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Autore: Severa Crouch    11/07/2020    9 recensioni
Una raccolta disomogenea di one shot, flashfic, drabble, ispirate ai dipendenti del Ministero della Magia. In ogni storia troverete il tipo di storia (OS, FF, D), il titolo, il personaggio e l'Ufficio a cui appartiene. Ci sono infatti personaggi che cambiano ufficio (tipo Arthur o Percy Weasley) e quindi l'ufficio di riferimento vi darà un'idea del contesto.
1. OS - I find your lack of faith disturbing - Bertie Higgs - Ufficio Auror
2. OS - Girls just want to have fun - Bertha Jorkins - Ufficio Regolamentazione Giochi e Sport Magici
3. OS - Come un cartone animato - Audrey Warren/Percy Weasley - Ufficio comunicazione - Reparto Illustratori
4. OS - Inizio di carriera - Dolores Jane Umbridge - Dipartimento Uso Improprio delle Arti Magiche
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Bartemius Crouch junior, Frank Paciock, Rufus Scrimgeour
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I find your lack of faith disturbing

Bertie Higgs

 

 

Ministero della Magia, 8 giugno 1979

 

“Riteniamo che Tu-Sai-Chi stia costruendo un esercito e stia ampliando il numero di persone da coinvolgere. Secondo i nostri sospetti, le famiglie tradizionaliste sono troppo poche per riuscire a formare un esercito, forse i loro membri sono i generali, ma in guerra c’è bisogno anche della fanteria e di chi scava le trincee.”

Rufus agitava la bacchetta davanti i giovani Auror. Bertie Higgs e Frank Longbottom si scambiarono uno sguardo di intesa mentre prendevano appunti.

Frank alzò la mano: “Che genere di soldati?”

“Giovani, principalmente. La Testa di Porco ha assistito a strane frequentazioni da parte di studenti di Hogwarts. Serpeverde, se ve lo state domandando.”

Un mormorio nella sala di risatine, un “sono sempre loro…” venne rotto dal borbottio brusco di Alastor Moody: “Non siamo a Hogwarts, io ero in Serpeverde. Bartemius era in Serpeverde e se la nostra Casa era piena di figli di puttana pronti a uccidere Babbani, sono sicuro che le altre Case ne erano altrettanto piene. Il marcio è ovunque, basta solo saperlo cercare!” Li guardò torvo con i suoi occhi azzurri e i lunghi capelli biondi che cadevano disordinati ai lati del viso: “Non mi stancherò mai di ripeterlo: non escludete mai un sospettato se non siete certi della sua innocenza. Vigilanza costante!”

Bertie appuntò il consiglio sul taccuino. Frank alzò la mano, di nuovo. “Mi chiedevo, potrebbero esserci anche delle donne tra i Mangiamorte?”

Moody e Scrimgeour si scambiarono uno sguardo divertito. Rufus gli disse: “Longbottom, di gonnelle che uccidono Babbani finora non ne abbiamo registrate.”

“Ma Signor Scrimgeour, se guardiamo le foto degli ultimi delitti, quelle recuperate dalla polizia babbana, possiamo vedere una serie di indizi che rendono il delitto compatibile con la presenza di una donna. Abbiamo un capello nero lungo, sulla scena del crimine di Allison Park, la prima vittima babbana. Abbiamo impronte di tacchi sul pavimento dell’ospedale babbano andato a fuoco in Cornovaglia e i testimoni dell’esplosione del palazzo a Glasgow hanno riferito di aver sentito la risata sinistra di una donna.”

“Giusto, Longbottom. Non escludiamo un sospettato finché non siamo certi della sua innocenza,” esclamò Moody. Si avvicinò al banco, li scrutò attentamente e disse: “Perché tu e Higgs non vi camuffate da streghe e vedete se riuscite a farvi reclutare dai Mangiamorte?”

Una serie di risatine di scherno si diffusero per l’aula fino a diventare sempre più alte. Hestia Jones esclamò: “Ehi, Longbottom, se vuoi ti presto un abito!” Facendo scoppiare a ridere persino Alice.

“Molto divertenti,” esclamò Frank seccato.

Così, Bertie e Frank si trovarono a condividere una scorta di Pozione Polisucco, la trasfigurazione di abiti e un mese di serate alla Tana di Porco e altri postacci simili, cercando di agganciare qualcuno che volesse reclutare due streghe dall’aria poco raccomandabile.

