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Autore: Atenah    05/07/2020    0 recensioni
[Un'alternativa inufficiale al 22esimo volume di Sherlock, Lupin e io, ambientato dopo "Grande inganno al Royal Hotel".]
Il mondo sta cambiando, il tempo passa, la storia continua e decisioni vanno prese. Non c'è nessuno che questo lo sappia meglio di Mycroft Holmes e così egli assegna agli abitanti di Briony Lodge un'ultima missione che andrà a congiun gere passato con futuro.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Irene Adler, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante le mie avventure insieme alla mia bizzarra famiglia di Briony Lodge mi era capitato più volte di trovarmi davanti casi intricati, eppure c'era sempre stata una qualche pista d'inizio. Poteva trattarsi del più insignificante dei dettagli, ma fino ad ora non mi era mai capitato di dover partire da zero e sinceramente, il fatto che anche Holmes reputasse la cosa quasi impossibile, non mi rendeva molto ottimista.

Eravamo ancora tutti seduti nel nostro grazioso salottino azzurro. "Sherlock, non hai proprio una minima idea da dove potremmo incominciare?", aveva chiesto Irene: "Non so magari qualche amica d'infanzia o un locale in cui era solita ad andare.".

Il detective fece un sospiro sconcertato, ma infine congiunse le sue lunghe dita affusolate sotto al mento e chiuse gli occhi probabilmente andando a rovistare negli angoli più remoti della sua mente.

Io fui invasa da un certo senso di inutilità dato che non avevo mai conosciuto la persona in questione, anzi, ne avevo appena scoperto l'esistenza. Mi girai verso Billy, seduto nella poltroncina vicino alla mia, ed egli mi regalò uno dei suoi caldi sorrisi che mi facevano battere forte il cuore. Pensai che perdendosi in quei suoi occhi azzurri tutto era possibile.

Fui riportata alla realtà da Sherlock che sembrava essersi ricordato di qualcosa: "La Royal Academy of Music. Se non mi ricordo male, e non mi succede quasi mai, Violet insegnava clavicembalo lì e faceva anche parte di un piccolo gruppo di musica da camera. È vicinissimo, giusto all'angolo di Baker Street sulla Marylebone Road, potremmo recarci subito domani mattina. Dubito che abbiano qualche informazione sulla figlia, ma magari potrebbero darci qualche informazione utile su mia sorella.".

In quel momento anche lo sguardo di Lupin si illuminò: "Non c'era anche quell'altra pestifera amichetta di Violet che una mi rovesciò dell'inchiostro sui miei mocassini nuovi di zecca? Lei come si chiamava?".

Capii che il fatto doveva essere accaduto dopo che Irene se ne era andata in America dallo sguardo che lei e Sherlock si scambiarono, comunque quest'ultimo annuì: "Victoria Griffith. Abitava al numero 35 di Onlow Street nel quartiere di Farringdon, ma dubito che ci viva ancora.".

A quel punto Billy scrollò le spalle: "Potremmo sempre provare, signor Holmes, magari via telegramma. Potrei recarmi domani mattina all'ufficio postale per inviarlo.", propose e l'iniziativa fu accolta.

Fu il turno di mia madre ad intervenire: "Sherlock, più o meni ti ricordi in che anni Violet faceva parte di quel gruppo di musica da camera? Ho collaborato con la Royal Academy per qualche spettacolo e magari potrei aver incontrato dei suoi compagni musicisti.".

Mi sembrò un'idea brillante. Spesso mi scordavo del fatto che Irene aveva alle spalle una brillante carriera da cantante lirica, oltre che da spia e quando questo mi tornava in mente ero sempre un po' infantilmente e segretamente orgogliosa di avere una madre tanto famosa e formidabile.

