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Autore: crudelia_demon    03/07/2020    0 recensioni
Quando gli occhi di Freya incontrarono quelli di Felix per la prima volta qualcosa cambiò dentro di lei. L'amore puro li travolse entrambi. Freya , la principessa vichinga più forte della sua stirpe, ma qualcosa cambia inevitabilmente una sera d'inverno.
Ora rivedendo il suo amato dopo tanti secoli l'unica cosa che riesce a provare è risentimento e rabbia.
Perchè è stata abbandonata a quel modo, lasciata al suo orrendo destino?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Felix, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn, Successivo alla saga
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L'ARRIVO

Seguivo le loro tracce ormai da qualche giorno. 

Dopo aver avuto una strana premonizione in sogno mi ero affrettata a rintracciare Ragnar e Erik. Si erano allontanati entrambi improvvisamente, senza darmi spiegazioni e la cosa mi aveva alquanto insospettita, Avevo tenuto sotto controllo i loro spostamenti senza dare troppo nell’occhio.  Negli ultimi mesi mi erano arrivate voci indirette su qualcosa che sarebbe successo nel Nuovo Continente. All'apparenza Carlisle stava raccogliendo testimonianze per qualcosa.di grave successa nella sua "gioiosa" famiglia. 

Ero risentita che non avesse cercato anche me? Ovviamente. 

Ora mentre passavo agilmente da un albero all'altro non potevo capire le ragioni del suo gesto. Erano passati secoli dal nostro ultimo incontro, aveva deciso di lasciare i Volturi e di conoscere il mondo, sapevo che voleva formarsi una famiglia ma il suo animo gentile gli impediva di crearla con la forza. Ero sinceramente felice che fosse riuscito a realizzare il suo desiderio, anche se non aveva sentito il bisogno di includermi.

Non credevo che il nostro rapporto si fosse deteriorato fino a questo punto. 

Appena atterrata sul ramo più alto di uno degli alberi al limitare della radura che avevo visto in sogno mi fermai. C'era stato un tempo in cui il e lui eravamo stati inseparabili. In fin dei conti l'avevo visto nascere. 

 

"Freya! - mi chiamò Astrid mentre correva verso di me. La giovane sorella di mio padre aveva i tipici capelli biondi nel nord, era alta e slanciata e tutti gli uomini del nostro villaggio si innamoravano di lei.  

- Affrettiamoci, è arrivato il momento. Ora dovrai stare vicina alla tua mamma. Mi raccomando. - prendendomi per mano, la zia Astrid mi accompagnò lungo il grande corridoio al primo piano della nostra tenuta. - Hai solo 10 anni, ma in famiglia questa tradizione è importante. Mi prometti di fare del tuo meglio? - non capivo la sua apprensione. 
Te lo prometto zia. - dissi per tranquillizzarla . Trattenni a stento la mia emozione. 

Aspettavamo questo momento da nove mesi e non vedevo l'ora di conoscere il mio nuovo fratellino. Non appena la mamma era rimasta incinta avevo avuto un sogno premonitore, in cui avevo visto un bel bambino biondo. Perciò ero sicurissima che fosse maschio. 
Mio padre, Thor l’Impavido, Re di Svezia e ultimo discendente vivente di Ragnar Lothbrok, marciava ininterrottamente davanti alla grande porta di legno della camera che divideva con mia madre Fresya, al suo fianco, come sempre c’era il mio fratellastro Bjorn.
Era visibilmente agitato, comprensibile visto la sorte della sua prima moglie Tashya. La poveretta era morta di parto dando alla luce il suo primogenito, e il grande Thor si era ritrovato solo con un figlioletto da crescere. Tre anni dopo conobbe mia madre, una guerriera fatta e finita e la chiese in sposa.

- Forza Freya, non ti distrarre. - mi spronò zia Astrid aprendo la porta della camera in cui si trovava mia madre. Lanciai un ultimo sguardo a mio padre prima di entrare.

La scena che mi ritrovai davanti mi avrebbe segnato per tutta la vita. 
Mia madre supina, al centro del letto. Le gambe spalancate, la smorfia di dolore che le distorceva i lineamenti  e una quantità esorbitante di sangue sulle lenzuola. Mirtha, la levatrice, era al lavoro per far nascere il mio fratellino mentre le poche donne della mia famiglia erano in cerchio intorno a mia madre recitando preghiere di invocazione alla Dea Madre per agevolare il parto.

Nelle due linee di sangue della mia famiglia i primogeniti, nel mio caso eravamo io e Bjorn, avevano la capacità di entrare in contatto con la natura, di modificarla e di plasmarla a proprio piacimento. Io avevo da poco iniziato a sviluppare le mie capacità e stavo seguendo l’addestramento delle sacerdotesse della Dea, come aveva fatto anche Bjorn al compimento dei suoi dieci anni.

Mia zia mi distolse nuovamente dalle mie riflessioni, riportando la mia concentrazione su l'importante compito da svolgere. Mi diede uno dei cristalli rituali e stringendolo tra le mani mi inserii tra le donne della mia famiglia intonando la preghiera che mi era stata insegnata.

Chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e visualizzai con l’occhio della mente il viso del fanciullo che mi era apparso in sogno. I setosi capelli biondi, gli occhi azzurri come il cielo, e le guanciotte rosee.

Tra le urla della mamma la cantilena delle nostre preghiere si  alzò, fino a sovrastarla. Quando le urla cessarono, la stanza fu riempita dal pianto incessante del neonato.

- Maschio! Un bel maschio. - annuncio la vecchia Mirtha.

- Sia ringraziata la Dea. - sussurrò mia madre, poco prima di svenire.

- Madre! - urlai lasciando la presa sul cristallo che si frantumò a terra, senza rendermi conto che era troppo tardi…”

 

Un rumore di passi mi riscosse da quel ricordo gioioso e doloroso allo stesso tempo. Abbassai lo sguardo sulla radura innevata, un gruppo non molto numeroso si stava avvicinando al centro.

Riconobbi immediatamente la scena che si stava svolgendo come quella del mio sogno. Ma ancora non ne afferravo il senso. Carlisle si trovava al centro del gruppo, con quella che supposi essere la sua compagna. Non conoscevo nessun membro della sua nuovo famiglia. Ma riuscii a riconoscere Tanya e Kate, figlie di una nostra cugina.

All’improvviso l’attenzione del gruppo fu attirata da un movimento alla mia sinistra. Un gruppo molto più consistente di vampiri stava entrando nella radura, tenendosi a debita distanza. Fu allora che riconobbi di chi si trattava. 

Erano arrivati i Volturi con il loro seguito.  

 

 
  
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