Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Dioni    05/07/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fuori dalle mura del villaggio Lucilla e Nym attendevano pazientemente il ritorno degli altri due e nel frattempo erano scesi dalle loro cavalcature godendosi un meritato riposo per la fatica che avevano affrontato prima nel contrastare la minaccia dell'agguato,l'elfo teneva l'arco al suo fianco mentre da seduto si godeva la vista sull'immensa area verde che lo circondava,si sedette a terra ispirando a pieni polmoni i profumi e gli odori che attorno a lui vagavano liberi mentre il suo udito percepiva tutti i suoi a lui più familiari alla sua razza,il cinguettio degli uccelli più piccoli,i passi di una lepre nelle vicinanze,lo scuotere delle foglie da parte di un venticello giocoso che si muoveva tra le numerose fronde. Era da tempo che ormai non sentiva più queste sensazioni di benessere.

Ti senti bene?”La leggera e cristallina voce di Lucilla richiamò l'attenzione dell'arciere e i suoi occhi incontrarono quelli di lei,che lo guardavano con aria preoccupata.

Si...e solo che è da molto tempo non sentivo più questo contatto con la natura,da quando abbiamo cominciato questo viaggio sono stati pochi i momenti in cui ho potuto prendere tempo per me stesso.”

Mi spiace che la mia protezione occupi molto del tuo tempo mio caro Nym,se fossi più forte non vi avrei mai coinvolti in questo viaggio,per te e Gordlack dev'essere fastidioso questo compito.”

Non dica così maestà...”, Nym si alzò tutto d'un colpo e subito superò in altezza Lucilla che al pari di lui sembrava una ragazzina, “Se io e quel testardo di un nano siamo qui e per lealtà e riconoscenza verso di lei, se non fosse stato per lei a quest'ora noi saremmo....”

Non fece in tempo a parlare che alle sue orecchie giunse un frusciare tra gli alberi,subito guardò in direzione del rumore,prese l'arco e incoccò una freccia in un tempo inferiore ad un battito di ciglia,il volto dell'elfo trasmetteva tensione e nervosismo.

Nym che succede?” Chiese Lucilla con tono preoccupato.

Mia signora salga sulla cerva e si metta al riparo,temo che ci abbiano raggiunti.”

La ragazza non se lo fece ripetere e si avvicinò al grande ruminante che la fece salire sulla schiena,la cerva alzava e abbassava la testa,tuttavia non sembrava spaventata ma piuttosto il contrario,come se si stesse preparando allo scontro. Per quanto riguardava i due cavalli quello di Nym batteva una zampa sul terreno a ritmo regolare e agitava la criniera in segno di nervosismo,poi c'era Briseide,la giumenta sembrava stranamente calma,nessuna reazione,nessun segno di irrequietezza,l'unica cosa che faceva era nitrire e fissava anche lei il punto in cui Nym stava prendendo la mira,l'elfo si accorse della cosa e pensò che era incredibile come quell'animale non solo non si stesse facendo prendere dal panico,ma sembrasse addirittura sul piede di guerra,come un soldato che attende di ricevere il nemico,doveva riconoscerlo,quel mercenario di un umano aveva proprio un ottima compagna di viaggio,non che lui non avesse un magnifico esemplare. La corda era tesa,la freccia pronta a partire,i muscoli erano tesi e il cuore in attesa di un battito più forte a dar via alla carica ai numerosi esserini verdognoli che in precedenza li avevano attaccati,a quel punto poteva solo sperare che avesse abbastanza munizioni da uccidere una ventina di goblin,a quel punto avrebbe fatto uso della piccola ascia che nascondeva dietro la schiena,in caso di combattimento ravvicinato.

Ora bastava solo aspettare,il resto sarebbe venuto da se.


L'interno della casa non sembrava un luogo molto adatto per uno scontro,nemmeno per solo due persone. Nonostante il grande spazio all'interno consentisse a due persone di muoversi liberamente per una decina di metri,dato il fatto che l'ingresso dell'abitazione facesse anche da sala da pranzo e che i pochi resti ancora in piedi e la mancanza di mobili a ostruire i movimenti rendeva il luogo adatto per uno scontro diretto con qualcuno che tendeva a nascondersi e colpire di sorpresa come quello strano tipo,tuttavia Milziade avrebbe dovuto stare attento,chissà quale altre bizzarrie era in grado di compiere il selvaggio di fronte a lui. L'aria li dentro sapeva di chiuso e la polvere per terra si era sollevava al minimo cenno di movimento,un breve sguardo dell'uno verso l'altro,gli artigli pronti a squartare,la spada in attesa di affondare nelle carni dell'animalesco assalitore, e poi iniziò. Il primo a scattare fu Milziade che si avventò sull'avversario colpendo con un fendente laterale,ma l'altro fu rapido a schivare il colpo,abbassandosi con un veloce movimento di gambe per poi rispondere con un serie di fendenti portati con un entrambe le mani,che agli occhi di chiunque lo avesse visto era più simili alle zampe di una bestia. Il guerriero a sua volta fu rapido a evitare gli artigli con piegamenti di schiena oppure usando il piatto della spada per parare i colpi subiti,attacchi feroci e rapidi come mossi da una furia omicida. Spada e artigli,lama metallica contro lame naturali,botta e risposta sia di uno che dell'altro combattente,uno però combatteva in maniera civile,se così si poteva definire,attaccava come un uomo,parava come un uomo,schivava come un uomo. L'altro invece portava attacchi rapidi misti ad una tattica diretta e aggressiva,era carente di tecnica ma avvantaggiato da forza e riflessi anormali, infatti ,dopo l'ennesimo attacco da parte di Milziade, il selvaggio schivò un altro colpo,abbassarsi poggiando tutti e quattro gli arti a terra,piegare le gambe e poi saltare addosso al guerriero,che non aspettandosi quel genere di mossa si fece prendere di sorpresa,cadendo per terra e col suo nemico che aveva fatto presa sulle sue braccia e affondava gli artigli nei muscoli tonici ed allenati,il dolore fu grande e gli scappò un gemito di dolore trattenuto a stento dai denti stretti al massimo. Il mostro guardò Milziade dritto negli occhi mentre col suo occhio da serpente non coperto dalla frangia brillava di eccitazione primordiale mentre pregustava già il momento di dare la morte con le stesse mani,il predatore aveva tutta l'intenzione di finire la sua preda. Sollevò una mano verso il soffitto,con gli artigli pronti a infliggere il colpo finale.

Qualcosa da dire prima di morire?”

Si...questo farà più male a te che a me.”

Disse Milziade con un sorrisetto arrogante sulle labbra. Il selvaggio non riuscì a capire per tempo quello che gli aveva detto il guerriero che poco dopo sentì un sibilo perforare l'aria,se ne accorse all'ultimo e per istinto guardò di fronte a lui e quello che vide,seppur per brevissimo tempo fu un grosso blocco di metallo diretto sulla sua faccia,la curiosa visione fu seguita da forte dolore al centro della stessa,seguita da un senso di disorientamento. Era il maglio del nano che era andato centrare il viso dello straniero,che lo costrinse a liberare la presa su Milziade,rovesciarsi all'indietro e cadere a terra mentre nel contempo si portava le mani all'altezza del naso. Milziade diede un occhiata dietro di se mentre si trovava ancora a terra e poi lo vide chiaramente,era Gordlack e teneva le braccia dritte davanti a lui e le mani congiunte,chiaro segno che era stato lui a compiere quel salvataggio in tutta fretta. Milziade si rialzò e si girò verso il nano.

