Anime & Manga > Lupin III
Segui la storia  |       
Autore: Desma    13/07/2020    1 recensioni
Raccolta di situazioni più o meno domestiche per mostrare quel lato buffo e umano che i nostri ladri (e ispettore) preferiti solitamente non lasciano intravedere. Raccolta di one-shots in 20 capitoli.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I numeri digitali correvano sullo schermo come tante formiche impazzite ed era l'anticipazione prima della decodifica della combinazione a scongiurare il mal di testa che lo scorrere frenetico di quei segni luminosi avrebbe potuto provocare. 

-Papà Zenigata certe volte fa proprio tenerezza- esclamò ad alta voce Lupin mentre, assieme al suo socio Jigen, attendeva che il loro congegno facesse il suo mestiere. 

-Che intendi dire?- domandò il pistolero, appoggiato con la schiena alla parete di metallo del caveau nell'attesa. Il cappello borsalino gli proiettata una lunga ombra scura sul viso sotto la luce al neon. 

-Sono anni che ci dà la caccia- spiegò il ladro -E ancora non ha capito che non basta mettere poliziotti e cecchini sulla mia strada per fermarmi. Alle volte penso che sarebbe meglio per lui se se ne andasse in pensione e passasse il suo tempo a dare da mangiare alle anatre al parco. 

-Non lo farebbe mai- commentò asciutto il pistolero -Ti inseguirà fino al suo ultimo respiro, per poi riprendere da capo all'inferno. 

Lupin rise: -Non si può certo dire che sia una persona noiosa! 

Un bip metallico annunciò il completamento dell'operazione e la serratura della cassaforte scattò. 

-Voici, mon cher ami!- annunciò il ladro con un inchino, mentre spalancava la pesante porta blindata della cassaforte, mostrandone il ricco contenuto. 

-Guarda un po'- esclamò Jigen rovistando tra le pile di banconote accuratamente riposte in blocchetti suddivisi per valuta -Tutto sommato questo casinò non è poi così prestigioso: ci sono delle cambiali tra il denaro. 

-Solo per i clienti più affezionati- spiegò Lupin, iniziando a riempire un grosso sacco con i blocchi di banconote -C'è crisi anche per i ricchi con il vizio del gioco. Lasciale pure qua, è improbabile che dopo la notizia del colpo sarà possibile riscuoterle. 

Si misero all'opera e, quando anche l'ultima banconota venne chiusa in un sacco, imboccarono il tunnel per il complicato impianto elettrico che avevano usato per entrare indisturbati.

Dopo una camminata dolcemente appesantita dal cospicuo bottino, i due riemersero dal sottosuolo, mentre nel casinò era scattato l'allarme antifurto. 

-Che bisogno c'era di attivarlo?- chiese Jigen accendendo la 500 e dando gas. 

-Ora comincia il divertimento- ridacchiò il ladro gentiluomo -Direzione: il porto! 

*

Guardando attraverso lo specchietto retrovisore, Jigen notò che la volante che un attimo prima lo stava inseguendo era scomparsa. 

-Strano- pensò ad alta voce il pistolero, rallentando l'auto entro i limiti di velocità, ma mantenendo comunque la massima attenzione -Di solito Zenigata non si arrende così facilmente. 

Fece fare alla macchina qualche giro a vuoto tra le strade della periferia e, quando fu certo di non essere seguito, diresse l'auto fuori dalla città in direzione dell'aeroporto. 

L'indomani avrebbe dovuto andare a prendere Lupin al porto commerciale di San Diego e il suo biglietto aereo faceva capolino dalla tasca della giacca. 

-Finalmente sei arrivato- lo accolse Goemon all'ingresso dell'aeroporto con un vago tono di rimprovero -Il volo parte tra mezz'ora.

-Ho dovuto accertarmi di non essere seguito- tagliò corto il pistolero -Hai già fatto il check in? 

Il samurai annuì con un cenno del capo e i due attraversarono l'ampio ambiente moderno di Chūbu-Centrair fino a raggiungere il loro gate, dove una cordiale signorina in divisa, dopo aver verificato documenti e titoli di viaggio, li accompagnò in prima classe, dove li attendevano i loro posti. 

