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Autore: Piumadoro    10/07/2020    0 recensioni
"E la baciò..."
Siamo al quinto anno. I Malandrini stanno crescendo, la vita diventa più complicata e i sentimenti più profondi.
Quest'anno qualcosa cambierà.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nonostante i Malandrini avessero appena creato la Mappa più geniale al mondo, essa fu lasciata in disparte per una settimana intera; i cinque erano troppo impegnati ad usare ogni secondo libero per studiare. Gli esami si avvicinavano sempre di più e ormai i professori avevano smesso di assegnare compiti e utilizzavano le ore di lezione per ripassare gli argomenti che credevano sarebbero stati tema d’esame. Gli studenti del quinto e del settimo anno sembravano letteralmente impazziti; alcuni si chiudevano semplicemente in biblioteca dalla mattina alla sera, altri invece si lasciavano prendere dal panico estraendo i libri dalle borse in qualunque momento, altri ancora cedevano a brutte abitudini che agitavano gli altri studenti come fare domande invadenti o chiedere informazioni in continuazione.  

RemusRemus! So che hai i voti più alti in Difesa Contro le Arti Oscure nella parte teorica, puoi dirmi le abitudini dei Berretti Rossi?” Un Tassorosso bloccò Remus mentre, insieme ai Malandrini, cercava di raggiungere il tavolo per la colazione.  

“Oh si certo, i Berretti Rossi tendono a essere crudeli, soprattutto se privati dei pasti, e uccidono a sangue freddo.” Replicò Remus sarcastico. Come spesso succedeva il ragazzo non captò la vera intonazione del Malandrino e si scrisse quanto detto su un foglio prima di sparire.  

“Più che il comportamento da Berretto Rosso sembra un comportamento da Lupo Mannaro...” Scherzò Sirius 

“Taci.” Sbottò James lanciando un’occhiata preoccupata al tavolo di Serpeverde. 

“Che c’è? Hai paura che qualcuno sappia del Piccolo Problema Pelos...” Continuò Sirius sorridente ma James gli rifilò una gomitata tra le costole che lo zittì proprio mentre Severus e alcuni suoi “amici” passavano loro accanto. 

Purtroppo per lui, Severus decise di girarsi verso i Malandrini incuriosito dai loro discorsi, e ancora peggio decise di lasciarsi andare ad un sorrisino.  

James ci mise un secondo, Star riuscì a malapena a vederlo prendere la bacchetta e non poté fare a meno di pensare a quanto suo fratello fosse diventato abile. Un battito di ciglia più tardi Mocciosus era sdraiato a terra in una pozza di liquido scivoloso e maleodorante. La risata prodotta da Sirius era talmente sguainata da sembrare un latrato e Star si convinse che era l’espressione di odio sul volto di Mocciosus a farla sentire così euforica e non il ragazzo dagli occhi grigi che finalmente abbandonava un po' della sua cupezza. Severus si alzò con uno sguardo pieno d’odio. 

“Sei un mostro!” Esordì poi, ma a sorpresa di tutti non stava guardando James o Sirius, bensì Remus. Lui sapeva. 

“No, no, no, non hai capito bene....” Star si fece avanti tranquilla mentre dietro di lei il battito dei suoi amici era accelerato fino a raggiungere le classiche frequenze della colpa. “... mi stupisce che tu abbia dei voti così buoni in Difesa Contro le Arti Oscure quando non hai capito nemmeno il concetto di base, vedi: Remus è una brava persona, gentile e onesto, tu sei un mostro, tu usi le Arti Oscure, e tu sei quello da combattere. Ora sparisci dalla mia vista, tu e la pozza di sporcizia che ti porti dietro.” 

Forse era per via del tono di Star, o forse perché non aveva altro da replicare, o magari perché i professori avevano iniziato a fissarli dal loro tavolo, comunque sia Severus girò sui tacchi e raggiunse un gruppo di studenti dall’aria poco raccomandabile. Star li tenne d’occhio mentre guidava i suoi amici verso un posto a sedere al tavolo dei Grifondoro; stavano chiaramente architettando qualcosa e le bastò lo sguardo che Alastor, seduto a poca distanza da Severus, le lanciò per capire che era sicuramente qualcosa di brutto.  

Severus sospetta qualcosa.” Commentò Remus atono, anche lui stava guardando verso il tavolo dei Serpeverde. “E’ per questo che vi state comportando in modo così orribile con lui.” 

Mocciosus non sospetta niente, gli piace solo ficcare la sua lunghissima appendice nasale negli affari altrui.” Sbottò James. 

“Forse non è nemmeno colpa sua, magari con il naso che si ritrova diventa inevitabile ficcarlo negli affari degli altri.” Borbottò Sirius con un ghigno.  

Peter e James risero.  

“Non facciamoci distrarre da certe cose, manca meno di una settimana agli esami e il primo è Storia della Magia.” Ricordò loro Star sperando che l’argomento interessasse Remus. 

“Dovremmo studiare molto oggi.” Propose Remus. 

“Dovremmo far in modo che nessuno possa ficcare il naso nella nostra mappa.” Realizzò invece James. 

“E’ protetta da una parola d’ordine.” Gli fece notare Peter. 

“Si, ma non basta...” Ribadì James. 

“Potrebbe insultare chiunque sbagli la parola d’ordine, questo dovrebbe far smettere alle persone di provare ad indovinarla.” Buttò lì Sirius. 

“Geniale!” Si esaltò James, afferrò un panino e partì di corsa fuori dalla Sala. 

I suoi amici lo seguirono di controvoglia. Passarono tutta la pausa pranzo a cercare un incantesimo adatto e ben presto si appassionarono al tentativo di James. Infondo serviva anche un incantesimo che permettesse alla mappa di rivelare le parole d’ordine dei passaggi segreti. La Mappa doveva essere perfezionata. Continuarono a parlarne anche durante le lezioni del pomeriggio e ben presto l’episodio di quella mattina fu dimenticato.  

Quella sera i Malandrini si radunarono nella Stanza delle Necessità per concludere il loro lavoro.  

“Ok, l’incantesimo per i passaggi segreti è fatto, ora basterà avvicinarsi ad un passaggio con la mappa aperta ed essa ti dirà cosa fare. Ora dobbiamo solo aggiungere l’incantesimo per gli insulti.” Ricapitolò James. 

“Oh, faremo un insulto personalizzato per Mocciosus?” Chiese Peter entusiasta. 

“Ma certo! Cosa vuoi dire al nostro amico MocciosusLunastorta?” Domandò James. 

“Perché devo iniziare io?” Si agitò Remus. 

“Perché il tuo nome è il primo nella mappa.” Gli ricordò Sirius. “E lo hai deciso tu.” 

“Ok, ok. Che vorrei che tenesse il suo naso fuori dagli affari altrui, va bene?” Sbottò Remus. 

“Sono lieto che concordi con me. Quindi io concorderò con te.” Decretò James. “E poi gli dirò che è un brutto idiota.” 

“Io mi stupirò che un tale imbecille sia riuscito a fare qualsiasi cosa, anche entrare ad Hogwarts.” Aggiunse Sirius. 

“Io gli dirò di lavarsi i capelli e che è uno sporcaccione.” Intervenne Peter emozionato.  

“Sporcaccione, che parola pesante.” Lo prese in giro James ma scrisse lo stesso il tutto su un foglio a parte. “Star?” 

“Io gli ricorderò che il suo atteggiamento lo porterà ad essere solo e senza amici, o forse la sua scarsa pulizia, chi lo sa.” Concluse la ragazza sedendosi comodamente su una poltrona.  

“Ok, per fare questo incantesimo dovrete pensare ad alcuni insulti che direste a chiunque sbagli la parola d’ordine della Mappa, il tutto mentre pronunciamo le parole magiche.” Spiegò James posizionando la Mappa aperta su un tavolo con accanto la formula ben ricopiata.  

Lessero insieme il foglio ad alta voce e un lieve bagliore confermò loro di essere riusciti nell’intento. James chiuse la Mappa e ne fece sparire i disegni, dopo di che la passò a Peter. “Prova una parola a caso.” 

“Bungalow.” Disse quello puntando la bacchetta contro la pergamena, subito dell’inchiostro apparve sulla superficie.  

“Il signor Codaliscia si stupisce per la tua stupidità, ma ammette anche che il signor Ramoso ha scelto una parola d’ordine impossibile da ricordare correttamente.” Lesse Sirius, poi ridacchiò. “Non è male. Si può fare di meglio.” 

Per il resto della serata si divertirono a farsi insultare a turno dalla Mappa, e quindi tecnicamente da loro stessi. Era certamente un passatempo stupido e non avrebbe giovato al loro programma di studio, ma Remus rideva di cuore ogni volta che la Mappa faceva apparire una nuova frase, il che andava bene, davvero bene.  

I Malandrini recuperarono le ore perse durante la settimana di studio più infernale mai passata prima. Per non farli sentire soli Star aveva preso, con il permesso di Silente, alcuni libri dalla sezione proibita che contenevano incantesimi talmente complessi che nessuno era riuscito a eseguirli in modo corretto, rendendoli leggende più che vere informazioni. Eppure la ragazza adorava studiarli nei minimi dettagli e James era certo che alla prima occasione li avrebbe provati tutti.  

La domenica prima dell’esame la passarono nel parco, sotto una betulla in riva al lago, ripassando tranquillamente tutti gli argomenti di Storia della Magia. Remus si stupì di quanto potessero apprendere James e Sirius se profondamente motivati. Erano sicuramente il gruppetto più rilassato e quando si furono stancati di studiare James e Sirius si sfidarono ad un duello amichevole e divertente dal momento che decisero di usare solo Incantesimi che non contenessero la lettera S. Salirono alla torre per poggiare le borse prima di cena con i sorrisi sulle labbra e uno strano senso di emozione addosso. Non appena varcarono la soglia, però, tutto cambiò. Il dormitorio maschile del quinto anno era sottosopra, come se qualcuno avesse cercato in fretta e furia qualcosa di molto importante. 

“Ma che bolide è successo?” Sirius si diresse subito verso il letto di Remus a cui erano state strappate le tende e cercò di rimettere il materasso, che si trovava stranamente sotto la struttura del baldacchino, al suo posto originale, ma quello non si mosse.  

“È fissato con la magia.” Commentò James corso in suo aiuto.  

“Non si sposterà...” Mormorò Remus, era pallido in volto, ma la cosa peggiore era il suo sguardo di triste rassegnazione, come se fosse abituato a trattamenti simili. 

“Come scusa?” Fece James perplesso. 

“L’hanno messo lì appositamente per me.... vogliono che dorma sotto il letto... come un mostro.” Sussurrò il giovane, il suo tono era talmente calmo che faceva solo aumentare la rabbia nei suoi amici.  

Il primo ad esplodere fu Sirius. “Io li ammazzo!” Ruggì strattonando il materasso che non si mosse, il ragazzo estrasse la bacchetta e la puntò ripetutamente sul letto finché alla fine non riuscì a riportare tutto alla normalità. 

“Grazie... ma ora calmati.” Lo pregò Remus 

“Nessuno di noi dovrebbe calmarsi. È inaccettabile.” Sbottò James.  

“Non si sarebbero dovuti comportare così.” Concordò Peter.  

“Era questo... stavano architettando questo...” Borbottò Star prima di rimettere la stanza in ordine con uno schiocco di dita.  

“Perché non ci hai detto cosa stavano pensando? Leggi nella mente delle persone, no?” La aggredì Sirius. 

Avery e Nott sono così stupidi che leggere nella loro mente equivale a farsi sparare contro parole casuali senza alcun senso. Invece Mocciosus studia Occlumanzia da quando Lily si è lasciata sfuggire che so leggere nel pensiero.” Spiegò Star.  

“Potevi impegnarti di più.” Replicò Sirius 

“Certo, avrei potuto forzare la mente di Severus così lo avrei reso sempre più bravo a bloccarmi fuori dalla sua mente. Non mi sembra una buona idea.” Ribatté lei. 

“Avresti potuto evitare tutto questo!” Insistette Sirius. 

“Finitela.” Li zittì James. “Peggiorate solo la situazione.” 

I due litiganti si voltarono verso di Remus, seduto sul suo letto con un’aria talmente afflitta da ferire anche il cuore più duro.  

“Non devi badare a quegli idioti, Rem. So che è difficile, so che le loro voci ti entrano nella testa e sembrano non uscirne più, ma non deve importarti di cosa dicono le persone a cui non importa di te.” Star si sedette accanto al suo amico e lo abbracciò. 

“Ha ragione, sai?” Proseguì James. “Noi sappiamo chi sei, e non crediamo che tu sia un mostro.” 

“Questo perché mi volete bene.” Mormorò Remus 

Bhe, è proprio questo il punto, no? Noi ti vogliamo bene, e tutte le persone che ti vorranno bene la penseranno come noi. Quindi perché preoccuparsi degli altri.” Aggiunse Sirius 

“Io ho paura di tutto ma non ho paura di te, quindi non credo che tu sia un mostro, nessuno che ti conosce abbastanza lo crederà mai.” Concluse Peter. 

Remus si guardò attorno commosso. “Cosa dovrei fare se lo sapessero tutti?” 

“A parer mio potresti fingere di trasformarti ogni volta che qualcuno ti dà fastidio. Credo che la tua vita risulterebbe estremamente più semplice se lo sapessero tutti.” Scherzò James.  

“Potresti farti portare della cioccolata per placare la tua fame, e la gente lo farebbe, in qualunque momento!” Realizzò Peter. 

Il pensiero di studenti e professori che porgevano tavolette di cioccolata a Remus inchinandosi a lui con aria reverenziale era abbastanza divertente da farli scoppiare a ridere nonostante tutto.  