Ehi nano da giardino,perché ci hai messo così tanto?”

Cosa? Dopo quello che ti stava per fare ancora che ti lamenti? Avrei dovuto lasciare che ti finisse e poi intervenire per ucciderlo all'ultimo momento,di certo avrei fatto la scelta giusta.”

Il nano entrò nell'abitazione e appena fu vicino all'umano allungò un braccio verso di lui e gli offrì una mano aperta che non venne rifiutata,Milziade si aggrappò alla mano per poi essere tirato in su e tornare in posizione eretta.

Ti odio nano,ho un debito nei tuoi confronti.”

Ti potrai sdebitare appena ti sarai levato dai piedi.”

Cosa che intendo fare il prima possibile,ma per ora...”

L'umano non finì la frase che subito girò il suo sguardo verso l'essere poco più avanti di lui,era a terra e sembrava molto sofferente,si era messo in ginocchio e teneva le mani ancora premute sul naso mentre da sotto di esse un leggero fiotto di liquido rosso colava verso il basso sporcando la zona della bocca e del mento,per poi finire in terra. Era evidente che il loro aggressore avesse il naso rotto o peggio,un colpo simile avrebbe dovuto spaccargli la testa a metà o se non altro fargli un buco in faccia grande quanto un melone,il fatto che fosse ancora vivo aveva dell'incredibile. L'uomo

rivolse uno sguardo carico di rabbia verso i due che a loro volta lo fissavano con aria fredda e distaccata,tanto in quelle condizione non era molto quello che poteva fare,era questo quello che pensavano Gordlack e Milziade,mentre il selvaggio che avevano di fronte era in preda al dolore,ma ancora cosciente e in grado di sentire e vedere quello che stavano facendo i suoi avversari.

Fine dei giochi amico,arrenditi e ti prometto che non ti farò troppo male quando ti ucciderò.”

Disse Milziade puntando la spada verso il volto dello straniero,nel mentre Gordlack recuperava il suo maglio e si affiancò al mercenario,poggiando la testa del grosso martello sul pavimento e poggiando le mani sulla base del manico,come se stesse in posa per intimorire l'uomo ai suoi piedi e occludergli ogni via di fuga.

L'occhio serpentino guizzava da un volto all'altro con chiara dimostrazione di nervosismo,non c'era bisogno di un occhio attento che il selvaggio era furente e l'espressione che trapelava dal suo sguardo lo dimostrava ardentemente,si tolse le mani dal naso e le appoggiò sulle ginocchia,mostrando agli altri due l'evidente stato del suo volto distrutto e l'osso del naso spaccato esattamente nel mezzo. Lo guardarono dritto negli occhi mentre le mani stringevano forte la presa sulle armi decisi a dargli il colpo di grazia e poi attaccarono all'unisono.

Ma proprio quando pensarono di averla avuta vinta il selvaggio fece un improvviso atto di resistenza,rimasto in ginocchio e notando le parti scoperte della loro difesa il suo corpo fece uno scatto completamente inaspettato,irrigidendo i muscoli della schiena e del collo la sua colonna vertebrale si allungò e con la testa colpì entrambi a livello del costato con tale forza da aprirsi una strada in mezzo ai loro corpi. Il colpo subito era paragonabile allo scatto di una vipera e la forza dell'incornata di un ariete e della botta appena arrecata si sollevò sulle sue stesse gambe,per poi correre fuori dalla casa e sfuggire alla vista dei suoi avversari,corse per le stradine sterrate con una velocità degna di coniglio per poi fermarsi all'angolo di una casa,poggiarsi le mani sul setto nasale e spingere sulla sezione dell'osso rotto. Il naso fece un leggero scricchiolio e subito dopo un acuto dolore fece scappare un urlo all'uomo mezzo nudo,facendogli scendere lacrime di pungente sofferenza,ora poteva tornare a respirare come prima. Si guardò un attimo indietro per vedere se lo stessero seguendo,anche se lui stesso sapeva che alla velocità alla quale aveva corso era impossibile che lo avessero già trovato. Si passò il dorso della mano sulla bocca per togliere la fastidiosa presenza del sangue,che tra l'altro era colato anche sotto il mento e gli aveva macchiato il petto magro e tatuato,tornò col pensiero all'umano e al nano che aveva lasciato nella casa e cominciò a pensare tra se e se con rabbia e nel farlo tirò con leggero pugno contro il muro.

Dannati,dovevo essere io il cacciatore e loro le prede,non il contrario,nonostante il nano sia fisicamente il più forte e chiaro come sia anche il più lento e il più facile da ingannare,il vero problema e quell'umano,è forte quasi quanto l'altro ma non abbastanza da resistere ai miei colpi,eppure é rimasto calmo ,nonostante stessi per finirlo non ha fatto una piega,come se avesse previsto l'intervento del compagno. Forse può aver visto di sfuggita il nano rialzarsi e continuare a combattere finché non l'ho buttato a terra,non posso dire con certezza che abbia previsto il tutto,ma sta di fatto che quello li non me la racconta giusta,devo stare più attento,quelle pecorelle hanno dimostrato di essere più ostinate del previsto,ma se pensano di averla vinta si sbagliano,la caccia non si è ancora conclusa.”

L'uomo si staccò dalla parete e fece rientrare gli artigli fino a far tornare nuovamente le sue unghie originali,si addentrò ancora di più tra le case in cerca di un posto sicuro dove riposare,nel far compiere così tante imprese al suo corpo si era stancato più del dovuto e la frattura del naso aveva contribuito a dover lasciare andare le sue prede,doveva riposarsi,per il resto avrebbe dovuto attendere.


Erano a terra,contusi,senza fiato e con una grande frustrazione a tormentarli,l'area dello scontro era tornata ad essere una casa fatiscente senza più nulla di interessante,compreso il soffitto,che in quel momento era l'unica cosa sulla quale il loro sguardo riusciva a vedere. Il nano si passò una mano sulla zona del costato che era stato colpito in maniera decisa e diretta,mentre l'umano al suo fianco si portò una mano vicino alla bocca e cominciò a tossire,il colpo era stato così forte da bloccargli l'aria nei polmoni,che sentendo il colpo avevano momentaneamente tolto il respiro al mercenario.

Stai bene?”

Chiese Gordlack dolorante.

Una meraviglia...”,ma non finì la frase che un altro colpo di tosse lo prese alla sprovvista, “...e tu?”

Splendidamente.”

Entrambi si rialzarono a fatica,il dolore che sentivano si fece sentire ancora di più spingendoli a voler restare per terra a riprendersi dal forte urto che avevano subito,ma nonostante ciò si fecero forza e si rimisero in piedi e si tolsero la polvere che si era posata sul loro equipaggiamento.

