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Autore: Soleil et lune    17/07/2020    3 recensioni
Il ritorno di una guerra e la minaccia di un mostro da sventare, il tutto ambientato in una foresta dai toni fiabeschi. L'avventura e i colpi di scena si susseguono in un tornado di emozioni e strategie, il tutto per recuperare l'unico oggetto in grado di dare speranza al pianeta Terra: Chaos e i suoi servi sono tornati per riportare lo scompiglio nell'universo, ai cui estremi si trova il suo più grande e fatale alleato.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"ATTENZIONE: RAGAZZO GIOVANE SUI DICIASSETTE ANNI AGGREDITO IN UNA STRADA DI NUOVA LUXOR. AGRESSORE NON ANCORA IDENTIFICATO.
Un giovane ragazzo di diciassette anni è stato aggredito da un uomo di identità sconosciuta, la vittima è restìa a descrivere il suo aggressore. Stando a quanto è stato raccontato agli inquirenti il ragazzo sarebbe riuscito a fuggire e a difendersi, ma sul suo corpo sono presenti ustioni di secondo grado e numerosi lividi su gambe, braccia e schiena; la vittima presenta inoltre una rottura dell'omero e della gamba sinistra. Abbiamo intervistato il giovane e le sue dischiarazioni sono state le seguenti: "Non posso rivelare nulla del'aspetto del mio aggressore, solo che era solo, ed eravamo in una stradina poco distante dal porto, vicino a Rue de la rose, poco lontani da Place de Greve, insomma, nella parte francese di Nuova Luxor. Oltre non posso rivelare, se non che possedeva due grandi e luminosi occhi gialli". A seguito di tali dichiarazioni il ragazzo è stato aiutato a tornare nella sua camera d'ospedale grazie a Saori Kido, la donna che lo ospita insieme agli altri Saint che in precedenza avevano partecipato alla Guerra Galattica. I nostri giornalisti sono in attesa di informazioni."

Fu questo articolo di giornale, scritto in un trafiletto al lato del Times, a convincermi a tornare da New York. Ero molto preoccupato, vedendo la foto di Jabu mi sono subito chiesto cosa fosse successo, poi ho prenotato dei biglietti per l'aereo, fatto le valige e corso sul primo aereo disponibile per la mia città natale. Mi chiedevo tante cose mentre ero su quell'aereo: se gli altri fossero arrivati, se mio fratello si fosse deciso a muoversi invece di restare alla Death Queen Island, se fosse successo qualcosa a Milady nel frattempo...ero una molla pronta a saltare. Mi ero ritrovato quell'articolo tra le mani in un mattino di giugno, andando a vedere la posta. Mi stupii vedendo la mia cassetta occupata: era una pagina del Times risalente a due giorni prima, non sapevo chi me l'avesse mandato ma in quel momento mi importava ben poco. Nonostante io e Jabu non fossimo legati la sua aggressione implicava due possibilità: la Terra poteva essere di nuovo in pericolo oppure l'addestramento per lui era stato inutile, e sapevo che mi sarei arrabbiato parecchio se si fosse rivelata la seconda opzione, anche se quei due strani occhi gialli mi facevano tendere verso la prima. Sospirai e guardai fuori dal finestrino, cercando di non prestare attenzione all'uomo che mi si era addormentato sulla spalla la sera prima. Il mio cellulare era in modalità aereo e temevo di ricevere brutte notizie al mio arrivo. Cercai di non pensarci e guardai fuori: era notte fonda ma vedere il cielo da sopra le nuvole era una sensazione difficile da descirvere, e lo è tutt'ora. Cercai le varie costellazioni;  trovai Pegasus, Gemini, Aries...per un attimo mi dimenticai di tutto quello che stava succedendo e della mia preoccupazione. Presi il mio MP3 e schiacciai play, la maggior parte delle mie canzoni erano di Alan Walker, mi piaceva molto. La ascoltai finché non mi addormentai, erano circa le due o le tre, non ricordo bene. Mi svegliai il giorno dopo completament indolenzito, stanco e con un dolore lancinante alla schiena. Mi guardai intorno e sulle note di Alone mi resi conto che erano le nove del mattino. Spensi l'MP3 e poggiai la testa sul finestrino, guardando il cielo azzurro. Dall'altoparlante ci avvisarono che l'aereo