Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nymeria87    08/07/2020    4 recensioni
dal testo:
“Ti sta bene tutto questo?” le chiese d’un tratto in un sussurro indicando con la mano le tavolate difronte a loro.
Sansa lo guardò curiosa soppesando per un momento la sua espressione costernata mentre cercava di comprendere il significato delle parole di Jon.
[...] “sei un uomo di valore Jon, ti meriti tutto questo, lo hai dimostrato sul campo di battaglia!”,
“Sono quasi morto sul campo di battaglia, e lo sarei se non fosse stato per te!”.
“Hai rischiato tutto per il Nord, è questo quello che loro vedono, un uomo che darebbe la vita per la sua terra e la sua gente...”
Per il Nord, certo, ma avrei dato la vita anche solo per te Sansa, sei stata il mio ultimo pensiero prima dell’impatto con le armate Bolton.
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Ripartiamo dalla settima stagione ripercorrendo gli eventi visti nella serie ma andando a scavare un pò piu’ a fondo, attraverso i gesti e le espressioni che hanno fatto galoppare la mia mente molto lontano, a coltivare congetture e ad immaginare ciò che (ahimè) non abbiamo potuto vedere.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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uno degli episodi a cui tengo di più al mondo... 
Buona lettura!




Davos seguì l’ingresso di Jon nella sala grande, osservò il Rè far accomodare la sorella alla sua sinistra, bella come una mattina di primavera e talmente luminosa quanto scuro era l’abito che indossava; il viso di Lady Sansa era incorniciato dal rame lucente dei sui capelli e il sorriso mesto e roseo che si delineava con grazia, era specchio della totale inconsapevolezza rispetto a ciò che sarebbe accaduto a momenti.
Davos pregò affinchè la ragazza riuscisse ad accettare la decisione presa da Jon con il minimo contrasto possibile: quella che si approntavano a fare, era una traversata molto rischiosa e c’era bisogno che Jon fosse concentrato appieno sulla questione, senza volare con la mente a Grande Inverno ogni volta che avesse potuto.
 
Jon uscì da dietro il tavolo principale per prendere posizione verso il centro della sala avvolto dal suo mantello; serio e teso nella sua figura, possedeva il carisma di un Rè, su questo non c’erano dubbi, ad ogni suo passo il vociare si quietava finchè il tono grave della sua voce non risuonò per tutta la sala.
Iniziò informando i Lord sulla lettera che aveva appena ricevuto da Sam, di cui anche sua sorella non era ancora a conoscenza: Sam aveva scoperto un giacimento di Vetro di Drago proprio sotto Roccia del Drago. A seguito di tale scoperta, il contenuto della missiva ricevuta direttamente da Roccia del Drago, venne esposta al cospetto dei Lord del Nord: “...mi è stata mandata da Tyrion Lannister” e il brusio quasi sovrastò il coraggio di Jon, “ora è il primo consigliere di Daenerys Targaryen. Dice che intende spodestare Cersei Lannister con una grande armata al suo seguito e, se questo messaggio è da ritenersi veritiero, tre draghi”.
Il brusio crebbe assieme all’incredulità generale, inquietudine mista a malcontento si dilagò come olio tutto intorno a lui, quasi ad inghiottirlo.
Jon ignorò quel vociare, concentrandosi sulle parole che doveva mettere insieme ad argomentare la sua posizione; la sua voce si abbassò di tono, quasi a negare a se stesso quello che stava per dire, quasi ad inabissarsi nell’oblio di quelle parole che non avrebbe mai voluto pronunciare.
Dal profondo della sua gola liberò la propria voce ancora una volta: “Lord Tyrion mi ha invitato a Roccia del Drago per incontrare Daenerys...” pronunciò a viso basso prima di voltarsi verso il tavolo principale ed incatenare il suo sguardo fulgido, pieno di tutto ciò che non avrebbe mai osato dire, a quello brillante di sua sorella Sansa, “e ho deciso di accettare” concluse serrando le labbra non distogliendo l’attenzione da lei.
Le voci dei Lord parevano ovattate rispetto alla muta incedulità che lesse negli occhi della sorella.
Sansa non aveva parole, sembrava sovrastata dalle proprie emozioni mentre si specchiava nella cruda realtà degli occhi di Jon, il quale le restituì lo sguardo, quasi a sostenerla, quasi a convincerla dell’urgenza di quelle parole e dell’incontrastabiltà della sua decisione.
 
