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Autore: Andrea Micky    16/07/2020    2 recensioni
Un paio d'anni or sono, ebbi un'idea per una mia serie, ma il progetto non andò a buon fine.
Oggi, per festeggiare una certa ricorrenza, propongo su questo sito il pilot della serie, che é ambientato nel mio paese preferito.
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Spadaccina Rossa
by Andrea Micky

PROLOGO: 8 ANNI FA
In un asilo di Exeter, capoluogo della contea inglese del Devon, numerosi bambini ascoltavano attentamente la favola che la loro maestra stava leggendo.
“E così, la principessa e il cavaliere si sposarono, ebbero numerosi figli e vissero per sempre felici e contenti” lesse la maestra, prima di chiudere il libro.
Soddisfatti della storia appena ascoltata, i bambini si rimisero a giocare, con una sola eccezione.

“Signora maestra, le principesse esistono ancora?” domandò un magro bambino coi capelli neri alla sua insegnante.
“Certamente, Tony. Noi stessi ne abbiamo avute tante in tempi recenti, fra le quali l’indimenticabile Lady Diana” rispose la donna, sorridendo gentilmente.
“E dite che, un giorno, potrò conoscerne una?” domandò speranzoso Tony.
“Ma figurati. Le principesse hanno di meglio da fare, che incontrare uno come te” gli rispose un ragazzino grasso che passava lì vicino. 
“Già, Plantrood. Le cose stanno proprio così” concordò un secondo bambino.
Risentito, Tony replicò “Ah sì? E allora, vi dico che un giorno non solo conoscerò una vera principessa, ma la sposerò pure”.
Per tutta risposta, i due ragazzini si allontanarono, scuotendo la testa con aria di compatimento.
“Ve la farò vedere” assicurò Tony.

OGGI
Il silenzio dello spazio venne rotto dai rumori del motore di un’astronave argentata, che sfrecciava a tutta velocità verso la Terra.
Il suo equipaggio era composto solamente da 2 passeggeri, che ammirarono incantanti l’azzurro pianeta.
“Siamo arrivati, principessa” annunciò il conducente, con una profonda voce maschile.
“Bene. Dove atterreremo?” chiese il secondo passeggero, con una dolce voce femminile.
“In un paese chiamato Inghilterra, la cui organizzazione assomiglia molto a quella del nostro pianeta” rispose il guidatore.
“Non atterreremo nella capitale, vero?” chiese la principessa.
“Troppo rischioso. Ho già individuato una piccola città che fa al caso nostro” replicò il conducente.
“E una volta lì, il rito potrà avere inizio” dichiarò risoluta la principessa.

A diversi anni luce di distanza, la gigantesca astronave “Black Nova” era impegnata in una battuta di caccia, la cui preda era proprio l’astronave argentata.
Nella cabina riservata al capitano, una massiccia figura con un teschio di pietra nera al posto della testa stava picchiettando le dita sul bracciolo di una sedia.
La porta della cabina si aprì ed un robot dalla forma umanoide entrò, annunciando “Generale Viprax, abbiamo perso le tracce dell’astronave della principessa”.
“Odio le cattive notizie” brontolò il generale.
E senza dire altro, il massiccio condottiero alzò la mano destra e sparò un raggio laser dal suo palmo, che ridusse il robot ad un cumulo di rottami.
FINE PROLOGO

Qualche giorno dopo, nella cittadina inglese di Threearscorn, gli studenti della scuola media si stavano ordinatamente recando nelle rispettive classi.
E ai fini della nostra storia, é doveroso segnalare che fra gli studenti c’era Tony Plantrood, ormai dodicenne, da poco trasferitosi in quella scuola (e da anni, dimentico del suo intento di conoscere una principessa).
“Spostati, novellino” gli intimò uno dei ragazzi più grandi, dandogli uno spintone.
Tony andò a sbattere contro il muro, ma non si lasciò sfuggire un lamento.
“Meglio non rispondere, altrimenti peggiorerei le cose” pensò il ragazzo, massaggiandosi il mento.
“Hey bestione, perché non guardi dove vai?” gli gridò dietro una voce femminile decisamente contrariata.
“Oh, no!” gemette Tony, riconoscendone la proprietaria.

