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Autore: la luna nera    07/07/2020    3 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare di Oliver vibrò varie volte notificando l’arrivo di molti messaggi: Brenda aveva mantenuto la promessa, tornando in archivio e trovando le informazioni richieste dal suo ragazzo e dagli amici. Non riusciva a trattenere la sua curiosità e visualizzò immediatamente le foto ricevute. Aveva fatto un eccellente lavoro e la ricompensò immediatamente con un miliardo di cuori, baci e promesse sdolcinate.
Oliver era proprio innamorato!

“Ehi Romeo, siamo in ritardo!” Ethan lo destò dai suoi sogni romantici. “Doppia razione di prove oggi, ultimamente sembra vogliano triturarci a dovere.”
“Sì, arrivo. Dopo le prove incontriamoci con le ragazze al solito posto. Brenda mi ha mandato roba interessante.”
“Wow, la ragazza è in gamba.”
“Esatto.”  Mise in tasca il cellulare e prese la valigetta con il suo flauto traverso. “Ed è per questo che è la MIA ragazza.”
Ethan allargò le mani simulando il segno di resa. “Per carità, mai dubitato!”
“Forza, andiamo in sala prove, non ho voglia di arrivare in ritardo e sorbirmi qualche ramanzina.”
 



 
 
“Buon pomeriggio, signori.” Il direttore salutò come sempre i suoi studenti. “Voglio complimentarmi con voi per l’eccellente serata al Mayflower, ho ricevuto il plauso di tutte le associazioni presenti nonché di alcuni personaggi particolarmente influenti che hanno assistito allo spettacolo. Ho ritenuto opportuno riferirvi tutto ciò perché troviate sempre dei nuovi stimoli nell’impegnarvi, porvi dei limiti e superarli giorno dopo giorno per raggiungere l’eccellenza. A tal proposito vi invito a concentrarvi solo ed esclusivamente sulla musica, tralasciando qualunque cosa possa distogliere la vostra attenzione dal percorso di studi, potrebbe risentirne la vostra futura carriera di musicisti.” Su di lui era posato lo sguardo poco rassicurante della Stanford. “Bene, lascio il posto ai maestri perché possano iniziare la lezione.”
Oliver guardò in modo fugace i compagni di avventura, non aveva bisogno di troppa fantasia per capire il doppio senso del discorso del direttore. Fece buon viso a cattivo tempo, così come fecero gli altri, poi aprì lo spartito ed iniziò a suonare seguendo le indicazioni degli insegnanti.
 



The wall, Nothing else matter, Who wants to live forever, Bohemian rhapsody, Back in black, Yesterday, Thriller, pure Born in the USA che fin ora non avevano mai preso in considerazione!” Gary, nonostante fosse abituato a suonare per ore ed ore, aveva ritenuto esagerato quel tour de force musicale che li aveva tenuti impegnati praticamente per tutto il pomeriggio. “Ho l’impressione che lo facciano di proposito.”
“Lo credo anche io.” Charlotte era stanchissima. “Ad ogni modo dobbiamo assolutamente vedere gli altri, Oliver ha le informazioni che cercavamo in archivio.”
“Sì, non stava più nella pelle. Pure prima a cena ha finito prima di tutti, come se potessimo lasciare il refettorio a nostro piacimento.” Guardò l’orologio. “Comunque….sono quasi le 9:00, andiamo al laghetto, ci aspettano lì.”
“D’accordo.” Sbadigliò profondamente. “Spero solo di non addormentarmi.”
“Oh, ti terrò sveglia io, non preoccuparti.” Le diede un innocente pizzico nella pancia che la fece sorridere. “Ah, ti saluta mio padre, l’ho sentito prima di cena.”
Lesse meraviglia nell’espressione della ragazza, evidentemente non si aspettava i saluti di mister Ascott.
“Andiamo, altrimenti Oliver esplode!”
 