Ho delle domande da farti nano?”

Disse Milziade a bruciapelo.

E necessario farle proprio adesso?Non puoi aspettare che prima uccidiamo quella specie di mostro?”

Hai visto com'è scappato via no? Non penso che tornerà indietro così presto e sono certo che sta tramando un altro attacco a sorpresa,quindi,dubito che ripeterà la stessa mossa una seconda volta e adesso dimmi quello che voglio sapere.”

E cos'è che vorresti sapere?”

Per cominciare la motivazione di questo viaggio,perché la ragazza ha tutta questa urgenza di raggiungere la città di Aegis?”

Non posso dirlo.”

Come mai una principessa necessita di viaggiare con una tale segretezza da dover attraversare luoghi così pericolosi?”

Non posso dire nemmeno questo.”

Perché mai sono stato assunto io per un compito così segreto?”

Perché l'ha voluto lei.”

In questo caso ho un ultima domanda da fare,che cos'è un demiurgo?”

Lo domandi alla persona sbagliata,ma questo lo sapevi già vero?”

Si,ora so per certo a chi lo devo chiedere e di certo non sei tu,Lucilla e l'unica a potermi dare le risposte che cerco e i soldi che voglio,possibilmente prima i soldi e poi le risposte.”

Gordlack si aspettava una risposta simile,ai suoi occhi Milziade era solo un affarista,un abile combattente che aveva scambiato il suo onore di guerriero in cambio del prezzo corretto,uno come tanti che aveva visto nella sua lunga vita da abitante della montagna,un guerriero semplice alla vecchia maniera della sua gente: basso,tozzo,burbero e con un pessimo carattere,pronto a difendere il clan,la propria comunità e propri alleati. Cosa che si allontanava molto dall'idea che si era fatta dell'umano accanto a lui. Come poteva Lucilla aver richiesto l'aiuto di un uomo simile,se tutto quello che chiedeva era una ricompensa in denaro e poi andarsene come se nulla fosse? Era un mercenario,questo ai suoi occhi lo rendeva un personaggio poco raccomandabile.

Andiamo a inseguire quel mostro a forma d'uomo?”,chiese il nano mentre si diede un ultima spolverata alla testa del grosso martello.

Si,ma non nella maniera che si aspetta da noi,ascoltami attentamente,ho un piano....”


Era seduto in un angolo buio ed umido,in mezzo alla polvere e alla sporcizia quando nel frattempo si stava riprendendo dal pesante trauma che il suo setto nasale aveva subito. Se ne stava li a terra e con gli occhi chiusi mentre le sue mani premevano forte contro il pavimento della catapecchia e nel mentre recitava una nenia fatta di borbotti e ringhi,di versi animali e parole dal suono antico e sconosciuto,si concentrava e nel mentre qualcosa nel suo corpo cambiava,i muscoli furono percorsi da leggeri spasmi involontari e nello stesso tempo la sua carne riprendeva il tono,l'elasticità e la forza dimostrata prima. Sentiva la violenza dell'orso scorrergli nelle vene la pazienza del lupo farsi spazio nella sua mente,mentre poco alla volta il dolore al volto spariva e il naso si riprendeva dalla martellata tornando completamente come prima.

Magia,era quella il vero accesso per doni che la natura non concede a tutti,la forza selvaggia e brutale con la quale i predatori nascono e gli uomini sviluppano a fatica,troppo impegnati con la loro civiltà,i loro governi e tutte quelle cose che allontanano le creature con il loro io primordiale. E lui ne aveva dovuto fare di strada prima di apprendere quelle potenti capacità che ora gli appartenevano e che usava contro coloro che non riteneva degni,quelli che lui chiamava le pecorelle,individui troppo deboli e insignificanti,come le pecore,animali buoni solo per essere macellati e sfamare i carnivori,questo era il solo ed unico scopo per quale esistevano e lui accettava questa idea,perché questa era la verità dell'esistenza,il forte si nutrirà sempre del più debole,così era e così sempre sarà.

Era passato un po' di tempo da quando quella bestia a forma d'uomo si nascosta,era giunto il tempo di riprendere la caccia e di finire il compito una volta per tutte,si rialzò in piedi carico di rabbia e rancore per l'umiliazione subita,dentro di lui una grande sete di sangue si impossessava del suo essere mentre l'occhio serpentino sprizzava vita come non mai,l'eccitazione della caccia gli ridiede la spinta necessaria per tornare all'attacco.

NON CI PENSO NEMMENO,IL TUO PIANO E UN AUTENTICA IDIOZIA.”Una voce in lontananza destò l'attenzione del selvaggio,la riconobbe subito e spinto dalla curiosità decise che era giunto il momento di riprendere da dove aveva interrotto il suo intento omicida,sbirciò fuori dall'uscio e vide che non c'era nessuno di fronte alla porta,si guardò attorno e quando si sentì abbastanza sicuro decise di uscire e di tornare all'attacco,ma prima avrebbe controllato bene la situazione da un posto sicuro e che gli avesse dato un buon riparo nel caso avesse voluto compiere un agguato,proprio come piaceva a lui. Ora che era tornato in piena forma fece compiere un altra trasformazione al suo corpo,le ossa del corpo cominciarono a dislocarsi formando così un assetto quasi differente dalla struttura originale e subito dopo l'uomo cominciò ad abbassarsi a livello del terreno e nel mentre appoggiò le mani sul terreno argilloso,assumendo così le movenze di un animale in tutto e per tutto. Si spostava a quattro zampe nella maniera simile a quella di una lucertola o di un coccodrillo,con il costato che ondeggiava da una parte e dall'altra per poter coordinare i movimenti simili a quelli di un rettile. Passò in mezzo ai vicoli e alle stradine secondarie mentre allo stesso tempo cercò di orientarsi attraverso il suono e la direzione dell'ultimo urlo sentito in precedenza,gli ci volle un po' per orientarsi e alla fine li ritrovò a discutere l'uno contro l'altro in un acceso battibecco,urla,schiamazzi e rimproveri di ogni sorta volavano gratuitamente come se fosse una discussione di un quartiere di periferia,mancavano solo i vicini a fare da sfondo al tutto.

IO DICO CHE I TUOI ANTENATI SI STANNO RIVOLTANDO NELLA LORO PUTRIDA E FETIDA TOMBA SAPENDO QUELLO CHE HAI INTEZIONE DI FARE.”,Disse Gordlack puntando rabbiosamente il dito contro Milziade, a sua volta l'umano diede un ceffone alla mano del nano e subito gli rispose a tono.

IO HO CONOSCIUTO POCHI NANI NELLA MIA VITA MA TI ASSICURO CHE TU SEI IL PIU' COCCIUTO,TESTARDO E STUPIDO CHE ABBIA MAI INCONTRATO,SE TI DICO CHE QUESTA E LA COSA MIGLIORE DA FARE ALLORA ASCOLTAMI E LASCIA QUESTO POSTO.”

