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Autore: Giuliacardiff    19/07/2020    0 recensioni
What if? E se Sebastian e Kurt fossero diventati amici invece che nemici?
Una diversa versione delle ultime stagione della serie con al centro il rapporto di amicizia tra i due.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ci saranno intervalli tra scrittura normale e dialoghi tramite Skype.



In una piccola cittadina dell’America, Lima (Ohio) nacque un pargolo: i suoi genitori, rifiutando le proprie responsabilità, abbandonarono l’infante sull’uscio dell’ospedale locale, in posto piuttosto appartato e difficile da individuare.
Fu abbandonato senza nome, né protezione. Fu solo dopo 24 ore che qualcuno si accorse di questo piccolo bambino.

Fu una donna dai lunghi capelli castani e gli occhi color tempesta, una giovane donna in carriera che lo trovò.
Lei stessa era incinta prima di quella notte, ma per un tragico scherzo del destino o forse complicanze mediche, perse il bambino.
Con la morte nel cuore, era disperata per non essere stata in grado di proteggere il suo bambino, di dargli almeno una scintilla di vita; perciò la vista di quel bellissimo bambino dalla pelle lattea e dagli occhi di cielo, abbandonato come se fosse un rifiuto ed invisibile ai molti che passano, decise di prenderlo con sé, fingendo che fosse il suo defunto figlio.

Così da quel momento venne presentato al mondo Kurt Elizabeth Hummel.

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Il bambino crebbe curato e amato fin dai suoi primi anni di vita. Era la luce dei suoi genitori.
Solo la madre sapeva la verità della sua nascita, ma nessun’altro ne era a conoscenza. Il bambino dagli occhi di cielo, tuttavia, non era come tutti gli altri bambini della sua età.
La gente lo additava, lo etichettava e diceva che era “strano”.
Si vociferava che il bambino fosse diverso, che non si comportasse come un bambino, che preferiva sua madre e che avesse una malattia che doveva essere curata. Era un bambino da evitare.
Ma nessuno conosceva la verità. Erano solo supposizioni: il bambino era certamente diverso da tutti gli altri della sua età, non era il tipico “modello” di bambino.
Ma, come si sa, il pregiudizio e la paura restringono la mente.

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“mamma, ti voglio bene. Ti ringrazio per avermi salvato, ti ringrazio per avermi fatto conoscere l’amore, ti ringrazio per avermi dato una famiglia, ti ringrazio per essere stata la mia mamma.”

(tesoro, ma cosa dici? Mi fai arrossire …)

“non preoccuparti di niente. Voglio farti un regalo. Quando arriverà il momento, io sarò accanto a te. Ti allontanerò da tutte le tue sofferenze e ti illuminerò il cammino. Non sarai sola, potrai arrivare alla fine con un sorriso sul volto.
Perciò … non preoccuparti mamma, non ascoltare le voci nella tua testa, ascolta solo la mia voce, ti amerò sempre. Ora riposa”

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Dopo otto anni dalla nascita di Kurt, la bella e dolce Elizabeth morì a causa di un cancro al cervello. I medici stupefatti dissero che aveva avuto una morte felice, perita nel sonno cullata da una dolce melodia, tra le braccia della sua famiglia, con il sorriso a solcarle le labbra.

Il cancro doveva essere molto doloroso, ma lei non si lamentò mai, non una singola volta.
Si disse in seguito che il sorriso e la dolcezza di suo figlio avessero soppresso il suo dolore e la sua tristezza, mostrandole un mondo di brillante felicità. Così morì in pace, felice, e amata dalla sua famiglia.

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Passarono altri otto anni. Il piccolo Kurt crebbe con l’amore del padre, di una matrigna molto gentile e di un fratellastro un po’ tonto ma fraterno. La sua piccola città ancora sparlava di lui, delle sue preferenze sessuali, della sua strana abitudine di isolarsi e di scomparire chissà dove, della sua diversità , ma lui sopportava, lui sopravviveva a tutto, non si faceva intimidire.

