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Autore: The_Storyteller    06/07/2020    0 recensioni
Si sa, Varric Tethras ha una fervida immaginazione in fatto di soprannomi.
Cosa avrà inventato per l'Inquisitore?
In ognuno di questi capitoli, Varric spiegherà l'origine di ogni soprannome che ha affibbiato a ciascuno dei miei Inquisitori, lasciando un po' di spazio anche a loro, alle loro gioie e ai loro ricordi.
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Inquisitore, Varric Tethras
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sgualdrina, stracciona, sudicia. Ma soprattutto, senza casta.
Vesna Cadash era abituata ad ogni tipo di nomignolo dispregiativo, e se a volte aveva ricambiato con un cazzotto ben assestato, altre volte aveva subito in silenzio, covando pensieri rancorosi verso l’offensore.
“Viviamo in un mondo cattivo, Vesna. Ma ricordati che anche nella vita più buia c’è sempre una luce di speranza” le dicevano i suoi genitori, e spesso la nana si chiedeva come potevano essere così positivi e amorevoli con lei pur dipendendo dai crimini del Karta per sopravvivere.
Ormai era libera dal Karta, libera dalle sue violenze e crudeltà. Ma non sarebbe mai stata libera dal suo marchio d’infamia, quel maledetto tatuaggio a forma di S sulla sua guancia destra: il marchio dei senza casta. Aveva provato più di una volta, nelle sue visite clandestine a Orzammar, a cercare il motivo per cui la sua famiglia era stata bandita dal regno nanico, ma senza successo. Si era promessa che ci avrebbe provato fino alla fine dei suoi giorni, pur di dare a sé stessa e ai suoi genitori un minimo di dignità e rispetto almeno tra gli altri nani.
 
Vesna aveva appena finito di controllare il suo cavallo, quando venne raggiunta da Varric.
- Tu mi devi spiegare una cosa- proruppe lui.
L’Inquisitrice rimase in silenzio, non capendo cosa intendesse il nano.
- Prima me lo ha detto Josephine, e non ci volevo credere. Poi ho chiesto a Cullen, ed è diventato più rosso di un pomodoro solo a parlarne. Infine me lo ha confermato Cassandra, e allora sono venuto direttamente da te: tu e il Toro di Ferro?! Davvero?- disse Varric divertito.
- Ti prego Varric, mi sono già bastati due nobili orlesiani scandalizzati. Se davvero la mia relazione col Toro è così oltraggiosa…- sospirò lei, quasi esasperata.
- Ma no, Scheggia! Che dici? Sono molto contento per voi due. Mi chiedevo soltanto se non ci fossero, come dire… difficoltà tecniche, ecco- replicò il nano.
- Scheggia?- chiese incuriosita Vesna.
- Oh, spero che non ti offenda- spiegò Varric – ma mi piace un sacco dare soprannomi alla gente, come avrai potuto notare. Tu sei svelta e scattante, sia con le tue frecce che con la tua lingua, quando vuoi. E in più, volevo dare un altro senso al tuo tatuaggio.-
Vesna sorrise appena: - Scusami per prima, Varric. Già mi bastano quelli che ancora strabuzzano gli occhi quando scoprono che sono una nana... Grazie per il soprannome.-
Il nano fece un cenno di approvazione: - Di nulla, Scheggia. Ma ritorniamo all’argomento principale.-
 
I due nani stavano attraversando il piazzale che portava dalla parte bassa della fortezza allo spiazzo principale, dirigendosi verso la locanda.
- Allora, che cosa ti ha affascinato del nostro rude qunari?- chiese Varric.
Vesna rimase per un istante sovrappensiero, a cercare una risposta: - La sua schiettezza. E che sotto quei muscoli c’è un bel cervello.-
Varric fece un’espressione sorpresa: - Ah però! Pensavo fosse anche… Com’è che avevano detto quelle due inservienti? Ah sì, il suo “maglio dirompente”.-
La nana rimase stranita, ma poi si mise a ridere: - Per la Pietra! Mi piace la loro metafora!– disse con le lacrime agli occhi per la risata.
Passato il momento, Vesna ritornò seria e abbassò la voce fino a che divenne un sussurro: - C’è anche un’altra cosa che mi ha conquistata. Prometti che non lo dirai a nessuno, Varric?-
Il nano annuì, incuriosito dal tono che aveva assunto l’Inquisitrice.
Vesna si torse le dita, come se fosse imbarazzata da ciò che stava per dire: - Quello che mi piace di più di lui è il modo in cui mi tratta. Quando ero nel Karta, ero solo un’anonima ricettatrice con “un bel faccino”, come diceva sempre il mio capo. Con Toro, invece, mi sento una persona; con lui posso essere vulnerabile, perché con lui mi sento al sicuro.-
 
Entrando nella locanda, i due nani salutarono Krem, seduto al suo solito posto nel suo angolino; seduto per modo di dire, visto che si trovava in piedi sulla sedia, com’era solito fare per chissà quale motivo.
E quando Vesna fu abbastanza vicina, ecco che il Toro di Ferro si alzò e raggiunse la nana; Varric notò come il suo unico occhio si fosse illuminato di una strana luce al vedere l’Inquisitrice.
- Ehi, kadan! Com’è andato il primo giro all’Accesso Occidentale?- chiese il qunari.
Vesna gli diede prima un bacio, costringendo il Toro letteralmente a piegarsi in due, poi rispose con finta nonchalance: - Oh, un caldo pazzesco! Quasi quasi preferivo i non morti della Sacra Pianura. E poi le solite bestie feroci, i soliti predoni sanguinari, il solito drago svolazzante…- disse tentando di nascondere un sorrisetto.
Il Toro sobbalzò dall’entusiasmo: - Giura che appena sai dove si trova andiamo insieme a combatterlo!- esclamò eccitato.
Vesna rise: - Certo, dopo che avremo scoperto cosa stanno facendo i Custodi Grigi. Nel frattempo – cambiò discorso, e il suo tono si fece più suadente – potresti aiutarmi a “distendere” i miei poveri muscoli…-
Il sorriso del qunari si allargò ancora di più, e senza tante cerimonie si caricò la nana sulle spalle e salì le scale per raggiungere la propria stanza: - Tutto quello che ti serve, kadan…- rispose con voce roca.
E mentre Vesna già pregustava i massaggi del suo qunari, Varric e Krem rimasero dov’erano, attoniti.
- Per fortuna la camera del capo è piuttosto isolata. Peccato che, trovandosi in mezzo ai bastioni, i soldati non potranno passare di lì per un po’- commentò Krem.
- Beh, meglio fare qualche passo in più che disturbare un qunari in amore…- replicò Varric, che aveva sorriso così tanto che le guance cominciavano a dolergli.
   
 
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