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Autore: Khailea    12/07/2020    0 recensioni
[Beastars]
In questo mondo in cui erbivori e carnivori convivono in un apparente stato di pace, possono venire a crearsi molte più storie di quelle che si possono immaginare; come quella di un'improbabile amicizia che tenterà di superare il confine di due mondi così distanti, eppure così vicini.
ATTENZIONE: La storia contiene al 99% personaggi di mia invenzione, ci saranno però piccoli riferimenti alla storia originale, e verso gli ultimi capitoli uno spoiler se non si è almeno arrivati al volume 124 della storia originale di Beastars.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E’ tutto così tranquillo adesso.
Non sento tutta la paura percepivo prima e nemmeno quel senso di stanchezza che a malapena mi faceva fare un passo. E’ come se una gentile brezza stesse soffiando sopra di me spazzando via tutto…aspetta…io SENTO questa brezza sulla pelle.
-Ah!-
Aprendo gli occhi mi sento come se avessi smesso di respirare per chissà quanto tempo, ed i miei polmoni hanno bisogno di quanta più aria possibile.
Non mi alzo in piedi solo perché mi gira un po’ la testa, ma capisco subito di essere su una panchina del giardino attorno all’università, ma non sono sola.
Quella gatta è proprio davanti a me, anzi, sopra visto mi ha messa sulle sue ginocchia.
-Hiiiii!-
Avrei potuto fingere di essere morta, forse se ne sarebbe andata, ma ormai è troppo tardi e mi guarda con il suo sorriso beffardo.
-Ehi, finalmente ti sei svegliata.-
-T-ti prego non mangiarmi!-
Devo avere recuperato molte energie, perché sono completamente lucida e anche coprendomi gli occhi con le mani non mi viene l’impulso di dormire.
La voce di lei però si fa improvvisamente rigida.
-Perché dovrei mangiarti?-
E’ una domanda retorica?
O forse vuole una vera risposta?
Credo che comunque il mio sguardo basti a dargliela.
-Perché tu sei una topolina. Dico bene?-
-H-hii!-
Non riesco a far altro che urlare, dubito qualcuno arriverà ad aiutarmi visto dove siamo e sono abbastanza certa di averla fatta arrabbiare, visto mi solleva per la coda facendomi penzolare a testa in giù ad un palmo del suo viso.
-Non credevo fossi carnivista.-
Io?
Un carnivista è un animale che crede nel fatto i carnivori siano delle pericolose macchine assassine, che non portano altro che dolore agli erbivori e che perciò andrebbero segregati e separati da questi ultimi, anche nell’ambito lavorativo.
Dopo la mezzanotte ci sono vari spettacoli alla televisione di erbivori che esprimono questa loro idea, anche se alcuni di loro sono estremisti, come chi pensa che con l’elettroshock li si potrebbe addomesticare.
Si tratta sostanzialmente quasi di una forma d’odio verso i carnivori e nel pensiero siano inferiori a noi.
Di contro esiste l’erbivorismo, specchio esatto del carnivorismo solo con soggetti diversi; gli erbivori sono una specie inferiore buona solo per essere mangiata.
Non penso di potermi definire carnivista…ho solo paura perché il gatto è uno dei principali nemici del topo.
Adesso sicuramente non mi metterò a pensare a quali carnivori non mi spaventino però.
-Se avessi voluto mangiarti l’avrei già fatto al mercato nero. Non ricordi di essere stata nella mia bocca?-
A quella frase sento il mio manto impallidire ed i brividi percorrere tutto il mio corpo, lei però non mi lascia andare anzi continua a dondolarmi.
-Ti ho salvato la vita quella notte. Quei tizi ti avrebbero mangiata se non ti avessi notata.-
A quell’affermazione tanto brusca quanto dura, inaspettatamente non so come reagire.
-M-mi hai salvata?-
Chiedo con un filo di voce, mentre lei lo alza ancora di più.
-E certo che l’ho fatto! Come pensi si chiami l’evitare che qualcosa di brutto capiti ad un’altra persona!-
Con un lungo sospiro finalmente mi lascia a terra, ma ormai sento già lo stomaco pronto a rivoltarsi.
Quello che dice però non ha senso…perché avrebbe dovuto farlo?
-Credevi veramente che ti avrei mangiata? Tra noi due quella più maleducata sei stata tu! Schiaffeggiarti la faccia in quel modo come se io non aspettassi altro!-
Dal modo in cui la sua coda è irta credo stia dicendo la verità, e tutto ad un tratto provo un forte moto di vergogna. Ho fatto un’azione suicida, nel vero senso della parola! Cosa direbbero i miei genitori, o le mie amiche?
