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Autore: Altair13Sirio    14/07/2020    2 recensioni
E'difficile dover dire addio alla vita felice che si è sempre condotta. Una bambina non capisce quanto sia fragile la vita finché qualcosa di terribile non le porta via tutto ciò che ha di più caro.
Nirihs'Oūm è una ragazza che ha dovuto saper crescere per affrontare il dolore della perdita. Strappata alla propria terra, allontanata dalla famiglia e costretta a vederli soffrire, si è chiusa in sé stessa fino a che i suoi aguzzini non hanno smesso di tormentarla, credendo di averla sottomessa. Ma lei non ha mai dimenticato, non ha mai smesso di meditare su ciò che veramente avrebbe meritato. E anni dopo il suo rapimento, ha deciso di ribellarsi.
Principessa in un castello senza uscite, Nirihs'Oūm lotterà con tutte le sue forze per realizzare il futuro che ha sempre sognato: un futuro di pace e tranquillità, dove niente più potrà farle del male.
Genere: Angst, Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blackfire, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Rimanere a leggere nella propria camera era tutto quello che Splinter poteva fare. Variel era tornato sul Falkor assieme a Kuala per raccogliere un po' delle loro cose da portare a palazzo, visto che probabilmente si sarebbero fermati là ancora un po', e avrebbero fatto tardi per riparare i pezzi danneggiati durante l'ultimo scontro nello spazio; sarebbe potuto andare con loro, ma pensava che sarebbe stato un lavoro seccante e avrebbe preferito mettere le mani sui nuovi componenti sin da subito. Barry era uscito a passeggiare per le strade della città, diceva che avrebbe visitato il mercato cittadino e avrebbe cercato di raccogliere qualche informazione sulla principessa, ma Splinter sapeva che si sarebbe perso a cazzeggiare fino alla noia e sarebbe tornato a palazzo una volta stanco.
Lui non aveva bisogno di riposare, sprizzava energia da tutti i pori! Però non riusciva a tirare fuori la determinazione per convogliarla in niente… Continuava a pensare, distratto dal sorriso della principessa di Tamaran, e intanto sfogliava le pagine del piccolo romanzo che aveva trovato su una scrivania nella sua camera. Parlava di una leggenda tamaraniana e da dove sembrassero derivare i poteri dei Tamaraniani; una storia che riuniva diversi temi, tra cui la religione e la spiritualità, cose di cui lui non era particolarmente appassionato.
Leggeva distrattamente quando alla porta risuonarono un paio di colpi leggeri. Se non fosse stato completamente in silenzio, Splinter non li avrebbe sentiti.
<< E' aperto. >> Disse senza pensarci, ma la porta rimase chiusa.
<< Sono Nirihs'Oūm. >> Disse una voce ovattata dall'altro lato.
<< Chi? >> Rispose lui alzando lo sguardo, confuso. Quel nome non gli diceva niente.
Ci fu silenzio per un paio di secondi, poi la stessa voce ovattata di prima tornò con tono imbarazzato:<< La principessa. >>
Splinter si alzò in un istante, lanciandosi dalla poltrona dove era seduto e arrivando di fronte alla porta per aprirla, mostrando il proprio volto abbagliato alla ragazza dagli occhi di smeraldo. Non riuscì a credere che la principessa fosse andata a trovarlo di persona, poche ore dopo del loro primo, rocambolesco incontro; avrebbe pensato che non avrebbe più voluto avvicinarsi a lui senza una scorta, ma invece lei era lì, e gli sorrideva con imbarazzo come se fosse una persona normale.
<< Chiedo scusa, avrei dovuto annunciare prima il mio nome… >> Borbottò soffocando una risatina. In effetti Splinter non poteva essere incolpato di non aver riconosciuto la sua voce, dopo averla sentita solo una volta e senza che questa si fosse presentata alla porta, eppure sentì lo stesso il bisogno di scusarsi.
Ci mise qualche altro secondo a riorganizzare i pensieri, però. Quando la vide esitare sulla porta, Splinter si fece da parte e invitò la principessa ad entrare, ma Nirihs'Oūm girò la testa da un lato all'altro e come se volesse solo dare un'occhiata veloce alla stanza disse:<< Conosco già queste stanze. La mia non è molto diversa da questa, e non è certo per sedermi su una poltrona diversa che sono venuta qui… >>
Spiazzato, Splinter balbettò qualcosa di incomprensibile prima di riprendere il controllo del proprio linguaggio e riuscire finalmente a parlare. << E' venuta qui per fare visita alla mia squadra, giusto? >>
Nirihs'Oūm sorrise. << Sono venuta per parlare un po'… Da quanto ho capito, tu e i tuoi amici avete viaggiato in lungo e in largo nella galassia e il tuo racconto mi ha intrigata molto. >>
Splinter fece un piccolo inchino, ma cercò di non esagerare con le cerimonie. << Purtroppo gli altri non sono qui adesso; loro avrebbero potuto soddisfare la sua curiosità molto meglio di me. >>
<< Oh, mi va bene cominciare poco a poco. >> Rispose lei, mostrando di non avere alcuna intenzione di andarsene in quel momento. << E poi tra tutti, sei stato proprio tu a incuriosirmi di più, Splinter. Camminiamo un po'? >> Finito di parlare si girò dall'altra parte indicando lungo il corridoio in cui si trovava e mostrando un sorriso accomodante al suo ospite.
