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Autore: Asmodeus    04/07/2020    3 recensioni
Una raccolta di momenti dolci e demenziali su due giraffe innamorate troppo carine, ovvero Martino e Niccolò.
Pillole di vita quotidiana, baci, momenti stupidi e altre piccolezze simili, per provare a strapparvi un sorriso e per celebrare questa splendida coppia.
| Raccolta di brevi one-shot e flashfic partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" organizzata da Soul_Shine sul forum di EFP.
- I capitoli #12 e #13 partecipano alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP.
- Il capitolo #17 partecipa al contest "Countdown" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Martino Rametta, Niccolò Fares
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bracciano

SABATO
18:09
4 luglio 2020


Dopo più di un anno e mezzo insieme a Niccolò, Martino è sicuro che la Dea Bendata non sia troppo una fan di loro due come coppia. O in alternativa che sua sorella, Madama Sfiga, si contenga il titolo di presidente del “#martinico fanclub” con Federica.
Non riesce a trovare nessun’altra spiegazione sennò per tutte le sfighe che li accompagnano sempre, come ad esempio il temporale che sta sferzando sul lago da ieri sera, e che li ha costretti a passare tutto il giorno chiusi in casa.
Niccolò, pragmatico come sempre, ritiene che la pioggia sia stata anche una fortuna, in quanto ha allontanato il caldo asfissiante che ha soffocato Roma e dintorni nell’ultimo mese.
Ma Martino sperava di passare quel weekend a nuotare anche tra le splendide acque fresche del lago, non solo tra le lenzuola del loro letto.
Insomma, il sesso con Niccolò è sicuramente sul suo personale podio dei piaceri supremi della vita, insieme alle labbra soffici della sua splendida giraffa mora che lo bacia con foga e alle serate pizza, birra & Fifa coi Contrabbandieri.
Però il lago è il lago, e la pioggia gli ha ormai bruciato il secondo giorno insieme lassù.
Niccolò, invece, ha provveduto sia a bruciare la lampadina del salotto che a rompere il fornello della cucina.
La prima li ha lasciati la sera prima, dato che Niccolò giocava ad accenderla e spegnerla per ricreare le luci di una discoteca mentre ballavano in mezzo alle poltrone come due ritardati.
Il fornello li ha abbandonati invece a ora di pranzo, quando Niccolò ha – non si sa ancora come – fatto saltare il meccanismo di accensione della scintilla: ora dal fornello esce solo il gas e basta, e Martino non è sicuro di voler completare l’accensione con un accendino.
Con la sfiga che hanno, la casa di Giovanni ha il 250% di probabilità di saltare per aria, e Martino non è ancora pronto a vendere casa di Niccol…ehm, casa loro per ripagare il suo migliore amico.
Per questo hanno pranzato alla bell’e meglio con l’anguria che avrebbero dovuto mangiarsi sulla spiaggia, e trascorso il resto del pomeriggio a giocare a carte e a guardare la TV accoccolati sul divano… almeno fino a cinque minuti fa, quando anche lei ha deciso di dare forfait e abbandonarli in un mare di righine bianche di assenza del segnale.
 «Quindi? Che dice Gio?»
Niccolò lo sta guardando pensieroso, le labbra strette e serie.
«E che ne so. Ho provato a chiamarlo tre volte, ma non risponde».
Martino si butta sul divano e lascia cadere il cellulare in mezzo ai cuscini.
Non era così che si era immaginato quel weekend insieme.
«Gio mi ammazza. Lo so. Col cazzo che ci lascia tornare qui».
Niccolò abbandona la sua postazione di fianco al televisore – da cui ha supervisionato i primi tentativi di Martino di risolvere le cose a suon di schiaffi allo schermo, ovviamente infruttuosi – e si avvicina di più a lui.
È leggermente più basso del suo fidanzato nonostante l’età, ma da lì riesce a guardarlo dall’alto in basso.
Martino sta inconsciamente riproducendo una delle statue di Michelangelo delle Cappelle Medicee, svaccato in modo malinconico e pensieroso sul divano: Niccolò non si ricorda il nome dell’opera, ma si ricorda bene di quando l’ha vista insieme al suo ragazzo l’anno prima.