Prima di congedarsi, la donna lanciò una lunga occhiata incuriosita al samurai, che rispose alzando, un sopracciglio. Accortasi di essere stata beccata a fissare l'uomo, la hostess fece un veloce inchino e svanì dietro la porta che separava la prima classe dal resto dell'aereo. 

-Te lo dico tutte le sante volte- commentò Jigen mentre si sedeva sulla comoda poltrona di ecopelle blu e si allacciata la cintura -Dovresti vestirti in abiti civili almeno quando viaggi. Il tuo abbigliamento è troppo vistoso e riconoscibile. 

-Non c'è niente che non va nel mio abbigliamento!- rispose il samurai con un'irritazione che inizialmente Jigen non capì, dato che Goemon era abituato ad essere osservato con insistenza per il suo modo di vestire, ma poi gli si accese una lampadina. 

-Sei nervoso perché la tua spada è stata impacchettata e messa nella stiva con un sigillo?- chiese allora e il silenzio imbronciato del samurai fu una risposta sufficiente. 

Aprí una piccola brochure che era stata riposta accanto al suo sedile a disposizione dei viaggiatori e ne scorse velocemente i caratteri: -Ma tu guarda!- esclamò con studiata sorpresa, quanto bastava per attirare l'attenzione dell'amico -Su questo aereo hanno una vasta selezione di sake. 

Goemon aprì una piccola breccia nella sua espressione dura e sbirciò con lo sguardo in direzione della brochure. 

-Prenderò il Junmai Daiginjo- dichiarò il samurai. 

Jigen annuì soddisfatto: -Ottima scelta. Io invece penso che prenderò del Knob Creek. 

Non appena l'aereo si fu stabilizzato e la spia delle cinture si fu spenta, una hostess passò a chiedere se desideravano bere qualcosa e i due uomini fecero la loro ordinazione. 

Brindarono al successo dell'ultimo colpo, sebbene Goemon non avesse potuto parteciparvi per via di alcune faccende che doveva sbrigare, e presto l'umore di quest'ultimo migliorò. 

Arrivò persino a ridere quando Jigen gli descrisse la faccia di Zenigata mentre li inseguiva. 

-Allora Lupin si è infilato dentro al container e abbiamo dovuto scaricare la macchina dai sacchi più in fretta della luce- stava raccontando il pistolero, mentre il samurai, rapito dal racconto, sorseggiava il suo raffinato sake, ma ad un tratto una scossa di dolore pungente  gli avvolse il viso. 

-Maledizione!- imprecò, portandosi una mano al lato della faccia. 

-Che succede?- chiese con apprensione Goemon -Che hai? 

Il pistolero si massaggiò la guancia nel tentativo di placare quelle scosse improvvise, ma invano: -Mi fa male un dente- spiegò alla fine -Mi era saltata un'otturazione qualche tempo fa e la carie che c'era sotto deve essersi estesa. Che male!- si lamentò. 

Chiamò una delle hostess e chiese di poter avere un antidolorifico, ma la donna scosse il capo e spiegò che il personale della compagnia di volo non era autorizzata a dare medicinali ai passeggeri. 

Jigen provò a insistere, cercando di farle capire a quale dolore atroce era sottoposto, ma la donna non aveva voluto sentire ragioni e gli aveva consigliato di farsi un pisolino, offrendosi di preparargli una camomilla e di portargli un cuscino e una coperta. 

Il pistolero aveva declinato l'offerta, chiedendo che il suo bicchiere gli venisse riempito di nuovo e l'hostess l'accontentò. 

-Non credo dovresti bere se ti fa male il dente- disse Goemon atono, ma Jigen non gli diede retta e svuotò anche il secondo bicchiere. 

-Se bevo abbastanza- spiegò appoggiando il bicchiere vuoto sul tavolino -Smetterò di sentire dolore.

Goemon scosse la testa: -Sciocchezze! Finirai solo per stare peggio e questo ti renderà inadatto a compiere il tuo lavoro. 

-Per tua informazione- ribatté stizzito il pistolero -Ho sempre portato a termine il mio lavoro, anche con del piombo in corpo! 

-Questo è vero- annuì Goemon -Ma quando hai il mal di denti diventi intrattabile e più lento a fare anche le cose più semplici. 

Jigen stava per rispondergli per le rime, ma all'ultimo si trattenne: riusciva a leggere fin troppo chiaramente negli occhi del samurai che, se gli avesse risposto a male parole, gli avrebbe dato implicitamente ragione.

