lewdbot. Nel complesso l'ho pesantemente modificata, ma alcune parti sono rimaste uguali.
Soundwave e Airachnid sono due dei miei personaggi preferiti del franchise, ma sono anche tra i più difficili da trasporre, quindi spero di averli resi in maniera anche solo accettabile.
La mia versione di Soundwave prende ispirazione soprattutto da quella di Transformers - Prime, sebbene abbia elementi anche della sua controparte dei fumetti post 2005.
La shot è ambientata prima che Autobots e Decepticons spostino la loro guerra sulla Terra. 
Vi auguro una buona lettura ;)


 

The sound of silence

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Quando Megatron dava un ordine, Soundwave lo seguiva alla lettera. Nessuna domanda o dubbio, solo semplice obbedienza. 
A causa di questo suo comportamento, la maggior parte degli altri Cons amava definirlo un burattino alle sue spalle, sebbene simili dichiarazioni non passassero certo inosservate ai recettori uditivi del Capo delle Comunicazioni Decepticon. Ma le loro speculazioni erano distrazioni irrilevanti, con un importanza pressoché nulla per il proseguimento del suo obbiettivo primario: la più completa e totale vittoria della causa Decepticon.
Quel giorno, Il desiderio di Megatron era stato semplice, seppur vago: occuparsi di Airachnid, una dei membri più spietati e infidi della fazione, capace di rivaleggiare con lo stesso Starscream in entrambe le suddette qualità.
Poche ore prima, la femme era stata coinvolta in un combattimento con un altro membro delle forze militari Decepticon, Breakdown, finendo con lo staccargli un braccio e mandarlo in infermeria.  
Il signore della guerra aveva dato a Soundwave una libertà d’azione pressoché illimitata. Dalle sue parole, era chiaro che non desiderasse la morte dell’ibrido, in quanto combattente troppo preziosa per la causa. 
Ma Megatron non era certo il tipo di persona disposta a lasciare che simili trasgressioni rimanessero impunite. Come altre volte, Soundwave avrebbe solo dovuto ricordale la sua posizione all’interno dei ranghi, più probabilmente con una dimostrazione di forza.
L’ex gladiatore delle arene di Kaon procedette con passo felpato lungo i corridoi della Nemesis, le mani artigliate che fremevano con anticipazione.
Per qualche ragione che nemmeno lui riusciva a comprendere appieno, si era sempre trovato affascinato da quella strana femme.
Ricordava ancora la prima volta in cui si erano incontrati, innumerevoli cicli fa.
Si era subito distinta tra i telai voluminosi e le chiacchiere banali di numerosi bot, sostenuta da bizzarre appendici meccaniche che le sporgevano dalla schiena come le zampe di un ragno. A differenza delle varie reclute in attesa, tra cui squadre di Seekers, gruppi di guerriglia e bande di strada, era rimasta completamente isolata, limitandosi ad osservare l’area circostante con uno sguardo visibilmente annoiato.
Non aveva una statura intimidatoria. Analogamente a qualsiasi altra femme, arrivava a malapena alla spalla di un normale mech. Ma i bordi affilati della sua armatura nera e quei suoi tratti animaleschi andavano contro ogni aspettativa di fragilità che un qualunque altro Con avrebbe potuto avere nei suoi confronti.
La prima volta che lo notò, il suo elmo sembrò inclinarsi con leggero interesse.
All’epoca, Soundwave non si era certo sorpreso del fatto che l’avesse riconosciuto, visto il suo passato di Consigliere e il suo ruolo attivo di braccio destro dello stesso Megatron, per non parlare della sua reputazione di Gladiatore rinomato dalla società di Cybertron.
Le si era avvicinato, internamente curioso del tipo di capacità detenute dai suoi lunghi arti posteriori. Lei si era subito tesa, assumendo una posizione vagamente difensiva e protraendo le zampe in avanti.
Soundwave non ci aveva badato troppo e si era limitato a farle cenno di seguirlo assieme alle altre reclute, per poi indirizzarla verso l’arena in cui sarebbero stati accolti da Megatron.
Da lì in poi, le cose avevano cominciato a farsi…complicate.
Airachnid aveva presto guadagnato una certa reputazione all’interno dei ranghi Decepticons, dimostrandosi una femme capace di uccidere i propri nemici con spietata efficienza e di manipolare a proprio piacimento la maggior parte dei mech. Naturalmente, Soundwave era sempre riuscito a far fronte alle sue astuzie femminili.
