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Autore: MoonPride    09/07/2020    2 recensioni
E se Mamoru e Usagi avessero portato il loro rapporto ad un passo avanti nella quarta stagione? Una nuova fic sull’episodio 132 di Sailor Moon (anime). Non fa parte della mia fic "La nostra Vita"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta serie
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In quel momento Mamoru aveva paura di lasciarci le penne. Mamoru però non aveva paura per sé ma per Usagi. Sailor Moon e Sailor Chibimoon erano arrivate per combattere la donna pallone che Occhio di Tigre aveva evocato. La prima vittima era stata Chibiusa poi aveva mirato Saori e Mamoru non poteva lasciare che un essere innocente fosse la preda di un nemico. Aveva urlato il nome di Saori per svegliarla e avvertirla del pericolo ma la nuova preda era più succulenta.
«Preferisco colpire quel ragazzo» affermò decisa. Mamoru stava riverso sulle gradinate, il corpo bloccato da molti pugnali, lì in quel momento aveva paura per il dolore che avrebbe causato alla sua metà perfetta: Usagi. Stava aspettando l'impatto quando un esile corpo si intromise. Usagi stava proteggendo l'uomo che amava, l'uomo che l'aveva resa migliore, più forte.
«Sailor Moon vattene, sei in pericolo!» Ma lei non aveva voluto ascoltare. Avrebbe sacrificato se stessa per lui, non l'avrebbe abbandonato! Usagi scrollò la testa in senso di negazione e mentre veniva sollevata le forze le mancarono.
«Saresti disposta a sacrificare la tua vita per salvare la sua. Tu mi commuovi, questo è vero amore...» mentre la donna pallone parlava Mamoru stava cercando di far fuggire Usagi ma non ci riusciva
«Non ti preoccupare, tanto dopo essermi occupata di lei, mi occuperò anche di te vedrai» asserì quella sottospecie di donna mentre piangeva commossa dal gesto di Usagi. Il piazzale vuoto era stato riempito dall''urlo di Mamoru pieno di angoscia e dolore, non aveva fatto nulla per proteggerla. Aveva fallito. Di nuovo!

«Usakoooooooo!» Da lontano una giovane donna era stata svegliata dall'urlo disperato di un giovane che cercava di salvare la persona amata, la persona più importante della sua vita.
«Allora la ama» aveva sussurrato piano a se stessa. Saori non aveva compreso fino a che punto Mamoru amasse Usagi, e non credeva che nemmeno quella ragazzina potesse amare un uomo bello e fatto come Mamoru, ma si sbagliava. Ora aveva capito che Sailor Moon la paladina della legge non era altro che Usagi, Usagi che aveva protetto l'uomo della sua vita sacrificando se stessa. Con uno sforzo sovrumano e infuriato Mamoru alzò il busto e ignorando il dolore prese un pugnale e affondò nel tessuto del mostro.
Usagi ricadde all'indietro, il corpo stanco, privato di energia. Mamoru l'aveva scossa cercando di svegliarla, preoccupato e impaurito. Se non avesse visto più gli occhi di lei, così simili ai suoi, sarebbe morto.
«Usako….Usako svegliati» La paladina della legge aprì gli occhi e facendogli un debole sorriso si rimise in piedi pronta per annientare la donna pallone. Quando non ne rimase più nulla, Usagi anche se stanca, corse per aiutare il suo amato. Con le mani da fata che si ritrovava, aveva tolto quasi tutti i pugnali e aveva guardato il suo Mamo con gli occhi della preoccupazione e dell'amore fu quando Mamoru volse lo sguardo a Saori che li guardava, che Usagi decise di andarsene.
«È per lei vero?» gli chiese e senza ricevere risposta fece un inchino e iniziò ad incamminarsi poi quando fu sicura di non essere vista sciolse la trasformazione e iniziò a correre, correre lontano nell'unico posto che aveva condiviso i più importanti ricordi mentre calde lacrime uscivano dai suoi bellissimi occhi! Mamoru scioccato rimaneva seduto sui gradini gli occhi blu spenti e confusi. Sailor ChibiMoon aveva soccorso Saori e quando fu sistemata si avvicinò a suo padre.

