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Autore: Frieda B    04/07/2020    0 recensioni
Lui, freddo, cinico, spaventato da se stesso.
L'altro lui, bel sorriso, mancino, gran rompiscatole.
Due piloti, un solo aereo.
Aviazione tedesca, ai giorni d'oggi.
Genere: Guerra, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo XXIII
Fumare aiuta davvero?
 
 
       Barthold era disteso a letto e Bastian anche.
«Hei, Bas?» sussurrò lui, voltandosi per guardarlo. Con una mano, distrattamente, si accarezzava i capelli, sistemandosi il ciuffo.
«Hei,» fece Bas, voltandosi per guardarlo.
«Stanotte non hai dormito, eh? Si vede dalle occhiaie. E poi hai fatto un tale casino, ti sei agitato tutto il tempo.»
Bastian sorrise imbarazzato. «Si nota tanto? Non ho chiuso occhio…»
Bart rise piano. «Si nota, si nota. Hai… pensato tutta la notte a Karl, vero?»
Lui distolse immediatamente lo sguardo. «Pff, che dici. Che faccia quello che vuole. Ormai è una storia morta e sepolta.»
«Bastian.»
«…D’accordo, solo un po’. È normale, no? Siamo stati insieme un anno e mezzo. È… un po’ di tempo. Del tempo importante…»
«Non devi mica giustificarti.» Barthold si mise su un fianco per guardarlo meglio.
Bas non ricambiò lo sguardo. «Lo so, però… non lo so, non sono mai stato così male per qualcuno.»
«Perché con lui era diverso.»
«Già, lo era, o almeno credevo che lo fosse…»
«Ti manca.» Non era una domanda.
«Un po’.»
«Un po’ tanto.»
«Un po’ tanto, sì, ma ormai è andata, quindi… si tira dritto.» Bastian sospirò e si mise a giochicchiare con una sigaretta spenta. Dopo qualche minuto, se l’accese.
L’amico accennò un sorriso. «Fumare aiuta sempre.»
«Sì, aiuta almeno un po’.»
Fece una pausa, poi azzardò: «perché non torni con lui?»
«Cosa? Sei matto?»
«È quello che volete entrambi. Vi mancate. Tu manchi a lui e lui manca a te. Perché non dovreste?»
«Perché non potrei mai più fidarmi di lui.»
«Ti ha chiesto scusa mille volte. Non lo rifarà. C’ha parlato io, con lui. Mi ha detto che Mathias neanche lo ha più rivisto e vuoi sapere una cosa? Mentre parlavano, Keller è passato accanto a noi e non se n’è neanche accorto. Ti ama, Bastian. È stato solo un errore. Non eri tu a dire che potevi accettare il tradimento, a patto che fosse solo una scopata? È quello che è stato. Pensaci.»
«È ancora attratto da lui. Lo so, lo capisco.»
«Invece non capisci un cazzo. È a pezzi. Vuole solo tornare da te.»
«Anch’io sono a pezzi,» fece Bastian arrabbiato. Buttò via una nuvoletta di fumo grigio e spense la sigaretta. Non riusciva neanche più a fumare.
«Appunto per questo devi… Bas, devi tornare da lui.»
«No,» continuò risoluto.
«Perché no? Lo hai detto anche tu. Era solo sesso.»
«Facevamo sesso due o tre volte alla settimana, cosa gli mancava con me? Perché ha dovuto cercarlo altrove? Cosa gli mancava?» La sua voce fu un crescendo, seguito da una breve pausa silenziosa.
Barthold strinse le labbra e gli si formò una fossetta ai lati della bocca. «Hai ragione. Te lo concedo, hai più che ragione. Ma è pentito del suo errore.»
«Perché ci tieni tanto a farci tornare insieme?» Bastian lo guardò.
Lui sorrise. «Perché vi ho visti felici, insieme. Non mi piace vedere che stai soffrendo. Dimmi: ce l’hai più con Eisner o con Keller?»
Bastian dovette pensarci qualche momento. «Keller… no, Eisner. È lui che mi ha tradito. Quello è un figlio di puttana, ma Karl mi ha tradito. Doveva rifiutare le sue avances. E comunque, io ve lo avevo detto che non mi piaceva per niente.»
Seguì un altro breve silenzio. «Giusto con te, poi. L’unico che lo hai odiato da subito.»
«Che vuoi che ti dica, è tutta una questione di karma.» Si scrocchiò le dita.
«Bastian?»
«Che c’è?»
«Ammettilo. Ammettilo, che ti manca da morirci. …Non stare zitto, lo so che è così. Ti conosco meglio di chiunque altro qui dentro.»
«È perché ti ho raccontato troppe cose, dovrei ucciderti, sai troppo,» rise Bas.
Barthold ridacchiò a sua volta e si mise più comodo. «Che gli faresti? A Keller.»
«Lo ammazzerei, se potessi.»
«Vedi che ce l’hai soprattutto con lui?»
«Non ti ho detto che farei ad Eisner.»
«Cioè? … Eccolo di nuovo che non risponde. Sei un idiota. E non ridere!»
«Cosa vuoi che faccia, piangere?»
«Io non lo direi in giro.»
«Non si piange mai per gli ex.»
«Sono giorni che piangi, credi che non lo sappia? … Il tuo problema è l’orgoglio. Se non fossi così orgoglioso, torneresti da lui. Adesso, subito, o meglio, lo avresti già fatto da tempo. Hai questa… fissazione per l’orgoglio. Anche perché, a parte noi tre che siamo i tuoi amici, non lo sa nessuno. Dubito che quel pezzo di ghiaccio abbia degli amici.»
Bastian lo guardò di sbieco. «Attento a come parli del mio ex.»
Bart sogghignò. «Te lo difendi, eh? Intendevo che nessuno saprebbe nulla, tipo che ti sei tenuto le corna e via dicendo.»
«Non è che lo difendo, è che non voglio rinnegare quello che c’è stato. …Bart?»
«Sì? …Smettila di sospirare, Dio santo.»
«Mi manca.»
«Quanto?»
«Tanto.»
«Lo sapevo. Vai da lui.»
Bastian si sistemò sul cuscino e chiuse gli occhi. «Buonanotte.»
«Cosa? Hei, è appena passata mezzanotte!»
«Ho sonno, cazzo. Dormi.»
Bart svariò gli occhi e si mise, suo malgrado, a dormire.
 

 
   
 
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