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Autore: Rossana_87    09/07/2020    2 recensioni
anno 2020, una rimpatriata delle scuole medie è stata organizzata, Sana e Akito , si rincontrano dopo 20 anni, la loro vita è completamente cambiata, ma il fantasma di quello che sarebbe potuto essere tra di loro riecheggia incessante nelle loro vite, sarà un happy ending?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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5- L’ora della verità

SANA:

…<< Io niente bicchierini, devo guidare, e direi che si è fatta l’ora di andare>> dissi, sicura che ormai non avrei più ottenuto nulla. Akito sbroccò inaspettatamente.
<< oh andiamo Fuka, è possibile che tu non capisca mai quando sei di troppo?>> Fuka lo raggelò con lo sguardo, capì solo allora che anche lei aveva qualcosa di irrisolto con Akito.

FUKA:

<< È mai possibile che tu sia così ottuso? Perché devo essere sempre io a togliermi di mezzo quando c’è lei>> indicai Sana con cattiveria.
<< Fuka, ti prego, io non…>>
<< no, no Sana resta>> sapevo che si sentiva a disagio, ma volevo vomitare tutta la mia rabbia su quei due.
<< Fuka, Lei non c’entra, possiamo riparlarne un’altra volta, Sana non ha tutto il tempo…>> Akito cercò di evitare qualsiasi cosa potessi e volessi dire, ma quella sera non riuscivo più a tenermi dentro tutto
. <> accusai volontariamente Akito, che pareva infastidito.
<< Io non te l’ho mai chiesto>>
< > sapevo che a quella domanda volevamo tutti una risposta, ma fu l’unica domanda alla quale lui non rispose.
<< Fuka, non voglio parlare di fronte a Sana>>
<< Certo, come sempre se c’è lei, per te non esiste nessun altro>> non potevo più stare lì, afferrai la mia borsa e dissi
<< Ciao Sana, mi spiace averti fatto perdere tempo, volevo solo chiederti scusa, mi sono resa conto che per colpa di Akito ho perso un’amica, la grande amica che tu saresti sicuramente stata, e quello che è peggio è che io per lui provo ancora qualcosa, e fino a stasera non riuscivo a lasciarlo andare. Adesso però basta, è tutto molto chiaro>> avrei rinunciato a lui. All’età di 32 anni suonati dovevo liberarmi di quell’amore non corrisposto e farmi una vita.
<< Ciao Sana. Addio Akito>> vidi Sana completamente disorientata, non aspettai che mi dicesse qualcosa, non degnai Akito di uno sguardo, girai sui tacchi e lasciai correndo la saletta della pizzeria.

AKITO:

Merda, Fuka aveva rovinato tutto. Sana fece per andare via, l’averi vista andare via, lontano da me a bordo di quella vecchia auto nera, non potevo lasciarla andare via così, sapevo che era sposata, sapevo di suo figlio, ma io non riuscivo ad andare avanti. Tsu arrivò in sala perplesso,
<< Ho visto Fuka…>> le sue parole morirono nello stesso istante in cui vide le nostre espressioni.
<< ok ragazzi, io e Aya andiamo, abbiamo pagato il conto per tutti>> Sana si offrì più volte di ripagare, almeno la sua parte.
<> disse scherzoso Tsu.
<< Va bene Tsu, allora la prossima volta tu ed Aya sarete miei ospiti>> ero sicuro che quelle fossero solo parole di circostanza, non ci sarebbe stata una prossima volta, almeno non per me.

SANA:

mi misi il cappotto, la sfuriata di Fuka non me l’aspettavo, e sinceramente non avrei nemmeno voluto assistervi. Dopo tutti questi anni stavo andando via di nuovo con le stesse domande di sempre, a cui, ora lo sapevo, non avrei mai avuto risposte. Mi precipitai fuori, verso il parcheggio. L’aria era decisamente fredda, entrava nei polmoni, mi sembrò di respirare per la prima volta in quella serata, come se avessi trattenuto il fiato per ore in apnea. Fei per entrare in macchina, mi sentì afferrare per il polso, quella era la seconda volta in una serata, mi girai, era Akito, il mio cuore perse un battito e il respiro mi si fece più affannoso, mi porse un casco.
<< Vieni con me>>
<< non posso Akito, mio Figlio mi aspetta>> quelle erano le uniche parole che mi tenevano salda, che non mi facevano cedere.
<< il piccolo Akito>> quando gli sentì dire quelle parole morì dentro.
<< già il piccolo Akito>>
< Akito mi guardava, uno sguardo indecifrabile.
<< Perché cosa?>>
<< perché lo hai chiamato Akito?>> ero emotivamente esausta.
<< davvero me lo stai chiedendo? – oddio non potevo crederci, ripetei - davvero me lo stai chiedendo? Davvero vuoi saperlo?>>
<< prendi il casco e vieni con me>> mi rispose con quel suo solito fare autoritario che lo rendeva molto affasciante, avevo il casco in mano non sapevo cosa fare, non riuscivo a resistergli, e poi volevo le mie risposte. Misi il casco e in silenzio lo segui.
<< tieniti>> salì in vespa, e mi aggrappai a lui, sentì il suo fisico scolpito sotto la giacca in pelle, dubitavo potesse tenerlo al caldo con quella temperatura, mi persi nel pensare a quanto fosse stato bello. i suoi capelli biondi che in quel momento fuoriuscivano da davanti al casco e sulla sommità del collo, erano leggermente troppo lunghi, gli occhi ambrati fissi sulla strada. Mi portò al parco giochi dove andavamo sempre da piccoli, ci sedemmo su una panchina.
<< perché sei venuta stasera? Dimmi la verità>> i suoi occhi lampeggiavano, come quelli di un animale selvatico pronto a lanciarsi sulla preda, m sentì sopraffatta. Era fatta, ormai dovevo vuotare il sacco.
<< perché non riesco più ad andare avanti, tu sei il mio fantasma, onnipotente e onnipresente e non ce la faccio più>>
<< come tu lo sei per me>>
<< non è quello che ti ho chiesto>> dissi
<< e allora cosa mi hai chiesto? Cosa vuoi sapere davvero da me>> Lo fissai inerme, fissai i suoi occhi d’ambra, le sue labbra, chissà perché avevano sempre un’aria imbronciata. Mi si avvicinò, e mi sentì mancare la terra sotto i piedi.
<< voglio saper perché scegliesti lei. Questa tua scelta mi ha fatto male, e continua a farmene>>
<< la verità è che avevo paura, paura che te ne saresti andate lasciandomi qui da solo ad aspettarti, come poi in realtà hai fatto ugualmente>>
<< ti è mai venuta l’idea che le cose sarebbero potute andare diversamente, se tu avessi scelto me?>> la mia voce era cresciuta di diversi ottavi, stavo quasi urlando, guardavo Akito sempre con quell’aria da duro come se niente potesse mai scalfirlo, mi guardava di rimando, poi qualcosa in lui cambiò.

