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Autore: AgathaOscura    17/07/2020    0 recensioni
[Carry on - Rainbow Rowell]
Simon e Baz hanno trascorso sette anni come acerrimi nemici, e ora, nell’arco di pochi mesi, hanno scoperto d’amarsi. Riusciranno a costruire una relazione durevole, dopo essersi odiati per tanto tempo?
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Allora, rieccomi qui! Per fortuna mi ero ripromessa di essere costante nella scrittura e di non lasciare passare troppo tempo tra la pubblicazione di un capitolo e l'altro.
E intanto sono passati due anni... ma lasciamo perdere.
Ringrazio moltissimo chi ha letto il primo capitolo e chi ha lasciato una rcensione, spero che questo vi piaccia altrettanto.
E soprattutto, un grazie enorme a Rainbow Rowell per aver portato un po' di spirito queer nel fantasy YA. (Purtroppo il seguito di Carry On mi ha un po' deluso, speriamo bene nel terzo).
Buona lettura :)



Penny
 
Mi fa strano avere Simon in casa mia. Non poteva certo tornarsene in orfanotrofio, dopo ciò che è successo. E quindi eccoci qui, in una specie di arresto domiciliare. La situazione è assurda, tanto che neanche la Congrega ha saputo bene come agire. Per il momento siamo confinati in casa, Simon qui con me e Baz nella propria, chissà per quanto. Per tutto il tempo delle indagini, immagino. Baz inizialmente si è offerto di ospitare Simon a casa propria, ma non so quanto i suoi genitori sarebbero stati d’accordo. Quindi l’ho portato qui. In realtà non è che abbiamo poi tutto questo spazio, ma ho chiesto ai miei fratelli più piccoli di condividere la camera per un po’. E poi tanto loro durante il giorno non ci sono quasi mai per fortuna, visto che sono a scuola. Anch’io dovrei essere a scuola, o meglio, dovrei poterci tornare a breve. In realtà non è che l’idea mi faccia saltare di gioia. Ormai per me studiare a Watford non ha più questo gran fascino, non dopo tutte le cose brutte che ci sono capitate. Simon invece di Watford non vuole proprio più sentir parlare, e lo capisco. Non deve essere facile trovarsi all’improvviso senza poteri, ancora di più se sei stato il mago più potente mai esistito. Per il momento non fa altro che starsene nella camera che gli abbiamo dato, sempre. Non esce neanche per mangiare, così ho preso l’abitudine di portargli il cibo in camera. Non ho cercato neanche di farlo parlare, perché per il momento penso sia meglio lasciarlo in pace. Parlerà quando ne avrà voglia. In realtà mi manca molto parlare e scherzare con lui, e oggi sono in vena di fare un altro tentativo. Mi avvicino alla sua porta e busso piano, sperando di non svegliarlo se sta dormendo. Ultimamente dorme un sacco. Sono già pronta ad andarmene, quando sento la sua voce che mi invita a entrare. Simon è steso sul letto, in posizione rannicchiata. Che sorpresa.
 
«Ti disturbo?» chiedo gentilmente.
«No, vieni pure» e si mette seduto per farmi spazio.
Mi siedo accanto a lui.
«Allora» comincio titubante «come va?»
Alza le spalle.
«Ti va di uscire a fare un giro?»
«E dove? Siamo confinati in casa, nel caso te lo fossi scordata.»
Nella sua voce non c’è rabbia, e nemmeno ironia. Solo tanta stanchezza. Come lo capisco. Nei primi giorni anch’io ero distrutta, ma poi pian piano mi sono ripresa, e anche se non sono ancora al massimo, provo ad andare avanti, perché che cosa dovrei fare altrimenti? Ma a lui penso servirà molto più tempo. Sinceramente non so cosa dirgli per farlo stare meglio. Speravo che la mia presenza sarebbe bastata, ma evidentemente non è così. Forse ci vorrebbe qualcun altro. Mi viene un’idea.
«Come va con Baz?»
Non alza la testa, ma almeno accenna a un sorriso. Sembra che la nuova tattica stia funzionando.
«Beh, non è che l’abbia sentito molto negli ultimi giorni. Lui mi scrive, ma non so mai cosa rispondergli.»
«Che lo ami, suppongo?»
Arrossisce un po’. Qualche secondo di silenzio, poi si volta verso di me.
«Non sei stupita?»
«Di cosa?»
«Che io… che lui… che noi…»
«Che vi siete messi insieme? Francamente sono solo stupita che tu ci abbia messo tanto a capirlo.»
«Quindi lo sapevi da sempre? Che mi sarei innamorato di lui?»
«Proprio da sempre no. Da un bel po’, diciamo.»
«E come l’hai capito?»
«Simon, non facevi altro che parlare di Baz, e pedinare Baz ovunque andasse… mi hai pure costretta a guardare tutte le sue partite di calcio».
Arrossisce ancora di più. «Ma perché ero convinto che stesse tramando qualcosa».
«Sì, certo. E non ti sei mai reso conto che sotto potesse esserci un’altra ragione, per la tua ossessione verso di lui?»
«No!» esclama con faccia sorpresa, tanto che non posso trattenermi da una risata. Tipico di Simon.
«Beh… comunque siete davvero carini insieme».
Si mette le mani sulla faccia.
«Che c’è? Preferivi quando eravate nemici?»
«Cosa? Io… no. Così è… meglio, suppongo, per tutti e due. Solo che non sono abituato a pensare a lui e me… in questo modo. È strano.»
«Se è per questo, anch’io dovrò abituarmi a te che parlerai di lui in maniera romantica.»
«Non è vero, non lo farò.»
«No? Ah, ecco, perché mi pare di averti sentito dire che è il più bel vampiro del mondo.»
«Smettila.»
«E scommetto anche che non ti sbaciucchierai mai con lui.»
«Smettila, ho detto.»
Prende un cuscino e comincia a sbattermelo addosso, senza troppa convinzione. Così ne afferro uno al volo anch’io e cominciamo una battaglia. E la cosa più bella è che Simon finalmente ride. Non ho intenzione di dargliela vinta, e infatti dopo qualche minuto riesco a mettermi sopra di lui e si arrende. Ci sdraiamo uno accanto all’altro. Mi era mancata la sua risata.
«Penny?»
«Sì?»
«Ti voglio bene.»
«Anch’io Simon.»
Non sai quanto.
   
 
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