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Autore: _Glaucopis_    11/07/2020    1 recensioni
Scritta per l'event "Make yor summer DE" del gruppo Facebook We Are Out For Prompt.
Prompt di Jordan Hemingway Efp: PgA porta B a vedere i fuochi d'artificio sulla spiaggia.
Casella del bingo: improvvisazione+ ricominciare+ “Mi sei entrato in testa”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Leo/Calipso, Nyssa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nyssa si rivolse un’ultima volta a Leo, prima di raggiungere il resto dei suoi fratelli.

-Quindi non vieni? –

Il latinoamericano scosse il capo.

Era il quattro luglio e, come ogni anno, al Campo Mezzosangue la ricorrenza sarebbe stata celebrata con un meraviglioso spettacolo pirotecnico organizzato dai figli di Efesto.

Leo aveva parlato ininterrottamente di quanto i lavori stessero andando bene e di come il risultato sarebbe stato il migliore che si fosse mai visto, soprattutto a Calipso. Quest’ultima non aveva mai visto i fuochi d’artificio in vita sua, ed era estasiata all’idea di ammirarli per la prima volta. Leo, dal canto suo, non voleva che le aspettative della ragazza venissero deluse, e si era impegnato specialmente per lei. Le aveva anche promesso un romantico picnic in spiaggia durante l’evento. L’aveva programmato nei minimi dettagli. Sarebbe stata una serata da sogno.

Beh… questo prima che si lasciassero.

Le cose erano sembrate andare benissimo per mesi, davvero. Neanche una discussione.

E poi avevano ricominciato a precipitare.

Un pomeriggio, dopo l’ennesimo litigio nel bunker 9, erano arrivati alla conclusione che erano un disastro insieme. Non c’era speranza per loro. Meglio farla finita che continuare a ferirsi a vicenda.

Raramente le relazioni adolescenziali duravano più di un paio d’anni, no? Doveva aspettarselo, dopotutto. Un giorno avrebbe superato la rottura.

Ma quello non era il giorno in questione.

 

 

 

Calipso aveva creduto seriamente che Leo fosse quello giusto. Dopo tante delusioni, era arrivato lui. E poi aveva sconfitto il destino, la morte, ed era tornato.

Sì, avevano avuto i loro problemi, ma in qualche modo era riuscito a renderla felice ogni giorno passato assieme.

Non avrebbe tentato di dimenticare quel che era stato, ma in un modo o nell’altro doveva mettersi in testa che ciò non era destinato a durare. Non erano fatti l’uno per l’altra. Erano un fallimento come coppia.

Quella sera avrebbe dovuto vedere i fuochi d’artificio per la prima volta in più di tremila anni.

Il piano era di ammirarli con Leo, il che, qualche settimana prima, avrebbe reso il tutto perfino migliore.

Ora non se la sentiva più di andare in spiaggia.

Non voleva vedere il suo ormai ex fidanzato.

Allo stesso tempo, però… di immortales! Le mancava.

Qualcuno bussò alla porta della cabina. Aveva già messo in chiaro con i suoi amici che quella sera non sarebbe uscita con loro, quindi doveva essere uno dei figli di Ermes che aveva scordato chissà che cosa.

Si alzò svogliatamente dal letto e andò ad aprire la porta.

 

 

-Leo? –

Le guance del semidio si erano colorate di rosso, e quelle della maga non dovevano essere tanto diverse.

La bocca era rimasta semiaperta, come se si fosse apprestato a parlare, per poi bloccarsi.

-Leo? –

Il ragazzo si riprese all’improvviso dallo stato di trance. Si passò una mano sul viso prima di aprire bocca.

-Ciao –

-Ciao –

-Come… come stai? –

Calipso fu tentata di porre fine a quella stupida e imbarazzante conversazione composta da bisillabi e monosillabi alla vecchia maniera: con un bacio.

Ricordava perfettamente quanto le labbra di Leo fossero morbide e tiepide. Di solito, se non era appena andato a fuoco o non era sporco di olio per motori o sudore, profumava di tante cose buone che le davano un senso di calore e casa. Le piaceva baciarlo a sorpresa per vedere la sua adorabile reazione, anche se ogni tanto andava a fuoco e lei si ritrovava con le labbra scottate, e… forse non si dovrebbe fantasticare sulle labbra del proprio ex. Pessima idea.

-Sto bene. Grazie. Tu? -

-Bene, grazie –

Un silenzio ancora più imbarazzante della conversazione che l’aveva preceduto scese tra i due.

Fu Leo a romperlo.

-Siamo dei pessimi attori, eh? –

-Già-

-Eravamo un disastro, però…-

-Mi manchi-

Calipso emise un profondo sospiro.

-Mi manchi anche tu- ammise.

-Ormai mi sei entrata in testa – disse il semidio -Solo questa settimana mi sono ritrovato più di una volta a canticchiare versioni deprimenti di canzoni caraibiche. E fidati, non suonavano affatto bene-

La ragazza ridacchiò.

Alzò nuovamente lo sguardo su Leo, e una nuova ondata di ricordi ed emozioni la investì.

Ci sarebbe stato molto di più da dire, fin troppo, soprattutto prima di quello che stava per uscire dalla sua bocca.

-Ti…ti va di ricominciare? –

-Intendi schiantarmi di nuovo su Ogigia, andarmene, vincere una guerra contro la Terra stessa morendo, resuscitare, tornare da te e lasciare la tua prigione in groppa ad un drago meccanico volante? –

Calipso ruotò gli occhi, senza però celare un sorriso.

Seguì una risposta più seria.

-Sì, Raggio di Sole. Voglio riprovarci. Ne valiamo la pena-

Calipso premette le proprie labbra su quelle di Leo. Il romantico momento non durò a lungo, perché il figlio di Efesto andò subito a fuoco.

-Ahi- gemette la ninfa, scoppiando poi in una risata.

Leo si mise in punta di piedi (Calipso era un paio di centimetri più alta di lui) per guardare l’orologio appeso alla parete della cabina.

-Mancano quindici minuti ai fuochi d’artificio. Se corriamo facciamo in tempo a prendere dei vestiti che non siano bruciati per me, rubare un po’ di cibo dal frigorifero della casa grande, correre in spiaggia e improvvisare il picnic romantico meno romantico della storia-

Si presero per mano.

-Ci sto-

   
 
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