Senza nemmeno pensarci, Splinter fece un passo fuori dalla stanza e richiuse la porta alle proprie spalle per seguire la bella principessa ovunque volesse. Scoprì nei minuti seguenti che Nirihs'Oūm era una persona molto taciturna, ma che dai modi in cui si esprimeva lasciava trasparire una voglia irrefrenabile di scoprire nuove cose. Aspettò di essere all'aperto per fare altre domande; lei e il suo ospite arrivarono su una terrazza addobbata con un piccolo gazebo, delle sedie dall'aspetto molto semplice e delle composizioni floreali che si estendevano in verticale su alcuni sostegni che avevano completamente ricoperto, formando dei veri e propri muri profumati.
<< Tu e i tuoi compagni siete amici di Galfore, dico bene? >> Disse la voce della principessa, che si era diretta verso la balaustra in pietra bianca al limite della terrazza. Splinter era ancora fermo a osservare i fiori e quando si sentì chiamare si girò di scatto verso di lei.
<< E' una lunga storia. >> Disse dopo essersi ricomposto rapidamente. << Siamo diventati amici di tutto il popolo Tamaraniano, in un certo senso… >>
Nirihs'Oūm sembrò soddisfatta di quella risposta. << Lui era il tutore di mia madre. >> Disse guardando lontano, poggiando la schiena alla ringhiera.
<< Di Komand'r? >> Quella domanda all’apparenza innocente andò a colpire dritto su una ferita ancora non del tutto sanata; la serenità che attraversava il volto di Nirihs'Oūm fu spazzata via in un istante. La ragazza non si infuriò con Splinter perché lui non aveva nessuna colpa in quella storia e stava solo cercando di conoscerla meglio, ma si girò dall'altra parte e cominciò a battere un dito con nervosismo sulla balaustra per mostrare il proprio disagio.
<< Ho detto qualcosa che non va? >> Chiese Splinter, che notò subito il cambiamento nell’umore della principessa.
Nirihs'Oūm inspirò ed espirò profondamente. La guancia cominciò a pizzicarle, ma dopo averci passato sopra la mano con rapidità riuscì ad attenuare quella sensazione e poté rispondere con calma al ragazzo; non era colpa sua, continuava a ripetersi, ma non riusciva neanche ad ignorare quella sensazione così sgradevole che le dava l’idea di essere considerata la figlia di Komand’r.
<< No. >> Rispose alla fine, dopo aver spinto con forza l'aria fuori dalle narici. Poi si voltò e rivolgendo un sorriso amabile al ragazzo disse:<< Però ti prego di non riferirti mai più a Komand'r come mia madre. >>
Perplesso, Splinter ci mise un attimo ad annuire e anche quando lo fece la sua risposta sembrò poco convinta. << D'accordo, principessa… >>
Nirihs'Oūm sbuffò vistosamente non appena lo sentì rispondere a quel modo. << E smettila di chiamarmi principessa! Il mio nome ora lo sai, spero che te lo ricordi! Basta con queste formalità! >> Sembrava aver già dimenticato quel malinteso, mentre gli sorrideva amichevolmente.
Splinter deglutì con nervosismo e annuì più vigorosamente di prima. << Va bene. >> Disse con voce meccanica, senza però perdere il tono di rispetto che le aveva riservato fino a quel momento. Nirihs'Oūm si stava divertendo a vedere l'impegno che stava mettendo il suo ospite per non contrariarla, continuando però a mantenere un filtro di rispetto tra loro due quando parlava; in altri momenti quel comportamento le avrebbe dato fastidio, ma in quel caso non aveva niente contro a Splinter e quel suo modo di fare impacciato non le dispiaceva.
<< Molto bene. >> Disse alla fine la ragazza voltandosi verso l'esterno della terrazza e poggiando i gomiti sul parapetto. Il cielo rosso di Tamaran era pieno di nuvole che forse avrebbero finito per portare tempesta durante la notte, ma in quel momento creavano uno spettacolo che era una meraviglia per gli occhi, con la città in controluce che appariva come un cumulo di spuntoni e guglie scure e minacciose. Dopo essersi immersa in quel panorama per qualche secondo, Nirihs'Oūm tornò a porre domande a Splinter:<< Da dove vieni? >>
Il ragazzo assunse una posizione simile a quella della principessa e cominciò a guardare verso l'orizzonte. Si aspettava una domanda simile, eppure lo prese comunque alla sprovvista. << Sono un Kalassiano, ma sono cresciuto lontano dalla mia terra di origine… Io e il mio amico Barry ci conosciamo da sempre ed è sul suo pianeta, Gremon, che ho passato la mia infanzia. >>
<< Barry è il ragazzo con il ciuffo? >> Intervenne Nirihs'Oūm sogghignando.
Splinter annuì, colto di nuovo alla sprovvista. << Sì, capelli blu, pelle scura… E uno stile nel vestire molto discutibile. >> Con grande stupore, si ritrovò a usare un tono sarcastico con la principessa senza neanche pensarci; dopo di quello gli sembrò di diventare molto più sciolto mentre conversava, ma continuò ad essere molto attento a quello che diceva.