“E voi resterete con me?” Chiese Remus, già più sereno. 

“Ovviamente, avrai bisogno di aiuto per mangiare tutta quella cioccolata.” Commentò Star.  

Fresche risate riempirono di nuovo la stanza.  

“Fino alla fine.” Rispose James convinto fissando il suo amico negli occhi ambra.  

“Sembra piuttosto macabro.” Ridacchio Remus. “Ma grazie, grazie a tutti.” 

“Ora scendiamo a cena, ho sentito che poi arriveranno gli Esaminatori, sono curiosa di vedere che aspetto hanno.” Li incitò Star. 

I cinque amici scesero sereni verso la Sala Grande e si godettero una cena allegra e spensierata, a dispetto del gruppetto di Serpeverde che li fissava perplesso dalla loro reazione. Gli esaminatori, un gruppo di persone piuttosto anziane, fecero il loro ingresso nella Sala guidati da Silente che allegramente indicava loro varie finestre raccontandone la storia. Il gruppo si sedette al tavolo dei professori e cominciò a cenare scrutando i presenti.  

“Ok, ora sono in ansia...” Mormorò Remus fissando un esaminatore dall’aria piuttosto severa. “Spero che quello non segua Pozioni.” 

Star trattenne una risatina. 

“Oh, è di Pozioni, vero?!” Comprese Peter sconsolato estraendo subito il suo volume di Pozioni.  

I Malandrini, come molti altri studenti del quinto e settimo anno, decisero di andare a letto presto, nonostante poi rimasero quasi tutti svegli a fissare il soffitto e ripassare mentalmente le date delle Guerre dei Goblin.  

Star, stesa nel suo letto, cercava di ignorare Sophia e Ann che svolgevano alcuni esercizi di respirazione e rilassamento e anche il continuo mormorare di Lily e Jane che ripetevano secoli di Storia della Magia. Si ritrovò a pensare a come era stato facile attirarsi le ire di Sirius quel giorno, e si chiese se sarebbero mai andati veramente d’accordo. A volte le sembrava che lui a  malapena la sopportasse; figuriamoci amarla! Con questa amara sensazione Star chiuse gli occhi abbandonandosi ad un sonno agitato.  

Il mattino dopo nessuno studente del quinto anno sembrava particolarmente loquace, ancor meno quelli del settimo. Dopo colazione dovettero aspettare nell’ingresso e vennero poi richiamati in una Sala Grande completamente trasformata: i lunghi tavoli avevano lasciato posto a file ordinate di banchi. Gli esaminatori li fissavano silenziosi in piedi in fondo all’aula e la professoressa McGranitt fece una cosa mai vista: sorrise incoraggiante.  

Gli studenti vennero fatti sedere in ordine alfabetico ma i posti vennero assegnati in ordine sparso,  Star provò un po' di compassione per i ragazzi del settimo anno che avrebbero dovuto attendere la fine del loro esame per iniziare, lei si sentiva così felice di essere sul punto di liberarsi della prima materia. La professoressa McGranitt ripeté le regole degli esami ricordando a tutti che fogli e penne erano incantate per evitare imbrogli e poi ricordò a tutti il tempo disponibile, infine con un colpo di bacchetta fece iniziare a scorrere la sabbia all’interno di una grossa clessidra, l’esame era iniziato.  

James era seduto in prima fila e avrebbe tanto voluto voltarsi a guardare Sirius che aveva preso posto quattro banchi dietro di sé, ma pensò non avrebbe dato una buona impressione agli esaminatori, così cominciò a leggere le domande; erano difficili, ma non impossibili. Storia della Magia non era molto importante per diventare un Auror ma non conoscere guerre e leggi non avrebbe fatto una buona impressione al Ministero, così James si dette da fare senza sapere che dietro di lui Sirius stava facendo lo stesso per lo stesso motivo.  

Star contava le file tra una domanda e l’altra, riusciva a richiamare le informazioni necessarie in modo talmente specifico che si domandò quanti degli avvenimenti spiegati a lezione le Deran avessero vissuto in prima persona. Notò che trovarsi nell’ultima fila proprio alla sinistra di Remus non doveva essere una coincidenza; era evidente che i professori avevano pensato attentamente alla disposizione dei banchi in modo da avere le persone più inclini all’imbroglio a portata di sguardo. Si sentì per questo piuttosto offesa di vedere James più avanti di Peter, insomma, Peter! Il ragazzo grassottello si trovava di fronte a lei, cinque banchi più avanti, quindi in terza fila, e stava già cercando di sbirciare dal suo vicino. James e Sirius erano davanti a Remus, e anche il fatto che Sirius fosse stato posizionato quasi nelle ultime file la sorprese, poi il suddetto ragazzo si appoggiò con nonchalance allo schienale della sedia e prese a guardarsi intorno sereno. Remus aveva obbligato tutti ad indossare la divisa al meglio ma chissà quando Sirius si era tirato su le maniche ad altezze differenti e emanava la sua solita aria sbarazzina che lo rendeva ancora più attraente, come se il fascino della sua sicurezza non fosse abbastanza. Solo in quel momento realizzò che dietro di lui sedeva una Corvonero che sembrava combattuta tra il fare l’esame migliore dell’anno o il fissare i capelli neri come l’inchiostro di Sirius con aria trasognata.  

“Quella brutta...” Sbottò Star. 

Shh!” Le intimò Remus teso lanciando uno sguardo rapido agli esaminatori che ora tenevano gli occhi fissi su di loro.  

rifletté Star tornando a rispondere alle domande.  

Dal momento che Storia della Magia era solo pratico al pomeriggio era stato inserito l’esame di Babbanologia, di conseguenza i Malandrini furono costretti da Remus a mettersi a ripassare non appena finito il primo compito.  

Il giorno dopo, martedì primo Giugno, gli studenti affrontarono l’esame di Incantesimi, la parte teorica fu piuttosto semplice, soprattutto per chi aveva passato gli ultimi mesi a leggere libri di Incantesimi avanzati per rendere spettacolare una certa Mappa. Dopo pranzo vennero radunati nella stanzetta adiacente alla Sala Grande e successivamente chiamati a gruppi di quattro in ordine alfabetico. Sirius era nel secondo gruppo e uscì dalla stanza lanciando un sorriso ai suoi amici. 

“Dannato Black. Sorride come se stesse andando in vacanza, solo perché per lui è tutto facile! Ma avete visto quanto è migliorato in Incantesimi? Avresti dovuto dare ripetizioni anche a me, Star.” Borbottò Remus strofinandosi le mani nervoso. Peter continuava a passare il suo peso da un piede all’altro quasi come se dovesse andare in bagno.  

“Stai tranquillo, Rem, andrai benissimo, e non ti ho dato ripetizioni proprio perché non ne avevi alcun bisogno.” 

“Vorrei crederti.” Mormorò il giovane.  

Sirius, come gli altri studenti, non tornò nella stanzetta dopo l’esame e quindi non ebbero occasione di chiedergli come era andato. Poco dopo Remus fu chiamato e nel turno successivo anche Peter. Star e James erano ovviamente nello stesso gruppo, la ragazza sorrise al pensiero che sulla carta il suo cognome fosse Potter, checché ne dicesse la McGranitt 

“La professoressa Marchbanks ti aspetta, cara.” Le riferì Vitious, evidentemente pronto a fare un’ottima figura. 

Star si avvicinò all’anziana signora. “Mi è stato riferito che lei ha dei particolari poteri che le riesce meglio esercitare senza bacchetta, quindi può farne a meno se vuole.” Annunciò subito quella con aria severa. 

“La ringrazio, ma posso farcela anche con la bacchetta.” Replicò Star cortese estraendo il legnetto dai suoi capelli, lo chignon disordinato si sciolse in un secondo e l’esaminatrice la fissò con una certa soddisfazione; probabilmente non approvava chi sceglieva la via facile.  

Gli incantesimi richiesti erano piuttosto semplici all’inizio e Star fu felice di notare che sia a lei che a James gli esaminatori chiesero qualcosa in più.  

“Credo che sia andata benissimo.” Commentò Star uscendo dalla Sala accanto a suo fratello. 

Mocciosus ha sbagliato l’incantesimo allungante! Che perdente!” Gioì James. 

“Questo perché è nel programma del sesto anno, gli daranno comunque il massimo dei voti, ma sicuramente a noi daranno un riconoscimento maggiore.” Gli fece notare Star. 

“Oh, eccovi!” Remus li raggiunse di corsa seguito da Sirius e Peter. “Domani c’è Trasfigurazione e, James, devi spiegarmi tutto.”  

L’esame di Trasfigurazione pratico fece prendere a James una sicurezza tale che si voltò più volte a sorridere a Sirius, un poco più in difficoltà su alcune domande. Remus era molto teso ma Star era certa che avesse scritto il necessario per prendere un ottimo voto.  

L'esame pratico fu interrotto per qualche minuto dal momento che Sophia aveva riempito di piume il suo esaminatore. Alla fine Star si godette il trionfo di James che accanto a lei trasfigurò il suo stesso naso più volte.  

“Sei stato grandioso!” Si complimentò Star con lui mentre raggiungevano i loro amici. 

“Lo so!” Si esaltò James, sembrava davvero sodisfatto di sé e se lo meritava. 

Le giornate si erano fatte molto lunghe e calde così anche quel giorno ripassarono sotto la betulla per l’esame di Erbologia. Nessuno di loro era un asso in quella materia, forse Peter era quello che se la cavava meglio. Ma memorizzando le informazioni principali erano certi di poter ottenere almeno un “Oltre Ogni Previsione”.  

Il giovedì mattina gli studenti si preparavano all’esame di Difesa Contro le Arti Oscure. James e Sirius erano decisamente troppo felici, forse perché per loro era l’ultimo esame della settimana ed inoltre su una materia in cui entrambi eccellevano. In ogni caso anche Remus sembrava piuttosto tranquillo.  

Per l’esame pratico si ritrovarono seduti nei soliti posti, il sole entrava prepotente dalle finestre e per Star divenne estremamente difficile ignorare la Corvonero dietro a Sirius, la quale aveva rapidamente concluso l’esame e prima di correggerlo si era messa a fissare ostinatamente il ragazzo. Fu con estrema soddisfazione di Star che Sirius si voltò, una volta concluso l’esame, per regalarle un largo sorriso, e Star rispose con entusiasmo assicurandosi che la Corvonero vedesse tutta la loro intesa. Anche James e Remus conclusero presto il compito, James si voltò verso Sirius e i due si sorrisero complici. Sirius spostò il peso mettendo la sedia in equilibrio sulle gambe posteriori e Star si dovette costringere e a smettere di guardare come i capelli gli ricadevano sugli occhi in modo così naturale e distratto e elegante e … una domanda sui Lupi Mannari! 

James rimase incantato per svariati minuti a fissare i rossi capelli di Lily prendere vita propria sotto i raggi del sole estivo, era così bella mentre rileggeva il suo tema concentrata al massimo. Senza rendersene quasi conto il ragazzo prese a scribacchiare le iniziali di lei sulla pergamena di riserva accanto al disegno di un boccino che aveva tracciato poco prima.  

“Giù le piume!” Squittì il professor Vitious. “Anche tu, Stebbins! Per favore, restate seduti mentre raccolgo i compiti! Accio!” Il peso delle pergamene era evidentemente troppo per il piccolo professore che cadde all’indietro e due razzi in prima fila furono obbligati ad aiutarlo. “Grazie...grazie. Molto bene, potete andare!” 

James realizzò solo in quel momento ciò che aveva scritto e lo cancellò rapidamente prima di ficcare piuma e pergamena nella sua borsa. 

“E’ stato grandioso.” Commentò Sirius quando James gli si avvicinò, attesero Star, Remus e Peter e uscirono insieme dalla Sala.  

“Ti è piaciuta la domanda numero dieci, Lunastorta?” Chiese Sirius 

“Eccome.” Rispose allegramente Remus. “Indicate i cinque segni che identificano un Lupo Mannaro. Un’ottima domanda.” Era bello vedere che dopo il loro discorso di domenica Remus prendesse con molta più leggerezza la sua situazione. 

“Credi di essere riuscito ad individuarli tutti e cinque?” Scherzò James fingendosi preoccupato.  

“Credo proprio di si.” Replicò serio Remus, il rumore attorno a loro era tale che non correvano rischi. “Uno: è seduto sulla mia sedia. Due: indossa i miei vestiti. Tre: si chiama Remus Lupin.” 

Risero tutti tranne Codaliscia 

“Non hai scritto tutti e cinque i punti ma credo che te la abboneranno.” Disse Star scherzosa, poi notò Lily poco più indietro. “Vi raggiungo dopo.” Li avvertì prima di tornare sui suoi passi per raggiungere l’amica.  

“Io ho indicato la forma del muso, le pupille e la coda a ciuffo.” Disse Peter ansioso. “Però non mi è venuto in mente altro.” 

“Ma quanto sei zuccone, Codaliscia?” Sbuffò James. “Corri in giro con un Lupo Mannaro una volta al mese...” 

“Abbassa la voce.” Lo implorò Remus con un pizzico d’ansia. 

“Secondo me l’esame era una sciocchezza. Mi stupirei se non prendessi come minimo Eccezionale.” Commentò Sirius mentre uscivano all’aria aperta. 

“Anch’io.” James infilò una mano in tasca e ne estrasse un Boccino d’Oro piuttosto agitato. 

“E quello dove l’hai preso?” 

“Sgraffignato.” James prese a giocherellare con il Boccino prendendolo e riacciuffandolo in continuo. “Ho pensato che fosse più facile da controllare dei Bolidi.” 