A parlare era stata una coetanea di Tony, con la faccia lentigginosa, gli occhi verdi e i capelli castani, tagliati in modo decisamente mascolino.
“Dicevi a me, piccoletta?” ringhiò il ragazzo dell’ultimo anno.
“Sì, proprio a te, gorilla impomatato” replicò la ragazza con tono di sfida.
“Non provocarlo, Audrey” le bisbigliò all’orecchio un ragazzino occhialuto, che stava proprio a fianco della ragazza. 
Indispettito, il ragazzo dell’ultimo anno si avvicinò ad Audrey, che rimase perfettamente calma.
“Adesso, come la mettiamo?” chiese lui.
Audrey non replicò a parole, ma a fatti...in quanto sferrò un pugno ai “gioielli” del ragazzo, facendolo piegare in due dal dolore.
“Ahi, che male!” si lamentò il ragazzo, facendo la vocina.
“E ringrazia che oggi mi sento buona” gli disse Audrey, mentre lei e il suo suggeritore raggiungevano Tony.

“Sebbene non approvi questi metodi barbari, devo dire che é stato molto efficace” ammise il ragazzino occhialuto.
“Tu usa pure il cervello, Irvin. Io preferisco i muscoli” ribadì Audrey.
“So che siete i miei soli amici da quando mi sono trasferito qui, ma gradirei che non vi intrometteste in certe cose” disse Tony.
“Secchioni, novellini ed altri tipi di perseguitati devono fare fronte comune contro i bulli” sentenziò solennemente Irvin.
“Non sarai un novellino ancora per molto -lo incoraggiò Audrey- Ho sentito che oggi arriva una nuova studentessa”.
“Bene. Ma non mi va che gli altri se la prendano con qualcun altro solo perché é nuovo” precisò Tony, mentre lui e i suoi amici entravano in classe.

Poco dopo, quando tutti gli studenti furono seduti ai propri posti, il professore annunciò “Da oggi avrete una nuova compagna. Fate tutto il possibile per farla sentire a suo agio”.
“Si, professore” risposero in coro gli alunni.
In quel momento la porta si aprì ed una ragazza dalla lunga chioma rossa entrò nell’aula.
“Questa é Space Anderson, la vostra nuova compagna” disse il professore.
“Lieta di conoscere tutti voi” replicò Space, facendo luccicare i suoi grandi occhi azzurri.
“Wow, non é male” ammise sottovoce Irvin.
“Se ti piacciono ancora le Barbie, posso concordare” rispose Audrey.
“Hey, é stata solo una fase passeggera” protestò Irvin.
“E tu, Tony? Cosa ne pensi di lei?” chiese Audrey.
Tony non rispose, in quanto stava fissando ammaliato la nuova arrivata.
“Oggi, qualcuno di voi dovrà fare da guida a Space, per farle conoscere la scuola –stabilì il professore- Chi si offre volontario?”.
“Io” si offrì Tony, alzando la mano con velocità fulminea.
“Neanche 2 minuti e si é già preso una cotta” pensò Audrey.

I robot erano intenti a consultare la apparecchiature dell’astronave, quando il Generale Viprax salì sul ponte di comando.
“Ci sono novità?” chiese il generale.
“Nessuna, signore” rispose uno dei robot.
“Lanciate delle sonde e se trovano la principessa, hanno l’ordine di catturarla viva” ordinò Viprax.
“Agli ordini, signore” replicò un robot, premendo il pulsante rosso di una console di comando.
Subito dopo, 10 sfere nere di metallo con un piccolo vetro rotondo al centro vennero sparate fuori dall’astronave e si dispersero nelle direzioni più svariate.