 
 



 
“Bene, bella gente, ho i nomi.” Tutti pendevano dalle sue labbra. “Arthur Chapman, nato a Leicester il 28 novembre 1867.Si trovava qui a Southampton, dove è deceduto il 13 aprile 1898, per insegnare musica alla Duke of Kent. Effettuato esame autoptico, luogo di sepoltura sconosciuto.”
Nessuno apriva bocca, erano in attesa di conoscere l’altro nome con ansia.
“Mathilde White, nata a Basingstoke il 30 gennaio 1879. Studentessa alla Duke of Kent, deceduta il 22 marzo 1898 probabilmente suicida. Luogo di sepoltura sconosciuto.”
Esattamente come prima, nessuno aveva il coraggio o la voglia di dire nulla. Quel silenzio era una sorta di tributo postumo alle due povere anime che oramai sentivano amiche, due vite spezzate per motivi a loro sconosciuti, due storie che si erano incrociate fra le mura dell’accademia e fra le quali ancora vagavano in cerca di pace.
“Questo è quanto.” Oliver aveva retto a fatica la commozione.
“Almeno adesso possiamo dire di conoscerli meglio.” Sussurrò Charlotte. “Conosciamo i loro nomi per interno.”
“Lei era una studentessa e lui un insegnante di musica dunque.” Mormorò Sophie.
“Mi domando cosa possa essere accaduto di così grave per portarli entrambi alla morte nel giro di così poco tempo.”
“Un avvelenamento?”
“No, lo escludo. Ci sarebbero stati altri decessi. Credo piuttosto ci sia stato qualcosa che riguardava solo loro due.”
Emily se ne uscì dopo alcuni attimi di silenzio. “Una relazione proibita?”
“Tu leggi troppi romanzi d’amore, tesorino. Figurati se un professore va a fare il filo alla studentessa!”
“Ethan, guarda che non ha detto una cazzata.”  Gary controbatté immediatamente. “Quando io e Charlotte abbiamo sentito chiacchierare Cowen e la Stanford, volevano individuare la controparte che assieme al professor O’Connor ha risvegliato i due spiriti.”
“E’ vero, ora mi ricordo. Erano andati a sparare che io, Ethan Foster, fossi omosessuale!” Ancora la cosa gli faceva ribollire il sangue nelle vene.
“Arthur era un insegnante così come lo è O’Connor. Se fra lui e Mathilde c’era una relazione amorosa, secondo loro potrebbe essercene una fra O’Connor e qualche studentessa.”
“Mhm, la cosa ha senso.”  Charlotte aveva seguito con enorme interesse il ragionamento del suo ragazzo. “Sinceramente non ho mai saputo nulla della situazione sentimentale del prof. Mi domando se davvero provi qualcosa per una studentessa o al limite per una collega. Tu che ne pensi Sophie?”
“Io?” La ragazza parve destarsi dal sonno. “Io…non saprei.” E si mise di nuovo in silenzio con lo sguardo smarrito.
Oliver rilesse mentalmente le informazioni. “Secondo voi il fatto che il luogo di sepoltura di entrambi sia sconosciuto è casuale?”
“Niente lo è in una tale situazione.” Ethan ne era certo. “Se non ricordo male sul corpo di Arthur è stata fatta un’autopsia, giusto?”
“Sì.” Confermò l’altro. “E ogni autopsia che si rispetti produce un referto.”
“Non vorrai andare a frugare nei sotterranei di qualche ospedale?!”
“Forse non ce n’è bisogno.” Gary si ricordò di un particolare. “Ricordo di aver sentito parlare il direttore e la Stanford di documenti nascosti nel suo ufficio. Potrebbe trattarsi del referto che quindi potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo.”
“Hai ragione!” I tre ragazzi si guardarono in faccia. “E sapete cosa significa, vero?”
“No!” Sbottò Sophie. “Non ci pensate proprio!”
“Zuccherino, lì ci sono cose che possono scrivere la parola fine alle nostre ricerche.” Ethan si avvicinò alla ragazza. “Non sto dicendo a te di andarci, ma qualcuno deve fare questo passo.”
“E’ rischiosissimo.”
“Lo so, ma se vogliamo saperne di più, è un rischio che dobbiamo correre.”
“Io non lo so, ragazzi, davvero.” Sophie chinò la testa. “Non me la sento di andare avanti.”
“Ehi, stai tranquilla.” Charlotte abbracciò la sua amica che aveva leggermente gli occhi lucidi.
“Io voglio restarne fuori.” Si alzò asciugandosi una lacrima. “Scusate.” Si allontanò da loro e sparì nella notte.
“Ma che le è preso? Che ho detto di così sconvolgente?”
“Niente, non farci caso. E’ solo che …boh, non lo so. Da quando il prof è stato aggredito Sophie non è più la stessa, è una ragazza molto sensibile e temo che la cosa l’abbia toccata particolarmente.”
“Ha paura che possa di nuovo accadere qualcosa di simile?”
“Forse, ad ogni modo non si è mai voluta confidare con nessuno, neanche con me.”
“Eppure siete amiche da una vita, giusto?”
Charlotte annuì in silenzio e si trovò stretta fra le braccia di Gary che mai mancava di farle sentire il suo affetto.
 