SEI SOLO UN CODARDO,SAI CHE C'E' ? FAMMI UN FAVORE, SPARISCI DALLA MIA VISTA E NON FARTI PIU' RIVEDERE,SE CAMBI IDEA E TI RICORDI COSA SIA UN VERO UOMO ALLORA MI TROVERAI IN QUEL POSTO,PER IL RESTO FA COME VUOI.

A quel punto i due guerrieri si separarono e presero due strade diverse,da quello che il selvaggio riuscì a vedere dal suo nascondiglio,era evidente che i due avessero litigato animatamente,per lui la cosa poteva essere solo un occasione ghiotta. Molto probabilmente pensavano che avendo riportato una frattura nasale così devastante sarebbe stato fuori dai giochi per molto tempo e che avevano tutto il tempo per venirlo a cercare e farlo fuori,quanto erano stupidi quei due. Sarebbe bastato che si fossero impegnati a cercarlo seriamente invece che litigare,così sarebbero stati costretti a dividere le loro forze rendendo più arduo il compito di finirlo,se non impossibile, mentre adesso il compito di ucciderli sarebbe stato molto più facile di quello che credeva,ma doveva stare attento,avrebbe dovuto essere silenzioso e preciso e solo all'ultimo saltare fuori ad azzannare la propria preda con un fatale affondo dei suoi artigli,o dei suoi morsi a seconda dell'attacco a lui più conveniente. Doveva scegliere chi dei due uccidere per primo,il nano o l'umano,ovviamente voleva occuparsi di entrambi,il primo per il colpo che gli aveva inferto e anche perché tra i due sembrava il più facile da prendere di sorpresa,con tutto quel metallo che si portava addosso ai suoi occhi sembrava pesante e goffo,lento come un maiale,grasso e dalla zampe tozze,il secondo invece avrebbe voluto ucciderlo più lentamente,si era preso gioco di lui con quello scambio di colpi dentro la vecchia casa,solo per poter essere ferito dal suo compare più basso,quel suo ghigno arrogante era la cosa che lo irritava di più,si sentiva preso in giro da una creatura che riteneva più debole di lui,un infimo uomo di città,con la sua cultura e la sua civiltà. Lui ci sputava sopra a tutto ciò che rappresentava la città e tutto ciò che lo ricordava e quel guerriero era un ottimo rappresentante. Poi alla fine prese la sua decisione e spostò tutta la sua attenzione sul nano, infondo tra loro due era il bersaglio più facile,lo seguì di soppiatto,attento a non farsi sentire,restando nell'ombra mentre Gordlack borbottava tra se e se si quanto si sentisse bene a non avere più a che fare con il mercenario e di come si sarebbe occupato di quel mostro in forma d'uomo,ovviamente il nano non poteva sapere che l'individuo che voleva finire col suo maglio era esattamente dietro di lui,a qualche casa di distanza,in attesa di sferrare il colpo fatale. Dopo un po' di camminata il nano entrò in un edificio diverso da molti altri,era molto più grande e all'apparenza sembrava un enorme capanno di legno,come molti altri edifici in città era vistosamente rovinato ed era segnato da segni di graffi e morsi di ogni sorta,appena lo vide entrare il selvaggio si prese un momento per ricomporsi e tornare nella sua forma originaria,le articolazioni,le ossa,i tendini e i legamenti ricominciarono a scrocchiare mentre nel frattempo riprendeva la sua posizione da bipede e la sua schiena eretta,tornando così' ad una struttura umanoide. Gli artigli uscirono di nuovo sostituendosi alle unghie,mentre sul suo volto un sorriso da lupo nascondeva a fatica una gioia personale,uccidere quel nano come un pecora braccata da un lupo gli dava una sensazione di potere oltre ogni lecita ragionevolezza,nessuna persona che si ritenesse un essere civile osava far passare tali pensieri di morte per la sua testa e la sua anima,ovviamente lui di civile non aveva niente,coscienza compresa. Uscì dall'ombra mostrando il suo corpo alla luce del sole,poi con fare lesto ma cauto si avvicinò all'ingresso,poggiò l'orecchio alla porta e cercò di comprendere cosa stesse succedendo dietro la stessa,di certo entrare così dalla porta principale come se nulla fosse era un idea azzardata e priva di qualsiasi vantaggio,cercò di sentire se c'erano rumori sospetti,però nulla,non sentì niente. Si fece coraggio e aprì la porta molto cautamente nel caso la porta potesse cigolare e segnalare la sua presenza,ma per sua fortuna andò tutto bene e aprì la porta senza fare alcun rumore e si decise ad entrare. L'interno dell'edificio mostrava al suo interno la presenza di quattro grandi colonne di legno che reggevano il pesante tetto di paglia e tutto attorno vide la presenza di grandi recipienti di terracotta contenenti vino,grano,olio d'oliva,malto e orzo,il tutto distribuito in maniera ordinata e in appositi spazi dedicati ad ogni alimento.

Questo dev'essere un magazzino,perché mai un nano avrebbe scelto di rifugiarsi proprio qui?”,disse tra se e se il mostruoso umanoide mentre con passi leggeri si spostava tra un otre e l'altro,gli artigli accarezzavano dolcemente la superficie dei vasi nell'attesa di affondarli nella carne di quel basso e tarchiato ometto,poi all'improvviso sentì un paio di passi pesanti e metallici provenire nella sua direzione,si acquattò dietro una delle file di vasi che componevano una delle tante file presenti li in mezzo,preparò una delle mani a colpire,non lo sentiva parlare ne lamentarsi dell'altro guerriero come faceva in precedenza,ma poco importava,il rimbombo dei pesanti stivali nanici dichiaravano molto bene la posizione di Gordlack. Il respiro si fece pesante,la pressione al culmine della sua forza,appena lo sentì vicino scattò,una mossa rapida e il colpo partì,non aveva bisogno di vedere la sua preda sapendo già la sua posizione,ma quando credeva di essere riuscito a colpire la sua prima vittima l'unica cosa che i suoi artigli fendettero e l'aria,un espressione stupita era scolpita sul suo volto,non vide nessuno di fronte a se ma solo la presenza di due pesanti stivali di cuoio con rinforzi e protezioni in ferro e ornato da immagini cesellate sugli stessi. L'uomo parve confuso di fronte a quell'inaspettata scoperta,si chiese come fosse possibile che solo gli stivali del nano fossero li di fronte a lui e non il loro proprietario tutto d'un pezzo e ancora allibito dalla cosa continuò a fissare le calzature.

Ehi bestia.....”

Lo sentì chiaramente e subito guardò di fronte a se e poi,lo rivide,era Milziade e tra le mani teneva una grossa e pesante anfora,l'espressione sul volto del selvaggio era di puro stupore e per un attimo gli sembrò che il cuore gli si fosse fermato.

Prendi.”