Il ricordo di quella mini vacanza insieme gli apre un sorriso sul volto, a cui immediatamente segue un’occhiataccia da parte di Martino.
«Te fa ride la cosa?»
Il piccolo ha messo su il broncio, mentre il suo cervello macina improperi e maledizioni nei confronti dell’universo.
«Sì Marti. Tu me fai ride. Ti preoccupi troppo!»
Niccolò si abbassa in modo da avere la faccia alla stessa altezza di quella del suo ragazzo, che continua a squadrarlo incazzato.
«’ste cose capitano. È solo sfiga!»
«Alla faccia! Semo i campioni mondiali de’ sfiga, Nì!»
«Almeno ci portiamo a casa un bel premio, no?»
Martino tanta di sbuffare, ma non riesce a farlo senza sorridere davanti alle sue parole.
«Ne farei anche a meno, sai?» Martino alza il busto dal divano e si avvicina al volto del suo ragazzo: ora ne percepisce il respiro calmo addosso, e da lì riesce a fissarlo per bene in quei suoi occhi splendidi.
Le loro iridi si specchiano tra loro, identiche come se fossero gemelle: l’ennesima cosa che li accomuna e li lega in una maniera misteriosa e indissolubile.
«C’hai ragione, non saprei dove metterlo a casa. Poi metti che non si intona con i mobili…»
Niccolò sostiene il suo sguardo e continua quello scambio, felice di aver migliorato anche solo per un po’ l’umore del compagno.
«Speriamo che sia solo l’antenna, o …»
Martino torna a rabbuiarsi brevemente, ma non termina la frase: meglio non attirarsi ancora più sfighe addosso chiamandole addirittura per nome.
«Vedrai che è quello. Sicuro».
Niccolò scaccia qualunque potenziale sfiga accarezzandogli il volto: sotto le dita un filo di barba rossa gli solletica i polpastrelli. Conosce ogni centimetro di quel viso, lo ha imparato a memoria e le sue mani si muovono con delicatezza su di esso.
Restano per un po’ a guardarsi senza dire nulla, le mani di Niccolò a incorniciare il volto di Martino come lo splendido quadro che è, la pioggia che batte leggera contro i vetri e va a ritmo con i loro respiri.
Poi un gorgoglio sospetto proveniente dalla pancia di Martino rompe la magia di quell’attimo sospeso.
Guardano entrambi il ventre del più piccolo, che ride imbarazzato.
«Scusa. È che c’ho fame».
«Anch’io. ‘n botto de fame» gli fa eco Niccolò.
Ridono insieme, poi il più grande recupera il telefono di Martino dalla selva di cuscini per controllare il display.
«Le sei e mezza» annuncia asciutto.
«Solo?» chiede conferma sconsolato Martino. «Mi sembra di non magnare da dieci ore…»
Poi butta l’occhio verso il fornello potenziale kamikaze, e torna a fissare Niccolò.
«Che mangiamo stasera, a proposito?»
Niccolò ci pensa su per un attimo, poi sblocca il telefono del suo ragazzo e cerca rapidamente qualcosa su internet.
«Trovato! Che ne dici, ti va del pesce?»
Niccolò mostra lo schermo al suo ragazzo, rivelando la pagina su Tripadvisor di un ristorante in riva al lago a Trevignano.
Martino lancia un’occhiata al cellulare, poi al suo ragazzo.
I suoi occhi scintillano di una luce particolare.
«Pensavo ne avessi già avuto abbastanza di pesce per oggi, ma se proprio insisti…»
Niccolò scoppia a ridere davanti a quell’allusione, mentre le mani di Martino lo afferrano per i fianchi e lo trascinano in braccio a lui.
Forse la Sfiga ci vede fin troppo bene con loro due, ma sicuramente una fortuna l’hanno avuta: si sono proprio trovati tra loro, e insieme sono la coppia più bella, sfigata e porca che ci sia.


[1119 w.]

 

🦒💙🦒

[Prompt 31. "Ho provato a chiamarlo, ma non mi ha risposto!"]

Buon sabato sera a tutti con questa settima clip!

Sto giro ho poco da dire visto che devo uscire e sono pure in ritardo ma volevo comunque postare questo capitolo. Spero che abbiate apprezzato questo curiosare nella casa al lago di Giovanni e direi che possiamo lasciare tutti questi due piccioncini in pace, che dovranno andare fuori a cena pure loro tra poco!

Vi auguro un buon fine settimana, e come sempre grazie mille per essere passati ed aver entualmente lasciato qualche dolce parolina nelle recensioni! A presto!

   
 
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