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Autore: KiaraMad    15/07/2020    3 recensioni
Sollevare i sassi e gettarli in acqua, lontano da sé, non sarebbe stato sfiancante neanche per Jun Misugi.
Forse solo la vecchiaia avrebbe portato delle noie.
La fatica, però, Yayoi cominciò a sentirla prima del previsto.
E non fu una piccola fatica la sua: non fu affatto una piccola fatica.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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V. Eppure i ciliegi

Dieci anni*

 

Che il Vostro regno

possa durare mille, ottomila generazioni,

finché i ciottoli

divengano rocce 

coperte da muschio.*1

 

Una bambina stava correndo. Correva in un parco un po' speciale per lei, perché lì i suoi zii la portavano quasi tutti i pomeriggi, dopo la scuola. Lì giocava con un bambino molto gentile. Quando erano insieme, lui sorrideva e il suo sorriso era contagioso. Le piaceva tanto quel bambino. Suo zio la prendeva in giro a volte. “Yayoi, ma tu vieni qui per rincorrerlo o per farti acchiappare?”. E la zia lo rimproverava sempre: “Caro, ma sono solo dei bambini!”. Così Yayoi si allontanava, lasciandoli discutere di cose che lei non capiva granché.

Jun era un bambino speciale. Andavano a scuola insieme, nella stessa classe. L'aveva aiutata a inserirsi nel gruppo. Lui giocava a calcio nel club della scuola, mentre lei, per stargli accanto, aveva cominciato da poco a pulire i palloni. Però, quando lui non si allenava, giocavano insieme al parco. Era un parco vicino a casa di Jun, perché ai genitori di Jun non piaceva che lui andasse più lontano. 

Yayoi correva, ma lui non correva mai con lei. Insieme giocavano a lanciare i sassi nel fiume, però. Vinceva chi otteneva più rimbalzi e la penitenza era una merenda comprata con i soldini che ricevevano dai grandi. E spesso toccava a Yayoi pagare, ma solo perché a Jun toccavano i sassi “migliori”.

Un giorno, però, Jun le confessò che non aveva più voglia di giocare a tirare i sassi, che preferiva guardare l'acqua del fiume scorrere. Lei gli aveva chiesto perché e lui aveva risposto che era una cosa che facevano gli adulti. Jun si sentiva già come loro? Allora lei notò che quando Jun non aveva un pallone con cui giocare, aveva lo sguardo un po' triste. Un po' come quello degli adulti.

«Sei triste, Jun-kun?»

«No, stavo solo pensando.»

«A che cosa?»

Con un sorriso, Jun si voltò verso di lei.

«A quando sarò grande e potrò realizzare tutti i miei sogni!»

Anche Yayoi sorrise.

«Sono sicura che ci riuscirai!»

Jun annuì.

«Sì, io vincerò.»

Vincerai?

«Cosa vuoi vincere?»

Il suo bel sorriso si allargò.

«Le Olimpiadi!»

«Le Olimpiadi?»

«Sì! Entrerò nella nazionale giapponese e vincerò per il Giappone!»

Allora Yayoi, forse perché anche lei avrebbe voluto avere sogni grandi come quelli di quel bambino... si lasciò sfuggire qualche pensiero: «Tu sei proprio forte, Jun...»

E solo vedendolo arrossire si rese conto di averlo detto ad alta voce.

Chinò la testa.

«Scusa, Jun-kun! Mi è sfuggito!»

Si sentì un po' sciocca e un po' a disagio quando lui scoppiò a ridere, con una mano dietro la nuca.

«Ti ringrazio, Yayoi-chan!»

In imbarazzo, lui aveva distolto lo sguardo.

«Yayoi-chan...»

Stavano tornando dagli zii di Yayoi: loro li aspettavano al di là del ponticello, seduti nella prima fascia di prato verde del parco.

«Sì?»

«Oggi nessuno ha perso...»

«Non abbiamo giocato!»

Voltandosi verso di lui, notò che aveva le guance rosse.

«Allora ti va bene se ti compro qualcosa io?»

«E perché?»

Lui non sembrò pensarci molto.

«Insomma... hai perso così tante volte che non hai mai mangiato la merenda... e papà dice che non fa bene non mangiare...»

Le sembrò un po' a disagio.

«Ma io non ho mai molta fame il pomeriggio, quindi va bene così!»

Jun però non pareva molto convinto. 

E infatti si fermò. 

Quindi anche lei si fermò. 

Poi, come un fulmine, le prese le mani e vi posò delle monetine.

«Ma Jun-kun...»

«Tieni.»

«Ma...»

Ma lui era già distante. 

Aveva cominciato a correre, come quando era in campo a giocare una partita.

«A domani, Yayoi-chan!»

La stava salutando, mentre lei era ancora lì con i soldini in mano e le guance un po' rosse. Le labbra – anche il cuore – tremavano di un'emozione sconosciuta e il mento si era un po' corrugato.

Poi Yayoi si ricordò di una cosa molto importante. Però lui era già sul ponte. Così cominciò a correre anche lei, chiamandolo a gran voce. 

Quando lo vide, sorpreso, voltarsi verso di lei e guardarla ancora una volta con quegli occhi cristallini, lei gli prese una mano e gli restituì i soldi. Però non lasciò quella mano. La coprì soltanto con la propria. Poi gli sorrise, un po' in imbarazzo ma felice.

«Buon compleanno, Jun-kun!»

Si allontanò e lo superò di corsa, verso gli zii. Non si voltò neanche una volta verso di lui, perché forse aveva un po' di timore dopo quello che aveva fatto... gli aveva toccato la mano! Aveva sfiorato Jun! Trafelata, giunse dagli zii con il fiatone.

«Cara, ma da che scappi?»

Da cosa scappava?

«Sei tutta rossa...»

E si sentì ancora più calda.

«Non sarà che sei innamorata?»

«Caro!»

«Sto scherzando, cara...»

Eppure i ciliegi erano già fioriti da qualche mese...*2

 

Note d'autrice

*Questa storia non segue esattamente le vicende e la cronologia del manga (ciò vale anche per i capitoli a seguire) e forse i personaggi non si confanno molto alle caratterizzazioni originali. Per questo si è preferito inserire l'avviso di OOC.

*1Traduzione del Kimi Ga Yo, inno nazionale giapponese.

*2Il compleanno di Jun Misugi è il 23 Giugno e i ciliegi dovrebbero sbocciare tra Marzo e Aprile in Giappone.

  
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