Nirihs'Oūm sembrò apprezzare quella sua spontaneità. << Sembra un tipo divertente. >> Disse ripensando a come, nonostante la situazione delicata dopo il fallimento dell’attentato, non avesse perso tempo per prendere in giro il suo amico a causa della sua svista.
Splinter fece una risatina. << Sì, ma di solito è lui quello a finire nei guai al posto mio. >>
Nirihs'Oūm rise più forte di Splinter, quasi troppo per la battuta del ragazzo. Ma lei non rideva per le disavventure dei due amici; era l'idea di un'amicizia così forte da far comportare due persone in quel modo, anche in una situazione di vita e di morte come quella in cui si erano trovati quella mattina, che la riempiva di allegria.
Splinter rimase in silenzio e si concesse un'altra risatina quando notò che le risate di Nirihs'Oūm continuavano, quindi quando questa si fu calmata azzardò una vera battuta:<< Se ti fa ridere tanto solo sentirne parlare, aspetta di conoscerlo di persona! >>
Nirihs'Oūm rise di nuovo. Questa volta fu una risata più terrena; non era spontanea e libera come quella di prima, ma sembrò ugualmente genuina alle orecchie di Splinter. Per qualche momento le risate dei due furono l’unico suono che si poté udire in cima alla terrazza; poi entrambi si calmarono e le risate scemarono in modo graduale.
<< Quindi vi conoscete da tanto tempo. E' lo stesso anche per gli altri del vostro gruppo? >> Chiese Nirihs'Oūm mantenendo un sorriso contento.
Splinter scosse la testa e cercò di ricordare quanto tempo fosse passato dal suo primo incontro con gli altri membri della squadra. << No. Variel e Kuala li abbiamo conosciuti più tardi. La nave con cui viaggiamo, il Falkor, è di quel brontolone Vernathiano. Sei mai stata su Vernathia? >>
La ragazza scosse la testa. << Ne ho solo sentito parlare. >> Ed era così: nei suoi studi aveva incontrato il nome di quel pianeta alcune volte, senza mai leggere molto sulla sua storia. Come molti altri pianeti, sembrava che fosse stato conquistato da Komand'r "per ribadire la sua superiorità su quel popolo di arroganti vermi." Non aveva idea a che cosa si riferisse quella frase, ma sembrava che fosse la norma per Komand'r conquistare e sottomettere popolazioni di alieni che si credevano superiori a lei.
<< E' davvero un posto magnifico. >> Disse Splinter con un ampio sorriso. << E' uno di quei luoghi dove puoi veramente sentirti a casa… Ti consiglio veramente di andarci almeno una volta nella vita! >>
Nirihs'Oūm guardò giù. << Sarebbe bello… >> Mormorò, sapendo che forse non ci sarebbe mai andata. Per anni era stata costretta a vivere dentro le mura di un palazzo che non avrebbe mai sentito come casa propria, e se fosse dovuta diventare imperatrice come aveva auspicato sua zia, avrebbe finito per tornare ad essere di nuovo una prigioniera.
Splinter osservò il suo profilo mentre guardava in basso e cominciò a sentirsi in colpa per aver pensato che quella ragazza potesse diventare una persona malvagia come la zia: i suoi tratti delicati del viso non riuscivano a nascondere una malinconia che il Kalassiano aveva raramente visto in altri volti, e l'espressione naturale del suo volto trasmetteva una bontà difficile da simulare. Più la guardava, più si convinceva che quella ragazza stesse veramente cercando di essere la persona migliore possibile, nonostante le proprie radici – o proprio a causa di queste.
<< E la ragazza? >> Chiese di colpo Nirihs'Oūm, alzando la testa e voltandosi verso di lui.
Splinter fu colto alla sprovvista da quel cambio di umore repentino. << La ragazza? >> Confabulò perplesso, ancora perso nei suoi pensieri.
Nirihs'Oūm rise. << La ragazza che viaggia con voi. Corporatura minuta, capelli verdi che le ricadono sul viso, occhi vispi… >>
<< Oh. >> Disse Splinter, riconoscendo nella descrizione la sua amica Zal. << Giusto, Kuala. L'abbiamo conosciuta sul suo pianeta natale alcuni anni fa. E' una persona davvero forte, ha dei poteri davvero straordinari! >>
<< Poteri? >> Chiese Nirihs'Oūm, sempre più interessata. << Che tipo di poteri? >>
Splinter sorrise con aria di superiorità. << Lei è una "bambina prodigio", o qualcosa del genere… Sul suo pianeta chiamano così quelli che nascono con dei poteri speciali. Lei è capace di solidificare l'aria al tatto. >>
Incuriosita, Nirihs'Oūm si fece un po' più vicina. << Come funziona? >>
<< Non l'ho ancora capito bene, ma si tratta di una cosa davvero molto utile. Dovresti vederla in azione, capiresti al volo di che si tratta! >> Rispose Splinter, facendosi più vicino a sua volta.
Nirihs'Oūm fischiò intrigata, poi girò la testa e chiuse gli occhi per godersi un po' la brezza che colpì la terrazza in quel momento. Quando li riaprì, Splinter era nuovamente imbambolato con lo sguardo fisso su di lei.