era sul punto di atterrare e ci raccomandarono di allacciare le cinture. Lo feci e attesi che l'aereo atterrasse, ero tutto un fremito, finalmente avrei scoperto cosa stava succedendo. Immaginai il peggio a mio malgrado mentre l'aereo atterrava. Nemmeno l'applauso scrosciante dei passeggieri mi scosse dai miei pensieri, raccolsi in fretta e furia il mio zainetto e mi avvicinai all'uscita insieme agli altri passeggieri, dovevo ancora riprendere i miei bagagli. Stringevo il foglio di giornale tra le mani come un ossesso, ero così agitato che urtai un anziano sulla sedia a rotelle. Borbottai delle scuse e tolsi il mio cellulare dalla modalità aereo, trovando dei messaggi da parte di Hyoga risalenti alla sera prima. "Shun, hai saputo la notizia? Jabu sta male, io sto partendo da Mosca, dovrei essere a Nuova Luxor domani pomeriggio. Sirio sta avendo dei problemi con il figlio e Seiya invece dovrebbe partire stasera, se dovess arrivare prima proteggi Lady Saori per noi". Sospirai ancora e risposi un semplice "Va bene". Hyoga mandava messaggi così lunghi solo quando era molto agitato e effettivamente aveva tutti i motivi buoni per esserlo. Riuscii a riprendere il mio bagaglio solo dopo due ore ed ero sfinito, mi sarei voluto riposare ma dovevo correre a Villa Kido, così feci solo una pausa al bar. Ordinai un cappuccino e un cornetto, avevo voglia di fumare ma non avevo il tempo, per me era come se al centro della Terra ci fosse una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro, un abisso che minacciava di inghiottire il nostro amato pianeta. Feci colazione  con un cornetto vuoto e un cappuccino e a malapena riuscii a pagare, mi apprestai ad uscire, poi sentii una mano sulla spalla ma quando mi voltai non vidi nessuno. Pensai di essermi sbagliato e corsi fuori, cercai in giro per Nuova Luxor, cercando di ricordare la strada, ma non feci altro che perdermi in quelle strade che rendevano quel posto un vero e proprio labirinto. Riconobbi il porto, la mia ragione mi impose di starne alla larga, ma non potevo, Jabu era stato aggredito, Lady Saori poteva essere in pericolo e la Terra con lei! No, non potevo starne alla larga. Mi avvicinai al porto e mi guardai intorno: non c'era nessuno, nessuna traccia di cosmo, apparentemente era tutto tranquillo: solo le onde del mare accompagnavano i miei passi tardi, mentre con fare circospetto mi guardavo intorno,senza abbassare la guardia nonostante mi stessi convincendo che non ci fosse nessuno. Lasciai la valigia in mezzo alla strada, coprendola con una cupola di cosmo (ci mancava solo che mi rubassero i pochi panni che mi ero portato), poi cercai ovunque: nei bidoni, dietro le scatole di legno e persino dietro i bidoni della spazzatura, ma non trovai assolutamente nulla. Decisi di controllare i magazzini prima di girare i tacchi e andarmene. Mi avviai verso il più grande e cercai di aprire la porta, che però era chiusa a chiave. Concentrai una piccola parte del mio cosmo sulla mia mano e lo feci passare nella serratura, poi da lì prese la forma di una chiave. "Il saper padroneggiare il proprio cosmo..." pensai in un sospiro, poi usai la chiave per aprire il pesante portone di metallo e scrutai quanto vi era all'interno. La vista era praticamente nulla, quel poco che vidi però è fermo nella mia mente da quel giorno preciso: c'era un tavolaccio in legno, sembrava sul punto di cadere, un tavolo da bigliardo rotto, alcuni catenacci e delle casse vuote. Rimasi fermo sulla soglia ossevandoli, scrutandoli, quasi come farebbe un'intelligenza artificiale mentre scannerizza un oggetto, la meticolosità era la stessa. Mossi qualche passo verso l'interno e controllai, ma non c'era nulla, solo un terribile odore di pesce e di chiuso, ma un bagliore attirò la mia attenzione: era una piccola chiave d'argento , simile a quella di un carillon, era molto strano che si trovasse lì. Stavo pensando di lasciarla dov'era ma sentii qualcosa di strano: un verso simile a un muggito mi fece sobbalzare e corsi fuori. L'ultimo magazzino aveva la porta spalancata! 
