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Autore: Ela Pink    03/07/2020    2 recensioni
Ci siamo fermati all'episodio 6, dopo l'avvenimento nel parco fra Sana e Akito. Quest'ultimo riesce a risolvere il suo problema famigliare e Sana parte a New York qualche giorno dopo contenta che tutto si fosse chiarito.
Da quel momento la loro vita cambia totalmente, o almeno questa è l'apparenza.
Cosa succederebbe se Sana tornasse a Tokyo molti anni dopo?
- Hai mostrato di avere coraggio! Sei andata avanti pur sapendo di non potercela fare da sola. Ma stavolta Sana, ci sono io, andremo avanti insieme! - Cit. Akito Hayama.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sotto il cielo di Tokyo.
 
POV. SANA.
Avete presente quando aspettate con enfasi un determinato giorno oppure un evento specifico? Che sia un appuntamento, un viaggio oppure una riunione; però, quando arriva quel momento, poi tutta l’emozione che avete provato fino al giorno prima muta in ansia e comincia a bruciarvi lo stomaco?
Ecco, mi sentivo esattamente così ed ero nervosa.
Perché un attimo prima era la cosa che aspettavo più al mondo e un secondo dopo è l’ultima cosa che vorrei fare?
Ero elettrizzata all’idea della libertà per un po’, lontano dai pettegolezzi e dai giornalisti; ero ancora più emozionata al pensiero che, dopo anni, avrei rivisto la mia città natale, il luogo di origine; o almeno era così che mi sentivo fino al giorno precedente.
Avevo lasciato la mia città all’età di 11 anni, ero una bambina, e stavo tornando nel pieno della mia adolescenza; la situazione mi spaventava.
- Siamo arrivati? - chiesi agitata al mio manager.
- La risposta sarà uguale a quella di cinque minuti fa, cioè No - rispose lui aggiustandosi gli occhiali da sole.
- Eppure con l’aereo privato saremmo dovuti arrivare prima! Che noia! - sbuffai incrociando le braccia sotto il seno.
Passarono altri dieci minuti in silenzio fin quando Rei non mi incitò a guardare dal finestrino, mostrando il panorama mozzafiato di Tokyo dall’alto.
Sorrisi istintivamente, - È proprio come la ricordavo! -
FINE POV.


 
Il volo durò 10h, poi direttamente all’aeroporto Haneda, in Giappone.
Un taxi portò entrambi davanti casa della famiglia Kurata, Rei aprì la porta di casa e trovarono ad aspettarle la davanti la mamma e la signora Shimura.
Sana, che in quel momento aveva un mix di emozioni, lasciò cadere la borsa - che era un pochino ingombrante - e corse fra le braccia della sua mamma.
- Piccola mia, mi sei mancata così tanto! -
- Anche tu, mamma! - disse fra i singhiozzi.
Dopo un paio di minuti si staccò dalle sue braccia per abbracciare la sua - da sempre - badante.
- Devi raccontarci tutto, ogni dettaglio! Come sei messa a ragazzi figliola? -chiese curiosa la madre sventolando il suo ventaglio.
Sana scoppiò in una rumorosa risata, la prima di quel giorno.
- Sei sempre la solita! Non cambierai mai mamma! -
Rei, che aveva visto tutta la scena anche lui con le lacrime agli occhi, - commosso dalla situazione - entrò e posò le valigie all’entrata, poi salutò anche lui le altre due donne di casa.
La signora Shimura aveva portato qualche dolce fatto da lei appositamente per il ritorno dei due ragazzi.
Non appena Sana vide i taiyaki, le si illuminarono gli occhi e cominciò a buffarsi, facendo ridere gli altri seduti a tavola.
- Uhm, gli desideravo da tanto tempo! - disse Sana mentre si leccava le dita ripiene di cioccolato.
Misako non perse l’occasione e le diede un colpo di piko in testa, facendo urlare la figlia.
- Era da tanto che volevo farlo e vederti fare quella cosa è stata l’occasione giusta! -
- Cavolo, devo riabituarmi adesso - disse fra sé e sé la rossa.
- Diciamo che in America le cose erano un po’ diverse - intervenì Rei, grattandosi la testa mortificato.
- Allora Sana, per quanto tempo resterai? - chiese Chiyo, che fino a quel momento stava ridendo per tutta la scena.
L'Idol guardò il suo manager qualche secondo, che ricambiò lo sguardo, poi rispose - Per sempre! -
Sana decise di riprendere gli studi, ovvero di continuare la scuola media superiore - liceo -, ma avendo ormai quasi 18 anni sarebbe dovuta andare all’ultimo anno e per farlo avrebbe dovuto passare gli esami di ammissione. Si iscrisse alla Juku - scuola privata che fornisce una preparazione agli alunni in tutte le materie per affrontare gli esami ad una scuola pubblica oppure università - e cercò di impegnarsi il più possibile per entrare alla Chojiro High Schio*.