Il guerriero lanciò con forza il grande vaso contro lo strano essere che aveva di fronte a se,rapidamente il suo avversario rispose all'offensiva e con una artigliata frantumò il vaso venendo così investito dal suo contenuto. N'è uscì una sostanza semiliquida,color dell'ambra il cui contatto con la pelle nuda del selvaggio pareva molto appiccicoso, molta di quella sostanza gli finì in volto e sulla testa impastandogli i capelli in maniera fastidiosa,in particolar modo sulla fronte dove una parte del fronte era completamente occlusa e non poté più vedere attraverso i capelli. Finì anche sulle labbra dove istintivamente passò la fila di denti superiore sul labbro inferiore e ne sentì il sapore,dolce,molto dolce. Con l'unico occhio scoperto da perfida serpe osservò il proprio corpo con fare stupito e arrabbiato.

Miele....questo e miele....”,Disse il selvaggio mentre spostava lo sguardo su Milziade che lo fissò a sua volta con scherno e arroganza, “Questo e miele delle api di bronzo”. L'ape di bronzo,un insetto poco più grande di un ape normale,la cui caratteristica principale,cosa che dava nome al piccolo animale era la tonalità del duro esoscheletro assomigliante quanto ad una sottile lamina di bronzo brunito,la preoccupazione di quell'uomo era più che naturale dato che peggior cosa dell'essere punto da una di quelle creaturine od essere colpito da un centinaio di esse era avere a che fare con il loro miele. Una sostanza dall'ottimo sapore e perfetta anche in ambito medico,ma il contatto con la pelle era altamente dannoso in quanto il solo venire a contatto con il corpo nudo rendeva la sostanza altamente pericolosa, il solo contatto diretto poteva seccare,sgretolare e perforare la pelle nel caso si fosse asciugato e tentato di levarselo di dosso senza le giuste conoscenze su quella sostanza,che solitamente appartenevano ad un medico o a un mago esperto del mondo naturale.

Ma come è possibile che una sostanza simile si trovi in un posto del genere?”.

Te lo spiego io...”,disse Milziade mentre avanza lentamente verso il suo avversario, “immagino che tu non lo sappia dato la maniera nella quale poco ti vesti,vedi,ogni tanto mi è capitato di sorseggiare una bevanda tipica dell'impero detta mulsum,si mescola del miele ad una brocca di vino e poi lo si serve poco prima del pranzo,il miele delle api di bronzo e particolarmente amato da tutte quelle persone che sono disposte a spendere anche dieci cesari d'oro solo per poterne bere un bicchiere,per tua sfortuna questo e un deposito mercantile e tra i prodotti più costosi al suo interno c'è anche questo miele,che fortuna che ho avuto vero?Ma sai qual è stata la mia fortuna più grande? La tua natura predatoria.”

Il miele cominciò a seccarsi,processo che il selvaggio temeva più di tutto e nel mentre i suoi occhi astiosi e iracondi fissavano il guerriero con intensità.

Cosa?”

Ancora non ci arrivi?Fin da quanto siamo entrati qui dentro non hai fatto altro che osservare me e il nano per tutto il tempo,saresti potuto intervenire anche appena entrati al villaggio,ma hai preferito aspettare e farti vivo solo quando abbiamo notato la distesa di scheletri presenti al centro di questo posto,come a volerci incutere timore e ucciderci senza troppe difficoltà,hai dato per scontato il fatto che avremmo combattuto divisi e in maniera impacciata,ma quando hai notato che in due abbiamo avuto un vantaggio su di te sei subito fuggito,in quel momento ho realizzato quale fosse la tua strategia di ingaggio,così ho escogitato un piano,abbiamo fatto finta di litigare pensando di essere osservati e poi come sperato hai seguito il nano pensando che io mi fossi dileguato,lasciandolo a morte certa,quando in realtà ho corso giungendo fin qui passando per altre strade,mentre tu hai fatto un giro più lungo per arrivare fin qui,quando io ci ho impiegato metà del tempo,trovando tutto ciò di cui avevo bisogno per farti cadere in trappola e poi mi sono nascosto in mezzo alla merce,in questo momento quel cocciuto di un nano starà già tornando indietro dagli altri due ad informarli dell'accaduto,come vedi bestia,io sono il lupo....”

Milziade arrivò ad un palmo di naso dalla strana creatura che aveva davanti a se,gli appoggiò la spada sul lato del collo e lo osservò con una divertita sfrontatezza,il viso rilassato e la smorfia del vincitore,un sorriso carico di derisione.

...e tu la pecora.”

A quel punto l'espressione del selvaggio si tramutò dalla rabbia alla follia sanguinaria,emise un urlo

improvviso e primordiale,mentre con un botta incontrollata allontanò il braccio di Milziade con mal curata mira e subito il mercenario balzò indietro con un rapido scatto.

TI AMMAZZO VERME SCHIFOSO.”

Urlò furioso l'essere bestiale,subito si lanciò contro il guerriero sferrando una serie di colpi animaleschi,molto forti ma poco precisi. Per lo più erano ampie zampate di una bestia furiosa che,ferita e disperata,lotta con tutte le forze rimaste per uscire vincitrice,sapeva che il tempo non giocava a suo favore e che il miele presto o tardi lo avrebbe reso inagibile e inerme contro il suo avversario,sentiva già adesso la pelle che si induriva per colpa del dorato prodotto delle api di bronzo,una potere concesso dalla natura per difendere l'alveare in caso di golosi invasori.

Milziade guardava quella serie di artigliate disperate come un successo in piena regola,la vera trappola non consisteva solo nel bloccarlo nel miele,cosa che stava riuscendo alla perfezione,ma anche di farlo arrabbiare,infuriare,di costringerlo a dare tutto se stesso senza alcuna strategia e tattica degne di tale nome,voleva sfruttare le capacità del suo avversario contro se stesso e per quello che stava succedendo ci stava riuscendo. Lo straniero si dimenava più che poteva per poter anche solo sfiorare l'arrogante che lo aveva condotto in quella trappola,ma il miele rendeva vani i tentavi di colpirlo con i suoi inquietanti artigli da predatore,ma la ferocia non gli era di alcun aiuto in quel momento e i movimenti serpentini che prima gli erano stati molto utili ora sembravano inutili contro quella sostanza viscosa che rendeva doloroso ogni movimento,lasciandolo vulnerabile alle risposte di Milziade. Il guerriero ora poteva scontrarsi col suo assalitore su un piano più umano,i movimenti del selvaggio erano diventati più prevedibili e quindi più facili da evitare o parare,diversi fendenti della sua corta lama ferirono la bestia in forma d'uomo sul ventre e sul torace,mentre con un po' di agilità e un buon gioco di piedi Milziade rendeva vani i colpi del rivale. Troppi erano i danni che stava subendo per mano di quel semplice umano e i suoi tentativi andati a vuoto per ucciderlo gli stavano facendo perdere tempo prezioso,per questa ragione decise di giocare il tutto per tutto e in quel momento compì un nuovo e sorprendente colpo di scena. Puntò entrambi le mani contro il volto di Milziade mentre da tutte e dieci le dita gli artigli si strapparono via dalle punte delle dita per poi volare come frecce in direzione dell'uomo e che si piantarono sul pettorale,due sotto il mento e una aveva rischiato di recidere l'arteria sul lato sinistro del collo.

