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Autore: Ghostclimber    13/07/2020    8 recensioni
Il sabato sera, per lo Shohoku, è la karaoke night!
Ovviamente, Rukawa non si è mai degnato di far vedere il suo brutto muso, e quando appare sulla soglia Sakuragi si trova alle prese con un grosso dilemma.
Rischierà il tutto per tutto o si tirerà indietro?
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaossu everyone!

Eccomi con una fic che mi macinavo in testa da un po', sappiate che se oggi si fluffa invece di leggere angst lo dovete solo a Ste_exLagu, a cui ho concesso il dubbio onore di decidere cosa avrei pubblicato visto che è uscito vivo dalla più atroce sessione estiva che io abbia mai visto.

Grazie a tutti voi che mi seguite nonostante io mi stia tenendo alla larga dalle long, prometto che questa settimana mi metterò d'impegno per soddisfare la vostra voglia /Mitsui dalla regia: -Ma che arrogante./ di storie articolate, e Mitsui tu taci altrimenti metto Kogure col Gori e a te ti piazzo con Haruko. /Mitsui: -Ohhh, non vedo l'ora di leggere la tua long! *^*- buffone leccaculo di un Baciapiselli.../

Come sempre, spero apprezzerete, grazie ancora a tutti voi e battete un colpo per farmi sentire che ci siete!

XOXO

 

 

 

 

 

-DAI CHE TRA POCO È IL TURNO DEL GENIO!- ululò una voce ben nota proprio mentre Rukawa varcava la soglia del locale di karaoke in cui si era trascinato a forza.

Cosa ci faceva Rukawa “Il Silenzio è d'Oro” Kaede in un locale di karaoke, dite?

Ma ovvio.

Spiava il suo Do'aho.

Suo, poi, mica tanto, ma dettagli.

Il punto era che, dopo mesi in cui l'intera squadra aveva preso l'abitudine di passare i sabati sera a fare il karaoke, Rukawa aveva cominciato a notare certe cose che non gli garbavano affatto.

Tipo, ad esempio, quel gallinaceo irritante della Akagi che sembrava essere diventata culo e camicia con il Do'aho, tanto per dirne una.

Inizialmente non si era preoccupato più di tanto per la presenza della babbuina a tali serate, nonostante il Do'aho continuasse a professare il suo imperituro amore per lei: quella cretina continuava imperterrita a tenersi quelle due belle fette di salame sugli occhi e sembrava del tutto ignara del fatto che uno dei ragazzi più gnocchi che avessero mai calpestato il suolo sul pianeta terra fosse cotto marcio di lei. Quindi, sacrificare una sera di nanna e silenzio per tenerli d'occhio era una cosa che gli pareva superflua e dannosa per il suo già precario stato mentale.

Però, negli ultimi tempi, quei due erano diventati tutti picci picci e sempre più spesso Rukawa li aveva visti chiacchierare entusiasti, le teste fin troppo vicine per i suoi gusti. Il pomeriggio precedente, poi, il caso aveva voluto che Rukawa si girasse proprio mentre beccava quella lì dare un bacio sulla guancia di Sakuragi; dopo un rapido ragionamento durato solo un paio d'ore, all'invito che Yasuda gli rivolgeva ormai per pura formalità, senza aspettarsi che Rukawa accettasse, aveva risposto con un vago “Nh. Poi vedo.”

-OPPORCAMALORA COSA VEDONO I MIEI OCCHI!- ululò Miyagi, alzandosi in piedi sulla sedia e puntando il dito verso la porta. Tutta la squadra, manager e seconda manager comprese, si voltarono verso di lui, e Rukawa cominciò a sudare freddo: contava di infrattarsi in un angolo buio, da solo, possibilmente con dei bei tappi nelle orecchie, e spiare il Do'aho in santa pace, intervenendo solo e soltanto se le cose tra lui e Haruko fossero diventate inequivocabili, e invece eccolo lì a farsi trascinare verso la tavolata dello Shohoku da un incredulo Yasuda, che ebbe la buona creanza di fracassargli un timpano dicendo: -CAZZO, PENSAVO NON VENISSI!- Rukawa mugugnò qualcosa di risposta, poi si lasciò scaraventare su una sedia.