Forse proprio per questa ragione, con il passare dei cicli, i tentativi di Airachnid di ottenere un qualche tipo di reazione da parte sua si erano fatti più frequenti e insistenti. Dopotutto, il Capo delle Comunicazioni Decepticon sapeva bene quanto potesse essere competitiva.
Un improvviso allarme sul suo HUD lo costrinse a fermarsi, distogliendolo da quei ricordi. Senza saperlo, aveva continuato a camminare in direzione degli alloggi di Airachnid, e per poco non si era scontrato con la porta che li precedeva.
Il pop-up di collisione imminente svanì dalla visiera e il mech si ritrovò a valutare l’entrata davanti a sé, situata nei livelli inferiori della Nemesis. Uno spazio praticamente vuoto, costituito dalle fondamenta della nave, sfiati e corridoi di servizio a lungo dimenticati. Airachnid aveva rapidamente rivendicato l'area come propria. 
Nessuno sapeva cosa ci fosse oltre l'ingresso della sua tana. Una volta preso il controllo della stanza, la Con aveva subito disabilitato le telecamere di sorveglianza nelle pareti e nei soffitti, e tutti i droni di sorveglianza che pattugliavano quella sezione della Nemesis erano andati off-line nel giro di pochi giorni. Oltre le spesse lastre di acciaio che componevano le paratie…c'era un altro universo, sconosciuto e proibito. Ed era qui che Soundwave avrebbe finalmente esiliato i pensieri erronei che stavano attualmente fermentando il suo processore.
I comandi della porta furono acherati con facilità sospetta. Airachnid lo stava aspettando. E non solo…era come se lo stesse accogliendo. 
Date le sue precedenti azioni nei confronti di Soundwave, non era certo un comportamento illogico o inaspettato. Ma era comunque inquietante.
Un sibilo risuonò per tutta la lunghezza del corridoio, mentre la barricata si apriva e rivelava un'oscurità che sembrava contorcersi e diffondersi in maniera del tutto autonoma. Quando mise piede all’interno della stanza, Soundwave si sentì avvolgere da un freddo innaturale, rapidamente seguito dalla sensazione di essere osservato.
<< È maleducato entrare nella stanza di una donna senza bussare, Soundwave >> disse una voce proveniente dall'alto.
Soundwave inclinò la testa verso il soffitto e incontrò un paio di esagoni rosa che brillavano nell’oscurità. Sembrava quasi che stessero cercando di scrutare oltre la maschera del mech.
<< Pensavo che tu, tra tutti i Decepticon, avresti conosciuto le buone maniere >> continuò la voce, mentre la coppia di ottiche si fece più vicina al volto di Soundwave. << Ma credo di non potermi aspettare troppo da un mech disposto a trattare in maniera tanto brutale una creatura così fragile come una femme. >>
Una risata, aspra e ironica, si increspò contro i recettori audio del Decepticon. Come al solito, rimase in silenzio e non proferì parola, nemmeno quando l'ottica arrivò a soli pochi centimetri dalla sua visiera.
Ora, Soundwave poteva chiaramente distinguere il luccichio delle zanne ghignanti e delle labbra arricchiate verso l'alto. Labbra che sembravano sul punto di sfiorare la sua visiera in un bacio.
All'improvviso, il proprietario di quegli occhi squisiti si staccò dal soffitto, atterrando esattamente di fronte a Soundwave. Ma non appena i suoi piedi toccarono il pavimento, l'ufficiale delle comunicazioni colpì in maniera rapida e spietata, facendo scattare un braccio in avanti e afferrando la femme per la protoforma esposta della sua vita. Airachnid grugnì scioccata mentre Soundwave la teneva a distanza, come se fosse una specie di virus. Dovette resistere all'impulso di gettarla dall’altra parte della stanza.
<< Hai intenzione di uccidermi? >> chiese Airachnid con un sorrisetto beffardo. 
In risposta, Soundwave si limitò a scuotere l’elmo mascherato. 
<< Bene, dimmi cosa ha ordinato il tuo padrone, Soundwave. Mi piacerebbe assaporare tutte le punizioni che avrei EVITATO! >>
 Airachnid balzò in avanti e colpì la mano del mech, facendola cadere a terra. Prima che Soundwave potesse riorientarsi, il ragno era tornato nell'oscurità della stanza. 