“Ottima scelta.” Concordò Remus sollevato mentre Peter osservava il ragazzo con gli occhiali ammirato. 

Si diressero alla solita betulla e si stesero sull’erba all’ombra. James continuava a giocherellare con il Boccino, pensare a quello che avevano fatto i Serpeverde lo rendeva estremamente nervoso, per questo aveva rubato la pallina dorata, doveva distrarsi solo fino alla fine dell’esame pratico, poi avrebbe tranquillamente potuto ideare un piano per vendicarsi con l’aiuto di Sirius. Cominciò a prendere il Boccino in modi sempre più complicati e si passò la mano tra i capelli più volte mentre Peter lo applaudiva entusiasta.  

“Mettilo via, dai!” Sbottò Sirius, mentre James eseguiva un abile presa che fece produrre a Peter un gridolino eccitato. “Prima che il nostro amico se la faccia addosso.” 

James capì subito che anche Sirius era piuttosto nervoso quel giorno, starsene buono così a lungo doveva essere stato ancora più difficile per lui, soprattutto perché probabilmente continuava a chiedersi se anche suo fratello aveva fatto parte del gruppo che si era introdotto nel loro dormitorio. “Se ti dà fastidio.” Commentò infilando il Boccino di nuovo in tasca.  

“Che noia.” Sbuffò Sirius subito dopo. “Vorrei che fosse luna piena." 

“Tu forse.” Brontolò Lupin. “Domani io e Star abbiamo Antiche Rune, se ti annoi interrogami.”  

“Non se ne parla! Non so leggere quella roba non capiresti niente.” Borbottò il giovane Black.  

James notò che era tornato cupo di nuovo, una parte di sé sapeva che dipendeva dall’aver attaccato Star domenica, la stessa sera gli aveva chiesto cosa non andasse in lui, doveva conquistarla, non farla arrabbiare. Il giovane Potter non aveva saputo rispondergli, e fortunatamente gli esami lo avevano tenuto abbastanza impegnato da non pensarci più, ma ora avevano un lungo weekend davanti subito dopo l’esame pratico più facile per tutti loro, e Sirius iniziava a sprofondare nei suoi pensieri. “Questo ti tirerà su, Felpato...” Esclamò James individuando un capo espiatorio. “Guarda chi c’è...” 

Sirius voltò la testa e s’immobilizzò come un cane che annusa la preda. “Eccellente, Mocciosus.”  

I due amici si alzarono per andare incontro al loro nemico che stava tornando verso il Castello. Remus avrebbe tanto voluto dire ai suoi amici di non fare niente, che non gli importava, ma una parte di sé sapeva che non era vero, una parte di sé odiava Severus. Peter sembrava prepararsi ad una spettacolare partita di tennis e si era seduto comodo passando rapido lo sguardo tra i tre ragazzi in piedi a pochi passi da loro. 

“Tutto bene Mocciosus?” Chiese James ad alta voce. Severus fu rapido ad estrarre la bacchetta, ma non abbastanza rapido, e James usò appositamente un incantesimo verbale per disarmalo, era giusto che tutta la scuola vedesse quel verme umiliato, doveva provare la stessa vergogna che aveva provato Remus e che, James lo sapeva, provava ancora. Per questo godette della risata di Sirius quando la bacchetta del Serpeverde atterrò lontano da lui.  

“Impedimenta!” Enunciò Sirius facendo cadere Severus a terra lungo e disteso.  

Finalmente alcuni studenti si avvicinarono a loro, lo spettacolo poteva continuare. James lanciò un’occhiata di sbieco alle ragazze in riva al Lago, tra loro c’erano Star e Lily, entrambe non avrebbero dovuto vedere nulla.  

“Com’è andato l’esame, Mocciosus.” Domandò James al ragazzo ancora a terra.  

“Lo tenevo d’occhio, aveva il naso incollato alla pergamena.” Sogghignò Sirius. “Con tutto l’unto che ci ha lasciato non riusciranno a leggere una parola.” 

Molti ragazzi scoppiarono a ridere. Era facile portare dalla propria parte gli studenti quando si trattava di Severus e gli altri suoi amichetti, molti avevano sentito storie su chi si aggirava di notte ad esercitarsi nella magia oscura.  

“Aspetta...tu.” Ansimò Severus cercando di divincolarsi e alzando lo sguardo su James. “Aspetta... e vedrai!” 

“Aspettare cosa?” Chiese gelido Sirius, gli occhi così freddi. Remus sapeva che anche James si era accorto del cambiamento nel loro amico. “Che cosa farai, Mocciosus, ci userai per soffiarti il naso?” Proseguì Sirius, e i ragazzi sapevano che poteva solo peggiorare velocemente.  

Forse James avrebbe messo fine a tutto, se solo Severus non avesse iniziato ad insultare Sirius 

“Faresti meglio a lavarti la bocca.” Commentò James, freddo come Sirius. “Gratta e Netta.” 

Un attimo dopo una saponosa schiuma rosea eruttò dalle labbra di Severus, provocandogli conati di vomito, soffocandolo... 

“Lascialo STARE!” Gridò Lily avvicinandosi a loro a passo di carica.  

James e Sirius si voltarono verso di lei, Ramoso si passò rapido una mano tra i capelli, Felpato invece era concentrato a fissare Star qualche passo dietro la rossa, scalza e bellissima come sempre, ma anche furiosa.  

“Tutto bene, Evans?” Chiese James con la sua solita voce matura che tirava fuori quando si trovava di fronte a Lily.  

“Lascialo stare.” Ripeté la rossa disgustata. “Che cosa ti ha fatto?” 

Bhe...” Rispose James fingendo di ponderare la questione. “...è più il fatto che esiste, non so se mi spiego...” 

Parecchi studenti risero, ma non Remus o Lily e nemmeno Star. James però sapeva che sua sorella era a conoscenza del vero motivo per cui lui doveva umiliare Mocciosus, e per quanto fosse combattuta non intervenne, non ancora, ma il ragazzo sapeva che lei stava sperando di vederlo fare una mossa saggia.  

“Ti credi divertente, Potter.” Sbottò Lily. “Ma sei solo un bullo arrogante e prepotente. Lascialo stare.” 

Si, James avrebbe dovuto esaudire il desiderio della rossa, tutte le persone a cui voleva bene ne sarebbero state felici, Remus compreso, eppure non poteva non ascoltare il suo orgoglio. “Solo se esci con me, Evans.” Replicò rapido, e la cosa che gli fece più male fu la consapevolezza di aver deluso Star profondamente. “Esci con me e non alzerò mai più la bacchetta su Mocciosus.” Comunque gli sembrava equo, al suo orgoglio ferito sembrava equo; non aveva protetto Remus, ma forse avrebbe costretto Lily a uscire con lui, una sola volta con la forza e poi sarebbe riuscito a conquistarla davvero. 

“Non accetterei nemmeno se dovessi scegliere fra te e la Piovra Gigante.” Ribatté la rossa. 

“Ti è andata male.” Constatò Sirius pacato, poi si voltò verso Severus e gridò “EHI!” ma era troppo tardi perché il Serpeverde aveva già puntato la bacchetta contro James producendo un lampo di luce che colpì il Grifondoro su una guancia aprendogli un taglio, il sangue gli sporcò la divisa. Con una mossa fluida James ruotò su sé stesso facendo partire un altro lampo di luce e in un attimo Severus si trovò appeso a testa in giù con la divida che gli ricadeva sopra la testa mostrando delle pallide gambe ossute e delle mutande grigiastre. 

Per un secondo Star non poté fare a meno di pensare a come la veste delle occasioni ufficiali rendesse finalmente giustizia a tutte quelle ragazze che girando con la gonna dovevano aver temuto che qualcuno ci sbirciasse sotto. Ma fu solo un momento di debolezza, poi tornò a fissare la scena con enorme disappunto, non intervenne solo perché non le interessava molto di Severus dopo quello che aveva fatto, e anche perché difendere Lily o difendere James avrebbe segnato la fine di una delle sue amicizie, e forse non era saggio.  

Nel frattempo la folla era esplosa in un applauso e James, Peter e Sirius ridevano divertiti.  

“Mettilo giù!” Gridò Lily furiosa ma un angolo delle sue labbra ebbe uno spasmo piuttosto strano. 

“Ai tuoi ordini.” La assecondò James e sua sorella era quasi pronta a gioire prima che lui lasciasse cadere Severus a terra di mala grazia.  

Il Serpeverde si alzò districandosi dalla divisa e cercò di puntare la bacchetta contro i suoi avversari, decisamente troppo lentamente dal momento che Sirius ebbe tutto il tempo di puntargli contro la sua bacchetta e esordire con un “Pietrificus Totalus.” che fece ricadere di nuovo a terra Severus. 

“LASCIATELO STARE!” Urlò Lily, e Star capì che era stato superato un limite molto sottile. Lo capirono anche James e Sirius quando la rossa estrasse la sua bacchetta.  

“Dai, Evans, non costringermi a farti un incantesimo.” Perlomeno il tono di James era ansioso. 

“Allora liberalo!” 

James sospirò, poi si voltò verso Severus e mormorò un controincantesimo. “Ecco fatto.” Disse mentre il Serpeverde si rialzava a fatica. “Ti è andata bene che ci fosse Evans, Mocciosus...” 

“Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!” Sbottò Severus facendo trasalire Lily. 

“Molto bene. Vuol dire che in futuro non mi prenderò la briga di aiutarti. E se fossi in temi laverei le mutande, Mocciosus.” Replicò la rossa freddamente. Poteva finire lì, con una Lily distrutta ma nessun ferito. Invece James era presente, e a James non piacciono certe cose. 

“Chiedi scusa a Evans!” Ruggì il ragazzo puntando la bacchetta contro Severus 

“Non voglio che mi chieda scusa perché l’hai costretto tu! Siete uguali voi due!” Urlò Lily. 

fu la sola cosa a cui riuscire a pensare Star, dopodiché desiderò di essere intervenuta prima. Stupida. 

“Che cosa? Io non ti avrei mai chiamato una...tu-sai-come!” Protestò James. 

“Sempre a spettinarti i capelli perché ti sembra affascinante avere l’aria di uno che è appena sceso dalla scopa, sempre a esibirti con quello stupido Boccino e a camminare tronfio nei corridoi e a lanciare incantesimi su chiunque ti infastidisca solo perché sei capace... sei così pieno di te che non so come fa la tua scopa a staccarsi da terra! Mi dai la NAUSEA.” Detto questo Lily si voltò e corse via. 

Mentre James cercava di richiamarla e borbottava qualcosa per far credere a tutti che non le importasse, Star realizzò una cosa: James aveva giocato con il Boccino solo quel giorno e Lily lo stava guardando, e aveva notato ogni sua singola abitudine, anche se non le aveva correttamente interpretate.  

“Leggendo tra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po' presuntuoso.” Commentò Sirius riportando Star al presente.  

“Bene...bene...” Borbottò James, poi puntò nuovamente la bacchetta verso Severus e quello ritornò appeso a testa in giù. “Allora... chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus.” 

Quello era decisamente il momento di intervenire. “Nessuno sopporterebbe quella vista, mettilo giù, e non te lo ripeterò ancora.” Il tono di Star era deciso e James non obiettò. Appena Severus si fu rialzato per l’ennesima volta Star gli si piantò di fronte. 

“Tu, TU sei il più schifoso essere vivente sulla terra, sei un verme disgustoso e non so come tu faccia a sopportare di essere ancora vivo dopo quello che hai detto a Lily. Eri il suo migliore amico, cazzo! Come puoi aver rovinato una cosa così bella? Come puoi aver osato ferirla così di fronte a me? Io spero davvero di vederti morire soffocato dalle tue lacrime di rimpianto un giorno, perché te lo meriti, e se non accadrà sarò io stessa a portarti via nel peggiore dei modi che riuscirò ad escogitare, è una promessa. Ora vaffanculo e sparisci dalla mia vista.” Forse era stato il tono talmente gelido da far spengere il sole, o magari i lampi di odio negli occhi della ragazza, o forse le sue parole taglienti, in ogni caso quella non sembrava affatto una minaccia a vuoto, era sicuramente la più tetra e seria promessa mai sigillata ad Hogwarts e tutti ammutolirono, convinti che un giorno avrebbero udito della morte di Severus Piton e che non sarebbe stata bella.  

L'interessato se la diede, giustamente, a gambe, ma la giovane sembrava non aver finito il suo dovere. Puntò i suoi occhi infuocati su James e Sirius e entrambi i ragazzi sentirono una delle sensazioni più sgradevoli al mondo farsi largo nei rispettivi stomaci.  

“Voi due... come potete essere così idioti?! James! Come cazzo ti è saltato in mente?! Sei impazzito?! Tornate subito al dormitorio e mettetevi a studiare, vi conviene fare un esame esemplare oggi pomeriggio o giuro che mi occuperò io stessa della vostra educazione da qui in avanti. E non provate nemmeno a dire una parola, siete stati così.... ah! Se non ci arrivate da soli siete proprio idioti. Filate!” Ordinò, e nessuno, nessuno, avrebbe mai avuto il coraggio di replicare. Così James e Sirius eseguirono in silenzio, la cosa migliore era che Star era talmente furente che nessuno li avrebbe giudicati deboli per aver obbedito a lei.  

“Vado da Lily.” Sussurrò poi la ragazza a Remus. “Tu controlla i due idioti.” 

Star realizzò che se non fosse stata una Deran non avrebbe mai trovato la sua amica, per sua fortuna la localizzò in fretta grazie ai suoi poteri. Era dentro uno stanzino piuttosto malconcio al secondo piano e piangeva.  

“Vattene.” Sbottò Lily. “Non voglio sentire una parola sul fatto che sapevi la vera natura di Severus o che tuo fratello è in realtà un eroe.” 