Una volta finite le lezioni, Tony accompagnò Space a casa.
“Sei molto gentile ad accompagnarmi” disse la ragazza.
“Lo faccio volentieri. So quanto é difficile ambientarsi in una città nuova” replicò Tony.
“A dire la verità, questa piccola città mi piace. É così diversa dalla metropoli in cui sono cresciuta” ammise Space, guardandosi intorno.
“Ah, dunque non sei di queste parti” realizzò Tony, arrossendo leggermente.
“No. Vengo da un posto che probabilmente non hai mai sentito nominare” confermò Space, sorridendogli.
“Mettimi alla prova”  replicò Tony, sorridendole a sua volta.
“Siamo arrivati” annunciò Space, fermandosi davanti ad una casa bianca col tetto rosso.
In quella la porta della casa si aprì e ne uscì un uomo di mezza età, coi capelli brizzolati.
“Space, vieni dentro” la incitò l’uomo, agitando il braccio.
“Vengo subito, zio Peter” rispose la ragazza.
“Ah, quindi non vivi con i tuoi genitori” si lasciò sfuggire Tony.
“No. Loro sono rimasti a casa, per sistemare una questione importante” spiegò Space.
“Capisco. Non volevo essere indiscreto” si scusò Tony.
“Non fa nulla” rispose Space, incamminandosi sul vialetto di casa.
“Hey Space, uno di questi giorni potrei farti fare un giro completo della città, se vuoi” propose Tony.
“Volentieri, ma per adesso no. Devo ancora sistemare le mie cose” rispose la ragazza, mentre entrava in casa.
E prima di chiudere la porta, Space  aggiunse “Grazie anche a voi, Irvin e Audrey”.
“Non c’è di che” risposero i 2 amici, che avevano seguito la scena a qualche metro di distanza.
“Dovevate proprio venire?” brontolò sottovoce Tony.
“Di che ti lamenti? Con noi a farti da scorta, hai fatto un figurone” gli fece notare Irvin.

Dalla finestra del soggiorno, Space osservò il trio di amici mentre si allontanava.
“Vedo che ha già fatto amicizia” notò zio Peter, avvicinandosi alla ragazza.
“E forse, ho già trovato chi fa al caso nostro” aggiunse Space, massaggiandosi pensierosa il mento.

Un paio di giorni dopo, la classe dei nostri protagonisti era a bordo di uno scuolabus, che si stava dirigendo ad un’industria alimentare, scelta come meta di una gita scolastica.
Tony si era seduto accanto a Space e constatò che la ragazza sembrava preoccupata. 
“Qualcosa non va, Space? -chiese Tony- Non ti piacciono le gite scolastiche?”.
“Si, mi piacciono” rispose la ragazza, senza distogliere gli occhi dal suo orologio da polso nero.
“Hai un bell’orologio” si complimentò il ragazzo.
“Grazie” rispose distrattamente Space, guardando attentamente fuori dal finestrino.
“Oggi non é giornata, Romeo” gli bisbigliò Audrey, seduta nel posto dietro, insieme ad Irvin.
“Zitta, Audrey” replicò Tony, arrossendo.
In cielo, uno stormo di uccelli stava procedendo nella stessa direzione dello scuolabus, quando un oggetto sferico di metallo nero ne ruppe la formazione di volo.

Quando lo scuolabus giunse destinazione, i suoi passeggeri discesero, per poi riunirsi intorno ai professori che li accompagnavano.
Contemporaneamente, anche l’oggetto sferico atterrò a molti metri di distanza, per poi attivare un obbiettivo fotografico al suo interno, con cui scansionò il volto di tutti presenti; e quando il volto di Space venne scansionato, una voce interna disse BERSAGLIO INDIVIDUATO.
A quel punto, l’oggetto sferico si mise a valutare varie opzioni di cattura e quando una mantide religiosa gli passò accanto, scelse quella con più probabilità di successo.

Dopo che una guida ebbe accolto la scolaresca in visita, iniziò il tour della fabbrica, che non entusiasmò particolarmente gli studenti.
Dopo aver condotto i giovani visitatori in un ufficio di medie dimensioni, la guida disse “Prima di proseguire il giro, facciamo una piccola pausa”.
“Dove sono i bagni?” chiese imbarazzata Space.
“In fondo al corridoio” rispose cortesemente la guida.
Space fece un piccolo inchino e uscì di corsa dalla stanza.
“Quella ragazza non ha molta resistenza” ridacchiò Audrey.