Al liceo, trovò degli amici, trovò un ragazzo che lo amava, trovò un sogno a cui aspirare.
Ma il segreto che si celava dentro di lui, gli faceva vivere una vita di menzogne. Nessuno riusciva davvero a capirlo, e l’unica che era stata in grado di farlo era morta da tempo, e lui nascondeva le sue … stranezze.

Kurt … non disse a nessuno il suo segreto, fino al fatidico giorno in cui incontrò lui.

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“piacere di conoscerti, sono il fidanzato di Blaine, Kurt”

“oh, il piacere è tutto mio, volevo proprio conoscere il famoso fidanzato di Blaine”.

Lima Bean, un tranquillo pomeriggio di ottobre, se non fosse per il fatto che Kurt e Sebastian si erano appena conosciuti nel peggiore dei modi.
Blaine, ignorando la situazione e la tempesta in arrivo decise di lasciare soli i due per prendere un caffè veloce.
Non l’avesse mai fatto.
Le sue azioni portarono alla fine di tutto.

“ora che siamo soli … mettitelo in testa mangusta : Blaine è il mio ragazzo”

“oh, così faccia da checca ha anche gli artigli, pensavo fossero sepolti sotto sette chili di lacca scadente”

Il battibecco continuò per minuti interi finché …

“come se fosse possibile, probabilmente i tuoi genitori avrebbero fatto meglio ad abbandonarti davanti all’ospedale invece di metterti al mondo” sputò Sebastian con sdegno.
Solo in un secondo momento si accorse che forse potrebbe aver esagerato. Kurt, al sentire quelle parole, la verità sulla sua nascita, seppur in modo canzonatorio, rimase in silenzio.
Sentiva la rabbia salire al cervello, il sangue ribollire, doveva andarsene, o sarebbe scoppiato.

Il più alto osservò il suo interlocutore. Pensava che avrebbe dato di matto, invece era stranamente immobile, calmo.
Con esasperante calma e grazia, Kurt si scusò con l’altro e fece per andarsene, ma Sebastian provò a fermarlo.

“aspetta Kurt, non volevo dire una cosa del genere” provò a trattenerlo con un braccio ma appena si toccarono, una scossa elettrica li attraversò.

“scusami io … sono stato crudele. N-non volevo dire una cosa del genere. Ti prego perdonami”

Sebastian cercava davvero di scusarsi e mostrare i suoi sentimenti attraverso uno sguardo.
Kurt vide il rammarico negli occhi di Sebastian, infondo si erano incontrati solo 10 minuti prima e probabilmente il commento non doveva essere inteso come verità. Era stato fortunato ad aver indovinato, ma nessuno lo obbligava a mostrare quando aveva azzeccato.

“no, dispiace a me. Il tuo era solo uno stupido commento ed anche se falso non dovresti dirlo a qualcuno. Fa male sai” disse Kurt molto calmo ma anche con occhi tristi.

“scusami ancora … non volevo. Ricominciamo daccapo. Mi chiamo Sebastian Smythe e mi sono appena trasferito in America da Parigi”

“piacere di conoscerti Sebastian. Sono Kurt Hummel e presto andrò a new York”

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L’incontro fra i due fu imbarazzante e preoccupante, ma da quel momento in poi divennero inseparabili

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- Kurt perché non ti trasferisci qui alla Dalton. È meglio della scuola pubblica e con te qui posso divertirmi veramente. Qui sono tutti dei damerini imbalsamati che non sanno cosa sia il divertimento.
- Lo sai che non posso bastian, adoro il Glee club e non posso abbandonarlo di nuovo. E non credo che Blaine voglia essere abbandonato.
- Che palle! Se non puoi trasferirti allora ci dobbiamo vedere ogni giorno. Andremo al Lima Bean.
- Bas è troppo lontano e sono molto impegnato. Perché non ci vediamo la sera su Skype?

