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Autore: NargilliRosa    11/07/2020    3 recensioni
What if? comedy musical durante il IV anno (alternativo)
“È un incarico molto delicato e importante. Chi di voi se la sente?”
“Ehm, ehm”.
Il Ministro della Magia sorrise. Sì, Dolores Umbridge era proprio la persona adatta per ricoprire quel ruolo.

[Dolastor, Druna, Nensy, accenni Piton/Minerva]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge, Draco Malfoy, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Luna, Minerva/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“Nella mia vita ci sono volte in cui nel silenzio avverto la traccia di una canzone lontana, e canta di un mondo che vorrei vedere, fuori portata per un solo sospiro. Aspettami!”

Draco si ritrovò ad ascoltare incantato senza praticamente rendersene conto. Entrò nell’aula quasi deserta e richiuse la porta dietro di sé, ma la ragazza presente all’interno non diede segno d’aver notato la sua presenza. Continuò invece a cantare tranquilla.

“Vede lui ciò che vedo io?” intonò, voltandosi verso di lui – riuscì a non sobbalzare sorpreso –, “Prova ciò che provo?”

Concluse la battuta e gli sorrise. “Oh, ciao Draco!”

“Che fai qui, Lovegood? Perché sei da sola?”

Lei lo guardò confusa. “Anche tu sei da solo” constatò. “Sono venuta a provare per il musical” spiegò poi, come già dimentica delle strane domande del ragazzo. “E tu?”

“Speravo di poter provare un po’ in pace” rispose Draco, sbuffando teatralmente. “Però visto che saremo costretti a cantare insieme, già che ci siamo potremmo provare. Tutti e due. Non canti malissimo”.

“Oh, va bene” approvò lei, annuendo. Draco si stupì leggermente della facilità con cui aveva accettato, ma ne fu soddisfatto.

“Un cuore pieno d’amore, un cuore pieno di musica” iniziò Draco, focalizzando lo sguardo su Lovegood. Non era brutta, decise, solo un po’ scompigliata. E comunque più carina di Pansy – aveva sempre avuto un debole per le bionde. “Nemmeno so il tuo nome, Madamigella – non lo dirai? Lo rivelerai?”

Luna si mise a ondeggiare leggermente, seguendo il ritmo, e pronunciò le sue prime battute.

“Il mio nome è Marius Pontmercy” proseguì Draco, fissandola ora negli occhi.

“Il mio è Cosette” intervenne lei, perfettamente a tempo, ricambiando lo sguardo. Lui deglutì, sentendosi scrutato da quei grandi occhi grigi.

“Cosette, non so che cosa dire”

“Allora non parlare”

“Mi sono perso”

“Mi hai trovata!”

Terminato il duetto rimasero per un po’ in silenzio, riprendendo fiato. Alla fine, Luna gli si pose davanti e lo guardò seria. “Dovresti cantare con più emozione” affermò convinta.

Draco la fissò incredulo, ma lei non aggiunse altro e dopo poco se ne andò mormorando un “Ciao, Draco, alla prossima prova”.

Si fissò le mani. Come si permetteva di dirgli come cantare? Le aveva fatto un minuscolo complimento, rivolto qualche attenzione e si era subito montata la testa! Zabini e Parkinson sarebbero morti dal ridere quando gliel’avesse raccontato – solo che, si rese conto, non voleva farlo.

Il duetto con Lovegood era un suo segreto, attimi rubati che voleva tenere nascosti ai suoi amici.

Draco sbuffò. Voleva più emozione? Benissimo. Le avrebbe fatto sentire, la prossima volta.

Parola di Malfoy.

 

Era bastata quella semplice lezione preliminare per far entrare per davvero la frenesia di cantare nelle vene di tutti i partecipanti al musical. Non solo gli attori si ritagliavano spazi e tempi per provare, ma le canzoni sembravano scandire gli stessi pensieri nelle loro teste. Fu per questo che, in un primo momento, lo scontro tra Moody e la Umbridge una mattina davanti all'aula di Difesa contro le Arti Oscure apparve meno assurdo di quanto sarebbe potuto apparire altrimenti.

