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Autore: Kim WinterNight    18/07/2020    6 recensioni
[Scritta per il quarantacinquesimo compleanno di Daron ♥]
È davvero semplice tornare bambini, specialmente quando si hanno degli amici cretini che partoriscono idee regalo bizzarre e del tutto inaspettate.
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Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daron Malakian, John Dolmayan, Serj Tankian, Shavo Odadjian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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De-Aging
 
 
 
 
 
 
Mi rigiro tra le mani un involucro avvolto in carta stagnola: sembra un pacchetto di droga, così aggrotto le sopracciglia e poso gli occhi su Shavo, spostandoli poi su John e infine su Serj.
Loro si stringono nelle spalle.
«Che cos’è?» chiedo sospettoso.
«Aprilo, no?» replica John con ovvietà.
Sospiro e mi guardo attorno: siamo sul prato, nel bel mezzo di un enorme parco, dove i miei amici hanno ben pensato di trascinarmi per pranzare tutti insieme; Serj e John sono arrivati muniti di cestino stracolmo di cibo, mentre Shavo si è occupato delle birre e le ha trasportate all’interno di una borsa frigo piena di siberini ghiacciati.
Poi torno a concentrarmi sull’involucro di carta stagnola e comincio a scartarlo lentamente: ho seriamente paura di cosa potrei trovarci.
Ciò che mi si para di fronte agli occhi mi lascia di stucco, e le risate dei miei amici non sono per niente rassicuranti.
«Ma a che cazzo dovrebbe servirmi?» sbotto stranito, rigirandomi fra le mani un piccolo set formato da coltello, forchetta e piatto in plastica dura color azzurro cielo.
«Beh… è il tuo primo kit per la pappa!» strilla Shavo, mollandomi un pugno sul braccio.
«Cazzo, però ci siamo dimenticati il bavaglino!» esclama John.
Serj sorride serafico. «Chi l’ha detto?»
Li fisso confuso, sbatto le palpebre un paio di volte e lascio cadere il loro deplorevole regalo sul prato di fronte alle mie gambe incrociate.
Serj, con calma, estrae dalla tasta dei jeans un bavaglino ripiegato. «L’ho preso tra i cimeli di Rumi! Ora c’è tutto il necessario per mangiare senza sporcarti» spiega pacato; ha un’espressione indecifrabile dipinta sul viso dai lineamenti marcati, quel tipico sguardo che a volte mi fa veramente incazzare perché non capisco se sta scherzando o se è mortalmente serio.
Shavo e John non fanno che sghignazzare, mentre il bassista mi punta addosso la videocamera dell’iPhone per riprendere la scena raccapricciante che loro stessi hanno messo in piedi.
«Non mi sarei dovuto fidare di voi, pezzi di merda!» bofonchio offeso.
«Perché dici così? Siamo i tuoi migliori amici, ti vogliamo bene!» replica John tranquillo.
Shavo annuisce e continua a filmare. «Esatto! Che c’è, non ti piace il nostro bellissimo regalo?»
«Bellissimo, sì…» Sbuffo. «Quando stamattina Serj è piombato a casa mia dicendo che dovremmo approfittare di questa bella giornata di sole per festeggiare il tuo compleanno, avrei dovuto mandarlo al diavolo su due piedi!» sbraito, allungandomi verso la borsa frigo per prendere una birra.
«Non scimmiottarmi e non parlare come se non ci fossi, Malakian» mi minaccia Serj in tono serio.
«Giù le mani, ai bambini niente birra!» strepita Shavo, afferrando la borsa e allontanandola da me. «Così impari a offendere i nostri sforzi!»
Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto. «Avrei preferito che piovesse, così non sareste venuti a tirarmi giù dal letto per portarmi qui!»
I miei amici ridono.
«Sei uno schifosissimo ingrato!» grugnisce Shavo.
«Lascialo dire, Odadjian… vuol dire che non gli daremo il vero regalo!» insinua Serj malefico.
«Quale vero regalo?» mi lascio sfuggire, vinto dalla curiosità.
I tre si scambiano occhiate complici, poi scuotono il capo.
«Dai, che stronzi!» esclamo.
«Prima dovrai mangiare il tuo pranzo con il kit che ti abbiamo regalato» afferma John.
«Che cosa?! Ve lo potete scordare!»
«La scelta è tua» ghigna Serj, mentre Shavo annuisce.
Sbuffo ancora. «Spegni quella videocamera, Odadjian!»
Poi poso gli occhi sul kit per neonati e un’ondata di sconforto mi invade: perché ho degli amici così idioti?
«Ovviamente devi mettere anche il bavaglino di Rumi!» aggiunge Shavo.
«Tanto gli serve: si sporca di sicuro!» aggiunge Serj.
«Andate a farvi fottere, stronzi» sputo tra i denti.
 