Con un silenzioso comando mentale ai sistemi di illuminazione della nave, la camera si riempì improvvisamente di un doloroso bagliore di luce.  Il Decepticon cominciò rapidamente a scansionare l’ammasso di travi di metallo, casse e detriti dimenticati presenti in quella sezione della nave, ma di Airachid non sembrava esserci nemmeno l’ombra.
<< Questo è barare >> commentò una voce familiare, apparentemente imbronciata. << Ma visto che vuoi giocare sporco ...>>
La frase fu lasciata in sospeso…fino a quando un corpo estraneo si abbattè violentemente sulle spalle di Soundwave. 
Il mech incespicò sul pavimento e il suo elmo colpì con forza le assi in acciaio. 
Di solito non era così pigro in battaglia, ma sembrava che Airachnid stesse sfruttando appieno la furtività invece della forza. Una delle luci poste sul soffitto esplose in una miriade di scintille e pezzi di vetro cadenti.
Si sta comportando sulla difensiva” si rese conto Soundwave, mentre si rimetteva in piedi. Tale strategia era molto diversa dal solito comportamento adoperato dalla femme.  Ma forse questa era una circostanza eccezionale. Dopotutto, Soundwave era il combattente più forte tra i Decepticon, secondo solo allo stesso Megaton. 
Un'altra luce esplose, mentre l’oscurità cominciò a riguadagnare terreno.
<< Andiamo, Soundwave, non possiamo parlarne? >> risuonò la voce di Airachnid, con falsa sincerità. A causa dell’acustica limitata, per Soundwave era praticamente impossibile rilevare la sua posizione. 
Di solito, in questo tipo di situazioni, avrebbe mandato Laserbeak in esplorazione, ma il suo simbionte era attualmente impegnato in una missione di scouting per ordine dello stesso Megatron. 
Qualcosa di simile alla frustrazione si insinuò nella sua scintilla, mentre anche l'ultima luce veniva spenta e l’intera stanza piombava ancora una volta nell’oscurità più totale. 
Soundwave si spostò intenzionalmente in avanti, in cerca del bagliore rivelatore dell'ottica di Airachnid. Tuttavia, sapeva che non sarebbe mai stata così sciocca da rivelarsi in maniera così palese..
Stava giocando con lui. Non c'erano altre spiegazioni per la coppia di bagliore rosa che aveva di fronte. 
Anche mentre Soundwave si avvicinava, la femme non fece alcun tentativo di allontanarsi o difendersi.
<< Ora va meglio, non credi? >> domandò con voce suadente, sorridendo nell’oscurità.
Il Capo delle Comunicazioni continuò a camminare in maniera completamente apatica. Tutte le sue insane retoriche erano irrilevanti per il compito che gli era stato ordinato di svolgere, ma per il momento decise di assecondarla. L’illusione della sicurezza avrebbe probabilmente semplificato il lavoro. 
<< Devo dire che mi aspettavo qualcosa di più violento da te >> continuò Airachnid, mentre la visione di Soundwave si adattava gradualmente all'oscurità. La femme era arroccata su un tavolo incastonato al muro, con l'addome piegato in avanti e le zampe di ragno sollevate a mezz’aria dietro di lei, le braccia incrociate davanti al petto e il volto adornato da un’espressione vagamente compiaciuta.
<< Sembra quasi che tu non ci stia nemmeno provando. >> 
Ora stava criticando i suoi metodi. Che creatura meschina. 
<< Non sei un gran conversatore >> osservò dopo un lungo periodo di silenzio. << Non riesco a decidermi se questo ti renda intrigante o assolutamente monotono. Ma devo ammetterlo, fremo dalla voglia di sapere cosa nascondi sotto quel tuo silenzio... >>
La punta di una delle zampe si protese verso la visiera di Soundwave. La reazione del mech fu praticamente istantanea:  la sua mano scattò in avanti e le afferrò il collo.
Il movimento improvviso fece sì che la zampa artigliata sfregasse contro il vetro del casco, ma non vi prestò attenzione e mantenne una posizione ferma, mentre Airachnid lottava contro la sua morsa.
Un brivido percorse il telaio della femme, e la cosa non passo certo inosservata alle ottiche del Decepticon.
Sorpreso da quell’insolita reazione, compì un passo all’indietro e allentò la presa. Airachnid lo scrutò attentamente, per poi sorridere in modo malizioso.