Improvvisamente, il muro dello stabilimento crollò ed un essere simile ad una mantide gigante irruppe nell’edificio.
Di fronte a quella visione, tutti gli scolari fuggirono terrorizzati, con la sola eccezione di Irvin.
“Oh, cielo. Una VERA mantide gigante” esultò il ragazzo, mentre l’insetto gli si avvicinava minacciosamente.
“Giù le mani dal mio amico” gli intimò Audrey, lanciando una scopa, che l’insetto masticò con le sue mandibole.
“Brava, Audrey. Fagli vedere chi sei” incitò Irvin, sempre più emozionato.
“Pensa a correre, secchione” replicò Audrey, tirandolo per un braccio.
Anche Tony stava fuggendo, quando si ricordò di Space e corse verso la toilette per recuperarla.
La mantide gigante non fece particolarmente caso al ragazzo, ma quando sentì che su di lui c’era l’odore della sua preda, si mise a seguirlo.

Una volta giunto ai servizi per signore, Tony cercò di aprire la porta, che però era chiusa dall’interno.
“Space, presto! Dobbiamo fuggire!” incitò il ragazzo, bussando  violentemente sulla porta, senza ottenere alcuna risposta.
In quel momento, un muro crollò e la mantide gigante comparve davanti al ragazzo, mentre alzava la sua zampa destra per attaccare.
Istintivamente, Tony si protesse il viso con le braccia, se non che….

Improvvisamente, un oggetto luccicante saettò nell’aria, ferendo l’artiglio della mantide.
Ruggendo dal dolore l’insetto indietreggiò, subito prima che un secondo fendente lo costringesse alla fuga.
Con la coda nell’occhio, Tony vide che una strana figura stava combattendo l’insetto, che, dopo essere stato atterrato, tornò inspiegabilmente alle sue dimensioni originali.
A quel punto, la misteriosa figura si voltò verso Tony, rivelando di essere una ragazza vestita con uno smoking rosso scuro sopra una camicia bianca, un cappello nero con una piuma da pavone gialla infilata nel nastro, un mantello nero col risvolto rosso, dei guanti bianchi, delle scarpe marroni ed una mascherina nera sul volto, da cui si vedevano 2 occhi completamente bianchi.
A Tony quella figura parve in qualche modo familiare, ma prima che il ragazzo potesse dire qualcosa, la ragazza lo colpì sulla nuca con l’elsa del fioretto che aveva usato durante il combattimento, facendogli perdere i sensi.

“Tony, stai bene?” chiese gentilmente una voce femminile.
Massaggiandosi la nuca, Tony riaprì gli occhi, ritrovandosi le facce di Space, Audrey e Irvin a pochi centimetri dalla sua.
“Cosa é successo?” domandò il ragazzo, mentre faceva mente locale dell’accaduto.
“Eri venuto a cercarmi, ma hai battuto la testa e sei svenuto” gli spiegò Space.
“Wow, ragazzi. Avete visto quella mantide gigante? Che forza!” esultò Irvin, agitandosi in preda alla frenesia più totale.
“A proposito, che fine ha fatto quell’insettone?” chiese Audrey.
“Sparito nel nulla dal quale era venuto” rispose Space, alzando le spalle.
“Tu, invece, dov’eri?” volle sapere Tony.
“Ero chiusa nel bagno, in preda ad una giustificabile ricaduta” ammise imbarazzata Space.
Tony non replicò, ma guardò con diffidenza la ragazza.

Poco dopo, lo scuolabus riportò gli alunni a scuola, dove i genitori erano venuti a prenderli.
Mentre Space saliva sulla macchina dello zio, Tony le lanciò un’altra occhiata diffidente, che la ragazza notò.
“Tony, come mai quello sguardo così serio?” gli chiese Audrey.
“Ho visto Space combattere la mantide gigante” rispose il ragazzo.
“Che assurdità stai dicendo?” chiese Irvin.
“Era lei. Si era mascherata, ma l’ho riconosciuta subito” insisté Tony.
“Ti ricordo che quello che dice stranezze sono io” obbiettò Irvin.
“Già. Devi aver sognato a causa della botta che hai preso” ipotizzò Audrey.
Tony non obbiettò, limitandosi a tenere gli occhi fissi sulla vettura che si allontanava.

