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Autore: bbhyung    10/07/2020    1 recensioni
La prima esperienza di Baekhyun in autostrada non è stata molto piacevole, ma gli ha sicuramente lasciato un ricordo che vale la pena custodire per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un giovedì
 

Baekhyun aveva preso la patente circa qualche settimana prima. Lo aveva fatto più tardi rispetto ai suoi amici e agli altri ragazzi della sua città semplicemente perché si era concentrato sullo studio, tuttavia aveva riconosciuto presto di averne bisogno per essere indipendente – e dato che suo padre era stanco di accompagnarlo ovunque con la sua auto si era offerto di pagare tutto purché suo figlio facesse una cosa semplicissima: si impegnasse. Era stato facile per Baekhyun sia superare i quiz che l’esame pratico, aveva studiato tutto da solo e aveva fatto pratica insieme ai suoi genitori e ad alcuni compagni di università, per cui era diventato ufficialmente un patentato in meno di tre mesi. Per il momento guidava la vecchia auto di suo nonno che non era delle migliori né a livello estetico tantomeno tecnico, però, come diceva lui, almeno era gratis, il che non gli dispiaceva dato che non era ancora economicamente indipendente.

Quel giorno, per la prima volta, sarebbe dovuto andare in autostrada da solo. Non era preoccupato per quello dato che chiaramente aveva sviluppato le capacità minime per affrontare un viaggio del genere, ciò che gli stava rovinando il viaggio era uno strano rumore che proveniva dalla sua auto. Non riusciva a capire cosa fosse, ma se doveva essere onesto non era la prima volta che quell’auto (che, da specificare, aveva più di trent’anni) gli dava problemi, quindi non si era preoccupato più di tanto, aveva salutato sua madre che era l’unica della famiglia rimasta a casa ed era uscito, pronto per andare nella sua biblioteca preferita per ritirare un libro di cui aveva un estremo bisogno per completare un esame che avrebbe avuto a breve. Il fatto che quel rumore avesse cominciato a diventare abbastanza fastidioso era stato totalmente ignorato dal ragazzo, per quanto possibile.

Come al solito era molto attento a rispettare i limiti di velocità e qualunque segnale gli capitasse sott’occhio, dopo una quindicina di minuti arrivò senza problemi all’imbocco dell’autostrada. Gli era molto familiare dato che l’aveva percorsa centinaia di volte, per cui non era minimamente impaurito. Continuava a marciare a velocità sostenuta ascoltando una canzone di un gruppo femminile coreano che adorava, stava andando tutto bene, immaginava di come avrebbe assaporato il caffè freddo del bar di fronte alla biblioteca in cui era diretto, finché un ennesimo rumore, più forte di tutti gli altri, non lo portò a spalancare gli occhi confuso. Il contagiri si abbassava vertiginosamente senza nessun motivo apparente e sapeva che non era un buon segno tantomeno una cosa normale, per cui si accostò in modo cauto sulla corsia di emergenza. Spense l’auto, ma non appena provò a far girare di nuovo la chiave il motore non dava segni di vita. “Che cazzo è?” fu, in modo molto pacato, la prima cosa che disse. Mise istintivamente la mano nel portaoggetti per prendere il cellulare e chiamare qualcuno ma l’unica cosa che si ritrovò tra le mani fu un pacchetto di gomme. Controllò nelle tasche dei jeans e in quella del giubbotto, poi si rese conto di averlo lasciato in carica… a casa. Inutile dire che la sua fronte cominciò a sudare. “Okay, la procedura. Triangolo. Giubbotto. No, aspetta. Prima giubbotto, poi triangolo.” uscì dall’auto, le macchine sfrecciavano velocissime nelle altre corsie e gli stava venendo voglia di piangere, oltre che di non essere mai uscito di casa quel pomeriggio.

Indossò il giubbotto catarifrangente e dopo aver recuperato il segnale mobile di pericolo dal portabagagli lo posizionò a cinquanta metri dall’auto, come da regolamento. Non sapeva cosa fare. In realtà lo sapeva, avrebbe dovuto camminare fino a trovare una piazzola di sosta con un telefono pubblico, quella era la procedura standard, ma conoscendo quell’autostrada sapeva benissimo quanto lontana fosse, per non parlare del fatto che aveva paura a lasciare la sua auto incustodita. Sì, era vecchia e da probabilmente dopo l’accaduto totalmente da buttare, ma in quel momento non se la sentiva di fare una passeggiata in autostrada.

Rientrò nell’auto e provò a metterla in moto, ma niente. Uscì e aprì il cofano – no, non aveva nessuna competenza meccanica, ma osservare le componenti della sua auto gli trasmetteva uno strano senso di tranquillità, per cui rimase a squadrarle in silenzio. Tutto questo finché non sentì e vide un ciclomotore poco lontano, accostarsi dietro di lui. Vide il ragazzo a bordo togliersi il casco e scendere dalla moto, stava camminando verso di lui in maniera lenta. “Sei fuori? Non puoi fermarti a prestare soccorso ad altri veicoli in avaria in autostrada!” disse in modo sicuro, lo aveva imparato sui manuali, quello.