POV. SANA.
- Sicura che non vuoi un passaggio come i vecchi tempi? - mi chiese Rei.
- Ma si, certo! Sta tranquillo, prenderò l'autobus - risposi, indossando le scarpe all'ingresso.
Non attesi la sua risposta che mi incamminai verso la stazione, sperando di trovare posto sopra il bus.
- Come non detto! - dissi fra me e me, notando che l'unico posto libero era accanto ad un ragazzo biondo al cellulare.
Coff-coff.
Cercai di attirare la sua attenzione ma non riuscì nel mio intento.
- Posso sedermi? - gli chiesi.
- E' occupato! - risposi freddo senza degnarmi di uno sguardo.
Che maleducato!
- Dal tuo zaino? - gli chiesi irritata.
Dopo aver sentito la mia risposta, tolse gli occhiali e il cellulare e alzò il volto per guardarmi.
Rimasi sorpresa nel vedere che il suo volto mi era famigliare, ma non riuscì ad identificare la persona.
Caspita... però è proprio bello!
Aveva i capelli biondi con un pò di frangetta in avanti, labbra carnose e occhi color ambra; non avevo mai visto un ragazzo con occhi del genere... forse s'intromise la mia coscienza.
Non avevo mai incontrato un ragazzo così bello in America.
- Per caso ci conosciamo? - gli chiesi confusa.
- Non credo proprio! - rispose con lo stesso tono di prima, indossando di nuovo gli occhiali e prendendo il cellulare.
- Tse, ma guarda un pò tu questo maleducato! - ribadì allontanandomi.

 
Una volta terminato il primo giorno di studi, ero indecisa se chiamare Rei oppure riprendere l'autobus; avevo il timore di incontrare di nuovo quell'arrogante, ma la cosa peggiore era che volevo incontrarlo, era riuscito ad infastidirmi e attrarmi allo stesso tempo.
- E tu che fai quì? - chiesi al mio manager una volta uscita da scuola, trovandolo ad attendermi con la macchina.
- Pensavo fossi s-stanca e a-avessi preferito la m-macchina - rispose balbettando, grattandosi il capo.
- Ti avrei chiamato, non pensi? - continuai a chiedere agitata, salendo in macchina.
Perché deve sempre fare di testa sua?
- Sono anche venuto per dirti che stasera la mamma non ci sarà, dice che ha un incontro di scrittura -
- La mamma in un incontro di scrittura? E da quando è diventata una maestra? E poi perché non me l'ha comunicato lei stessa? - cominciai a chiedere a raffica, il mio manager come risposta scrollò le spalle.
FINE POV.


 
Dopo quel giorno Sana non prese più l'autobus bensì ad accompagnarla fu sempre Rei, cosi come a riprenderla, nel frattempo Misako informò alla figli, in modo che Sana non potesse preoccuparsi della sua assenza, che tre volte a settimana intorno alle sette di sera aveva un incontro serale di scrittura, insegnava in una scuola pubblica.
Sana invece studiò per un mese intero, fin quando non arrivò il giorno degli esami e riuscì a superarli  - non con poca ansia e confusione ma alla fine riuscì in qualche modo -.
 
10 Aprile 2018.
POV. SANA.
Allungai il braccio verso il maialino che continuava a suonare e spensi la sveglia che segnava le 7:20 - stranamente ero riuscita a sentire la prima sveglia - poi mi alzai dal letto e andai in bagno a buttarmi dell’acqua fresca in faccia per farmi riprendere dalla notte in bianco - ansia da primo giorno di scuola -.
Passai la piastra ai capelli e misi l'elyner per far risaltare i miei occhi a mandorla, poi scesi in sala da pranzo dove trovai la signora Shimura che stava sistemando il tavolo per la colazione.
- Buongiorno! - esclamai dandole un bacio in guancia e facendola sobbalzare per lo spavento.
- Buongiorno Sana, mi ha fatto prendere un colpo! Come mia già sveglia alle otto meno un quarto? -
- Volevo essere informa per il mio primo giorno di scuola - mentì, nel frattempo mi sedetti a tavola e divorai - letteralmente - le fette biscottate con la marmellata, gesto che fece scoppiare a ridere la donna davanti a me.
- Sarai pure cresciuta fisicamente ma rimani sempre la piccola Sana. A proposito, ti sta benissimo l'uniforme! -
- Grazie Chiyo! - la ringraziai sorridendo.
Non appena terminai la colazione, andai all'ingresso e indossai le scarpe.
- Non aspetti mamma e Rei? - chiese la mia badante aiutandomi a mettere la cartella.
- Dì a loro che ho preferito andare prima a piedi perché volevo smaltire la colazione. - risposi e lei annuì poco convinta.
Arrivai a scuola intorno alle 8:10 - venti minuti in anticipo -, posai le scarpe nel mio armadietto e indossai le pantofole, poi corsi in classe - 3 - C - dove trovai la porta già chiusa.
Appoggiai la mano nella maniglia e feci un respiro profondo.
Andrà tutto bene!
- I compagni di classe non ti mangiano, sai? - chiese ironica una voce dietro le mie spalle.
Mi voltai di scatto e vidi una ragazza della mia altezza e dai capelli color pece.
Aveva un accento strano, non era sicuramente di Tokyo.
Venne verso di me allungandomi la mano.
- Io sono Fuka, tu sei la ragazza nuova? - domandò sorridendomi, io ricambiai la stretta e il sorriso.
- Si, sono Sana, piacere! -
Improvvisamente la porta si aprì, mostrando una figura molto più al - Tu?! - urlammo all'unisono io e il ragazzo che incontrai qualche settimana fa sull'autobus.
FINE POV.
   
 
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