La missione fallì miseramente, non riuscirono a provare che i Mangiamorte stessero reclutando anche streghe, ma la loro amicizia ne uscì rinsaldata.

 

. * . * . * .

 

Ministero della Magia, 21 maggio 1980

 

“L’ho visto uscire da Borgin & Burke!”

Frank gli era arrivato di soppiatto e lo aveva arpionato mentre stava per infilarsi al Paiolo Magico ed uscire da Diagon Alley. Era un giorno importantissimo quello e Bertie doveva assolutamente andare al cinema. Nemmeno Tu-Sai-Chi in persona avrebbe potuto impedirgli di prendersi una pausa dalla guerra.

“Chi hai visto?”

“Lestrange, Higgs, Rabastan Lestrange.”

“E cosa c’è di strano? Sarà andato a vendere qualche cimelio di famiglia o a comprare qualche regalo di dubbio gusto.”

“No, non hai capito, è entrato con fare circospetto.”

“Frank, io ti voglio bene, sei il mio migliore amico, ma sul serio, io non ho tempo per pensare a Lestrange. Devo andare al cinema.”

“Cosa?”

“Mi hai sentito. Devo andare al cinema. Oggi esce l’Impero colpisce ancora, il secondo episodio della saga di Star Wars, ma dove vivi?”

“Noi maghi non andiamo molto al cinema.”

“E fate male. Vedi perché in Inghilterra sta succedendo tutto questo casino? Perché non vi mescolate con i Babbani! Senti, perché non vieni al cinema con me?”

“Cosa dico ad Alice? È incinta.”

“Dille di raggiungerci. Possiamo trasfigurare gli abiti in quelli dei personaggi del film, dai, sarà divertente! L’ho già fatto a Brooklyn quando è uscito il primo film.”

Alice con il suo viso tondo a forma di cuore era perfetta come principessa Leia, nonostante la pancia per il prossimo arrivo del piccolo Neville. Frank divenne un fantastico Han Solo e lui, Bertie, era ovviamente Luke Skywalker, l’aspirante Jedi.

Frank e Alice sembrarono divertiti dalla novità e seguirono Bertie al cinema che spiegò l’usanza di mangiare pop-corn, bere una bibita gassata e godersi un film meraviglioso.

Bertie amava Star Wars. Era merito del film “Una nuova speranza” se era riuscito a convincere suo padre a lasciarlo partire per l’Inghilterra.

Poco dopo l’uscita al cinema del film, infatti, Rufus Scrimgeour era andato a trovarli nella loro casa di Brooklyn e aveva raccontato come l’Inghilterra stesse precipitando nel caos. Probabilmente pensava di convincere il vecchio Albert Higgs a tornare in madrepatria a dare una mano, ma suo padre non avrebbe mai lasciato New York. Non ora che si stava godendo la pensione dopo una vita passata a rincorrere i seguaci di Grindelwald.

Così, era stato Bertie a raccogliere il testimone, eccitato dall’idea di conoscere il paese di origine di suo padre e combattere il Lato Oscuro della Forza. Si sentiva come Luke che aveva appena incontrato il vecchio Obi-wan Kenobi. I Mangiamorte, con le loro maschere e la scia di morte che si lasciavano dietro, non erano diversi dagli eserciti guidati da Lord Fener.

“I Babbani sono incredibili!” esclamò Frank uscendo entusiasta dal cinema, “Insomma, sembra che abbiano capito cosa sta succedendo nel nostro mondo! Le affinità sono molteplici! Hai visto i mantelli? E le spade laser? Insomma, sono delle bacchette! Anche se i colori delle maledizioni sono sbagliati, ma insomma, cosa ne sanno loro, è sorprendente uguale!”

Parlava senza fermarsi con un entusiasmo contagioso e Bertie rideva pensando che avrebbe cercato una sala in cui trasmettessero “Una nuova speranza” così avrebbero potuto guardarlo insieme e poi sarebbero andati a vedere insieme il prossimo film.

“Ha ragione Frank, persino Neville ha gradito il film!” esclamò Alice entusiasta, “Noi siamo il Senato Imperiale che deve resistere ai tentativi di corruzione portati avanti dal Lato Oscuro e…” abbassò la voce per non farsi sentire, “l’Ordine della Fenice non è altro che la Ribellione!”

“Esatto, Alice! Moody deve vedere questo film!”

