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Autore: Pink_Spring    11/07/2020    0 recensioni
[Thomas Mann, I Buddenbrook]
Kai, dieci anni dopo, distrutto dalla perdita di Hanno.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Il liquore violaceo gli scivolava faticosamente lungo la gola, infiammandogli le viscere e facendolo cadere lentamente e inesorabilmente nell'oblio. Soffriva, ma questa sofferenza era la sua migliore amica, la sua unica compagna: era l'unico modo possibile per poter rivedere Hanno, il suo Hanno, come se non se ne fosse mai andato. Come se il tifo non glielo avesse mai strappato dalle braccia. Come se lui, Kai, fosse ancora un ragazzetto vivace, dalle delicate dita da aristocratico sporche di polvere e inchiostro e con una vita intera da scrivere seguendo i suoi sogni, per sé e per il suo Hanno.


Lo stomaco gli bruciava tanto quanto le fiamme dell'inferno in cui era precipitato da molto tempo ormai. Ma non importava: Hanno lo stava aspettando. Eccolo lì, in piedi come solo lui sapeva stare, con il peso tutto spostato su un piede, mentre l'altro sfiorava il pavimento solo con la punta, lasciandolo in una posa leggiadra. I riccioli castani, le lunghe ciglia che gli nascondevano gli occhi, le delicate labbra pallide distorte a causa della lingua che sfregava contro un molare, come suo solito... Era lì ed era tornato solo per lui!


Kai protese la mano verso quella visione, più vivo che mai. Il petto gli scoppiava tanto il suo cuore batteva, traboccante di gioia e di amore. Il suo viso, prima specchio di una vita sregolata, era tornato fresco e spensierato; Hanno era davvero lì e aveva alzato il suo dolce sguardo su di lui, timido come sempre. Forse era stato tutto un brutto sogno... Forse Hanno non se ne era mai andato. Kai sussurrò il suo nome, trattenendo a malapena le lacrime e si protese tutto verso l'esile e alta figura, riuscendo finalmente ad alzarsi in piedi. La sua figura si ergeva imponente, consumata ma ancora importante, come un castello abbandonato. Il contrasto con la visione era netto: passato e presente, età d'oro e decadenza, dolcezza e amarezza. Hanno e Kai.


L'unico segreto, custodito gelosamente agli occhi acidi e senza pietà del mondo, era lì, palpabile nell'aria. Un amore per gli altri impuro, malato, egoista e perverso. Se avessero vissuto quegli istanti di amore e dolore insieme a lui, osservando con il cuore e dimenticando "lo scandalo" di un sentimento così puro, forse non avrebbero giudicato poi così negativamente. O forse erano troppo marci per poter trovare del buono in altro rispetto che in quello che veniva riconosciuto come accettabile dalla collettività. Per questo Kai non rivelò mai a nessuno l'unica cosa buona di sé, nemmeno quando ancora aveva molto da dare. Per questo si era isolato.


Hanno era il suo intero universo: era lui ad ispirargli le infinite storie che costruiva raccogliendo ciò che di buono offriva la vita quotidiana e mischiandolo con il mondo ancor più bello della fantasia; era lui, con la sua spiccata sensibilità, a distinguersi dal resto e a portarlo verso un mondo migliore; era lui, con il suo amore per la musica, ad aver acceso la fiamma che lo aveva reso suo; era la sua figura e il suo delicato profumo a saziarlo e allo stesso tempo a renderlo affamato; era lui, solo lui, a tenerlo ancorato alla vita. Solo quando l'anima di Hanno aveva spiccato il volo ne era diventato consapevole, intuendo che anche la propria era svanita con lei. Era rimasto solo.


Dalle labbra tremanti di Kai uscì ancora come una cantilena il nome di Hanno. Azzardò qualche passo, malfermo, verso la figura, ancora immobile nella sua posizione, eccetto che per gli occhi, che lo seguivano in ogni movimento. Ormai la vitalità dei suoi gesti era svanita e cadde bocconi ai piedi della visione. I suoi riflessi e i muscoli rallentati dall'alcool gli fecero alzare la testa dopo qualche istante.


Era solo, di nuovo.


Cadde finalmente nell'oblio, sfinito.


Hanno era davvero morto. E lui lo avrebbe raggiunto.

   
 
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