<< Cosa c'è che non va, Soundwave? Il ragno ti ha mangiato la lingua? >>
Ridacchiò divertita e si avvicinò al mech, le gambe posteriori che si contraevano inconsciamente. Quelle dannate zampe, così uniche e vili. Coltelli esili capaci di tagliare l’aria stessa. 
Si diceva che alcuni umani avessero una paura innata dei ragni che vivevano sulla terra, in quanto essi rappresentavano tutto il male, depravato e terrificante, del loro piccolo mondo. Inoltre, molte specie erano note per divorare i loro compagni.
Soundwave era così impegnato in quelle divagazioni mentali dal non accorgersi nemmeno della leggera pressione esercitate sulle placche del suo telaio. 
Artigli affilati sbucarono dall’oscurità, cullando la maschera del Decepticon. Solo quando ne sentì il tocco sul telaio…tornò al presente.
Sollevò le mani e afferrò i polsi di Airachnid, senza spingerli via.
<< Ho sentito molte storie su ciò che nascondi lì sotto, una più curiosa dell’altra >> commentò la femme, per nulla intimorita dalla presa del Con. << Megatron afferma che eri un mech abbastanza bello.>>
 Quell'osservazione colse Soundwave di sorpresa. All'avvento della guerra, non si era mai sentito troppo incline a nascondersi, ma anche allora era rimasto smascherato solo in presenza di Megatron. Cos'altro aveva detto il suo signore a questa ... creatura?
<< Perché la maschera? Cosa stai cercando di nascondere ? Sicuramente non puoi essere così male, se paragonato ad un mostro come me.>>
Un altro commento che colse Soundwave di sorpresa. 
Airachnid si era sempre comportata con un’aria di massima sicurezza e fierezza. Simili dichiarazioni sul suo aspetto andavano in completa contraddizione con la sua natura. 
Soundwave non era davvero sicuro di quali fossero i parametri necessari per definire qualcosa "attraente", non aveva mai davvero valutato un altro bot attraverso i suoi attributi fisici. Ma se avesse visto Airachnid con gli stessi occhi di un qualunque altro Decepticons, suppose che l’avrebbe trovata almeno... desiderabile?
I suoi modelli di pensiero si bloccarono di colpo. Desiderava…desiderava il ragno? O desiderava la libertà?
La possibilità di abbattere le mura invalicabili che aveva costruito attorno a sé, anche se solo per un giorno? La possibilità di dare libero sfogo a ogni emozione che aveva soppresso per innumerevoli anni? 
Persino con qualcuno come Airachnid, che con ogni probabilità lo avrebbe pugnalato alle spalle al primo segno di debolezza.
Qualcosa stava annebbiando la sua CPU, scavalcando i programmi di ragionamento e le pulsioni di buon senso. Qualcosa di primitivo e sconosciuto, ma Soundwave non ne era spaventato. 
La domanda della femme riecheggiò nei suoi modelli di pensiero. Cosa stava cercando di nascondere al mondo? Era passato così tanto tempo da quando aveva indossato la maschera per la prima volta, in modo permanente, e lo scopo di un simile atto si era ormai perso nei suoi banchi di memoria. Ammesso che un simile “scopo” esistesse davvero…
Un basso ronzio proveniente dal mech solitamente silenzioso suscitò un altro ghigno da parte di Airachnid.
 << Ah…sembra che qualcosa sia finalmente riuscito a farti parlare.>>
Non appena ebbe terminato la frase, si ritrovò bloccata contro il muro della stanza. La presa di Soundwave si era fatta molto più serrata, tanto che il telaio della femme cominciò a cigolare. 
Primus, la odiava. Per la sua slealtà nei confronti di Megatron. Per l’effetto paralizzante che aveva sul resto dei soldati Decepticon. Per l'effetto che aveva su di lui ... per i sentimenti sgraditi derivati dalle sue azioni. 
E per aggiungere la beffa al danno, non sembrava per nulla intimorita o disturbata dalle sue azioni, al contrario. Era quasi come se il dolore le provocasse una qualche sorta di piacere. E per qualche strana ragione, sepolta sotto la sua fredda scintilla…Soundwave si ritrovò compiaciuto da una simile reazione. 
Voleva vederla tremare e lottare alla sua merce, sentire le sue grida di pura estasi mischiate con urla agonizzanti. Era sbagliato, disgustoso…ma in quel momento, a Soundwave non importava.