<< Qualcun altro di voi ha dei superpoteri? >> Chiese ignorando l'aria svampita del suo ospite. << Tu, per esempio? Non mi sembra di averti visto fare niente di fuori dal comune, oggi al banchetto. >>
Splinter arrossì imbarazzato al pensiero di quello che era successo quella mattina, durante il loro primo incontro. << No, io non ho nessun potere speciale… La gente di Kalass non ha superpoteri. >> Disse distogliendo lo sguardo per respirare un po'. << Però sono un bravo spadaccino… E mi alleno nella lotta corpo a corpo costantemente. L'dea di non essere di aiuto alla mia squadra è insopportabile, quindi mi impegno ogni giorno a superare i miei limiti! >>
Nirihs'Oūm piegò la testa di lato e lo fissò in silenzio. Le era sembrato triste mentre parlava del suo non avere dei poteri, ma il modo in cui cambiò tono della voce riferendosi a voler superare i propri limiti la fece sorridere. << Capisco come ti senti. >>
<< Cosa? >> Chiese lui girandosi di nuovo. << Come? Tu sei una Tamaraniana, giusto? >>
<< Sì… E no. >> Fu la risposta di Nirihs'Oūm, che fece andare lo sguardo da una parte all’altra con aria misteriosa prima di appoggiarsi nuovamente alla balaustra per godersi una nuova folata di vento che le accarezzò il viso. << Mia madre era la principessa di questo pianeta, ma mio padre era un normale essere umano di un pianeta lontano. Lì era raro possedere dei superpoteri, e sembra che i miei si siano manifestati in ritardo proprio per questo. >>
Splinter annuì pensieroso. << E quindi, mentre tua madre riusciva a fare cose incredibili grazie ai suoi poteri, tu ti sentivi inutile perché non potevi fare niente del genere. >>
Nirihs'Oūm si girò con un sorriso beato in volto, assaporando ancora l'aria fresca del pomeriggio. << Più o meno. >> Rispose. << La mia famiglia era composta da individui molto singolari… Anche mio padre, che non aveva nessun potere, era un grande guerriero. Volevo essere come lui, per questo mi sono allenata tantissimo imitando il suo stile di combattimento. >>
<< E poi sono arrivati i poteri tamaraniani… >> Disse sorridendo Splinter, pensando di fare un semplice commento amichevole. Ma Nirihs'Oūm non sorrise allo stesso modo; al contrario, si incupì.
<< Già… >> Sussurrò. << Troppo tardi, però. >>
Splinter notò il cambiamento di umore della principessa, ma non seppe cosa dire. Non la conosceva abbastanza per pensare di poterla consolare e non era nemmeno sicuro di riuscire a decifrare correttamente il suo umore. Alla fine lo prese alla sprovvista, voltandosi di scatto verso di lui e cambiando argomento.
<< Ma dimmi qualcos'altro di te! Sei un pirata spaziale? >> Esclamò piena di entusiasmo.
Splinter rimase senza parole per qualche momento e sentì di nuovo la faccia di lei estremamente vicina. Dopo aver fatto un passo indietro ed essersi ricomposto, strinse le spalle e disse:<< Non proprio… Non mi considererei un pirata, se non fosse che, agli occhi dell'impero è esattamente quello che sono. >> Dopo qualche istante si portò una mano alla bocca con sorpresa. << Non dovevo dirlo. >> Disse atono guardando con terrore la principessa.
Lei rise. << Tranquillo, qui nessuno ti arresterà per aver protestato contro un regime tirannico. >> Poi assunse un sorriso malinconico e guardò lontano.
Splinter questa volta riuscì a decifrare con precisione l'espressione di Nirihs'Oūm, e gli venne anche spontaneo come rispondere. << Non ti capisco. >>
Nirihs'Oūm alzò lo sguardo confusa e disse:<< Prego? >>
Splinter sbuffò. << Sei completamente diversa da come ti avevo immaginato. >>
L'espressione che comparve sul volto di Nirihs'Oūm fu un misto di offesa e perplessità. Avrebbe detto che le persone non erano mai come ce le si immaginava, ma invece chiese:<< E come mi avevi immaginato? >>
Il ragazzo esitò, pensando di star diventando troppo impertinente, ma in fondo era stata la principessa a dirgli di parlare liberamente. Si prese un momento per scegliere con cura le parole con cui descrivere l'immagine che si era fatto di Nirihs'Oūm, poi strinse le spalle e parlò:<< Per cominciare, credevo che avessi un comportamento più "da principessa"… Schizzinosa, eccessivamente educata, abituata a comandare… La classica ragazzina viziata, no? >>
<< Non capisco perché una principessa dovrebbe avere queste qualità lusinghiere… >> Mormorò la ragazza con un tono sarcastico, ma si stava segretamente divertendo a sentire del ritratto che Splinter sembrava averle fatto.