Star sospirò. “Mio fratello è un idiota, e Severus... pensa di lui ciò che vuoi, non mi interessa, io non gli renderò la vita facile da ora in poi ma niente che posso fare io lo intaccherà più di quello che gli hai detto tu prima, lo so. E so cosa hai provato quindi... mi dispiace.” 

“Se sei qui per dispiacerti puoi...” 

“Non sono qui per dispiacermi né per spiegarti la psiche malata di mio fratello, sono qui perché fra qualche ora abbiamo l’esame pratico di Difesa Contro le arti Oscure e so che tu potresti tranquillamente prendere un Eccezionale quindi non mi interessa cosa provi, quanto male stai, tu ora ti alzi, vieni a sciacquarti il viso e ti prepari con me all’esame. Perché so che se ti permettessi di fallire ora non mi considereresti una vera amica, perché so che sei abbastanza forte per tenerti tutto dentro ancora per qualche ora. E poi questa sera se vorrai piangere io ci sarò, ma adesso alzati.” Il tono della mora era gentile ma anche deciso. Lily sollevò lo sguardo su di lei e non poté fare a meno di pensare che aveva ragione; cacciò indietro le lacrime e si alzò. Non avrebbe mai permesso a sé stessa di auto-sabotarsi il G.U.F.O. più importante dopo Pozioni. 

 

…....... 

 

James e Sirius avevano abbandonato la loro solita aria spavalda; camminavano a testa bassa e cercavano Star tra la folla di studenti che si stava ritirando nella stanzetta accanto alla Sala Grande.  

I due ragazzi individuarono la loro amica proprio accanto ad una chioma rossa molto familiare, Remus poté vedere l’esitazione negli occhi di James ma alla fine lui e Sirius si avvicinarono a Star e la abbracciarono.  

“Scusa.” Mormorarono in coro.   

“Sono ancora molto arrabbiata con voi, ma vi voglio bene. Ora concentratevi per l’esame.” Replicò lei con una punta di dolcezza nella voce.  

I suoi amici annuirono e fecero per andarsene ma poi James si voltò. “Mi dispiace, Evans. Se non avessi detto quella cosa a Mocc...Severus, forse lui non avrebbe reagito così. Nessuno dovrebbe comportarsi in quel modo con gli amici, ma io sono stato uno stronzo per mesi quest’anno e i miei amici mi vogliono ancora bene, magari anche tu lo perdonerai...” Il tono del ragazzo era normale e sinceramente dispiaciuto, prima che si girasse nuovamente per tornare da Remus e Peter Star gli regalò un enorme sorriso, ma non gli servì certo l’approvazione di sua sorella per capire che finalmente aveva fatto una cosa giusta; gli bastò lo sguardo perplesso di Lily, anche se subito dopo lei rimise su la sua maschera di disprezzo e si voltò con uno sbuffo. 

L’esame cominciò e fu con estremo orgoglio che durante il turno di Ramus dalla Sala Grande si sentirono distintamente dei cori stupiti.  

“Che succede?” Chiese Lily, che a causa di un problema con una studentessa era finita al penultimo gruppo. 

Remus ha evocato il suo Patronus.” Rispose Star felice.  

Remus sa evocare un Patronus corporeo? Che forma ha?” Si incuriosì la rossa.  

“E’ un lupo comune.” Spiegò Star.  

“Un lupo?” Il tono di Lily si abbassò subito di molto.  

“Si, è perfetto, e bellissimo, e chi potrebbe sospettare, dovrebbe averne paura no?” Star sorrise serena.  

Piton, Potter, Potter, Evans.” Chiamò il professor Walker 

“Abbiamo sentito dal vostro professore che sapete tutti utilizzare incantesimi non verbali, dividetevi a coppie, vi faremo fare un piccolo duello amichevole.” Annunciò un esaminatore.  

Star si guardò attorno e “amichevole” non le sembrò la parola più adatta.  

Lily fece un passo verso Severus; abitudine? Istinto omicida? Non si poteva dire, subito James accelerò il passo per precederla e i due si scambiarono un’occhiataccia.  

Severus, caro amico, va bene se duelliamo io e te?” Disse Star allegramente estraendo la bacchetta. Nessuno ebbe il tempo di replicare perché una delle esaminatrici batté le mani “Perfetto, cominciate.” 

L’incontro tra James e Lily fu piuttosto spettacolare per entrambi, rispettarono tutte le regole e non cercarono di uccidersi a vicenda, il che era ammirevole per Lily. Conclusero in parità e secondo i loro esaminatori erano andati benissimo. Quando i due si voltarono Severus e Star stavano ancora duellando, tutti gli occhi era puntati su di loro. James sapeva che se Star avesse smesso di usare la bacchetta avrebbe schiantato a morte Severus con uno schiocco di dita, e forse era esattamente per contenere il suo potere che non abbandonava l’inutile bastoncino di legno. Il ragazzo ricordava l’esitazione di sua sorella nell’usare la bacchetta, gli incantesimi sempre imperfetti e il potere magico che tracciava solchi profondi sul legno desideroso di essere liberato con maggior potenza, ma ora non vedeva nulla di tutto ciò: lei era sicuramente meno potente ma sempre altrettanto rapida, fluida e decisa, doveva essersi allenata molto per fare bella figura agli esami. 

Con un colpo di bacchetta deciso Star fece apparire una lingua di fuoco azzurrina che fece perdere l’equilibrio a Severus, il ragazzo era troppo impegnato ad evitare il fuoco per parare il successivo attacco, un movimento rapido di Star e la bacchetta di Severus le atterrò dritta tra le mani. Gli esaminatori applaudirono soddisfatti. 

“Eccellente, potete andare." Disse l’esaminatrice.  

Appena fuori dalla Sala Severus e Lily sparirono in due direzioni differenti senza nemmeno salutare, i Potter furono raggiunti dal resto dei Malandrini.  

“Star, devi aiutarmi in Antiche Rune, Sirius è un disastro.” La pregò Remus. 

La ragazza fissò Sirius stranita. “Non può essere un disastro, l’ho visto io stessa leggere un testo in Rune a casa Black.” Raccontò.  

Remus si voltò lentamente verso Sirius che sorrideva colpevole. “L’hai fatto apposta?! Io domani ho un esame!” Sbottò. 

Il ragazzo dagli occhi grigi ridacchiò. “È stato piuttosto divertente.”  

Star sospirò e seguì Remus in biblioteca. Lì incontrarono Lily e studiarono insieme fino a ora di cena, Remus raggiunse i Malandrini in Sala Grande ma Star e Lily rimasero a studiare ancora.  

“Andiamo nel bagno dei Prefetti, so che ti rilassa molto.” Propose Star all’improvviso.  

“E’ sempre pieno a quest’ora.” Replicò Lily. 

“Infatti noi ci andremo dopo il coprifuoco.”  

“Abbiamo un esame domani.” 

“Esatto, e tu non vuoi affrontarlo con questo stato d’animo, giusto?” 

Lily guardò la sua amica e inarcò un sopracciglio, ma alla fine cedette. “Ok.” 

Quella sera le due ragazze si recarono di soppiatto nel bagno dei Prefetti, sapendo di essere sole non si erano preoccupate di portarsi un costume, riempirono la vasca con un rubinetto dalla soffice schiuma e uno che odorava di lavanda che Lily diceva essere ottima per abbassare lo stress, infine si immersero.  

“Certo che tu... nemmeno un pelo, eh?” Sbuffò Lily.  

“Non iniziare subito a guardare il mio corpo e farti complessi con il tuo perché sappiamo entrambe che sono frutto di un artificio della natura. Punto e fine.” Replicò Star severa.  

“Ok! Scusa!” Replicò la rossa. 

“So che ti ho costretta a tenerti tutto dentro e che adesso non vuoi assolutamente perdere di nuovo la tua aria sicura e solare e far cedere la tua corazza perché sai che farà male, e lo so anche io, ma devo chiederti di farlo.” La sua amica andò dritta al punto e anche se il suo sguardo era rassicurante Lily rifletté sul fatto che se ne avessero parlato da vestite si sarebbe sentita meno indifesa, ma era questo che Star voleva: farla sentire vulnerabile.  

“Cosa vuoi che ti dica? Che avevi ragione tu su Severus? Che sentirlo usare quell’appellativo... contro di me... Mezzosangue... Sanguesporco... è così che mi vede ormai... non sono cieca, ho visto le compagnie che frequenta e so che non sono raccomandabili, insomma sono un Prefetto, ho tolto un sacco di punti ad Avery e altra gente come lui e ho visto il loro sguardo pieno di disprezzo. Però non potevo non sperare che Severus fosse diverso... se tu lo avessi conosciuto anni fa... mi è stato accanto sempre...” Mormorò la rossa, gli occhi le si appannarono e così decise di immergersi ancora un po' nell’acqua calda, si fermò solo quando la superficie le sfiorò il naso.  

“Ho visto Severus fare delle cose che non voglio ripeterti... ma tu sei quella che lo conosce... Se tu mi dicessi che James fa queste cose io mi arrabbierei con lui ma proverei a fargli cambiare idea in tutti i modi prima di troncare ogni rapporto. Quindi sta a te... decidere chi credi che lui possa essere.” 

“Sembri sempre molto saggia quando fai questi discorsi.” Sussurrò Lily.  

“Io sono molto saggia.” Replicò Star offesa.  

“Una persona molto saggia si dichiarerebbe alla persona che ama dopo aver appurata la forza dei suoi sentimenti.” Ribatté la rossa riacquistando un po' della sua serenità.  

“Io ci sto lavorando! E poi siamo qui per parlare di te, non di me!” Sbottò la mora.  

“Poco fa Alice mi ha raccontato quello che hai detto a Severus quando me ne sono andata... Non sembra che tu creda che lui possa essere una brava persona.” 

“Personalmente credo che non aprirà gli occhi finché non accadrà qualcosa di male a qualcuno a cui tiene davvero. Non penso sia irrecuperabile, solo che sono certa che sia una di quelle persone che finché non viene toccata dal male non realizza che il male esiste.” Star sospirò pesantemente.  

“Sai, anche Potter se ne frega degli altri.” Buttò lì la rossa.  

“Lo so, ma in realtà si preoccupa molto degli altri se succedono cose gravi. Certo, è ancora immaturo e tende a difendere a spada tratta un ristretto gruppo di persone fregandosene un po' del resto del mondo, ma di fondo è una persona che si preoccupa, anche troppo.” Raccontò la ragazza dagli occhi cobalto, Lily alzò un sopracciglio guardandola sospettosa. “E’ vero! Ammetto che è spesso molto orgoglioso, tanto che mi sono stupita anche io quando oggi ti ha chiesto scusa, e ha pure accennato al suo comportamento ad inizio anno, è stato un gran bel passo avanti. Quindi nonostante quello che ha fatto prima io l’ho già perdonato.” 

“Perché prima eri arrabbiata?” Le chiese la rossa scettica. 

“Molto, hanno superato il limite, lo so io e lo sanno loro, non ci sono scusanti.”  

“Ma, dimmi se sbaglio, non ti sono sembrati più fastidiosi ultimamente?” 

“In effetti si, prima credevo che fosse per via di Sirius, James crede che fare scherzi lo tenga occupato e lo distragga dal pensiero di essere un fallimento come figlio e come fratello.” Spiegò Star, Lily la fissò sorpresa; non aveva mai pensato che ci fosse una motivazione a quei gesti stupidi. “Ma ora James si è fissato in modo inquietante con Severus e credo che dipenda dal fatto che ha dei sospetti su Remus, e che bhe, l’ha chiamato mostro.” Proseguì lei.  

Lily la fissò sempre più sorpresa. “Lo ha davvero fatto?... io non lo riconosco più.”  

“Ohi, Lil...” Mormorò Star abbracciandola, e Lily pianse, in silenzio.  

Dopo alcuni minuti le due ragazze si rivestirono e tornarono alla torre, quando salirono in dormitorio però trovarono Mary e Alice che parlavano con AnnSophia e Jane. 

“Dove eravate?” Chiese Alice. 

“In giro.” Rispose vaga Star e si sentì terribilmente uguale a suo fratello.  

“Non avete visto Severus rientrando?” Domandò Sophia. 

Star ripensò alla figura in attesa davanti al ritratto che aveva costretto ad andare a farsi una breve camminata per poter rientrare nella Sala Comune senza essere vista. “Oh...non pensavo fosse lui.” 

“Non mi interessa.” Sbottò Lily.  

“Ha minacciato di dormire qua fuori.” Insistette Mary. 

“Quando siamo entrate non c’era.”  

“E’ colpa mia, incantesimo Confundus, è andato fino infondo al corridoio ma poi l’ho sentito tornare indietro, scusa.” Spiegò Star. 

“Ok, bene.” Lily afferrò una vestaglia e uscì dal dormitorio a passo di carica. 

“Oh, Lily, mi dispiace.” Severus era effettivamente appostato di fronte al ritratto della Signora Grassa e si scusò non appena Lily mise piede fuori dalla Sala Comune.  

“Non mi interessa.” 

“Mi dispiace!” 

“Risparmia il fiato. Sono uscita solo perché Mary mi ha detto che minacciavi di dormire qui.” 

“L’avrei fatto. Non volevo chiamarti schifosa Mezzosangue, mi è...” 

“Scappato?” Lily rifletté sul fatto che il suo migliore amico era riuscito a ripetere quell’insulto pronunciato solo qualche ora prima, mentre James Potter no. “Troppo tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari Mangiamorte... vedi, non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno quello che volete diventare! Non vedi l’ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?” Non c’era pietà nel tono di lei. 