«Sei un mostro» gli disse con le lacrime agli occhi. Chibiusa non aveva mai detto quelle cose ai suoi genitori nel XXX secolo, e tanto meno a suo padre, ma sapeva che Usagi aveva capito ciò che le aveva detto al negozio di peluche. Usagi aveva erroneamente compreso che Mamoru stesse pensando ad un’altra, Chibiusa non poteva sopportare che qualcuno facesse male alla sua mamma, nemmeno il suo papà! Mamoru aveva sbagliato e ora ne pagava le conseguenze.
«Non hai visto il dolore nei suoi occhi? Sei contento? Anche se la mamma è sbadata e piagnucolona ti vuole tanto bene. E tu?» lo sfogo di Chibiusa non poteva avvenire lì, qualcuno poteva sentirli ed infatti dietro un albero Saori ascoltava rapita la loro strana conversazione. Ciò la rendeva perplessa!
«Vai a casa, vado a cercarla, non ti preoccupare.
Non venire da me io e Usagi dobbiamo parlare e se puoi ti chiedo di coprirla con i genitori. Devo chiarire con lei Chibi.» le disse all'orecchio. Chibiusa aveva compreso che sarebbe andata per le lunghe e che i suoi futuri genitori necessitavano di stare un po' da soli. Mamoru raccolta la giacca sgualcita e bucherellata, aveva iniziato a correre verso il parco. Sapeva essere il posto preferito di Usagi, glielo aveva detto lei. La trovò in piedi con lo sguardo rivolto verso il piccolo lago, che aveva visto il loro primo bacio, il corpo scosso dalle lacrime mentre le mani stringevano la ringhiera del ponte. Le si avvicinò e da dietro l'abbraccio' tentando di calmare i suoi singhiozzi, dopo averle donato un bacio sul capo, la fece voltare. Il viso delicato era rigato dalle lacrime, che lei aveva speso per lui per il loro amore, troppe volte.
Le asciugò con i polpastrelli e poi sorridendole le diede un leggero bacio.
«Perché te ne sei andata?» le chiese tenendola stretta a sé mentre le sfiorava la schiena
«Avevo bisogno di stare per conto mio.» chiarì sconsolata cercando di non guardarlo negli occhi
«Che strano….Usagi Tsukino non è mai da sola, ha le sue amiche, una figlia e un ragazzo…»
«Io...io non sono come lei, io sono sbadata, adoro mangiare e leggere i fumetti, non cucino, non studio abbastanza, non sono così bella, sono solo una ragazzina del liceo che ama un ragazzo universitario perfetto. Perché tu sei perfetto, sei comprensivo e generoso e…»
«...e ti amo Usako. Non ho mai amato nessuno ma con te sono un giovane ragazzo alla prima cotta, anche se tu sei molto di più di una cotta. A me non piace Saori Usako, io amo te, solo te e la nostra bimba. Tu sei il mio sole, la mia luna e le mie stelle, per me Usako esisti solo tu, tu che hai portato nella mia vita una boccata di aria fresca. Io ti amo Usako, non dubitarne mai.» Usagi con le lacrime agli occhi gli si strinse al petto mentre le mani di lui circondavano la sua schiena. Quando si staccarono unirono le loro bocche in un bacio che accese entrambi. Mamoru prese Usagi e iniziò a danzare nel parco, la giovane coppia volteggiava leggiadra, insieme ignara che qualcuno li stesse osservando. Saori guardava quella coppia volteggiare insieme, vedeva Mamoru sorridere alla sua dama, Saori non aveva mai visto Mamoru sorridere se non varie volte in aula quando era distratto e questo succedeva da quando aveva conosciuto quella ragazza, che lo aveva cambiato! Non credeva che Mamoru potesse essersi innamorato di una ragazzina ma ora che l'aveva conosciuta non la pensava più così! Mentre danzavano Usagi e Mamoru vennero colti da un acquazzone improvviso che li fece unire un lungo bacio sotto la pioggia, per poi correre fino all'appartamento di lui, seguiti da Saori che, con un ombrello, tornava a casa. Mamoru e Usagi fradici entrarono in casa, casa: una normale parola che aveva un grande significato per loro. Casa. Famiglia. Coprendo la sua ragazza con un telo Mamoru iniziò ad asciugarla mentre gocce di pioggia scendevano dai suoi capelli per adagiarsi sul viso di lei per poi scendere e scomparire oltre il tessuto della maglietta che indossava. Togliendo lo sguardo e le mani dal corpo di lei andò a prendere un asciugamano anche per lui.