Lui si fermò un istante, interrotto dalla principessa, poi ripartì. << Ma è per via del fatto che tu fossi nipote di Komand'r che ho pensato che saresti stata molto diversa… Più simile a lei, se capisci cosa intendo. >>
Ancora una volta, Nirihs'Oūm abbassò lo sguardo con dispiacere. Sapeva che il nome di sua zia avrebbe sempre preceduto il suo e sarebbe bastato a presentarla a tutti in un unico modo: la conquistatrice. Pensava che ci avrebbe fatto l'abitudine, ma il tempo passato su Tamaran, dove tutti sapevano chi era veramente, aveva alterato la sua visione: lei sarebbe sempre stata la nipote di Komand'r, qualunque tentativo di nascondersi sarebbe stato inutile.
Lo sguardo di Splinter si spense gradualmente. Si sentì nuovamente in colpa per aver detto quelle cose, pur sapendo ormai che avrebbero potuto ferire l’animo della principessa. << Scusa se te lo chiedo… Ma per caso non sei in buoni rapporti con tua zia? >> Mormorò costernato.
Nirihs'Oūm rimase in silenzio così a lungo da fargli pensare che non avrebbe risposto. Splinter pensò che forse non erano affari suoi; se Nirihs'Oūm aveva reagito male ogni volta che lui aveva nominato sua zia, significava che solamente il suo nome era capace di risvegliare ricordi molto tristi, e probabilmente non era abbastanza in confidenza con lei per essere messo al corrente dei fatti.
Ma poi la principessa trovò il coraggio per aprirsi a quello sconosciuto. << Quando avevo sette anni, mi portò via dalla mia casa. Sono cresciuta in un ambiente dove ero una principessa, ogni mio desiderio sarebbe stato esaudito, ma sono anche diventata la sua prigioniera… Ogni giorno, con la scusa di allenarmi per farmi diventare una guerriera perfetta, mia zia mi malmenava e mi torturava. Continuava a ripetermi che non ero alla sua altezza e mi spediva nelle mie stanze senza nemmeno curare le mie ferite e spesso mi addormentavo piangendo per tutto il dolore che provavo, costretta a nascondere le mie lacrime per non essere punita ulteriormente.
<< Non mi era concesso avere amici, non potevo uscire dal palazzo e anche quando partecipavamo a delle cerimonie, io ero solo un elemento di contorno. Non potevo conversare con gli ospiti perché avrei portato disonore al nome di mia zia, ma a lei era permesso mostrarmi a tutti quanti con orgoglio; la sua progenie, il suo grande tesoro. Ero poco più che un altro trofeo da esporre in faccia a chiunque si sarebbe bevuto qualsiasi stronzata pur di ricevere la sua benevolenza. Mia zia viaggiava in ogni angolo della galassia, prendendo parte a operazioni di guerra, partecipando a cerimonie in suo onore ed espandendo i confini del suo impero; nel frattempo mentre tutti a corte vivevano nel lusso e i suoi consiglieri più fedeli avevano tutto quello che volevano, forse addirittura la sua stima. Io, invece, dovevo restare rinchiusa a palazzo e la donna che mi aveva cresciuta di sua spontanea volontà non voleva nemmeno occuparsi più di me. >>
Nirihs'Oūm fece una pausa. I suoi occhi avevano cominciato a lacrimare copiosamente, ma per fortuna era riuscita ad asciugarsi il volto prima che Splinter la notasse. Il ragazzo, in difficoltà di fronte a quella storia così complicata, si portò le mani ai fianchi e rimase a guardare l'orizzonte con aria costernata, indeciso su quali parole usare.
<< Quindi, quando lei è morta, tu ti sarai sentita finalmente libera… >> Disse alla fine.
Nirihs'Oūm lo guardò scuotendo la testa e chiese con un sorriso divertito:<< Non pensi che sia sconveniente dire queste cose a una persona che ha appena subito un lutto? >>
Splinter si rese conto di quanto stesse esagerando a prendersi certe libertà. Ovviamente quella cosa che aveva detto sarebbe stata una cosa orribile, ma dopo aver sentito la storia di Nirihs'Oūm pensava che nessuno avrebbe potuto biasimarla per aver reagito così. Divenne rosso in viso e per cercare di nascondere il proprio imbarazzo si passò una mano sul collo sudato e distolse lo sguardo.