Il ragazzo lo guardò in modo confuso, si passò una mano tra i capelli biondo cenere e sorrise. “E pensi che a qualcuno qui importi?” in quel momento Baekhyun si rese conto di quanto effettivamente quello sconosciuto potesse aiutarlo, così non disse niente. “Che è successo?” domandò il ragazzo, avvicinandosi anch’esso al cofano. “Wow, abbiamo un reperto archeologico qui.” scherzò, mentre osservava le componenti oggettivamente molto vecchie di quell’auto.

Il più basso si portò una mano sulla testa e si grattò la tempia, offeso. “È di mio nonno… cosa c’entra? Puoi capire tu che è successo? Ha fatto un rumore strano e il contagiri è sceso, da quando mi sono accostato e l’ho spenta non sono più riuscito a metterla in moto.”

“Capisco.” disse. Indossava una canotta nera che lasciava scoperte le sue braccia e per un attimo Baekhyun rimase incantato su quelle, notò che il ragazzo si stava sfilando i guanti e li stava posizionando sulla propria cintura. “Forse un problema elettrico, oppure si è rotto qualcosa di più interno, non vedo niente di superficiale. Hai già chiamato il carroattrezzi? Non penso si possa fare altro, al massimo prova a rimetterla in modo di nuovo.”

“Posso provare.” borbottò. “Non ho chiamato nessuno, ho dimenticato il cellulare a casa.”

Il ragazzo sorrise e annuì. “Ti presto il mio.” senza dire altro lo tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans e glielo passò. “Comunque mi chiamo Chanyeol.”

“Grazie, io sono Baekhyun.” disse, digitando il numero di suo padre sul tastierino numerico. L’uomo rispose in fretta. “Pronto? No, sono io. Sì. Tutto bene, la macchina si è fermata in autostrada e ho dimenticato il telefono a casa, puoi avvertire la mamma? Lo chiami tu? Va bene, aspetto qui. No, a pochissimo dall’inizio. Va bene. Non credo, ciao.” finì in fretta la conversazione, e restituì il cellulare a Chanyeol. “Come… come mai ti sei fermato?”

Sollevò le spallucce. “Sono uscito da casa con l’intenzione di fare un semplice giro, non ho niente da fare e quindi cerco qualcosa che mi intrattenga, volevo vedere cosa fosse successo e se potevo aiutare.”

“La tua moto è figa.” disse, totalmente fuori contesto. “Non ne ho mai vista una così.”

“Davvero? Grazie. È d’epoca anche la mia, ma l’ho fatta sistemare tutta.” rispose, giocherellando con le chiavi che aveva in mano. “Vuoi farci un giro? Naturalmente non te la farei guidare, sei appena patentato da quello che vedo, non la faccio guidare a nessuno.”

Baekhyun inarcò un sopracciglio, non sapeva chi si credesse di essere. “E cosa significa? Ci sarà un motivo se ho la patente, è perché so guidare. Anche se… non ho mai portato una moto.” ammise, non sapeva che altro dire. “Mio padre ha detto che il carroattrezzi arriverà tra poco, non devi aspettare per forza se hai da fare.”

“Tranquillo, aspetto. Non credo che qualcun altro si fermerebbe e potresti aver bisogno del cellulare.” rispose, guardando qualcosa sullo smartphone. Baekhyun pensava che fosse carino e gentile, ma non era abbastanza sicuro di sé per chiedergli di uscire insieme, pensò però che doveva ringraziarlo in qualche modo e magari avrebbe potuto offrirgli almeno un caffè. Prima che potesse dire qualsiasi altra cosa Chanyeol gli passò il cellulare. “Vuoi lasciarmi il tuo numero?”

Lo prese senza dire niente e cominciò a scriverlo. “Sì, perché?” neanche sollevò gli occhi dallo schermo per quanto era agitato in quel momento.

“Se sei di queste parti possiamo fare un giro insieme ogni tanto, e nel caso ti serva un passaggio visto che la macchina è andata potrei portarti ovunque con questa.”

Ridacchiò. “Non hai un lavoro? Cose da fare?”

Chanyeol riprese il cellulare e sorrise. “Al momento non ho un impiego fisso, solo lavoretti occasionali. Tu?”

Annuì mentre guardava le auto circolare tranquille. “Sto cercando di laurearmi in giurisprudenza.”

“Sei un cervellone.” rispose, guardandolo. “Cosa ti piace fare nel tempo libero? Hai hobby?”

Ci pensò su, ma non gli venne in mente niente. “Non sono uno che esce molto, soprattutto ultimamente.”

Chanyeol cercava comunque di fare domande e di mandare avanti la conversazione. “Io esco molto ma sono un tipo solitario, non mi piace il casino.” il più basso si era incantato a guardare i tatuaggi che l’altro aveva sulle braccia e naturalmente il sottoscritto lo aveva notato. “Tu hai tatuaggi?”

“Io? No, non ancora.”

“Okay. Sei fidanzato?”

Il ragazzo lo guardò ridacchiando. “Ho preso una pausa da quel genere di cose, ho avuto qualche storiella e roba occasionale negli ultimi mesi ma niente di che.”