“I suoi amici sospettano qualcosa” sentenziò zio Peter, guardando nello specchietto retrovisore.
“Allora, mettiamoli al corrente di tutto” decise Space, facendosi seria.
“Siete sicura che saranno all’altezza?” domandò zio Peter.
“Dopo quello che ho visto oggi, sì” rispose la ragazza.

Il generale Viprax stava studiando alcuni piani di guerra, quando il robot umanoide, ricostruito alla meno peggio, entrò di corsa nella sua cabina.
“Signore, la sonda 3 ha trovato la principessa in un pianeta chiamato Terra” avvertì il robot.
“La Terra ha un importante valore strategico per noi. Informate subito il quartier generale” ordinò Viprax.
“Sissignore!” rispose il robot, mettendosi sull’attenti.

Sdraiato sul suo letto, Tony era intento a riflettere su quanto accaduto durante la gita, quando sua nonna Lucy entrò nella stanza con il cordeless in mano.
“Tony, c’é una tua amica al telefono” disse l’anziana, porgendo l’apparecchio al nipote.
“Si? Sei tu, Audrey?” chiese il ragazzo, accostando il ricevitore all’orecchio.
“Sono Space. Stasera alle 9 in punto, tu, Audrey e Irvin dovete venire a casa mia, per parlare di una cosa molto importante” disse enigmaticamente una voce femminile, prima di riattaccare.
“Cosa voleva la tua amica?” chiese nonna Lucy.
“Voleva che io e gli altri andassimo a casa sua, stasera” rispose il nipote.
“Stai attento: potrebbe solo essere un pretesto per attirarvi in una trappola e mangiarvi il cervello” gli ricordò l’anziana.
“Nonna, la devi smettere di guardare il canale della fantascienza” sospiro Tony.

Quella sera, all’orario stabilito, Tony, Audrey e Irvin si presentarono a casa di Space.
Dopo aver suonato il campanello, lo zio Peter fece entrare i 3 ragazzi, dicendo solennemente “Benvenuti. Vi stavamo aspettando”.
“Dov’é Space?” chiese Tony.
“Adesso la vedrete” rispose lo zio Peter, fattosi serio.
Improvvisamente, una botola si aprì sotto i piedi del trio, che precipitò nelle tenebre.

I 3 amici precipitarono per diversi metri, atterrando poi sopra un soffice divano azzurro, situato in una stanza dalle pareti bianche.
E nella stanza c’era anche Space, con indosso il suo orologio da polso, un vestito azzurro ed un diadema argentato sulla testa.
“Benvenuti, amici. Vi stavo aspettando” disse solennemente la ragazza.
“Space? Ma che significa questo?” domandò Tony.
“Forse Space é una principessa aliena, venuta sulla Terra per un motivo ben preciso” ipotizzò Irvin, sistemandosi gli occhiali.
“Non é il momento di dire cavolate” lo rimproverò Audrey.
“Invece, il tuo amico ha ragione: io sono una principessa aliena” ammise Space.
“Cooosa?” gridarono all’unisono i 3 amici.
In quel momento, indossando un’armatura nera e col viso pieno di cicatrici, sopraggiunse lo zio Peter.
“Principessa Space, siamo pronti per iniziare il rito?” chiese Peter, inginocchiandosi rispettosamente.
“Non ancora, Ironteeth. I futuri guerrieri non sanno ancora nulla” gli rispose la principessa.
“Ironteeth? Futuri guerrieri?” domandò confusa Audrey.
“Se adesso vi sedete, vi spiegherò tutto” promise Space.
I 3 amici si scambiarono un’occhiata perplessa e si sedettero sul divano, pronti ad ascoltare la spiegazione promessa.

