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Autore: Severa Crouch    12/07/2020    6 recensioni
Questa storia partecipa al contest “The one about Slytherins” indetto da Soficoifiocchi (DeaPotteriana) sul forum di EFP.
Nel luglio del 1978, Barty Crouch Jr viene invitato da Regulus Black a trascorrere alcuni giorni di vacanza nel Wiltshire insieme ad Alexandra Turner e la famiglia di lei. Fin dal loro incontro, Barty capirà l'importanza di proteggere il loro legame da quello che pensa la società tradizionalista Purosangue, costi quel che costi.
È un missing-moment della mia long Kintsugi.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Threesome, Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Kintsugi'
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Note introduttive:

Questa storia partecipa al contest “The one about Slytherins” indetto da Soficoifiocchi (DeaPotteriana) sul forum di EFP.

Il contest voleva una rappresentazione degli studenti Serpeverde che andasse al di là della loro fama di cattivi, per questo motivo ho eliminato dalla storia ogni riferimento ai Mangiamorte per concentrarmi sui rapporti e i sentimenti che legano i personaggi.

Mi sono divertita a utilizzare una location insolita (esistono tipo tre versioni di questa storia: a Hogwarts, a Grimmauld Place e questa) come la residenza estiva dei Black (da Cygnus e Druella) per ricreare quelle ambientazioni quasi vittoriane in cui immagino immersa la società Purosangue inglese (e di cui mi diverto tantissimo a scrivere).

Alexandra Turner è la mia OC protagonista della long Kintsugi. Lei e la sua famiglia sono una mia invenzione. Non ho resistito all’idea di inserirla visto che il contest accettava relazioni poliamorose e io che sto pubblicando i capitoli sul processo di Barty avevo proprio bisogno di tornare a sentire il mio amato trio di nuovo giovane e felice, un anno prima della scomparsa di Regulus Black. <3

Nome su EFP/Forum: SeveraBartySha/Shallo

Titolo: Something to stand for

Personaggi: Barty Crouch Jr, Regulus Black, Nuovo Personaggio

 

 

Something to stand for

Barty Crouch Jr, Regulus Black, Alexandra Turner (Nuovo Personaggio)

 

 

 

 

Wiltshire, 2 luglio 1978

 

Barty fremeva dall’emozione. Aveva appena ricevuto un gufo da Regulus con un invito a trascorrere qualche giorno nella residenza estiva dei Black per cercare nei boschi alcuni ingredienti per le pozioni insieme ad Alexandra.

Aveva sottoposto l’invito a suo padre che lo stava esaminando e Barty si augurava vivamente che non gli dicesse di no. Insomma, i Black erano anche lontani parenti, Alex era la sua fidanzata, cosa c’era da temere?

“Ci saranno i Turner?” domandò suo padre guardandolo negli occhi.

“Sì, ci sono anche loro.”

“Allora va bene.”

Trattenne ogni entusiasmo per non destare sospetti. Suo padre diffidava degli eccessi di entusiasmo.

“Caro, ma credi sia sicuro? Con quello che sta succedendo in giro?” Un brivido corse lungo la schiena di Barty. Non aveva previsto l’intervento di sua madre.

“Credo proprio che quelli che stanno provocando i disordini a Diagon Alley non pensino proprio ad attaccare i Black. A dirla tutta, Barty è più al sicuro nel Wiltshire che qua in città. I Black sanno difendere le loro proprietà, forse anche troppo secondo il Ministero, e poi ci saranno anche i Turner. Ora devo andare, Moody mi sta aspettando.”

Barty vide il padre uscire, senza nemmeno augurargli buon viaggio o di divertirsi, nemmeno una parola sulle ricerche nei boschi da fare con Regulus. Nulla. Al contrario, sua madre fu fin troppo prodiga di domande, raccomandazioni, coccole e premure nemmeno stesse per partire per la guerra. Talmente pressante da risultare quasi fastidiosa.

In stanza Barty finì di preparare il baule, raccolse la sua scopa, la nuovissima Stellasfreccia che avrebbe provato con Regulus e rimase in attesa dei signori Turner: non vedeva l’ora di rivedere Alexandra e Regulus. Erano così abituati a trascorrere le giornate insieme che le vacanze estive per lui diventavano un tormento.