 
 
 
 




“Ragazzi, c’è qualcosa che non va oggi?” O’Connor non era particolarmente soddisfatto della performance.
“Sul serio, non è da voi suonare così.” Anche la professoressa Kelly era dello stesso parere.
Purtroppo fra Jason ed Ethan non c’era molto feeling, era evidente ed Emily, che si trovava lì con loro per le prove, si sentiva come un pesce fuor d’acqua. Oltretutto la ragazza trovava difficoltà nel suonare come era solita fare, faticava ad entrare in sintonia con i compagni e il risultato era stato un disastro totale.
“Sentite…” O’Connor si mise seduto davanti a loro. “Ho la netta sensazione che ci siano problemi fra di voi, problemi che se non riuscite a superare potrebbero andare ad influire negativamente sul vostro andamento accademico. Siamo a poco più di metà percorso e fin ora non avete mai fatto grossi errori, non voglio che roviniate tutto per non so cosa.” Fissò i tre: Emily teneva, come sempre, lo sguardo in basso, mentre Ethan e Jason apparivano visibilmente scocciati l’uno dall’altro. “Va bene, comprendo che non è la sede adatta per discuterne, per cui direi di terminare qui le prove, andare avanti sarebbe controproducente. Però vi do un consiglio: se c’è qualche tensione fra di voi, parlatene. Non credo sia il caso rovinare tutto quello che avete fatto per un malinteso.”
I due si guardarono in modo non troppo amichevole mantenendo sempre un silenzio assoluto. Emily sarebbe stata ben felice di sprofondare, si sentiva a disagio, ma soprattutto si sentiva impotente: da una parte c’era l’amico vero, sincero e disinteressato, dall’altra lo sciupafemmine che le aveva fatto perdere la testa. Non aveva chiaro il motivo del loro astio e sarebbe stata bel felice di poter fare qualcosa per far calmare le acque tra loro. Ripose il flauto nella sua custodia, sentiva gli occhi gonfiarsi di lacrime poiché teneva moltissimo ad entrambi, tuttavia non voleva che i due se ne accorgessero, per cui raccolse tutte le sue cose e scomparve dalla porta.
“La marchi stretta, eh?”
Jason si fermò sulla porta, bloccato dalla pungente domanda dell’altro. Si voltò e gli si avvicinò leggermente. “Non credo di averti fatto alcuno sgarro e se ce l’hai con me per qualche motivo, parla.”
Ma Ethan continuava a fissarlo in silenzio.
“Sei forse geloso di Emily?” Piegò il labbro in un sorriso tipico di chi sa di aver colto nel segno. “Tranquillo, fra me e lei non c’è niente di niente, tranne una sincera amicizia e una profonda passione per la musica dei Muse.”
“Io non sono geloso di Emily.” Sottò l’altro scocciato.  “Ma tu hai idea di quante ragazze mi muoiono dietro? Ho l’imbarazzo della scelta se proprio lo vuoi sapere!”
“Oh, immagino. Ma sai, nella mia poca esperienza con le donne ho imparato che per quanto tu possa essere tombeur de femmes, accade sempre di perdere la testa per quella che ti ignora totalmente.”
“Emily è innamorata di me, ma forse tu non te ne sei accorto. Ah già, tu non sai affatto cos’è l’amore perciò risparmiati la predica che da uno come te non me la faccio proprio fare.”
Lo guardò in faccia. “Emily innamorata di te? Forse del tuo bel faccino da sciupafemmine, ma si sta rendendo conto che tu, caro mio, sei come un bel palazzo deserto con le luci dimenticate accese: bello di fuori ma vuoto dentro.” Lo fissava negli occhi senza batter ciglio. “Credo di sapere molto meglio di te cos’è l’amore: io e la mia ragazza ci facevamo di roba pesante e siamo finiti in comunità. Lì la mia vecchia passione per la musica è riemersa dal passato e grazie ad essa ne sono uscito fuori, lei invece ci è ricascata ed è morta due anni fa di overdose.” Fece una breve pausa, il dolore era ancora troppo presente. “Finita questa esperienza alla Duke of Kent me ne andrò negli States, tenterò l’ammissione ad un’accademia in California con cui ho già preso contatti, altrimenti busserò a tutti i teatri di Broadway, prima o poi qualcuno mi aprirà. Quindi stai pure tranquillo, non mi avrai più fra i piedi una volta terminato il semestre. Ma tu bada bene di non farle del male. Non se lo merita.”
E se ne andò in silenzio lasciando Ethan in quella stanza per la prima volta senza parole.




