Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: _Il colore del vento_    15/07/2020    15 recensioni
C’è un’ora precisa della notte – quando le ombre ammassate negli angoli della stanza si infittiscono e la porta è una voragine spalancata sul buio – in cui la tua mente vacilla, in bilico tra sonno e veglia.
Tra passato e presente.

[ "Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna"].
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Personaggio: Sirius Black (obbligatorio);
Prompt: di quella volta che, sentendo Harry scendere le scale di Grimmauld Place, stava per chiamarlo Regulus e poi James.
Genere: Introspettivo o Angst. 

 
That time in the night
 
C’è un’ora precisa della notte – quando le ombre ammassate negli angoli della stanza si infittiscono e la porta è una voragine spalancata sul buio – in cui la tua mente vacilla, in bilico tra sonno e veglia.

Tra passato e presente.

Il fuoco nel camino, ormai, ha smesso di ardere da un pezzo. C’è solo cenere, ora, e silenzio – silenzio denso, tanto assordante da premerti contro i timpani.

È quell’ora della notte in cui il tuo corpo affonda nella sedia: sei questo, di notte – soltanto membra appesantite e stanche.

È quell’ora in cui gli anni trascorsi ti gravano sulle spalle col peso di millenni, il peso di tante vite e troppe morti.

È quell’ora in cui anche il minimo fruscìo trascina con sé un ricordo.

Sussurri, cigolii, sospiri. Persino passi.
 
Sì, c’è qualcuno che scende le scale, lo senti?

Potrebbe essere Molly, ancora sveglia, o Arthur. Potrebbe essere uno dei loro ragazzi che non riesce a dormire.

Ma no, no – non a quest’ora.           

I passi continuano, si avvicinano, ora – ora che tu non sei altro che cenere e membra stanche e spalle ricurve, aggravate dal peso dei rimpianti.

I passi ti si avvicinano in quest’ora in cui i fantasmi sono più reali dei vivi.

Regulus sgattaiolava spesso in camera tua, ti ricordi?

Avete sempre dormito in camere separate, sin da bambini, ma lui – di tanto in tanto – superava momentaneamente la paura per raggiungerti, per venire da te.

Entrava senza fare rumore e poi ti scuoteva piano, più volte, fino a svegliarti.

«Sirius, non riesco a dormire.»

Così ti accoglieva la sua voce sottile e spaventata, mentre i tuoi occhi mettevano a fuoco, un po’ a fatica, i contorni della sua piccola figura in piedi accanto al letto.

«Mamma e papà non sarebbero felici di sapere che sei un fifone» replicavi, con la voce impastata di sonno – mentre le labbra ti si stiracchiavano in un ghigno che Reg non poteva vedere.

Lui non raccoglieva mai le tue provocazioni.

«Posso restare con te, stanotte?» chiedeva soltanto.
 

(Forse Reg non ti ha trovato in camera ed è venuto a controllare dove fossi).


I passi si avvicinano – il tuo cuore accelera.

Ma no – tendi le orecchie: sono passi pesanti, non senti? Passi di un ragazzo.

Regulus non farebbe così tanto rumore.

È così difficile, a quest’ora della notte, distinguere tra sogno e realtà – è complicato, pensi, quando il silenzio ti opprime e le tenebre si addensano in strane figure che non riesci ad afferrare, raggrumandosi in ricordi.

Una trave scricchiola, all’ingresso, sotto il peso di qualcuno che si avvicina.
 
«Maledizione, Prongs, ma come fai a dimenticarti sempre di saltare quel gradino?»

Il tuo sussurro stizzito aveva sempre il potere di farlo sobbalzare.

«Non è facile guardare dove vado, sai com’è, se ho gli occhi incollati sulla Mappa! Non riesco a trovare Gazza!»

Ancora un passo, poi un altro.

Il tuo cuore si stringe, proprio come in quelle notti trascorse in giro per il Castello. Non senti il respiro caldo di James sulla guancia, però – forse l’ha trattenuto anche lui, ora che i passi hanno raggiunto la fine della scalinata.

 
(Forse è Gazza. Forse è la volta buona in cui riuscirà a cogliervi in flagrante).
 
Ma, quando ti giri, al tuo fianco non c’è nessuno.

Non sei in un corridoio deserto di Hogwarts, rischiarato dalla luna.

Non c’è nessun tessuto leggero come l’acqua a difenderti dal buio e dai fantasmi che lo popolano – che si fanno sempre più vicini.

Afferri la bacchetta e un fascio di luce illumina la cornice della porta, in cui si è appena stagliata la figura di un ragazzo – la pozza di luce che lo investe  illumina una zazzera scura e arruffata.
 
(Che sciocco, a pensare che fosse Regulus. Alla fine, è sempre James che ti ritrovi accanto, no?)
 
Ma il sospiro di sollievo che ti è salito alle labbra sfuma in tristezza, quando il nuovo venuto punta su di te uno sguardo sorpreso – occhi verdi e inattesi. Sbagliati.

Ti senti in colpa, dopo, tremendamente, ma non è lui che attendevi.

«Cosa ci fai qui?»  ti domanda Harry e tu non riesci a rispondere.

Il cuore è un macigno nel petto, ora - ti senti stanco, così stanco.  

In quest’ora della notte non è facile avere a che fare con i vivi.

«Io?» hai la forza di chiedere.

«Attendevo dei fantasmi.»
 
(Ma l’ora è finita, ormai, e i morti non son tornati).
 

 


Storia nata nel contesto dell'iniziativa "Scrivimi", sul gruppo facebook "Caffè e calderotti". Ringrazio ancora SeveraBartySha per questo prompt così ... calzante (davvero, grazie!), spero di averlo sviluppato bene.
E grazie, naturalmente, a tutti voi che siete arrivati fin qui.
Edit:
Carissimi lettori, volete sapere una cosa davvero carina?
Se vi è piaciuta questa OS,  ora c'è 
anche la possibilità di "ascoltarla" (qui).
Un bacio!
  
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _Il colore del vento_