E’ una cosa tremendamente imbarazzante…ed a quanto pare è servito solo a farmi fare una ramanzina.
-I-io…non volevo insultarti…-
E’ d’obbligo dirle una cosa simile, o almeno provare. Accidenti…più mi guarda però più rabbrividisco.
-E’ stato molto ingiusto dare per scontato volessi farti del male, soprattutto quando non ho fatto altro che aiutarti con quei tizi.-
Le piace rigirare il coltello nella piaga, ma forse ha ragione. Io ho visto ogni sua azione come pericolosa, ma in fin dei conti mi ha veramente aiutata.
Adesso mi sento ancor più in imbarazzo per tutto quello che ho pensato.
-M-mi dispiace tanto.-
Vorrei anche smettere di balbettare.
-Va bene dai, vedrai che dopo qualche uscita assieme ti rilasserai.-
-Come?!-
Non pensavo che per evitare di urlare servisse un forte shock. Spero di aver capito male e che abbia detto qualcosa di completamente diverso, tipo che dopo il non vederci più mi rilasserò.
-Ahahah sì. Alla gente basta conoscermi per adorarmi.-
-Ma perché?-
-Perché siamo amiche adesso.-
Sono sicura di avere un bel po’ di cerume nelle orecchie perché niente di quello che dice mi sembra avere senso.
Ho quasi metabolizzato ormai il fatto mi abbia aiutato, e che io abbia invece frainteso molte sue azioni, ma quest’ultima parte è assolutamente senza senso.
-Vedrai sarà divertente. Manca ancora mezz’ora prima dell’inizio della lezione ma dopo possiamo andare a berci qualcosa assieme.-
Mezz’ora?
Per quanto tempo sono rimasta priva di sensi?
Controllando il mio telefono vedo sono già passate cinque ore.
Ho completamente perso l’intera giornata di università!
-Ma le mie lezioni sono già finite!-
E’ una cosa terribile, devo recuperare quelle di ieri e di oggi il prima possibile! Hatsuyo potrebbe mandarmi delle foto degli appunti se glielo chiedo subito, ma cosa dirò ai miei genitori?!
Non sono capace di mentire!
-Ehi aspetta. Guarda che le lezioni del primo anno oggi iniziano tardi.-
La gatta mi guarda con fare molto confuso, ma alla sua affermazione sono certamente io quella più stupida.
-Ma io sono del secondo anno.-
Rimaniamo un attimo in silenzio entrambe con gli occhi sgranati, fino a quando lei non urla con tutta la sua voce.
-Sei più grande di me?!-
Ecco perché non la vedevo mai, è del primo anno! E’ così strano sapere che è più piccola, ma lei invece pare essere molto divertita, soprattutto mentre si sporge davanti a me con il muso.
-Quanti anni hai?-
-Diciannove…-
-Io diciotto! Ahahah non me lo sarei mai immaginata! Questo spiega tutto!-
Siamo in due a faticare a crederci…ma prima che possa aggiungere altro lei mi prende nella sua mano ed alzandosi si allontana.
-Vorrà dire che per oggi salterò anche io delle lezioni. Andiamo subito ad un bar!-
Dovrei seguirla?
Dopo tutto il male che ho pensato di lei forse dovrei…
-E-ehi! Aspetta! Non riesco a scendere da qui!-
La panchina è troppo alta e non ci sono appiglia ad aiutarmi. Fortunatamente lei si gira immediatamente e, riprendendomi tra le mani, mi solleva riprendendo a camminare a passo svelto.
Non posso dire di trovarmi a mio agio, ma cerco comunque di bloccare i brutti pensieri derivanti dal mio istinto, cioè che da un momento all’altro possa mangiarmi.
Raggiunta la strada noto che moltissimi animali ci stanno fissando, e capisco anche il perché; staranno sicuramente pensando mi stia rapendo o qualcosa di simile.
E se ci fermasse la polizia?
Non voglio finire nei guai e dover spiegare ai miei genitori ed ai miei amici questa brutta situazione…oh no e se Hatsuyo avesse già detto ai miei un gatto mi sta infastidendo?
Finirei sicuramente nei guai perché lo sarebbero venuti a sapere da un’altra e non da me.
Mentre ci penso però non noto siamo ormai arrivati in un bar, se non quando la gatta si siede e mi lascia andare.