SEI MORTA PECORELLA.”,ruggì il selvaggio mentre si lanciava a fauci spalancate contro il mercenario,tutti e trentadue i denti erano divenute zanne affilate come le cuspidi di un muro di lance pronte a strappare la gola dell'arrogante che si era preso gioco di lui,non gli importava del dolore alle dita,non gli importava del miele che presto gli avrebbe strappato la pelle,la sua mente spinta dalla rabbia e dall'umiliazione aveva in mente solo lui,Milziade,che si era permesso di prenderlo in giro fin dall'inizio,doveva fargliela pagare,le pecore non si fanno beffe dei lupi. Gli sembrava vulnerabile in quel momento,come un agnello che stava per essere preso tra le fauci di un lupo,la sua ora era segnata. Poi all'improvviso lo vide,gli parve solo un attimo,il tempo di un battito di ciglia,ma il selvaggio lo vide chiaramente,dagli occhi di Milziade scaturì in quel momento uno sguardo diverso da quello che aveva portato fin a quel momento per tutta la mattina,lo sguardo del mercenario da prima rilassato e quasi scherzoso era passati in un lampo a seri e decisi,una luce diversa illuminava ora le pupille dell'uomo,il bagliore di una determinazione calma come il fuoco e lucente come il sole. Non c'era esitazione in quegli occhi,ma solo una grande forza di volontà della quale il selvaggio ebbe un timore improvviso e inaspettato,proprio come la mossa del guerriero. Mentre il mostro in forma d'uomo avanza senza sosta nella sua carica forsennata Milziade fece la sua mossa, per quanto gli artigli volanti lo avessero preso alla sprovvista ebbe il tempo di compiere una mossa fulminea,mosse il braccio che teneva la spada corta in un gesto rapido,forte e deciso, in obliquo dal basso verso l'alto che si scontrò col volto del selvaggio. Una profonda linea era nata sul volto della bestia e che adesso aggiungeva mostruosità ad altra mostruosità,lo squarciò fu così dannoso da andare a prendere anche l'occhio serpentino dell'uomo seminudo il cui urlo di dolore e paura lo faceva sembrare più umano. Atterrò bruscamente contro il pavimento mentre in preda al dolore e alla perdita dell'occhio si dimenava come una bestia impazzita,il sangue scendeva copiosamente imbrattando il volto di un rosso vivo e caldo. Si portò una mano sull'orbita squarciata e nessun pensiero passò nella sua mente se non quello di tamponare la perdita subita e di salvare il salvabile. Era stato troppo sicuro delle sue capacità e aveva sottovalutato i suoi nemici,ora ne pagava le conseguenze. Milziade rimase fermo giusto un paio di secondi prima di rendersi conto dell'accaduto,non sapeva bene cosa fosse successo,era stato distratto dal volo degli artigli del selvaggio cosa che lo costrinse a mettersi sulla difensiva,poi lo vide saltare contro di lui,come una fiera sanguinaria e feroce saltargli incontro e in attimo trovò subito la soluzione,non per effetto di chissà quale magia o per via di una capacità sovrumana,ma solo grazie all'esperienza,ai riflessi pronti,ad una mente attenta e un braccio forte e scattante,non si poteva dire che quella fosse stata una delle sue mosse migliori e più sicure da realizzare,ma nel momento del bisogno,quando più la sua vita era in pericolo,qualcosa era scattato in lui e come un fulmine a ciel sereno il suo colpo partì quando meno era previsto. Il fuoco della battaglia era ancora vivo nel guerriero e lo sentiva scaldare ogni muscolo del suo corpo,ogni frammento di se ardeva come le fiamme della fucina di Efesto e ci sarebbe voluto del tempo prima che anche il più piccolo tizzone ardente si spegnesse in tutta tranquillità. Eppure il respiro era calmo e tranquillo e il suo cuore batteva privo di qualsiasi ritmo scoordinato dovuto all'emozione, ma i suoi occhi dicevano altro su ciò che sentiva in quel momento,lo sguardo di chi non sente alcuna esitazione o di pentimento su ciò che sta per fare e sapeva esattamente cosa c'era bisogna di fare, si voltò verso la bestia dolente ai suoi piedi e puntandogli la punta della spada contro una tempia si rivolse a lui con tono asciutto e distaccato.

Perché quella ragazza e così importante per te? Cosa c'entra questo attacco col suo rapimento?”.

L'uomo tatuato rivolse un occhiataccia rancorosa con l'unico occhio che gli era rimasto e la sua bocca si serrò in un silenzioso ringhiare colmo di un odio profondo e primordiale,ma Milziade restò indifferente nel vedere quell'essere e non reagire alla sua rabbia,improvvisamente il guerriero alzò l'arma dal collo del suo inerme aggressore e con il piatto della corta lama diede uno schiaffo sullo squarcio dalla quale fuoriusciva abbondantemente linfa vitale,che fece sobbalzare il selvaggio per l'ennesima botta.

Sto parlando con te schifoso,o forse devo essere più convincente per farti parlare?

Sei solo uno stupido, tu credi che solo io gli dia la caccia? Che non ci sono altre persone interessate a lei? Presto ti renderai conto di quanto vale realmente quella ragazza.”

Di cosa stai parlando?”

So che l'hai visto,nella foresta,il simbolo che ho lasciato per voi nel luogo dell'imboscata...siamo venuti qui a prenderla per noi, i veri predatori di questo mondo e i distruttori di quella debole e fragile menzogna che voi chiamate civiltà e giunta al termine,stiamo arrivando in centinaia di migliaia di guerrieri,barbari,razziatori,saccheggiatori,druidi e quanto c'è di più pericoloso proveniente dal gelido e spietato nord,stiamo arrivando....”

Mentre parlava fece alcune gesti con le dita della mano libera e subito dopo la sua pelle cominciò a sgretolarsi come pergamena vecchia e dai solchi usciva uno strano fumo caldo e nero,dall'odore nauseabondo.

E non potete far nulla per fermarci,SACRIFICIO DELLA VECCHIA CARNE.”

All'improvviso come un fulmine a ciel sereno un forte boato fece scoppiare la pelle e la carne sottostante del selvaggio,ricoprendo così Milziade di sangue e filamenti di pelle e carne, il colpo fu improvviso e distolse l'attenzione del mercenario dalla bestia appena sconfitta. Gli occhi erano chiusi per via del sangue che aveva lordato totalmente di sangue il volto e tutta la parte frontale del corpo,per istinto provò a colpire l'avversario con un fendente alla cieca,ma colpì solo l'aria e sentì che il selvaggio si stava allontanando da lui a gran velocità,si passò una mano sulle palpebre rosse ripulendosi dal sangue caldo e disgustoso ed infine lo vide. Era completamente nudo e con la pelle arrossata come se fosse stata bruciata da un getto d'acqua bollente, i segni presenti sul petto erano scomparsi,poi lo vide puntagli un braccio contro mentre con l'altra mano continuava a tenersi l'orbita dolorante.