Lui aprì la bocca, ma la richiuse senza aver parlato. 

“Non posso più fingere. Tu hai scelto la tua strada e io la mia.” 

“No...senti, io non volevo...” 

“Chiamarmi schifosa Mezzosangue? Ma chiami così tutti quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere diversa?” 

Il ragazzo fece per ribattere, ma con uno sguardo sprezzante Lily si voltò e varcò il buco del ritratto. Subito dopo si appoggiò alla parete, sfinita. Star era lì, in piedi di fronte a lei e le tendeva una mano.  

“Sei sicura?” Le chiese. 

Lily accettò l’aiuto ad alzarsi e le sorrise. “Non lo so, ma ha fatto troppo male.” 

La mora annuì, tornarono insieme nel dormitorio e Lily notò con piacere che le sue compagne erano sotto le coperte e fingevano tutte di dormire. Apprezzò molto il poter andare a letto sola con i suoi pensieri.  

“Buona notte.” Le augurò Star.  

E la rossa si ricordò di non essere sola, e solo in quel momento notò quanto ne fosse sollevata. 

 

….................. 

 

Il giorno dopo Star, Remus e Lily affrontarono insieme l’esame di Antiche Rune e poi Star si diresse da sola a quello di Aritmanzia. Per scusarsi James e Sirius avevano messo i materassi del loro dormitorio a terra e si erano procurati del cibo, così per tutta la sera i Malandrini giocarono a Cadaveri Eccellenti e altri giochi di carta e penna cercando di rilassarsi prima del weekend di studio che li attendeva l’indomani.  

“Lunedì, che splendido giorno per fallire in Pozioni.” Commentò Remus sarcastico a colazione, e il suo umore restò piuttosto nero fino a pochi secondi prima dell’esame. Il ragazzo era davvero teso e aveva ripassato ogni singola pozione tutto il weekend, anche James, Sirius e Peter non sembravano molto felici.  

“Almeno tu te la cavi in Pozioni.” Borbottò Remus a Sirius mentre prendevano posto per l’esame scritto. Alla fine controllarono le loro risposte sul libro e a quanto pareva nessuno di loro era a rischio bocciatura, per fortuna. Ma la parte peggiore doveva ancora venire; dopo un ripasso denso di tensione gli studenti del quinto anno furono messi davanti ad un calderone e cominciò la prova pratica. Star procedette il più lentamente possibile in modo che Remus, sempre accanto a lei, potesse copiare qualche sua mossa se si fosse trovato in eccessiva difficoltà. Alla fine i Malandrini tapparono le loro fiaschette fieri di aver raggiunto tutti dei risultati accettabili. 

Il giorno dopo i ragazzi erano di nuovo più rilassati, Cura delle Creature Magiche era per loro piuttosto divertente nonostante i tentativi del professor Kettleburm di procurare a tutti ferite indelebili. Andarono bene, tranne Peter che si scottò con un Fiammagranchio e finì in infermeria per tutta la sera. 

Mercoledì mattina affrontarono lo scritto di Astronomia, inutile dire che Sirius completò l’esame in tempo record e di nuovo si voltò verso Star sicuro che fosse l’unica altra persona in tutta l’aula ad aver concluso il compito. Infatti lei gli sorrise serena, la piuma posata sul banco. Sirius si perse qualche secondo di troppo negli occhi cobalto di lei e rimase piacevolmente sorpreso nel notare che la ragazza non aveva interrotto il contatto visivo, si guardavano ormai da molti secondi e... 

“Signor Black si volti!” Lo rimproverò la professoressa McGranitt sottovoce, il ragazzo piegò le labbra nel suo solito mezzo sorriso prima di mettersi seduto composto e Star dovette far leva sui suoi poter per non arrossire violentemente sotto lo sguardo interrogatorio della professoressa.  

Per l’esame pratico di Astronomia avrebbero dovuto aspettare il calar della notte così il pomeriggio ci fu l’esame di Divinazione, che nessuno di loro aveva scelto come materia. 

Giunse la sera e con essa l’ultimo esame. I Malandrini avevano costretto Remus a dormire qualche ora; la luna piena si avvicinava e per il ragazzo non era semplice restare alzato a lungo in quelle condizioni. Si diressero alla torre di Astronomia decisamente di buon umore, il cielo era sereno e limpido e la luna splendeva in cielo quasi completamente piena, il che fece passare il buon umore a Remus. Ognuno degli studenti prese posto vicino ad un telescopio; grazie alla solita regola di mettere vicini i più bravi Sirius e Star erano proprio uno accanto all’altra. Il loro compito era semplice: completare una mappa celeste muta, Sirius avrebbe potuto farlo senza nemmeno usare il telescopio. Gli esaminatori passavano tra gli studenti per controllarli e Star si godette per qualche secondo il piacevole silenzio attorno a lei e la luce delle stelle sulla sua pelle. Infine si mise all’opera. 

 

“Penso che l’abbiamo trovata. Ankaa, la fenice. Si, è perfetta.” 

 

Star alzò la testa perplessa, ma nessuno aveva parlato, era passato molto tempo dall’inizio dell’esame e lei aveva completato la mappa proprio in quel momento. Eppure era certa di aver sentito una voce... poi realizzò: era nella sua mente, erano i ricordi della notte in cui Sirius le aveva dato il nome di una stella. 

 

“Perché pensi che sia le stella giusta per me?” 

“Perché è raro vedere quella stella come è raro incontrare una ragazza come te. Entrambe siete speciali e uniche. E poi perché hai un po’ il carattere di fuoco della Fenice.” 

 

La ragazza puntò lo sguardo su Sirius quasi inconsciamente, era stupendo vederlo chino sulla mappa, le dita sottili che muovevano piano gli ingranaggi del telescopio, i capelli scuri che gli ricadevano sugli occhi grigi e luminosi, come le stelle.  

All’improvviso Sirius alzò la testa fissando dritto a sud. “Ankaa...” Sussurrò, poi si voltò rapido verso Star e lei non ebbe nemmeno il tempo di fingere di non star guardando nella sua direzione; colta in fallo.  

“Ritiro le mappe, restate fermi.” Annunciò la professoressa Marchbanks 

Pensò Sirius, gli occhi fissi nel cobalto. E Star lo sentì, quel pensiero. Il ragazzo probabilmente realizzò che la sua mente non era più un posto privato perché abbassò lo sguardo in fretta e si voltò per raggiungere gli altri.  

“Aspetta, Sirius...” Lo fermò lei con un sussurro.  

Il giovane tornò a guardarla; la luce delle stelle le donava davvero troppo. 

“Io...” Cominciò Star con il cuore che le batteva rapido fin quasi in gola.  

“Andiamo ragazzi! Abbiamo finito gli esami!” Esultò James avvicinandosi a loro e, solo quando i suoi due amici distolsero lo sguardo uno dall’altra imbarazzati, capì che aveva interrotto il momento perfetto.  “Ma insomma, voi potete restare ancora un po', no? Sembra che abbiate visto una stella molto particolare, vorrete parlarne, e osservarla meglio...” Provò James.  

Sirius lanciò un rapido sguardo a sud. “No, in realtà la mia stella preferita non si è vista stasera, peccato. Dai andiamo a festeggiare.” Commento allegro.  

La frase “la mia stella preferita” rimbombò nella scatola cranica di Star battendo sue e giù ogni volta che la giovane scendeva un gradino della torre. Avrebbe ucciso suo fratello. 

 

…........... 

 

Nei giorni successivi agli esami i Malandrini si godettero un po' di meritato riposo, quel sabato notte ci sarebbe stata la Luna Piena e vista la dose eccessiva di stress che Remus aveva subito a causa dei G.U.F.O., e anche un po' per l’incidente con Lily, nessuno sembrava in vena di scherzi, stettero semplicemente tranquilli sotto la loro betulla. Remus leggeva, Sirius, James e Peter chiacchieravano e spesso Star si toglieva le scarpe e camminava sull’acqua bassa in riva al lago.  

“...non credi anche tu, Sirius?” chiese James sorridendo ma non ottenne nessuna risposta; il suo amico era troppo impegnato a guardare la ragazza in riva a lago che, in un abitino dai colori pastello, si copriva gli occhi dal sole per salutare le sue amiche che chiacchieravano qualche metro più in là.  

“E va da lei!” Sbottò James. 

“Non se ne parla.” Replicò Sirius. 

“Felpato se non ti alzi domani notte assaggerai tutta la mia furia.” Lo minacciò Remus posando il libro per poterlo guardare negli occhi. 

Lunastorta, fai paura.” Constatò Sirius ma alla fine si sfilò scarpe e calzini e si alzò per raggiungere Star.  

Hei.” Fece lei chinandosi per toccare l’acqua con la punta delle dita e spruzzare sul viso del suo amico qualche gocciolina, facendo ciò si bagnò l’orlo del vestito.  

“Ti ringrazio, stavo morendo di caldo.” Commentò lui infilando i piedi nell’acqua fredda.  

“Tu hai sempre caldo, non è che c’entra con il fatto che ti trasformi in un cane?” Ipotizzò lei girando piano su sé stessa.  

“Non credo proprio.” Rise il ragazzo, senza nemmeno pensarci si ritrovò a prendere la sua amica per i fianchi sollevandola e girando con lei. Star rise piano inarcando la schiena; era stupenda.  

“Allora... ” Sirius la posò di nuovo a terra, avrebbe voluto parlarle della sera dell’esame di Astronomia ma lei prese a canticchiare e il ragazzo si sentì totalmente svuotato da ogni parola. “...ti va di cantare per me sta sera?”  

“Eh?” Fece Star, lui stesso era stupito della sua domanda, cosa gli era saltato in mente? 

“Cioè con me, questa sera potremmo andare nella Stanza delle Necessità e cantare insieme qualcosa... e insieme a James, e Remus, e Peter... ovviamente.” 

“Ovviamente...” Ripeté lei perplessa.  

“Siete davvero una coppia adorabile!” Commentò Sophai avvicinandosi a loro insieme alle altre ragazze del quinto e sesto anno.  

“Non siamo una coppia.” Rapida come la loro risposta data in coro, ai due Malandrini arrivò una stilettata dritta al cuore, quelle parole facevano male.  

“Certo, certo, come volete!” Li liquidò Sophia 

“Comunque domani sera quelli del settimo anno organizzano una festa in Sala Comune per la fine degli esami, e quindi abbiamo bisogno del tuo aiuto, Star.” Spiegò Ann. 

“Vi aiuterò volentieri ma non potrò esserci, Silente mi darà delle lezioni private per aiutarmi a controllare i miei poteri e non posso certo chiedergli di spostare una cosa simile, insomma, è pur sempre il Preside, no?” Rispose in fretta Star.  

“Oh, no! Che peccato!” Si dispiacque Marlene.  

“Però tu ci sarai, vero Sirius? Mi devi un ballo, ricordi?” Chiese Sophia 

“Io... bhe...” Il ragazzo cercò di inventare una scusa al momento ma Alice lo interruppe: “Se non ci sarai nemmeno tu sarà ovvio che uscirete insieme, quindi tanto vale dirlo subito.” 

“Non usciremo insieme.” Le assicurò Sirius 

“Scusate, dobbiamo dirlo agli altri.” Star afferrò il suo amico per un braccio e lo trascinò sotto l’albero. “Abbiamo un problema.” Annunciò poi ai suoi amici.  

“Non credo di volerlo sapere.” Sbuffò Remus, ma posò comunque il suo libro.  

“Questo sabato ci sarà una festa in Sala Comune, io ho trovato una scusa perfetta ma se non ci sarete nemmeno voi allora tutti si insospettiranno.” Riferì la ragazza.  

“Ma c’è la luna piena domani.” Commentò Peter.  

“Credo sia questo il problema.” Gli spiegò James riflettendo attentamente. “Allora, è certamente strano che noi non partecipiamo ad una festa ma non lo sarà se ci inventiamo una scusa, potremmo preparare uno scherzo per il giorno dopo così tutti saprebbero che non eravamo alla festa per architettare il tutto.” 

“Ok, ma comunque avremo bisogno di qualche ora la sera per organizzare lo scherzo quindi non arriveremo mai puntuali.” Ricordò loro Sirius 

“Non fa niente... il momento della trasformazione è... non mi piace che voi assistiate sempre. Comunque il lupo si ferisce da solo solamente quando si annoia, anche se arriverete un po' in ritardo non succederà niente. Dobbiamo stare attenti ora che i Serpeverde sospettano qualcosa.” Remus sussurrò il tutto a tono talmente basso che fecero fatica a sentirlo, era preoccupato, ovviamente, e i suoi amici non lo avrebbero certo messo in pericolo. 

“Va bene.” Acconsentì James. “Ma dobbiamo andare subito nella Stanza delle Necessità; abbiamo uno scherzo da ideare in meno di 36 ore.” 

 

 

….......... 

 

“Per l’ennesima volta, Ramoso, non ci sono incantesimi che facciano esplodere le cose ad un’ora prevista. Il concetto è semplice: o le fai esplodere subito o non le fai esplodere.” Ripeté nuovamente Sirius mentre rileggeva per la decima volta il capitolo “Esplosioni e Sradicamenti” del Manuale di Incantesimi.  

“Tu fai incantesimi che hanno una durata precisa! Come puoi non poterli fare iniziare quando vuoi?” Sbottò James ora rivolto a sua sorella.  

“La durata è un conto, prima o poi un incantesimo deve finire, ma per iniziarlo dovrei fermarmi e ritrasformarmi, e dovremmo essere nella Foresta Proibita perché va bene distanti ma dalla Stamberga Strillante potrei sbagliare qualcosa.” Rispose lei.  