Holmes ci pensò su per un attimo: "Credo che abbia iniziato verso il 1884 o 85 e so per certo che ha continuato almeno fino al 1898, non so se anche oltre.", dichiarò poi. "Non importa", disse Irene: "Ho lavorato qui per due anni tra il 1886 e il 1888 e se tua sorella in quel periodo faceva parte del gruppo di musica da camera credo che il violista dovesse essere un certo David o Daniel Ross e la prima violinista allora era Margarete Steinhausen della Berliner Philharmoniker. Si potrebbero mandare dei telegrammi anche a loro, magari da parte mia sperando che si ricordino di me.", propose.

Quella sera, mentre ci godevamo a tavola il risultato della nostra talentuosa cuoca, eravamo tutti più silenziosi del solito, come se ci fossimo trascinati dietro il silenzio del pomeriggio dopo la visita a casa di Mycroft.

Fuori ormai pioveva da ore e la piacevole stagione calda sembrava decisamente finita. Dal mio canto, anch'io sentivo nella mia mente i pensieri agitarsi. Non avevo detto niente a nessuno della proposta che il maggiore degli Holmes mi aveva fatto. Non era per segretezza, ma semplicemente volevo prima pensarci un po' su da sola, senza essere influenzata da opinioni di altri e in quel momento non avevo veramente idea di quale sarebbe stata la mia decisione finale.

Riportai i miei pensieri alla nostra missione. L'idea che Sherlock avesse una sorella e che anche lei avesse talento musicale come lui, mi pareva molto dolce e mi chiesi come doveva essere stato avere Sherlock e Mycroft Holmes come fratelli maggiori, sicuramente anche Violet Holmes doveva aver avuto una mente brillante come tutto il resto della sua famiglia.

Holmes doveva aver voluto molto bene alla sua sorellina e mi potei immaginare che oltre alla scomodità di non riuscire più a rintracciare sua figlia facilmente doveva aver sofferto anche della lontananza della sorella e dal mancato contatto. Il tradimento che Violet Holmes aveva compiuto doveva essere stato veramente grave per essere stata allontanata così dai suoi stessi fratelli.

Dopo cena Irene si offrì di suonare il pianoforte e così la seguimmo tutti entusiasti nella saletta che era stata dedicata alla musica per ascoltare.

Le dita affusolate di mia madre accarezzavano dolcemente i tasti del pianoforte alla dolce melodia di Bach e sembrava quasi che la musica le scorresse nelle vene. Anch'io suonavo il pianoforte, ovviamente non così bene come Irene, ma Bach mi era sempre piaciuto di più da ascoltare che da suonare. Qualche mese prima mi ero impegnata ad imparare l'Aria in Re maggiore della Suite n. 3 e mi ricordavo ancora troppo bene i momenti di esasperazione in cui avevo pensato di abbandonare tutto.

Billy guardava il pianoforte incantato come faceva sempre quando qualcuno suonava e mi promisi che un giorno gli avrei insegnato a suonare qualcosa di semplice. Lupin invece ondeggiava leggermente a ritmo e guardava con un sorriso sulle labbra la sua amica suonare. Quando Irene finì le regalammo tutti un breve applauso che lei accolse sorridendo.

Poco dopo Sherlock annunciò quasi un po' bruscamente che si sarebbe già ritirato per la notte, ma fu fermato sul vano della porta dalla voce di mia madre: "Mi dispiace per Violet, Sherlock, davvero.", disse con dolce sincerità. Holmes non si girò del tutto, ma le fece un cenno con il capo: "Grazie, Irene.", rispose, ma non ci fu comunque modo di fermarlo.

Mia madre sospirò e si volse un po' sconcertata verso Arséne che scrollò le spalle con un'espressione che voleva dire: ci hai provato.

Poco dopo ci ritirammo anche io e Irene e rimasero di sotto solo Lupin e Billy che finirono in salotto una partita a scacchi.

Io mi preparai per la notte e una volta sotto alle coperte cercai di perdermi nel mondo dei sogni, purtroppo, come avevo già previsto quel pomeriggio, troppi pensieri si agitavano nella mia mente e così rimasi sveglia a fissare il soffitto.

 
   
 
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