 
Calò la sera. O’Connor scese nel parco, teneva le mani in tasca ed il cuore pieno di pensieri. La paura di una nuova aggressione da parte dell’entità di cui aveva sentito parlare dal direttore ancora non gli permetteva di stare tranquillo. A togliergli ulteriormente il sonno si erano aggiunte chiacchiere captate fra i suoi allievi su un suo presunto flirt nato e tenuto nascosto fra le mura dell’accademia, flirt che poteva aver giocato un ruolo fondamentale in quanto accadutogli.
E quel flirt era tutt’altro che presunto.
Lei era lì che lo aspettava, con l’aria pacata come sempre sotto il loro albero in fondo al parco dell’accademia, lontano da sguardi indiscreti ma a pochi passi dal laghetto. La strinse forte, restando immobili, avvolti dal silenzio e dal velo della notte.
“La situazione si sta facendo difficile, i miei colleghi e il direttore mi preoccupano sempre di più.” Sussurrò lui.
“Lo so.” Confermò lei. “E non so cosa fare.”
“Sto seriamente prendendo in considerazione l’idea di andarmene.”
“Cosa?!”
“L’alternativa sarebbe lasciarti, ma è impensabile per me. Non potrei sopravvivere.” Affondò il viso nei capelli di lei, beandosi di quel profumo inebriante che oramai faceva parte della sua esistenza. “Ci sto pensando da un paio di giorni, ma non vedo altra soluzione, credimi.”
In quel momento una fitta nebbia si levò attorno al monumento raffigurante i due cigni, sul cui basamento molte sere prima i ragazzi avevano notato la M e la A seguite dalla data 1898. I due maestosi animali si mossero verso i due innamorati con fare elegante, attirando così la loro attenzione e permettendo loro di vedere materializzarsi due figure umanoidi proprio da quella nebbia. Istintivamente O’Connor indietreggiò stringendo forte la sua amata paralizzata dalla paura: e se fossero stati aggrediti?

E se li avessero scoperti?

Sarebbe stata la fine.

Una delle due entità, quella più alta, probabilmente Arthur, abbracciò l’altro spirito, sicuramente Mathilde: sembravano l’esatta riproduzione spiritica dei due in carne ed ossa. E nell’aria della notte risuonarono prima le parole di Mathilde e poi quelle di Arthur che dicevano

Please, don’t go

Stay here

 
 
 
 




Buon pomeriggio, carissimi!
Questa volta vi ho fatto attendere un po’ più del dovuto e mi scuso con voi. Purtroppo fra l’ispirazione che se n’era andata (e ringrazio chi mi ha dato utilissimi consigli per recuperarla) e la mancanza di tempo per scrivere, non sono riuscita a proporvi prima il nuovo capitolo. Spero comunque sia di vostro gradimento e non so dirvi quando arriverà il prossimo.
Adesso conosciamo più da vicino i due spiriti, alcune informazioni su di loro sono uscite fuori, nonostante ancora vi siano cose avvolte nel mistero. E a proposito di misteri, beh, il buon professor O’Connor ha veramente una storia d’amore clandestina con una ragazza sconosciuta: tutto questo sembra avvalorare l’ipotesi secondo cui i due spiriti sono stati risvegliati da questo sentimento proibito. Sarà qualcuno che conosciamo o un nuovo personaggio?
In più qualcosa sul passato di Jason, che ancora non è visto di buon occhio da Ethan.
 
 
Grazie ancora per la vostra pazienza!
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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