-Sei venuto a rovinarci la serata, eh?!- sbottò il Do'aho. Era stranamente rosso in viso, e con un colpo al cuore Rukawa si rese conto che la mano della stronza era sulla sua coscia. Si aspettò la quasi confortante protesta della rimbambita, ma lei non disse niente.

Rukawa si maledì ripetutamente.

-Cosa prendi, campione?- chiese Ayako con un gran sorriso, -Sto andando a ordinare.

-Un frappè alla fragola.- rispose Rukawa da una bolla di incredulità e dolore, e con la coda dell'occhio vide Sakuragi che si schiaffava una mano in faccia come se fosse un crimine ordinare un frappè alla fragola. Haruko gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio, e lui si voltò per risponderle. I loro visi erano quasi a distanza di bacio.

Poi, lui annuì con decisione e si alzò; proprio in quel momento, lo schermo sul palco si illuminò e la voce del deejay annunciò: -E adesso, il momento che tutti stavamo aspettando! Lo slideshow arcobaleno del nostro “Genio”, Hanamichi!- inspiegabilmente, la folla cominciò a chiamare il nome di Sakuragi, ma lui invece di sorridere, mettersi in posa e scoppiare a ridere, impallidì e assunse l'espressione di uno che è intrappolato sul treno e si rende conto di dover andare al bagno con estrema urgenza. Estrema.

Rukawa si voltò verso Ayako, che gli stava porgendo distrattamente il bicchiere del frappè. La ragazza fissava il Do'aho con un'espressione di orrore, mentre lui camminava a passi pesanti verso il deejay e gli diceva qualche parola. Rukawa vide il giovane scuotere la testa e fare spallucce, al che Sakuragi si chinò verso Haruko: -Non si può, ormai è il loro video standard.

-Hana, che cosa...

-Lo faccio lo stesso, è ovvio. Se poi muoio sappi che ti ho voluto bene.- Rukawa strinse il bicchiere del frappè fino a farlo scricchiolare, mentre un noto riff di batteria seguito da uno di chitarra cominciava a uscire dalle casse della macchina per il karaoke.

La folla impazzì, mentre alle spalle di Sakuragi appariva un'immagine di lui semisdraiato su una panchina della palestra, le mani in faccia. Un'immagine molto tenera, se non fosse stato per un piccolo particolare: la sua testa poggiava sulle ginocchia di Haruko, e lei lo stava abbracciando con un gran sorriso in faccia.

Sakuragi cominciò a cantare:

 

So she said, what's the problem, baby?
What's the problem, I don't know, well,
maybe I'm in love – love,

think about it everytime I think about it,
can't stop thinking 'bout it.”

 

L'immagine sullo schermo cambiò, passando ad un breve video in loop, come una gif ripetuta, in cui Sakuragi seduto al banco sospirava come un asmatico guardando fuori dalla finestra.

 

How much longer will it take to cure this?
Just to cure it, 'cause I can't ignore it if it's love – love,”

 

L'immagine cambiò di nuovo: ora era inquadrato Sakuragi che parlava con Haruko, piegato su se stesso, con le mani giunte e un'espressione tormentata da beota innamorato in volto.

 

Makes me wanna turn around and face it,
but I don't know nothing 'bout love.”

 

Il successivo scatto di immagine per poco non causò un infarto a Rukawa.

Era il video di una partita di basket.

 

Come on, come on, turn a little faster...”

 

L'ampia schiena di un ragazzo con una divisa rossa che riportava il numero 11 apparve sullo schermo, poi quel tale si voltò, e Rukawa si ritrovò faccia a faccia con se stesso.

L'espressione decisa sul suo viso era enfatizzata da qualche non meglio precisato effetto video e dallo slow motion, che diede al suo movimento delle caratteristiche quasi sovrannaturali. Lui stesso si trovò a notare con quanta sensualità la frangia si spostava dal suo viso, mentre piccole goccioline di sudore lasciavano la sua pelle e scintillavano nell'aria.

 

Come on, come on, the world will follow after...”

 

L'inquadratura si allargò, ma il centro dell'attenzione era sempre Rukawa: gli altri giocatori, che lo inseguivano per evitargli di andare a canestro, erano sfocati, mentre la sua corsa elegante continuava ad attirare gli sguardi.

 

Come on, come on, 'cause everybody's after love...”

