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Autore: The Bride of Habaek    04/07/2020    0 recensioni
"In guerra mi facevano più impressione i vivi, che i morti. I morti mi sembravano dei recipienti usati e poi buttati via da qualcuno, li guardavo come se fossero bottiglie rotte. I vivi, invece, avevano questo terribile vuoto negli occhi: erano esseri umani che avevano guardato oltre la pazzia, e ora vivevano abbracciati alla morte."
- Nicolai Lilin -
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Beyond the stars

“Scrivevo silenzi, notti, notavo l’inesprimibile, fissavo vertigini.”
- Arthur Rimbaud -

26 Novembre 1976,
Giorno del Ringraziamento. Durante questa festa le strade di Fredericksburg (Virginia) si trasformano in uno spettacolo itinerante, con luci variopinte ed inconfondibili profumi. Finalmente possiamo goderci una giornata di riposo dopo interminabili allenamenti, nottate inquiete in cui finivo col ripetere sempre lo stesso incubo. Aaron mi ha proposto di andare a fare una passeggiata in centro, nel luogo dove allestiscono le bancarelle per l'evento annuale in cui ognuno può sentirsi libero di scambiarsi dei doni. La Festa del Ringraziamento, lo suggerisce la parola stessa, è il giorno per dire "grazie" a quelle persone che ci hanno fatto del bene, verso chi rispettiamo o amiamo.
"Ti piace questo posto Kim?"
Mi chiede Aaron mentre passeggiamo vicini lungo una strada abbastanza affollata.
"Si, moltissimo. A Saigon non esiste questa ricorrenza."
"Questo posto deve il suo nome alla battaglia di Fredericksburg in cui le forze 
unioniste e quelle confederate, forti entrambe di un parco d'artiglieria di oltre 400 cannoni, dettero vita tra l'11 e il 15 dicembre 1862 al primo scontro di trincea della storia."
"Non lo sapevo, sei molto preparato devo ammetterlo."
Ad un certo punto Aaron m'afferra per mano e qualcosa dentro di me inizia a fluire lentamente.
"Stammi vicino. Non vorrei che ti perdessi fra la folla."
"Ti ringrazio, la tua mano sarà la mia guida."
I tuoi occhi saranno i miei.
Affermo stringendola ancora un po' notando, in un secondo tempo, con piacere che gli abiti borghesi gli donano particolarmente.
"Cosa c'è... ti senti a disagio? Se vuoi la lascio."
"No! Scusami mi ero solo persa fra mille pensieri."
Esclamo impedendogli di lasciarla rafforzando la presa. I miei occhi si sono soffermati sulla giacca sbottonata in pelle, che lascia intravedere il petto scolpito segnato da una ferita fresca di battaglia.
"Hai notato la mia cicatrice non è vero? Purtroppo ne ho diverse sparse per tutto il corpo."
Dice lui fermandosi dinanzi un banco di hot - dog.
"Hai fame?"
"Beh, hanno un aspetto invitante."
"Lo prendo per un si."
Ci sediamo su una panca ed iniziamo a parlare, ridere, complici negli sguardi. Da quando mi sono trasferita in Virginia la mia vita è stata totalmente stravolta. Dal cibo alle abitudini, dalla cultura alla religione.
"Tornando al discorso di prima, qualsiasi donna disprezzerebbe le mie cicatrici, il mio corpo e la mia anima sono stati corrotti oltre che corrosi dalla guerra..."
"Questo non è affatto vero. Loro sono una parte di te, non puoi cancellare il passato Aaron."
"Infatti mi riferivo ad una donna qualsiasi. Tu non sei una donna comune Kim, soprattutto per me."
"Cosa intendi dire?"
"Te lo spiegherò strada facendo, ma prima voglio darti una cosa."
Ci allontaniamo dalla folla per scambiarci i doni, la luna nascente è nostra complice, lei sa cosa alberga nei nostri cuori, lei ci ha osservati ogni notte preservando il silenzio fino ad oggi.
"Anch'io ho un dono per te."
Mentre Aaron fruga fra le sue tasche in cerca del mio regalo gli porgo il mio.
"Grazie Kim, non dovevi disturbarti. Di che cosa si tratta?"
"E' un GEEKSLIFE Serpente, un tipico portafortuna Vietnamita. L'ho preso dalla mia umile dimora prima di lasciarla per sempre."
Aaron lo prende fra le mani e l'osserva per bene prima di riporlo in tasca.
"Un pensiero veramente prezioso. Ora tocca a me."
Sgancia il ciondolo per poi richiuderlo dentro la mia nuca. E' a forma di occhio e al suo interno c'è la riproduzione di un iride azzurra come il cielo.
"E' magnifica... è dello stesso colore dei tuoi occhi."
Guardandola bene riesco a riconoscerli: sono proprio loro. Sono gli occhi più belli che io abbia mai visto.
"Quando li guarderai voglio che ti ricordino me."
"Hai forse intenzione di lasciarmi? Partirai per un'altra battaglia senza di me?"
Al solo pensiero non riesco a trattenere le lacrime, sgorgano dal dolore e solcano il mio viso.
"Non ho detto questo, ma è anche vero che in guerra si rischia la vita ogni giorno. Non posso sapere se domani verrò colpito al cuore da una pallottola oppure se..."
Aaron continua a creare immagini terribili nella mia mente e non lo posso sopportare.
"Non dovresti nemmeno pensarle certe cose! Ora sei qui con me, la guerra è finita e possiamo passeggiare liberi da ogni preoccupazione."
Lo interrompo esponendogli il mio punto di vista.
"Questo lo so, ma Kim... credi davvero che questa pace apparente durerà in eterno? Potrebbe durare qualche anno al massimo, ma alla fine un nuovo conflitto esploderà da qualche parte nel mondo. Noi siamo soldati, la nostra missione è assicurarci che nessuno muoia ingiustamente, che l'armata americana primeggi su tutte le altre affinché nessun'altra Nazione si ribelli al nostro amato Paese."
Aaron continua il suo monologo descrivendomi tattiche militari, segreti di Stato e tutto ciò che potrebbe rendere più chiaro e comprensibile il suo ragionamento.
"In pratica vuoi dire che è indispensabile una lotta continua per preservare la pace?"
"Non dipende solo da me, si tratta del modo di pensare delle grandi potenze pronte a tutto pur di occupare i primi tre gradini del podio. A parte questi discorsi noiosi c'è qualcosa che vorrei dirti da molto tempo..."
Dopo un'accesa discussione su cosa sia giusto o meno, finalmente Aaron concentra la sua attenzione su di me. La notte è lunga ed il cielo ricco di stelle, rimaniamo fermi a guardarle seduti vicini su una panchina finché una di loro non cade giù."
 Una stella cadente.
"Hai espresso un desiderio?"
"Si e tu?"
Aaron m'afferra attirandomi verso di sé, quando chiudo gli occhi ed esprimo i miei sogni.
Vorrei tanto tornare a Saigon insieme al mio amore.





 
   
 
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