“Va bene, allora ritrasformati. Non ci succederà niente per cinque minuti.” La pregò James. 

“Lo spero per voi, se vi fate ammazzare da Remus allora io vi ammazzerò.” Sbuffò Star. 

Sirius stava per replicare qualcosa ma venne interrotto dalla ragazza che ricominciava a parlare.  

“Comunque sta sera dobbiamo intasare qualche gabinetto dei sotterranei, e poi dipingere le pareti, io nasconderò tutto con un incantesimo di disillusione e verso le quattro di mattina farò esplodere i bagni, ci metteranno un po' ad allagare la Sala Comune dei Serpeverde ma per le 6 dovrebbero avere acqua di fogna fino alle caviglie.” Decretò lei.  

“Sapete che questo piano implica che Lily vi toglierà dei punti e vi farà punire, giusto?” Ricordò loro Remus 

“Non abbiamo paura.” Lo rassicurò Peter.  

“Sempre meglio una punizione della McGranitt che un certo Serpeverde scopra troppo.” Borbottò James.  

“Bene, abbiamo tre ore, che facciamo?” Domandò Sirius sprofondando su una morbida poltroncina.  

Bhe... per Remus è ora di andare in infermeria, possiamo accompagnarlo io e Peter mentre voi pensate bene a cosa dipingere sui muri... infondo siete voi due gli artisti.” James non fece nemmeno in tempo a finire la frase che Remus e Peter erano già balzati in piedi e si apprestavano ad andarsene. 

“Ok, ma...” Star cercò di protestare ma i suoi amici erano già spariti e l’avevano lasciata sola con Sirius, che stava fissando la porta perplesso, quanto lei, dalla fretta degli altri. 

Il ragazzo fece spallucce e si diresse al tavolino, prese una penna e un foglio e cominciò a tracciare una rapida bozza della scritta da fare sul muro. 

“Dal momento che avete paura del mostro sotto il letto, vi aiutiamo accendendo la luce, buona notte principessine." Lesse Star da sopra la spalla di lui, e ridacchiò.  

Sirius era intento a disegnare una coroncina che completasse la sua opera e prese a canticchiare.  

“Sembra una bella canzone... vorresti suonarmi quella che hai composto il mese scorso?” Chiese lei. 

“Non l’ho mica composta per te.” Sbottò il ragazzo allarmato, ma poi si rese conto di essere suonato solo scortese.  

“Lo so... è solo che mi piaceva... mi è rimasta in testa, e di solito se una canzone mi rimane in testa o la ascolto di nuovo o finisco per odiarla e … non vorrei insomma...” Spiegò Star imbarazzata.  

“Mi dispiace... va bene, te la faccio risentire se vuoi.” Sirius andò a sedersi sullo sgabello di fronte al pianoforte.  

“Non devi sentirti obbligato...” 

“Siamo amici, mi fa piacere. E poi sei una grande sostenitrice delle mie canzoni, come posso privarti di riascoltarle?” Il ragazzo lasciò che un angolo delle labbra gli salisse verso l’alto nel suo tipico mezzo sorriso Malandrino. 

“Spero che con il termine grande sostenitrice tu non stessi sottintendendo groupies.” Sbuffò la ragazza.  

“Non mi permetterei mai.” Replicò lui, ma il suo sorriso diceva tutt’altro, prima che lei potesse replicare, però, lui cominciò a suonare.  

We both lie silently still 
In the dead of the night 
Although we both lie close together 
We feel miles apart inside 

Was it something I said or something I did 
Did the words not come out right 
Though I tried not to hurt you 
Though I tried 
But I guess that's why they say 

Il giovane cantò e si sorprese di quanto facessero ancora male quelle parole. Fu a sorpresa che una volta arrivato al ritornello Star cantò al posto suo: 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Lei si era seduta di nuovo sul piano e lui non poteva fare a meno di guardarla, poi proseguì intonando: 

Yeah it does 
listen to our favorite song 
Playing on the radio 
Hear the DJ say loves a game of easy come and 
Easy go 
But I wonder does he know 
Has he ever felt like this 
And I know that you'd be here right now 
If I could have let you know somehow I guess 

Nuovamente Star prese a cantare ma questa volta Sirius non si sorprese e non smise, fu così che si ritrovarono a intonare insieme il ritornello: 

Every rose has its thorn 
Just like every night has its dawn 
Just like every cowboy sings his sadsad song 
Every rose has its thorn 

Though it's been a while now 
I can still feel so much pain 
Like a knife that cuts you the wound heals 
But the scarthat scar remains 

Il giovane smise piano di suonare, non aveva intenzione di proseguire oltre, quelle parole lo ferivano troppo. La ragazza invece lo fissò negli occhi e canticchiò: 

“I know I could have saved a love that night 
If I'd known what to say 
Instead of makin' love 
We both made our separate ways” 

“A proposito... l’altra sera alla torre di Astronomia...” Disse subito lei appena finì la strofa. 

“Mi è tornato in mente un ricordo del primo anno, pensa che strano...” La interruppe lui.  

“Si lo so, anche a me... quello che volevo dire è che...” Riprovò Star, ma Sirius avvicinò il viso al suo con uno scatto repentino. “Sei agitata?” Le chiese.  

“No!” Sbottò la giovane.  

Il ragazzo la guardò sospettoso. “Hai un lieve e terribilmente delizioso segno di rossore qui sul naso...” Notò riducendo lo spazio tra loro. 

Sirius...” Lo chiamò lei.  

Si guardarono negli occhi, blu cobalto contro quel grigio così luminoso. Il cuore di entrambi batteva a mille. Star pensò che era quello; era il momento giusto, solo tre parole poi avrebbe potuto sapere cosa provava Sirius per lei. Si concentrò al massimo, poteva farcela:  

“James sei tu?” Non erano quelle le parole che voleva dire, affatto, ma aveva sentito la porta aprirsi appena a richiudersi di scatto. Subito dopo la sua domanda James e Peter entrarono nella stanza con aria colpevole. La ragazza lanciò uno sguardo a Sirius prima di raggiungere gli altri due suoi amici, il ragazzo si era allontanato e guardava ostinatamente i tasti del piano. 

“Qui è tutto pronto, andiamo?” Domandò lei.  

Ramoso sorrise. “Certo, andiamo. Dobbiamo dipingere bene i muri dei sotterranei ed è meglio se lo facciamo intanto che tutti sono a cena.” 

“Ma io posso andare a cenare, vero?” Fece Peter preoccupato.  

Il viso del giovane Potter si illuminò. “Ma certo! Io e te andremo a cena e subito dopo intaseremo i bagni, nel frattempo Sirius e Star si occuperanno dei dipinti, ci ritroveremo protetti dall’ombra della foresta proibita e poi attraverseremo il passaggio sotto il Platano. Va bene?” 

Star non scoprì mai se Sirius aveva qualcosa da ridire o meno perché suo fratello li incitò ad andare nei sotterranei spingendoli quasi di peso fuori dalla Stanza delle Necessità. 

“Quindi dipingiamo tutto e poi tu ti occupi di disilludere la vernice, giusto?” Ricapitolò Sirius camminando con le mani nelle tasche accanto a lei. 

“Esatto. Usiamo moltissimo rosa, ne saranno entusiasti.” Commentò lei. 

Il ragazzo ridacchiò. “Sicuramente.” 

Proseguirono verso la loro destinazione continuando a parlare della malefatta che stavano per mettere in atto, nessuno dei due tornò su quello che era successo solo qualche minuto prima.  

Lavorarono in silenzio cercando di essere il più svelti possibile, Star disilludeva la vernice mano a mano in caso che qualcuno fosse passato di là. Purtroppo non avevano pensato a disilludere loro stessi e quando sentirono avvicinarsi un gruppetto di ragazze Sirius fece quello che Sirius faceva sempre in situazioni simili: la prese per la vita e la mise spalle al muro posando le labbra a pochi centimetri dalle sue e nascondendo i visi di entrambi con ciuffi dei suoi capelli.  

Il gruppetto li superò ridacchiando. “Ma quelli erano Black e la Deran? Ma allora stanno insieme davvero?” 

“A quanto pare si nascondono dai loro amici qui nei sotterranei, forse non vogliono che si sappia.” 

“Se non volevano si sapesse si sarebbero staccati...” 

Sentendo quelle chiacchiere Sirius le passò una mano dietro la testa e fece completamente aderire il suo corpo a quello di lei. Stretta così tra le sue braccia Star non riusciva assolutamente a pensare ad un motivo per filarsela. 

“A me sembrano troppo impegnati per far caso a noi.” Rise una ragazza, subito dopo svoltarono finalmente l’angolo e il ragazzo si staccò dalla sua amica ad una velocità impressionante.  

“Credo che dovresti disilluderci.” Le fece notare completamente calmo. 

“Eh?” Star si maledisse; aveva un centinaio di risposte più intelligenti, tra cui “Avrei potuto disilluderci anche prima se tu non mi avessi assalita!”, ma il suo cuore si rifiutava di darsi una calmata e lei sentiva terribilmente caldo, anche in posti che di solito non si scaldavano. 

“Tutto bene, meraviglia?” Sirius le sorrise malandrino spostandole una ciocca di capelli dalla spalla.  

“Si, certo.” Sbottò lei.  

“Perché sembri parecchio confusa, pensavo ti fossi abituata a fingere certe cose.” 

“Ero abituata, ma credevo che visto che te ne sei andato di casa mi sarei potuta riappropriare del mio diritto di farmi sbattere al muro da un ragazzo che effettivamente mi piace. Invece no.” Replicò Star acida.  

“Wow, quindi io non ti piaccio?” Si finse offeso lui. 

Pensò Star. “Non sei il mio tipo.” Ribatté. Stupido orgoglio. 

“Farò più attenzione allora.” Rise Sirius 

La ragazza borbottò qualcosa che somigliava ad un “Sarà meglio.” e poi applicò su entrambi un incantesimo di disillusione.  

“Io ho finito.” Annunciò il giovane poco dopo.  

“Perfetto, io ricontrollo alcune cose, tu raggiungi pure gli altri.” Riferì Star. 

Sirius seppe di essere ritornato visibile dalla sparizione della fresca sensazione che di solito lo avvolgeva mentre era disilluso. “A dopo.” Disse prima di recarsi verso l’ingresso. Il sole stava calando velocemente quindi Remus si trovava con ogni probabilità già all’interno della Stamberga.  

“Cosa ci facevi tu nei sotterranei, Black.” La voce melliflua di Severus lo fece bloccare immediatamente.  

“Baciavo una bellissima ragazza, una di quelle cose che a te non capiteranno mai.” Rispose Sirius girandosi lentamente verso il suo nemico, erano soli. 

“Risparmiami un’altra delle tue stupide battute sui miei capelli, sei ripetitivo, Black.” Sbottò il Serpeverde. 

“Non è tanto per i tuoi capelli, o per il tuo naso enorme, o per il tuo orribile aspetto in generale che penso che non bacerai mai una ragazza, Mocciosus. E' più per l’atteggiamento.” Replicò Felpato. 

“E fammi indovinare; l’atteggiamento giusto sarebbe aggirarsi per la scuola con l’aria di chi possiede il mondo, ha una vita perfetta ed è sempre felice di infilare occhi di salamandra nei calzoni di qualcun altro? Non è un atteggiamento un po' troppo arrogante e irritante?” Sbuffò Severus 

Sirius ghignò. “Non credo che tu possa darmi lezioni su come ci si comporta, da che ne so hai pesantemente insultato la ragazza che ami da sempre appena la settimana scorsa.” 

Severus arrossì, non sapeva come Black conoscesse i suoi sentimenti per Lily, forse era solo un’'ipotesi, forse no, fatto sta che gliel’avrebbe fatta pagare. “Un giorno scoprirò perché il vostro amico sparisce così spesso e vedremo se sarai ancora così felice. Ci sono vicinissimo sai, infatti credo che questa sera ci sarà la luna piena, mi sbaglio? E non ho ancora visto il vostro amico in giro, piuttosto sospetto non trovi? Mi serve solo una minuscola prova e lo dirò a tutta la scuola; vi eviteranno come la peste, vi prenderanno in giro, forse il vostro amico sarà espulso e magari tutto ciò vi toglierà finalmente quei sorrisetti compiaciuti dalla faccia. Finirete nel fango anche voi, te lo posso giurare, e avere il mio aspetto non ti sembrerà poi tanto male quando vi accuseranno di aver coperto un mostro, un ibrido.” 

Al Grifondoro si congelò il sorriso sul volto, andava bene tutto, ma non quella minaccia verso RemusRemus non aveva fatto niente per meritarsi tutto quell’odio per meritarsi di essere messo alla pubblica gogna. E Mocciosus c’era davvero vicino, era questione di ore. Poi a Sirius venne un’idea malsana e il suo sorriso si allargò. “Vuoi davvero sapere dove va Remus? Perché non provi a scoprire cosa succede se premi il nodo sul tronco del Platano Picchiatore. Ah, e attento a non farti uccidere, sarebbe un peccato per i pidocchi che abitano i tuoi capelli.” Soddisfatto il ragazzo se ne andò lasciando che Severus corresse incontro alla sua sorte. Se era così disgustato dai Lupi Mannari, allora avrebbe imparato cosa si prova a essere nei panni di uno di loro, diventando uno di loro. 

“Oh, eccoti! E’ tardi, dobbiamo muoverci, dov’è Star?” James lo intercettò all’ingresso, aveva rischiato di finire addosso a Severus che usciva dal Castello di corsa ma non ci aveva fatto molto caso. “Credi che Mocciosus stia cercando di scappare dallo sporco?” Chiese scherzoso a Sirius. Peter rise di cuore. 