La principessa tornò a guardare davanti a sé senza aspettare una risposta. << Però hai ragione. >> Disse con voce triste. << Credevo che, finalmente, sarei potuta andare ovunque e scoprire ogni genere di cosa che durante la mia infanzia mi era stata negata… In tutti questi anni ho pensato che se avessi avuto pazienza, un giorno sarei stata ricompensata… Ma poi è saltato fuori un testamento, e da principessa sono diventata futura imperatrice. >>
Il Kalassiano si voltò di scatto verso di lei. Improvvisamente, sembrò cambiare tutto tra loro; i suoi dubbi sulla successione al trono tornarono con insistenza e per un attimo rimase a fissare con sdegno la ragazza che aveva accanto, che gli rivolse uno sguardo confuso per tutta risposta. L'idea che forse quella ragazza non fosse tanto male gli piaceva, ma Splinter si sentì un ingenuo per aver pensato che potesse esserci qualche speranza; era ovvio che sarebbe andata così, e Nirihs'Oūm doveva sicuramente star aspettando con trepidazione il momento dell'incoronazione…
Fingendo indifferenza, il Kalassiano tornò ad appoggiare i gomiti alla balaustra e guardò in avanti. << Allora forse dovrei essere più rispettoso nei tuoi confronti… >>
<< Per favore, no! >> Rispose lei sbuffando. << E' così irritante sentire tutte quelle persone che si inchinano e mi chiamano "sua altezza"… Con te non sono costretta a tenere alzato nessun muro, e sento che il tuo rispetto nei miei confronti è genuino. >>
Nirihs'Oūm sorrise e per un attimo Splinter arrossì di nuovo. Era veramente così? Pensava di essersi comportato come una spia che cercava di raccogliere più informazioni possibile, dicendole quello che volesse sentire senza mai impegnarsi molto per sembrare gentile…
Cercando di non mostrare quell'imbarazzo, Splinter distolse lo sguardo e cercò di andare avanti nella conversazione. << Allora… Quel banchetto di oggi era per festeggiare la notizia dell'incoronazione? >>
Nirihs'Oūm scosse la testa. << Non me ne potrebbe interessare di meno dell'incoronazione. >> Rispose stizzita. << Quel banchetto era stato organizzato da Galfore per il mio arrivo qui… E perché domani è il mio compleanno. >>
Di nuovo, Splinter dovette guardare in faccia la principessa per cercare di capire se stesse scherzando o meno; continuava a scoprire cose nuove di lei e non era più sicuro di sapere cosa pensare. Se veramente non le interessava niente dell'ereditare l'impero, allora qual era il problema? Perché Nirihs'Oūm sembrava tanto turbata all'idea di dover prendere il posto di sua zia?
<< La mia faccia ti piace particolarmente o c'è qualcosa di strano? >> Chiese lei a un certo punto, leggermente in imbarazzo, notando come lo sguardo di Splinter non si spostasse più. Il ragazzo si girò subito scusandosi e cercò di trovare una risposta decente a quella sua reazione.
<< E' solo che… Mi stai svelando una cosa dopo l'altra, ogni informazione diventa sempre più personale, e per qualche motivo non mi aspettavo proprio un compleanno tra le motivazioni di organizzare un banchetto così grande, con tutti quegli invitati… >> Il Kalassiano sbuffò pesantemente pensando di aver risolto quella situazione, ma poi si girò un'altra volta e riprese a parlare ancora più velocemente. << Questo non significa che non mi piaccia il tuo viso! Penso che sia davvero un bel viso e se non fosse inopportuno starei a guardarlo anche più a lungo, ma quello che volevo dire è che non volevo offenderti, non prenderla nel modo sbagliato…! >>
Le parole di Splinter continuarono a ruota libera e la principessa dell'impero non riuscì più a trattenere le proprie risate. A quel punto il Kalassiano si arrese completamente e si abbandono al supporto della ringhiera, pieno di vergogna per la situazione ridicola in cui si era cacciato.
<< Ti sto solo stuzzicando un po'! >> Disse Nirihs'Oūm sporgendosi per cercare di incontrare lo sguardo del suo ospite, ancora in difficoltà a smettere di ridere. Quando cominciò a calmarsi e Splinter ebbe trovato il coraggio di alzare la testa, disse:<< Grazie, comunque. >>
Le guance di Splinter divennero nuovamente rosse e il ragazzo esitò un momento a guardarla di nuovo negli occhi. Alla fine, dopo aver preso un respiro profondo, riuscì a calmarsi e tornò a comportarsi come se non fosse successo niente.
<< Quindi domani è il tuo compleanno? >> Chiese cambiando argomento. << Quanti anni fai? >>
Nirihs'Oūm si girò dando le spalle alla balconata e rispose:<< Diciassette. Sono ormai una adulta! >>
Splinter si mostrò sorpreso. << Davvero? Anche io ho diciassette anni! >> Disse, poi si poggiò con un solo gomito alla balaustra. << Ti facevo più giovane. >>
Nirihs'Oūm fece una pernacchia con la lingua. << Sono già abbastanza grande per viaggiare da sola nello spazio, non farmi aspettare altro tempo! >>
Splinter rise. << Però non sei da sola. >> Disse dopo un momento. Nirihs'Oūm si girò verso di lui e questo si picchiettò la testa dicendo:<< Quel testone con cui hai parlato al banchetto. Lui è venuto con te, vero? >>
Nirihs'Oūm girò la testa come se fosse estremamente seccata al pensiero di dover ricordare Uktar. << Lui e le mie guardie del corpo, tutte persone di cui avrei fatto volentieri a meno! >> Rispose. << Mi trattano come se avessi bisogno di un guinzaglio! Sperano di controllarmi, ma potrei spazzarli via tutti in un colpo solo… Questa vita da principessa è davvero frustrante. >>
<< Preferiresti essere nata altrove? >> Chiese Splinter.
Nirihs'Oūm prese quella semplice domanda molto seriamente. << Ma io sono nata altrove! >> Splinter aveva quasi dimenticato la storia che le aveva raccontato poco prima la principessa e se ne ricordò non appena gli ebbe risposto. << Il mio pianeta era un mondo meraviglioso, pieno di flora e fauna, un popolo gentile e pieno di sorprese… Con una distesa sconfinata di acqua e un cielo azzurro che alimentava i sogni. >> La principessa sospirò. << Mi manca. >>
<< Non ci puoi tornare, ora che Komand'r è morta? >> Chiese ingenuamente Splinter.