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- La scuola mi sta sfinendo, ho litigato con Rachel, Finn mi tratta come se non valessi nulla e Blaine … Blaine mi ha rubato la mia unica possibilità alla NYADA.
- Ti ha davvero rubato quel ruolo?
- Lui dice di non averlo fatto, che è stata una scelta del regista che non dipendeva da lui, ma come può dire una cosa del genere quando fai un provino con una canzone per un altro ruolo? È contorto.
- Hai ragione, forse l’ha fatto inconsciamente … forse dovresti lasciarlo.
- Bas non dire una cosa del genere … è stato un piccolo sbaglio. I-io non lo lascerò per qualcosa di piccolo.
- Ma hai intenzione di lasciarlo?
- … no … non adesso

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- Sei stato bravo. Mi hai battuto. E hai vinto. Sono fiero di te.
- Bastian … puoi gridarmi contro. Non mi offendo. So che ti eri impegnato. E anche tu sei stato bravo.
- Ma è stato il tuo Glee club a vincere. Non il mio.
- Ci sarà sempre una prossima volta in cui potrai battermi.

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- Blaine sta iniziando a diventare appiccicoso. Dice che devo smetterla di parlarti.
- Non lo ascoltare. È solo possessivo e noi … siamo solo amici.
- Hai ragione … solo amici.

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- Rachel mi ha detto che se sono davvero intenzionato ad entrare alla NYADA allora non mi devo distrarre con altre scelte universitarie.
- Non ascoltarla. È una scelta stupida. Dovresti sempre avere un piano B.
- Sei sicuro?
- Ma certo. E sai … se non ce la fai con la NYADA, puoi sempre provare con la moda, la tua passione.
- Veramente … avevo un’altra idea in mente
- Quale?
- Te la dirò presto.

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- Bas … cosa dovrei fare? Blaine … vuole che lo facciamo ma io … non sono sicuro.
- Se non ne sei sicuro non farlo. Nessuno ti deve obbligare
- E se si arrabbiasse?
- Allora vieni da me e io ti proteggerò
- Sarai il mio cavaliere dall’armatura splendente?
- Sarò ciò che vuoi che sia.

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- Blaine voleva scopare con me solo per recitare uno stupido ruolo
- Che idiota
- Grazie

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- ho mandato la mia iscrizione. Mi hanno preso
- sono felice per te.
- Ma non so ancora se sono entrato alla NYADA
- Beh, hai comunque un’altra opzione ora
- Hai ragione

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- Blaine mi ha chiesto di sposarlo
- Cosa … cosa hai risposto?
- … gli ho detto di sì

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- Allora … tra poco andrai a NY
- Si …
- … mi mancherai
- Anche tu …

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- Rachel si è finalmente accorta che hai cambiato i tuoi piani e non glieli hai detti?
- Sfortunatamente si, e adesso è così arrabbiata con me che non mi lascerà in pace nel chiedere delle scuse
- Non le devi nessuna scusa. Lei non è nessuno per pianificare la Tua vita
- Lo so … ed è ciò che le ho detto. Anche Blaine mi ha chiamato per sgridarmi … perché non ho fatto come aveva detto Rachel
- Te l’ho sempre detto di lasciarlo. Ma tu no … sposiamolo invece
- Ehi! Non siamo sposati … solo fidanzati
- Stessa cosa! Non è meglio essere single come me?
- Eppure, non ti senti solo?
- … ho te, non ho bisogno di nessun altro

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- Blaine è venuto a NY
- Cosa?
- Ha detto che voleva farmi una sorpresa …
- … stai piangendo?
- … mi ha … tradito
- Lo ammazzo!