Il posto è carino, dagli interni turchesi ed i tavolini rotondi.
-Allora, hai qualche dritta per il secondo anno?-
Mi chiede all’improvviso fissandomi con un sorriso. Perlomeno sta mantenendo l’etichetta del non mostrare i denti e gli artigli davanti a me.
-Beh…non saprei sinceramente.-
Le materie infondo dovrebbe già conoscerle se si è informata prima di iscriversi all’università, e per i professori non c’è molto da dire, sono quasi tutti uguali.
Ancora però non riesco a credere sia del primo anno…
-Allora Masuy. Cosa ci facevi al mercato nero da sola?-
Ti prego torniamo all’argomento precedente!
E’ questo quello che vorrei urlare con tutta me stessa, ma non posso. Credo però il mio pelo si sia sbiancato dallo shock, ad alcuni animali capita, anche se viene usato più che altro come metafora per indicare il proprio stato emotivo.
Non mi aspettavo mi facesse una domanda simile, e soprattutto in pubblico. Non che ci siano molti animali, ma quel luogo è un tabu, specialmente per gli erbivori.
Ricordarlo inoltre non è piacevole…i corpi che ho visto ancora mi fanno tremare.
-Ti eri persa?-
Lei continua a chiedere, anche se non capisco perché dovrebbe essere interessata, ma annuisco debolmente sperando nessuno ci ascolti.
-Dopo quello che hai fatto prima avevo il sospetto avessi tendenze suicide. Anche se non capisco perché eri sola di notte.-
-Non ho tendenze suicide! E mi dispiace per quello che ho fatto prima…-
Non dovrei giustificarmi per quella sera, ma l’averle dato il permesso per mangiarmi certamente non è qualcosa di leggero.
-Ero solo uscita con delle amiche, ma non mi hanno potuto accompagnare in stazione.-
-Usare il cellulare con il navigatore no?-
-Era scarico.-
-Caspita, una sfortuna dietro l’altra.-
Effettivamente è così, sono stata molto sfortunata. Però c’è qualcosa che anche io vorrei sapere.
-E tu perché eri lì?-
Mi ha salvato, ma si trovava comunque in un luogo in cui i carnivori vanno per mangiare la carne.
Sento già i dubbi tornare a far capolino nella mia testa, ma lei mi guarda continuando a sorridere e si strappa un pelo, mostrandomelo.
-Per questo.-
Rimango a guardarla per almeno un minuto buono, ma non riesco proprio a capire cosa intenda.
Finalmente lei si decide a spiegarmelo.
-Saprai bene che i felini possiedono un certo legame con il paranormale. I nostri peli, i baffi o le unghie possono essere usate per fare dei ciondoli o degli intrugli dalle proprietà varie in quanto sono molto sensibili ad esso, o questo è quello che credono i fanatici. C’è però del vero in queste cose, e se abbiamo bisogno di prendere una decisione, come ad esempio scegliere da che strada andare, possiamo usare uno dei nostri peli e questo ci indicherà la direzione giusta. Più peli di gatti diversi ci sono più funziona, ed è usando uno dei miei che ti ho trovato.-
-Quindi…non sapevi dove andare?-
-Mi piace farmi guidare dall’ignoto. Infondo è stata una buona cosa perché mi ha portata proprio in quel vicolo, ed è anche grazie a questo se sono arrivata presto questa mattina.-
-Ma non hai paura di quel posto?-
Forse è una domanda sciocca da fare, anche se ho sentito che là ci sono anche le carni dei carnivori.
-Di solito la gente ha paura di ciò che non conosce. Tu avevi paura di me, però adesso mi conoscerai.-
Io però conosco il mercato nero, come tutti, e proprio per questo ne abbiamo paura.
Non so perché lei voglia che io la conosca, e non so per quanto andrà avanti, ma sono abbastanza sicura sia solo una facciata.
Conosco la nuova moda delle relazioni intraspecie, dove un carnivoro ed un erbivoro si mostrano assieme in pubblico, come amici o una coppia, per dare al mondo un’impressione alternativa. In realtà è solo una falsità, che per puro egocentrismo mette a rischio tantissimi erbivori. I social spopolano di foto dove sono assieme e felici, ma i media mostrano altrettante numerose notizie dove gli animali vengono mangiati in una smania di carne.
Carnivori ed erbivori non potranno mai avere un rapporto naturalmente pacifico.
Sono cose pericolosissime da fare, ma se vuole usarmi solo per questo per poi lasciarmi stare così sia.
Finirà presto.
   
 
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