«Resti qui?!» Le chiese speranzoso in un sì! Lei gli sorrise poi annuì.
«Dovrei avvisare che però non torno a casa.»
«Ho già parlato con Chibiusa.» le disse sorridendole. Aveva rischiato di perderla, di perdere quel sorriso, quegli occhi, quelle mani e quelle labbra magnifiche e rosse labbra.
«Usako vieni ti prenderai un malanno - l'accompagnò in camera dove prese una sua vecchia tuta e porgendogliela le indicò il bagno - vedrai ti farà bene.» Il sorriso che nacque dalle sue labbra fu un raggio di sole che andò a posarsi sulle sue labbra. Un grazie molto apprezzato. Usagi aveva anche lavato i capelli, se li avesse lasciati bagnati si sarebbe davvero ammalata. Poi fu il turno di Mamoru che cercò di lavare via il più possibile il senso di colpa che portava con sé. L'aveva quasi persa e lui era stato uno dei diversivi.
Idiota. Puliti e asciutti si prepararono per cenare insieme. Usagi coperta solo dalla felpa di Mamoru che le arrivava a metà coscia, girava incurante dello sguardo ammirato del padrone di casa; Mamoru invece veniva osservato da lei che lo guardava cucinare la loro cena. «Ti prometto che imparerò a cucinare e poi lo farò per te, quando tornerai stanco dal lavoro ti farò trovare la cena pronta» gli disse abbracciandogli la schiena.
«Ed io ti prometto che ti renderò la donna più felice di questa Terra Usako, come tu rendi felice me» asserì intrecciando la mano a quella di lei posata sul cuore.
«Ceniamo ti va?» si sedettero e mangiarono felici, sorridendosi e scrutandosi. Dopo cena decisero di dormire insieme! Stavano insieme quindi cosa cambiava se dormivano insieme? Ognuno stava nella sua parte di letto ma sentendo freddo Usagi strusciò le gambe sul materasso per scaldarsi, a quel movimento Mamoru le si avvicinò e la strinse da dietro cercando di scaldarla. «Grazie Mamo!» Usagi giratasi tra le sue braccia gli lasciò un bacio a fior di labbra che li incatenò! Quel bacio fu una scintilla che venne alimentata dalle carezze che lui riservava alla schiena di lei e viceversa. Quella posizione permise alle loro intimità di incastrarsi perché in quel preciso istante nelle loro menti apparve una visione! Un principe e una principessa che sdraiati sull’erba fresca della Terra si stavano amando, donando se stessi all’altra persona. Quando il flashback finì Usagi e Mamoru si guardarono negli occhi, gli stessi occhi che si erano incontrati anche in un mondo lontano dove due esseri viventi di pianeti diversi si erano amati in segreto. Usagi tornò a baciare il suo ragazzo che stringendola la fece stendere sul letto mentre sovrastandola le baciava il viso.
«Ti amo Mamo-chan...»
«Ed io amo te Usako, sento il tuo cuore martellare nelle mie orecchie, lo sai che non farei niente se tu non volessi...»
«Io...io voglio solo te. Io e te, insieme per sempre!» Mamoru interpretandolo come un assenso le baciò le labbra rosee e prendendole una mano gliela fece posare sul suo petto.
«Ascolta il mio cuore Usako, batte forte come il tuo e solo per te e per nessun’altra. Voglio amarti Usako non ti dimostro il mio amore ma stasera voglio provarci per noi.» Usagi sentì il cuore di lui battere all’impazzata solo per lei e si decise. Con delicatezza gli sfilò la maglietta nera che faceva risaltare i suoi muscoli mentre lui le accarezzava le spalle fino alle mani. Si guardavano negli occhi per imprimere nei loro ricordi ogni parte dell’altro per sempre. La stessa fine della maglietta di lui toccò anche ai suoi pantaloncini e alla maglietta che lei indossava. In intimo si ammiravano, ora Usagi non aveva più freddo un calore nuovo mai provato prima la invadeva scaldandole anche il cuore. Quella notte fecero l’amore, donando e prendendo quello che ognuno offriva.
