Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: killian44peeta    10/07/2020    0 recensioni
Da Capitolo 28
- Ha provocato l'effetto farfalla. Un unica scelta che ha già scombussolato l'intero sistema-
-Scusami- faccio, abbastanza seccato, davanti allo stregone albino -Ma di cosa cavolo stai parlando? Effetto farfalla? E come mai anche tu sai e non hai mai fatto niente?-
-Non ho mai potuto. Ma ora tutto è cambiato.-
-Io non vedo nessun cambiamento, se devo dirlo- asserisco con stizza, facendo ruotare nella mia mano il coltello di riserva che avevo, fin dall'inizio, nascosto nella tasca.
"Avrò mandato al diavolo il fucile, la pistola e molto altro, ma almeno questo c'è ancora"
- Te le cedo-
-Cosa mi cedi? Potresti essere leggermente più chiaro invece di farmi scannare la testa con le tue frasi da... Visionario? No, cioè, seriamente! Non sono stupido, magari un po' giù di testa, ma non stupido... Però non ci capisco un fico secco di quello che stai dicendo, davvero. Perciò, vorresti farmi cortesemente il piacere di tradurre?-
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Natalie
 

Non avevo la più pallida idea sul perché lo stessi aiutando.

Afferrare il suo braccio mi era venuto totalmente istintivo e non capivo neppure il senso, contando che neppure dieci minuti prima o poco più ero stata totalmente decisa a non voler aiutarlo sul serio, soprattutto per via di ciò che avevo comprato insieme ai vestiti.

Semplicemente, nel momento in cui quella bambina si era fermata, avevo sentito qualcosa di strano.

Che forse avessi paura che il killer attaccasse la bambina ed il padre? Era per questo?

"Probabile" mi dissi, continuando comunque a correre, stringendo i denti e in contemporanea anche la presa sulla stoffa della sua manica, come se temessi sfuggisse per fare proprio ciò che non volevo facesse.

Attaccare dei passanti? No, non glielo avrei permesso.

Continuammo, entrambi, a correre fino ad essere privi di fiato, distanti abbastanza dalla folla di persone e non troppo lontani dall'appartamento di salvataggio.

Mancava poco, veramente poco.

Rallentammo decisamente di molto il passo e non potei fare a meno di notare come il corvino continuasse a guardarsi a destra e manca come un animale braccato, così in allerta da mettermi in ansia.

Raggiungemmo la meta scelta dopo minuti e minuti passati a camminare, con un silenzio totale attorno che trovavo abbastanza pesante se dovevo dirlo.

L'appartamento sorgeva davanti al mio sguardo come acqua fresca dopo aver attraversato un deserto.

Infilai la chiave e in pochi secondi fummo entrambi dentro, lui che sfilava rapidamente occhiali e cappello, lasciando scivolare fuori la chioma scura, lasciando che la propria schiena si scontrasse con la parete, emettendo un mugugnare basso ed incomprensibile.

-Sono pronta alla tua spiegazione- asserii - Ma prima permettimi di andare a mettere i tuoi vestiti in bagno, sono talmente tanto sporchi che probabilmente potrebbero macchiare l'interno della mia borsa. E anche tu probabilmente hai bisogno di un bagno- aggiunsi, portandolo a guardarmi con un che di nettamente poco convinto.

Avevo bisogno di tempo, un po' di tempo per mettere in ordine l'idea generale nelle sue tempistiche e tutto quello che era accaduto

Il suo sguardo parve tornare in maniera parecchio inquietante a quello sguardo iniziale, quello che avevo visto quando lo avevo trovato accasciato su sé stesso in quella posizione fetale che, di colpo, sembrava un immagine incapace di staccarsi dalla mia testa.

-Dove sarebbe dunque la doccia?- chiese con voce piatta, fredda e parecchio vuota rispetto al tono sarcastico con cui mi aveva parlato in precedenza.

Glielo indicai con la mano, mostrandogli poi il salotto, ovvero dove lo avrei aspettato in seguito alla conclusione della sua doccia.