Nirihs'Oūm alzò lentamente lo sguardo e rispose:<< Non c'è più. >>
Splinter incrociò lo sguardo affranto della ragazza e si scusò immediatamente. Non poteva sapere quella cosa, eppure continuava a fare errori come quello, prendendo per scontati alcuni aspetti della vita di Nirihs'Oūm senza sapere veramente nulla di lei.
<< Scusami, ogni cosa che dico sembra fatta per demoralizzarti… >> Borbottò alla fine, rendendosi conto di aver reso quella conversazione veramente imbarazzante.
Ma Nirihs'Oūm scosse la testa con aria comprensiva. << Va tutto bene. E' così che succede quando si tenta di conoscersi meglio, ed è proprio quello che stiamo cercando di fare noi! >>
Sentendole dire quelle cose, Splinter ebbe un'idea per continuare quella conversazione in modo da non dire più scemenze che avrebbero potuto urtare la sensibilità della principessa. << Facciamo così: cominciamo dalle piccole cose. Io ti racconto qualche dettaglio su di me e tu ne dici uno a me. Impariamo a conoscerci passo dopo passo; hai detto di voler conoscere l'universo, no? >>
Lo sguardo di Nirihs'Oūm cambiò; Splinter sapeva di aver stuzzicato la sua curiosità e ne ebbe la conferma quando lei si girò verso di lui sbattendo le palpebre con aria intrigata. La principessa lo squadrò poi con occhi spalancati e sorrise per qualche secondo prima di mettersi a riflettere.
<< Immagino che sia perché sono sempre rimasta chiusa in un palazzo, che ho tanta voglia di scoprire nuovi mondi… >> Disse portandosi una mano sulle labbra con fare pensieroso. << Però credo di essere stata così curiosa sin da bambina, quando ancora vivevo con i miei genitori. >>
Splinter sorrise. Il modo in cui la ragazza aveva cominciato a parlare di sé era diverso da prima; invece che concentrarsi sugli aspetti tristi e i ricordi dolorosi della sua vita, Nirihs'Oūm aveva cominciato a parlare dei propri sogni e delle sue qualità. Poi la vide appoggiarsi al parapetto con irruenza e rivolgergli un grande sorriso.
<< Okay, tocca a te! >> Disse con ritrovato entusiasmo. Il Kalassiano tirò indietro la testa e alzò gli occhi pensando a cosa dire.
<< In realtà io non ho mai pensato che sarei finito a viaggiare per lo spazio assieme ad altre persone, conducendo una vita da fuorilegge… >> Confessò. << Sai, il mio piano era quello di essere libero, vivere a modo mio e sempre al limite, o qualcosa del genere… Alla fine non è molto diverso dalla realtà, ma non mi aspettavo di andare così lontano. >>
<< Non ti aspettavi di lasciare Gremon? >> Chiese Nirihs'Oūm poggiando una guancia sulla mano.
Splinter strinse le spalle. << Chi lo sa… Forse sì, ma non mi dispiaceva vivere lì. Sai, è come se avessi sempre saputo di essere destinato a… Qualcosa di più! >>
Nirihs'Oūm abbassò lo sguardo per un momento e pensò a quelle parole. Anche lei pensava una cosa del genere: ad essere precisi, pensava di essere destinata ad avere di meno di quanto aveva ora, una vita più semplice sulla sua cara Terra, ma tutto questo non era più possibile e il suo sarebbe rimasto un destino incompiuto.
L'eccitazione di Splinter spazzò via quei pensieri. << Forza, tocca a te! Sento che stiamo facendo progressi! >> Disse battendo le mani sulla balaustra e facendo ridere la ragazza.
Nirihs'Oūm rimase a pensare a lungo a cosa dire. Pensava di non avere niente di particolarmente interessante da esporre, e per questo finì per pensare molto più ampiamente, trovando un'informazione riguardante lei solo in parte. << Il mio popolo si è evoluto dai felini! >> Disse forse con un po' troppo entusiasmo, dopo aver finalmente trovato l'idea giusta.
Splinter rimase spiazzato. << Davvero? >> Chiese. << No, mi stai prendendo in giro! >>
<< Giuro che è così! >> Esclamò la ragazza rincarando la dose di entusiasmo. << Anche io non me lo aspettavo quando l'ho scoperto, ma ti posso assicurare che è vero! >> Era contenta che il ragazzo avesse accolto quell'informazione positivamente nonostante non si trattasse di qualcosa che riguardava lei personalmente.
<< Accidenti… >> Commentò pensieroso lui. << Non lo avrei mai indovinato. >> Quando girò lo sguardo verso la principessa, vide che stava aspettando che continuasse a sua volta; allora si guardò un po' intorno, come se stesse cercando l'informazione nel paesaggio, e dopo un attimo di esitazione disse:<< Posso trattenere il respiro sott'acqua per settantatre secondi. >>
Incredula, Nirihs'Oūm spalancò gli occhi di scatto e avvicinò un poco il viso. << Davvero? Wow, io non riesco a resistere nemmeno per trenta… >>
Splinter fece una risatina orgogliosa e si dondolò a destra e sinistra mentre la principessa pensava a un fatto su di sé da raccontare. Ci mise qualche secondo, poi si ricordò all'ultimo momento di qualcosa e cominciò a parlarne.