 

Nell'inquadratura venne messo a fuoco anche Sakuragi, inconfondibile con la sua chioma rossa, il numero 10 sulla schiena e la sua gestualità esagerata. Correva dietro a Rukawa agitando le braccia come un naufrago che cerca di attirare l'attenzione di una nave di passaggio, poi si calmava quando Rukawa metteva a segno una delle sue schiacciate impeccabili.

 

So I said I'm a snowball running,
running down into the spring that's coming all this love...”

 

Lo schermo mostrò il video di una partita d'allenamento che Rukawa ricordava fin troppo bene. Sakuragi lo inseguiva, la sua bocca si muoveva instancabile al ritmo degli immancabili insulti per avergli preso la palla, poi di colpo Rukawa si girò.

La spinta della corsa di Sakuragi gli aveva impedito di fermarsi in tempo, e Rukawa si era trovato petto contro petto con lui. Il contatto, violento eppure così caldo, era sembrato più lungo del dovuto, e Rukawa arrossì pensando alle volte che si era masturbato pensando al suo viso così vicino al proprio. Poi, l'inquadratura staccò su un primo piano del suo sguardo: occhi blu notte, espressione decisa e bruciante. Un paio di persone smisero di urlare e inneggiare a Sakuragi solo per emettere gemiti di desiderio.

 

Melting under blue skies,
belting out sunlight, shimmering love...”

 

Rukawa si trovò la visuale bloccata da una grossa figura in controluce. Sbatté le palpebre per abituarle al buio improvviso e finalmente riuscì a mettere a fuoco un Sakuragi rosso come la lampadina di una camera oscura, e una sfilettata di desiderio nei suoi lombi accolse il dito di Sakuragi che si immergeva nel suo frappè alla fragola, rubandone un po'.

Rukawa si ritrovò incoerentemente a desiderare di essere un gelato, quando vide la poltiglia rosa appoggiarsi sulla lingua di Sakuragi.

 

Well, baby, I surrender to the strawberry ice cream,
never ever end of all this love,

well I didn't mean to do it, but there's no escaping your love.”

 

Sakuragi si chinò su di lui.

Con la coda dell'occhio Rukawa vide Ayako e Haruko che si portavano le mani alla bocca, in sincrono come gli attori di un coro greco, mentre una folla di persone si alzava per vedere come mai Sakuragi fosse sceso dal palco.

Un occhio di bue li illuminò entrambi, e nel riconoscere il ragazzo sullo schermo parecchia gente si mise a lanciare urla di incitamento.

 

These lines of lightning mean
we're never alone, never alone.
No, no, come on come on, move a little closer...”

 

Il gesto di Sakuragi, un invito ad avvicinarsi che ricordava un po' Sendoh quando incitava l'avversario a farsi sotto, ruppe la diga dei sentimenti che Rukawa tentava di contenere da mesi.

Si arrampicò sul tavolo, rovesciando il bicchiere di frappè del quale ormai gli importava meno di niente; Sakuragi assecondò il suo movimento facendosi indietro, e Rukawa gli si spalmò addosso.

 

Come on, come on, I wanna hear you whisper,
come on, come on, settle down inside my love...”

 

-A tuo rischio e pericolo, Do'aho.- disse Rukawa, e il microfono amplificò la sua voce. La folla esplose, come neanche nei minuti finali della loro prima partita contro lo Shoyo, quando Sakuragi aveva messo a segno quella schiacciata galattica.

 

Come on, come on, jump a little higher,
come on, come on, if you feel a little lighter,
come on, come on, we were once upon a time in love...”

 

La voce di Sakuragi tremava, sussultava sotto il tocco delle dit di Rukawa che esploravano il suo corpo, trovavano le sue spalle e si univano dietro alla sua nuca.

 

-“We're accidentally in love...”- riuscì a biascicare Sakuragi, poi Rukawa lo zittì con un bacio. Apparentemente incuranti del fatto che l'esibizione fosse stata interrotta, i presenti cominciarono ad inneggiare come degli invasati, ma Rukawa li ignorò.

Le braccia di Sakuragi si chiusero intorno alla sua schiena, premendolo contro il suo corpo massiccio, e le sue labbra si schiusero in un battito di cuore.

Rukawa insinuò la lingua nella sua bocca, appropriandosi di essa, appropriandosi di lui, chiedendosi come aveva fatto ad essere così cieco per tutto quel tempo.