“Ehm ehm Malocchio, finalmente, la incontro di nuovo” iniziò a intonare la professoressa, cercando di attirare l'attenzione del mago, il quale stava fingendo poco brillantemente di non averla notata. “Professor Moody, indosserai catene diverse!”

Alastor la scrutò per un lungo attimo facendo roteare il suo occhio magico, poi grugnì e si decise a unirsi a quel canto, modificando anche lui le parole della canzone originale dei loro due personaggi.

“Prima che lei dica un'altra parola, Umbridge, prima che mi trascini come un bamboccio a parlare di teatro, mi ascolti: c'è qualcosa che devo fare. Questi studentelli devono fare lezione, non c'è nessuno a parte me che può ficcare loro in testa qualcosa... Nel nome di Salazar, un'ora di tregua è ciò che le chiedo!”

Dolores mosse un passetto verso di lui e fissandolo con aria fiera, rispose a tono.

“Lei deve scambiarmi per una pazza! L'ho cercata per tutta la mattinata, uno sciocco auror come lei non può cambiare... Uno sciocco auror come leeeeeei”.

Non appena il suo acuto finì, i due si guardarono un attimo e poi, per un segreto accordo ignoto a tutti (e forse perfino a loro), iniziarono a cantarsi sopra ognuno la propria parte con perfetta simmetria.

“Ma sono bravissimi!” esclamò Pansy portandosi una mano al petto, talmente rapita dalla scena da non notare di essersi rivolta a Neville Paciock nel fare quel commento.

Tra tutti gli studenti entusiasti, spiccavano attoniti solo due professori.

“Severus, per piacere, puoi procurare una pozione soporifera al professor Moody e alla professoressa Umbridge?” chiese la McGranitt, fissando lo spettacolo con gli occhi spalancati. “Anzi, forse due”.

“Certamente, Minerva” replicò Piton, facendo affiorare un ghigno malevolo sul suo volto diafano. “Mi aspetto che in cambio metterai una buona parola con Silente per dare a me la cattedra di Difesa l'anno prossimo al posto di quel cantante da strapazzo”.

“Non temere, parlerò con Albus oggi stesso!”

 

“Draco, aspettami! Draco!”

Il ragazzo inseguito sbuffò, fermandosi a pochi passi dall’ingresso della Sala Grande. Si voltò verso Pansy, accigliato. “Finiscila, Parkinson”.

“Perché non vuoi dirmi dove sei finito ieri pomeriggio, eh? Mi stai nascondendo qualcosa? Volevo provare insieme a te!”

Draco roteò gli occhi, scocciato da quell’insistenza.

“E va bene!” sbottò Pansy. “Tieniti pure i tuoi segreti, allora! Però mi dici almeno cosa pensi di fare per quel Moody? Quel che ha fatto a lezione è una vergogna, non è ammissibile, io…”

Malfoy avvampò, fin troppo sensibile all’argomento. Quasi preferiva il precedente.

“…penso dovresti dirlo alla Umbridge, non si deve permettere di minacciarti di trasfigurarti se dovessi comportarti male alle prove, lei farebbe qualcosa!”

“L’ha detto tanto per divertirsi” replicò, la rabbia che trapelava nell’intonazione, “Non oserebbe. Gli insegnanti non possono trasfigurare noi studenti”.

Pansy stava per ribattere qualcos’altro, ma in quel momento passò accanto a loro – saltellando – una Corvonero del terzo anno.

“Ciao, Draco!” esclamò Luna Lovegood, entrando nella Sala.

Malfoy lanciò uno sguardo agli occhi improvvisamente spalancati di Pansy Parkinson e imprecò prevedendo la sequela di domande in arrivo.

 

   
 
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