Lui sparí in un bagno, io rapidamente entrai nell'altro, pronta a piazzare gli abiti nella vasca, sperando ci potesse essere qualcosa per il sangue secco che non equivalesse al dover strofinare troppo a lungo: dopotutto dovevo avere una sorta di alibi per non portarlo a sospettare troppo.

Speravo vivamente di non essere sembrata troppo "accomodante", altrimenti i sospetti se li sarebbe sicuramente fatti.

In parte ne dubitavo, anche perché sennò avrebbe già dovuto fuggire, no? Scappare via, portando il mio piano ad un punto morto, seppur non del tutto, anche perché ero a casa, quindi potevo salvare ed uscire, proprio come avevo smaniato da tutto il pomeriggio.

Mi ritrovai ad aprire il quaderno per l'orario, leggendo un venti e dieci che mi lasciava abbastanza sorpresa, ma non troppo.

Il cielo aveva infatti preso ad oscurarsi sempre di più, cosa che notai dalla finestra del bagno, risultando di un blu che sfumava nell'azzurro scuro, percorso solo da qualche nuvola grigiastra.

Portai la mano alla tasca, tirando fuori delicatamente l'acquisto.

Era una sorta di bottone che, se schiacciato, mandava un allarme che potevano captare solo gli agenti di guardia di questo gioco, ovvero coloro che cercavano il killer da chissà quanto tempo, senza riuscire a catturarlo.

Una volta suonato, gli uomini si sarebbero precipitati qui, circondando la casa e facendo irruzione.

Questo, ovviamente, solo se lo premevo.

Nella tasca lo avevo messo in verticale, così che non provocasse spessore e che la stoffa non andasse a premere sul bottone prima del previsto.

Prima avrei ascoltato il killer, come avevo promesso, poi avrei tirato fuori una scusa per tornare in bagno e suonarlo al momento opportuno, così lo avrebbero preso e... Beh, forse... Forse il gioco avrebbe smesso di comportarsi in una maniera simile?

Che fosse lui la causa delle 'morti' di Max, Nicholas e che avesse poi inserito qualche virus?

No, in parte non aveva senso questo ragionamento e decisamente me ne rendevo conto io stessa.

Cioè, uno era morto per colpa di una trave... E se avesse avuto poteri simili nel gioco, molto probabilmente non avrebbe... Non avrebbe avuto quello sguardo.

Mi bloccai di colpo, come risvegliandomi da una trance.

"Ma che diavolo sto pensando? Scema, Natalie. Quello è un killer. Non farti influenzare"

Appoggiai il pulsante sul mobile, prendendo un grande, grosso respiro, schiaffeggiandomi le guance e andando alla ricerca di qualcosa che potesse rimuovere le macchie di sangue secco, trovando poco altro che candeggina e un boccetto strano verde di cui cercai l'etichetta.

"Ah. Eccolo. A quanto pare c'era sì. Hanno organizzato tutto con cura, eh, i creatori"

Lo versai, spargendolo poi con una spugnetta nei punti rovinati, ovvero praticamente ovunque.

E mentre lo facevo, notai la borsa sul mio fianco che prendeva ad illuminarsi.

Battei le palpebre, confusa, andando a prendere il quaderno, il quale rivelò avere una missione.

L'ultima che gli avevo visto era stata quella di Philip, anche se non si poteva definire una vera e propria missione, mentre la penultima era stata con la morte di Max, quindi iniziai a sentirmi vagamente tesa.

Una volta tirato fuori il quaderno , lo aprii, cercando la pagina in cui vi doveva essere scritta la richiesta del gioco.

Appena la trovai, vidi un grosso sei scritto in rosso, accompagnato ad una scritta che mi lasciò letteralmente senza parole e soprattutto senza fiato.

"Eh? Cosa? Ma..."

Provai a tirarmi un pizzicotto da sola, con l'unico risultato che nulla cambiò.

Quella scritta era davanti ai miei occhi in uno stampatello che era impossibile da confondere.

Anche uno mezzo cieco avrebbe potuto capirlo per quanto la scritta era grande.

Ciò che il quaderno mi chiedeva... Era un messaggio con una sola parola.

Uccidilo

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: killian44peeta