Il giovane Black infilò le mani in tasca. “Può darsi, ma non sa a cosa corre incontro.”  

James smise di sorridere e guardò il suo amico perplesso. “Che intendi dire?” 

“Ha insultato RemusJame... Ha detto che quando lo saprà lo dirà a tutti. Gli farà passare un inferno, lo sai! Ed è vicino, è vicino a scoprirlo. Si merita di condividere la stessa sorte, voglio vedere se proverà ancora a credersi superiore.” Raccontò Sirius 

“Cosa hai fatto? Dimmi esattamente cosa hai fatto!” James sembrava troppo agitato. 

“Credevo lo avresti trovato divertente, insomma, ti immagini come sarà per lui, senza amici?”  

Sirius!” Ora il giovane Potter era decisamente furioso. 

“Gli ho solo detto del platano, che vuoi che sia, magari non ha nemmeno il coraggio di entrare nel passaggio, oppure sbaglierà a premere il nodo e l’albero gli farà mangiare un bel po' di foglie o...”  

“O Remus potrebbe ucciderlo! Ti rendi conto di questo? Ci hai mai pensato?!” James si rivolse rapidamente a Peter, forse perché credeva che il cervello dell’altro suo amico fosse completamente andato in pappa. “Avverti Star, vado a fermarlo.” Poi partì di corsa nel parco.  

Quando giunse al Platano Picchiatore lo trovò ancora fermo, il passaggio appena visibile, vi si infilò rapido. “Moccios...Piton! Fermati cazzo, non è una buona idea. Fidati di me, lo dico stranamente per il tuo bene!” Prese a gridare senza smettere di correre. Forse era il vantaggio di conoscere ogni curva e ogni ostacolo di quel passaggio ma alla fine raggiunse Severus poco prima di sbucare nella Stamberga. “Fermati, è pericoloso. Non sto scherzando.” Lo avvertì. 

“Quindi Black non stava mentendo, se sei qui per fermarmi allora c’è davvero la risposta qui più avanti. Stavo quasi per credere di essere cascato in uno dei vostri stupidi scherzi.” Commentò Severus vittorioso.  

“Si, esatto è uno scherzo, uno scherzo molto molto pericoloso. Ora vieni via.” James cercò con cautela di oltrepassare il Serpeverde ma lo spazio angusto gli impediva questa manovra.  

“Non se ne parla, scoprirò la verità!” Severus si slanciò verso l’uscita, era terribilmente vicina e James lo seguì rapido; si ritrovarono in una stanza semibuia avvolta nel silenzio e, per un attimo, James pensò che erano salvi, poi un basso ringhio gli avvisò del fatto che non erano soli. Occhi infernali si posarono su di loro.  

“Scappa!” James afferrò Severus per un braccio e lo rispinse all’interno del passaggio che fortunatamente era troppo stretto per il lupo in quello stato di agitazione, ma sfortunatamente non troppo stretto per le sue zampe. Gli artigli perforarono la schiena di James ma il ragazzo non smise di correre e di spintonare Severus fuori da quel passaggio. Non si fermò nemmeno per un secondo e molto probabilmente anche il Serpeverde era abbastanza spaventato perché aveva preso a correre a sua volta. James sapeva che se determinato a catturarli Remus avrebbe potuto seguirli anche lì dentro e i suoni alle sue spalle gli facevano credere che se solo il lupo fosse stato meno accecato dal desiderio di catturare le sue prede li avrebbe già raggiunti, invece lo sentiva sbattere sulle strette pareti e inciampare sulle radici. Alla fine lui e Severus emersero dal Platano e vi si allontanarono con uno slancio mentre l’albero riprendeva ad agitare i suoi rami.  

“James!” Sua sorella lo raggiunse di corsa e lo aiutò ad alzarsi da terra. “Cosa hai fatto?! Oh, no, no no!” 

“Sto bene.” Cercò di rassicurarla lui ma i tagli dovevano essere piuttosto profondi perché Star lo guardò tristemente.  

“Nemmeno io potrò mandarli via del tutto, Jame...” La ragazza gli passò comunque la mano sulla schiena e James provò un enorme sollievo. Dopo aver dato le prime cure a suo fratello Star si voltò con una rabbia furiosa negli occhi. “Che ti è saltato in mente, si può sapere?!” 

Solo allora James notò Sirius e Peter qualche passo più in là. 

“Io...” Sirius fissava il sangue sulla camicia del suo amico con il terrore negli occhi. “Non volevo... non era mia intenzione...” 

“Sei un deficiente, un coglione, un cretino... sei proprio un idiota madornale! Cosa credevi che sarebbe successo? Poteva morire! James poteva morire!” Gli gridò contro lei. “Ora tu porti mio fratello da Madama Chips e ti assicuri che stia bene, e poi sarà meglio per te che fili immediatamente da Silente e a spiegargli perché sei completamente andato fuori di testa, e ti conviene che sia una spiegazione convincente perché io voterò per la tua espulsione, sappilo.” La rabbia non donava agli occhi cobalto, Sirius lo aveva sempre saputo, ma quella sera, nel vederla così furiosa per una cosa che aveva fatto lui, il ragazzo realizzò di essere davvero il più grande cretino sulla faccia della terra. Era giunta l’ora di crescere e smettere di farsi sempre soggiogare dal suo orgoglio, era giunta l’ora di riflettere davvero sulle sue azioni e sulle conseguenze che ne potevano derivare. Fu nel vedere l’ira di Star che Sirius prese finalmente la strada per essere un uomo, fu grazie a lei che capì che non bastava scrollarsi di dosso il suo cognome; avrebbe sempre avuto dei doveri, uno dei quali era prendersi le sue responsabilità.  

“Si, subito.” Disse abbassando la testa e avvicinandosi a James per aiutarlo a rientrare al castello.  

“E tu.” Proseguì Star puntando il dito contro Severus ancora steso atterra, pieno di piccole ferite ma complessivamente illeso. “Andrai immediatamente da Silente, e sarà meglio per te che ascolti ogni sua singola parola, e io lo saprò se non sei andato da lui, lo saprò e ti verrò a cercare. E non scherzo; io ti farò fuori nel peggiore dei modi. Vai, e non parlare con nessuno, non osare aprire bocca, o comunicare con chiunque in qualunque modo.” 

Severus si alzò alla svelta, quello che aveva visto lo aveva sconvolto abbastanza da avergli tolto tutta la voglia di rivelare il segreto di Remus. E quel che era peggio era che quell’arrogante di Potter lo aveva salvato, lo aveva salvato e lui non poteva negarlo. 

Star si chinò, prese una manciata di terra e se la gettò addosso. “Per questa sera è meglio se non mi segui, Peter, sarà piuttosto brutto.” Detto ciò bloccò i rami del Platano con un gesto secco della mano e poi entrò di corsa nel passaggio.  

Peter sentì chiaramente il ringhio del lupo prima che i rami dell’albero riprendessero a sferzare l’aria attutendo ogni rumore. Non si prospettava una bella notte per nessuno. 

 

…................. 

 

Il professor Silente fu costretto ad ascoltare per cinque minuti buoni Sirius e Severus che si gridavano contro i reciproci errori. 

“Quindi il signor Potter ha evitato che il signor Piton restasse ferito.” Chiese il preside a Peter che era riuscito a raggiungere i due e si era deciso a dare man forte al suo amico nonostante il suo orribile comportamento. Il ragazzo con gli occhietti da topo sapeva che il suo gesto sembrava molto nobile, ma era anche certo che nessuno lo avrebbe considerato tale se avessero anche solo sospettato che lui lo faceva perché il gruppo dei Malandrini non si sfaldasse. 

“Si, esatto.” Affermò Peter. 

“Molto bene, e il signor Potter come sta?” Chiese ancora l’uomo sbirciando verso la porta oltre le lenti dei suoi occhiali a mezzaluna come se potesse vedere l’infermeria da lì. 

“Star lo ha curato subito.” Mormorò Sirius, era evidente che avrebbe preferito essere accanto a James a implorare il suo perdono. Il pentimento del ragazzo si leggeva chiaro nei suoi gesti; in cinque anni di malefatte non aveva mai ammesso la sua colpevolezza, ne aveva chinato il capo in attesa di una sentenza, aveva sempre creduto di essere dalla parte del giusto, ma non quella volta.  

“Il suo comportamento mi sorprende non poco, signor Black. Ho sempre preso le sue difese in questi anni ma questo suo gesto esula da una qualunque malefatta; il signor Piton poteva essere gravemente ferito o peggio.” 

“Me ne rendo conto... non so cosa mi sia passato per la testa...” Sirius strinse i pugni e fissò con ostinazione le punte dei suoi piedi. “Mi dispiace.” Aggiunse, e dire quelle parole di fronte a Severus era quanto di più umiliante esistesse al mondo. Ma vedere James ferito, tutto quel sangue, il disprezzo negli occhi di Star... qualcosa si era mosso dentro di lui. 

“Io non credo che...” Cominciò il Preside.  

“Professor Silente, permette una parola?” Intervenne la McGranitt 

Silente la fissò stranito ma poi invitò con un cenno i tre ragazzi ad attendere fuori dalla porta per qualche secondo.  

“So che ne è già a conoscenza ma vorrei ricordale quello che ha passato il giovane Black in questi ultimi mesi. Se lo avesse visto agli incontri di orientamento... era talmente abbattuto, confuso e spaesato. So che non è una scusante ma non è di certo un periodo facile per lui, la signorina White mi ha confessato che, nonostante sia più sereno a casa Potter, Black sta vivendo tormentato dai sensi di colpa per aver abbandonato suo fratello e costretto l’amato zio a fare una vita da fuggiasco, senza considerare che per quanto odiasse i suoi genitori ha comunque rinunciato alla loro protezione, cura e affetto, non è semplice per nessuno e per essere arrivato a compiere un simile gesto deve aver sofferto molto.” La professoressa McGranitt parlò rapida e decisa.  

“Non è certo una scusante, ma concordo con Minerva. Questa situazione familiare sta influendo negativamente anche su Regulus, me ne rendo conto quando i miei studenti soffrono, e i due Black stanno soffrendo parecchio. In più Severus ha ammesso lui stesso che aveva un’idea di cosa stava andando ad affrontare, non si può certo negargli di avere una parte di colpa. Io stesso sono molto deluso dal suo comportamento, è uno studente modello, sapete? Certo nemmeno la sua situazione famigliare è semplice...” Aggiunse Lumacorno. 

“Signori, signori, vi prego... non ho intenzione di espellere nessuno se questa è la vostra preoccupazione.” I due Capocasa tirarono un sospiro di sollievo. “So bene quanto voi che entrambi i ragazzi coinvolti hanno alle spalle dei vissuti difficili e non permettere loro di concludere gli studi potrebbe portare a risultati catastrofici. No, sono dell’opinione che entrambi debbano essere tenuti al sicuro qui.” Detto ciò il Preside si schiarì la gola e con tono alto invitò i giovani a rientrare. 

“Le azioni di entrambi mi hanno profondamente deluso; questa sera avete fatto delle scelte sbagliate e sento che i risultati estremamente disastrosi vi abbiano già impartito una lezione. Innanzitutto devo mettere in chiaro che sono a conoscenza della condizione del signor Lupin, ovviamente, e che desidero che possa continuare a frequentare la scuola visto che fin ora non è stato un pericolo per nessuno, vi prego quindi di non rivelare ad anima viva della sua condizione.” Silente si fermò osservandoli con i suoi occhi azzurri finché tutti e tre non ebbero confermato di aver compreso l’obbligo. “Detto ciò sono certo che per voi sarà una punizione piuttosto efficacie dover lavorare insieme per riordinare la sala trofei, mi aspetto che collaboriate senza recarvi altri danni a vicenda, non tollererò altre scelte sbagliate da parte vostra. Infine credo dobbiate entrambi delle scuse al signor Potter a cui assegno trenta punti per la sua prontezza, mentre a voi ne toglierò cinquanta a testa.” Né Sirius né Severus protestarono. “Potete andare.” Concluse Silente. 

I tre si recarono silenziosamente in infermeria, ormai era notte fonda e quando bussarono Madama Chips li squadrò da capo a piedi.  

“Ci manda il professor Silente.” Spiegò Peter timidamente.  

La donna sbuffò ma li lasciò entrare.  

“Mi scuso.” Disse rapidamente Severus ad un James mezzo dormiente.  

“Allora è vero!” Lily sbucò fuori da dietro la tenda chiusa di un letto poco più in là. 

“Lily... possiamo parlare, per favore?” La pregò il Serpeverde. 

La rossa lo guardò con sospetto, poi lanciò uno sguardo a James ricordandosi quello che le aveva rivelato prima dell’esame pratico di Difesa Contro le Arti Oscure. “Va bene.” Acconsentì la ragazza e si recò fuori con Severus 

Mocciosus ha appena detto che gli dispiace.” Notò James con un sorrisino compiaciuto, era visibilmente stanco segno che Madama Chips gli aveva dato qualcosa per dormire meglio.  

“James...” Iniziò Sirius mentre Peter si sedeva preoccupato accanto al suo letto.  

“Non sono molto arrabbiato con te...” lo bloccò il ragazzo ferito. “...non quanto Star almeno. Lei è furiosa, e la sento fin da qui.” 

“Fa bene... e tu...?” Mormorò Sirius. 

“Non ti odio. Forse avrei reagito male anche io se Mocciusus avesse insultato Remus davanti a me, di nuovo... ma... quello che tu hai scelto di fare?” 

Sirius guardò fisso a terra.  

“Sai quanto Remus odi la sua situazione e tu hai rischiato di fargli uccidere una persona. Capisci il peso che si sarebbe trovato addosso?” 