Facendosi seria, Space raccontò “Io vengo da Quartzec, un pianeta lontano milioni di anni luce dalla Terra. Lì, prima dell’inizio dell’età adolescenziale, i figli dei sovrani regnanti devono sottoporsi ad un rito di passaggio, per dimostrare di essere degni, in futuro, di regnare con giustizia e saggezza”.
“Per questo sei venuta sulla Terra” intervenne Irvin.
Space annuì ed aggiunse “Il rito si svolge in questo modo: il futuro regnante deve vistare un pianeta straniero e scegliere 3 suoi coetanei, per formare un gruppo di guerrieri”.
“E tu hai scelto noi?” domandò Tony.
“Sì, per quello che vi ho visto fare oggi” rispose la principessa, seria come non mai.
“A proposito di oggi, da dove é saltata fuori quella mantide troppo cresciuta?” volle sapere Audrey.
“Sfortunatamente, in questo momento il pianeta Quartzec é in guerra” intervenne Ironteeth.
“Già. Un’organizzazione chiamata Federazione Oscura sta seminando il caos nell’intero universo” spiegò Space.
“Nonostante la guerra, la principessa Space doveva compiere il rito e mentre la portavo sulla Terra, abbiamo rischiato di essere intercettati -spiegò Ironteeth- Quell’insetto era una mutazione causata da una sonda, giunta qui per trovare la principessa”.
“Tu non sei suo zio, vero?” chiese Audrey.
“No. Il mio vero nome é Ironteeth e sarò il tutore della principessa durante il rito. Ho celato le mie cicatrici di guerra con un proiettore olografico” spiegò Ironteeth.
“Adesso che sapete tutto, dovete dirmi se accettate di combattere al mio fianco” disse Space.
“Sarò al tuo fianco” disse Tony.
“Io ci sto” disse eccitato Irvin.
“Sto con voi” disse Audrey.
“Bene. Adesso, possiamo procedere all’investitura” disse Ironteeth.

Tenendo in mano un vassoio argentato con sopra 3 oggetti identici all’orologio di Space, Ironteeth si mise a fianco della principessa.
Costei spiegò “Questi sono i Power Watch, apparecchi speciali che vi forniranno un’attrezzatura adeguata per combattere i nemici che incontreremo”.
Allacciando un Power Watch al polso di Tony, Space disse “Tony, ti conferisco questo Power Watch in virtù del coraggio e della gentilezza che mi hai dimostrato”.
Allacciando un Power Watch al polso di Audrey, Space disse “Audrey, ti conferisco questo Power Watch in virtù della tua forza, unita alla consapevolezza dei tuoi limiti”.
Allacciando un Power Watch al polso di Irvin, Space disse “Irvin, ti conferisco questo Power Watch in virtù della tua mente aperta e desiderosa di apprendere”.
“Adesso toccate i vostri Power Watch” ordinò Ironteeth.
I 3 ragazzi fecero quello che era stato loro detto e i loro abiti cambiarono improvvisamente:
Tony si ritrovò addosso un’armatura bianca con elmo, pettorali, spalline, cintura, guanti, gambali e spada sopra un abito azzurro.
Audrey si ritrovò addosso una tuta tecnologica di colore grigio, sopra una calzamaglia blu.
Irvin si ritrovò addosso una tunica verde con cappuccio ed un bastone marrone con una sfera sulla punta in mano.
Anche Space attivò il suo Power Watch, ridiventando la spadaccina vestita di rosso, spiegando “Adesso io sono la Spadaccina Rossa, rappresentate della famiglia reale di Quartzec e legittimo capo di questo gruppo. Giurate voi fedeltà al nostro ideale di pace e giustizia?”.
“Lo giuriamo” risposero all’unisono Tony, Audrey e Irvin.
“Allora, da questo momento, siete ufficialmente dei guerrieri” dichiarò solennemente la Spadaccina Rossa, battendo la punta del fodero della sua spada sul pavimento.
“Una bellissima cerimonia d’investitura” commentò soddisfatto Ironteeth.

Improvvisamente, un allarme si mise a suonare ripetutamente.
“Che succede?” chiese Audrey.
“La sonda é qui e sta cercando la principessa” rispose Ironteeth, consultando lo schermo di un computer.
“Dobbiamo distruggerla, prima che Threearscorn si riempia di insetti giganti” disse Tony.
“Ma noi non sappiamo come si usa la nostra attrezzatura” obbiettò Irvin, indicando il suo scettro.
“Farete pratica sul campo” replicò la Spadaccina Rossa.