Si voltò d’un tratto per affrontare quel malcontento generale: “abbiamo bisogno di quel Vetro di Drago miei Lord. Sappiamo che il Vetro di Drago può distruggere gli Estranei e il loro esercito: dobbiamo estrarlo e trasformarlo in armi” richiamò Jon a voce alta, “e sopratutto abbiamo bisogno di alleati. L’armata degli Estranei cresce ogni giorno che passa, non possiamo sconfiggerla da soli, non abbiamo uomini a sufficenza”.
Brienne incontrò lo sguardo allarmato di Sansa che ascoltava ancora incredula il discorso di Jon.
La donna cavaliere sapeva quanto quella decisione potesse far mancara la terra sotto i piedi alla sua protetta, Lady Sansa sembrava finalmente aver ritrovato la sua casa in Jon, più di quanto lo potesse essere Grande Inverno stessa; separarsi nuovamente da lui l’avrebbe fatta precipitare in un limbo di inconsistenza, senza un obiettivo da perseguire, ancora una volta in attesa di qualcuno, con il terrore di perdere anche lui e non poter fare niente per evitarlo.
 
Jon continuò: “Daenerys ha il suo esercito e possiede il fuoco di Drago. Devo cercare di persuaderla a combattere con noi. Ser Davos e io andremo a Porto Bianco domani, poi navigheremo fino a Roccia del Drago”.
No, questo è troppo, non me ne starò qui zitta a vederti morire.
“Hai dimenticato cos’è successo a nostro nonno?” proruppe Sansa calamitando a se l’attenzione di tutti, “il Re Folle lo invitò ad Approdo del Re solo per bruciarlo vivo!” lo richiamò ancora.
“Lo so questo” rispose Jon con voce sommessa e il cuore spezzato per il dolore che le stava provocando; cercò di mantenersi ancorato alla sua decisione sfuggendo allo sguardo di lei.
“Lei è qui per rivendicare il Trono di Spade e i Sette Regni” continuò fulgida Sansa, sempre più animata dal contrastare una possibile sua partenza da casa, “il Nord è uno di questi Sette Regni: questo non è un invito ma una trappola!” un coro di Aye ad accogliere le sue parole.
Jon cercò di ignorare i Lord, sapeva che era lei che doveva convincere, l’aveva sempre saputo: Sansa poteva essere la sua più grande alleata come il suo più grande oppositore, ma Jon aveva bisogno si fidasse di lui, non perchè fosse il suo Rè, non perchè fosse suo fratello, ma perchè senza la sua fiducia non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciarla. Era per lei che combatteva, era per lei che aveva combattuto anche quando la battaglia era già persa.
Nessuno può proteggere nessuno.
Ma Jon avrebbe sempre fatto di tutto per tenerla al sicuro. Aveva bisogno di lei, aveva bisogno della sua approvazione e aveva bisogno che lei confidasse nel suo successo e nel suo ritorno a Grande Inverno, da lei, perchè solo così avrebbe avuto la forza di partire, solo così avrebbe avuto uno scopo.
“Potrebbe essere” continuò Jon guardandola ancora con tormento, “ma non credo che Tyrion farebbe una cosa del genere, lo conosci, è un uomo sincero” concluse lui parlando come se fossero ancora nel solarium che condividevano, lontano da intrighi e cospirazioni.
La voce grossa di Lord Royce lo richiamò a contrastare le sue parole, in accordo con il pensiero della sorella; dopo Royce anche Lord Glover proruppe dicendo la sua e non per ultima, anche la giovane Lyanna Mormont.
Jon era visivamente provato e sofferente rispetto a tutto quello che stava accadendo, sapeva che sarebbero stati in aperto contrasto, ma sembrava che nessuno di loro riuscisse a capire ancora una volta la gravità della situazione in cui si trovavano.
“Mi avete incoronato come vostro Re...non l’ho mai voluto, non ho mai chiesto di esserlo” iniziò con voce pacata e sconfitta, “ma ho accettato, perchè il Nord è la mia casa” riprese con tono più vivo e intenso, sottolineando ogni parola con l’espressività del suo volto segnato, “è parte di me e non smetterò mai di combattere per esso, indipendentemente dai rischi; ma i pronostici sono a nostro sfavore”. Crudo realismo, ecco cosa ci voleva per convincerli tutti: “nessuno di voi ha visto l’armata dei non-morti, nessuno! Non potremo mai sperare di sconfiggerli da soli, ci servono alleati: alleati potenti!” rimarcò a gran voce prima di voltarsi nuovamente, volgendosi ancora una volta, senza volerlo nascondere, direttamente a sua sorella: “lo se che è un rischio, ma è un rischio che devo correre” concluse sofferente.
L’incontro di queglio occhi, lo scontro con quelle parole, liberò il trasporto di lei, esplodendo in un incendio; Sansa scostò rumorosamente la sedia per alzarsi ad affrontarlo: “allora manda un emissario, non andarci tu stesso!” implorò cercando pur sempre di mantenere il contegno.
“Daenerys è una Regina, solo un Re può convincerla ad appoggiarci, devo essere io a farlo” disse guardandola sospirare dallo sconforto, gli occhi azzurri che vagavano al soffitto per cercare qualcosa a cui appigliarsi per poterlo tenere con lei: “stai abbandonando il tuo popolo!” gridò  disperata,
“stai abbandonando la tua casa!”
Stai abbandonandò me!
Quel’urlo non pronunciato sembrava risuonare nelle orecchie di entrambi.
Ferirlo per riuscire a tenerlo con lei, era subdolo e stupido e infantile, ma Sansa non sapeva che altro fare per distoglierlo da quell’assurda idea.
 