<< Oh, Galfore mi sta insegnando a suonare la gorkamusa! >> Esclamò, ricordandosi delle sue nuovissime lezioni di musica con il vecchio re di Tamaran.
Splinter sembrò confuso. << Che cos'è? >>
<< E' uno strumento tradizionale tamaraniano! Ha un suono molto… Insolito. >> Rispose subito lei, come se si aspettasse già di dover dare quella spiegazione. Neanche lei aveva la più pallida idea di che cosa fosse, pochi giorni prima di tornare su Tamaran, ma aveva visto alcuni musicisti suonarla in suo onore al suo atterraggio e ne era rimasta particolarmente colpita, tanto da voler imparare a suonare quello strano strumento. << Tocca a te. >>
Splinter annuì e cominciò a pensare a qualcosa da dire, ma più andava alla ricerca di qualcosa di interessante o divertente di sé, più sembrava dimenticarsi tutto quello che aveva fatto nella vita. Nirihs'Oūm notò la sua difficoltà nel trovare un argomento di cui parlare e andò in suo aiuto facendogli una domanda.
<< Qual è il tuo piatto preferito? >>
Alzando la testa all'istante, il ragazzo rispose senza neanche pensarci:<< Karlix piccante. Tu? >>
Anche Nirihs'Oūm non ebbe problemi a rispondere a quella domanda. << Glorrk, ovviamente! E' una specialità di Tamaran che si prepara in occasioni importanti come il giorno del Blorthog. >>
<< Oh, sì! L'ho assaggiato una volta. >> Rispose il ragazzo, capendo alla perfezione di che cosa stesse parlando la principessa. << Io e Barry una volta ne abbiamo mangiato così tanto da… Sai, forse è meglio non raccontarlo! >> E rise con imbarazzo.
Anche Nirihs'Oūm rise. Poi rimasero a fissarsi per qualche istante alla luce del pomeriggio di Tamaran. I raggi solari arancioni colpivano direttamente sui loro volti, illuminandone perfettamente un lato ma gettando grandi ombre sull'altro; Nirihs'Oūm sarebbe riuscita a specchiarsi sugli occhi di rubino del suo ospite, mentre Splinter avrebbe creduto di venire risucchiato da quelli di smeraldo di lei. E proprio forse per via della paura di rimanerne intrappolato in essi, o per paura di vedere un riflesso poco gradito, che entrambi distolsero lo sguardo con vergogna.
Ci fu silenzio per qualche istante e intanto tutti e due cercavano un modo per spiegare questo comportamento. C'era la paura di perdere qualcun altro dopo essercisi affezionata da parte della principessa, mentre il pirata era confuso e cercava di trovare una risposta a quel nervosismo che lo aveva catturato dal suo primo incontro con Nirihs'Oūm.
<< Ma come? >> Disse alla fine il ragazzo, incapace di trovare un altro argomento di cui parlare. << Siamo già a corto di idee? >>
Nirihs'Oūm sorrise, rendendosi conto di trovarsi nella stessa situazione di imbarazzo e confusione di Splinter. << Forse sì, ma non significa che dobbiamo fermarci qua. >> Disse, e quindi si staccò dalla balaustra per rivolgersi completamente al suo ospite; questa volta si sforzò di guardarlo in faccia, ma evitò di soffermarsi sui suoi occhi. << E' molto divertente parlare con te e mi piacerebbe tantissimo conoscere anche gli altri membri della tua squadra. Te l'ho già chiesto questa mattina, ma ora vorrei chiedertelo di nuovo in modo meno… Formale. Ti andrebbe di partecipare, a te e ai tuoi amici, al banchetto di domani? La tua presenza significherebbe molto per me, e io avrei l'occasione di conoscere meglio tutti voi… >>
Splinter vide il modo in cui la ragazza si tormentava le mani, incrociando le dita e facendole strofinare sui palmi, sempre più in fretta e con un ritmo imprevedibile; sembrava che quella semplice richiesta fosse in realtà una grande prova per lei, e avesse una grossa paura di un eventuale esito negativo. Disorientato da quei movimenti delle mani, ebbe l'impulso di afferrargliele e fermarle, ma mantenne le distanze sapendo che non fosse opportuno fare una cosa del genere con una persona del suo rango, e fece un rispettoso inchino.
<< E' un onore, per me, poter partecipare al banchetto in onore del suo compleanno, principessa. >> Disse con un tono di voce molto diverso da quello che aveva avuto per tutta la durata della loro chiacchierata; persino Nirihs'Oūm ne fu sorpresa e temette di aver di nuovo alzato una barriera tra sé e il suo ospite. Poi però il ragazzo alzò lo sguardo e le fece l'occhiolino, dicendo:<< E' così che si risponde a un invito del genere? >>
La ragazza si lamentò dicendogli di smettere di prenderla in giro, ma si mise a ridere a sua volta con sollievo e per un po' sopra alla terrazza si sentirono solo le loro risate. Durò solo qualche secondo, poi tornò un'altra volta il silenzio, ma questa volta Nirihs'Oūm stava sorridendo libera.
   
 
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