La sonda stava fluttuando in aria, in cerca della principessa Space, quando la intravide sopra il tetto di una casa poco distante.
“Hey, sono qui, ma non per molto” la schernì la Spadaccina Rossa, prima di correre via.
Obbedendo alla sua programmazione, la sonda si lanciò all’inseguimento, che si concluse in un cantiere edile completamente deserto.
“Qui non coinvolgeremo degli innocenti nel nostro combattimento” disse la Spadaccina Rossa, sguainando il suo fioretto.
La sonda si avvicinò all’obbiettivo, ma all’improvviso, venne bloccata da una rete di resistentissimo acciaio.
“Wow, ce l’ho fatta” esultò Irvin, mentre lui e gli altri sbucavano da dietro una catasta di travi.
“Facciamo a pezzi questa palla da basket hi-tech” gongolò Audrey, facendo scrocchiare le sue nocche.

Improvvisamente però, la sonda si mise a vibrare, aumentando considerevolmente le sue dimensioni, per poi aprirsi a metà; dalla parte inferiore sbucarono 6 zampe da ragno, mentre da quella superiore sbucarono fuori 2 grosse chele da granchio, seguite da una torretta lancia-missili sulla cima.
“Oh-oh!” gemette Irvin.
“State calmi e la sconfiggeremo” assicurò la Spadaccina Rossa.
In quella, la sonda sparò una raffica di missili, puntati contro i 4 guerrieri.
“Irvin, crea una barriera protettiva” ordinò la Spadaccina.
Obbedendo, Irvin pensò ad una cupola che proteggesse sia lui che i suoi amici, che venne materializzata dai sofisticatissimi circuiti del suo scettro.
“Audrey, attacca coi blaster” ordinò la Spadaccina Rossa, non appena la barriera si dissolse.
Obbedendo, Audrey si lanciò all’attacco, sparando dei raggi laser dai suoi guanti tecnologici.
“Irvin, aiutala” ordinò la Spadaccina.
Irvin annuì e si mise ad agitare il suo scettro, dalla cui punta vennero sparate delle piccole stelle lucenti.
“Tony, attacco finale” ordinò la Spadaccina, notando che la sonda stava cedendo sotto l’attacco combinato dei 2 umani.
Senza alcuna esitazione, Tony sguainò la sua spada e si lanciò all’attacco, mentre la sonda cominciò a ronzare sinistramente.
“Ragazzi, copritevi gli occhi” avvertì la Spadaccina Rossa.
Ma prima che Tony e i suoi amici potessero ubbidirle, la sonda li abbagliò con un flash accecante, per poi attaccare con le sue chele, che usò per scagliare lontano i suoi nemici.
Approfittando del momentaneo vantaggio, la sonda elaborò di stritolare gli avversari con le sue chele, ma fortunatamente, la Spadaccina Rossa si era protetta gli occhi col mantello e ciò le consentì di intervenire, per evitare ai suoi amici una brutta fine.

Elaborando una nuova strategia d’attacco, la sonda ritrasse i suoi arti artificiali e si lanciò in aria, per poi precipitare a folle velocità.
“Ragazzi, riprendetevi” ordinò la Spadaccina Rossa ai suoi amici, che, ancora accecati, non si resero conto del pericolo.
Quando la sonda impattò col terreno, i guerrieri terrestri caddero a terra, mentre l’apparecchio alieno si mise a rotolare verso di loro, col preciso intento di schiacciarli.
Notando che Audrey era la più vicina, la sonda rotolò verso di lei, ma grazie alla visiera protettiva della sua tuta, Audrey riacquistò la vista per prima e realizzò subito il pericolo che stava correndo.
“La tuta aumenta la tua forza muscolare” l’avvertì la Spadaccina Rossa.
Audrey annuì e quando la sonda fu sul punto di schiacciarla, la ragazza la bloccò con le sue braccia.
“Ragazzi, un aiutino mi farebbe comodo” avvertì Audrey, mentre lei e la sonda si cimentavano in un’estenuante prova di forza.
Fortunatamente, anche Irvin riacquistò la vista e con il suo scettro generò un tornado, che scagliò lontano la sonda.
“Grazie, maghetto” disse Audrey, inginocchiandosi esausta.
“Non c’é di che” le rispose Irvin, facendo roteare lo scettro.