Gli occhi di Jon a guardarla, intensi e magnetici mentre caricò le parole che andò a pronunciare di tutto quello che non osava dirle: “lascio entrambi in buona mani” e sentì il cuore spezzarsi,
“e quali?” chiese lei ancora più incredula,
“le tue” e il cuore di Jon sembrò ricomporsi in un frangente: era per lei la sua completa devozione e tutti dovevano sapere quanto Sansa fosse meritevole della sua piena fiducia.
“Sei mia sorella e l’unica Stark qui a Grande Inverno. Fino al mio ritorno il Nord è tuo” assentì Jon. I suoi occhi non l’avevano lasciata un istante mentre quelli di lei, vagavano increduli a cercare un minimo cenno che potesse tradire le parole a cui Jon aveva appena dato voce.
Non vi era ripensamento nel suo sguardo, lui la sosteneva con piena fiducia e il cuore di Sansa sembrò fermarsi. Era come se in quella sala fossero solo loro, era come se Jon avesse appena messo nelle sua mani la sua stessa vita; un fuoco limpido andò a scaldarla dall’interno mentre metabolizzava le parole di Jon e sentiva la sua anima messa a nudo, specchiandosi nell’intensità di quegli occhi grigi, così fervidi e profondi.
Un brivido la percorse e avrebbe voluto piangere dall’agonia e legarlo a se per non farlo andare via, ma quelle parole erano state una preghiera e una resa ed un obbligo e una promessa. Jon si era totalmente disarmato per lei, per la sua fiducia e Sansa non gliel’avrebbe negata mai, nonostante il solo pensiero del distacco da lui le stesse spezzando il cuore.
Il pensiero che Jon dovesse affrontare possibili pericoli mentre era lontano da casa, era in attesa di avvolgerla e subito Sansa lanciò uno sguardo a Dito Corto, memore delle sue previsioni di qualche giorno prime; la sua presenza in quella sala ora la inquietava ancora di più mentre sentiva la sua espressione enigmatica accarezzarla gelida.
Seduta ad osservare la situazione di complicità che si era creata tra Sansa e Jon, Brienne represse un sorriso di compiacimento mentre Davos tornò con gli occhi al Rè del Nord, ormai convito di quanto Jon agisse con intelligenza nel nome del bene di tutti.
Il Re del Nord fece un cenno alla sorella come per sugellare quell’accordo in piena fiducia.
Lady Sansa Stark non potè far altro che acconsentire con occhi commossi, percorsa da emozioni travolgenti, dilanianti e contrastanti tra loro, mentre dentro di se cercava risposte a domande che non osava porsi.
   
 
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