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- Come sta andando la tua nuova vita?
- Molto bene, alla fine ho fatto la migliore delle scelte
- Bene perché appena mi diplomo vengo a vivere con te
- E hai deciso tutto questo quando?
- Semplice! Da quando ti sei trasferito qualche mese fa

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- Blaine ed io abbiamo deciso di riprovarci
- … se è quello che vuoi
- Ha detto che per funzionare insieme … dovremmo convivere
- Significa che non posso più venire da te?
- … non lo so

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- Come sta andando la convivenza con il tuo fidanzato?
- Non lo dovresti già sapere?
- E come dovrei saperlo?
- Lo so che ti sei trasferito nell’appartamento a fianco. Ti posso vedere dalla finestra … anche adesso
- Merda

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- … posso venire da te?
- Ma certo

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- Sono così stanco che Blaine mi rimproveri di tutto. Non facciamo che litigare
- Si, credo che tutto il vicinato ormai lo sappia. Siete davvero rumoroso
- È solo che lui vuole sempre …
- Cosa? Essere al centro dell’attenzione di tutti?
- Non lo definirei proprio così …
- Ma è quello che è …
- Lo so, eppure non voglio ancora ammetterlo

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- Posso venire da te?
- Ancora? Che è successo sta volta?
- Blaine ha invitato Sam a rimanere a casa.
- E siamo arrabbiati perché …
- Semplice! Sono stanco! Non solo vado ad un’università prestigiosa e frequento numerose lezioni, ma faccio due lavori e spesso non trovo neanche il tempo di parlare con te. E come se non bastasse quando torno a casa ho tutte le faccende da fare perché Blaine non è capace.
- E questo cosa centra con Sam?
- Non l’ha invitato per il fine settimana … gli ha chiesto di trasferirsi. Gratis! E io dovrei pagare per le spese di entrami!
- … la porta è aperta.

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- Sono così stanco Sebastian
- Kurt …
- Sono così stanco … ho deciso di rompere con Blaine
-Allora ti aspetto stasera con il gelato alla fragola
- Grazie


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Non fu affatto facile, ma da semplici amici, i due divennero qualcosa di più. Dopo aver lasciato Blaine, Kurt capì chi fosse davvero l’amore della sua vita. Per anni non aveva voluto vedere la realtà, ma gli si era palesata davanti agli occhi nel momento in cui, in lacrime, venne accolto dall’unica persona che era rimasta con lui per anni.

Senza accorgersene, lui e Sebastian si erano senti e visti ogni notte per anni, da quando si erano incontrati la prima volta. Nonostante gli impegni, non riuscivano a prendere sonno senza prima vedere il volto o ascoltare la voce dell’altro.
Era diventato il momento più importante della loro giornata, si dicevano di tutto, litigavano e poi si perdonavano. Ognuno aveva raccontato i propri segreti all’altro, avevano parlato della loro famiglia, dei loro sogni, del loro futuro.

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- Bas … se ti dico un segreto, prometti di non dirlo a nessuno?
- Ma certo … sai che puoi dirmi tutto
- Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?
- Certo
- … beh … quella volta ho mentito
- Su cosa?
- Sul fatto di non essere stato abbandonato
- …
- Avevi ragione: sono stato abbandonato appena nato, ma poi una donna mi ha trovato e ha deciso di tenermi. È stata la migliore mamma del mondo
- Era Elisabeth?
- Si … quando è morta i-io pensavo che non valeva più
- Avevi pur sempre tuo padre …
- Non è mai stato lo stesso
- …
- Mi manca
- Adesso hai me. Non ti abbandonerò mai.
- … grazie Sebastian. Non so cosa avrei fatto se tu non ci fossi stato.

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Contro ogni aspettativa, Kurt e Sebastian ebbero una vita lunga e felice, convissero per un anno per poi sposarsi. Adottarono 3 bambini: Lily e Jane, due gemelle che trovarono abbandonate dai vigili del fuoco e Aaron, avuto con una gravidanza surrogata.

Sebastian divenne un avvocato di successo con la sua lingua tagliente e il suo atteggiamento arrogante.
Kurt, incredibilmente, divenne un compositore: spaziando dalle colonne sonore dei film, agli arrangiamenti delle canzoni pop, alla scrittura di veri e propri musical, arrivando addirittura ad interpretare alcuni di loro.

Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma la loro vita fu di successo e felice, invidiata da tutti e soddisfacente

 
- Kurt… i-io, fin dal primo sguardo … io … ti a-

- Ti amo anch’io Sebastian …. Non hai bisogno di essere così nervoso. Lo so da sempre.












 
  
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