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Autore: pampa98    07/07/2020    2 recensioni
[What if? in cui Myrcella non è andata a Dorne]
Stava per salutarla cortesemente – distaccato, come Cersei gli aveva sempre ricordato di fare – quando lei gli corse incontro e lo abbracciò.
Quel gesto destabilizzò Jaime, che mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Myrcella era sempre stata dolce con lui, ma le loro interazioni non erano mai andate oltre al cavaliere che veglia sulla principessa. Non si erano mai toccati in modo affettuoso – come farebbero padre e figlia. Cersei non lo avrebbe mai permesso.
«Sono contenta che tu sia tornato» gli disse.
Un sorriso comparve sul volto di Jaime, mentre cingeva a sua volta il corpo di sua figlia.
Quello era un vero bentornato.
[Storia partecipante alla challenge "Things you said" indetta da Juriaka sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jaime Lannister, Myrcella Baratheon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Things you said I wouldn’t understand.
 
LA PRIMA RICHIESTA




La Fortezza Rossa era sempre stata un luogo freddo per lui e da quando era tornato, gli sembrava che il gelo fosse solo aumentato. Suo padre si era informato sulle circostanze della sua mutilazione per poi approfittarne per convincerlo ad abbandonare la Guardia Reale, Joffrey lo aveva solo deriso ricordandogli che ormai non era altro che un vecchio storpio, e Cersei…
Jaime preferì non ricordare come la sua espressione sollevata si fosse tramutata in una maschera di disgusto una volta che aveva scoperto che lui non era più la sua immagine riflessa. Da lei si sarebbe aspettato – avrebbe desiderato – il bentornato più caloroso, invece lo aveva semplicemente allontanato, trattandolo come un estraneo, come se non contasse niente.
Come se non lo amasse più.
«Zio Jaime!»
Jaime si voltò e per un momento credette di vedere Cersei, ma il modo in cui lo aveva chiamato e la giovane età della ragazza gli fecero capire che quella era Myrcella. L’ultima volta che aveva visto sua figlia lei era poco più di una bambina, mentre quella di fronte a lui era ormai una donna.
Stava per salutarla cortesemente – distaccato, come Cersei gli aveva sempre ricordato di fare – quando lei gli corse incontro e lo abbracciò.
Quel gesto destabilizzò Jaime, che mai si sarebbe aspettato una cosa del genere. Myrcella era sempre stata dolce con lui, ma le loro interazioni non erano mai andate oltre al cavaliere che veglia sulla principessa. Non si erano mai toccati in modo affettuoso – come farebbero padre e figlia. Cersei non lo avrebbe mai permesso.
«Sono contenta che tu sia tornato» gli disse.
Un sorriso comparve sul volto di Jaime, mentre cingeva a sua volta il corpo di sua figlia. Quello era un vero bentornato.
«Anch’io sono felice di essere qui» disse piano, temendo che la voce tradisse l’emozione che stava provando.
«Eravamo così preoccupati» continuò lei, sciogliendo la loro stretta. «La mamma temeva che non ti avremmo più rivisto.»
Jaime si lasciò sfuggire una risatina amara.
«Ne sono certo» disse. «Tu come stai? L’ultima volta che ti ho vista eri alta quanto Tyrion.»
Myrcella rise, scuotendo la testa.
«Lo zio non sarebbe contento di sentirlo. Ad ogni modo, è stato un anno… strano. Sono successe tante cose brutte, ma anche belle. Mi sono fidanzata.»
«Giusto» ricordò Jaime. «Sì, Tyrion me lo aveva accennato.»
Mentre era nei bagni a ripulirsi della sporcizia accumulata nel viaggio e tornare a sembrare un lord, suo fratello si era precipitato da lui per salutarlo e informarlo delle ultime novità e farsi raccontare le avventure, per modo di dire, di Jaime. Quella sera a cena probabilmente avrebbero dovuto fare di nuovo lo stesso discorso, perché nessuno dei due aveva prestato molta attenzione a ciò che l’altro diceva.
«Il giovane Martell, dico bene?»
Myrcella annuì.
«Si chiama Trystane. È un ragazzo così dolce e divertente. Vorrei tanto fartelo conoscere.»
Jaime sorrise.
«Volentieri. Tua madre come ha preso il fidanzamento?»
«Be, è venuto lui qui anziché far andare me a Dorne. Quello le ha fatto accettare la situazione un po’ più in fretta. E diciamo che dopo quasi un anno Trystane sta iniziando a risultarle tollerabile.»
«Ottimo. Vedrai che tra una decina d’anni comincerà anche a piacerle.»
Dicendo questo, Jaime sollevò il braccio per posarle una mano sulla spalla. Ma il braccio alzato era quello sbagliato.
«Scusami.»
Ritrasse subito il moncone dietro la schiena, sperando che Myrcella non lo avesse visto bene. Non voleva vedere il disgusto anche nei suoi occhi.
«Mi dispiace» gli disse. «Speravo non fosse vero.»
Jaime si strinse nelle spalle.
«Sì, be’… Poteva andare peggio.»
«Per fortuna non è andata così.»
Myrcella lo sorprese per la seconda volta nel giro di pochi minuti: gli prese la mano sinistra e il moncone. Lo toccò dolcemente, senza provare disgusto o vergogna. Fino a quel momento solo Brienne si era avvicinata tanto a quella parte di lui, sempre con delicatezza.
«So che combattere per te era importante» disse. «Ma anche senza la mano destra resti sempre un ottimo combattente e un grande cavaliere.»
“Sterminatore di Re. Spergiuro. Uomo senza onore.”
Un grande cavaliere.
«Lo pensi davvero?»
Myrcella gli sorrise.
«Lo penso davvero.»
«Myrcella!»
Entrambi si voltarono in direzione del nuovo arrivato.
«Oh, ciao, zio Jaime. È bello rivederti.»
«Ciao Tommen.»
«Cella, non vieni dalla mamma?»
«Sì, certo» rispose lei. «Vai, ti raggiungiamo subito.»
«Vai pure» le disse Jaime. «Non voglio farti fare tardi.»
«No, no. Senti, pranzi anche tu con noi? Siamo noi due, la mamma e stranamente dovrebbe venire anche Joff.»
Avrebbe voluto rispondere di sì, ma la parte più razionale di lui glielo impedì.
«Sarei di troppo.»
«Niente affatto. Sarebbe perfetto. Per favore, fallo per me. Mi piacerebbe davvero passare del tempo con tutta la mia famiglia.»
La sua famiglia. La loro. Quella era proprio una di quelle situazioni che Cersei si sforzava di non far accadere, ma lei non poteva saperlo.
«Ti prego» insistette Myrcella.
Jaime sospirò. Al diavolo Cersei, le regole o quant’altro. Non avrebbe potuto negare a sua figlia la prima richiesta che gli avesse mai fatto.
 
   
 
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