Quando i suoi amici facevano dei viaggi con la famiglia, Barty finiva per essere perennemente confinato in casa, nella zona residenziale di Diagon Alley, perché suo padre era sempre troppo impegnato per poter lasciare il Ministero. “I Mangiamorte non vanno in vacanza e nemmeno gli Auror,” gli aveva risposto l’ultima volta in cui Barty aveva osato chiedergli se quell’estate sarebbero andati da qualche parte. Detestava quella situazione.

L’invito di Regulus, pertanto, era la prima occasione di fuga che gli si presentava da molto tempo a quella parte e non l’avrebbe sprecata. Bastava tornare con la stessa tranquillità con cui si era partiti e suo padre non avrebbe avuto più scuse per impedirgli di ripetere l’esperienza.

Quando arrivarono i signori Turner, Barty era perfettamente vestito con i capelli in ordine e la sua espressione da bravo ragazzo. Salutò sua madre con calore dandole un bacio, anche se fino a pochi istanti prima lei gli aveva tormentato le guance con i suoi baci, dicendogli che il suo piccolo Barty le sarebbe mancato moltissimo. Che poi, aveva quindici anni e non era più piccolo! Tra due anni sarebbe diventato un adulto e a settembre avrebbe iniziato il c.d. anno dei G.U.F.O.!

“Sei pronto, Barty?” domandò allegro il signor Turner. Era un uomo dall’aria tranquilla e serafica. Il classico Guaritore che mette a proprio agio i pazienti. Aveva gli occhi marroni luminosi e il sorriso gentile come Alexandra e indossava un elegante completo di lino che lo faceva sembrare un gentleman di campagna.

Barty annuì, lo vide agitare la bacchetta e far scomparire il baule e la scopa di Barty, poi si rivolse alla moglie: “Darlene, tu prendi Alex. Barty, reggiti al mio braccio. Arrivederci Evelyn, prenda i filtri che le ho portato, stia tranquilla e si riguardi.”

Alexandra gli sorrideva allegra mentre reggeva il braccio della madre. Barty ebbe un sussulto nel vederla con un abito di lino bianco al posto della solita uniforme scolastica. Diversamente da quando erano a scuola, portava i capelli sciolti che le scendevano in morbide onde lungo la schiena, mentre alcune ciocche erano raccolte dietro la nuca. La conosceva fin troppo bene per capire che anche lei avrebbe voluto fare buona impressione sui Black perché una settimana insieme era un’occasione troppo ghiotta da sprecare.

Lo strappo all’altezza dell’ombelico della Smaterializzazione lo distolse dai suoi pensieri e quando riaprì gli occhi si ritrovò nei prati del Wiltshire.

La dimora dei Black era un’enorme villa settecentesca immersa nel verde, con un meraviglioso bosco che, secondo Regulus, era la riserva di caccia dei suoi zii. Uno stuolo di sudici elfi domestici andò loro incontro, pronti a prendere i bagagli che il signor Turner faceva comparire agitando la bacchetta.

Alexandra approfittò della distrazione dei genitori e gli si avvicinò: “Come sono state le tue vacanze finora?”

“Noiose, le tue?”

“Noiose.” Barty dovette trattenere l’impulso di baciarla che avvertiva ogni volta che le scorgeva un sorriso e quello sguardo. La loro complicità era cresciuta da quando al terzo anno lei lo aveva seguito nella folle impresa di seguire tutti i corsi. Il professor Lumacorno aveva dato a entrambi una Giratempo e ogni tanto si divertivano a ritagliare un’ora extra solo per loro, così che Barty non aveva idea di quante ore trascorresse esattamente insieme ad Alexandra.

“Benvenuti cittadini!” Regulus andò loro incontro sorridente.

Alexandra gli rivolse uno dei suoi sorrisetti sarcastici: “Disse colui che abitava nel cuore della Londra babbana!” Barty si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito.

Regulus scoppiò a ridere, mentre metteva un braccio intorno alle spalle di Alexandra e uno intorno a quelle di Barty. Era così felice di vederli. Nonostante lo strato di vestiti che lo separava da Regulus, Barty ebbe un fremito nel momento in cui Regulus fece scivolare un dito lungo la sua nuca, tra il colletto e l’attaccatura dei capelli. Barty rabbrividì e Regulus gli lanciò un’occhiata divertita.

