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Autore: Emeraldas2112    20/07/2020    0 recensioni
Il cambiamento è ineludibile, tutti siamo destinati a nascere, crescere e morire; ogni creatura è connessa l’una con l’altra, in un delicato equilibrio che perdura nel flusso del tempo. Così ad ogni giorno segue sempre la notte, e ad ogni notte un nuovo giorno.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
A.L. Lavoiser.
 


Il cambiamento è ineludibile, tutti siamo destinati a nascere, crescere e morire; ogni creatura è connessa l’una con l’altra, in un delicato equilibrio che perdura nel flusso del tempo. Così ad ogni giorno segue sempre la notte, e ad ogni notte un nuovo giorno.
 


18 Settembre, ore 6.30

Primo giorno di scuola dell’ultimo anno del liceo artistico. Anna aveva puntato la sveglia prima, in modo da poter acconciare i lunghi capelli castano dorati, ma conoscendosi sapeva che avrebbe chiuso la sveglia e avrebbe continuato a dormire, non un sonno profondo ma quello stato di passaggio in cui senti tutti i rumori della casa, le macchine in strada, ma non te ne frega nulla e sei in pace con il mondo.
Anna si conosceva bene, o almeno credeva… così aveva puntato una seconda sveglia alle 7.
1,2,3….al terzo squillo si decise ad alzarsi, andò in cucina dove trovò la tavola imbandita per la colazione, la madre era al telefono, il padre era già uscito per recarsi al lavoro e la sua splendida sorella Aurora era già pronta per la scuola, con la  divisa blu e rossa del liceo classico, ed i morbidi capelli biondi acconciati in una treccia poggiata sulla spalla destra.  -Anna ti muovi, vuoi fare tardi già il primo giorno di scuola??-.
La voce acuta della madre di primo mattino proprio non riusciva a tollerarla, quello era il suo unico lato sgradevole -Sorella non sei emozionata per il tuo ultimo anno scolastico? Io non sono riuscita a dormire, ero troppo felice al solo pensiero di rivedere i miei compagni! – disse Aurora sprizzante di energia- Se se… i tuoi compagni…so bene QUALE compagno vuoi rivedere…- - Sorellaaa ma che diciiiii-
- Smettetela voi due! E’ tardissimo ed io devo andare in ufficio, vi aspetto in macchina. MUOVETEVI-
In men che non si dica Anna si era lavata e vestita, non aveva un divisa bella come quella della sorella, con la gonna svolazzante e la camicetta, al contrario al liceo artistico potevano vestirsi come volevano, tanto dovevano utilizzare un orribile camice per proteggersi dall’argilla e dai colori, così indossò un paio di jeans ed una t-shirt bianca, acconciò i capelli con una semplice coda di cavallo, prese lo zaino e si avviò verso l’inizio della fine della sua avventura scolastica.


 
I sogni cosa sono se non i pensieri e sentimenti di una vita precedente?


 
Diego si sveglio di soprassalto nella sua stanza. I capelli neri sudati rimanevano incollati al viso, il copriletto era finito per terra ed il lenzuolo era raccolto ai piedi del letto. Guardò confuso la sveglia, erano le 11 del mattino. Alle 11.30 aveva appuntamento dal tatuatore, per l’ennesimo tatuaggio, ma quest’ultimo aveva qualcosa di diverso, come se avesse un significato profondo, così viscerale che neanche lui era in grado di comprendere.
Aveva sempre amato gli uccelli, dalla sua stanza vista mare osservava spesso i gabbiani al tramonto, né era affascinato, avrebbe voluto essere libero come loro, volare e procacciarsi il cibo senza dover pensare ad altro. Ma la sua vita era scandita da mattinate con visite mediche per la nonna malata, unica sua parente, e da notti dove si arrangiava con lavoretti come cameriere, quando gli andava bene, e da altri lavoretti poco “puliti” quando proprio non trovava altro.
Purtroppo le cure e le visite erano costosissime, e Diego aveva dovuto abbandonare la scuola troppo presto. Ogni tanto ripensava ad i giorni della scuola con nostalgia,  i pomeriggi al parchetto con gli amici a correre dietro ad un pallone. Diego era cresciuto troppo in fretta e sentiva un vuoto. L’unica immagine che riusciva a scaldargli un po' il cuore, era il tramonto con i suoi colori caldi ed i gabbiani, per questo quel giorno si sarebbe tatuato una piuma, nella speranza di imparare a volare.
   
 
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