TI UCCIDERO' UMANO,TRA TORMENTI E SUPPLIZI CHE NON HAI MAI OSATO IMMAGINARE,TI SBUDELLERO',TI SPELLERO' VIVO E TI FARO' DIVORARE AGONIZZANTE TRA LE BESTIE DELLA FORESTA E I VERMI DELLA TERRA,PROPRIO COME HO FATTO CON QUESTA GENTE,PAROLA DEL MEZZELFO NIMERIN,...E UNA PROMESSA.

Con queste ultime parole corse verso la porta con una postura bipede e uscì,scomparendo dalla vista di Milziade,in tutta fretta quest'ultimo provò a ricorrerlo, ma non appena arrivò alla porta non vide alcuna traccia del mezzelfo,era scomparso nel nulla e a quel punto al guerriero non restò altro da fare che tornare indietro a prendere gli stivali del nano. Rimuginò su quello che gli aveva detto riguardo all'invasione,la grande ora che stava scendendo da settentrione e si chiese cosa potesse centrare con una principessa in fuga per chissà quale motivo,poi c'era questo Demiurgo,perché mai la sera precedente un gruppo di fanatici avrebbe dovuto attaccarlo nella taverna nella quale alloggiava e il giorno dopo un maniaco trasformista seminudo aveva organizzato così' meticolosamente due trappole nell'arco di una sola mattinata?Cosa c'era veramente in questa storia che rendeva il tutto così appetibile?Ma sopratutto cos'era questo Demiurgo? Qualunque cosa fosse era così prezioso da scatenare una sequenza di eventi così catastrofica e frettolosa da coinvolgere chi c'entrava veramente poco con tutto questo. Non ci capiva più niente di questa storia,l'unica cosa certa e che c'era una sola persona che avrebbe potuto rispondergli e quella persona probabilmente era in compagnia di un elfo saccente e una cerva particolarmente grossa e pericolosa,avrebbe dovuto stare attento a ciò che avrebbe dovuto dire,inimicarsi più di così l'arciere e quello col maglio non sarebbe di certo stato una cosa saggia. Tornò dentro all'edificio e recuperò gli stivali di Gordlack e appena li prese in mano sentì il peso di quei calzari,doveva ammettere che erano stati molto più utili di quello che credeva,gli era bastato sbatterli ritmicamente contro il pavimento per simulare una camminata e poi lanciarli al momento più opportuno,una buona improvvisata se pensava alle poche risorse sulla quale poteva affidarsi,avrebbe dovuto riposarsi almeno una decina di minuti,ormai quell'individuo era scomparso e adesso toccava agli altri occuparsi dei goblin e contin... .Si girò fulmineo verso la porta del magazzino e tornando al pensiero al resto del gruppo si era ricordato che insieme a Lucilla e a Nym era rimasta anche la sua Briseide e cominciò a correre a perdifiato,la sua giumenta era certamente una cavalcatura affidabile,animale che non era solo veloce ma anche intelligente e forse era l'unica creatura vivente della quale si fidasse veramente,era anche in grado difendersi da sola potendo mordere e scalciare così forte da spaccare la testa di un uomo come se fosse una zucca matura. Ma forse non avrebbe potuto reggere il confronto con un intera banda di goblin,infondo erano solo un elfo,una principessa sotto mentite spoglie e una possente cerva grande abbastanza da sradicare un abete,ma Briseide restava pur sempre una cavalla,non aveva capacità magiche o chissà quale attacco segreto per potersi difendere,aveva solo i suoi zoccoli e la sua testaccia dura,ma a parte quello nulla. Arrivò ai confini del villaggio,superò la grande porta,fece il giro della mura e trovò il sentiero che si era aperto insieme al nano,in quel punto preciso trovò Gordlack che correva al massimo della sua velocità con le gambe tozze e momentaneamente nude,il nano cercò di dirgli qualcosa ma non lo stette a sentire e gli lasciò i suoi stivali di fronte a lui senza dare al nano il tempo di chiedergli cosa fosse successo all'altro tizio. Infine arrivò al punto dov'erano rimasti gli altri due e per quanto avesse corso e tutte le ferite subite nei due scontri precedenti sentiva che poteva ancora combattere,poteva ancora alzare la spada e trucidare più di una decina di quei piccoli bastardi verdognoli senza neanche troppa fatica,una fida compagna di sempre e la sua unica possibilità per essere schifosamente ricco stavano rischiando la vita contro un orda di goblin,poteva solo sperare che la situazione non fosse troppo grave. Ma quando credeva che lo aspettava un altro combattimento si accorse dello spettacolo di fronte a lui,numerosi corpi di goblin erano sparsi per terra senza vita,alcuni con una freccia o due in diversi punti vitali,altri presentavano segni di bruciature e pesanti ustioni,poi vide chiaramente la cerva che stava calpestando alcuni goblin superstiti sotto i suoi zoccoli di bronzo,poi da un altra parte vide un altra figura alle prese con un paio di goblin ancora vivi,due dei esserini verdi brandivano un coltellaccio ciascuno contro quello che sembrava un umano molto giovane. La pelle del giovane era molto abbronzata e portava dei corti capelli crespi di tinta bianca e vestiva solo di un corto gonnellino blu con dettagli geometrici neri,uno spallaccio di bronzo posto sulla spalla destra e un paio di sandali di cuoio vecchio e consunto,tra le mani teneva nella destra un corto tridente dalle punte affilate e come dettaglio all'attaccatura delle tre punte al corpo di legno portava la forma di un idra a tre teste,che dalle bocche aperte fuoriuscivano i rebbi e nell'altra mano reggeva una grande rete formata da sottili catene alle cui estremità dei pesi di piombo di forma sferica rendevano quello singolare strumento ancora più pesante. Uno dei goblin attaccò annunciando le proprie intenzione con un grido stridulo e fastidioso e si lanciò reggendo la sua arma con molto violenza ma poca abilità,in risposta il ragazzo lanciò la sua rete contro il piccolo essere che rimase intrappolato tra le sottili catenelle e che per il peso della stessa non riuscì a scrollarsela di dosso,nel mentre il giovane si lanciò sul secondo brandendo la sua arma con un mano sola e subito infilzò il secondo goblin all'altezza del volto,devastandogli la faccia con un colpo rapido e diretto uccidendolo sul colpo e senza neanche dargli il tempo per reagire. Il goblin rimasto assistette alla scena e preso dalla disperazione cercò di sollevare la rete con tutta la forza che aveva,ma i pesi laterali impedivano al verdastro piccoletto di poter fare qualsiasi cosa,spingeva,tirava,sollevava,ma non c'era nulla che potesse fare e quindi si sforzava con tutte le sue piccole e miserevoli forze,ma il giovane estrasse il tridente e subito lo infilzò nella schiena dell'altro compare,stramazzandolo al suono e facendogli emettere un ultimo grido di dolore misto a stupore prima della morte,estrasse nuovamente l'arma dall'altro assalitore e con un solo braccio tirò a se la pesante rete metallica per mezzo di una catenella esterna al resto della matassa e legata attorno alla mano che l'aveva lanciata,mezzo ingegnoso per poterla riprendere senza doversi disturbare di doverla raccogliere e poterla richiamare a se quando voleva.