Corsi laggiù e mi soffermai a guardare la porta, era come se qualcuno di pesante e a dir poco indelicato l'avesse sfondata; deglutii e mi avvicinai al suo interno, poi sentii un respiro pesante e un odore simile a quello di un allevamento di bovini. Il magazzino era il più piccolo, potevo vedere varie macchie di muffa agli angoli dei muri bianchi, il pavimento in legno scricchiolava sotto i miei piedi e a mano a mano quel fetore era sempre più pesante, l'unica mobilia era costituita da un vecchio tavolo al lato della stanza e tre casse vecchie e puzzolenti. Mentre camminavo mi resi conto di aver schiacciato qualcosa di molle e con mio sommo disgusto mi resi conto che era...letame!
"Ugh..." feci, e indietreggiai, la scarpa era quasi totalmente sporca, guardando la quantità che si riversava al suolo iprecai quasi urlando:"Per la miseria ma com'è possibile che a terra ci siano tutti questi escrementi?" e sospirai mettendo una mano in tasca e strisciando il piede a terra, quella giornata non era la mia, e ormai era un dato di fatto. Sobbalzai sentendo un pesante respiro dietro di me, lentamente mi voltai e quel che vidi mi lasciò senza parole, ma allo stesso tempo mi aiutò a spiegare quanto accadeva. Di fronte a me stava un uomo: era alto circa due metri e mezzo, aveva un corpo umano e muscoloso ma la testa di toro!
"Il Minotauro!" gridai mentre quella bestia mi saltò addosso, rischiando di infilarmi le sue corna nel torace. Schivai appena, rotolando a terra e rialzandomi mentre lui mi osservava con i suoi grandi occhi gialli e luminosi. "Ma certo! Ora è tutto più chiaro!" pensai schivando ancora quell'essere "Ha aggredito lui Jabu!". Retreggiai vedendo che aveva preso il tavolo, poi lo fece strisciare contro di me, che ero con le spalle al muro. Saltai sul tavolo con le ginocchia leggermente piegate appena quello sbattè al muro, poi saltai addosso alla bestia e gli atterrai sulle spalle, conducendolo contro il muro mentre quello si dimenava. Le corna si infilarono nel muro e io saltai giù, ma il Minotauro continò a scrutarmi e si staccò dal muro perdendo un corno, provai a correre ma mi raggiunse e mi si parò davanti, mi prese e mi lanciò contro la porta di un altro magazzino, la sfondai e caddi a terra, sbattendo la testa e da lì colò un rivolo di sangue. Il Minotauro mi si avvicinò e mi prese per un polso, sollevandomi da terra, poi mi lanciò contro un altro magazzino di cui sfondai il muro atterrando sul tavolo, mi vidi arrivare addosso il tavolo da bigliardino e ruscii appena ad evitarlo, rotolando verso sinistra. Mi alzai barcollando mentre vidi qella bestia arrivarmi addosso,saltai e atterrai con un piede sulla sua testa, poi saltai ancora e gli tirai un calcio sul costato, facendolo barcollare verso sinistra. Fissò i suoi occhi luminosi su di me e mi venne addosso, ancora una volta, rischiando di prendermi il corno rimasto in testa. Mi buttai a terra all'ultimo secondo a sinistra mentre il mostro finì a sbattere il muso su una lastra di metallo. Indietreggiò tendosi la faccia, dal cui enorme naso colava molto sangue, ma da allora i suoi occhi gialli brillarono di una furia cieca, mi alzai e retreggiai mentre quello respirava ancora più affannosamente, poi presi un tubo di metallo da terra e mentre quello mi veniva addosso glielo tirai sul collo robusto, ma non funzionò, servì solo  a fargli girare la testa, mi spinse e finii fuori, facendo strisciare il tubo a terra mi fermai e riuscii appena a vederlo mentre mi veniva addosso con la sua velocità mostruosa. Mi afferrò dal collo e mi alzò da terra, sembrò indugiare ma mi lanciò subito contro l'ultimo magazzino. Fu un attimo: mi caddero le travi addosso e riuscii appena ad aprire gli occhi, poi lo sentii avvicinarsi. Rimasi immobile, fingendomi morto, e funzionò. Si allontanò e uscì dal magazzino. Mi alzai  e spostai le travi facendo meno rumore possibile, poi guardai in mezzo alle travi, in mezzo ad esse trovai un pugnale. Lo afferrai e lo guardai attentamente, era grande e affilato. Avevo bisogno della mia amratura, ma lo scrigno era vicino alla valigia, quel pugnale era la mia unica possibilità. Uscii di soppiatto e lo vidi voltarsi e guardarmi, poi fu tutto come in un sogno, uno di quelli che iniziano come degli incubi per poi diventare sogni meravigliosi, soddisfacenti. Corsi ignorando il lancinante dolore al petto e mentre quella bestia mi veniva incontro saltai e lo calciai con entrambi i piedi sul petto, il mio cosmo si concentrò sulle mie gambe dando loro maggior forza e rendendo il calcio più potente, il Minotauro venne sbalzato via e finì contro un muro, che si crepò. Velocemente mi avvicinai alla valigia e feci sparire l'aura cosmica e aprii lo scrigno dell'armatura di Andromeda, subito il totem uscì da esso e indossai la mia armatura, non era in condizioni ottimali a causa dell'ultima battaglia, ma almeno avevo le mie fedeli catene. Il Minotauro si alzò e come una furia mi venne incontro, saltai e appena lui fece per prendermi gli spinsi il mento all'indietro e infilai il pugnale nella sua gola, quello indietreggiò tenendosi il collo.