“Moody ci direbbe che è una perdita di tempo, che la guerra si deve combattere sul campo e non sullo schermo,” gli ricordò Bertie prima di salutarli e ritornare nel suo appartamentino vicino King’s Cross.

 

. * . * . * .

 

Ministero della Magia, 25 giugno 1981

 

Bertie stava per concludere il suo primo anno da Auror. In quell’anno lui e Frank ne avevano viste tante, al punto che ora lavoravano in squadra insieme a Jacob Williamson, un Auror con qualche anno in più di esperienza. Un tipo atletico, dai lunghi capelli biondi che spesso li portava legati in uno strano groviglio.

Jacob aveva saputo inserirsi nella coppia formata da lui e Frank, e Alastor Moody non avrebbe potuto creare un trio più differente: un vichingo, un newyorkese e un fottutissimo britannico.

Quel giorno avrebbero dovuto esaminare i nuovi arrivati all’accademia degli Auror, vedere come reagivano durante gli interrogatori, se erano in grado di resistere allo stress. I Mangiamorte, del resto, usavano metodi più persuasivi delle tecniche di interrogatorio per estorcere informazioni.

Crollare in una simulazione avrebbe rivelato loro su cosa bisognasse lavorare o se indirizzare il candidato verso una posizione più idonea all’interno del Ministero della Magia. Molti sognavano di diventare Auror per il prestigio, ma pur essendo ottimi maghi, non tutti avevano la tempra per il campo di battaglia. Loro potevano allenare il carattere, rafforzare lo spirito, ma erano costretti a rinunciare agli anelli deboli per non compromettere la sicurezza di tutti.

“Come va con Bertha?” gli domandò Frank mentre sorseggiava il suo tè mattutino nel caffè nell’Atrium del Ministero della Magia. Avevano preso l’abitudine di fare colazione insieme per discutere di quanto sarebbe accaduto durante la giornata.

Bertie lo guardò sorpreso e per poco non inondò il tavolo con il suo caffè americano. Bertie non riusciva proprio ad abituarsi al tè. Se non beveva la sua bella tazza di caffè americano (almeno tre al giorno) il suo cervello non riusciva a connettere e sembrava che si trascinasse in giro per il Ministero. Il caffè, invece, era in grado di svegliare tutti i sensi e fargli fare delle connessioni tra nomi, luoghi e circostanze che non credeva possibile. Era il miglior stimolante per la mente che fosse mai stato inventato.

“Dai, sono in casa con un bambino, nemmeno mi ricordo più cosa si prova le prime volte,” lo supplicò Frank.

Jacob li guardava attraverso le pagine della Gazzetta del Profeta. In prima pagina, Bartemius Crouch raccontava gli ultimi arresti.

Bertie sospirò, guardò il soffitto cercando le parole migliori per mettere fine a quella situazione imbarazzante e confessò: “Temo di non avere molto da raccontare. A quanto pare, Hestia l’ha vista in un ripostiglio con Ludo Bagman.”

“No!” esclamò Jacob abbassando la prima pagina del giornale.

“Ma Ludo non è affidabile, cosa ci troverà in uno come lui?” aggiunse Frank posando la sua tazza di tè. Bertie trovava divertente l’aplomb britannico che Frank riusciva a mantenere con i suoi orribili cardigan, le camicie stirate e la fila di lato.

“Grazie per la solidarietà, ragazzi. Sapete come sono le donne, dicono che amano il bravo ragazzo, quello con il faccino pulito, e poi scappano con il primo stronzo che passa. Non era niente di serio, comunque. Ci siamo solo divertiti. Insomma, conoscete Bertha Jorkins.”

“Meglio di te, visto che era compagna di dormitorio di Alice e non dire che lei non ti avesse avvisato.”

Bertie alzò le mani divertito: “Certo, è tutta colpa mia. Mi sono lasciato abbindolare da quei boccoli alla Marylin Monroe.”

Jacob scoppiò a ridere: “Forse è meglio che andiamo a sentire questi aspiranti Auror se resistono alla pressione di un interrogatorio.” Pagarono le loro consumazioni e si ritrovarono nell’Atrium diretti agli ascensori.

Frank camminava con le mani in tasca come al suo solito, scuoteva la testa dicendo: “Francamente è una cosa inutile: i Mangiamorte non userebbero questi strumenti per carpire delle informazioni.”