Avvicinatasi a Tony, la Spadaccina Rossa gli chiese “Tony, ci vedi di nuovo?”.
“Abbastanza” rispose lui, sfregandosi gli occhi.
“Allora, attacchiamo insieme la sonda e facciamola finita” decise la Spadaccina.
A spade sguainate, i 2 guerrieri si lanciarono contro la sonda, che riestrasse i suoi arti artificiali.
“Irvin, cerca di colpire la sonda nel punto in cui si apre in 2” ordinò la Spadaccina.
“D’accordo” disse Irvin, scagliando una folgore nel punto indicatogli dalla sua leader.
La mossa si rivelò efficace, in quanto causò un sovraccarico ai circuiti della sonda, che rimase senza controllo per alcuni secondi, durante i quali la Spadaccina Rossa e Tony affondarono le loro spade nel visore dell’apparecchio alieno, accecandolo.
Incapace di localizzare i suoi nemici, la sonda cominciò a ricalcolare le traiettorie dei suoi missili, in modo che le loro esplosioni coprissero l’intera area di combattimento.
E i secondi impiegati per i nuovi calcoli furono fatali per l’apparecchio alieno.

“Audrey, attiva subito la modalità “razzi con mirino” della tua tuta e sparane uno nel visore che io e Tony abbiamo distrutto” ordinò la Spadaccina Rossa.
Premendo un tasto sul guanto destro della sua tuta, Audrey impostò la modalità richiesta, grazie alla quale la ragazza sparò un razzo proprio al centro del visore rotto, che era direttamente collegato alla batteria della sonda.
“Irvin, crea una nuova barriera protettiva” ordinò la Spadaccina, facendo cenno ai suoi compagni di stringersi intorno al ragazzo.
Muovendosi rapidamente, il gruppo si strinse intorno ad Irvin, che creò una seconda barriera protettiva, pochi secondi prima che una violenta esplosione interna riducesse la sonda aliena in un mucchio di rottami fumanti.
“Complimenti! La battaglia é vinta” dichiarò la Spadaccina Rossa, osservando i resti dell’apparecchio nemico.
“Hurrà!” esultarono debolmente i 3 terrestri, alzando a fatica il braccio destro.

Poco dopo, i 4 ragazzi erano seduti sul divano della sala in cui era avvenuta la loro investitura.
“Ragazzi, sono tutto un dolore” si lamentò Irvin, massaggiandosi dappertutto.
“Pure io, ma almeno abbiamo battuto un pericoloso robot alieno” lo confortò Audrey, completamente esausta.
“A dire il vero, le sonde hanno un livello di minaccia pari a 0” precisò con un leggero disagio Space.
“Cosa? Ci siamo fatti il mazzo per distruggere un robot mammoletta?” domandò sconvolta Audrey.
“Incoraggiante” sospiro avvilito Irvin.
“Siete ancora dei principianti, ma presto imparerete a combattere avversari ben più pericolosi” li confortò Ironteeth, portando ghiaccio e pomate.
“Con un capo come Space, sarà così di sicuro” disse Tony, guardando negli occhi la principessa aliena.
“Grazie per la fiducia, Tony” rispose Space, sorridendogli.
“Non so cosa sia peggio: i robot nemici o Tony che flirta con Space” pensò Audrey, osservando la scena.

Grazie al trasmettitore di bordo, il generale Viprax si mise in contatto con Crabster, un importante ufficiale che operava direttamente nel quartier generale della Federazione Oscura.
“Quindi, la principessa Space é sulla Terra ed ha formato un suo gruppo di guerrieri” ricapitolò Crabster, alla fine del rapporto fattogli.
“Proprio così, Crabster” confermò Viprax.
“La Terra ha un importante valore strategico per noi e la sua conquista ha la priorità su tutto -ricordò l’ufficiale- Perciò, anziché catturare la principessa, eliminala insieme a tutto il suo gruppo”.
“Sarà fatto” promise il generale Viprax, battendosi il pugno destro sul suo petto metallico.

L’INIZIO

   
 
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