Abbracciati si addormentarono mentre la Luna crescente donava uno spiraglio di luce ai loro corpi. La mattina seguente Usagi si svegliò presto, con gli stessi indumenti della sera precedente girovagò in cucina alla ricerca di qualcosa per preparare la colazione e quando fu tutto pronto fece per andare a svegliare il suo Mamo-chan quando il campanello suonò!
Chi può essere alle otto del mattino di domenica? si chiese e nel momento in cui aprì la porta il suo cuore perse un battito camuffato dal sorriso che rivolse all’ospite. Il compagno di classe di Mamoru Kobayashi-san stava davanti ad una Usagi quasi mezza nuda, gli odango allentati, l’imbarazzo aveva colto entrambi non facendogli parlare. Mamoru che non aveva più sentito l’esile corpo di Usagi a fianco a sé si preoccupò! Così decise di andare a controllare, si rivestì e prese una coperta, per essere le otto non faceva tanto caldo e poi la sua Usako era freddolosa. Stava per andare in cucina quando la trovò davanti alla porta aperta così decise di farle uno scherzo
«Hei...andavi via in pigiama e senza salutarmi?» le chiese sorridendo, solo dopo esserle arrivato alle spalle vide che alla porta c’era un ospite! Mamoru posò la coperta sulle spalle di Usagi per coprirla e salutò il suo amico.
«Buongiorno Kobayashi-kun, cosa ti porta qui?» gli chiese coprendo per bene la figura della sua ragazza e sperando che se ne andasse, prima andando dalla sua ragazza aveva intravisto che in cucina la tavola era stata preparata per la colazione
«Buongiorno a voi, ho saputo che ieri tu e Saori siete stati attaccati e volevo sapere come stavi!» Mamoru annuì poi abbracciando Usagi le baciò la tempia «Buongiorno te ho visto che hai preparato la colazione mi aspetti di là?» Usagi rossa in viso si mise una mano davanti alla bocca e poi gli sorrise, aveva capito che a Mamoru non aveva gustato vederla in quelle condizioni davanti al suo amico così annuendo sparì in cucina avvolta dalla coperta che Mamo le aveva portato. Kobayashi si trovava in un grande imbarazzo, sapeva che Mamoru era molto possessivo e lui non aveva intenzione di far tornare l’uomo di ghiaccio che era un tempo.
«Mamoru-san vedo che stai bene quindi io posso levare il disturbo e mi dispiace essere piombato qui di domenica mattina presto e di aver messo in imbarazzo te e la tua ragazza. Sono desolato! Vi auguro buona giornata» disse senza fermarsi e non attendendo risposta sparì nell’ascensore, aveva molte novità da raccontare a Saori, aveva visto la ragazza di Mamoru mezza nuda nell’appartamento di lui, quello che pensava lo aveva pensato anche ieri Saori! Usagi aveva riportato a nuovo un uomo malinconico e distaccato come Mamoru Chiba! Nel frattempo nella cucina di casa Chiba, Usagi si stava scusando con Mamoru per l’imbarazzo. Lui di punto in bianco le si parò davanti e stringendola le sussurrò una confessione d’amore. «Non ti preoccupare Usako, nessuno di porterà via da me, saremo solo noi. Io e te e in futuro anche la piccola Chibiusa. Te lo prometto, mi dispiace solo che ti abbia visto così bella di prima mattina!» a quella confessione dimenticarono la colazione e tornarono ad amarsi forse più di prima, con la consapevolezza che sarebbero stati insieme sempre. 


Lo so lo so ma abbiate pietà di me. Ho già scritto una fic su questo episodio ma è uno dei miei preferiti e finché le idee ci sono perché non svilupparle? Fatemi sapere anche se non vi piace, tengo a qualsiasi recensione vogliate affibbiarmi! Vi lascio con un bacio! Per “La nostra vita” mi servirà ancora del tempo ma vi prometto che arriverà! Alla prossima, un saluto MoonPride!

   
 
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