Barty notò che anche Alexandra rabbrividì quando Regulus le sfiorò la pelle nuda del braccio lasciato scoperto dal vestito. Invidiò la possibilità delle ragazze di girare indossando abiti così leggeri, mentre lui era costretto nel suo elegante completo di lino chiaro.

Regulus lasciò le loro spalle con nonchalance e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni. Li guardò entrambi divertito e disse: “Vi farò fare un tour della casa, ma mi raccomando, Alex, non tirare fuori l’argomento Grimmauld Place e vicinanza ai Babbani: è stato l’oggetto delle conversazioni tra mia madre e zio Cygnus per gli ultimi tre giorni.” Regulus parlava alternando lo sguardo tra Barty e Alexandra, sorridendo a entrambi. “Zio Cygnus sta cercando di convincere mia madre a lasciare quella fogna di Londra per venire nel Wiltshire, mia mamma ovviamente non ha nessuna intenzione di lasciare la casa dei suoi padri. In questo delirio si intromette mia cugina Bellatrix, che sostiene a mia madre, dicendo che sono i Babbani a dover sparire, non certo i Black.”

“D’accordo,” esclamò Alexandra divertita, “mi limiterò a mostrare a tua madre i progressi negli incantesimi per servire il tè.”

“Non farlo, ti prego,” esclamò Regulus, “Druella sta ammorbando Bellatrix con questa storia del saper ricevere gli ospiti e se salta fuori che tu hai imparato gli incantesimi in quei libri assurdi… Beh, io non farei arrabbiare mia cugina.”

“D’accordo, allora prestatemi una scopa e giocherò a Quidditch con voi! Non lasciatemi in pasto alle signore!”

“Figurarsi se ti lascio in pasto a mia madre!” rispose abbracciandola. A Barty non sfuggì il modo in cui Alexandra lasciò che il suo corpo aderisse per un istante contro il fianco di Regulus e nemmeno il tentativo di lui di dissimulare il turbamento che quel contatto gli aveva provocato.

I signori Turner avevano già raggiunto i Black in giardino, salutarono i padroni di casa e Regulus si offrì di accompagnare gli ospiti nelle loro stanze.

“È un compito da elfo domestico, Regulus, chiama Kreacher” disse Walburga dopo aver ricevuto un perfetto baciamano da Barty. Era molto fiero del modo impeccabile in cui gli era uscito, perfino Alexandra ne fu impressionata.

“Sono miei amici, mamma, è segno di ospitalità, me l’hai insegnato tu” ribatté Regulus. Barty notò il difficile equilibrio tra il giustificare la richiesta e il non mostrare troppo entusiasmo verso i suoi amici che avrebbe insospettito gli adulti. In fondo, erano ufficialmente per studiare e cercare ingredienti per le pozioni.

Walburga alzò al cielo gli occhi grigi, così simili a quelli di Regulus. Il signor Turner intervenne cercando di mediare: “Walburga, lasciali andare, non vedevano l’ora di rivedersi!” Barty adorava il papà di Alexandra, era sempre così ragionevole, ed era la dimostrazione che si potesse essere dei genitori in carriera pur considerando i figli.

“D’accordo, ma non fate tardi per il tè. Regulus, mi raccomando, non imbarazzare il nome dei Black.”

Barty si domandò in che modo Regulus potesse mettere in imbarazzo il nome dei Black mentre li accompagnava nelle stanze. Probabilmente, per sua madre anche una scarpa slacciata o la cravatta non annodata perfettamente avrebbe potuto causare motivo di imbarazzo, ma subito dopo a Barty vennero in mente una serie di pensieri che sì, avrebbero messo in imbarazzo il nome dei Black. Si domandò anche tra quanto tempo il tè sarebbe stato servito.

In casa furono accolti dal fresco delle pareti e dal profumo dolciastro dei fiori nei vasi. Regulus iniziò a raccontare la storia della casa e Barty gli sussurrò: “Risparmiaci il tour, tra quanto tempo servono il tè?”

“Tra un’ora.” Regulus gli rivolse un sorrisetto divertito e Barty si inumidì le labbra. “Mostraci le stanze,” disse, in un modo che sembrava quasi un ordine.

Regulus, ancora più divertito dalla situazione, lo stava studiando. “Che hai in mente, Crouch?”

“Solo pessime idee, come sempre.”