<< Ho già sentito quel rumore provenire da molti altri mech, prima >> osservò Airachnid con sorriso consapevole. << Anche se non li avevo mai visti così ... spaventati.>>
Soundwave era sempre stato conosciuto per essere quel tipo di Con capace di mantenere il controllo anche nelle situazioni più aggravanti. Eppure, le parole e i suggerimenti taglienti da questa patetica – magnifica- femme…furono sufficienti a suscitare in lui una rabbia animalesca. E in quel momento di collera, si ritrovò incapace di rispettare il suo credo più importante.
<< I tuoi presupposti sono pericolosamente errati >>ringhiò con una voce profonda e meccanica. 
Il sorriso sensuale di Airachnid si fece ancora più largo.
<< Quindi hai una voce. Quale…meraviglia >> sussurrò contro la sua maschera.
Soundwave si maledisse almeno mille volte nello stesso secondo. 
I suoi meccanismi vocali lo aveva tradito in un breve momento di rabbia primitiva, portando alla distruzione di una vita fatta di mura invalicabili. 
Ricordava a malapena gli ordini di Megatron, la sua CPU era diventata un agglomerato di pensieri indistinti.
Artigli affilati e familiari cominciarono ad avvolgersi attorno al suo elmo, ma questa volta non li respinse. Accidenti a lui ... accidenti a lei, accidenti a tutto il mondo. 
Perfino Soundwave, nella sua ostinata inesperienza, conosceva i pericoli della lussuria. Era fermamente convinto che fosse la causa diretta del dolore e della degradazione di innumerevoli vite, ed era giunto al punto di considerare la lussuria stessa come offensiva e addirittura crudele.
Il solo pensiero che potesse provare qualcosa del genere…era a dir poco inquietante.
<< Nessun mech è immune alla seduzione, Soundwave >> fece le fusa Airachnid, mentre i suoi artigli tracciavano le intricate linee che correvano attraverso la sua armatura, con le zampe artigliate che si avvolgevano attorno a lui come una rete. << Non vuoi arrenderti? >>
Il ragno aveva portato le sue labbra lungo il lato del suo elmo, dove erano situati i suoi recettori audio. << C'è qualcosa di sbagliato nel cedere alla tentazione ? >>
La parola sibilante si insinuò nella mente di Soundwave e aggravò ulteriormente la corruzione che stava avendo luogo nel suo nucleo dati.
Per certi versi…aveva ragione. L'unica cosa che condannava la tentazione era il proprio codice morale. E solo gli Autobot erano abbastanza sciocchi da fare uso di simili limitazioni. 
Poteva permettersi di saziare il suo appetito primordiale con questa meravigliosa mostruosità? Se avesse deciso di consumare un rapporto carnale con lei…chi mai lo avrebbe scoperto?
Mentre era impegnato in quelle divagazioni, sentì che gli artigli avevano cominciato ad armeggiare con i blocchi della maschera.
La visiera cominciò a scivolare tra le mani di Airachnid. Il sorriso sul volto della femme non era più beffardo, ma eccitato. 
E fu allora…che un paio di ottiche rosse come il sangue incontrarono quelle rosa della Con, e le mani che la tenevano incollata al muro si allentarono. 
La bocca di Airachnid si spalancò per lo stupore…e il divario che li separava fu rapidamente invaso da quella di Soundwave. Fu un atto di puro istinto, l'improvvisa necessità di riprendere il controllo di una situazione così insolita. 
Le ottiche della femme si allargarono per la sorpresa…ma poi si chiusero, assecondando quella nuova sensazione di piacere. La maschera cadde a terra, dimenticata nel turbinio di un euforia primordiale. Con un lamento, la lingue metallica di Airachnid si fece strada tra le labbra dell’ex gladiatore, assaggiando la sua stessa essenza. 
E per la prima volta dopo molto tempo, la mente di Soundwave si svuotò di qualunque cosa riguardasse la causa dei Decepticons. Approfondì il contatto e cominciò ad armeggiare con le placche dell’armatura che nascondevano l’endoscheletro della femme, e lei iniziò a fare lo stesso, sorridendo tra i baci con quel suo ghigno vittorioso.
E per quasi mezz’ora, nell’oscurità di quel magazzino dimenticato riecheggiarono solo i gemiti e le urla di piacere di una coppia di Cons.
 



 
E il resto lo lascio alla vostra immaginazione ;)
Spero che abbiate apprezzato la lettura e il modo con cui ho sviluppato i modelli di pensieri di Soundwave, nonché il comportamento di Airachnid.
  
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