AKITO:

<< Davvero mi stai chiedendo se ripenso a quella fottuta decisione? Cosa vuoi che ti dica adesso?>>
<< la verità>> rispose Sana.
Già Sana voleva la verità, ero disposto a dargliela? Se la meritava, ormai eravamo alla resa dei conti, anche se obbiettivamente cosa sarebbe potuto cambiare ormai? Mi guardava in attesa, l’unica cosa che avrei voluto in quel momento era soltanto abbracciarla e baciarla. Ancora una volta, forse l’ultima. Possibile che mi dovevo sempre ritrovare a rubare un bacio all’unica donna a cui invece non avrei voluto rubare nulla, avrei voluto che fosse lei a volerlo.
<< Allora>> mi esortò. Mi montò una rabbia incontrollata, alzai la voce.
<< cazzo Sana, ma come cazzo non capisci che sono arrivato alla soglia dei 33 anni da solo, pensando a te, pensando in continuazione che potrei esserci io al tuo fianco>>
<< perché in tutti questi anni non ti sei mai fatto sentire, le cose avrebbero potuto essere diverse>> ero furioso e quelle parole mi facevano male, cominciai ad urlare.
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<>
<< no, come potevo, di punto in bianco scriverti per chiederti “eh scusa, ma è vero che stai con tizio?” alla fine che diritto avevo? Ma ogni volta che vedevo quelle foto mi ribolliva il sangue, ci stavo facendo una malattia>>
<< hai sbagliato, io ho provato a scriverti all’inizio>>
<< si, certo, per raccontarmi di Naozumi, di quanto fosse perfetto, e bravo e buono, ah e tra parentesi te lo dico stasera ha proprio esagerato, ha rischiato di prenderle>> Sana sorvolò sulle ultime parole, non era lì per Nao, era chiaro, sbottò…
<< e ti ricordi cosa ti dissi all’epoca? Che la storia con Nao stava naufragando, mai una volta ti è venuto il dubbio che te l’avessi detto per sentirti dire torna da me, o non ti preoccupare ci sono io per te?>> Rimasi sbigottito, mai una volta mi era passato per la testa e risposi con l’unica cosa che avrei potuto dire, la verità.
<< no, mai. Ero convinto che ti stessi vendicando per Fuka, che perché tu lo sappia ho lasciato dopo che partisti, è sempre stata una copertura per non trattenerti qui e farti inseguire i tuoi sogni>> Vidi nei suoi occhi una strana luce, odio? Disperazione? Comprensione? Non lo capì finché non parlò.
<< ma tu non ci stai con la testa, secondo te sarei così meschina da scriverti per vendetta?>> sentivo la delusione nella sua voce.
<< eri arrabbiata>> cercai di giustificarmi.
<< si e lo sono ancora, a causa tua non riesco ad andare avanti, e adesso non me lo posso permettere, ho un figlio e un marito e non si meritano questa parte di me>> Era la prima volta che lo ammetteva, quelle parole furono come ricevere un proiettile in pieno petto.
<< e tu pensi che questo io non lo sappia- sbottai- guardo ogni singola foto, storia o minchiata che pubblichi, facendomi del male da solo.>>
<< lo so, lo vedo, e continuo a pubblicare nella speranza che tu guardi>>
Rimasi esterrefatto da quelle parole, come eravamo arrivati a quel punto? Come facevamo ad essere così tanto orgogliosi e tossici l’un per l’altra.
<> non sapevo che dire per non complicare di più le cose, ma ci pensò lei. ******************************************************************************************************************************************************************************************************************************
spero di non essermi persa dialoghi per strada, giuro che l'ho riletto mille volte, e modificato altrettante. bhe che dire direi che in questo capitolo ci sono delle evoluzioni, che ne pensate? mi state odiando per lo sviluppo della storia tra akito e sana? dite la verità XD bhe spero vi piaccia. alla prossima, o meglio al prossimo capitolo, mancano per la precisione 3 capitoli alla fine ;)  
   
 
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