Tornò dunque a preoccuparsi del proprio mal di denti, cercando di distrarre la mente dal dolore che gli infuocava la bocca e il viso. Ripercorse mentalmente i passaggi per smontare, pulire, lubrificare e rimontare la sua Magnum, chiamando ogni pezzo, che maneggiava nella sua immaginazione, con il suo nome. 

"Mirino… canna… asse del tamburo… molla di richiamo dell'estrattore… tamburo… estrattore… piastra di chiusura… guancetta…" 

Una nuova scossa di dolore gli strappò un gemito e le gambe si agitarono involontariamente in uno spasmo. 

-Maledetto dente!- sibilò - Maledetta compagnia aerea che non dà gli antidolorifici ai passeggeri in difficoltà!-

Provò allora a distrarsi guardando il cielo e le nuvole attraverso il finestrino, ma ormai la luce del giorno si era esaurita e tutto quello che riusciva a vedere era il proprio riflesso nell'oblò. 

Sul vetro del finestrino vide che alle sue spalle Goemon si stava rimboccando le maniche del kimono e si stava scrocchiando le dita. 

-Togli il cappello- ordinò il samurai. 

-Perché?- chiese il pistolero, voltandosi per fronteggiare l'uomo -Vuoi darmi una botta in testa per farmi dormire?- aggiunse poi, cercando di apparire disinvolto, ma riuscendo a celare ben poco del suo nervosismo. 

Anche senza la spada, Goemon Ishikawa era un combattente formidabile, dotato di una forza fisica straordinaria. In passato era già capitato che i due si fronteggiassero in una scazzottata e Jigen era sempre riuscito a restituire quello che aveva ricevuto, ma non era del tutto certo che il samurai, in virtù della loro amicizia, non si fosse trattenuto durante quei confronti. 

-Non ho intenzione di picchiarti- spiegò il samurai, vagamente irritato che il pistolero avesse messo in dubbio la bontà delle sue intenzioni -Tempo fa ho appreso una tecnica di digitopressione per attenuare il dolore dopo i combattimenti. Voglio provare ad applicarla su di te per renderti il mal di denti più sopportabile. E ora togliti il cappello. 

Ancora un po' riluttante, Jigen obbedì e rispose il cappello sulle proprie ginocchia mentre Goemon affondava le dita tra i suoi capelli, raggiungendo lo scalpo. 

Il pistolero si preparò ad accogliere delle sensazioni spiacevoli, se non addirittura dolorose, dato che la digitopressione richiedeva una certa dose di forza per riuscire a stimolare le terminazioni nervose sottocutanee. Invece il tocco di Goemon, sebbene deciso, risultò delicato e Jigen trovò quel trattamento quasi rilassante. 

-Se ci vedesse qualcuno in questo momento, potrebbe farsi un'idea sbagliata- disse il pistolero quasi sottovoce. 

-Ho quasi finito- lo rassicurò Goemon -Ma se preferisci tenerti il mal di denti…

-No, no- intervenne Jigen -Finisci il trattamento. 

Qualche istante più tardi, il samurai dichiarò la fine del suo operato e chiese al paziente come si sentisse. Jigen si esaminò con la lingua il punto in cui c'era il dente cariato, aspettandosi nuove fitte di dolore che, però, non arrivarono. 

-È passato!- esclamò trionfante. 

-Ovviamente- fu il commento di Goemon, che tornò a concentrarsi sul suo sake come se l'episodio del dente non fosse mai avvenuto. 

Trascorsero il resto del viaggio a chiacchierare finché il sonno non li colse e li accompagnò per le ore di volo mancanti. 

Atterrati a San Diego noleggiarono un'auto e partirono alla volta del porto commerciale. 

Il mal di denti era diventato un brutto ricordo dai contorni sfuocati.

 

Note dell’autrice: Ciao a tutt* e grazie per aver letto il settimo capitolo della serie Slices of Life! Scusate se ci ho messo tanto a pubblicare questo capitolo, ma ho avuto un periodo piuttosto intenso e non sono riuscita a risolverlo prima. Un grosso abbraccio a Fujikofran che ha recensito il capitolo precedente! 

Ci vediamo al prossimo capitolo, intitolato Sharing a dessert.

A presto,

Desma

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lupin III / Vai alla pagina dell'autore: Desma