Braxus.”,Il giovane si voltò a sentire la voce di colei che lo aveva chiamato,Lucilla lo intravide da lontano e gli fece segno di avvicinarsi,il giovane raccolse la rete e se la mise in spalla raggiungendo così la sacerdotessa di Apollo,lei appariva stanca,sfibrata e molto provata per lo scontro che era avvenuto li in quello spiazzo in mezzo agli alberi,ma contrariamente alla fatica il volto di lei era così sorridente e sereno che l'arduo scontro non sembrava pesare in alcun modo sull'animo del giovane. “Ti ringrazio per essere giunto in nostro soccorso,sei un vero amico.”,Disse lei con delicata gentilezza mentre si asciugava la fronte madida di sudore e il cervo sotto di lei finiva l'ultima di quelle creature.

Figurati faccio solo il mio dovere e poi,tutto sommato non avevo niente da fare in città e oltretutto sono qui per una questione della massima urgenza,vedete...”

Principessa.”

Una terza voce si intromise nel discorso e nel sentirla i due giovani si voltarono nella stessa direzione,era Milziade che si stava avvicinando a loro con fare disinvolto,nonostante tenesse la spada in mano e il sudore imperlava ogni centimetro di pelle scoperta. Il mercenario appena si avvicinò alla ragazza venne subito fermato da Braxus che gli puntò sotto la gola la sua arma in asta.

Non ti conosco amico.”, Disse il ragazzo con aria sospetta.

Se vuoi ci possiamo conoscere....amico”, Disse Milziade con tono freddo e controllato mentre il giovane inaspettatamente si ritrovò la punta della spada appena sotto il suo occhio sinistro,era stupito da come l'arma di quello sconosciuto lo avesse colto di sorpresa,eppure era sicuro che la spada corta si trovasse nell'altra mano mentre adesso c'è l'aveva nella sinistra,doveva ammetterlo,era stato preso alla sprovvista.

Ve ne prego smettetela.”, Lucilla implorò i due ad abbassare le armi con supplicandoli con voce tenue e gentile,Braxus fu il primo ad abbassare l'arma dato che fu persuaso dalla sua voce e dai suoi modi così pacati e puri da farla sembrare ai suoi occhi una musa,poco dopo fu seguito dal mercenario ma solo perché era lei quella che gli aveva promesso dei soldi che non aveva visto,ma che tuttavia si sentiva di avere già a portata di mano. Fu solo per quello che rinfoderò la spada e non perché lei gli avesse ispirato un gesto di accondiscendenza provenire dal cuore ma per il suo desiderio pecuniario,nulla di più e nulla di meno che il vile denaro.

Mia carissima ragazza,c'è una cosa della quale dobbiamo discutere.”

Da come mi hai chiamato prima posso immaginare di cosa vuoi parlare.” Disse lei preoccupata mentre lui le si rivolgeva con un espressione statuaria e lo sguardo glaciale,per qualche secondo il mercenario la fissò intensamente,come se volesse scrutarle dentro l'anima,o almeno era questa l'impressione che gli dava. Da parte sua la Lucilla non abbassò lo sguardo e ciò mostro un qualche tipo di coraggio,ma i suoi occhi non davano quell'aria da ragazzina viziata che solitamente ci si aspetterebbe da una signorina di nobili natali,anzi c'era una sorta di candore e gentilezza nel suo sguardo,anche di fronte ad uomo il cui unico compenso per quello sforzo sarebbe stato il denaro non riusciva ad essere più cattiva,non era troppo difficile capire che entrambi non potevano essere l'uno più diversa dall'altra. Lei lo scrutò con attenzione e nel mentre si accorse degli squarci presenti sul pettorale di lui e delle ferite sottostanti, “Ma tu sei ferito,aspetta ci penso io.”,Disse lei mentre presa da un improvviso impulso di pietà verso il guerriero scese dalla cerva e si avvicinò ancora di più al suo interlocutore.

Già e proprio di questo che dobbiamo...”

Ma lei non gli fece finire la frase che subito appoggiò le sue mani sul petto di Milziade,la candida pelle di lei pareva la più nobile delle sete se confrontata all'armatura di morbido bronzo e pur non appoggiando i palmi con malizia sopra gli squarci dell'armatura pareva un contatto piuttosto intimo al quale il mercenario non riuscì a sfuggire,cosa che lo mise in grande imbarazzo.

Che il tocco di Apollo lenisca i tuoi mali.”,Disse lei mentre una tenue luce scaturì dai suoi palmi facendo risplendere quel punto della armatura. Il mercenario si sentì pervadere da un sensazione di puro benessere,il tepore di energia calda e benefica circolava in tutto il suo corpo facendosi pacificamente strada nei muscoli e nelle ossa dell'uomo,che subito parve più sereno e meno imbronciato,al contempo le fatiche di quella mattina e le ferite ricevute in combattimento si richiusero ad una velocità sorprendente e senza provocare il minimo dolore. Milziade sentiva le energie tornare e tutte le sue ferite scomparire,come se non ci fossero mai state.

Ma cosa....”, Milziade dovette interrompere nuovamente le sue parole che vide Lucilla sentirsi mancare e rischiando di cadere al suolo, ma rapidamente Braxus l'afferrò in tempo con le sue agile e leggere ma forti braccia. Le sollevò la testa appoggiandole una mano sulla nuca e poi delicatamente la posò sul terreno erboso.

E svenuta.” Milziade sentì una voce alle sue spalle e vide la sottile figura dell'elfo fare la sua comparsa,tra le mani stringeva ancora l'arco e la sua faretra era quasi completamente vuota, “ Non so bene come funziona ma da quello che hai visto e dovuta dalla magia che gli scorre dentro,in passato a fatto la stessa cosa con me e con il nano,la luce che hai visto e in grado di curare o di bruciare a seconda dell'uso che lei ne fa.”

Quindi i goblin con i segni di ustione sul corpo sono bruciati per mano sua.”

Esattamente,ma l'uso di questi poteri la stancano velocemente e tutte le volte che esagera tende a svenire per lo sforzo eccessivo,ma a parte questo non le succede nient'altro di spiacevole,tempo un ora e si riprenderà.”

Milziade si riprese subito dallo stupore iniziale e distese i nervi,quella mattinata aveva tirato fuori una serie di cose della quale poteva fare anche a meno,bestie,goblin e un folle mezzelfo dai tratti animaleschi che aveva tentato di ucciderlo,lo aveva minacciato di morte e che vociferava di un orda di popoli selvaggi che avrebbero distrutto qualunque cosa sul loro cammino,se l'avesse saputo prima forse avrebbe rifiutato di affrontare tutto quel delirio di viaggio,mai prima di allora aveva affrontato una impresa simile e di certo avrebbe chiesto un cifra così grande da vivere di rendita per il resto dei suoi giorni,cosa che secondo lui si sarebbe meritato.

Braxus,com'è la situazione in città?”,chiese Nym con fare serio e preoccupato.

Non bene,un esercito noviano e stanziato fuori dalle mura della città,temo che questa volta facciano sul serio.”

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dioni