Alexandra, accanto a Regulus, sembrava aver compreso perfettamente. Barty lo vedeva dal sorrisetto che cercava di trattenere e da quella luce di eccitazione che le illuminava lo sguardo. Il sorriso di Regulus si allargò e Barty sentì un nuovo fremito e il desiderio di liberarsi della cravatta.

Entrarono nella stanza di Alexandra, aprirono le finestre e lasciarono credere che Alexandra rimanesse in camera a rinfrescarsi, mentre sgaiattolò con loro in quella che sarebbe stata di Barty, nell’altra ala del palazzo, vicino la stanza di Regulus.

Avevano confinato Alexandra nella stanza accanto a Bellatrix e Rodolphus e temevano che avrebbe potuto avere qualche difficoltà a passare inosservata. Barty si disse che avrebbe pensato a una soluzione. In ogni caso, non l’avrebbero lasciata da sola.

“E questa è la tua stanza…” concluse Regulus chiudendo la porta della camera alle sue spalle.

Tutti e tre si scambiarono uno sguardo, avvertendo la tensione del momento. La felicità di ritrovarsi era mescolata con la paura di essere scoperti e rovinare tutto appena arrivati. Barty si allentò il nodo della cravatta.

“Abbiamo quarantacinque minuti prima del tè” disse Alexandra molto pragmaticamente. Regulus le si avvicinò e le posò un bacio sul collo, le sussurrò: “Mi siete mancati.” Si scambiarono un bacio mentre Barty si liberava anche della giacca sentendo il respiro venirgli meno. Si avvicinò a loro due e sentì di nuovo le labbra morbide di Regulus sulle sue, seguite da quelle di Alex. Erano baci così diversi: passionale lui, dolcissima lei.

Sentì le dita sottili di Alexandra tra i capelli mentre continuavano a baciarsi e Regulus dietro di lei che le sbottonava l’abito. Lo videro cadere per terra. Barty sentì le dita di Alexandra lasciare i capelli, accarezzargli la nuca e scendere sul petto a sbottonargli la camicia. Il cuore gli batteva furiosamente, ma doveva controllarsi, era sempre lui ad avere il controllo della situazione e non aveva intenzione di lasciare il comando a Regulus o ad Alexandra. Erano frettolosi, loro.

Le labbra di Alexandra lo baciarono alla base del collo e quando gli sfiorarono il pomo d’Adamo, Barty si sentì fremere e mandare al diavolo i propositi di auto controllo. Regulus lo guardava dietro la spalla di Alexandra con un sorriso divertito. Barty allungò la mano e sentì le dita di Regulus intrecciarsi con le sue. Lo attirò a sé e si baciarono mentre Alexandra continuava a spogliarlo e lo stava già liberando dei pantaloni che iniziavano ad opprimerlo. Si sorprese quando sentì le dita di Regulus infilarsi dentro i suoi boxer, mentre Alexandra si voltava a spogliare Regulus continuando a baciare ogni lembo di pelle che riuscisse a scoprire.

Barty vide la cravatta di Regulus scivolare via, seguita da quelle ridicole bretelle che gli facevano indossare in campagna, la camicia e infine i pantaloni. Si ritrovarono tutti e tre stretti, come era avvenuto nel loro nascondiglio nei sotterranei, la sera prima di prendere il treno da Hogsmeade per tornare a casa.

Erano sei mesi che la relazione tra loro tre stava andando avanti e Barty non riusciva a credere quanto potesse essere appagante riuscire a soddisfare il suo desiderio di stare contemporaneamente con Regulus e Alexandra.

Quando fu servito il tè, si erano cambiati, rinfrescati ed erano perfettamente composti, seduti accanto i genitori a fingere un’innocenza che non apparteneva a nessuno di loro. Barty adorava quelle recite, adorava il modo in cui nessuno avrebbe mai pensato che l’algido erede dei Black fosse un amante appassionato, o che Alexandra si eccitasse solo se lui e Regulus le sfioravano la mano distrattamente. Nessuno immaginava, poi, che il fidanzato di Alexandra, così studioso e educato, fosse perdutamente innamorato di Regulus.

Barty osservava quegli adulti, le signore con il loro cappelli dalle tese larghe e gli abiti chiari, i mariti e persino le cugine di Regulus, nessuno di loro avrebbe compreso il legame che c’era tra loro tre. Nessuno sarebbe stato in grado di accettare che si potesse amare contemporaneamente due persone.

