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Autore: acidosolforic0    09/07/2020    0 recensioni
!AU ambientata negli anni 50 dell'800 a Venezia, durante il periodo del Carnevale.
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Più contesti
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!AU ambientata nella Venezia del 1850 circa, durante il periodo del Carnevale. 

La Comunità Magica veneziana dell'epoca teneva al divertimento e alle leggerezze come poche cose. 
Quella notte, ad uno dei palazzi più importanti e prestigiosi della Città, si stava svolgendo una festa privata e riservata solo ai maghi più potenti e ricchi del posto. 
Vi erano circa un centinaio di persone, e tutti indossavano sfarzosi abiti da festa, maschere al volto e cappelli piumati. 
Le donne vantavano ampie gonne dai tessuti lucenti e prestigiosi, maschere decorate minuziosamente - che potevano coprire interamente il volto, ma non era così per tutte - e cappelli decorati. 
Gli uomini sfoggiavano invece abiti eleganti abbinati a lussuosi mantelli colorati; al volto le maschere impedivano che l'identità del mago venisse scoperta. 

Harry, un giovane mago appena ventenne e proveniente da Londra, stava conversando di politica assieme ad un amico conosciuto pochi mesi prima in Città. Erano seduti in un divanetto ai margini dell'ampio spazio dedicato alle danze, e le loro chiacchiere erano cullate da una dolce melodia suonata da strumenti musicali incantati, dall'altro lato della sala. 

Passarono alcuni minuti, l'atmosfera tra i presenti era di puro divertimento e sincera frivolezza: coppie di streghe e maghi ballavano e conversavano. Altri ancora si servivano dal generoso buffet poco distante dai divanetti. 

Harry notò, con la coda dell'occhio, una dama che lo attirò come fosse una calamita per lui; aveva appena fatto il suo ingresso nella Sala, ed era in compagnia di una seconda donna, che però non provocò in Harry lo stesso effetto. 
La donzella indossava un ampio abito rosso scuro sul corsetto - che le avvolgeva la vita - mentre sulla gonna si andava ad aggiungere del tessuto bianco. 
Il volto era interamente coperto da una maschera bicolore abbinata al vestito, ed era abbellita con brillanti e decori eleganti; lasciava visibili solo gli occhi, che a quella distanza non potevano essere distinti per colore, ma ad Harry parvero chiari. Sulla testa portava un cappello rosso con una piuma bianca candida incastonata in un nastro nero che lo avvolgeva in parte. 
Quel colore scuro era ripreso in un cinturino alla vita e nei guanti, che le arrivavano fino ai gomiti. 

Il giovane mago non stava più rispondendo al suo amico, completamente incantato dalla visione della dama sconosciuta ed incapace di continuare a sostenere una conversazione. 

-Harry, cosa ti turba?- domandò l'amico al mago, che fu bruscamente riportato alla realtà dalla voce dell'altro. 

-È appena entrata una dama meravigliosa, vorrei chiederle un ballo- ammise sincero, portandosi le mani dietro il capo, stringendo il nodo della maschera: gli copriva solamente la parte superiore del volto, lasciando le labbra esposte, ma mostrando comunque in vista gli occhi verdi come smeraldi. Stava sfruttando un incantesimo sperimentale, che gli permetteva di vedere nonostante la mancanza dei suoi soliti occhiali tondi. 

-Parli di quella strega con il vestito rosso? O l'altra, con l'abito blu?- 

-La dama Rossa- confermò. 

In quel preciso istante la donna interessata fece dei passi in direzione dei ragazzi, ma senza averli nemmeno visti. Era seguita dalla dama Blu, che portava una maschera come quella di Harry, e che mostrava quindi un sorriso smagliante, mentre parlava con la dama Rossa. 
Quest'ultima fece un giro su sé stessa e mostrò il retro: una coda bassa - tenuta ferma da un nastro nero, chiuso in un fiocco - di capelli biondo platino arrivava fino a sotto le spalle. 

Harry non poté non notare l'eleganza dei movimenti della dama, la fluidità dei suoi gesti, ma al contempo la freddezza che la sua figura emanava. 

Sentì un brivido lungo la spina dorsale quando si voltò verso di lui e i loro sguardi si scontrarono per la prima volta: la sensazione glaciale che aveva provato pochi istanti prima si intensificò, ma venne contrastata dal calore che percepì sulle gote e sulle mani, sotto ai guanti bianchi in raso.  