"Catena di Andromeda!" urlai mentre lui mi correva ancora incontro, bloccandolo, ma quello riscì comunque a tirare un pugno al suolo, che tremò e si ruppe, esplodendo sotto i miei piedi, facedomi saltare in aria e cadere a faccia in giù, ma di riflesso la catena mandò delle scariche elettriche ad altissima tensione verso il mio avversario, che emise muggiti altissimi e stridenti per il dolore, cadendo poi a terra. "Non posso arrendermi, devo farlo per Jabu!" urlai dentro la mia testa e mi alzai più forte di prima. 
Ripresi il pugnale dalla sua gola e tagliai l'altro corno, che a onor del vero, stava ormai venendo via da solo. Ruppi il pugnale ma il Minotauro rimase a terra ancora un po' prima di alzarsi. Nel suo pugno si concentrò una strana sfera gialla, alzò il braccio verso il cielo e lo sbattè a terra, ma io saltai appena lo fece e quel colpo gli fu fatale, con il corno gli perforai il petto e calciando su di esso lo spinsi ancora più all'interno di esso. La bestia retreggiò e cadde rovinosamente al suolo, poi lo sentii muggire in modo stridulo, tossire del sangue e poi sparire mutandosi in una strana cenere d'argento. 
Avevo il respiro pesante, mi tenni la testa e caddi in ginocchio, poi a terra e persi i sensi. 
Mi svegliai che era il tramonto, ero stralunato, la testa mi girava e avevo una pesante nausa, provai a mettermi in piedi ma come lo feci sentii l'impellente bisogno di vomitare e corsi vicino al mare per vomitare: lo feci e reggendomi a un palo di legno, rischiai anche di perdere l'equilibrio e cadere ma la dea Fortuna mi assistì e non lo feci. Mi guardai attorno mentre pulivo la bocca con un fazzoletto: nel cielo l'arancione e il blu creavano preziose decorazioni nella volta celeste, verso ovest una luminosa sfera rossiccia sembrava nascondersi nel mare che aveva assunto un colore a metà tra l'azzurro e il viola ed era increspato dalle onde, spostando lo sguardo si vedeva una Nuova Luxor illuminata dalle prime luci artificiali. Ricordo chele mie labbra si incresparono in un sorriso amaro, perché avevo avuto la conferma che qualcosa non stesse procedendo per il verso giusto. La Terra era di nuovo in pericolo. 


ANGOLO AUTRICE: Rigrazio Marlena_Libby per il suo aiuto, la sua pazienza e la suaguida per aiutarmi nel mondo di Efp. Probabilmente senza la sua guida e i suoi insegnamenti questa storia non sarebbe mai venuta alla luce e non avrei mai cominciato a scrivere su Efp. Mi scuso in anticipo per il capitolo corto, ma è solo l'inizio, diciamo che è il prologo, i prossimi capitoli saranno certamente più lunghi. Mi scuso ancora. Siccome sono nuova e quindi la mia esperienza è praticamente nulla nell'ambito della scrittura su Efp non credo di stupirm in caso mi arrivino delle critiche, che sono comunque ben accette, ma ringrazio a prescindere chiunque decida di recensire. Cercherò di far uscire il prossimo capitolo domani stesso se non più tardi. Grazie se avete letto fin qui e vi saluto calorosamente! Ciao!!

   
 
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