Jacob raccolse una ciocca di capelli che era sfuggita alla sua coda e sospirò paziente: “Beh, Scrimgeour dice che se non resistono all’interrogatorio di un Auror non hanno speranze contro i Mangiamorte. È pur sempre qualcosa.” Avevano fatto quella discussione già un centinaio di volte e Frank continuava a non essere convinto.

“Secondo livello. Ufficio per l’Applicazione della Legge Magica, Dipartimento Auror, Servizi Amministrativi per il Wizengamot.”

Le porte dell’ascensore si aprirono, presero il corridoio per andare in ufficio e Bertie incrociò una strega che non aveva mai visto e che le sembrò un angelo per il modo leggiadro con cui camminava.

“Chi è?” domandò voltandosi verso di lei, sentendo la gola improvvisamente secca.

“Dolores Umbridge. Dovresti conoscerla,” gli disse Frank disgustato. La Umbridge non godeva di ottima fama al Ministero della Magia, anche se Bertie non aveva mai avuto modo di conoscerla direttamente.

“No, l’altra,” sospirò.

“Una a cui piacciono i faccini puliti.” Jacob sghignazzava divertito tra sé e sé e aggiunse: “È la ragazza di Crouch.”

“Così giovane e carina?” domandò Bertie confuso.

Jacob gli rivolse uno sguardo scandalizzato e disse: “Del figlio. Vieni, oggi dobbiamo il suo interrogatorio. È uno delle nuove reclute.”

Bertie non capiva il perbenismo ipocrita degli inglesi, insomma, a New York poteva capitare che ci fossero coppie con grandi differenze di età e il signor Crouch era pur sempre un uomo di potere che teneva la sua vita privata estremamente riservata. A New York nessuno si sarebbe sorpreso se avesse avuto una compagna più giovane.

Nell’aula in cui interrogavano le reclute, Bertie se lo trovò seduto davanti, il figlio di Bartemius. Aveva lo stesso sguardo sicuro del padre, la stessa postura impettita e l’aria di chi non si lascia intimorire. C’era qualcosa che non tornava in quel ragazzo, lo sentiva a pelle. Non gli piaceva.

Frank aveva mostrato al ragazzo delle foto di scene del crimine perché individuasse i segni delle maledizioni e le tracce dell’uso di Arti Oscure e lui le aveva individuate con una velocità fin troppo sospetta e, a differenza delle altre reclute, non si era nemmeno impressionato per lo stato in cui si trovavano i cadaveri dei Babbani.

“Cosa mi sa dire di questa foto?” domandò Frank, Bertie lo osservava attentamente.

“È la scena di un crimine.” Barty guardò la foto con sufficienza.

“Ci sa dire quali maledizioni sono state utilizzate?” Frank era sempre dannatamente formale negli interrogatori, era difficile che qualcuno iniziasse a sentirsi a suo agio e si lasciasse andare. A New York stavano sperimentando delle tecniche diverse, su suggerimento del FBI babbano.

“Servirebbe essere sul posto per fare le verifiche,” disse Barty guardando la foto.

“Cosa verificherebbe?”

Si avvicinò alla foto e socchiuse gli occhi, come per studiarla, poi disse indicando con un dito le parti della fotografia che commentava: “Le tracce di bruciato sembrerebbero indicare l’uso di Ardemonio. Il legno non sembra incendiato, ma interamente consumato, è un residuo diverso da quello che lascia l’incantesimo Incendio. La posizione dei corpi è compatibile con l’uso di qualche maledizione, come la Cruciatus, e naturalmente l’assenza di ferite mortali sembrerebbe lasciar intendere che sia stato utilizzato l’Anatema che Uccide.”

“Da cosa lo deduce?” domandò Bertie.

“Guardi la posizione del bambino.”

“Non la impressiona questa foto?”

“Se mi lasciassi impressionare non avrei fatto domanda per questo lavoro,” gli rispose freddamente.

“Beh, trovarsi davanti una scena del crimine è sempre diverso.”

“Sono cresciuto con foto del genere in giro per casa, con Alastor Moody e mio padre che parlavano di omicidi fino a notte fonda. Non c’è nulla che possa impressionarmi.” Le risposte erano troppo sicure.

“Ne ha mai visti di Mangiamorte?”

“Sulla Gazzetta del Profeta. Sa, ad Hogwarts non ci sono Mangiamorte.” Quanto gli stava sul cazzo quel sorrisino sarcastico.

“Sa cosa si prova ad avere una bacchetta puntata?”