Mi ritrovo nuovamente tra le mani un involucro di carta stagnola. «Se trovo un altro kit da poppante vi infilo tutto su per il culo, siete avvertiti» affermo.
I miei amici ancora se la ridono per come ho mangiato con le posate in miniatura e il piatto in cui non c’era spazio che per pochi bocconi di cibo; è stata una tortura, inoltre la forchetta non pungeva e il coltello dalla lama liscia non tagliava neanche l’aria.
Alla fine del pasto mi sono ritrovato sudato e provato, è stato veramente terribile, anche perché non riuscivo a respirare con il piccolo bavaglino legato al collo.
Sento i loro occhi addosso mentre scarto il loro vero regalo.
«Cos’è?» chiedo stranito, ritrovandomi a fissare una busta da lettera bianca e ben sigillata.
«Perché fai domande stupide, Malakian? Sai che non ti sopporto» mugola John seccato.
Ridacchio e apro con cautela.
Rimango a bocca aperta e mi viene voglia di prendere a pugni quei tre coglioni finché non smettono di respirare.
«Cazzo!» grugnisco.
«Il nostro bambino, dopo la pappa, se ne va dritto a Disneyland!» strilla Shavo, il quale intanto ha ripreso in mano il suo telefono per filmare tutto.
«Siete tre uomini morti, sappiatelo» annuncio con fare minaccioso.
«Se può consolarti, non sarai solo!» replica John.
«Ah no? Verrete con me?»
Shavo scoppia a ridere. «Noi no.»
Il batterista scuote il capo e sorride divertito.
«Ma i nostri figli sì» conclude Serj.
Sgrano gli occhi e mi metto le mani sul viso. Non posso crederci.
«Guardate che faccia che ha!» sghignazza Shavo.
«Dai, sarai un ottimo babysitter!» esclama Serj.
«Emma già non vede l’ora di andare a Disneyland con lo zio Daron» rincara John, picchiettandomi sul ginocchio.
Sbuffo e mi lascio cadere di schiena sul prato. Osservo il cielo terso sopra di me e maledico questa cazzo di bella giornata di sole, troppo calda e afosa per i miei gusti; poi penso ai miei amici di merda e ai loro regali di merda.
Sorrido. «Andate a farvi fottere, stronzi» ripeto.
«Anche noi ti adoriamo, Malakian!» ammette Shavo in tono ironico.
Ho compiuto quarantacinque anni e mi hanno fatto sentire come se fossi un poppante.
Perfetto, adorabili pezzi di merda.
 
 
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
 
[Prompt 11: “Dovremmo approfittare di questa bella giornata di sole!”]
 
 
TANTISSIMI AUGURI DARON *____*
E niente, miei cari lettori, io vi avevo avvisato: la storia per il compleanno del nostro caro chitarrista sarebbe stata demenziale, poi non ditemi che non lo sapevate AHAHAHAHAH XD
Mi sono divertita un sacco a scrivere questa cretinata, credetemi: poco più di una flashfic per bullizzare Daron e farlo sentire come un bambino – perché, cosa c’è di diverso dalla realtà? :P
A parte il prompt della challenge di Soul, ho usato anche stavolta i dadi illustrati comprati da Tiger, e l’immagine che mi si è presentata di fronte al momento del lancio è stata quella di forchetta, coltello e piatto; ed ecco che questa stronzata si è affacciata alla mia mente come se niente fosse XD
E il vero regalo alla fine è servito a Shavo, John e Serj per scaricare i loro figli al povero Daron, che dovrà portarli a Disneyland ahahahahahahahah! Che disagio, io comunque non glieli affiderei dei bambini, e voi? X’DD
Per quando riguarda i figli dei componenti dei System, vi dico che Serj (insieme a sua moglie Angela) ha un bimbo di nome Rumi, Shavo (insieme a sua moglie Sonia) ha tre marmocchi di nome Shavo Dylan, Hayk Victor e Lia Rose, mentre John (con sua moglie Diana) ha una bimba di nome Emma :3
Non credo di avere altro da dire, ringrazio chiunque leggerà e/o recensirà, e per quanto riguarda i compleanni dei System ci sentiamo ad agosto per Serj ;)
Alla prossima e ancora BUON COMPLEANNO DARON ♥ ♥ ♥
  
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