Provava sensazioni mai sperimentate prima, e tutto era dovuto a quegli occhi color ghiaccio, che ancora non si erano staccati dai suoi. 

Harry prese un respiro profondo, ed assecondato dal ritmo della musica, che si stava facendo più incalzante, si fece coraggio e le sì avvicinò, senza staccarle gli occhi di dosso. 

Per ogni passo verso la dama, il cuore di Harry perdeva un battito. 
Era a meno di un metro da lei, e le rivolse un sorriso; gli occhi si strinsero, e poté intuire che sotto alla maschera il gesto fosse ricambiato. Da vicino quel color ghiaccio sembrava quasi un grigio chiaro, un colore tanto unico che lasciò il giovane mago senza fiato per alcuni secondi. 

Harry fece un inchino alla dama Rossa poi le prese la mano - coperta dal guanto - e la baciò delicatamente. 

-Mi concede un ballo?- domandò il ragazzo, tornando a guardarla negli occhi. Lei annuì, e si fece guidare verso lo spazio dedicato alle danze: vi erano decine e decine di coppie di maghi e streghe che ballavano, non curanti delle persone circostanti. 

La dama Rossa guardava Harry con uno sguardo affamato, come se non vedesse l'ora di consumare quella danza con il giovane mago. Dal canto suo, Harry, era altrettanto impaziente. 

Non appena furono l'uno davanti all'altra, Harry la afferrò per la vita, dolcemente, facendo attenzione a non farla inciampare o a non sembrare brusco, e lei si aggrappò elegantemente al collo di lui, avvicinandosi maggiormente al suo corpo. 

Il ragazzo non sapeva quale fosse il fattore scatenante di quell'attrazione - così forte e irreversibile - ma cercò di non pensarci, godendosi quel momento, quella danza così spontanea, ma al momento stesso voluta da entrambe le parti. 

Ballarono per minuti interminabili, e la tensione tra i due andava aumentando, così come il desiderio di avere di più. 

Contro ogni aspettativa, fu la dama Rossa a prendere l'iniziativa di interrompere il ballo; prese Harry per mano, accurandosi che le loro dita fossero intrecciate, e lo trascinò ai margini della Sala. Lo guardò negli occhi per un istante, poi riprese a camminare quando vide un sorrisetto nel volto del mago; uscirono dal grosso portone e si ritrovarono in un immenso corridoio lustro e vuoto. 

Le loro mani erano ancora giunte e guardavano entrambi avanti, senza scambiarsi nemmeno una parola, presero a camminare verso le scale, che distavano alcuni metri dalla loro posizione. 

La dama si muoveva a passi lenti, ma al contempo decisi, ed Harry tentò - a parer suo inutilmente - di sembrare, anche solo un po', elegante e naturale come lei. 

Scesero le imponenti gradinate in marmo, poi uscirono dal Palazzo, ritrovandosi nei pressi di Piazza San Marco. 
Le vie erano colme di persone, ma nonostante ciò i due non si fecero problemi a girovagare in mezzo alla folla, alla ricerca di un vicolo abbastanza inosservato, adatto alla Smaterializzazione. 
Ne trovarono uno in meno di un minuto, e non appena vi misero piede, la dama Rossa praticò l'incantesimo, facendo sì che venissero portati altrove. 

Non appena Harry aprì gli occhi si guardò attorno e riconobbe le case colorate ed il Canale degli Angeli, ed associò subito questi elementi all'isola di Murano. 

La dama Rossa lo guidò ancora per qualche metro, fino ad una villa color rosso, circondata da un grande giardino ben curato e colmo di aiuole floreali. 
Oltrepassarono un grande cancello, che fu aperto con un colpo di bacchetta da parte della proprietaria. 
Attraversarono il giardino e si introdussero nella villa. Un elfo domestico corse a chiudere la porta dietro le spalle di Harry, che era sempre più meravigliato dalla bellezza della dimora. La creatura fu liquidata con un gesto della mano della dama Rossa, e in pochi secondi sparì. 

Harry sorrise alla donna, che lo prese nuovamente per mano, portandolo al piano superiore. 
Sentivano entrambi una scarica di adrenalina, una voglia matta di aversi. 

Entrarono in una stanza da letto, evidentemente quella padronale data l'enorme cura ai dettagli e alla ricchezza di questi ultimi, e la dama richiuse la porta dietro di sé. 
Ad Harry quella situazione sembrò quasi paradossale, poiché le donne in genere non avevano tutta quell'iniziativa, ma il motivo di quel comportamento strano gli sarebbe stato più chiaro pochi minuti dopo. 