Ripensandoci a posteriori, Sakuragi non aveva mai mostrato così tanto astio e così tanta invidia verso altri giocatori, neanche verso Mitsui che era obiettivamente un campione. Persino con gli avversari come Sendoh e Maki non si era mai accanito tanto; certo, faceva lo sbruffone, li sfidava allegramente e spesso faceva la figura del chihuahua aggressivo che si mette ad abbaiare agli alani, ma quando poi si ritrovava faccia a faccia con loro riusciva sempre a cavarsi fuori qualche buona mossa, anche dopo un'iniziale titubanza.

Invece, quando si ritrovava in un contrasto a due con Rukawa, diventava di colpo imbranato, goffo, scoordinato: da una prospettiva esterna, non guastata dal pessimismo che permeava ogni pensiero del volpino, probabilmente era chiarissimo che le sue reazioni fossero dettate dall'imbarazzo.

Rukawa avrebbe continuato imperterrito a baciarlo fino alla fine dei tempi, ma dopo un po' Sakuragi si staccò da lui e si avvicinò di nuovo il microfono alla bocca, riprendendo la canzone come se niente fosse:

 

I'm in love, I'm in love, I'm in love,
I'm in love, I'm in love, I'm in love,
accidentally in love!
I'm in love, I'm in love, I'm in love,
I'm in love, I'm in love, I'm in love,
accidentally...”

 

Sakuragi balzò di nuovo sul palco e Rukawa si prese un attimo per ammirare la riuscita dell'impresa: il rosso aveva le ginocchia che tremavano impazzite.

Vagamente, con tutta l'attenzione concentrata su di lui, Rukawa vide che sullo schermo c'era di nuovo il proprio volto, il ritratto video di lui che scartava Sendoh e faceva un mezzo giro su se stesso per andare a canestro con un tiro ravvicinato, e decise di ignorare bellamente la sdolcinata esplosione di cuoricini che circondava lo schermo.

 

Come on, come on, spin a little tighter,
come on, come on, the world's a little brighter...”

 

Gli occhi di Sakuragi si focalizzarono, caldi e brucianti, catturarono lo sguardo di Rukawa che si sentì bruciare per la malizia che vi lesse.

 

Come on, come on, just get yourself inside me...
Love, I'm in love.”

 

Rukawa lo prese come un invito. Scese dal tavolo, si diresse verso il palco e allungò una mano per ghermire il polso di Sakuragi, che porse il microfono a qualche non meglio precisata figura, forse Mito, mentre la folla esplodeva di incitazioni.

Rukawa si trascinò Sakuragi giù dal palco e fuori dal locale, lungo il marciapiede; girò l'angolo, andando a infilarsi in un vicolo, e lo sbatté contro il muro. Il rosso lo guardò con aria impaziente, ma Rukawa non si fiondò su di lui, non ancora.

Doveva sapere.

-Che cos'era quella pagliacciata?- chiese. Sakuragi arrossì e abbassò la testa come se si aspettasse di ricevere uno schiaffo: -Niente, è una cosa... sì, una stupidata, non mi aspettavo che tu...

-Come cazzo ti è venuto in mente?

-Senti, m'è uscita così, ok? Una sera ero qui con gli altri, stavamo parlando di Shrek e Haruko ha detto che quella canzone le ha sempre ricordato il basket per via del “girati più in fretta”, “salta più in alto” e cose così, io mi sono messo in testa di cantarla e sul palco ho cominciato a fare il buffone. Ho beccato un sacco di applausi e la settimana dopo la gente mi ha chiesto di rifarlo.

-E quel video?- Sakuragi si morse un labbro. La sua risposta fu mesta e quasi sussurrata: -Dopo un po' mi sono accorto che era a te che pensavo quando facevo le mie mosse sciocche. Pensavo a te che salti per schiacciare a canestro, a te che fai le finte o che scarti gli avversari. Puoi ben capire che ci ho messo un bel po' ad ammetterlo, poi Haruko è riuscita a cavarmelo fuori.- Sakuragi emise uno sbuffo di risata, -Ha detto che lei c'era arrivata già da un po', e che era pronta a torturarmi per farmelo ammettere.

-Sì, ma il video?

