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Autore: Jeck86    04/07/2020    0 recensioni
Dante è quasi un Hikikomori.
Quando esce di casa, Dante sente una sensazione di disagio e di agorafobia.
Vive una vita da recluso, ma ha un lavoro e delle relazioni.
Ha ancora dei sentimenti per la sua ex, che non vede da mesi.
Un giorno, all'improvviso, cominciano a capitargli cose strane.
Comincia a vedere cose impossibili.
A volte spaventose, a volte comiche.
Che gli sta capitando? Il suo cervello gli fa brutti scherzi o l'universo ce l'ha con lui?
Alla fine, Dante otterrà ciò che cerca?
E se lo otterrà, ne sarà soddisfatto o se ne pentirà?
Un racconto surreale che vi spiazzerà più e più volte.
Genere: Angst, Comico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Primo Finale:

La perfezione è solo nelle cose passate





Caterina ansimò un'ultima volta profondamente, inarcò la schiena, il suo corpo si tese per un lungo istante nell'estasi del piacere.
Poi si rilassò e, senza troppi preamboli, smontò da sopra Dante.
Lui era rimasto immobile per la maggior parte dell'amplesso, artigliando il materasso morbido, e continuò a non fare un singolo gesto neppure adesso. Non aveva alcun controllo, poteva solo aspettare che passasse.
Il letto emise un cigolio quando la ragazza scese. A piedi nudi raggiunse l'interruttore alla parete e accese la luce con un sonoro click.
Per un po'Dante guardò il suo corpo nudo e sudato mentre lei si rivestiva.
Nel suo ricordo Caterina era così sexy quando si rivestiva. C'era un gesto che faceva: scostava i capelli neri e lasciava il collo nudo per un istante, prima di allacciarsi il vestito, o quando indossava gli occhiali.
C'era come una luce calda e dorata in quei ricordi.
Ma adesso...il suo sguardo scivolò verso la finestra.
Il cielo era grigio, la visibilità era scarsa e in sottofondo si sentiva il rumore sommesso dello scroscio della pioggia.
- Io vado a casa - Disse la ragazza, completamente vestita. - Ci vediamo settimana prossima? -
Lui fissò il soffitto senza dire niente.
-Ti va?-
Gli andava? Veramente?
Quanto aveva desiderato che lei tornasse? Quante volte l'aveva rievocata nei suoi ricordi?
- Come è che non provo più niente adesso? - Pensò il ragazzo.
Poi gli lanciò il cellulare sul letto. - Dovresti chiamare Violetta. Ti avrà lasciato 10 messaggi.-
Dante spostò lo sguardo sul telefono. - Prendiamo la pizza stasera, coniglietto? ^_^-
Si girò su un fianco e guardò verso la parete. La sua ombra ripeteva ogni suo movimento senza alcuna deviazione dalla norma.
Era tutto qui? Non c'era altro? La realtà era così fredda e deludente. Fino a qualche settimana prima, invece, la sua ombra lo avrebbe preso in giro con qualche sberleffo slapstick.
Dante sentì il tonfo della porta che Caterina si era chiusa alle spalle.

Si alzò dal letto.
Rabbrividì, quando i suoi piedi toccarono le mattonelle fredde.
Percorse il corridoio fino al bagno.
Non c'era altro rumore che lo scrosciare sommesso della pioggia e il cik ciak dei suoi passi.
Aprì lo sportello dell'armadietto e prese un barattolo.
Con un movimento del pollice, fece saltare il tappo che cadde sul pavimento.
Si rovesciò in mano il barattolo e prese una manciata di pasticche.
Incontrò il proprio sguardo nello specchio, poi si infilò tutte quante le pasticche in bocca e deglutì.
Ben presto tutto si fece buio.
   
 
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