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Autore: Placebogirl_Black Stones    04/07/2020    0 recensioni
C'è qualcuno disposto a farsi carico dei nostri fardelli? Abbiamo tutti bisogno di aiuto, ma chi verrà a salvarci?
I pensieri di nove personaggi sulle strofe di una canzone che parla proprio di questo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Shinichi Okazaki
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per chi il proprio padre non sa nemmeno chi sia
 
 
 
Cambio canale distrattamente, oggi in TV non si trova nulla di interessante da guardare.
Mi ritrovo davanti l’ennesimo sceneggiato da quattro soldi, con quelle trame mielose che piacciono tanto alle ragazze sognatrici come Hachi.
Una donna, un uomo e un bambino si sorridono teneramente.
Classica scenetta della famigliola felice che però non rispecchia sempre la vita reale.
Io non ho mai avuto una vera famiglia, non ho avuto nessuno che mi ha sorriso, nessuno che mi ha amato.
Non ho mai conosciuto mia madre, non so nemmeno che aspetto avesse, se le somiglio in qualche modo.
Mio padre non so nemmeno chi sia.
Quello vero intendo.
Perché ho sempre saputo che l’uomo che mi ha cresciuto, quello che ho chiamato papà per 15 anni, in realtà non ha nulla da spartire con me.
Non ci somigliamo in nulla, né nell’aspetto fisico né in quello caratteriale.
Anche quel fratello con cui ho sempre desiderato essere complice ma che non mi ha mai dimostrato affetto non mi somiglia per niente.
Ho vissuto per 15 anni con dei perfetti sconosciuti che si amavano fra loro ma che detestavano me.
Mi chiedo cosa avrei fatto io al posto di mio padre.
Avrei accettato di crescere un figlio che non era sangue del mio sangue?
Sarei stato capace di amarlo?
Ancora oggi non so rispondere a questa domanda, però so che non sentire l’affetto delle uniche persone che puoi considerare come la tua famiglia è una sensazione disumana e ingiusta per un ragazzino.
Essere esclusi, vivere ai margini…non è semplice.
Mi volto a guardare la mia immagine riflessa nel vetro della finestra e mi chiedo se gli somiglio, al mio vero padre.
Perché mia madre non è rimasta con lui ma ha preferito tornare da mio padre e vivere nella menzogna?
Forse nemmeno il mio vero padre mi ha voluto?
Questo pensiero mi intristisce, considerando il fatto che una parte di me ha sempre desiderato conoscere le proprie origini.
Vorrei tornare in Svezia un giorno e magari cercare quell’uomo nelle cui vene scorre il mio stesso sangue.
Ma ogni volta che nel mio cuore si fa strada questo desiderio, la ragione mi riporta con i piedi per terra.
A cosa mi servirebbe conoscere il mio vero padre?
Ormai non sono più un bambino, non posso riavere quell’infanzia felice che mi è stata negata.
Devo farmi bastare le premure di Hachi, i suoi manicaretti e i suoi abbracci.
È l’unico genitore alternativo che posso avere e in fondo va bene anche così.
Per uno come me, abituato a ricevere solo cose materiali dalle persone, anche l’affetto dato da un perfetto estraneo può essere confortante.
Distolgo lo sguardo dalla mia immagine riflessa, sono stanco di cercare risposte troppo dolorose che non ho nessuna speranza di trovare.
Io non ho un padre.
Io non so chi sia mio padre.
Io sono il figlio di nessuno.
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Ciao a tutti! Questo terzo capitolo è dedicato a Shin, spero di non averlo reso OOC dal momento che è sempre abbastanza difficile entrare nella testa di un adolescente tormentato e capire cosa pensa e quali sono i suoi reali desideri.
Fatemi sapere se questa raccolta vi sta piacendo!
Baci
Place
   
 
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