“Non ho paura di una bacchetta puntata.” Eccolo, il solito sbruffone.

“E se le portassero via ciò a cui tiene?” gli domandò, “la sua fidanzata, per esempio? Lo sa che Tu-Sai-Chi e i suoi seguaci optano per le vendette trasversali? Se le chiedessero delle informazioni su una missione in cambio della vita della sua fidanzata, cosa direbbe?”

Barty gli rivolse un’occhiata gelida e Bertie in quel momento avvertì un brivido di paura scendere lungo la schiena. Il corpo del giovane Crouch sembrava immobile, ma Bertie riusciva ad avvertire come ogni fibra sotto la superficie fosse in tensione. Era troppo bravo a simulare indifferenza per essere solo una recluta.

“Se i Mangiamorte prendessero la mia fidanzata, ucciderebbero lei e me immediatamente dopo aver ricevuto le informazioni, come è avvenuto per la morte di Meadowes. Dargli le informazioni condannerebbe non solo me e lei, ma anche le altre persone. La sola difesa è, come dice Alastor Moody, la vigilanza costante e la consapevolezza che la mia fidanzata sa difendersi.” Si guardarono negli occhi e Barty aggiunse: “L’ho istruita personalmente, Auror Higgs.”

“Torniamo alla scena del crimine.” Frank intervenne per stemperare il clima gelido che si respirava in quella stanza. “Se le faccio vedere questa foto, cosa mi dice?”

Bertie colse un bagliore negli occhi di quel ragazzo, quasi lo scatto di un sorriso, un’ombra che scomparve un istante dopo, veloce come un battito di ciglia.

“È una morte da annegamento ad opera di Inferi,” disse sicuro.

“Come fa a dirlo?”

“I segni di trascinamento sull’addome della vittima. Sembra che sia stata tirata sul fondo del lago da una di quelle creature.”

“Come fa a sapere che la vittima è stata ripescata da un lago?” domandò Higgs.

Barty si fermò e disse con lo stesso tono freddo, meno sicuro di un attimo prima: “La foto ritrae del terriccio e foglie di alberi che sono incompatibili con una spiaggia. Senza contare che non ci sono notizie di Inferi nei mari.”

Bertie e Frank si scambiarono uno sguardo. Frank riprese le foto dal tavolo e le infilò nella sua cartelletta: “Può andare. Le faremo avere la valutazione tra qualche giorno.”

Barty si sistemò la cravatta, si alzò dalla sedia e salutò entrambi stringendo la mano. Aveva una stretta di mano ferma e decisa, la mano non gli sudava e non era nemmeno gelida, come se quell’interrogatorio non lo avesse affatto innervosito. Jacob, che era rimasto in un angolo ad osservare come loro due se la cavassero, chiuse la porta non appena Crouch uscì dall’aula. Silenziò la stanza e disse: “Higgs, che cazzo fai? Lo sai che è il figlio del Direttore del nostro ufficio?”

“Sì, e sa troppe cose per essere una recluta.”

“È cresciuto con Moody in casa!”

“Ha inquadrato da una foto la località dove è stato commesso un omicidio: non un bosco, non uno stagno, non un fiume, ha detto un lago! Quel ragazzo sa troppe cose per essere uno che origliava le conversazioni del padre! Sono figlio di un Auror anch’io!”

“Senti, a te non piace perché hai scoperto che è il fidanzato della strega che hai incontrato.”

“Oh, andiamo! Quella ragazza non c’entra niente. L’ho vista a malapena. È lui che non torna. Come dice Alastor? Non eliminiamo nessun sospettato finché non siamo certi della sua innocenza? Hai visto le risposte? Hai visto il controllo dei nervi che ha? Non si è scomposto nemmeno al pensiero della morte della fidanzata.”

“Bertie,” la voce di Rufus Scrimgeour irruppe nella stanza, facendoli sobbalzare. “La prossima volta ricordatevi di bloccare tutti gli accessi,” disse indicando la porta sull’altra parete. “Quello che stai sostenendo è molto grave. Non ti devo ricordare di chi è il figlio, in che casa è cresciuto. Suo padre è conosciuto come Cuore di Pietra, i nervi freddi sono tra le caratteristiche di quella famiglia. Tutto quello che hai raccontato, che a te sconvolge, è esattamente il ritratto di Bartemius. Se quel ragazzo diventa Auror e supera l’addestramento, possiamo aspettarci grandi cose da lui.”