La dama gli si avvicinò e gli mise le braccia al collo, posando le sue mani tra i capelli di Harry, arrivando al laccio della maschera, che slacciò con abilità, in pochi secondi. Gli venne tolto anche il cappello, ed entrambi furono poggiati nel mobile alla loro sinistra. 

Fu il turno di Harry, che tolse prima il cappello, che venne posizionato accanto a quello del giovane mago, poi le sue mani passarono al nastro della maschera. 
La dama, dal canto suo, chiuse gli occhi, poiché si rese conto che il suo segreto stava per emergere. 
Quando il nodo fu sciolto, Harry con un movimento cauto levò la maschera dal volto dell'altro. 

Rimase stupito, sconvolto, nel constastare che dietro allo strato di ceramica colorata che era appena stato tolto, non vi fosse un volto dai tratti dolci e femminili, al contrario; dei duri, ma sicuri e comunque eleganti, tratti maschili segnavano il viso dalla dama. 

Harry cambiò espressione, da estasiata a sorpresa, ma non dimostrò dissenso dalla situazione. 

-Tu non sei una donna- mormorò il moro, guardando il biondo negli occhi, che nel frattempo aveva aperto e puntato sull'altro. La dama scosse il capo. 

-Perchè tutto questo?- domandò Harry, facendo passare le sue mani suoi fianchi del ragazzo davanti a lui. Alludeva al vestito, alla sua messa in scena. 

-Se fossi venuto vestito come te, non avrei potuto ballare con un uomo- spiegò, parlando per la prima volta. 

L'accento britannico spiccava in quell'abbozzo di parole in italiano: ciò rallegrò Harry, che proveniva da Londra. 
La voce del biondo era rauca, ma risultava dolce. 

-Sono omosessuale- aggiunse. 

Ad Harry non interessava cosa il ragazzo davanti a lui fosse, cosa gli piacesse, per lui in quel momento contavano solo quegli occhi color ghiaccio, quella mascella pronunciata e dai tratti perfetti e quella pelle candida, quasi perlacea. 

-Come ti chiami?- domandò Harry, portando la sua mano destra sulla guancia del biondo, che reagì arrossendo lievemente. 

-Draco. Draco Malfoy- bisbigliò, guardando Harry come incantato. 

-Io sono Harry Potter- mormorò l'altro, accarezzandogli lo zigomo col pollice. 

I loro volti, durante la conversazione, si stavano avvicinando l'uno all'altro, ed in quel momento distavano pochi centimetri, tanto che Harry riusciva a percepire il respiro affannato e caldo di Draco sulle sue labbra. 

-Non è un problema per te che non sono la dama di cui ti eri invaghito?- chiese il biondo, marcando particolarmente l'accento britannico. 
Harry sorrise. 

-No. È stata una piacevole sorpresa- ammise l'altro, mantenendo il sorriso, provocandone uno anche a Draco. 

Non resistevano più. Fu una cosa reciproca: azzerarono la distanza tra i loro visi e fecero incontrare le loro labbra in un bacio che si rivelò subito passionale. 

Entrambi avevano il cuore che batteva a velocità improponibili, ed il rossore sulla loro pelle aveva contagiato tutto il volto. 
Le mani di Harry passavano dal carezzargli il volto, ai capelli, ai fianchi, in un ciclo continuo; mentre Draco si limitava a tirare alcune ciocche dei suoi capelli, che trovò particolarmente soffici e piacevoli al tatto. 

Il resto fu costituito da momenti fuggenti e veloci, ed in poco tempo si ritrovarono stesi sul letto, uno sopra l'altro, privi di indumenti, i quali erano rimasti sparsi a terra, dalla foga che i due ragazzi avevano di possedersi. 

Tra i due correva pura passione e lussuria, e ciò fece sì che la situazione andasse notevolmente avanti. 

Fecero sesso. 

Una volta che ebbero finito si sistemarono sotto le pesanti coperte del letto matrimoniale a baldacchino. 

Harry stava carezzando dolcemente i capelli del biondo, che si era appisolato sulla sua spalla; il suo braccio candido stanziava sull'addome del moro, come in un gesto di protezione. 

Il ragazzo dagli occhi verdi sorrideva, e osservava l'altro riposarsi. Sì sentiva bene, si sentiva a suo agio. 
   
 
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