Regulus e Alexandra erano stati separati dalle loro famiglie perché i Turner non erano considerati una famiglia sufficientemente altolocata per poter sposare un Black. Quello che non avevano previsto, era che il fidanzato di Alexandra si innamorasse di Regulus e che usassero un’apparenza di rispettabilità per continuare a vedersi. Regulus, nel frattempo, prendeva tempo con le fidanzate che i genitori gli proponevano. Nessuna strega con la puzza sotto il naso e l’ambizione di mettere le mani sul patrimonio dei Black poteva competere con lui ed Alexandra.

Si ritrovarono a trascorrere il pomeriggio stesi sotto una quercia a leggere i libri che i professori avevano loro assegnato. Alexandra era alle prese con i compiti di Divinazione e stava riempiendo il suo diario dei sogni provando a interpretarli. Barty la osservava preoccupato: lo sguardo le si spegneva e ogni tanto rabbrividiva. Aveva letto i terribili sogni che popolavano le notti della sua fidanzata e né lui né Regulus riuscivano a placarne le paure.

“Sapete, ragazzi, credo di aver trovato la definizione di ciò che siamo,” disse Regulus mentre metteva il punto finale sul tema di Incantesimi.

“Un triangolo?” domandò Barty divertito.

“Più o meno,” disse Regulus, “siamo come i Doni della Morte.”

Alexandra smise di scrivere sul diario e lo guardò perplessa. Regulus sorrise e spiegò: “Insomma, siamo in tre, siamo così diversi e insieme siamo in equilibrio perfetto. Barty, con la sua mania di controllo è la bacchetta di sambuco. Ha anche il sorrisetto sadico e la passione per il sangue, considerati i morsi che lascia.” Barty sorrise compiaciuto per il paragone.

“Alex, tu sei così diplomatica e riesci a mimetizzarti nelle situazioni da essere il Mantello dell’Invisibilità, senza contare che averti addosso è un piacere unico,” continuò facendola arrossire.

“Io, naturalmente, sono la Pietra della Resurrezione, con tutto il peso degli antenati sulle spalle e vi posso assicurare che ci sono giorni che mi sento sprofondare con questo fardello.”

Barty si guardò intorno e sussurrò: “Sei la Pietra della Resurrezione perché basta un tuo sorriso e fai resuscitare anche i morti…” Regulus scoppiò a ridere, con una delle sue bellissime risate e Barty si sentì sollevato, non gli piaceva quando Regulus menzionava i suoi antenati o le aspettative che la famiglia riponeva su di lui.

Ognuno di loro tre aveva in mente un percorso radicalmente diverso da quello che le loro famiglie si sarebbero atteso: lui non aveva intenzione di diventare un Auror come suo padre, Alexandra non sarebbe diventata una Guaritrice come i suoi genitori e Regulus non intendeva passare la vita ad annoiarsi come Orion Black.

Ciò in cui tutti e tre erano determinati era trovare un modo per vivere insieme, a dispetto di quello che pensava il resto del mondo magico.

Barty si guardò intorno e vide che erano rimasti da soli in giardino. Si sporse verso Alexandra e le diede un bacio sulle labbra, sussurrandole: “Ti amo.” Le sue labbra morbide risposero al bacio, sentì la lingua di lei sfiorargli le labbra e strappargli un sorriso mentre lei gli soffiava: “Ti amo anch’io.”

Si sporse anche verso Regulus e gli diede un bacio leggero sulle labbra, dicendo sottovoce: “Ti amo, Reg.” Le labbra di Regulus ricambiarono velocemente il bacio, le sue guance si colorarono per l’imbarazzo di essere baciato all’aperto, ma gli disse: “Ti amo, Barty.”

Osservò anche il modo tenero in cui Regulus e Alexandra si guardarono, sfiorandosi i nasi e le loro labbra si cercarono per poi sussurrarsi il loro amore.

In quell’esatto momento, quando i loro sguardi si incrociarono nuovamente, dietro sorrisi imbarazzati e labbra che sembravano desiderare altro, Barty ebbe la consapevolezza che non avrebbe permesso a nulla al mondo di distruggere quello che era nato tra loro tre.

   
 
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