“Ovviamente lo so... James... mi dispiace, mi dispiace davvero! Non capisco cosa mi sia passato per la mente!” 

“Forse ti sei solo lasciato accecare dalla rabbia perché temi che anche Regulus sia così.” Ipotizzò Peter.  

Il silenzio calò tra loro, teso e freddo. 

 

….......... 

 

Nel frattempo Lily e Severus avevano ormai percorso più volte il corridoio, come anche i ricordi della loro amicizia.  

“Non volevo dirlo, davvero Lily, è che credevo che fossimo amici!” Si lamentò Severus per l’ennesima volta. “Credevo di essere il tuo migliore amico!” 

“Lo eri, Severus, ma già da prima non mi piaceva la gente con cui vai in giro! Scusa ma detesto Avery e MulciberMulciber! Che cosa ci trovi in lui? Fa venire i brividi! Lo sai cosa ha cercato di fare a Mary Macdonald l’altro giorno?” Lily raggiunse una colonna e vi si appoggiò, fissando il volto affilato e giallastro dell’amico. 

“Non era niente... era solo uno scherzo...” 

“Era Magia Oscura, e se pensi che sia uno scherzo...” 

“E quello che fanno Potter e i suoi amichetti?” Ribatté Severus arrossendo senza riuscire a nascondere il risentimento. 

“Cosa c’entra Potter?” Sbottò Lily. 

“Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano, quel Lupin. Dov’è che va sempre?”  

“È malato.” Spiegò Lily. “Dicono che è malato...” Anche se dopo quello che era successo non era più certa di voler essere amica di Severus, mentirgli non era facile. 

“Tutti i mesi con la luna piena?” Domandò Severus. 

“Conosco la tua teoria.” Replicò lei, gelida. Severus era sempre stato così vicino a scoprire il segreto di Remus, sempre ad un passo dalla soluzione, e lei aveva cercato di rendergli difficile arrivarci. “Ma perché sei così fissato con loro? Che t’importa dove vanno di notte?” 

“Sto solo cercando di farti capire che non sono meravigliosi come tutti pensano.” 

“Ma non usano Magia Oscura.” Lily avrebbe dato qualunque cosa per dargli ragione come un tempo, ma in quel momento non ne aveva più voglia. In quel momento tutte le scuse di Star sembravano avere molto più senso. “E tu sei un ingrato. Ho sentito cos’è successo questa notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c’è là sotto, qualunque cosa sia...” La mente della ragazza fu attraversata per un attimo dall’orrenda visione di Remus che ritornava alla normalità con le mani sporche del sangue di Severus 

Il volto di Severus si contorse in una smorfia. “Salvato? Salvato? Credi che abbia fatto l’eroe? Stava salvando  stesso e anche i suoi amici! Tu non... io non ti permetterò...” Farfugliò lui. 

“Permettermi? Permettermi?” Gli occhi verdi di Lily erano ridotti a due fessure. 

“Non volevo dire... è solo che non voglio che ti prendano in giro... gli piaci, tu piaci a James Potter!” Sembrava che le parole gli venissero strappate contro la sua volontà. “E non è... Tutti pensano... Il Grande Campione di Quidditch...” 

“So benissimo che James Potter è un arrogante” Lo interruppe. “Non ho bisogno che me lo dica tu.” Lily cercò di non pensare al fatto di aver pronunciato per ben due volte “James”. “Ma il modo di divertirsi di Mulciber e Avery è malvagio. Malvagio, Severus. Non capisco come fai a essere loro amico.” 

“Ancora questa storia? Tu sei amica di qualcuno di molto più pericoloso!” Sbottò Severus 

Lily storse la bocca. “Sai, è solo per quello che ha detto James Potter che ora sto parlando con te. Invece avrei dovuto ascoltare Star. Lei mi aveva avvertita, mi aveva detto che non te ne accorgi nemmeno. Mi hai chiamata sporca Mezzosangue... e ti aggiri per i corridoi di notte a fare cose molto più losche di Potter e i suoi amici e vuoi sapere perché lo so? Perché sono uscita con loro un paio di volte e mi sono divertita. Si, divertita! Non avevo paura per il mio sangue sporco, non dovevo sentirmi inferiore o in pericolo. Mi sono allontanata da te perché mi sento sempre...” 

“Non dirlo, non sei inferiore, non c’è niente che non vada in te...” Balbettò Severus 

Sev...” Mormorò lei, aveva appositamente usato quel nomignolo e sapeva che sarebbe stata l’ultima volta. “Non voglio più vederti, sarà impossibile in realtà, ma non ti parlerò più, non voglio più avere niente a che fare con te. Ora non siamo più amici.” 

Mentre Lily gli voltava le spalle Severus si sentì sprofondare il cuore fino allo stomaco. “No, ti prego.” La supplicò.  

Lily si girò a guardarlo. “No, ho preso una decisione. Non posso più volerti bene. Finisce qui la nostra amicizia.” 

“Ti prego...” 

Lily non disse altro, non una sola parola, si asciugò le lacrime e tornò in infermeria.  

“Quando sarà qui Star?” Chiese rivolta a James che stava sussurrando qualcosa a Sirius. Il ragazzo la guardò. “All’alba.” 

“Potreste dirle che le vorrei parlare?” Mormorò lei.  

“Certo, ma ti conviene dormire, ci metterà un po' ad occuparsi di me.” Borbottò Sirius con un sorriso teso non da lui.  

Lily annuì e fece per andarsene ma poi si ricordò che Severus poteva ancora essere lì fuori ad attenderla così si sdraiò in silenzio su un letto distante dai Malandrini.  

“Se vuoi stare un po' in compagnia promettiamo di non essere troppo... fastidiosi?” Sussurrò James.  

“No... va bene qui.” 

 

…................. 

 

Il sole sorse e Star uscì dalla Stamberga prima che arrivasse Madama Chips. Corse a raggiungere suo fratello in infermeria e lo trovò steso comodamente sotto le lenzuola mentre Peter e Sirius dormivano con le teste poggiate sul suo letto. In quello accanto riposava Lily, Star sorrise convinta che fossero stati i suoi amici a convincerla a non isolarsi. Come c’erano riusciti sarebbe rimasto un mistero.  

Hei...” La ragazza accarezzò James dolcemente. “Come stai?” 

“Piuttosto bene” La rassicurò James svegliandosi con un sorriso sulle labbra. Lei lo costrinse comunque ad alzarsi a sedere per potergli osservare la schiena.  

Jame…” Mormorò poi dispiaciuta abbracciandolo. “Ero così preoccupata per te e …” Fu in un battito di ciglia che Star scaraventò Sirius contro lo schienale della sedia. Il ragazzo di sveglio di soprassalto e la fissò per un secondo offeso, poi si ricordò. “Come osi?! Come osi stare qui con lui e dormire dopo quello che hai fatto? Come ti è saltato in mente? E Silente ha pure avuto il coraggio di non espellerti! E ringrazia la McGranitt e Lumacorno per questo. Io sono allibita! Sei un cretino! Un coglione! Un… non so come descrivere la tua immensa stupidità! Cosa pensavi?! Che sarebbe stato divertente?” Le sue urla svegliarono anche Peter e Lily che presero a fissarla straniti. 

“Io…” Mormorò Sirius. 

“Io cosa? Cosa?! Hai messo in pericolo la vita di una persona, che ti piaccia o no. E hai messo per sempre in pericolo Remus. Sai cosa vorrà dire per lui adesso vivere questi ultimi anni con la paura che Severus riveli tutto a tutti? 

“Silente glielo ha proibito.” 

“Silente ci ha proibito moltissime cose eppure noi le facciamo lo stesso, mi pare. E una volta che saremo usciti da Hogwarts? Chi gli proibirà di rendere la vita di Remus un inferno?” Sbottò Star, poi si voltò verso suo fratello. “E tu? Tu lo hai perdonato? Così?”  

“Non ho mai detto di averlo perdonato... è solo che... credo che lo avrei fatto anche io.” Replicò James. 

“No, non è vero! Per quanto odi Severus. Per quanto avrebbe potuto dire di sbagliato su di me o su di Remus tu lo avresti sfidato, schiantato, picchiato, ma non questo. Non avresti mai permesso che il peggior incubo di Remus si avverasse.” Star si fermò un secondo a prendere fiato. Era davvero fuori di sé e il potere delle Deran che le correva sotto la pelle era quasi visibile. “Lui si ricorda quello che ti ha fatto. Hai la più pallida idea di come si senta? Sai che non lo dimenticherà mai! Abbiamo passato anni! Anni a fargli capire che non è un mostro, che poteva controllarlo, e ora ti ha ferito! Ed è tutta colpa sua.” La ragazza puntò il dito contro Sirius tornando a guardarlo. 

Il giovane Black abbassò lo sguardo. “Ora sei furioso anche tu.” Sussurrò. 

James si stupì ma era vero. La sera precedente era stato arrabbiato mentre correva per salvare Mocciosus ma una piccola parte di sé gli diceva che se lo sarebbe meritato. Poi aveva visto Remus e si era sentito impotente e in pericolo e non aveva più pensato a nulla. Eppure adesso era chiaro come il sole che lui non lo avrebbe fatto, per questo nonostante odiasse Mocciosus era corso da lui. Non lo avrebbe fatto. Non avrebbe preso così alla leggera quella cosa. Era questo che significava crescere? Lui era cresciuto e Sirius no? Sirius. Come gli era saltato in mente? La rabbia aveva preso a ribollirgli dentro.  

Il rumore di uno schiaffo sonoro interruppe i suoi pensieri. Star era immobile, la mano ancora in aria, lo sguardo gelido, e sulla guancia di Sirius si allargava una macchia rossa che James sapeva gli stava bruciando dentro. Dentro dove Sirius amava Star e lei era la cosa più importante della sua vita, e ora lo odiava. “Sparisci.” Intimo la ragazza.  

Sirius si alzò in silenzio. I capelli scuri gli ricadevano sul viso ma James poté vedere qualcosa brillare appena sotto le prime luci del giorno. Il ragazzo se ne andò. 

Nella stanza rimase un’atmosfera pesantissima che peggiorò ulteriormente quando Remus entrò accompagnato da Madama Chips. La donna li guardò tutti di sbieco e loro dovettero spiegarle che erano lì per James e Remus, infondo era pur sempre domenica mattina. 

Quando l'infermiera ebbe dato le ultime cure, e anche qualche barretta di cioccolato, al ragazzo controllò James e poi si ritirò nel suo ufficio.  

“Tutto bene?” Gli chiese subito James. 

“Si grazie a te.” Rispose Remus sistemandosi sui morbidi cuscini. “Star non ha voluto dirmelo… ma è stato Sirius, vero?”  

James e Peter deglutirono, Lily li guardava in silenzio; temeva che se avesse anche solo respirato troppo forte l'avrebbero cacciata e lei voleva sapere.  

“Si, è stato Sirius.” Rivelò Star dopo alcuni interminabili secondi.  

“Capisco.” Remus abbassò lo sguardo con un sospiro. “No, in realtà non capisco, perché lo ha fatto? L’ho ferito durante la luna piena e cercava vendetta? Non capisco.” 

Non ha pensato a te.” Mormorò Peter. 

Come scusa?!” Fece James, si sentiva stranamente arrabbiato, era ancora certo che da qualche parte nel suo cervello lui sapeva perché Sirius lo aveva fatto e lo capiva, ma da quando era entrata Star era troppo furioso per ricordarselo.  

“Non ha pensato a cosa sarebbe successo a Remus. Ha pensato solo a vendicarsi di Mocciosus, e ammetto che fargli provare in prima persona la sofferenza di Remus era una buona idea. Non ha pensato che stava rivelando il suo segreto, comunque Mocciosus lo sapeva già. Non ha pensato che Remus avrebbe potuto ucciderlo, nemmeno io lo avrei fatto… con noi è sempre così giocoso che… io non lo avevo mai sentito ringhiare come ieri sera… non pensavo fosse davvero pericoloso.” Spiegò Peter. In effetti lui aveva visto Remus al suo meglio e anche James e Sirius non avevano mai realmente affrontato tutta la rabbia del lupo da soli. C’era sempre Piumadoro. 

“Avrebbe dovuto pensarci.” Sbottò Star. 

All'improvviso James si illuminò. “Non è solo rabbia!” 

“Come?” Chiesero Peter e Remus perplessi.  

Il giovane puntò il dito contro sua sorella. “È da quando sei e entrata che mi sento così, pensavo fosse arrabbiato, e lo sono, ma non è solo questo: sei delusa! Sei delusa da Sirius per via di quello che provi per lui, non riesci ad accettare che possa aver fatto uno sbaglio così grande.”  

Star strinse le labbra. “Non avrebbe dovuto tradirci così... io mi fidavo, Remus si fidava! Ha rivelato un segreto troppo grande.” 

“Dovresti calmarti, le tue emozioni sono così forti da interferire con le mie, lo sai?” La pregò James.  

“Ne sono felice, così non lo perdonerai molto in fretta.” Sbottò lei.  

“Ma prima o poi lo perdoneremo, giusto?” Chiese Peter preoccupato.  

“Ci ha traditi tutti, non c’è garanzia che non lo rifaccia di nuovo.” Sussurrò Star, fissò fuori dalle ampie finestre dove il sole inondava il parco di Hogwarts, poteva essere una bellissima giornata... “Cosa devi dirmi, Lily?” 

 

******** 

 

Salve gente,  

mi dispiace avervi fato attendere così tanto. Mi metto subito a scrivere il prossimo capitolo.  

Volevo solo ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto, o hanno commentato le mie storie, e si, anche quelli che mi hanno stressata per fare uscire il nuovo capitolo. Grazie. 

Ciao ciao 

  
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