“Rufus, io ho visto dell’altro. Ho visto un lampo di oscurità sul fondo di quegli occhi, un ghigno che è scomparso come un battito di ciglio.”

“È troppo poco per sospettare qualcuno. Se questa cosa salta fuori e non hai le prove, nemmeno io posso pararti il culo. Ognuno di noi ha un po’ di oscurità in sé.”

Bertie pensò alla Principessa Leia e disse a Rufus: “Un giorno ti sbaglierai anche tu e spero solo di essere lì.”

 

. * . * . * .

 

Ministero della Magia, 31 gennaio 1982

 

“Vi voglio tutti nell’aula d’udienza! Subito, cazzo!”

Rufus Scrimgeour li aveva guardati torvi attraverso le cortine della sua folta criniera rossastra. In quei momenti sembrava ancora di più un leone da battaglia. Era arrivato quella mattina presto stanco e sconvolto, con i muscoli che ancora tremavano per l’adrenalina e la preoccupazione sul volto.

“Che succede, Rufus?”

“Muoviti, Higgs. Cazzo, avevi ragione. Porca puttana.”

Bertie lo guardò perplesso mentre si domandava su cosa potesse avere ragione. Stavano lavorando da giorni alla ricerca dei responsabili della tortura a Frank e Alice Longbottom. Era andato a trovarli al San Mungo, anche se Moody aveva detto loro che non erano coscienti, ma Bertie aveva insistito. Erano i suoi compagni di accademia e i suoi migliori amici, dopotutto. Erano diventati Auror insieme, con una sfilza di serate al Paiolo Magico o alla Testa di Porco dopo le lezioni, oppure in bettole malfamate alla fine delle ronde.

Scese nell’Aula dieci, dove venivano celebrate le udienze e sentì il freddo dei Dissennatori. Il Patrono di Alastor Moody gli corse davanti e migliorò la situazione. Entrò nell’aula e vide quattro sedie di fronte l’emiciclo. Moody gli passò davanti e andò a sedersi in alto, vicino Albus Silente. Bertie si fermò a metà, rimanendo in piedi e mescolandosi tra i fotografi della Gazzetta del Profeta.

Rita Skeeter gli fece l’occhiolino, lui le sorrise in rimando. Era simpatica Rita, e ogni tanto era comodo farle arrivare qualche notizia, per testare l’effetto che faceva sui loro obiettivi. La stampa era fondamentale quando il loro nemico era un pazzo omicida alla ricerca di popolarità.

Il vecchio Bartemius Crouch chiamò gli imputati: Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Bellatrix Lestrange e Bartemius Crouch Jr.

Bertie si coprì la mano e disse: “cazzo.”

L’occhio corse a Rufus che lo guardò rabbrividendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’Autrice:

Bertie Higgs è nominato da Cormac McLaggen in treno con Lumacorno nel Principe Mezzosangue. Di lui si sa solo che va a caccia di Nogtails con Rufus Scrimgeour e Tiberius McLaggen (lo zio di Cormac). Tutto il resto: il suo essere Auror, di New York, in fissa con il cinema babbano e Star Wars e dell’età di Frank è un mio ricamo.

Per chi segue Kintsugi, vedremo Bertie Higgs come personaggio durante il periodo de “L’Ordine della Fenice” quando la Umbridge è a Hogwarts. A partire dal capitolo 52, ma quello che succede è un missing moment che non influisce e non spoilera nulla della long.

Di Jacob Williamson si sa che è un Auror con una lunga coda bionda che strattona Caramell/Fudge quando arrivano al Ministero dopo la battaglia all’Ufficio dei Misteri e vedono Voldemort. Lui esclama: “È tornato, lui è tornato!” e Caramell gli risponde abbastanza risentito. L’ho immaginato di qualche anno più grande di Bertie e mi piaceva metterlo come referente di lui e Frank.

Il titolo è una citazione di Darth Fener in Star Wars “The Empire Strikes Back” e allude a come si è sentito Bertie nel sapere di aver avuto ragione. Non solo, ma in tutti gli episodi ci sono dei riferimenti a chi avrebbe causato la tortura dei Longbottom. Frank era arrivato a intuire la presenza di Bellatrix e quella dei Lestrange, Bertie quella di Crouch. Se i superiori avessero dato peso a quelle piste di indagine, forse Frank sarebbe ancora integro.

 

 

   
 
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