“Qualcuno ti ha spezzato il cuore?” domandò, sorridendo. “Sì beh, anche io non frequento qualcuno seriamente da anni ormai.” fece una pausa. “Quindi saresti libero di uscire con me una sera qualsiasi.”

“In che senso?”

“Non avevi detto di voler fare un giro in moto?” Baekhyun sorrise a quella domanda. In quel momento, il carro attrezzi accostò davanti a loro. “Va bene, dato che è qui io vado.”

“Grazie mille per avermi aiutato.” fece una piccola pausa. “Sto studiando per gli esami però posso prendermi un sabato sera libero, oltre al giro in moto potrei offrirti qualcosa da mangiare.”

“Ci sto.” Chanyeol sorrise e cominciò a rimettersi i guanti. “Ci si vede.”

“Allora?” urlò l’uomo che era alla guida del carro attrezzi. “Lo vogliamo spostare questo catorcio o no?”

 
Quel sabato

 
“Sicuro di non voler mangiare niente?”

“Mamma, ho detto no, mangerò fuori.” disse Baekhyun, prendendo un sorso dalla bottiglia d’acqua. “Forse faccio tardi.”

 
“Stai attento.” rispose la donna mentre lo guardava allontanarsi verso la porta. “E non prendere fredd-.”
 
“Ciao!” esclamò, chiudendo la porta di legno dietro le sue spalle. Aveva chiesto a Chanyeol di parcheggiare un centinaio di metri più avanti perché non voleva che i suoi genitori si facessero i fatti suoi, doveva essere già lì a quell’ora. Avevano passato i tre giorni precedenti a messaggiare ed era emozionato di uscire, dopo tanto tempo, con un ragazzo. Doveva ammettere di non avere alte aspettative, non credeva che sarebbe successo qualcosa di eclatante tra di loro, però provava indubbiamente attrazione nei suoi confronti, questo era palese – doveva conoscerlo meglio per verificare che l’attrazione fisica corrispondesse a quella mentale. Mentre continuava a pensare a quelle cose, scorse le luci posteriori della moto del minore illuminate di rosso e lo riconobbe subito. “Hey.” disse, una volta che fu abbastanza vicino.

“Ciao.” Chanyeol indossava una maglietta a maniche lunghe scura e dei jeans neri, aveva i capelli mossi quella sera. “Tieni.” gli passò un casco. “Le protezioni sono la cosa più importante.” disse, indossando egli stesso il suo.

Ridacchiò e se lo mise in testa, stava avendo difficoltà ad allacciarlo quindi il più alto lo aiutò. “Grazie.” rispose. “Andrai piano?”

“Sì. Puoi reggerti a me se hai paura.” si mise in moto e aspettò che Baekhyun fece lo stesso. Si sentiva a disagio ad abbracciarlo in quel modo, però non aveva intenzione di stare seduto su quell’aggeggio senza reggersi da qualche parte, per cui mise subito le braccia intorno al suo corpo. “Non stringere troppo e non farmi il solletico.”

“Scusa.” borbottò, adagiando il casco pesante sulla sua schiena. “Non guardo, dimmi quando siamo arrivati.” sussultò non appena Chanyeol mise in moto.

“Arriveremo in un attimo, solleva i piedi.” disse ad alta voce, per poi partire. Stava davvero andando piano, per quel motivo Baekhyun riuscì a rilassarsi e a guardare l’ambiente circostante senza troppa paura. Non sapeva dove lo stava portando ma in quel momento era più emozionato di prima, non vedeva l’ora di sedersi a un tavolo insieme a lui per parlare insieme. Rimasero in periferia ma raggiunsero comunque un quartiere più frequentato, Baekhyun non lo conosceva molto bene, infatti non era mai stato nel ristorante davanti il quale Chanyeol aveva parcheggiato. Il minore si fermò e sistemò la moto, poi scese, seguito dall’altro. “Com’è stato?”

“Divertente.” rispose, togliendosi il casco. “Davvero, è stata una figata, guidi in modo molto delicato.”

“Lo prenderò per un complimento.” guardò poi l’entrata del locale. “Ci sei mai stato? Si mangia bene, ci vengo spesso quando passo di qui per tornare a casa mia e ho fame.”

“Non ci sono mai stato.” rispose lui. Si sedettero insieme a un tavolo fuori, c’era pochissima gente e l’atmosfera era calma e tranquilla. Chanyeol aveva uno strano sorriso stampato sul viso e continuava a guardare il maggiore. “Che c’è?”

“Niente, è che mi abbracciavi davvero forte mentre eravamo in moto, avevi paura?”

Diventò rosso e si nascose dietro il menù. “Veramente no, è che mi piace il contatto fisico.”

“Davvero? Lo terrò a mente.” disse, portando Baekhyun ad arrossire maggiormente. “Io penso prenderò della carne di maiale, tu?”

Dopo aver finito di cenare passarono in resto della serata a chiacchierare e a fare dei giri del quartiere in moto, e una volta che Chanyeol riportò l’altro a casa si promisero di vedersi ancora.
  
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