-Un montaggio che ha fatto lei a lezione di informatica. Me l'ha fatto per il mio compleanno, mettendoci in sottofondo la canzone, e io... beh, ero un po' ubriaco e triste e incazzato, perché...- la sua voce si abbassò ancora di più, -Perché ti avevo chiesto esplicitamente di venire qui con noi perché era il mio compleanno e tu mi avevi risposto male...- Rukawa ricordò.

 

Ehi, Volpaccia, visto che ieri era il mio compleanno e non ti sei neanche degnato di farmi gli auguri, pretendo che tu faccia vedere quel brutto muso al karaoke sabato sera, siamo intesi?”

Meglio morto.”

 

-E niente, ho chiesto di metterlo su mentre la cantavo e... beh, alla gente è piaciuto, un sacco di persone mi hanno fatto i complimenti per il coraggio che ho avuto a fare coming out così.- finì Sakuragi in un filo di voce. Aveva le lacrime agli occhi.

Rukawa gli si avvicinò, spingendolo con la sola forza della propria determinazione a spalmarsi contro il muro; Sakuragi voltò la testa e serrò gli occhi, come se si aspettasse un pugno, e Rukawa pensò distrattamente che doveva essere davvero deficiente a pensare che lui fosse incazzato quando pochi minuti prima gli aveva messo la lingua in bocca davanti a tutti.

La posizione della sua testa, tuttavia, scopriva il suo sternocleidomastoideo, e Rukawa si obbligò senza troppa fatica a rimandare il discorso a più tardi. Chiuse i denti intorno al muscolo sul suo collo e lo assaporò; morse lentamente, stringendo poco a poco la mascella fin quando non sentì Sakuragi emettere un gemito eccitato, poi gli mise rudemente una mano tra le gambe.

La consistenza dei suoi testicoli e del suo membro già eretto sembrava avere la consistenza di un sogno, e Rukawa cercò disperatamente di pensare ad altro: fosse stato per lui, l'avrebbe preso lì, in quel vicolo lurido, senza il minimo romanticismo.

Ma, mentre gli leccava alacremente il collo, cospargendolo di morsi, baci e succhiotti, mentre gli accarezzava l'erezione e strofinava la propria contro la curva del suo bacino, si rese conto che Sakuragi meritava di più di una semplice scopata, come inizio.

Se lo vide gettare al vento la propria dignità (o almeno quel che ne restava), immaginò i commenti rudi e imbarazzati dei compagni di squadra, riconsiderò tutte le loro interazioni dei mesi passati e realizzò che doveva aver fatto una gran fatica a tenersi tutto dentro, più di quanta ne avesse fatta lui.

Di certo, più di una persona doveva aver insistito perché si dichiarasse, ma lui non l'aveva fatto. Rukawa realizzò che questa, probabilmente, doveva essere stata la cosa più difficile per lui. Si ricollegò al commento fatto con Haruko, “Se muoio, ti ho voluto bene” e capì che Sakuragi doveva essere stato del tutto certo di non essere ricambiato.

Chissà quante notti aveva passato a stringersi al cuscino, si chiese, mentre con le labbra trovava le sue, chissà quante volte si era ripetuto di non farsi illusioni, si domandò, mentre le dischiudeva con la lingua, chissà...

-Rukawa, ti amo!- sbottò Sakuragi all'improvviso, poi lo spinse via; aveva il fiatone, come se avesse corso per miglia e miglia, e le lacrime agli occhi: -Fammi quello che ti pare, scopami, usami, ma per favore ricordati che ti amo.

-Do'aho...- rispose Rukawa, -Ti ho baciato davanti a tutti, secondo te che cosa vuol dire?

-Io... io...

-Ti amo anch'io, idiota.- sbottò Rukawa, sentendosi arrossire, -Adesso vediamo di rientrare. Ma sappi che mi aspetto che tu mantenga la promessa.

-Qu... quale promessa?- chiese Sakuragi.

-“Just get yourself inside me”.- rispose Rukawa. Con un mezzo sorriso sardonico, impassibile di fronte all'imbarazzo e ai balbettii di Sakuragi, lo prese per il polso e lo riportò all'interno del locale.

Tutto sommato, si disse mentre si sedeva tra i compagni di squadra e accettava con un pizzico di irritazione le loro pacche sulle spalle, andare al karaoke quella sera non era stata poi un'idea così pessima.

 
   
 
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